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Material Love (Materialists): la nuova sfida di Céline Song tra amore, capitalismo e fragilità umane

Dopo averci ammaliato con le sottili trame del destino in Past Lives, la regista Céline Song torna dietro la macchina da presa con un’opera che promette di dividere, sorprendere e far riflettere come un glitch in un sistema apparentemente perfetto. Dimenticate le lacrime malinconiche del suo debutto; Material Love (Materialists), distribuito in Italia da Eagle Pictures, è una scossa elettrica, una disamina tagliente e ironica che usa i cliché della commedia romantica come cavallo di Troia per hackerarne le fondamenta. È il 4 settembre 2025 quando il film approda nelle nostre sale, pronto a far discutere gli appassionati sfegatati del mondo nerd, che troveranno in questo titolo più di un semplice triangolo amoroso.

Il cuore del film è Lucy, interpretata con una raffinata versatilità da Dakota Johnson. A prima vista, Lucy è l’incarnazione del sogno capitalistico: una matchmaker di lusso nella frenetica New York, che ha trasformato la sua passione in una scienza esatta. Le sue consulenze, ambitissime e costose, sono il Santo Graal per l’élite che cerca il matrimonio perfetto. Lucy è un algoritmo umano, capace di incrociare profili, desideri e conti in banca con la precisione di un software, ma il suo sistema impeccabile inizia a fare acqua proprio durante un matrimonio, il suo teatro preferito. Qui, incontra Randy (Pedro Pascal), un milionario affascinante e idealista che sembra uscito da una favola. È l’uomo ideale, l’incarnazione di tutte le variabili vincenti nella sua equazione sentimentale. Ma proprio quando tutto sembra quadrare, riaffiora dal passato John (Chris Evans), un attore fallito e squattrinato che le ha spezzato il cuore anni prima. La presenza di John è un bug inaspettato, un errore di sistema che rimette in discussione non solo la sua carriera, ma l’intera logica su cui Lucy ha costruito la sua vita.


La dinamica del film, sulla carta, potrebbe sembrare fin troppo familiare: la donna divisa tra due uomini, uno che offre stabilità e uno che rappresenta la passione. Ma Céline Song è una maga nel capovolgere i paradigmi. Randy non è solo il principe azzurro moderno; è il volto del capitalismo emotivo, l’idea che l’amore possa essere ridotto a un investimento, a un bene che produce un ritorno. John, al contrario, è il “glitch”, il promemoria che il vero amore non può essere incasellato in una formula, né monetizzato. Il film diventa così una specie di debug report sulle relazioni contemporanee, un’analisi a tratti crudele ma sempre lucida su quanto il denaro e il valore sociale percepito finiscano per influenzare le nostre scelte affettive.

Non è un caso che una parte fondamentale dell’attesa per Material Love sia stata generata dall’alchimia esplosiva del suo cast. Dakota Johnson offre a Lucy una profondità notevole, rendendola una donna che conosce a memoria ogni meccanismo dell’amore altrui ma è completamente all’oscuro del proprio. Chris Evans, lontano dai ruoli eroici che l’hanno reso celebre nell’universo Marvel, mostra un lato più vulnerabile, dando vita a un personaggio che vive di precarietà e disillusione. E che dire di Pedro Pascal? Icona nerd per eccellenza grazie a The Mandalorian e The Last of Us, veste i panni di un “principe azzurro 2.0” talmente perfetto da sembrare quasi una simulazione, incarnando alla perfezione il contrasto tematico del film. Il cast di supporto, con nomi come Marin Ireland, Louisa Jacobson, Zoë Winters e Dasha Nekrasova, contribuisce a dare spessore a un universo narrativo fatto di party scintillanti, matrimoni da copertina e segreti celati dietro a facciate perfette.


Da Past Lives, dove aveva indagato la nostalgia e i legami invisibili che uniscono le persone, Céline Song si sposta a una critica più diretta. Il romanticismo è ancora presente, ma è filtrato attraverso una lente affilata e ironica. Il film ci interroga in modo diretto: quanto vale un sentimento nel mercato globale delle emozioni? La scelta di girare in pellicola da 35mm, affidata al direttore della fotografia Shabier Kirchner, dona al film un’estetica che si muove tra nostalgia e modernità, facendo di New York non un semplice sfondo, ma un vero e proprio palcoscenico simbolico dove amore e denaro si incrociano senza sosta.

Con il suo annuncio nel febbraio 2024 e le riprese che hanno avuto luogo tra aprile e giugno dello stesso anno, Material Love si è imposto subito come un film-evento. Il primo trailer ha acceso i riflettori su quella che è stata accolta come una delle uscite più attese dell’anno, debuttando con successo in Australia e Nord America prima di arrivare in Italia.

La critica internazionale si è già divisa: c’è chi lo definisce una rom-com aggiornata all’era del capitalismo emotivo, capace di smontare i cliché con eleganza e intelligenza. Altri, invece, sostengono che non riesca a eguagliare la delicatezza poetica di Past Lives, trovando i dialoghi a tratti troppo verbosi e le emozioni quasi sterilizzate da quella “formula matematica” che il film mette in scena. Ma forse è proprio in questa frattura tra perfezione e fragilità, tra l’algoritmo e il cuore, che si nasconde il vero messaggio di Céline Song: l’amore non è mai un codice pulito, ma un sistema instabile e caotico.

Material Love non è una commedia romantica tradizionale; è un film che ne usa il linguaggio per hackerarne i meccanismi, mostrando quanto le nostre scelte affettive siano influenzate dal contesto sociale ed economico. Céline Song invita il pubblico a porsi una domanda scomoda e fondamentale: è ancora possibile vivere un amore che sia davvero libero dal peso del denaro e delle aspettative?

Siete pronti a far crashare il vostro cuore per scoprirlo?

Emily in Paris 5: tra il glamour romano e il cuore parigino – la serie Netflix torna con nuove passioni e vecchie complicazioni

C’era una volta Emily Cooper, una giovane americana dal sorriso smagliante e dal guardaroba che farebbe invidia a un’intera settimana della Fashion Week. Con la sua energia travolgente e quel mix irresistibile di ingenuità e ambizione, Emily è sbarcata a Parigi per rivoluzionare una prestigiosa agenzia di marketing francese, portando con sé tutto il fascino del “sogno americano” in salsa pop. Da allora, Emily in Paris non è più solo una serie: è diventata un fenomeno globale, un atlante romantico che ci ha fatto innamorare – e qualche volta sospirare esasperati – tra amori irrisolti, champagne, macarons e scorci di una Parigi da cartolina.

Ma ora, preparatevi a fare un salto… a sud.

Sì, perché la quinta stagione della serie Netflix creata da Darren Star si prepara a trasportarci tra le meraviglie di Roma e Venezia. Dal 5 al 15 agosto 2025, infatti, la troupe farà tappa nella Serenissima per alcune delle riprese più attese, dopo aver già acceso i riflettori su Roma a partire da maggio. Lily Collins, nei panni della nostra Emily, è pronta a vestire (letteralmente) nuovi scenari, mentre l’Agence Grateau apre una succursale italiana e il cuore della protagonista si dibatte tra vecchie fiamme e nuove passioni.

La quarta stagione, conclusasi tra sorprese e colpi di scena, aveva visto Emily lasciare Parigi – la sua adorata Ville Lumière – per seguire Marcello Muratori, un affascinante imprenditore italiano incontrato per caso tra le montagne durante il Natale. Marcello, interpretato da Eugenio Franceschini, rappresenta la promessa di una nuova vita, più autentica e meno ingessata, almeno sulla carta. Ma chi conosce Emily sa bene che il passato non muore mai davvero: così, eccoci pronti a ritrovare anche Gabriel (Lucas Bravo), lo chef tormentato con cui ha condiviso alti e bassi sentimentali, e Alfie (Lucien Laviscount), il banker britannico che ha saputo tenerle testa con charme e ironia.

La quinta stagione si presenta come un nuovo capitolo di rinascita per Emily, non solo a livello professionale. Alle prese con i clienti romani dell’Agence Grateau, dovrà imparare a muoversi in un mondo diverso: meno patinato, forse, ma più vibrante, passionale, caotico. Roma, con la sua bellezza decadente e le sue contraddizioni, promette di diventare un personaggio essa stessa, capace di confondere e ispirare Emily al tempo stesso. E Venezia? Beh, inutile dirlo: sarà lo sfondo perfetto per i momenti più teatrali e romantici, tra calli, maschere e riflessi sull’acqua.

Il cast storico ci sarà quasi al completo: Philippine Leroy-Beaulieu tornerà a dare vita alla pungente Sylvie, mentre Samuel Arnold e Bruno Gouery ci regaleranno nuove perle comiche nei panni di Julien e Luc. Ashley Park continuerà a brillare come Mindy, ormai più di un’amica, quasi una sorella per Emily. Assente invece Camille Razat, il cui addio ha segnato un momento importante nella stagione passata, e ancora incerta la partecipazione di Thalia Besson. Dietro le quinte, Darren Star guida un team produttivo che comprende nomi come Tony Hernandez, Lilly Burns e Andrew Fleming, confermando l’ambizione di una serie che non vuole rallentare.

Non si può non ricordare il “caso diplomatico” che ha acceso il gossip internazionale: Emmanuel Macron, presidente francese (e fan dichiarato della serie, o almeno così si vocifera), avrebbe scherzato sullo spostamento della trama a Roma, affermando che “Emily appartiene a Parigi”. La risposta del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stata tanto ironica quanto accogliente: “Tranquillo Macron, Emily a Roma sta benissimo. E poi, al cuor non si comanda.” Non c’è dubbio: Emily in Paris è riuscita a entrare nell’immaginario pop a tal punto da influenzare persino le battute tra leader politici.

E che dire del ritorno di Lucas Bravo? L’attore, che aveva espresso perplessità sul destino sempre più cupo del suo Gabriel, ha deciso di rimettersi in gioco. Forse proprio questo “viaggio” a Roma sarà l’occasione per ridare spessore a un personaggio che nelle prime stagioni aveva conquistato il cuore degli spettatori.

Quello che ci aspetta nel 2025 non è solo un altro giro di giostra tra intrighi sentimentali, moda mozzafiato e selfie sotto i monumenti. È, piuttosto, l’evoluzione di un personaggio – Emily – che ha imparato a chiedersi non tanto “chi devo amare?”, ma “chi voglio essere?”. Una domanda universale, che trascende il romanticismo e ci parla del percorso di crescita personale, dell’accettazione dei propri limiti e del coraggio di cambiare rotta.

Se Audrey Hepburn diceva che “Parigi è sempre una buona idea”, forse Emily ci insegnerà che anche Roma e Venezia hanno molto da offrire a chi sa lasciarsi stupire. Prepariamoci dunque a una stagione che promette di essere un caleidoscopio di emozioni, con scenari da sogno, colpi di scena e (scommettiamo?) qualche outfit destinato a fare storia.

L’appuntamento è fissato per il 2025. Bagagli pronti, cuori spalancati e connessione Wi-Fi stabile: Emily sta per tornare, e con lei torneremo anche noi a sognare.

Raccontatemi: siete team Gabriel, Alfie o Marcello? Vi affascina più la Parigi delle scorse stagioni o siete curiosi di vedere Emily alle prese con la dolce vita italiana? Scrivetelo nei commenti e condividete l’articolo sui vostri social: facciamo sentire alla community nerd e geek quanto ci appassiona questo viaggio!

The Threesome: l’amore in tre tempi nella commedia romantica più inaspettata del 2025

Nel mare di storie d’amore confezionate in laboratorio, dove tutto va come deve andare e ogni personaggio sembra uscito da un algoritmo sentimentale, ogni tanto spunta un film che osa uscire dagli schemi. E quando succede, noi cinefile – e nerd con il cuore fragile – ce ne accorgiamo subito. The Threesome, in arrivo nelle sale italiane il prossimo 5 settembre 2025, promette proprio questo: una ventata di aria fresca nella commedia romantica, con una trama che parte da una premessa audace ma si sviluppa con profondità, ironia e, sorprendentemente, una delicata umanità.

Diretto da Chad Hartigan, già noto per opere intime e intelligenti come Little Fish e Morris From America, e scritto da Ethan Ogilby al suo debutto cinematografico dopo anni passati a lavorare dietro le quinte de I Simpson, The Threesome non è solo una storia d’amore. È un piccolo viaggio emotivo tra le pieghe di relazioni che non hanno nome, sentimenti che sfuggono alle definizioni e decisioni che nessuno – né i protagonisti, né il pubblico – si aspetta davvero.

Una notte che cambia tutto

Tutto comincia in modo quasi comico, come un episodio bizzarro di una sitcom degli anni ’80: un ragazzo timido, Connor (interpretato dal sempre più convincente Jonah Hauer-King), è segretamente innamorato della bellissima Olivia (una Zoey Deutch magnetica e pungente). Ma quando lei lo sorprende a parlare con Jenny (Ruby Cruz, intensa e brillante), una cliente misteriosa, scatta qualcosa. Olivia non si tira indietro. Anzi, prende il controllo della situazione in un modo del tutto inatteso: un bacio, una sfida, un gioco di verità e conseguenze… e il triangolo è servito. La serata finisce nell’appartamento di Connor, tra risate, incertezze e un’avventura che nessuno dei tre potrà dimenticare.

Ma The Threesome non si ferma alla notte. È la mattina dopo, e tutte le mattine seguenti, a costruire il vero cuore del film. La pellicola si interroga su cosa succede quando il sesso diventa intimità, quando la complicità si trasforma in legame, e quando da quella notte scaturiscono – letteralmente – due vite nuove. Sì, perché due test di gravidanza cambiano radicalmente le carte in tavola. E il triangolo, da gioco, diventa sfida emotiva, resa dei conti personale e – forse – la nascita di un nuovo tipo di famiglia.

Un cast affiatato e sorprendente

Il trio protagonista brilla. Jonah Hauer-King, già noto per La Sirenetta e The Tattooist of Auschwitz, è perfetto nei panni dell’ingenuo Connor, un ragazzo diviso tra il desiderio e la responsabilità. Zoey Deutch, con il suo carisma naturale, riesce a rendere Olivia tanto spiazzante quanto profondamente umana. Ruby Cruz, rivelazione già vista in Willow e Castle Rock, regala a Jenny un’intensità silenziosa che rimane nel cuore.

Attorno a loro ruotano volti noti e sorprendenti del panorama televisivo e cinematografico: Josh Segarra (Arrow, Abbott Elementary), Arden Myrin, Robert Longstreet e Julia Sweeney arricchiscono il film di sfumature, regalando momenti di leggerezza e riflessione. La regia di Hartigan si muove tra toni caldi, quasi da film indie d’autore, e trovate visive spiritose – sì, c’è anche una tromba triste che commenta ironicamente una scena chiave – che ricordano le migliori commedie esistenziali.

Tra commedia e introspezione: un film per cuori nerd

Non aspettatevi un film piccante e provocatorio. The Threesome non gioca mai la carta del facile sensazionalismo. Invece, indaga con sincerità le sfumature dell’amore non convenzionale, i legami che nascono dove meno te l’aspetti, le scelte che ci mettono di fronte a ciò che siamo davvero. C’è umorismo, certo, ma anche tenerezza, goffaggine, silenzi che parlano più di mille parole. È una commedia romantica per adulti che hanno vissuto abbastanza da sapere che l’amore non è mai lineare.

Per noi appassionati di cinema nerd e cultura pop, il film risuona come un piccolo manifesto contemporaneo: parla a chi ha vissuto mille storie nei manga e nei videogiochi, ma sa che la realtà è ancora più complicata e sorprendente. E poi diciamocelo, chi non ha mai fantasticato su un triangolo sentimentale alla Scott Pilgrim o Life is Strange?

Anteprima al SXSW e recensioni entusiaste

La prima mondiale al SXSW di marzo 2025 ha acceso i riflettori su questa insolita perla. The Playlist ha lodato la capacità del film di rimanere “reale e tenero” nonostante la sua premessa assurda. Variety ha definito il tono “ambizioso e affascinante”, mentre Deadline ha sottolineato la forza del cast e la delicatezza della regia. The Threesome è una commedia che osa e riesce, che racconta le imperfezioni dell’amore moderno senza giudicare, ma con uno sguardo empatico e autentico.

Aspettando il 5 settembre…

Con la distribuzione affidata a Vertical e l’uscita prevista per il 5 settembre 2025, The Threesome si prepara a diventare un piccolo cult tra chi cerca storie diverse, sincere e piene di cuore. Un film che non solo ci fa ridere e riflettere, ma ci ricorda che l’amore – come il cinema – non ha bisogno di essere perfetto per essere indimenticabile.

E ora tocca a voi!
Cosa ne pensate delle commedie romantiche che si avventurano in territori così originali? Vi è mai capitato di vivere una relazione fuori dagli schemi? Raccontatecelo nei commenti! E se questo articolo vi ha incuriositi, condividetelo sui vostri social: l’amore, come il buon cinema, va sempre celebrato… anche in tre.

Destino Indomable: la Visual Novel che ti fa vivere una telenovela come protagonista

Se sei un amante delle telenovelas e delle storie piene di drammi, amore, tradimenti e colpi di scena, allora Destino Indomable è il gioco che fa per te. Questo titolo è una visual novel che non solo cattura l’essenza delle soap opera latine, ma la trasforma in un’esperienza interattiva in cui tu, giocatore, sei la protagonista assoluta di una storia appassionante. Sviluppato da Megalixir Games, RCK Games e distribuito da Jandusoft, Destino Indomable è un’avventura in cui potrai immergerti nei retroscena di un set televisivo, vestendo i panni di una giovane attrice destinata a diventare una star in una telenovela di grande successo.

L’ambientazione di Destino Indomable è ispirata alle più celebri telenovelas latine, quelle che hanno conquistato milioni di telespettatori con le loro trame mozzafiato e i personaggi irresistibili. Sei una giovane attrice che si ritrova a lavorare nella hacienda di una potente famiglia, la Montenegro de la Vega, dove tra intrighi familiari, misteriosi omicidi e amori impossibili, la tua vita cambierà per sempre. La struttura narrativa è suddivisa in cinque episodi che offrono una combinazione perfetta di dramma, romance, comici colpi di scena e personaggi dal carisma indiscusso. Ciò che rende Destino Indomable davvero interessante è il sistema di popolarità dei personaggi, che cambia in base alle tue scelte. Ogni decisione che prendi influenzerà non solo il modo in cui gli altri personaggi ti trattano, ma anche il loro spazio nelle scene. Più un personaggio appare, più cresce la sua popolarità tra il pubblico, una dinamica che aggiunge un ulteriore strato di profondità al gioco, dove l’equilibrio tra la trama e la reazione del pubblico è tutto.

Personalizzazione e Storie d’Amore

Una delle caratteristiche più affascinanti di Destino Indomable è la possibilità di creare il proprio personaggio. Potrai scegliere l’aspetto della protagonista, personalizzando il suo look con una varietà di abiti, acconciature, accessori e persino il tipo di corpo. Ma non è solo una questione di estetica: la tua protagonista avrà anche una personalità che si svilupperà in base alle tue scelte. E quando si parla di telenovelas, non può mancare il romanticismo. Il gioco offre cinque percorsi romantici, ciascuno con una trama unica, e ogni storia d’amore ti permetterà di scoprire un aspetto diverso del mistero che circonda la hacienda.

Le relazioni che costruisci nel gioco si riflettono non solo nei tuoi dialoghi, ma anche nella percezione che il pubblico ha del tuo show. Non solo avrai il cuore diviso tra vari corteggiatori, ma ogni scelta che farai potrebbe avere delle conseguenze impreviste. In pieno stile telenovela, potresti anche scoprire segreti sconvolgenti, come tradimenti, omicidi e misteriosi ritorni da morti apparenti.

Colpi di Scena, Finale e Diversi Epiloghi

Il punto forte di Destino Indomable è la sua struttura narrativa, che gioca con i classici cliché delle telenovelas, ma offre anche una serie di finali alternativi che variano in base alle tue scelte. A seconda di come interagirai con i vari personaggi e di quali decisioni prenderai, il destino della protagonista potrebbe prendere pieghe inaspettate. In pieno spirito telenovelesco, gli eroi possono diventare cattivi, i cattivi possono redimersi, e gli alleati più improbabili potrebbero tornare dalla morte. È proprio questo che rende il gioco così coinvolgente: ogni nuova partita ti offre la possibilità di scoprire un pezzo di storia diverso, con più di cinque finali completamente distinti.

Un Gioco da Scoprire a Più Riprese

Nonostante alcune limitazioni nella gameplay, come la scarsa possibilità di intervento nelle decisioni cruciali, Destino Indomable riesce a intrattenere grazie alla sua narrazione avvincente e ai numerosi colpi di scena. Ogni volta che giochi, scoprirai nuovi dettagli che ti faranno sorridere, ridere e, perché no, anche piangere. Oltre a offrire oltre 15 ore di gioco, il titolo è arricchito da segreti da svelare ad ogni nuova partita, offrendo sempre qualcosa di nuovo.

Inoltre, il gioco non si limita a raccontare la storia della telenovela, ma ti porta anche dietro le quinte della produzione. Ogni tanto, ti troverai a vivere momenti di pausa, dove i membri del cast si comportano come se fossi una vera star del piccolo schermo. Le dinamiche tra attori e registi aggiungono un tocco di realismo e ironia che arricchisce l’esperienza, portando il giocatore a vivere il lato più frivolo e divertente del mondo dello spettacolo.

Un Tuffo nel Passato con un Tocco Moderno

Anche se il gioco si ispira fortemente alle telenovelas tradizionali, Destino Indomable ha un indiscutibile tocco moderno. L’uso della grafica in stile anime per i personaggi e la scenografia si mescola con l’umorismo bianco e l’eleganza delle produzioni telenovelistiche, creando un mix che saprà piacere a chi ama sia le tradizioni che le novità. I retroscena del set, le risate fuori scena e l’ambientazione che alterna momenti di grande dramma a momenti di umorismo puro sono il cuore pulsante di questa visual novel.

Conclusioni: Un’Esperienza Immersiva e Divertente

Se sei un fan delle telenovelas e delle storie piene di passione e intrighi, Destino Indomable è un’esperienza che non puoi perdere. Con un mix perfetto di narrazione interattiva, colpi di scena esagerati e una forte personalizzazione del personaggio, il gioco offre un tuffo nei drammi più esilaranti e travolgenti che si possano immaginare. Tra amori tormentati, tradimenti infidi e scene da far venire i brividi, questo gioco ti farà vivere un’avventura unica, dove ogni tua scelta conta e ogni episodio è un’opportunità per diventare la star di una telenovela indimenticabile.

La mia senpai è un ragazzo: il manga LGBTQIA+ che ha conquistato il cuore dei lettori

J-POP Manga porta in Italia una delle opere più apprezzate degli ultimi anni, che ha conquistato lettori di tutto il mondo con la sua trama coinvolgente e la capacità di trattare temi profondi con leggerezza e sincerità. “La mia senpai è un ragazzo”, scritto da Pom, non è solo un manga originale, ma anche un’opera che esplora delicatamente le tematiche LGBTQIA+, toccando il cuore di chi ama le storie di crescita personale, accettazione di sé e amore senza pregiudizi.

Vincitore del Next Manga Award nel 2021, “La mia senpai è un ragazzo” non è semplicemente un manga romantico, ma un’opera che si inserisce perfettamente nel filone delle storie che riflettono sulla fluidità di genere e sull’importanza di essere se stessi, sfidando le aspettative sociali. Non solo il manga, ma anche la serie anime “Senpai is an Otokonoko”, disponibile in streaming su Crunchyroll, ha contribuito a far conoscere questa storia a un pubblico ancora più ampio.

Al centro della trama c’è Saki Aoi, una giovane ragazza che si ritrova a fare i conti con un sentimento difficile da spiegare. Saki è affascinata da Makoto Hanaoka, un membro del consiglio studentesco noto per la sua bellezza travolgente. Ma la ragazza teme che i suoi sentimenti non siano ricambiati. Quando finalmente trova il coraggio di dichiararsi, la sua risposta è ben lontana da quella che si aspettava: Makoto è, infatti, un “otokonoko”, un ragazzo travestito da ragazza. Ma anziché allontanarsi, Saki si avvicina ancora di più a lui, accogliendo con cuore aperto la sua identità senza giudicare.

Questa scoperta non fa che rafforzare il legame tra i due, che intraprendono un viaggio emotivo di scoperta e accettazione. La storia esplora temi come l’amore che supera i pregiudizi e il coraggio di affrontare la propria identità, anche quando la società non è pronta ad accoglierla.

Ma il manga non parla solo dell’amore tra Saki e Makoto. La vicenda di Makoto, infatti, è quella di tanti giovani che faticano ad accettarsi in un mondo che ha difficoltà a comprendere le differenze. Makoto ha sempre amato l’abbigliamento femminile, ma ha dovuto nascondere questa sua passione per paura del giudizio altrui, in particolare di sua madre. A scuola, però, riesce finalmente ad indossare ciò che gli piace e a sentirsi libero. Tuttavia, fuori dall’ambiente scolastico, si scontra con le difficoltà del mondo reale e con le aspettative di chi lo circonda.

L’incontro con Aoi rappresenta un punto di svolta per Makoto, che capisce che l’amore non ha pregiudizi e che essere sé stessi è un atto di coraggio. Aoi, infatti, non è sconvolta dalla sua identità di genere, ma al contrario, è ancora più attratta da lui. La sua sincerità e la sua mancanza di pregiudizi aiutano Makoto a superare le barriere che si era costruito, rendendogli possibile un percorso di accettazione.

In questa storia non manca un altro elemento che aggiunge profondità alla trama: il triangolo amoroso che si sviluppa con l’ingresso di Ryuji, il migliore amico di Makoto. Ryuji è da sempre innamorato di lui, e il suo sentimento nei confronti di Aoi è quello della gelosia e della paura di perdere il suo amico. Tuttavia, piuttosto che essere un ostacolo, Ryuji diventa un alleato, imparando ad accettare la relazione di Makoto con Aoi e riconoscendo l’effetto positivo che lei ha sulla vita del suo amico.

Il tratto di Pom è semplice, ma estremamente evocativo. La narrazione si concentra soprattutto sui personaggi e sui loro stati emotivi, mentre gli sfondi sono essenziali, lasciando che la luce giochi un ruolo importante nel sottolineare i momenti chiave della storia. La luce fredda accompagna i momenti di scoperta e riflessione di Makoto, mentre la luce calda evidenzia i momenti di felicità tra i protagonisti, creando un contrasto che amplifica l’intensità emotiva della storia.

“La mia senpai è un ragazzo” non è solo un manga d’amore, ma una riflessione sull’identità, sull’accettazione e sul coraggio di essere vulnerabili. L’edizione italiana, prevista per il 19 febbraio in una splendida versione a colori, è destinata a conquistare anche il pubblico italiano, pronto ad immergersi in una storia che celebra la diversità, l’inclusività e la bellezza di essere se stessi. Una lettura che, senza dubbio, lascerà il segno nel cuore di chi la intraprende.

“Touch. Il poetico manga di Mitsuru Adachi”. Il Capolavoro manga rivisitato da Sara Beretta

 

Il saggio “Touch. Il poetico manga di Mitsuru Adachi” è finalmente disponibile, portando con sé un viaggio emozionante che riscopre la magia di uno dei manga più amati e significativi di sempre. Shoujo Love presenta il libro d’esordio di Sara Beretta invitadonci a immergerci nell’universo di Touch, capolavoro del mangaka Mitsuru Adachi, conosciuto in Italia come “Prendi il mondo e vai“. Un’opera che non solo ci racconta la storia di un triangolo amoroso indimenticabile, ma offre anche un’analisi profonda e affascinante sullo stile unico e sul genio creativo di Adachi.

Nel cuore di questo libro si sviluppa un racconto che intreccia emozioni, scoperte e sorprese, accompagnando il lettore in un viaggio alla scoperta di Touch e dei suoi retroscena. Il giovane Koshiro, un aspirante mangaka e cameriere, si ritrova ad incontrare, quasi per caso, Mitsuru Adachi, il celebre “poeta del manga”. Attraverso un dialogo teatrale che si sviluppa giorno dopo giorno, i protagonisti ci conducono alla scoperta della genesi dell’opera, dei suoi temi principali e dei retroscena che hanno portato alla sua creazione. Ma più di tutto, il libro regala una riflessione sulla magia degli incontri inaspettati che, come nel caso di Koshiro e Adachi, possono cambiare per sempre il destino delle persone, intrecciando le loro storie in un disegno misterioso e imprevedibile.

La trama di Touch è una delle più iconiche e coinvolgenti della storia del manga. Al centro della narrazione ci sono i gemelli Kazuya e Tatsuya, praticamente indistinguibili l’uno dall’altro ma con caratteri diametralmente opposti: il primo è uno studente modello, campione di baseball, mentre il secondo è un ragazzo pigro, che non si applica né negli studi né nello sport. In classe con loro c’è Minami, una vecchia amica d’infanzia con cui condividono una lunga amicizia, gioie, e dolori. È il triangolo amoroso che coinvolge questi tre personaggi a catturare il cuore di milioni di lettori, regalando momenti di dolcezza, passione e, talvolta, sacrificio.

Nel 1983, Touch ha vinto il prestigioso Shogakukan Manga Award nella categoria shonen, un riconoscimento che ha consacrato l’opera come una delle più importanti della sua generazione. La sua popolarità è stata ulteriormente consolidata dall’adattamento in anime, trasmesso in Giappone dal 1985 al 1987 e in Italia dal 1988 con il titolo “Prendi il mondo e vai”, che ha fatto sognare anche gli spettatori italiani.

Mitsuru Adachi, nato nel 1951 a Isesaki, Giappone, è uno dei mangaka più celebri e prolifici di sempre. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto commerciale, ha esordito nel mondo del manga nel 1970 con Kieta Bakuon. Da allora, ha conquistato il pubblico con il suo stile che unisce magistralmente il romanticismo e lo sport. Autore tanto di manga shonen quanto shojo, è uno dei pochi mangaka ad aver superato i 200 milioni di copie vendute. Tra le sue opere più note, ROUGH è stata adattata in un film nel 2006, diretto da Kentaro Ohtani, confermando la sua influenza anche nel mondo del cinema.

Touch. Il poetico manga di Mitsuru Adachi”  non solo ripercorre la genesi e l’evoluzione dell’opera, ma ci invita a vivere un’analisi coinvolgente che penetra nel cuore dei temi universali trattati: l’amore, la perdita, il sacrificio, la crescita personale e la lotta per i propri sogni. I personaggi di Kazuya, Tatsuya e Minami non sono solo protagonisti di una storia d’amore, ma simboli di un percorso di maturazione che risuona con ogni lettore, indipendentemente dalla cultura di appartenenza. Inoltre, questo libro arricchisce l’esperienza con una serie di curiosità e approfondimenti esclusivi. Le schede bibliografiche delle opere di Adachi offrono un’analisi dettagliata dei suoi lavori, con un focus speciale su Touch e sul suo impatto duraturo. Un’attenzione particolare è dedicata anche alle influenze che hanno plasmato il suo stile unico e come Touch si inserisca nel vasto universo creativo del mangaka.

Sara Beretta, appassionata di informatica e manga, è da anni una figura di riferimento nel mondo degli shoujo, collaborando con il sito Shoujo Love e approfondendo, tramite recensioni e articoli, l’universo di Mitsuru Adachi. La sua passione per il mangaka l’ha spinta a creare un blog dedicato a lui, dove ha esplorato in dettaglio molte delle sue opere e dei suoi tratti distintivi. Sebbene il blog non sia più attivo, il suo amore per Adachi continua a vivere in questo libro, che è una vera e propria celebrazione di un capolavoro senza tempo.

Se sei un appassionato di manga e anime, “Touch. Il poetico manga di Mitsuru Adachi” è una lettura imprescindibile che ti farà riscoprire la bellezza di un’opera che ha segnato un’intera generazione. Un’opera che, ancora oggi, continua a emozionare e a ispirare nuove leve di lettori, mantenendo intatta la sua forza narrativa e la sua capacità di toccare il cuore.

Vuoi sposare mio marito? Un’Avventura nel Tempo tra Amore, Vendetta e Redenzione

La serie televisiva coreana Vuoi sposare mio marito? (Marry My Husband) si è rapidamente affermata come una delle proposte più intriganti del 2024. Tratta dall’omonimo web novel e basata su un webtoon, la serie, trasmessa su tvN e disponibile in streaming su TVING e Amazon Prime Video, ha saputo conquistare il pubblico grazie a una trama ricca di colpi di scena e a personaggi che lasciano il segno. Se sei un appassionato di storie che mescolano dramma, romanticismo e mistero, questa serie merita sicuramente un posto nella tua lista di visione.

https://youtu.be/UFIfLwlkyOE

Un Viaggio nel Tempo alla Ricerca di Vendetta

La storia inizia con un evento drammatico che cambia per sempre la vita di Kang Ji-won, interpretata dalla talentuosa Park Min-young. Ji-won è una donna malata di cancro allo stomaco e condannata a una morte imminente. Ma la vera svolta arriva quando scopre che il suo marito, Park Min-hwan, la tradisce con la sua migliore amica, Jeong Su-min. Un litigio violento con il marito culmina in un tragico incidente che la porta alla morte. Tuttavia, la sua fine non è definitiva. Grazie all’intervento misterioso dello spirito del padre, Ji-won si ritrova catapultata nel passato, precisamente nel 2013, con tutte le conoscenze della sua vita precedente.

Questo ritorno nel passato le offre una seconda possibilità, una chance per raddrizzare le storture che le avevano rovinato la vita. Con il ricordo della sua morte e delle persone che l’hanno tradita, Ji-won decide di vendicarsi. Il suo piano è chiaro: fare in modo che Su-min sposi Min-hwan, l’infedele marito, per poi vedere come si sviluppa il suo destino. Ma le cose non sono così semplici. La situazione si complica quando Ji-won scopre che anche il suo ex manager, Yoo Ji-hyuk (Na In-woo), è stato mandato indietro nel tempo dopo essere morto prematuramente in un incidente stradale. Yoo, che nella vita precedente si era innamorato di Ji-won, diventa un alleato fondamentale nella sua lotta per proteggere la donna che ama.

Il legame tra Ji-won e Ji-hyuk diventa uno degli elementi più emozionanti della serie, in un mix di romanticismo e dramma che mantiene lo spettatore con il fiato sospeso. Ma non tutto è facile: l’ex fidanzata di Ji-hyuk, Oh Yu-ra, si mette in mezzo cercando di ostacolare ogni passo di Ji-won. La trama si complica ulteriormente con il triangolo amoroso tra Min-hwan, Su-min e Yu-ra, dove alle dinamiche romantiche si aggiungono vendette e intrighi.

Tra Forza, Complicità e Tradimento

Uno degli aspetti che rende Marry My Husband davvero interessante è la complessità dei suoi protagonisti. Ji-won è un personaggio che evolve di episodio in episodio. La sua lotta interiore tra vendetta e redenzione la rende una figura affascinante, capace di suscitare forti emozioni nello spettatore. La sua determinazione nel cambiare il corso del suo destino è ammirevole, e il modo in cui affronta la sua morte imminente e la sua rinascita la rende un’eroina complessa.

Yoo Ji-hyuk, interpretato da Na In-woo, è l’elemento di speranza in questa storia. Il suo amore per Ji-won lo spinge a fare qualsiasi cosa pur di proteggerla, anche se il suo passato travagliato non gli rende le cose facili. La chimica tra Ji-won e Ji-hyuk è palpabile e costituisce uno dei motori emotivi della serie, con il pubblico che si ritrova a tifare per una relazione che sembra destinata a una strada tortuosa.

Dall’altra parte, il triangolo amoroso e le dinamiche tra Min-hwan, Su-min e Yu-ra aggiungono ulteriori strati alla trama. Min-hwan, l’infedele marito, è un personaggio che suscita antipatia ma, al contempo, non manca di sfumature che lo rendono più umano. Su-min, la sua amante, è costretta a confrontarsi con le sue scelte, spesso manipolate da forze esterne, mentre Yu-ra, l’antagonista principale, rappresenta la minaccia che cerca di distruggere la felicità di Ji-won, ricorrendo a intrighi e vendette.

Il Destino e la Vendetta

La serie esplora temi profondi e universali come il destino, la vendetta e la possibilità di cambiare il corso della propria vita. Non si tratta solo di un dramma romantico, ma di una riflessione sulle scelte che facciamo e sulle conseguenze che esse hanno sulla nostra esistenza. Il viaggio nel tempo diventa un potente strumento narrativo che offre ai personaggi una seconda opportunità, ma con essa arrivano nuove responsabilità e decisioni cruciali che non solo cambieranno il loro futuro, ma anche quello delle persone che li circondano.

Il tema della vendetta è centrale per Ji-won, che si trova ad affrontare il dolore del tradimento e il desiderio di giustizia. Ma la serie non dipinge la vendetta come la risposta definitiva, suggerendo che il perdono e il cambiamento siano altrettanto essenziali nel processo di guarigione. La relazione tra Ji-won e Ji-hyuk aggiunge un ulteriore livello emotivo alla trama, poiché entrambi cercano di costruire una vita migliore, lontano dalle ombre del passato. Il loro amore non è solo una storia romantica, ma un simbolo di speranza e di rinascita.

Una Serie che Non delude

Il finale di Marry My Husband è un tributo al potere della redenzione. Dopo una serie di eventi drammatici e colpi di scena, la serie si conclude con Ji-won e Ji-hyuk che riescono finalmente a sfuggire ai loro destini tragici, riuscendo a vivere una vita serena, con una famiglia e un futuro migliore. La morte di Min-hwan, l’arresto di Su-min e la fine violenta di Yu-ra segnano la chiusura di un ciclo di vendetta, ma aprono anche le porte a un nuovo inizio.La serie, pur non essendo un capolavoro assoluto, è una proposta che sa come intrattenere. Non richiede troppo impegno mentale, ma offre una storia emozionante che mescola dramma, vendetta e romanticismo, con una formula che ha conquistato tanti spettatori. Se stai cercando una serie leggera ma coinvolgente, Marry My Husband è sicuramente un’opzione che vale la pena considerare. Tra colpi di scena, emozioni contrastanti e una buona dose di umorismo, non ti deluderà.

The Buccaneers: Il Nuovo Dramma Storico di Apple TV+ tra Romance e Spirito Rivoluzionario

The Buccaneers è la serie che sta facendo parlare di sé su Apple TV+, un titolo che, a prima vista, potrebbe sembrare un altro dramma in costume, ma che in realtà porta con sé una ventata di freschezza e originalità che non si può ignorare. La serie, creata da Katherine Jakeways, si ispira all’omonimo romanzo incompleto di Edith Wharton, un lavoro che la scrittrice newyorkese non riuscì a terminare prima della sua morte. Dopo anni di tentativi falliti da parte di altri, tra cui una versione miniseriale della BBC, nel 1993 la scrittrice Marion Mainwaring completò l’opera. Oggi, grazie alla visione creativa di Jakeways, il romanzo è diventato una serie che ha debuttato su Apple TV+ l’8 novembre 2023, portando in scena la storia di un gruppo di giovani e audaci donne americane nel cuore della Londra del 1870.

La trama segue cinque ragazze americane provenienti da famiglie benestanti che, stanche della monotonia della loro vita a New York, decidono di partire per Londra in cerca di nobili con cui sposarsi. L’avventura, però, non è solo una questione di matrimoni, ma diventa anche una riflessione sull’identità e sul potere che le protagoniste, con il loro spirito indipendente, riescono a conquistare in un mondo che sembra riservato agli uomini. Le ragazze in questione sono interpretate da un cast giovane e talentuoso che include Kristine Froseth, Alisha Boe, Josie Totah, Aubri Ibrag, Imogen Waterhouse e Mia Threapleton. A completare il quadro ci sono anche attori come Christina Hendricks e Josh Dylan, che aggiungono un tocco di maturità e saggezza alla trama.

Le riprese della serie sono iniziate a marzo 2022, tra Madrid e Scozia, creando un’atmosfera d’epoca che affascina fin dai primi minuti. Ma ciò che rende The Buccaneers davvero interessante è come riesca a mescolare l’eleganza dei costumi e delle ambientazioni con una freschezza stilistica che sembra venire da tutt’altro genere. Non c’è dubbio che la serie ricordi, per certi aspetti, Bridgerton o The Gilded Age, ma ciò che la distingue è il modo in cui le protagoniste affrontano la loro missione con una leggerezza che fa sembrare ogni cosa un gioco. Le protagoniste si muovono come vere e proprie “bucaniere”, spregiudicate e intraprendenti, pronte a conquistare il mercato matrimoniale senza remore, incuranti delle rigidità della società aristocratica inglese.

La serie prende la sua ispirazione dal romanzo di Wharton e lo rielabora in modo brillante. Le ragazze americane, seppur provenienti da un mondo di opulenza e agiatezza, sono pronte a sfidare le convenzioni sociali con il loro spirito indipendente. Non ci sono corteggiamenti lunghi e sospiranti, non c’è la necessità di passare ore a costruire il dramma romantico: la passione è diretta, immediata, quasi una rivoluzione emotiva che le ragazze americane portano in un mondo aristocratico che è ormai in decadenza.

Le dinamiche amorose non sono meno intriganti. Il triangolo amoroso che coinvolge Nan St. George, interpretata da Kristine Froseth, aggiunge una complessità emotiva alla trama, con la protagonista divisa tra Theo, un duca misterioso ma ambito, e Guy Thwarte, un erede caduto in disgrazia. Sebbene si tratti di un tema classico, la serie riesce a mantenerlo fresco e coinvolgente, portando il pubblico a chiedersi se ci sarà un finale rassicurante o se, invece, la storia sorprenderà.

Quello che rende The Buccaneers particolarmente accattivante è l’ironia pungente che la permea, spesso espressa con il tipico umorismo inglese, ma anche la forza del gruppo femminile. Le protagoniste non sono solo alla ricerca dell’amore, ma anche della loro libertà. Tra amori infelici, rivalità e segreti che minacciano di distruggere la loro amicizia, le ragazze di The Buccaneers sono sempre pronte a rialzarsi, a riprendersi la scena, a lottare per sé stesse e per le loro amiche.

La scrittura, mai sottile ma sempre affilata, riesce a posizionare con grande astuzia ogni elemento tipico del romanticismo in costume, facendolo risplendere sotto una luce nuova. Ogni passo della trama, pur essendo ricco di familiarità, si rivela avvincente grazie alla precisione con cui sono costruiti i personaggi e le situazioni. Ogni episodio è una vera e propria festa, dove l’atmosfera frivola e la spensieratezza dei personaggi non nascondono, ma anzi amplificano, i temi più profondi di identità, affermazione e solidarietà femminile.

Sebbene The Buccaneers non offra una storia completamente nuova, riesce comunque a conquistare il cuore del pubblico grazie alla sua energia e originalità. La conclusione della prima stagione lascia intravedere un futuro intrigante per le protagoniste, e la voglia di scoprire cosa accadrà nella seconda stagione è palpabile. Nonostante il suo omaggio a classici come Bridgerton e The Gilded Age, The Buccaneers ha una sua identità unica che riesce a catturare l’attenzione di chi cerca una serie che mescoli drama, romanticismo e una buona dose di irriverenza.