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Yellow Asphalt: tre “storie del deserto”

Il film Yellow Asphalt presenta tre “storie del deserto” realmente accadute, incentrate sui conflitto fra progresso e tradizione. Nela Prima un bambino,appartenente ad un gruppo di Beduini, mentre attraversa una strada che taglia il deserto viene investito ed ucciso da un grosso camion. I  parenti del bambino accorrono sul luogo dell’incidente e accettano una ruota del camion come risarcimento anche morale della morte del bambino.

La seconda storia parla di una donna che vive in un villaggio di Beduini nel deserto con suo marito e due figli. Questa vorrebbe ritornare dalla sua famiglia di origine ma il marito e gli anziani del villaggio glielo impediscono. La donna decide di fuggire con i bambini durante la notte. Il marito la insegue. Durante la fuga la donna rivive alcuni momenti trascorsi della sua vita: il suo viaggio in Israele, (lei è di origini tedesche), l’incontro con il marito, il mistero esotico, l’apparente conciliabilità di due culture così distanti. La donna poi viene presa e riportata al villaggio.

La terza storia è incentrata attorno ad un personaggio femminile, una ragazza beduina, che lavora come domestica presso una ricca famiglia ebrea. Qui diventa l’amante del proprietario di casa il quale le promette il suo amore, ma nel momento in cui la ragazza avrebbe bisogno del suo aiuto questi non solo glielo nega, ma fa di tutto per evitare che la giovane donna  riveli qualcosa di compromettente.

Ci sono voluti ben sette anni per realizzare questo film a causa di problemi con il governo, complicazioni con la produzione e anche per le dure condizioni climatiche e territoriali in cui è stato girato. Yellow asphalt getta una luce sulle difficili relazioni fra la moderna Israele e i Beduini ma anche fra il mondo europeo e quello beduino. Ne risulta una frattura praticamente insanabile causata da una mentalità cristallizzata e inamovibile. Film semplice ma intenso, ben girato e mai banale.

Valeria Doddi

Satyrnet

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