CorriereNerd.it

Fiabe e favole: come distinguerle e perché è importante

Le fiabe e le favole sono due generi letterari molto antichi e diffusi, che hanno affascinato e divertito generazioni di lettori di ogni età. Tuttavia, non sempre si ha chiara la differenza tra questi due tipi di narrazione, che spesso vengono confusi o usati come sinonimi. In realtà, esistono delle caratteristiche distintive che permettono di riconoscere e classificare correttamente fiabe e favole, e di apprezzare meglio il loro valore culturale e formativo.

Cos’è una fiaba?

La fiaba è una forma di racconto popolare, che ha origine dalla tradizione orale e che si è poi consolidata nella letteratura scritta. La parola fiaba deriva dal latino fabula, che significa “favola”, ma anche “storia” o “racconto”. La fiaba ha una struttura semplice e lineare, con una trama breve e una conclusione positiva. Le storie narrate sono ambientate in un mondo fantastico, dove si mescolano elementi reali e magici, come fate, streghe, draghi, oggetti incantati, ecc. I personaggi principali sono spesso umani, che devono affrontare delle prove o dei pericoli per raggiungere la loro felicità. Essi sono caratterizzati da pochi tratti psicologici, e rappresentano dei modelli ideali o degli stereotipi, come il principe azzurro, la principessa, l’orfano, la matrigna, il cacciatore, ecc. La fiaba ha una funzione educativa e simbolica, in quanto trasmette dei valori morali e delle verità universali, attraverso l’uso di metafore e allegorie. La fiaba si rivolge principalmente ai bambini, ma può essere apprezzata anche dagli adulti, in quanto offre una chiave di lettura della realtà e delle sue contraddizioni.

Fra i più celebri autori di fiabe, possiamo citare Charles Perrault, che nel XVII secolo raccolse e rielaborò le fiabe popolari francesi, come Cenerentola, Il gatto con gli stivali, La bella addormentata nel bosco, ecc. I fratelli Grimm, che nel XIX secolo fecero lo stesso con le fiabe tedesche, come Biancaneve, Hänsel e Gretel, Cappuccetto Rosso, ecc. Giuseppe Pitrè, che nel XIX secolo fu il maggior studioso e divulgatore delle fiabe siciliane, come La gatta cenerentola, Il re porco, La bella e la bestia, ecc. Hans Christian Andersen, che nel XIX secolo scrisse delle fiabe originali, ispirate alla sua vita e alla sua sensibilità, come La sirenetta, Il brutto anatroccolo, La regina delle nevi, ecc. Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev, che nel XIX secolo compilò la più grande raccolta di fiabe russe, come Vasilisa la bella, Il pesciolino d’oro, Il gallo d’oro, ecc.

Cos’è una favola?

La favola è un altro genere letterario molto antico e popolare, che deriva anch’esso dal latino fabula, ma che ha un significato diverso da quello di fiaba. La favola è una forma di racconto breve e inventato, che ha lo scopo di illustrare una verità morale o un insegnamento di vita. La favola si basa su una situazione realistica, che può essere tratta dall’esperienza quotidiana o dalla storia. I personaggi principali sono spesso animali, che parlano e si comportano come gli esseri umani, e che simboleggiano dei vizi o delle virtù, come l’astuzia, la forza, la pigrizia, la generosità, ecc. La favola si conclude con una morale, che esplicita il messaggio che l’autore vuole trasmettere al lettore. La favola ha una funzione didattica e critica, in quanto mette in evidenza i difetti e le contraddizioni della società e dell’individuo, e propone dei modelli di comportamento positivi o negativi. La favola si rivolge a un pubblico eterogeneo, che può essere composto da bambini o da adulti, in quanto offre una riflessione sulle questioni etiche e sociali.

Fra i più famosi autori di favole, possiamo ricordare Esopo, che nel VI secolo a.C. fu il primo a scrivere delle favole in greco, come La volpe e l’uva, La lepre e la tartaruga, Il lupo e l’agnello, ecc. Fedro, che nel I secolo d.C. tradusse e adattò le favole di Esopo in latino, aggiungendo anche delle sue, come Il leone e il topo, Il corvo e la volpe, La rana e il bue, ecc. Jean de La Fontaine, che nel XVII secolo riprese le favole di Esopo e di Fedro, e le arricchì con la sua ironia e il suo stile elegante, come La cicala e la formica, Il leone e il moscerino, La lepre e la tortora, ecc. John Gay, che nel XVIII secolo scrisse delle favole originali in versi, con una forte satira sociale e politica, come Il topo di città e il topo di campagna, Il leone e il pastore, Il corvo e il pavone, ecc. Giovanni Meli, che nel XVIII secolo fu il maggior poeta siciliano, e che compose delle favole in dialetto, con una vena umoristica e popolare, come Lu cani e lu lupu, Lu cavaddu e lu surci, Lu leuni e lu cigniali, ecc. Rudyard Kipling, che nel XIX secolo scrisse delle favole ambientate nell’India coloniale, con una grande fantasia e una profonda conoscenza della natura, come Il libro della giungla, Il gatto che andava da solo, Come nacque l’alfabeto, ecc.

Come distinguerle e perché è importante

Come si può notare, fiabe e favole hanno delle caratteristiche ben distinte, che le rendono facilmente riconoscibili e classificabili. Tuttavia, ci sono dei casi in cui la distinzione tra questi due generi può essere meno netta, e può creare delle ambiguità o delle eccezioni. Ad esempio, la storia di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nel II secolo d.C. nel suo romanzo Le metamorfosi, viene spesso definita come una favola, tanto che lo stesso autore la chiama “favola milesia”. In realtà, si tratta di una fiaba, in quanto presenta degli elementi tipici di questo genere, come la presenza di incantesimi, di storie d’amore, di divinità, di prove da superare, e di un lieto fine. Inoltre, non ha una morale esplicita, ma una funzione simbolica e allegorica, che richiede una lettura più profonda e interpretativa. Allo stesso modo, la storia dei Musicanti di Brema, raccolta dai fratelli Grimm nel XIX secolo, sebbene sia catalogata come una fiaba, sembra appartenere alla categoria delle favole, in quanto presenta degli animali protagonisti, che interagiscono in un contesto realistico e che rappresentano delle qualità umane, come la solidarietà, la furbizia, la libertà, ecc. Inoltre, ha una morale implicita, che suggerisce al lettore di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di cercare sempre una soluzione creativa.

Questi esempi mostrano come non sempre sia facile o possibile distinguere tra fiabe e favole, e come a volte ci siano delle sovrapposizioni o delle contaminazioni tra questi due generi. Tuttavia, ciò non significa che fiabe e favole siano simili o equivalenti, ma che richiedono una maggiore attenzione e una maggiore sensibilità da parte del lettore, che deve saper cogliere le sfumature e le differenze che li caratterizzano. Saper riconoscere e classificare correttamente fiabe e favole è importante, non solo per una questione di ordine o di precisione, ma soprattutto per una questione di gusto e di comprensione

Satyrnet

Satyrnet

C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che come noi vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare.

Aggiungi commento

Cosplayer Italiani

Dona un soldo ai tuoi Satyri

Iscriviti a Satyrnet

* = campo richiesto!

powered by MailChimp!

Seguici su Telegram

Nerd Artists Collective

Seguici

Facebook Page
Instagram

Iscriviti a Satyrnet

* = campo richiesto!

powered by MailChimp!