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Bunny Day: la festa delle Conigliette giapponesi!

Che dire, il mese di agosto è pregno di singolari festività otaku giapponesi “sexy”, il primo agosto è il “Waifu Day“, il due è il “Pantsu Day” e il 21 agosto si celebra l’altrettanto divertente “Bunny Day“! La data della Festività “Banī no Hi”, in realtà non è esattamente “fissata” nel calendario: alcuni otaku festeggiano le “Conigliette” di anime e manga il 2 agosto altri il 23. Secondo Pixiv Encyclopediaun artista di nome Marison ha annunciato il primo Bunny Day nell’agosto 2008. Il 19 agosto 2008, lo stesso Marison ha pubblicato un’illustrazione che promuoveva la festività, proclamando appuntoo il 21 o il 23 agosto come “Bunny Day” e “Bunny- san’s Day” ha invitato altri utenti creativia a pubblicare le proprie illustrazioni originali di personaggi “conigliettati” per festeggiare questa occasione!

Questa festività molto nerd si festeggia proprio il 21 agosto per un motivo “fonetico” legato alla data, in effetti molto simile al più famoso “May the Fourh be with you” con cui tutti gli appassionati al mondo festeggiano il 4 maggio lo “Star Wars Day”: nella pronuncia giapponese la data “Ba(8)Ni(2)I (1)” suonerebbe simile, appunto, alla parola Bunny.

 

Questa figura sexy nasce in America con le mitiche “Conigliette di Playboy” le bellissime cameriere che lavorano nei leggendari Playboy Club, dal 1960 e il 1991. Divenute vere icone modiali queste modelle venivano scelte per la loro bellezza, il loro fascino e per il loro appeal sessuale, non è chiaro se in Giappone siano state le vere “muse” che hanno ispirato l’estetico della Bunny di tanti anime e manga. Le “Bunny suit” (バニースーツ), fecero la loro comparsa nella terra del Sol Levante a metà degli anni ’60, indossato dalle cameriere di alcuni locali mentre il primo vero Playboy Club asiatico venne inaugurato a Tokyo soltanto nel 1976. Qualunque sia la sua orgine, il costume da coniglietta viene indossato, ancora oggi, da personaggi “reali” sia televisivi e da idol che in numerosi manga e anime, tra i quali citiamo le “interpretazioni” di  Ranma, Bulma di Dragon Ball, Haruhi Suzumiya o la protagonista dei cortometraggi Daicon III e Daicon IV. In giappone, questo fenomeno estetico è simile al nekomimi, il costume da gatto.

Redazione

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