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2024: l’anno d’oro dei parchi divertimento italiani – tra record, magia e innovazione

Se c’è un settore che nel 2024 ha saputo stupire, emozionare e riscrivere le regole del gioco, è quello dei parchi divertimento italiani. Un universo fatto di montagne russe, castelli incantati, dinosauri animatronici, esplosioni di colori, adrenalina e risate contagiose che, contro ogni previsione e nonostante le incognite economiche globali, ha vissuto una vera e propria rinascita. A certificarlo con cifre da capogiro è il Rapporto Annuale SIAE, che ci regala una fotografia chiara e incredibilmente entusiasmante di un comparto in piena trasformazione e, soprattutto, in vertiginosa crescita.

Già solo il numero di giorni di apertura parla da sé: nel 2024 si è registrato un +4,9% rispetto all’anno precedente, per un totale di 22.836 giornate. Un risultato che non nasce per caso, ma che affonda le sue radici in un’intelligente strategia di destagionalizzazione. I parchi hanno imparato a vestire nuovi abiti inediti durante l’anno: non più solo estate e primavera, ma anche Carnevale, Halloween e – soprattutto – Natale sono diventati momenti chiave per attrarre pubblico con eventi tematizzati sempre più spettacolari. E così, mentre un tempo i cancelli si chiudevano al primo freddo, oggi dicembre è addirittura il mese con l’affluenza media giornaliera più alta: 1.514 visitatori al giorno, contro i 1.164 di agosto. Un dato che lascia senza parole e che dimostra quanto la magia delle luci natalizie possa competere – e superare – anche il richiamo delle piscine e degli scivoli d’acqua.

Ma passiamo ai numeri, quelli veri, quelli che fanno brillare gli occhi a chiunque abbia a cuore questo mondo. Oltre 21 milioni di ingressi, con una crescita del 7,4% rispetto al 2023. E se vi state chiedendo quanto abbia fruttato tutto questo entusiasmo, sappiate che il giro d’affari ha superato la soglia psicologica dei 300 milioni di euro, fermandosi precisamente a 306.640.128 euro. Eppure, sorprendentemente, la spesa media per visitatore è leggermente scesa: da 15,5 euro a 14,5. Ma lungi dall’essere un campanello d’allarme, questo è il segnale di una strategia vincente: politiche di prezzo più inclusive hanno allargato il bacino d’utenza, aprendo le porte anche a quelle famiglie che prima, magari, dovevano rinunciare per questioni di budget. Più ingressi, più sorrisi, più inclusività.

Il 2024 è stato anche l’anno degli investimenti. E che investimenti! Ben 220 milioni di euro sono stati messi sul piatto per la sola stagione in corso, con una previsione da urlo: 500 milioni nel triennio 2025-2027. E non si parla solo di giostre sempre più alte e veloci (anche se, diciamolo, fanno sempre la loro figura), ma di una rivoluzione dell’esperienza a 360 gradi. Spettacoli live, concerti, DJ set, attrazioni temporanee, realtà aumentata, scenografie degne di un film Marvel e tecnologie immersive sono ormai la norma. I parchi si stanno trasformando in veri e propri contenitori di intrattenimento continuo, capaci di catturare l’attenzione di ogni fascia d’età, dai più piccoli agli adulti nostalgici, passando per i nonni sempre più coinvolti.

Secondo Luciano Pareschi, presidente di AssoParchi, questa crescita non è frutto del caso ma il risultato di una visione precisa, che punta sull’innovazione, sulla qualità dell’esperienza e sulla destagionalizzazione. Una visione che sta portando i parchi italiani a posizionarsi tra i protagonisti internazionali del settore, in grado di competere con giganti come Disneyland Paris, Europa Park, Universal Studios e Tokyo Disney Resort.

E il Veneto? Beh, resta la regina indiscussa del divertimento tricolore. Da solo, il territorio raccoglie il 34% della spesa complessiva nazionale e il 23% degli ingressi, con ben 4,8 milioni di visitatori. A seguire troviamo Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, mentre anche Centro e Sud Italia mostrano segnali incoraggianti di crescita. Interessante anche la situazione del Nord-Ovest, dove nonostante un calo delle giornate di apertura causato dal meteo ballerino della primavera/estate 2024, si è registrato comunque un aumento dei visitatori. Segno che, quando l’offerta è valida, la gente arriva, pioggia o sole.

E parlando di eccellenze, non possiamo non citare i nomi che fanno battere il cuore a ogni appassionato: Gardaland, Mirabilandia, Leolandia, MagicLand, Etnaland. Sono loro i capisaldi del divertimento made in Italy, con progetti di espansione già avviati, nuove aree tematiche in arrivo e una voglia irrefrenabile di sorprendere il pubblico. Accanto a loro, però, crescono anche i parchi faunistici come Zoom Torino o l’Acquario di Genova, che puntano tutto su esperienze immersive e educative, con l’obiettivo di sensibilizzare e divertire allo stesso tempo. Perché oggi, l’intrattenimento non si limita più alla giostra che ti fa urlare: vuole emozionare, educare, lasciare qualcosa.

Altro tema centrale? La sostenibilità. E finalmente, aggiungerei! Circa 40 milioni di euro saranno investiti in progetti green: impianti fotovoltaici, recupero delle acque, efficienza energetica. Un passo necessario, soprattutto in un periodo in cui il costo dell’energia è diventato un incubo per molti gestori. L’Associazione Parchi Permanenti Italiani si è già mossa per chiedere il supporto delle istituzioni, in modo da garantire misure di sostegno analoghe a quelle concesse ad altri comparti in difficoltà. Perché sì, i parchi divertimento sono luoghi magici, ma anche aziende che devono fare i conti con realtà concrete.

Nel frattempo, il comparto impiega circa 30.000 persone direttamente, altrettante nell’indotto. Tecnici, ingegneri, scenografi, costumisti, animatori, esperti di effetti speciali, musicisti, digital artist: dietro a ogni attrazione c’è un esercito di professionisti che lavora sodo per regalare a noi nerd, geek e famiglie momenti di pura felicità.

Il futuro? Promette meraviglie. Si prevede una crescita costante, nuovi investimenti, attrazioni sempre più avveniristiche e un ampliamento dell’offerta che strizza l’occhio anche al turismo internazionale. I parchi italiani si candidano, con forza e orgoglio, a diventare uno degli asset strategici per lo sviluppo economico e culturale del Paese. Non più semplici luoghi di svago, ma veri e propri hub esperienziali dove l’immaginazione prende vita.

E adesso tocca a voi! Qual è il vostro parco preferito? Avete già messo nel mirino una nuova attrazione o state progettando una visita per la prossima stagione? Condividete le vostre esperienze nei commenti e fate girare questo articolo sui vostri social: perché la magia dei parchi è più bella quando si condivide, proprio come una giornata perfetta passata tra draghi volanti, ciambelle giganti e urla di gioia.

Alter-Ego, il robot umanoide dell’IIT, conquista l’Acquario di Genova: intelligenza artificiale e cetacei insieme per la tutela ambientale

Cari lettori di CorriereNerd.it, preparatevi a segnare una data importante sulle vostre agende da geek: il 10 giugno 2025, l’Acquario di Genova – già spettacolare di per sé – ospiterà un evento straordinario che unisce robotica, intelligenza artificiale, divulgazione scientifica e tutela ambientale. Protagonista assoluto? Alter-Ego, il robot umanoide nato nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che farà il suo debutto pubblico in una delle location più suggestive d’Italia, interagendo direttamente con i visitatori nel cuore del mondo marino.

Ma andiamo con ordine, perché questa non è solo una semplice “esibizione robotica”, bensì un vero e proprio esperimento di interazione uomo-macchina, immerso in un contesto divulgativo e culturale d’eccellenza. Dalle 9:30 alle 18:00, i visitatori dell’Acquario potranno non solo osservare Alter-Ego in azione, ma interagire con lui, in un’esperienza immersiva che unisce il fascino della tecnologia più avanzata alla missione educativa e ambientale dell’Acquario.

Alter-Ego: un robot con l’anima geek (e un cuore da divulgatore)

Chi è Alter-Ego? Alto circa 140 centimetri, Alter-Ego è un robot umanoide che si muove agilmente su ruote e vanta mani poli-articolate capaci di compiere operazioni complesse come afferrare oggetti o aprire porte. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua intelligenza artificiale e la capacità di comunicare. Questo robot non è solo un corpo meccanico: è un avatar robotico in grado di operare sia in modalità telecomandata (tramite visore e joystick), sia – ed è questo il fiore all’occhiello dell’evento – in modalità autonoma.

Durante la giornata genovese sarà infatti proprio quest’ultima modalità ad andare in scena. Alter-Ego si muoverà e risponderà al pubblico in autonomia, grazie a un sofisticato sistema sviluppato dall’unità COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies dell’IIT, guidata dalla scienziata Alessandra Sciutti. Una tecnologia che non si limita alla mera esecuzione di comandi, ma che mira a stabilire una vera relazione dialogica tra robot e essere umano.

Il suo “palcoscenico”? Il Padiglione Cetacei, un’area dell’Acquario dedicata alla ricerca e alla conservazione, dove Alter-Ego accompagnerà i visitatori in un viaggio affascinante nel mondo dei tursiopi, i delfini residenti dell’Acquario, e dei progetti di tutela ambientale come Delfini Metropolitani e Promed.

Un progetto che unisce scienza, educazione e innovazione

L’evento rientra nel più ampio progetto Raise, un ambizioso ecosistema di ricerca finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Lo Spoke 4 di Raise – quello legato alla comunicazione scientifica e all’educazione ambientale – è proprio il cuore pulsante di questa iniziativa che coinvolge, oltre all’IIT, anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università di Genova.

E proprio il CNR, con il gruppo di ricerca guidato da Giampaolo Vitali dell’Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile (Ircres), sarà presente per monitorare l’impatto socio-economico dell’esperimento. Parallelamente, l’Università di Genova continuerà a testare il proprio sistema di conversazione adattiva “consapevole delle diversità”, progettato per adattarsi all’interlocutore in base a età e background culturale. Un sistema che ha già dato ottimi risultati in contesti eterogenei, come le stazioni marittime e persino in reparti ospedalieri come quello di geriatria dell’Ospedale San Martino.

Dal palcoscenico alla vasca: il lato pop (e artistico) di Alter-Ego

Ma Alter-Ego non è certo nuovo ai riflettori. Realizzato dal gruppo Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation, coordinato da Antonio Bicchi, questo robot ha già saputo conquistare pubblico e critica apparendo in programmi come Italia’s Got Talent, recitando nello spettacolo teatrale “Io Robot” e partecipando con grande successo alla finale della competizione internazionale Ana Avatar Xprize.

Non finisce qui: Alter-Ego ha anche una vena artistica! Il robot è stato “customizzato” dall’artista genovese Melkio, che ha trasformato la sua scocca in una vera e propria opera d’arte. E proprio in questa versione scenografica e unica sarà visibile al pubblico durante l’evento all’Acquario.

Verso un futuro di musei intelligenti?

L’arrivo di Alter-Ego all’Acquario di Genova apre una finestra su quello che potrebbe diventare il futuro della comunicazione scientifica e museale. In un’epoca in cui catturare l’attenzione del pubblico – soprattutto dei più giovani – è sempre più difficile, la possibilità di dialogare con un’intelligenza artificiale immersi in un contesto emozionale come quello marino rappresenta un’opportunità senza precedenti.

Non si tratta solo di stupire: si tratta di educare, coinvolgere e far riflettere, utilizzando linguaggi e strumenti che parlano direttamente alla sensibilità contemporanea. Alter-Ego non è soltanto un robot: è un ponte tra il futuro e il presente, tra il sapere scientifico e l’esperienza sensoriale, tra l’uomo e la macchina.

E voi, geek del cuore pulsante?

Allora, amici nerd e appassionati di AI, robotica e avventure futuristiche… siete pronti a vivere questa esperienza ai confini della fantascienza, passeggiando tra le vasche dell’Acquario con un robot che vi racconta la storia dei delfini e dell’ambiente marino?

Fatecelo sapere! Vi piacerebbe vedere Alter-Ego (e altri robot come lui) integrati stabilmente nei nostri musei, acquari e spazi culturali? Pensate che la tecnologia possa rendere la divulgazione scientifica più coinvolgente ed efficace?

Scriveteci nei commenti, raccontateci le vostre opinioni e – ovviamente – condividete questo articolo sui vostri social per far scoprire anche ai vostri amici la magia di Alter-Ego. Il futuro è già qui, e ci aspetta… sotto il mare!