CorriereNerd.it

The Black Bat: il giustiziere dimenticato che ispirò Batman

Tutti conoscono Batman. Il Cavaliere Oscuro, il vigilante di Gotham, l’icona della giustizia notturna. Ma pochi sanno che, un anno prima della sua nascita editoriale, un altro eroe mascherato solcava già le ombre della giustizia pulp americana: The Black Bat. Un ex procuratore accecato dall’acido, trasformato in vigilante. Suona familiare, vero?

Nel 1933, sulle pagine di Black Bat Detective Mysteries pubblicata da Berryman Press, comparve per la prima volta un personaggio chiamato The Black Bat, creato dallo scrittore Murray Leinster. Non era ancora il supereroe che conosciamo oggi, ma il seme era stato piantato: un giustiziere delle tenebre, mascherato e misterioso, impegnato a difendere gli innocenti là dove la legge falliva. Pochi anni dopo, nel luglio del 1939, Norman A. Daniels (autore prolifico di pulp fiction) riscrisse e reinventò il personaggio per la rivista Black Book Detective della Standard Magazines. In questa nuova incarnazione, il Black Bat era Tony Quinn, un procuratore distrettuale sfigurato da un aggressore che gli getta acido in faccia durante un processo. Rimasto cieco, Quinn sviluppa sensi acuti e decide di trasformarsi in un giustiziere mascherato per combattere il crimine.
Un destino che riecheggia quello di un altro personaggio nato quasi in contemporanea: Batman.

Batman contro The Black Bat: il duello delle tenebre

Il 1939 è l’anno fatidico. A marzo la DC Comics pubblica Detective Comics n. 27, il debutto ufficiale di Batman. Solo poche settimane dopo, la Standard Magazines manda in edicola Black Book Detective Vol. 9 n. 2, con la storia “The Brand of the Black Bat”. Le somiglianze sono così forti che entrambi gli editori si accusano a vicenda di plagio.

Chi ha copiato chi?
Secondo alcuni storici del fumetto, i due personaggi nacquero indipendentemente, ma le analogie erano troppe per ignorarle: entrambi vestivano di nero, entrambi agivano fuori dalla legge, entrambi erano motivati da un trauma personale. In più, il Black Bat sfoggiava già i guanti con le pinne ai polsi, dettaglio che sarebbe diventato uno dei tratti distintivi del costume di Batman. Lo stesso Bill Finger, co-creatore del Cavaliere Oscuro, ammise in seguito di aver preso ispirazione da quell’elemento.

La tregua firmata da Whitney Ellsworth

La disputa tra la DC e la Standard rischiava di esplodere in tribunale, ma un uomo mise pace tra i due mondi: Whitney Ellsworth, editor della DC Comics e, in passato, scrittore pulp per Better Publications (la casa madre di Black Book Detective). Ellsworth conosceva entrambi i fronti e mediò un accordo: Batman e Black Bat avrebbero potuto coesistere, ognuno nel proprio universo narrativo.
Un compromesso storico che salvò due icone e permise alla cultura pop di crescere in due direzioni diverse.

Due eroi, un archetipo

Il Black Bat rimase fedele alle radici pulp fino ai primi anni Cinquanta, mentre Batman evolveva in un simbolo sempre più popolare grazie ai fumetti e alle prime apparizioni cinematografiche. Tuttavia, il debito del Cavaliere Oscuro verso il suo predecessore è più profondo di quanto si pensi.

Daniels, in un’intervista a The Pulp Collector, ricordava come il suo editore Leo Margulies avesse chiesto “qualcosa simile a The Shadow, ma con un tocco nuovo”. La sua idea iniziale prevedeva un vigilante ispirato a una tigre, ma Margulies preferì un pipistrello. Così nacque il Black Bat che conosciamo: elegante, implacabile, e simbolicamente notturno.

Curiosamente, il personaggio di Daniels influenzò anche Due Facce, l’iconico nemico di Batman. La scena dell’acido lanciato in volto a un procuratore ricomparve infatti in Detective Comics n. 66 del 1942, a testimonianza di un intreccio creativo tra le due mitologie.

La metamorfosi in “La Maschera”

Con il passare del tempo, la figura del Black Bat cambiò pelle. Nelle pagine di Exciting Comics (Better Publications, 1940), il personaggio venne rinominato The Mask – la Maschera – e assunse tratti più supereroistici. Il suo marchio di fabbrica, l’adesivo a forma di pipistrello lasciato sulle vittime, divenne un gufo: un simbolo nuovo per un’identità rinata.
Un piccolo segnale di come il personaggio, pur vivendo all’ombra del suo fratello più famoso, continuasse a reinventarsi.

L’eredità dimenticata

La storia di The Black Bat è una parabola di coincidenze, rivalità e contaminazioni creative che definisce l’intera Golden Age dei fumetti. In un’epoca in cui il concetto di “supereroe” stava nascendo, Daniels, Kane e Finger lavoravano – forse inconsapevolmente – sugli stessi archetipi: il trauma come motore, la maschera come simbolo, la notte come rifugio.
Se Batman è diventato mito, il Black Bat è rimasto leggenda. Ma senza di lui, forse, il Cavaliere Oscuro non avrebbe mai spiegato le sue ali.

E oggi, nel mercato del collezionismo, quelle vecchie pagine di Black Book Detective e Exciting Comics continuano a essere oggetti di culto.

Dai nostri utenti

Dai nostri utenti

Appassionati di cultura nerd, videoludica e cinematografica, i nostri utenti contribuiscono con articoli approfonditi e recensioni coinvolgenti. Spaziando tra narrativa, fumetti, musica e tecnologia, offrono analisi su temi che vanno dal cinema alla letteratura, passando per il mondo del cosplay e le innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Con competenza e curiosità, i loro articoli arricchiscono il panorama nerd e pop con uno stile appassionato e divulgativo, dando voce alle molte sfaccettature di queste passioni. Questi preziosi contributi, a volte, sono stati performati a livello testuali, in modalità "editor", da ChatGPT o Google Gemini. Vuoi entrare anche tu in questo universo e condividere le tue idee con la community nerd? Invia i tuoi articoli a press@satyrnet.it e diventa parte della nostra avventura editoriale!

Aggiungi un commento

Seguici sui social