Potrebbe sembrare azzardato definire Neil Gaiman un antropologo e, molto probabilmente lo è: un azzardo bello e buono. Ma a ben rifletterci, l’autore di Best Seller, tocca spesso e volentieri temi cari all’antropologia e lo fa con cognizione di causa e di seguito ad uno studio approfondito. Il nome dell’eclettico artista inglese forse è collegato in maggior parte al fumetto che fece grande scalpore negli anni ’80 del secolo scorso:Sandman.
Certo, un fumetto di Supereroi a modo suo, ma un fumetto che contiene la creazione di un mondo, una cosmogonia. Un fumetto che possiede al suo interno una mitologia propria – o a volte presa a prestito da altre già esistenti-. Sandman mette a nudo ed assume come protagonisti qualità e difetti degli uomini e ci costruisce storie intorno, in un mondo onirico, altre in un mondo assolutamente reale, senza farsi scappare nelle sue molteplici chiavi di lettura temi caldi per il suo tempo.
Neil Gaiman si fa più vicino all’antropologia con due romanzi che, potrebbero essere considerati fratelli: American Gods ed, in particolar modo I Ragazzi di Anansi. Il primo, forse il più conosciuto, ci mette davanti la lotta tra Dei antichi e le nuove ” divinità” che la modernità è stata in grado di creare. Un romanzo che offre sottolivelli ed è ben stratificato se si rompe la superficie del semplice racconto urban fantasy. Gaiman, ancora una volta ci mette di fronte a tematiche importanti, come ad esempio lo scontro di culture presente nella nostra epoca, l’ipermodernità di cui in qualche modo siamo tutti succubi e ci dice anche la sua sulla religione, recentemente ribadita in una delle sue interviste. “Dei, religioni e confini nazionali sono assolutamente immaginari. Sono dei concetti nozionali, che tendono a non esistere.” In American Gods, mette a nudo l’uomo e le sue insicurezze, smontandone le convinzioni costruite dalla cultura occidentale dominante e facendolo riflettere su quelle culture ormai passate, considerate inferiori ed involute, riempendolo di dubbi di auto riflessione ed auto criticismo, concetti che poi vengono rivolti al lettore, spingendolo a ripensare le sue convinzioni ed abitudini.
Il secondo romanzo possiamo considerarlo legato al primo per il semplice fatto che ha come protagonista la discendenza di Anansi, personaggio che compare anche in American Gods (Mr.Nancy). Qui tocchiamo un livello più profondo, andando a scavare non solo nella mitologia o nelle credenze africane e caraibiche, ma veniamo catapultati fuori dalla storia. Gaiman cerca di rispondere a modo suo alla fatidica domanda che in molti hanno rivolto all’antropologia ” Che cosa è l’uomo prima della storia?” E sebbene Gaiman non sia un antropologo ce la mette tutta per dare una risposta a questa domanda, usando l’espediente di Anansi, re delle Storie, dei racconti. Un romanzo intriso di oralità, di suoni, di canti e di musica. Utilizza il medium della scrittura per trasportarci in quel mondo che Pasolini avrebbe definito un mondo di vita pura. Un mondo in cui l’uomo non viveva ingabbiato in pretesti, in vite già scritte da altri. Una vita di certo meravigliosa, ma anche tragicamente pericolosa. I ragazzi di Anansi, sebbene sia su carta stampata ha un sapore musicale, che solletica più l’udito che la vista, ci rammenta quanto l’oralità, il bisogno di narrare se stessi e gli altri sia fondamentale per l’uomo e che l’uomo, senza queste narrazioni, sarebbe stato ben poca cosa.
In altre opere di Gaiman è possibile scovare la sua natura di Antropologo, come ad esempio in Cose Fragili, dove molti racconti hanno la stessa impronta dei due romanzi citati poco più sopra, o nel fumettoBlack Orchid, dove forte è la componente ambientalista, il tema del rapporto della modernità con l’ambiente e con culture considerate da molti ” primitive”.Nel Gaiman, considerato da molti un artista oscuro, è in verità un attento osservatore delle dinamiche sociali, delle problematiche dell’odierno ed un amante di culture da riscoprire. Autore di saggi e non solo di romanzi che spesso toccano la modernità che ci circonda ed i suoi malcontenti. Autore che spesso e volentieri si avvicina all’antropologia e ne prende ispirazione, rubandone gli strumenti di lavoro e restituendo opere stratificate, appassionanti e che consentono di riflettere sia sul mestiere dell’antropologo ai nostri tempi, sia su ciò che ci circonda. Neil Gaiman tiene un portale sempre aggiornato con le sue pubblicazioni, interviste, spostamenti, mettendo il tutto a disposizioni dei suo fan più accaniti o dei semplici curiosi: http://www.neilgaiman.com/
Fonte: https://geeknessita.blogspot.com/2018/09/neil-gaiman-un-antropologo-tascabile.html
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