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Dolls di Takeshi Kitano

Tre storie sull’amore che non muore mai, ispirate dalle marionette del teatro Bunraku. Matsumoto e Sawako, due giovani amanti, vagano legati da una lunga corda rossa alla ricerca di qualcosa che hanno tragicamente perduto. Hiro è un vecchio boss della yakuza. Trent’anni fa era un povero operaio che ha abbandonato la fidanzata per inseguire il suo sogno di successo. Oggi è di nuovo nel parco nel quale la incontrava. Haruna passa la maggior parte del suo tempo a osservare il mare, col suo bel viso coperto dalle bende. Non molto tempo fa, era una pop star di successo che viveva tra show televisivi e sessioni di autografi. Nukui è forse il suo fan più devoto, e oggi vuole dimostrarglielo.

  Takeshi Kitano ha dichiarato:

“Dei miei film si diceva che erano tutti tra il blu e il grigio, stavolta ci ho messo tutti i colori delle quattro stagioni. Ma la bellezza, come l’amore, finisce: a primavera per esempio i ciliegi sono bellissimi ma la loro fioritura è breve, in autunno c’è l’incanto degli aceri rossi, ma le foglie cominciano a cadere: c’è un legame tra la bellezza e la morte, e nella cultura giapponese è molto sentito. Quanto ai colori dei costumi, uno dei responsabili è Yamamoto. Mi ha detto: questo film dovrà essere come una delle mie sfilate. Gli ho lasciato carta bianca”.

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