Quando una figura come Valeria Luzi ci lascia, non è solo il mondo del cinema a perdere una delle sue voci più appassionate. È tutto un universo creativo fatto di sogni, storie e immagini a rimanere improvvisamente orfano. Domenica 18 maggio 2025, all’ospedale Sant’Anna di Cona (Ferrara), si è spenta a soli 43 anni Valeria Luzi, scrittrice, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e, soprattutto, anima pulsante di una visione culturale che ha saputo intrecciare il cinema con l’identità di un territorio. E sì, anche noi di Satyrnet, che spesso ci siamo ritrovati a incrociare la sua strada fatta di passione e idee visionarie, oggi riportiamo con dolore la notizia della sua scomparsa.
Valeria era nata a Roma, ma aveva scelto Ferrara come casa, luogo dell’anima e laboratorio di creatività. Era sposata dal 2018 con l’attore e produttore ferrarese Stefano Muroni, con cui aveva condiviso non solo la vita, ma anche un sogno: quello di far nascere in Emilia una vera e propria cittadella del cinema, un ecosistema fatto di arte, formazione, produzione e innovazione. Una sorta di Hogwarts per cinefili e storytellers.
Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha voluto ricordarla come “un dolore profondo che ha colpito tutta la comunità”, sottolineando come il suo impegno avesse trasformato in modo concreto il volto culturale della città. E lo aveva fatto non da dietro le quinte, ma sotto i riflettori della passione, con la tenacia di chi non si limita a raccontare storie ma le vive.
Valeria non era solo una professionista, era una nerd dell’arte con la A maiuscola. Dopo una laurea in Filosofia Estetica all’Università di Roma Tre, aveva studiato scrittura creativa con Cinzia Tani e si era formata all’estero tra Londra e New York, dove aveva perfezionato le sue competenze in organizzazione di eventi e produzione culturale. Non stava mai ferma: ogni esperienza, ogni città diventava una fonte d’ispirazione per nuovi progetti. E quando nel 2009 torna in Italia, pubblica il suo primo romanzo breve con Aliberti Editore, dando così il via a una carriera poliedrica che avrebbe presto conquistato anche il grande pubblico.
Nel 2013 arriva il grande successo editoriale con Ti odio con tutto il cuore, pubblicato da Newton Compton. Una commedia romantica, fresca e brillante, che scala subito le classifiche. Seguirà Mi manchi troppo per dimenticarti, sempre con Newton Compton, a confermare la sua capacità di parlare al cuore delle persone con storie semplici ma intense. Ma Valeria aveva fame di storie anche sullo schermo: e così, nel 2010 scrive il suo primo lungometraggio e poi fonda, insieme a Muroni, la Controluce Produzione, una realtà indipendente che ha saputo distinguersi nel panorama cinematografico italiano.
Controluce è molto più di una casa di produzione: è un laboratorio creativo, un motore di idee. Con film come Oltre la bufera e Il soldato senza nome, Valeria ha dimostrato che il cinema può essere radicato nei territori ma parlare a tutti, raccontando storie universali con uno sguardo autentico. E non si è fermata lì: ha co-fondato il Centro Preformazione Attoriale di Ferrara, la Blow-Up Academy, la Tenda Summer School, portando nella provincia emiliana un respiro internazionale, senza mai dimenticare l’importanza della formazione delle nuove generazioni.
Una delle sue intuizioni più affascinanti è stata sicuramente quella del progetto “Ferrara La Città del Cinema”, di cui era direttrice generale e vicepresidente dal 2020. Un’idea straordinaria nella sua essenza: creare una filiera creativa completa, dalla formazione alla distribuzione, che facesse della città estense un punto di riferimento per il cinema italiano. E poi c’è stato il visionario “Gherardi Villaggio del Cinema” a Jolanda di Savoia: rigenerare un’intera frazione attraverso la street art e il cineturismo. Un progetto che sembra uscito da una sceneggiatura cyber-utopica, ma che Valeria ha reso reale.
Chi la conosceva personalmente, però, sa che la sua forza andava oltre i titoli e i premi. Era una donna generosa, luminosa, appassionata. Una madre, una moglie, un’amica, ma anche una guerriera. Lo ha dimostrato fino alla fine, raccontando con coraggio e sincerità sui social la sua battaglia contro un tumore maligno all’ovaio. Con parole taglienti e vere, Valeria aveva scritto: “I malati erano sempre gli altri. Ma non può sempre capitare agli altri. Qualche volta capita anche a noi.” E quando ha pubblicato il post intitolato ‘A nuttata è passata’, citando Eduardo De Filippo, ha mostrato ancora una volta quella resilienza epica da protagonista che tanto spesso aveva dato ai suoi personaggi.
Il marito Stefano Muroni, in un commosso ricordo, l’ha definita “un faro, una donna straordinaria senza la quale molto di quello che oggi abbiamo e conosciamo non esisterebbe”. E ha ragione. Valeria Luzi era un faro per chiunque credesse che la cultura non fosse solo intrattenimento, ma un atto d’amore verso la comunità, verso le idee, verso la bellezza.
Nel mondo nerd, dove spesso celebriamo eroine dai poteri sovrumani e geni creativi pronti a cambiare il mondo con un’invenzione o una rivelazione, Valeria Luzi era una di loro. Non perché avesse superpoteri, ma perché aveva una visione. E ha combattuto, creato, ispirato e vissuto con la stessa intensità delle nostre protagoniste preferite.
Addio, Valeria. Il tuo script, quello più importante, continua a vivere tra le righe dei tuoi libri, tra le inquadrature dei tuoi film, e nei sorrisi di chi continuerà a imparare e a creare grazie al tuo esempio.
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