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La terza stagione di Star Trek: Picard – La fine di un’era

Star Trek: Picard è finita. E con essa, si chiude un’era. Chiamiamola pure “era Picard”. Questa serie, soprattutto nell’ultima stagione, ha messo la parola “fine” a tutto ciò che era iniziato con The Next Generation, Deep Space Nine e Voyager.

Sebbene al centro della storia ci si sempre stato Jean-Luc Picard, abbiamo assistito a una continua serie di cammeo, richiami e omaggi al passato per tutte e tre le stagioni. Nella prima stagione, Picard zi faceva in quattro per salvare la discendenza di Data, coinvolgendo anche Sette di Nove (direttamente dalla Voyager) e i suoi vecchi amici Will Riker e Deanna Troi. Nella seconda stagione affronta per l’ennesima volta il suo acerrimo nemico Q. E sul finale ritroviamo anche il caro vecchio Wesley Crusher, in veste di viaggiatore.

E infine, nella terza stagione ecco tornare il vecchio equipaggio di plancia dell’Enterprise – D, compreso Worf (che ricordiamo essere trai i protagonisti di Deep Space Nine). Tornano i cambianti, storici nemici in DS9, e i Borg. Questi ultimi, nemici sia in TNG che in Voyager. E anche qui non mancano i cameo, come Tuvok e l’Ammiraglio Shelby; le volte che vengono menzionate vecchie glorie come Katheryne Janeway e Odo o la USS Voyager, i richiami al passato con i Triboli e con le spoglie mortali di James T. Kirk, il figlio di Chekov, ora Presidente della Federazione, la USS Hikaru Sulu. Passato e presente che si incontrano.

Questo incontro tra vecchio e nuovo mi riporta alla mente un paio di episodi. Anzi, un episodio in particolare di TNG. Nello specifico quello i cui la traccia residua di teletrasporto del Capitano Montgomery Scott viene ripristinata dall’Enterprise. Ma anche “Incontro a Farpoint”, quando un Data alle prime armi scorta l’Ammiraglio Leonard McCoy. O come non citare il film “Generazioni”, in cui Picard e Kirk combattono fianco a fianco.

Cosa hanno in comune tutti questi episodi con Star Trek: Picard? Semplice: sono un ponte di collegamento tra il vecchio e il nuovo. Episodi in cui ciò che era diventa ciò che è stato e lascia il posto a ciò che è, in vista di ciò che sarà. Il passato non si consuma morendo, ma vive lasciando la sus eredità. Le nuove leve iniziano il loro percorso seguendo la scia tracciata da coloro che soni venuti prima, tracciandone a loro volta una nuova per i posteri. Chi lo sa che in futuro non vedremo un nuovo film, o serie tv, che non faccia lo stesso tra ciò che è adesso e ciò che verrà.

Perché in fondo, il passaggio del testimone è un po’ una metafora di vita. Come diceva Nonno Libero in “Un Medico in Famiglia” : Guarda che quello che tu sei, io sono stato e quello che io sono, tu sarai.

 

 

Roberto Romagnoli

Roberto Romagnoli

Nato sul pianeta Terra nel 1981, ma cittadino dell'universo.
Conosciuto in rete anche come Ryoga777, RyoGa o Ryoga Wonder.
Cantante degli X-Italy, band attiva tra il 2004 e il 2006, prima in Italia a proporre cover degli X-Japan. Successivamente canta anche nei Revolution, altra band italiana ispirata al mondo del Visual-Kei Giapponese e al Glam americano.
Negli anni si è occupato spesso di organizzazione di eventi a tema JRock, Cosplay, Manga e Musica in generale collaborando spesso con l'associazione Japanimation. È stato anche redattore di L33T, programma per ragazzi in onda su Rai 2 e Rai Futura tra il 2006 e il 2007.
Caporedattore e responsabile per l'Italia di Nippon Project e Presidente delle associazioni VK Records (etichetta discografica indipendente) e Steel Music Promotion (media dedicato alla musica e all'organizzazione di concerti)

Gamer incallito.

Il suo lato geek, sopito fino a qualche anno fa, ha cominciato a farsi sentire sempre più prepotentemente. Quindi alla fine ha deciso di aprirsi il suo blog geek robertoromagnoli.com e ha cominciato a scrivere anche su siti a tema gaming e tecnologia, tra cui Akiba Gamers e Stolas Informatica.

Amante di tutto ciò che riguarda la tecnologia, l'informatica, anime e manga, ma innamorato anche di DC Comics e Marvel.

Fondamentalista Trekkie, da quando c'è il covid e non ci si può più stringere la mano, ha trovato la scusa per fare il saluto vulcaniano.

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