Se sei un fan delle opere di Yoko Taro, ti troverai a fare i conti con un viaggio affascinante e disturbante nel cuore della disperazione umana. Drag-On Dragoon – Shi ni Itaru Aka (noto anche come Drakengard: The Red Unto Death) non è solo un manga, ma una tessitura intricata di emozioni oscure, violenza e domande morali che esplorano i confini della psiche umana, proprio come i giochi da cui trae ispirazione.
Scritto da Jun Eishima (pseudonimo di Emi Nagashima) e illustrato da ZET, il manga si inserisce come un capitolo imprescindibile per chi conosce e ama la serie di Drakengard. Uscito nel 2013 come parte del progetto celebrativo per il decimo anniversario del primo gioco, Shi ni Itaru Aka fa quello che pochi spin-off riescono a fare: offre non solo un espanso universo narrativo ma anche una riflessione inquietante sui temi della serie madre, proseguendo quella tradizione di storie crudeli e complesse che caratterizzano Drakengard e Nier.
La Trama: Un Viaggio Senza Speranza
Ambientato in una linea temporale alternativa, Shi ni Itaru Aka si svolge tre anni prima degli eventi del primo Drakengard. I protagonisti sono One, un uomo misterioso e tormentato, e Nero, un elfo sadico, che intraprendono un viaggio per fermare la malattia degli occhi rossi, una condizione maledetta che trasforma le persone in creature mostruose. Sebbene il contesto sembri semplice, la storia si sviluppa rapidamente in una spirale di tragedia e vendetta.
La bellezza di questa trama risiede nel suo essere un mix di elementi familiari per i fan della saga e nuovi segreti da scoprire. Shi ni Itaru Aka espande la mitologia di Drakengard, intrecciando le storie dei protagonisti con eventi noti ai giochi, come la morte dei genitori di Caim, il protagonista del primo gioco, e l’interazione con il Culto degli Osservatori, una figura chiave nell’universo di Drakengard. La narrazione gioca con linee temporali alternative, riflettendo sul destino e sulle scelte che definiscono la nostra esistenza, ma il tutto è condito da un crescendo di violenza e disperazione che non lascia spazio a speranze di salvezza.
L’epilogo del manga, tragico e sconvolgente, è tanto più potente per il suo essere tanto inevitabile quanto drammaticamente doloroso. Shi ni Itaru Aka non si limita a raccontare una storia, ma ti obbliga a riflettere sulle cicatrici che lasciano le decisioni più oscure.
I Personaggi: Ombre dell’Anima Umana
La forza di Shi ni Itaru Aka risiede, come nelle opere precedenti di Yoko Taro, nella sua incredibile profondità psicologica. One, il protagonista, è un uomo segnato dal dolore, dalla solitudine e dal desiderio di morte. È, in un certo senso, l’incarnazione della fatalità, un personaggio che si definisce come “Il Falso Intonatore” per il suo legame con il canto sacro, ma anche per la sua storia violenta e segnata dalla sofferenza.
Nero, il suo compagno elfico, è l’antitesi di One. Sadico e crudele, tra i due nasce una relazione disturbante che mescola il piacere nel causare sofferenza con una forma di dipendenza emotiva. La loro dinamica, tra violenza e fragilità, è una delle più affascinanti e inquietanti del manga.
E poi c’è Fey, la sacerdotessa del Culto degli Osservatori, una figura tragica che trascina con sé una vita di vendetta e rancore. La sua connessione con One è profonda e complessa, segnando una delle dinamiche più ricche e oscure del manga. La perdita della sua famiglia e il desiderio di distruggere il Black Dragon si intrecciano con il conflitto tra il bene e il male, un tema che, come in Nier e Drakengard, è sempre sfumato e sfaccettato.
Ogni personaggio porta con sé una parte di quella follia che caratterizza l’universo di Yoko Taro. Non ci sono eroi qui, solo anime tormentate alla ricerca di qualcosa che somigli alla redenzione, ma che inevitabilmente finisce in un abisso di violenza e disperazione.
L’Atmosfera: Un’Oscurità Profonda
La narrazione di Shi ni Itaru Aka non è per i cuori deboli. È un’opera che affonda le radici nei temi più oscuri dell’esistenza umana: la morte, la vendetta, il dolore e la solitudine. La violenza è cruda, ma non gratuita, e si inserisce in una storia che riflette la condizione umana e le sue vulnerabilità. Le scelte morali sono spesso ambigue, lasciando al lettore il compito di riflettere su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma senza una vera risposta.
Le illustrazioni di ZET contribuiscono magnificamente all’atmosfera del manga, con disegni che catturano la brutalità dei combattimenti e la tristezza che permea i volti dei personaggi. Ogni scena sembra immergerti sempre di più in un mondo di caos e disperazione, dove ogni passo può essere l’ultimo.
Perché Non Puoi Perderlo: Un’Esperienza Unica
Shi ni Itaru Aka è un’esperienza di lettura intensa e riflessiva, che va ben oltre la superficie di un manga basato su un videogioco. Per i fan della saga Drakengard, è una lettura essenziale che espande la mitologia e offre nuove sfumature ai temi che Yoko Taro ha esplorato in modo magistrale nei suoi giochi. Ma anche per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta, il manga offre una storia potente e memorabile, in grado di scatenare emozioni forti e durevoli.
Se cerchi una storia che sfidi i tuoi limiti emotivi, che ti metta di fronte a domande esistenziali e che ti faccia riflettere sul lato oscuro dell’animo umano, Shi ni Itaru Aka è un’opera che non puoi assolutamente perdere. Ma preparati: non sarà una lettura facile, e il suo finale ti lascerà con più domande che risposte, proprio come ogni grande storia che si rispetti.
In un mondo dove le linee tra il bene e il male sono sempre più sottili, Shi ni Itaru Aka ti mostra quanto sia facile perdere la propria umanità lungo il cammino. E, forse, ci fa riflettere sulla vera natura della morte.
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