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Tributo a Isao Takahata

Il 5 aprile, all’età di 82 anni, si è spento Isa Takahata,  regista giapponese noto per il suo importante apporto nel mondo degli anime. Nel 1985 insieme a Hayao Miyazaki ha fondato Studio Ghibli e  tra le sue opere troviamo ‘Una tomba per le lucciole’ e ‘La storia della Principessa Splendente’, nominato agli Oscar nel 2014. Inoltre ha lavorato a numerose serie per la tv come ‘Le avventure di Lupin III’, ‘Heidi’ e ‘Anna dai capelli rossi’.

Isao Takahata  è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico giapponese, il cui sconvolgente passaggio a miglior vita ha scosso l’intero mondo dell’animazione. Takahata, nato nella pittoresca prefettura di Mie, ha trascorso gran parte della sua vita nella triste e grigia prefettura di Okayama. Sin dalla tenera età, ha avuto la fortuna di immergersi nel mondo della letteratura e della musica, sviluppando un interesse precoce per la storia dell’arte. Ha coltivato questa passione attraverso i suoi studi all’Università di Tokyo, laureandosi nel 1959 con una specializzazione in letteratura francese. Takahata ha sviluppato un profondo affetto per la poesia di Prévert, tanto da tradurre le sue opere dal francese al giapponese. Durante i suoi anni universitari, ha scoperto la sua passione per la storia del cinema, unendo il suo amore per il cinema francese a quello per l’animazione. L’illuminazione arriva nel 1953, quando viene proiettato in Giappone il film francese La Bergère et le ramoneur di Paul Grimault e Jacques Prévert, che affascina profondamente il giovane Takahata. Questo film diventa per lui un punto di svolta, spingendolo ad esplorare le infinite possibilità offerte dal cinema d’animazione. Mentre il gigante Walt Disney domina il mondo dell’animazione negli anni ’60, il Giappone, appena ripresosi dalla devastante guerra, fa ancora fatica ad emergere in questo campo. Nel 1958, viene distribuito il primo anime giapponese all’estero, La leggenda del serpente bianco di Taiji Yabushita, fondatore dello Studio Toei Animation.

Le creazioni giapponesi sono ancora intrise di quel caratteristico stile fiabesco e iperrealistico tipico dell’animazione disneyana. Tuttavia, in questo contesto, nasce una promettente figura, Isao Takahata, fresco di laurea in letteratura francese alla rinomata Università di Tokyo. La sua passione per la regia si forma e cresce grazie all’ispirazione di artisti provenienti da tutto il mondo: i film d’animazione francesi come La pastorella e lo spazzacamino, un’opera incompiuta di Paul Grimault e Jacques Prévert, impressionano particolarmente il giovane Takahata. Incontra anche talenti come Yurij Norstejn e Michael Ocelot (Kirikù e la strega Karabà).

Nel 1968, Isao Takahata fa il suo debutto come regista con La grande avventura del piccolo principe Valiant, una storia epica che narra la battaglia del giovane Hols contro il perfido signore dei ghiacci Grunwald. Già in questa opera, possiamo notare certi elementi che caratterizzeranno lo stile del regista giapponese: un approccio più maturo, il desiderio di realismo e una particolare attenzione all’introspezione. Inoltre, il giovane disegnatore di Tokyo che lavora al suo fianco, Hayao Miyazaki, si rivelerà successivamente come uno dei più grandi maestri dell’animazione giapponese.

Questa collaborazione dà vita a un rapporto di lavoro che diventa anche una profonda e amichevole rivalità. Takahata guadagna il soprannome di “Paku-san” (lett: colui che corre a lavoro con il toast in bocca) a causa della sua abitudine di mangiare di fretta mentre va in ufficio.

Ma in quegli anni appare anche una nuova forma d’arte: la televisione. Questa nuova sfida spinge Takahata a lavorare a un ritmo più incalzante, dirigendo episodi di serie come Le avventure di Lupin III (1971) e Heidi (1974), un anime sulla giovane bambina svizzera, che riscuote un enorme successo in Italia e nel resto del mondo, grazie all’affascinante scenario delle Alpi e al personaggio indimenticabile del nonno.

Durante questo periodo, Isao Takahata realizza anche il film Goshu il violoncellista (1982), tratto da un racconto di Kenji Miyazawa che narra la storia di un giovane musicista poco talentuoso. Nel 1985, un anno dopo il primo capolavoro di Miyazaki, Nausicaä della Valle del vento (di cui Takahata è produttore), fondano lo Studio Ghibli.

L’arte e la tecnica di Isao Takahata Secondo il videomaker statunitense Andrew Saladino, a prima vista sembra che i suoi film non debbano necessariamente essere animati: le sue opere sono favole che trattano di emozioni, infanzia e solitudine, temi che potrebbero essere affrontati anche con altre tecniche cinematografiche. Quindi perché la scelta dell’animazione si rivela così appropriata? Il fattore più importante sono sicuramente i character design dei suoi film.

Possiamo affermare che nei film di Isao Takahata, l’emozione è subordinata all’arte dell’animazione. I personaggi,

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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