Se siete appassionati di anime giapponesi e amate storie che mescolano umorismo, adrenalina e riflessioni sulla vita, allora non potete assolutamente perdervi il live action Zombie 100 – Cento Cose Da Fare Prima Di Non-Morire. Adattamento cinematografico del manga di Haro Aso e Kotaro Takata, questo film, diretto dal brillante Yûsuke Ishida, è un’esplosione di energia e critica sociale, che riesce a rinnovare il genere horror comico con una freschezza inaspettata.
Il film segue le avventure di Akira Tendo, interpretato magistralmente da Eiji Akaso, un giovane uomo intrappolato nel vortice di un lavoro stressante e alienante, che lo ha ridotto quasi a uno zombie già prima che l’apocalisse zombesca dilagasse in Giappone. Questa è la premessa che, inizialmente, ci fa riflettere su quanto la vita possa diventare un incubo lavorativo, soprattutto in un contesto come quello giapponese, noto per le sue alte richieste professionali e la cultura del lavoro senza sosta. Ed è proprio questa realtà, oppressiva e disumanizzante, che Akira si trova a dover affrontare, fino a quando il caos della zombie invasion gli offre una via di fuga… seppur in un contesto decisamente apocalittico.
La vera chicca del film è, senza ombra di dubbio, la lista di cento cose da fare prima di morire, stilata da Akira non appena capisce che la sua vita, ormai priva di significato, può finalmente essere riempita da un senso di libertà. Il contrasto tra la frenesia dell’apocalisse e il desiderio di vivere appieno anche gli attimi più semplici e stravaganti è il cuore pulsante della narrazione. Dimenticatevi zombie lenti e minacciosi: in Zombie 100 l’umorismo e la spensieratezza si mescolano con l’orrore, creando una commedia che diverte ma che, allo stesso tempo, fa riflettere profondamente sul significato della vita e delle nostre priorità.
Ciò che colpisce davvero è come il film sappia giocare con il genere, senza cadere nei cliché tipici del “zombie movie”. La regia di Ishida è dinamica, con inquadrature mozzafiato che alternano momenti di pura follia a quelli di riflessione più introspettiva. La fotografia coloratissima e l’uso creativo degli effetti speciali contribuiscono a un’atmosfera leggera ma ricca di intensità. Non si ha mai l’impressione che il film scivoli nell’autoironia banale: ogni risata è accompagnata da un pensiero che ci fa domandare quanto, nella vita quotidiana, ci stiamo “morendo” senza davvero vivere.
Senza voler spoilerare troppo, posso dire che il cast è eccezionale e ogni personaggio contribuisce in modo unico alla magia del film. Kencho e Shizuka, gli amici di Akira, sono il supporto ideale per il protagonista, e la loro interazione offre il giusto equilibrio tra l’assurdo e l’emotivo. Anche i “mostri” zombie, pur essendo comici e assurdi, rappresentano una metafora potente di tutto ciò che Akira vuole abbandonare: la routine, le aspettative sociali e la paura del fallimento.
Ma cosa rende davvero speciale Zombie 100? La capacità di parlare a chiunque abbia mai sentito la pressione della vita quotidiana, a chi ha vissuto un’esperienza di burnout o ha mai avuto il desiderio di “scappare” dalla routine. Il film ci ricorda che la vita è troppo breve per sprecarla, e che, a volte, per ritrovare il nostro vero io, è necessario compiere scelte radicali, come quella di abbracciare l’imprevedibile, proprio come fa Akira con la sua lista folle.
Zombie 100 – Cento Cose Da Fare Prima Di Non-Morire non è solo una commedia horror. È un inno alla libertà di vivere, un’opera che tocca corde molto personali, soprattutto per le nuove generazioni. Se vi siete mai chiesti cosa succederebbe se smettessimo di essere schiavi del lavoro e cominciassimo a fare ciò che davvero ci rende felici, questo film è la risposta. In chiusura, posso dire che Zombie 100 è un must-watch per chi cerca un mix di azione, risate e un po’ di filosofia di vita. Con il suo mix esplosivo di commedia e horror, non solo vi farà divertire, ma vi lascerà anche con una riflessione profonda sul nostro modo di vivere e di lavorare. Preparativi a ridere, ma anche a pensare: perché, in fondo, forse siamo tutti un po’ zombie.