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Come convincere i genitori (o il partner) che il cosplay non è solo “travestirsi da cartone”

Immaginate questa scena: siete nel salotto di casa, con l’armadio mezzo aperto, piume, stoffe, parrucche e armature sparse ovunque. Avete passato ore a dipingere un prop ispirato alla vostra eroina fantasy preferita e, finalmente, vi state preparando per quel tanto atteso evento cosplay. Ed ecco che arriva il momento fatidico. La voce della mamma, del papà, o magari quella del vostro compagno o compagna, vi trafigge l’entusiasmo con una domanda che suona sempre uguale: “Ma perché ti travesti da cartone animato?”

Eccolo lì, il muro dell’incomprensione. Quel confine invisibile tra il nostro universo nerd, fatto di passione e creatività, e il mondo “normale” che guarda al cosplay con un misto di perplessità, tenerezza e, a volte, imbarazzo.

Ma il cosplay, lo sappiamo bene, non è solo travestirsi da personaggi dei cartoni animati. È molto di più. È un’arte. È espressione. È un modo di vivere le proprie passioni in maniera tangibile, trasformandole in performance, in sculture viventi, in racconti incarnati. Allora, come possiamo far capire tutto questo a chi ci guarda con occhi scettici? Come possiamo convincere i genitori o il partner che il cosplay è una forma di cultura, identità e creatività?

Il cosplay come arte performativa

Il primo passo è far capire che il cosplay non è solo “indossare un costume”. È progettazione, sartoria, trucco teatrale, recitazione, scultura. Chiunque abbia mai creato un cosplay da zero sa cosa significa passare serate intere a cucire, incollare, rifinire, per poi mettersi in gioco di fronte a un pubblico. Il cosplay è una forma d’arte performativa, a tutti gli effetti. È teatro pop, un palcoscenico in cui si dà vita ai personaggi che ci hanno ispirati, commossi, fatti crescere.

Raccontatelo così: il cosplay è come la recita scolastica, ma con personaggi di anime e videogiochi. È come il Carnevale, ma con passione e dedizione che durano tutto l’anno. In fondo, chi non ha mai indossato un costume da bambino per sentirsi un supereroe?

Una comunità globale e accogliente

Altro punto fondamentale: il cosplay non è un’attività solitaria o bizzarra. Al contrario, è una pratica condivisa da milioni di persone in tutto il mondo. Esistono eventi internazionali, concorsi, workshop, interi festival dedicati a questa forma d’espressione nerd. Le fiere del fumetto, come il Lucca Comics & Games o il Comicon di Napoli, diventano vere e proprie celebrazioni culturali in cui i cosplayer sono protagonisti assoluti.

Coinvolgere i propri familiari o partner in queste esperienze può fare miracoli. Portateli con voi a una fiera, fate vedere loro l’atmosfera accogliente, creativa e positiva che si respira. Fate loro incontrare altri cosplayer, magari anche famiglie intere che condividono questa passione.

Il cosplay come terapia, empowerment e identità

Parliamo anche di un altro aspetto spesso ignorato: il potere terapeutico del cosplay. Indossare un costume può essere una forma di catarsi. Per molte persone è un modo per superare l’ansia sociale, per sentirsi più sicure, per esplorare la propria identità in un ambiente protetto e accettante. Alcuni trovano nel cosplay il coraggio che nella vita quotidiana non riescono ad afferrare.

Inoltre, per chi fa parte della comunità LGBTQ+, il cosplay può rappresentare un potentissimo strumento di espressione e autoaffermazione. In un contesto dove ci si può sentire liberi di essere chi si vuole, senza giudizio, ogni cosplay diventa una dichiarazione di libertà e autenticità.

L’investimento di tempo, abilità e passione

E poi c’è il lato pratico, spesso quello che più colpisce chi osserva dall’esterno: il lavoro dietro a un cosplay. Il tempo speso a studiare un personaggio, a imparare nuove tecniche, a perfezionare un costume. Il cosplay richiede abilità artigianali, fotografiche, digitali, e un livello di dedizione che nulla ha da invidiare agli hobby più “tradizionali” come il modellismo, la pittura o la scrittura.

C’è anche chi riesce a trasformare il cosplay in un lavoro, diventando content creator, streamer, fotografi o modellisti professionisti. Non è raro che alcune carriere artistiche nascano proprio dalla passione per il cosplay. Quindi sì, può essere anche un trampolino per lo sviluppo personale e professionale.

Comunicare con il cuore (e un po’ di pazienza)

La chiave, come in ogni dialogo importante, è la comunicazione. Con calma, con empatia, senza arroganza. Evitate di mettervi sulla difensiva. Cercate invece di raccontare il vostro mondo, magari mostrando le foto dei vostri cosplay, i tutorial che seguite, gli amici che avete conosciuto grazie a questa passione.

Coinvolgete chi vi sta accanto, anche solo con piccole curiosità: “Secondo te che tipo di tessuto potrei usare per questa mantella?” oppure “Che ne dici se ti faccio vedere il risultato finale?” Spesso, quando si entra un po’ nel processo creativo, anche i più scettici iniziano a cambiare prospettiva.

E se proprio non dovesse funzionare? Ricordate: l’importante è che voi sappiate quanto significato ha per voi il cosplay. Non avete bisogno di giustificarvi, ma solo di essere autentici. E magari, col tempo, anche chi vi sta intorno inizierà a guardare quei “travestimenti da cartone” con occhi diversi, magari con un pizzico di ammirazione.


E voi, avete mai dovuto spiegare la vostra passione per il cosplay a qualcuno che non la capiva? Qual è stata la vostra strategia vincente? Raccontatecelo nei commenti e condividete questo articolo con chiunque pensi ancora che il cosplay sia solo un gioco da bambini. Magari riusciremo a costruire insieme un ponte tra mondi che sembrano lontani, ma che possono incontrarsi con un sorriso… e un po’ di colla a caldo!

Lamaland Cosplay and Games 2025: un tripudio nerd nel cuore medievale di Anagni

C’è un momento magico, quando i vicoli antichi e solenni di un borgo come Anagni si riempiono di luci colorate, di costumi sfavillanti e di musica che vibra nell’aria. Un momento in cui la Storia incontra la Fantasia, e il quotidiano si fonde con l’epico. È accaduto di nuovo, e questa volta con una forza travolgente, in occasione della seconda edizione del Lamaland Cosplay and Games, andata in scena l’11 maggio 2025. Un evento che non è stato solo una fiera, ma un vero e proprio viaggio multisensoriale dentro l’universo della cultura pop, del cosplay, del gioco e dell’inclusività sociale. Già dalle prime luci del giorno, il centro storico di Anagni – con le sue splendide Piazza Cavour e Piazza Papa Innocenzo III – si è trasformato in un gigantesco palco a cielo aperto. Migliaia di appassionati hanno varcato le soglie di questo mondo parallelo, pronti a perdersi tra spade laser, bacchette magiche, mech giganti e creature uscite direttamente da un JRPG o da un manga anni ’90.

Dietro questo trionfo di fantasia e partecipazione c’è la passione dell’Associazione Culturale Lama Forevent, che dopo il successo della prima edizione ha saputo alzare ulteriormente l’asticella, regalando al pubblico una manifestazione ancora più ricca, coinvolgente e – diciamolo – emozionante.

Il cuore pulsante della giornata è stato, senza ombra di dubbio, l’area cosplay, che ha attratto cosplayer da tutta Italia. Artisti, sognatori, performer: ognuno con la propria visione del personaggio, con la propria interpretazione, con l’orgoglio di raccontarsi attraverso stoffe, cuciture, accessori e pose studiate nei minimi dettagli. Sfilate, contest e workshop si sono susseguiti in un vortice creativo che ha lasciato tutti a bocca aperta. Non era solo bellezza estetica, ma anche espressione profonda di una cultura che sa unire passione e impegno. “È la prima volta che mi sento davvero me stessa, in mezzo a persone che capiscono quello che provo”, ci ha detto Giulia, 19 anni, cosplayer di una splendida Mikasa versione steampunk.

A rendere ancora più speciale l’atmosfera, ci hanno pensato gli ospiti d’onore, vere e proprie icone del doppiaggio e della creazione di contenuti nerd. Riccardo Suarez, Rossa Caputo, Luisa Varriale, Ale Mori e Romina Cozzolino hanno dialogato con i fan, firmato autografi e condiviso storie di passione e carriera. Presente anche la brillante Chiara Cecilia Santamaria, conosciuta sul web come @machedavvero, che con il suo carisma ha conquistato il pubblico in un talk tutto dedicato al rapporto tra genitorialità, cultura pop e creatività digitale.

Ma Lamaland non si ferma al cosplay. Il mondo dei giochi da tavolo, giochi di carte collezionabili e giochi di ruolo è stato un altro grande protagonista. In particolare, l’area gaming è diventata una vera e propria oasi per tutti gli appassionati di Yu-Gi-Oh!, Dungeons & Dragons, Magic: The Gathering e tante altre perle del panorama ludico. Grandi e piccoli si sono cimentati in tornei serrati, avventure condivise e momenti di pura adrenalina.

In ogni angolo del centro, l’aria era pervasa da suoni e voci. Musica, danze, esibizioni artistiche e concerti hanno scandito il ritmo della giornata, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza immersiva e continua. Dai flashmob ispirati agli anime cult alle esibizioni vocali delle sigle anni ’80 e ’90, ogni performance è stata un omaggio all’immaginario nerd, capace di unire generazioni diverse sotto lo stesso, meraviglioso cielo.

E in tutto questo tripudio sensoriale, non poteva mancare una curata area food, che ha saputo unire gusto e storytelling. I visitatori hanno potuto assaporare hamburger galattici degni del Millennium Falcon, ramen degno di Naruto e bevande ispirate a Evangelion e Sailor Moon. Una festa del gusto che ha trasformato ogni pausa pranzo in un momento di gioco e scoperta.

Ma Lamaland Cosplay and Games non è solo divertimento. È anche impegno sociale, attenzione all’inclusività, lotta al bullismo e al cyberbullismo. L’Associazione Lama Forevent ha portato avanti con determinazione progetti come “Lama School – Un Ponte verso la socialità”, portando il cosplay nelle scuole per promuovere il rispetto e l’inclusione tra i giovani.Non è tutto: i volontari dell’associazione hanno collaborato con enti ospedalieri per portare supereroi e principesse Disney nei reparti pediatrici, regalando sorrisi e abbracci ai più piccoli. E il raduno organizzato al Romics ha dimostrato ancora una volta che il cosplay può essere una forma potente di aggregazione e supporto per chi si sente emarginato o non compreso.Con lo slogan “La tua passione, la nostra attenzione, verso un mondo più inclusivo e sicuro”, Lamaland si è affermato come un faro nella galassia degli eventi nerd, un esempio virtuoso di come l’amore per il fantastico possa tradursi in un cambiamento concreto e positivo nella società.

Quella dell’11 maggio non è stata solo una data da segnare in calendario. È stata una celebrazione della cultura nerd in tutte le sue sfumature, una dichiarazione d’amore collettiva per il cosplay, il gioco, la creatività e l’identità. Lamaland ha dimostrato che anche un piccolo borgo può diventare l’epicentro di qualcosa di grande, universale, straordinariamente umano.

E ora tocca a voi, cari lettori del CorriereNerd.it! Avete partecipato a Lamaland? Avete scattato foto, conosciuto nuovi amici, vissuto momenti indimenticabili? Raccontatecelo nei commenti e condividete questo articolo sui vostri social. Perché il bello della nostra community è proprio questo: vivere insieme le nostre passioni, una fiera nerd alla volta!

Yari, la nuova stella del cosplay italiano che trasforma la passione in arte

Quando si parla di nuove promesse del cosplay italiano, è impossibile non citare Yari Moregola, conosciuto semplicemente come Yari nella comunità nerd. La sua è una storia di talento, passione e determinazione che merita di essere raccontata, perché in un mondo dove spesso l’apparenza viene messa prima dell’essenza, Yari ha dimostrato che l’amore genuino per i manga, gli anime e i videogiochi può tradursi in qualcosa di autenticamente straordinario.

Fin da bambino, Yari è cresciuto circondato da quei mondi fantastici che oggi ispirano i suoi cosplay. I grandi classici come Ken il Guerriero, I Cavalieri dello Zodiaco, Street Fighter e God of War hanno formato il suo immaginario, dandogli non solo intrattenimento, ma anche uno strumento fondamentale di crescita personale. Per un giovane Yari, la lettura non era affatto semplice, a causa della dislessia che lo accompagnava e che rendeva complicato avvicinarsi ai libri tradizionali. Ma è stato proprio attraverso i manga e i fumetti che ha riscoperto il piacere di leggere, abbattendo quelle barriere che sembravano invalicabili.

Non sorprende quindi che l’universo nerd e quello del cosplay fossero già nel suo destino. Eppure, la sua avventura ufficiale come cosplayer è iniziata solo due anni fa, in modo tanto improvviso quanto travolgente. Era il Milano Comics&Games 2023, e Yari si presentava per la prima volta nei panni di Inosuke Hashibira da Demon Slayer. Un’idea nata quasi per gioco, una “follia del momento” che però ha acceso una scintilla destinata a divampare. Da quel giorno, non si è più fermato: He-Man da Masters of the Universe, Jinshi da The Apothecary Diaries, Arataki Itto da Genshin Impact, Erwin Smith da Attack on Titan… e l’elenco continua a crescere.

Ma ciò che rende Yari davvero unico non è solo la varietà dei suoi personaggi, bensì la profondità con cui li interpreta. Quando veste i panni di un personaggio, non si limita a indossarne il costume: ne assimila le movenze, il carattere, il “mood”, il vibe. È come se, in quei momenti, Yari non stesse semplicemente impersonando qualcuno: diventa quel qualcuno. E questo si sente, si vede, si percepisce nei suoi contest, nelle sue esibizioni, nei sorrisi e negli sguardi stupiti di chi lo incontra in fiera.

Parte integrante di questo processo di trasformazione è il suo meticoloso lavoro sui props e sul make-up. Yari realizza con le proprie mani la maggior parte degli accessori dei suoi costumi, dedicando ore ed energie non solo alla creazione, ma anche allo studio del personaggio. Il trucco, per lui, non è un dettaglio secondario: è uno strumento essenziale per dare vita a quegli eroi e anti-eroi che tanto ama. Prepararsi per un evento è diventato ormai un vero e proprio rituale, un momento di connessione profonda tra lui e il personaggio che sta per portare in scena.

Uno degli aspetti più belli del cosplay per Yari è l’interazione con il pubblico. Incontrare altri appassionati, scambiare una chiacchierata, scattare una foto insieme: sono tutte esperienze che riempiono il suo cuore di gioia. “Sei proprio lui”, è la frase che più ama sentirsi dire da un fan, quella che ripaga ogni secondo di fatica, ogni notte insonne passata a limare l’ultimo dettaglio di un costume.

La sua creatività, però, non si limita ai personaggi già esistenti. Yari ha dimostrato la sua versatilità anche nel campo degli original cosplay, come nel caso del Qallupilluit, una terrificante creatura mitologica della cultura Inuit che ha creato insieme alla talentuosa cosplayer @white_lycoris_cos. Lavorare su un personaggio originale ha permesso a Yari di esplorare nuovi territori espressivi, combinando liberamente tutte le competenze acquisite nel tempo grazie agli insegnamenti dei grandi maestri del settore. E non è stato solo un esercizio creativo: grazie a questa interpretazione e a tante altre, ha già vinto diversi contest, dimostrando che il suo talento è concreto e riconosciuto.

Fuori dal mondo delle fiere, Yari coltiva altre passioni che raccontano molto del suo spirito indomito. È un amante del fitness e pratica quotidianamente arti marziali: è cintura nera di karate e spesso si allena indossando, non a caso, la maglietta di Vegeta. Non mancano poi le serate passate con gli amici tra giochi di carte collezionabili, giochi da tavolo e GdR da tavolo, sempre immerso in quell’universo nerd che sente così profondamente suo.

Anche se si può dire che sia ancora agli inizi della sua carriera nel mondo del cosplay, Yari Moregola ha già mostrato a tutti di essere una stella nascente. Ogni nuovo personaggio è un salto di qualità, ogni performance è un’emozione nuova per chi ha il piacere di vederlo in azione. Grazie ai social network, la sua popolarità sta crescendo a vista d’occhio, portandolo a diventare un punto di riferimento per tanti aspiranti cosplayer.

E a questo punto, la domanda sorge spontanea: quali nuovi personaggi vestirà Yari in futuro? Quali emozioni saprà regalarci ancora? Non possiamo far altro che restare sintonizzati… anche se, purtroppo, non siamo in un episodio di Dragon Ball! Una cosa però è certa: il suo viaggio è appena cominciato, e noi di CorriereNerd.it saremo in prima fila a raccontarlo.

Alopex Cosplay: la creatività di Ilenia tra anime, fiere e stoffa cucita con passione

Nel vivace universo Cosplay italiano, dove creatività e passione si fondono in un caleidoscopio di colori, stoffe e personaggi iconici, brilla una giovane cosplayer che incarna perfettamente lo spirito di questo mondo: Alopex Cosplay. Dietro questo nome affascinante si cela Ilenia, 22 anni, torinese doc, che con dedizione, talento e un tocco di magia è riuscita a trasformare il cosplay da semplice hobby a forma d’arte. La sua è una di quelle storie che meritano di essere raccontate, non solo per la qualità dei suoi costumi, ma per l’anima che riesce a infondere in ogni personaggio che interpreta.Sin da bambina, Ilenia ha sempre avuto un amore incondizionato per il mondo degli anime e dei cartoni animati. Non era raro vederla travestita da Winx durante una qualsiasi occasione, anche la più fuori contesto. Quel primo approccio giocoso al cosplay, che allora sembrava solo un modo divertente per sentirsi parte dei mondi fantastici che amava, è diventato col tempo qualcosa di molto più serio. Qualcosa che ha un nome e una forma: Alopex Cosplay. Il nickname “Alopex” non è stato scelto a caso. Ha radici personali e affettive, come molte delle scelte che definiscono il suo stile e la sua identità online. Deriva dal suo vecchio profilo Instagram privato e significa “volpe” in greco, una chiara reference al soprannome affettuoso che la sua migliore amica le dava – “foxy” – quando Ilenia ha iniziato a tingersi i capelli di rosso. “Foxy” però era un nome già troppo inflazionato su Instagram, e così è nato “Alopex”, un nome originale ma con un significato intimo e profondo.

Il primo vero incontro con il mondo del cosplay organizzato arriva quasi per caso, quando una compagna di scuola le propone di andare al Torino Comics vestite da Poison Ivy e Harley Quinn. Ilenia accetta e da quel momento la passione prende il volo. Tuttavia, come per molti giovani cosplayer, le difficoltà economiche e l’impatto della pandemia da Covid-19 mettono temporaneamente in pausa quel sogno fatto di stoffe, lenti colorate e condivisioni social. Ma la passione non si spegne mai davvero. Nel 2024, Ilenia compie il suo vero debutto ufficiale nel mondo del cosplay con un personaggio che non passa inosservato: Valentino, direttamente da Hazbin Hotel. Questo primo cosplay, curato nei dettagli e molto apprezzato online, segna una svolta. Ilenia decide allora di aprire una pagina Instagram dedicata ai suoi lavori, e da lì inizia una nuova fase della sua carriera da cosplayer, fatta di costanza, creatività e tanto amore per il mondo nerd.Seguono una serie di interpretazioni sempre più elaborate: X-23 e Polaris dagli X-Men, Cordelia Sakamaki dall’universo dark e romantico di Diabolik Lovers, Nina the Killer dal mondo delle creepypasta, Blitz da Helluva Boss e persino Shadow, l’iconico personaggio della saga Sonic the Hedgehog. Ogni cosplay è il risultato di una ricerca estetica e artigianale minuziosa, ma anche di un attaccamento profondo ai personaggi stessi. Ci sono però anche progetti rimasti nel cassetto, come quello dedicato a Corazon, l’enigmatico e amato personaggio di One Piece. Un cosplay che Ilenia non ha ancora avuto il coraggio di portare in fiera o postare online, forse proprio per quanto è legata emotivamente a quel personaggio.

La sua arte, però, non sarebbe la stessa senza il supporto della famiglia. La nonna l’aiuta a cucire, mentre il compagno della madre si occupa di stampare i prop in 3D. Ilenia acquista materiali grezzi, parrucche e lenti, ma è lei a modellare tutto con le sue mani, ad acconciare, ritoccare e dare vita ai personaggi. Il suo è un lavoro artigianale, pieno di dedizione e amore per il dettaglio, in cui ogni costume è una piccola opera d’arte personale. Nonostante la sua presenza attiva nel mondo del cosplay, Ilenia si definisce una cosplayer un po’ “asociale”. Preferisce evitare i grandi raduni e le folle oceaniche degli eventi più caotici. Ama vivere le fiere con un gruppo ristretto di amici, le stesse persone che frequenta nella vita quotidiana, in un ambiente familiare e rassicurante. Dopo ogni evento sente il bisogno di un “reset sociale”, per ricaricare le batterie e tornare al suo equilibrio.

Nella vita di tutti i giorni, Ilenia è una studentessa universitaria di giurisprudenza. Il suo sogno è diventare avvocato, ma tra un esame e l’altro non rinuncia ai suoi hobby: oltre al cosplay, ama disegnare, leggere e praticare il pattinaggio artistico. Il cosplay per lei non è solo una passione, è una forma di espressione personale, un modo per portare nel mondo reale i personaggi che l’hanno fatta sognare fin da bambina.

Alopex Cosplay è l’esempio perfetto di come la cultura nerd possa essere vissuta in modo autentico, personale e creativo. In un panorama sempre più affollato, Ilenia brilla per la sincerità con cui si approccia a questo mondo, trasformando ogni costume in una dichiarazione d’amore per la cultura pop, gli anime e la community del cosplay italiano. E chissà, forse un giorno, tra un processo in tribunale e una nuova fiera, la vedremo finalmente indossare quel tanto amato costume di Corazon.

Perché fare cosplay? Un viaggio tra passione, creatività e comunità

Il cosplay è molto più di un semplice hobby: è una forma d’arte, un’espressione creativa e, per molti, un vero e proprio stile di vita. Chiunque si avvicini a questo mondo scopre un universo fatto di costumi spettacolari, interpretazioni appassionate e un senso di appartenenza a una comunità accogliente e solidale. Ma quali sono le ragioni che spingono una persona a indossare i panni di un personaggio immaginario? Perché dedicare ore, giorni o persino mesi alla creazione di un costume? Per capirlo, occorre esplorare le diverse motivazioni che rendono il cosplay un’attività così affascinante e coinvolgente.

L’amore per i personaggi e le storie

Uno dei principali motivi che porta una persona a fare cosplay è l’amore incondizionato per i personaggi e le storie che li accompagnano. I cosplayer trovano ispirazione negli eroi degli anime, nei protagonisti dei videogiochi, nei guerrieri dei fumetti o persino nei personaggi dei film e delle serie TV. Indossare il costume di un personaggio significa rendergli omaggio, dargli vita in un contesto reale e, in un certo senso, fonderne l’identità con la propria.

Interpretare un personaggio non è solo una questione estetica: molti cosplayer studiano a fondo le movenze, le espressioni e i tratti caratteristici di chi stanno impersonando. Alcuni si esercitano davanti allo specchio, altri si ispirano ai doppiaggi originali o alle pose iconiche. Questo processo di immedesimazione consente di entrare più a fondo nel mondo dell’opera originale e di sentirsi, anche solo per un giorno, parte di essa.

La creatività senza confini

Il cosplay è una vera e propria sfida artistica. Creare un costume richiede una combinazione di abilità che spaziano dalla sartoria alla scultura, dalla pittura alla lavorazione di materiali come la schiuma EVA, il worbla o il 3D printing. Ogni progetto rappresenta un’opportunità per apprendere nuove tecniche e migliorare le proprie capacità.

Anche chi non realizza i propri costumi da zero può esprimere la propria creatività attraverso il make-up, le acconciature, gli accessori e la personalizzazione dei dettagli. Il cosplay offre una libertà incredibile, permettendo ai partecipanti di reinterpretare i personaggi in chiave personale, come nel caso dei genderbend (variazioni di genere) o delle versioni originali (original design).

L’adrenalina degli eventi e delle competizioni

Partecipare a una fiera del fumetto o a una competizione cosplay è un’esperienza unica. Il momento in cui si entra in un evento vestiti da un personaggio amato e si viene riconosciuti dagli altri fan è indescrivibile. Le fiere offrono l’opportunità di socializzare con persone che condividono la stessa passione, scattare foto, partecipare a parate e performance.

Le gare cosplay, in particolare, aggiungono un livello ulteriore di coinvolgimento. Salire su un palco e interpretare una scena iconica o un’azione epica davanti a una giuria e a un pubblico rappresenta una sfida emozionante. Alcuni cosplayer realizzano veri e propri spettacoli, combinando recitazione, combattimenti coreografati e effetti scenici sorprendenti.

La comunità: un ambiente inclusivo e solidale

Uno degli aspetti più belli del cosplay è la comunità che lo circonda. Il mondo cosplay è noto per la sua accoglienza e inclusività: non esistono barriere legate all’età, al genere, al corpo o al livello di esperienza. Chiunque può partecipare, indipendentemente dalle proprie capacità artistiche o dalla qualità del proprio costume.

La condivisione di consigli e tecniche è una prassi comune tra i cosplayer. Nei gruppi social e nei forum dedicati, è facile trovare aiuto su come cucire un abito, costruire un’armatura o applicare un make-up specifico. L’atmosfera collaborativa e l’entusiasmo collettivo rendono il cosplay una passione che va oltre il semplice travestimento: diventa un legame tra persone che condividono la stessa passione per l’immaginazione e la creatività.

Il cosplay come crescita personale

Oltre all’aspetto artistico e sociale, il cosplay può essere anche un potente strumento di crescita personale. Molti cosplayer raccontano di aver migliorato la propria autostima grazie a questa passione. Indossare un costume può aiutare a superare la timidezza, sviluppare fiducia in sé stessi e acquisire sicurezza nel rapportarsi con gli altri.

Per alcuni, il cosplay è una forma di espressione che permette di esplorare nuove identità o di abbattere insicurezze personali. La soddisfazione di completare un costume e vedere il proprio impegno riconosciuto dagli altri può essere estremamente gratificante, dando la spinta per affrontare nuove sfide anche al di fuori del mondo nerd.

Conclusione: perché iniziare a fare cosplay?

Il cosplay non è solo un gioco o un passatempo: è un’arte, una sfida e una comunità che accoglie con entusiasmo chiunque voglia partecipare. Che si tratti di un semplice costume comprato online o di una creazione artigianale realizzata con mesi di lavoro, ogni cosplay è una celebrazione della passione e della dedizione.

Chiunque può fare cosplay, senza limiti o restrizioni. Basta la voglia di mettersi in gioco, di sperimentare e, soprattutto, di divertirsi. Perché alla fine, l’essenza del cosplay è proprio questa: vivere, anche solo per un momento, la magia di essere qualcun altro, in un mondo dove tutto è possibile.

Nicoletta Capolini: Nikekin, la cosplayer che ha trasformato la passione in arte e creatività

Nicoletta Capolini è una delle personalità più interessanti del mondo del cosplay italiano, una vera e propria pioniera che ha saputo farsi strada nel panorama nerd e pop. Nata ad agosto del 1984 a Roma e cresciuta sul litorale romano, Nicoletta ha sempre vissuto a contatto con la bellezza naturale del mare e della sabbia, ma il suo percorso verso il cosplay è stato tutt’altro che lineare. Fin da giovane, si è avvicinata a diverse forme artistiche, senza mai riuscire a trovare un vero e proprio modo di esprimersi. La sua passione per il cosplay è arrivata a sorpresa, quasi all’età di trent’anni, nel 2013, e da allora è diventata una parte fondamentale della sua vita.

Il suo nome d’arte, Nikekin, nasce dall’amore per la mitologia e per la lingua greca. Tradotto, Nikè significa “Portatrice di vittoria”, un nome che, insieme alla passione per le parole palindrome, le ha ispirato a creare un’identità unica, che racconta tanto di sé e della sua personalità. Ma il suo ingresso nel mondo del cosplay non è stato subito ricco di consapevolezza e successo. Anzi, l’incontro che le ha cambiato la vita è avvenuto quando, ancora giovane, si trovava alla ExpoCartoon, la fiera del fumetto di Roma, quando vide un ragazzo travestito da Cristal, uno dei Cavalieri dello Zodiaco, suo personaggio preferito. In un periodo in cui fare cosplay non era tanto una moda quanto una vera e propria follia, quell’immagine ha rappresentato per Nicoletta una scintilla, un richiamo verso una passione che sarebbe diventata il fulcro della sua vita.

Nonostante il suo entusiasmo, Nicoletta non aveva alcuna esperienza nel cucito. All’inizio, come ogni neofita, le sue creazioni non erano certo perfette. Il suo primo cosplay, una Pollon improvvisata con una vecchia canotta bianca e un lenzuolo rosa, era il risultato della sua necessità di improvvisare e di mettersi alla prova. Ma quella prima creazione, pur semplice, le fece capire che quella strada sarebbe diventata la sua vocazione. Più che l’esibizionismo, che da sempre l’ha contraddistinta, quello che la appassionava era l’arte di costruire, di dare forma a personaggi che amava o che, a volte, inventava completamente.

Nel corso degli anni, ha portato con sé una varietà di personaggi, da quelli più conosciuti come la principessa Peach di Super Mario e Elizabeth Swann dei Pirati dei Caraibi, a quelli tratti da serie come Dragonero, dove ha dato vita alla misteriosa Myrva, un personaggio che, pur non essendo riconosciuto da tutti, ha avuto un’importanza fondamentale nel suo cammino. Non solo un personaggio, ma anche un incontro che le ha cambiato la vita: proprio grazie a Myrva, ha conosciuto il fumettista che aveva creato quel personaggio, e che oggi è il suo compagno.

Questa passione per il cosplay non è solo una forma di intrattenimento per Nicoletta, ma un vero e proprio processo creativo che le consente di esplorare tecniche e materiali nuovi. Dalla sartoria alla pittura, passando per la meccanica e il modellismo, il cosplay è per lei un’occasione di crescita continua. La sua abilità nel creare costumi è frutto di anni di studio, errori e miglioramenti. Non a caso, uno dei suoi cosplay più impegnativi, il Tardis del Doctor Who, è nato nel 2016 ma è stato mostrato solo nel 2022, a dimostrazione del lungo lavoro che ci ha dedicato.

Nicoletta è anche un’appassionata sostenitrice degli original, i personaggi creati completamente da chi li indossa. Per lei, fare cosplay non significa solo interpretare un personaggio già esistente, ma dare vita a un’idea, un concetto che si evolve nel tempo. I suoi originali sono il riflesso della sua personalità, della sua creatività, e le permettono di esprimere la sua visione unica. La creazione di un personaggio originale, per lei, è simile a quella di un fumettista che da vita a un eroe: è una creazione che non ha confini, ma solo un mondo da esplorare.

La sua visione del cosplay non si limita alla competizione o alla notorietà, ma abbraccia un amore profondo per il personaggio che si interpreta. Nicoletta non tollera chi cerca di fare un cosplay solo per l’apparenza, solo per ottenere foto o visibilità. Se non c’è un sentimento genuino, secondo lei, non c’è davvero cosplay. Ecco perché ogni scelta, ogni creazione, è frutto di un’emozione profonda verso il personaggio, un amore che va oltre l’aspetto estetico.

Il cosplay, infatti, per Nicoletta è un modo per sfuggire alla solitudine e per incontrare persone che condividono la stessa passione. Ma negli ultimi anni ha notato come il panorama delle fiere e degli eventi stia cambiando. La competizione è aumentata, spesso in modo eccessivo, e la parte più ludica e creativa sembra lasciar spazio a un approccio più professionale, dove non c’è tempo per il gioco o la scoperta. Questo cambiamento le dispiace, soprattutto per le nuove generazioni che si avvicinano a questo mondo, troppo spesso intimidite dalla pressione dei social e della visibilità.

Nonostante le difficoltà, Nicoletta resta una figura di riferimento nel panorama del cosplay italiano. La sua storia è un esempio di perseveranza, passione e crescita, e dimostra come il cosplay possa essere molto più di una semplice passione. È un viaggio che unisce arte, creatività e persone, un mondo che si è evoluto ma che, nelle sue sfumature più autentiche, rimane sempre legato a quei primi passi fatti con entusiasmo e amore per i personaggi che ci hanno fatto sognare.

La pericolosità del trend ‘sputo fatti oggettivi sul cosplay’: perché giudicare un’arte è un post da Evitare

Nella galassia a volte soffocante dei social, dove ogni opinione trova spazio e ogni dibattito può esplodere in un istante, un fenomeno preoccupante sta prendendo piede: il trend di “sputo fatti oggettivi sul cosplay”, ispirato, se così si può dire, su quello delle cosiddette “sputosentenze”. Questo trend critico purtroppo si basa spesso sull’espressione di giudizi rapidi e assoluti, a volte senza alcuna riflessione approfondita sui fruitori della nostra amata arte “che si crea e si vive”. La causa di questo comportamento? La velocità e la superficialità con cui le opinioni vengono espresse sui social, dove la rapidità diventa più importante della sostanza.

Questo disdicevole atteggiamento ha colpito il mondo del cosplay, trasformandosi in un terreno fertile per critiche sterili e, soprattutto, per il body shaming. Un fenomeno che, purtroppo, sta crescendo in maniera allarmante. Sotto l’etichetta di “sputare fatti oggettivi sul cosplay“, molte persone non solo esprimono giudizi su corpi “non conformi” ma, con arroganza, alimentano pregiudizi legati all’aspetto fisico di chi decide di vivere questa forma d’arte. La triste realtà è che queste critiche non solo sono ingiuste, ma danneggiano anche la cultura del cosplay, una cultura che è ben lontana dal ridursi a un semplice travestimento.

Il cosplay, infatti, è molto di più di una moda passeggera. Si tratta di un’arte che abbraccia molteplici discipline: creatività, sartoria, ingegneria e, soprattutto, una passione smisurata per i personaggi che si interpretano. I cosplayer non si limitano a indossare un costume, ma impiegano ore e ore di lavoro per realizzare veri e propri capolavori, che raccontano la loro visione di un personaggio. Ma questo impegno, così come il legame con la comunità che accompagna ogni cosplayer, viene troppo spesso ignorato o, peggio, svilito da chi si lancia in critiche gratuite senza nemmeno tentare di comprendere il valore di questa forma di espressione.

L’assurdo di queste “sputosentenze” è che non solo ignorano il lavoro e la passione che ci sono dietro ogni costume, ma si fondano su pregiudizi radicati, come l’idea che il cosplay sia un’attività esclusiva per “nerd” o per chi non ha un corpo perfetto. Questi preconcetti non solo sono errati, ma sono dannosi per la cultura del cosplay, che dovrebbe, al contrario, celebrare la diversità e l’inclusività. Così, sebbene ci siano ancora voci che denigrano il cosplay come una “perdita di tempo” o un “tentativo di cercare attenzioni”, la realtà è che per moltissimi è una passione autentica e una delle forme più pure di espressione artistica.

In parallelo, alcuni post di questo trend riguardano gli organizzatori di eventi o di cosplay contest o di singole giurie di gare cosplay. Anche in questo caso, putroppo, si nota uno leggero scollamento tra la realtà dei fatti e commenti affrettati. In primis, vorrei chiarire che nessuno è infallibile e che nessuno è scevro da critiche sul proprio operato.

L’uomo che fa molto sbaglia molto; l’uomo che fa poco sbaglia poco; l’uomo che non fa niente non sbaglia mai; ma non è un uomo”.

[Confucio].

In prima persona, posso dire che ho affrontato numerose situzioni “difficili” quando ho organizzato o presentato dei Contest, decisioni che non ho condiviso oppure problematiche da affrontare che richiedevano azioni veloci e, ammetto, anche superficiali per raggiungere un obiettivo a favore del corretto svolgimento della produzione. Non è una giustificazione ma un semplice dato di fatto: dunque accetto da sempre ben volentire le critiche, quelle ragionate, quelle consapevoli, anzi reputo siano uno strumento fondamentale per una crescita comune (o per un litigio, per carità, ma almeno con cognizione di causa!).  Quelle rapide, sterili, approssimative, rischiano invece di chiudere un dialogo che potrebbe invece essere arricchente.

La bellezza del cosplay, per chi lo fruisce o per chi crea occasioni di aggregazione, sta nella sua capacità di unire persone con background diversi, in uno spazio dove ognuno può esprimere la propria individualità attraverso la creatività e l’interpretazione.

La vera sfida, quindi, è saper rispettare il lavoro altrui, senza essere schiavi della superficialità che impera sui social. Esprimere la propria opinione è legittimo, anzi fondamentale, ma dovrebbe essere fatto con consapevolezza, riflessione e, soprattutto, rispetto. In un mondo in cui la comunicazione è sempre più immediata, sarebbe importante riscoprire il valore del dialogo costruttivo e dell’ascolto attivo, soprattutto quando si tratta di temi che coinvolgono la passione e la dedizione di persone che, senza far rumore, contribuiscono a rendere il nostro mondo un posto più creativo e interessante.

Per fortuna, esiste un controtrend che sta cercando di emergere: una crescente consapevolezza che, prima di giudicare, sia necessario fermarsi a riflettere. È un segno positivo che, lentamente, si stia diffondendo l’idea che l’espressione di un’opinione debba essere sempre accompagnata da una riflessione profonda e, soprattutto, dal rispetto per chi la pensa diversamente. Solo così potremo costruire un dibattito sano, dove le opinioni contrastanti non siano viste come una minaccia, ma come una risorsa per crescere insieme.

 

La creatività di sasy_on_mars: Storia e Passione di Sasy Miletto per il Cosplay

Oggi facciamo conoscenza con Sarah/Sasy Miletto, la talentuosa cosplayer che molti conoscono come sasy_on_mars. Dietro questo nome, che è diventato un vero e proprio marchio, si nasconde una storia interessante. Sasy, durante le scuole medie, si appassionò alla band Thirty Seconds to Mars e, per preservare un po’ di privacy online, decise di giocare con le sue iniziali, “S. M.”, trasformandole in “Sasy Mars” e aggiungendo il “_on_mars” per creare un alter ego unico. Così nacque il suo nickname, oggi sinonimo della sua presenza e personalità sui social.

Il percorso di Sasy nel mondo del cosplay inizia nel 2015, quando partecipò per la prima volta a una fiera del fumetto. Fu un’esperienza che cambiò tutto: l’atmosfera vibrante e colorata accese in lei una passione inaspettata, portandola a immergersi completamente in questo universo fatto di dettagli, dedizione e libertà espressiva.

Sasy ha realizzato cosplay di personaggi iconici come Lara Croft, Harley Quinn (nella versione di Suicide Squad), Katarina in versione renna da League of Legends, e Shadowheart di Baldur’s Gate 3. Alcuni costumi sono stati completamente creati da lei, mentre altri, acquistati, sono stati modificati e arricchiti con accessori fatti a mano, tra cui Alice di Alice nel Paese delle Meraviglie, Yuno Gasai di Mirai Nikki, Marin Kitagawa e Shizuku di My Dress-Up Darling, e Kurumi Tokisaki da Date a Live. Tra i personaggi dei giochi Hoyoverse che ha interpretato, ci sono Keqing, Ganyu, Hu Tao, Furina, Focalors, Kafka e Robin. Kafka, in particolare, ha un valore speciale per Sasy: non è solo un cosplay ben fatto, ma un progetto condiviso con suo padre, che ha collaborato con lei nella realizzazione della spada distintiva del personaggio. Ma se dovesse scegliere il cosplay più comodo, sicuramente porterebbe Shizuku, un personaggio che le consente di muoversi agevolmente e che, al contempo, le permette di mantenere un effetto scenico notevole.

Sasy ama creare i propri accessori e dettagli, un’attività che le permette di dare libero sfogo alla creatività e che la riporta ai sogni d’infanzia, quando immaginava di presentare un programma come Art Attack. Il cosplay diventa così un modo per tagliare, incollare e costruire, dando vita a qualcosa di unico e personale.

Parlando di ispirazioni, la nostra talentuosa creativaha avuto il suo primo incoraggiamento da Yuriko Tiger, e oggi ammira vari cosplayer italiani e internazionali, come mochichuu_cosplay, himee.lily, kyatorin e inori_cos. Questo continuo scambio di idee e creazioni è ciò che rende il cosplay così dinamico e stimolante per lei. E proprio per questo sostiene la validità degli “original cosplay” – creazioni di personaggi inediti – che secondo lei meritano di essere considerati parte a pieno titolo della scena cosplay.

Partecipare agli eventi è fondamentale per Sasy: adora quelli più tranquilli e accoglienti come il Susa Comics o il Savix, dove l’atmosfera è rilassata e amichevole. Quest’anno, però, ha avuto l’opportunità di realizzare un sogno partecipando per la prima volta al Lucca Comics & Games, un evento che le ha regalato emozioni indimenticabili.

Per Sasy, il cosplay è un fenomeno che ha visto crescere esponenzialmente.

Oggi chiunque può sperimentare questo hobby grazie alla disponibilità di costumi online, rendendo il cosplay più accessibile e inclusivo rispetto al passato, quando tutto doveva essere realizzato a mano. Con l’avvento dei social media e dello streaming, anche chi non ha modo di partecipare a eventi dal vivo può entrare in contatto con la community e condividere le proprie creazioni.

Sasy ha anche una passione per il disegno, che sfrutta per creare schizzi dei personaggi che vuole interpretare e persino per realizzare biglietti da visita personalizzati. Durante la Milan Games Week & Cartoomics 2023, si è trovata in situazioni curiose, come quando alcuni visitatori la scambiarono per una figurante ufficiale della fiera. In un altro momento, uno stand di vendita le regalò un poster del personaggio che stava interpretando, un gesto che ha reso la giornata ancora più speciale.

Infine, Sasy ha qualche consiglio per i nuovi cosplayer: non scoraggiatevi se il vostro primo costume non è perfetto. Il cosplay richiede pazienza e cura per i dettagli, ma soprattutto deve rimanere un momento di divertimento. Per approfondire il suo talento vi invitiamo a visitare il suo aggregatore all’indirizzo: wiggly-screen-d44.notion.site/Sasy-56b1a63b65974f44bbec731626e04e6a.

Foto di copertina di Roberto Giacosa