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Tonio Vinci. Lucio Battisti? Non sono mica io! La Graphic Novel che Rivela il Mito di un Artista Misterioso

Lucio Battisti, uno dei giganti della musica italiana, non smette mai di affascinare. Le sue canzoni continuano a risuonare nei cuori di milioni di persone, e nonostante il passare degli anni, la sua figura resta viva, anzi, sembra crescere in popolarità, soprattutto tra le nuove generazioni. Le sue melodie senza tempo e le parole che parlano direttamente all’anima sono ancora oggi al centro di un’adorazione che trascende i decenni. Ma cosa sappiamo davvero di Lucio Battisti, oltre le sue canzoni? Cosa c’è dietro quella figura enigmaticamente distante dal clamore pubblico che ha caratterizzato la sua carriera? A queste domande risponde una nuova e affascinante opera, che porta il lettore dentro il mondo dell’artista attraverso gli occhi di un giovane e talentuoso fumettista italiano: Antonio Vinci.

Con la sua graphic novel intitolata Lucio Battisti? Non sono mica io!, Vinci ci offre una nuova prospettiva sul leggendario cantautore, esaminando non solo la sua carriera musicale ma anche la sua personalità, quella stessa persona che per anni ha preferito vivere lontano dai riflettori. Il volume, edito da Feltrinelli Comics e disponibile dal 14 gennaio 2025, si distingue dalle tradizionali biografie musicali, presentando Battisti in un modo inedito, attraverso una narrazione che mescola aneddoti, curiosità e una forte componente umana. Vinci, infatti, non si limita a raccontare i successi di Battisti, ma si addentra nelle pieghe della sua vita privata, svelandoci un uomo schivo, introverso, ma di una profondità che affascina e sorprende.

L’opera è più di una semplice biografia a fumetti: Lucio Battisti? Non sono mica io! è un viaggio emozionante nella mente di un artista che ha saputo rivoluzionare il pop italiano, portando un’aria di mistero intorno a sé. L’idea di raccontare la sua vita attraverso il fumetto è una scelta perfetta, un mezzo che consente di esplorare la sua personalità in modo più intimo e viscerale rispetto a una biografia tradizionale. Antonio Vinci, con il suo stile unico e il suo approccio fresco e innovativo, ci guida attraverso episodi della vita di Battisti che vanno dalla giovinezza da suonatore d’orchestra ai successi che hanno fatto di lui una leggenda, ma sempre mantenendo il giusto rispetto per quella sua caratteristica di non voler essere “narrato”. In effetti, la grafica stessa della novel è un tributo al suo desiderio di rimanere nell’ombra: Battisti non viene mai rappresentato in modo esplicito, come una forma di omaggio al suo rifiuto di mostrarsi al pubblico.

Vinci, che ha avuto accesso a racconti di persone che hanno conosciuto personalmente Battisti, come Mara Maionchi, Mario Tessuto e Pasquale Panella, ci regala un’immagine di Battisti che non è solo quella del genio musicale, ma anche quella di un uomo che, pur essendo costantemente sotto i riflettori, ha sempre cercato di sfuggire a quell’identità pubblica che lo rendeva un’icona. L’intento di Vinci è proprio quello di svelare, dietro la leggenda, l’essere umano che ha amato in silenzio, che ha nutrito passioni private come il ping pong e la canzone napoletana, e che ha sempre voluto mantenere una distanza dal mito che lo circondava.

Il titolo stesso del fumetto, Lucio Battisti? Non sono mica io!, è una chiara dichiarazione di intenti: Battisti non si riconosceva nel suo stesso mito. Era un uomo che ha costruito la sua carriera attraverso il talento, ma senza mai voler essere celebrato come una figura intoccabile. Un uomo che, paradossalmente, amava la sua arte universale, ma non si riconosceva nel culto che la gente aveva creato attorno a lui.

La graphic novel di Vinci è un omaggio vibrante, ma anche una riflessione sulla complessità di un uomo che, pur avendo conquistato il cuore del pubblico, ha sempre cercato di rimanere fuori dai riflettori. Con più di 140 pagine di illustrazioni ricche di dettagli e colore, il fumetto non solo celebra la musica di Lucio Battisti, ma ci invita a riflettere su un personaggio che ha scelto di nascondersi dietro il suo mito. Grazie al lavoro di ricerca condotto da Vinci, che ha intervistato persone che hanno avuto la fortuna di conoscere l’artista, la storia di Battisti emerge in modo nuovo e autentico, mostrando il lato umano di un genio che ha sempre preferito parlare attraverso le sue canzoni piuttosto che con le parole.

Lucio Battisti? Non sono mica io! non è solo un volume per i fan più accaniti del pop italiano, ma è una lettura consigliata anche per chi si avvicina al mito di Battisti per la prima volta. Con il suo stile narrativo coinvolgente e il suo approccio fresco, Vinci riesce a rendere la storia di un artista straordinario accessibile e appassionante, ma senza mai snaturare la complessità della sua figura. Un’opera che è, in definitiva, tanto un tributo alla musica quanto un omaggio a un uomo che, più di ogni altro, ha saputo rimanere un mistero.

Per tutti gli appassionati di musica italiana, graphic novel e storie potenti raccontate con un linguaggio nuovo, il 14 gennaio 2025 è una data da segnare assolutamente sul calendario. Con questo fumetto, Antonio Vinci ci permette di entrare nel cuore e nella mente di Lucio Battisti, e di scoprire non solo il suo talento, ma anche l’uomo che si nasconde dietro le sue canzoni immortali.

Francesco e i Passabanda rendono omaggio a Frankenstein Junior con il videoclip di “Matti Like”

Il mondo della musica e della cultura pop si fonde in un progetto tanto originale quanto inaspettato. Il 15 dicembre 1974, una delle commedie più iconiche del cinema, Frankenstein Junior, debuttava nelle sale, lasciando un’impronta indelebile. Cinquant’anni dopo, il 15 dicembre 2024, Francesco e i Passabanda pubblicano sul loro canale YouTube il videoclip di “Matti Like“, un brano che trae ispirazione da quella stessa pellicola cult di Mel Brooks, creando un ponte tra due epoche di follia e genialità.

La magia di Frankenstein Junior è stata tradotta in un video in bianco e nero che omaggia l’estetica dell’originale, ma con una rivisitazione moderna e ironica. Il tema del brano si fonde perfettamente con il mondo di Frankenstein, dando vita a una storia che vede il dottor Frankenstein e il suo fido Igor alle prese con una creatura destinata a far parlare di sé. Non si tratta però del mostro classico che conosciamo, ma di una figura nuova, diventata virale sui social grazie ai suoi comportamenti eccentrici e ai suoi balletti su TikTok. Un mix perfetto di comicità e critica sociale, che esplora la follia della ricerca dei like nel mondo dei social media.

Le riprese del videoclip sono state realizzate nel suggestivo scenario della Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna, grazie al patrocinio del Comune e al supporto entusiasta del sindaco Mattia Galli. Un luogo che, con il suo fascino antico, si presta alla perfezione per ospitare la modernità della storia raccontata. La regia è affidata a Federico Cavallini, giovane e talentuoso regista lombardo che ha saputo dare vita a un progetto coinvolgente e divertente. Il cast è di tutto rispetto, con professionisti del calibro di Mirko Cannella, voce di Rio in La Casa di Carta, e Mauro Asirelli, noto attore e fondatore della scuola di improvvisazione Open Improv. A completare il cast, le attrici Maria Paternesi e Camilla Mancini, quest’ultima già protagonista di videoclip di artisti celebri. Il tutto è arricchito da costumi e trucco curati da Liliana Ceccherini e Chiara Ziveri, mentre la scenografia si distingue per le opere dello scultore Renato Mancini, che ha creato gli originali macchinari del laboratorio. Inoltre, oltre 70 comparse, tra amici e fan di Francesco e i Passabanda, hanno partecipato con entusiasmo al progetto.

La canzone “Matti Like” è un perfetto equilibrio tra intrattenimento e riflessione sociale. Con una ritmica reggaeton coinvolgente, il brano affronta con leggerezza il tema della follia collettiva che pervade i social media, dove la ricerca dei like sembra essere diventata la nuova “ossessione” del nostro tempo. Francesco, il cantautore romagnolo dietro il progetto Francesco e i Passabanda, ha dichiarato con ironia di aver aspettato tanto prima di produrre una canzone reggaeton, tanto che quando ha finalmente deciso di farlo, il genere stava già vivendo un periodo di declino. Un commento che, se da un lato riflette sulla natura effimera delle mode, dall’altro ci offre uno spunto di riflessione più profondo sul mondo in cui viviamo.

La realizzazione del brano ha visto la partecipazione di musicisti e tecnici di grande esperienza. Alessandro Guidi, che ha curato il pianoforte e la pre-produzione, e Ivano Giovedì, sound engineer del Waveroof Studio, hanno lavorato al fianco di Francesco per creare un sound che fosse al tempo stesso fresco e incisivo. A impreziosire l’arrangiamento del brano è stato l’apporto di Nicola Peruch, tastierista di altissimo livello che ha collaborato con artisti del calibro di Cremonini, Zucchero, Ramazzotti, Ligabue e Jovanotti. La canzone, pensata per essere condivisa e apprezzata sui social, non è solo un brano da ascoltare, ma un vero e proprio strumento per far riflettere sul fenomeno sociale che coinvolge milioni di persone ogni giorno.

Francesco e i Passabanda, con la loro lunga carriera fatta di concerti live e videoclip originali, continuano a innovare e a stupire con progetti sempre più interessanti. Il gruppo nasce dalla creatività di Francesco Malagutti, cantautore romagnolo che, attraverso il progetto Francesco e i Passabanda, ha dato vita a una band che fonde elettronica, pop e contaminazioni musicali in un mix unico. I “Passabanda”, nome che richiama l’idea di un filtro che seleziona le frequenze giuste, sono il gruppo di musicisti che collabora con Francesco per concretizzare le sue idee musicali. L’autore ironico e autoironico, come lui stesso ama definirsi, riesce a dare un tocco di leggerezza alle sue canzoni, senza mai rinunciare a una riflessione profonda sulla società contemporanea.

Non è un caso che i video di Francesco e i Passabanda abbiano spesso coinvolto associazioni ed enti locali, come il Comune di Bagnacavallo o l’Associazione Doremì, contribuendo a valorizzare il territorio e la cultura locale. Questo approccio ha reso il progetto ancora più radicato nella comunità, creando un legame che va oltre la musica e si fa cultura.

Il videoclip di “Matti Like” è solo l’ultimo tassello di un percorso che ha visto Francesco e i suoi collaboratori sfidare i limiti del genere musicale e delle convenzioni. Con un lavoro che, tra il serio e il faceto, invita a riflettere sull’epoca dei social media e sulla nostra ricerca di approvazione, il progetto continua a essere un esempio di creatività, impegno e passione per la musica. Non resta che fare un salto su YouTube e scoprire il videoclip che celebra, a modo suo, un’epoca cinematografica e musicale che non smette di affascinare. “Matti Like” è il video che celebra i 50 anni di Frankenstein Junior in una chiave moderna, ironica e tutta da ballare.

Le Ricerche Più Popolari in Italia nel 2024: Tra Geopolitica, Musica e Serie TV

Il 2024 si sta concludendo, e con esso giunge il momento di fare un bilancio delle tendenze che hanno segnato l’anno, almeno in termini di ricerche su Google. Il motore di ricerca più utilizzato al mondo ci offre uno spaccato interessante delle curiosità e degli interessi degli italiani durante questi ultimi dodici mesi, con una panoramica che spazia dai grandi temi geopolitici alle scoperte musicali, passando per i protagonisti della cultura pop e i fenomeni televisivi.

Geopolitica e tensioni internazionali: Non sorprende che, anche nel 2024, gli eventi geopolitici abbiano occupato una posizione di rilievo nelle ricerche italiane. Le tensioni tra Iran e Israele, un tema che continua a essere al centro dell’attenzione internazionale, hanno spinto molti utenti a cercare informazioni sulle implicazioni di questo conflitto. La domanda “Iran attacca Israele” ha registrato un’impennata notevole, così come quella riguardante le azioni militari di Israele contro il Libano. Questo riflette una crescente preoccupazione per la situazione instabile in Medio Oriente, che non smette di preoccupare l’opinione pubblica globale. Anche il fermento legato alle manifestazioni degli agricoltori in Italia e in Europa ha spinto numerosi utenti a cercare risposte, con la frase “Protestano gli agricoltori” tra le query più popolari.

Sport e curiosità: Lo sport, come sempre, ha avuto il suo peso nelle ricerche degli italiani. Il gesto di un atleta che si morde la medaglia ha suscitato molta curiosità, così come la partecipazione della Luna Rossa, la celebre barca italiana, alle competizioni internazionali. La Serie A non è stata da meno: l’esonero di Daniele De Rossi dalla panchina della SPAL è stato un argomento molto discusso, così come il match Genoa-Juventus a porte chiuse, che ha suscitato ampie discussioni tra tifosi e addetti ai lavori.

Musica e cantanti: La musica italiana, così come quella internazionale, ha trovato ampio spazio nelle ricerche su Google. Tra i cantanti più cercati, spiccano nomi che hanno segnato il panorama musicale del 2024: Angelina Mango, che si è affermata come una delle rivelazioni dell’anno, e Ghali, che continua a dominare le classifiche. Geolier, Mahmood, Rose Villain, Fiorella Mannoia, e Ricchi e Poveri sono solo alcuni dei protagonisti che hanno catturato l’attenzione del pubblico, evidenziando una miscela tra nuove promesse e icone senza tempo. La musica non ha confini, e queste ricerche dimostrano quanto gli italiani continuino a essere appassionati di suoni nuovi ma anche di ritorni nostalgici.

Cinema e serie TV: Il 2024 è stato un anno di grande fermento anche nel mondo del cinema e delle serie TV. Tra i film più cercati figurano titoli di forte impatto come Inside Out, Saltburn, Beetlejuice e Oppenheimer, che hanno conquistato il pubblico con storie di grande intensità emotiva e storica. La curiosità degli italiani si è riversata anche su Perfect Days e Deadpool, pellicole che hanno un seguito di fan appassionati e in continuo aumento. Ma è nel mondo delle serie TV che si sono registrate le ricerche più interessanti. In particolare, Baby Reindeer ha catturato l’attenzione di tanti appassionati, seguita da titoli ormai affermati come Mare Fuori 4 e House of Dragon. La crescente attenzione per Fallout, tratto dal celebre videogioco, dimostra l’interesse sempre più forte per le produzioni ispirate a universi digitali.

Un anno di grande curiosità e riflessione: Le ricerche online sono uno specchio della società e delle sue preoccupazioni. Nel 2024, gli italiani hanno dimostrato una curiosità spiccata verso temi di attualità internazionale, ma anche un forte legame con la cultura pop e la musica, che non smettono di affascinare e unire il pubblico. La top ten delle ricerche su Google ci offre uno spunto su come il mondo si evolva, tra conflitti, innovazioni culturali e amori per i classici. Un anno ricco di sfumature, che ha saputo spingere l’Italia a guardare sia al futuro che al passato, con una continua ricerca di significato e di intrattenimento.

Il 2024 si conclude quindi con un panorama digitale vivace e diversificato, che conferma l’interesse degli italiani per tematiche globali e per il mondo dell’intrattenimento, sia esso musicale, cinematografico o televisivo. Una riflessione su quanto il web sia un punto di incontro e un osservatorio privilegiato delle tendenze sociali, dove le passioni più forti e le preoccupazioni più urgenti si intrecciano in un’unica grande narrazione collettiva.

Gli 883 tornano alla ribalta grazie “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”.

La nuova serie “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, disponibile su Sky e sulla piattaforma di streaming NOW, si rivela un affascinante viaggio tra amicizia, musica e sfide, capace di conquistare non solo gli appassionati degli anni ’90, ma anche chi è alla ricerca di storie di crescita e determinazione. Prodotta da Sky Studios e Groenlandia, sotto la direzione creativa di Matteo Rovere e Sydney Sibilia, la serie si presenta come una dramedy brillante che esplora la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto, i fondatori degli 883, e lo fa attraverso otto episodi che combinano umorismo, riflessioni personali e un ritmo incalzante.

Tratta dalla biografia di Max Pezzali, “I cowboy non mollano mai”, la serie ci trasporta nei tumultuosi anni ’90, raccontando il percorso di formazione dei protagonisti. La storia segue Max e Mauro, interpretati rispettivamente da Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, che partono dalla provincia di Pavia e, con passione e determinazione, trasformano il loro amore per la musica in un vero e proprio fenomeno culturale. Un fenomeno che ha segnato intere generazioni, unendo sogni, illusioni e quella ricerca di identità che caratterizzava l’epoca.

La serie non si limita a narrare il successo degli 883, ma esplora anche le difficoltà e le sfide che i protagonisti affrontano, come il tentativo di mantenere viva la loro amicizia di fronte alla crescente fama. Ambientata a Pavia, sullo sfondo di una provincia che pare ostacolare i sogni dei giovani, la storia di Max e Mauro diventa emblematica di quella lotta contro la mediocrità che molti adolescenti hanno vissuto. Qui, la musica non è solo un passatempo, ma un mezzo per affermarsi e per superare i propri limiti.

Il regista Sydney Sibilia, già noto per la sua abilità nel raccontare storie di resistenza e cambiamento, come nella trilogia “Smetto quando voglio” e nei film “L’incredibile storia dell’isola delle rose” e “Mixed by Erry”, riesce ancora una volta a catturare l’essenza di un’epoca. Grazie alla sceneggiatura di Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone, la serie alterna momenti di riflessione e introspezione a sequenze dinamiche che arricchiscono la trama e i personaggi secondari. Ogni episodio è costruito con un ritmo che rispecchia la provincia dell’epoca, ma che accelera al momento giusto, come se fosse una partita sportiva commentata dal vivo.

Non solo Max e Mauro sono al centro della narrazione. La serie dà spazio anche ad altri protagonisti, come gli amici di sempre, che accompagnano i due lungo il loro percorso adolescenziale. A pochi chilometri da Milano, il palcoscenico della musica italiana sta cambiando, con Claudio Cecchetto che sta lanciando nuovi talenti. Proprio a Pavia, Max e Mauro, senza particolari doti naturali ma con una sensibilità creativa unica, riescono a emergere, grazie a una determinazione che li porta lontano, affrontando il mondo dello spettacolo senza esperienza ma con il cuore pieno di sogni.

La scrittura della serie riesce a dipingere in modo perfetto quell’energia degli anni Novanta, per poi offrire un’accelerazione che riporta alla mente le canzoni degli 883, che diventano il vero motore emotivo della trama. Tra i volti noti del cast, oltre ai protagonisti, spicca Roberto Zibetti nel ruolo di Claudio Cecchetto, che rappresenta un punto di svolta fondamentale per la carriera del duo. Le performance degli attori, autentiche e ricche di sfumature, restituiscono al pubblico le emozioni di chi ha vissuto l’adolescenza degli anni ’90 e di chi, come Max e Mauro, ha avuto il coraggio di inseguire un sogno.

Non meno importante è la musica, che gioca un ruolo centrale nella serie. Ogni episodio è infatti accompagnato da una colonna sonora che non solo sottolinea gli eventi, ma riflette anche il profondo legame di amicizia tra i due protagonisti. La musica diventa un elemento che racconta tanto del loro percorso, ma anche della cultura italiana di quegli anni, facendo rivivere i brani che sono diventati iconici e che hanno segnato un’intera generazione. “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” è una serie imperdibile che riesce a trasportare gli spettatori in un viaggio nostalgico e autentico, mescolando umorismo e introspezione. Sibilia e il suo team riescono a regalarci un ritratto vivido di un’epoca che ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale e sociale italiana. Un viaggio che non riguarda solo il passato, ma che parla anche al presente, alle sfide e alle speranze di chi, come Max e Mauro, ha sempre sognato di cambiare il proprio destino.

Giorgio Gaber: il “Signor G.” risuona tra le pagine di PaperSong

Un omaggio a Giorgio Gaber, artista eclettico e voce indimenticabile della musica italiana, attraverso il quarto volume della collana PaperSong di Morsi Editore. Un viaggio tra parole e immagini, alla scoperta di un talento che ha saputo coniugare poesia e impegno sociale, conquistando il cuore di generazioni.

Un’anima poliedrica tra musica e teatro

Dalla musica al teatro, dalla televisione alla politica, Giorgio Gaberščik, in arte Giorgio Gaber, ha esplorato con instancabile passione ogni campo dell’arte, lasciando un’impronta indelebile nella cultura italiana del Novecento. Cantautore, regista, drammaturgo e attore, Gaber ha incarnato il connubio perfetto tra intellettuale colto e artista popolare, senza mai rinunciare alla sua profonda identità artistica.

Un tuffo nella straordinaria carriera di Gaber

Disponibile in preordine fino al 31 maggio, il nuovo volume di PaperSong è dedicato proprio a “Signor G.“. Attraverso un’introduzione ricca e dettagliata a cura di Alessio Fasano, la copertina iconica di Luca Burrasca e le oniriche illustrazioni di Andrea Dalla Barba, l’albo ripercorre la straordinaria carriera musicale di Gaber.

Dalle prime esibizioni al successo e all’impegno civile

Dalle prime esibizioni nei locali milanesi agli anni del successo e dell’impegno politico e sociale, il libro ripercorre i momenti salienti del percorso artistico di Gaber. Un viaggio attraverso i suoi brani più iconici, come “Il conformista“, “La ballata del Cerutti” e “La libertà“, reinterpretati in chiave grafica e sapientemente analizzati.

Un omaggio a un artista visionario

Più che un semplice libro, il volume di PaperSong dedicato a Giorgio Gaber è un vero e proprio omaggio a un artista visionario che ha saputo unire l’arte alla critica sociale e alla riflessione sulla condizione umana. Le tavole grafiche, di grande valore artistico, non si limitano a illustrare i testi delle canzoni, ma ne amplificano il significato, rivelando la profondità del pensiero di Gaber e la sua capacità di cogliere le sfumature dell’animo umano.

Un’opera imperdibile per gli amanti della musica e della cultura italiana

Giorgio Gaber: il ‘Signor G.’ risuona tra le pagine di PaperSong” è un’opera imperdibile per gli amanti della musica italiana, per chi ha amato la poetica di Gaber e per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese. Un viaggio tra parole e immagini, un tributo a un talento senza tempo che continua a emozionare e ispirare.

Milo Manara disegna Elodie. Scopri la copertina del nuovo Album ‘Red Light’

Il celebre fumettista e illustratore italiano Milo Manara, noto per le sue opere e le sue collaborazioni con registi come Federico Fellini e Terry Gilliam, ha prestato il suo talento artistico per creare la copertina del nuovo album di Elodie, “Red Light”.

Elodie ha svelato l’illustrazione attraverso un post in cui ha annunciato il suo nuovo progetto, un album dance o “clubtape”, dove le canzoni fluiscono senza interruzioni. Questo arriva a breve distanza dal suo precedente album “OK. Respira”. Durante una diretta Instagram, Elodie ha mostrato la copertina, esprimendo la sua ammirazione per l’immagine creata da Manara.

L’illustrazione di Manara ritrae Elodie come appare nel video musicale del suo singolo più recente, “A fari spenti”, presentato il 22 settembre. Elodie ha elogiato l’opera d’arte, sottolineando come rappresenti “il corpo come arte, la potenza del corpo femminile, la libertà del corpo femminile”. Ha espresso la sua gratitudine per il fatto che un artista del calibro di Manara comprenda il messaggio che sta cercando di trasmettere attraverso la sua musica e la sua immagine.

Manara ha una lunga storia di collaborazioni con artisti musicali, avendo illustrato in passato le copertine degli album di Biagio Antonacci, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante e molti altri. Nel 2018, i suoi ritratti di alcuni cantautori italiani sono stati esposti durante il Festival di Sanremo. La collaborazione con Elodie è solo l’ultimo esempio del suo contributo al mondo della musica.

Chi sono i Lionfield? I Giustizieri della Cucina Italiana che Conquistano il Web

I Lionfield sono il duo che sta conquistando il web con il loro approccio esilarante e irriverente alla cucina italiana. Dietro al nome ci sono Emiliano Santoro e Matteo Salvatori, due musicisti e content creators di Roma che hanno saputo combinare la loro passione per la musica con un amore viscerale per la gastronomia nostrana. Con 5,7 milioni di follower e 240,1 milioni di “Mi piace”  TikTok, sono diventati i giustizieri della cucina italiana all’estero, che difendono con ironia, creatività e una buona dose di sarcasmo.

La loro carriera sui social ha avuto un’ascesa vertiginosa, ma le radici dei Lionfield affondano in una lunga amicizia che nasce fin dalle elementari, quando Matteo ed Emiliano si incontrarono e cominciarono a condividere la passione per la musica e la creatività. Il nome della band, curiosamente, deriva da una traduzione automatica dall’italiano all’inglese del nome del loro paese natale, Campoleone, una piccola località tra Lanuvio e Aprilia, nella provincia di Latina. Un’interpretazione che rispecchia perfettamente il loro approccio al mondo: tradurre in modo simpatico la cultura italiana in un linguaggio internazionale, soprattutto attraverso le loro reaction alla “cucina italiana” modificata e stravolta all’estero.

I loro video si concentrano sulle varie storpiature che vengono fatte nei confronti dei piatti tipici italiani: dagli spaghetti “non spezzettati” alla pizza non fatta con la farina, ma con l’anguria come base. Armati di un cucchiaio di legno e di una buona dose di umorismo, si scagliano contro queste abberrazioni culinarie, difendendo il vero spirito della cucina italiana. E lo fanno in modo così convincente e divertente che è impossibile non restare affascinati dal loro stile.

In un’intervista hanno dichiarato: “Mettiamo noi stessi e il nostro umorismo in ogni singolo video che pubblichiamo. Quindi sì, quello che realizziamo è un riflesso delle nostre personalità e una celebrazione della cultura italiana. Ma come musicisti, amiamo anche trasmettere le nostre emozioni attraverso la musica.” E infatti, oltre ai video virali, i Lionfield hanno pubblicato cover e brani originali, come il loro ultimo singolo “Bella Ciao”, un omaggio al celebre inno partigiano che ha visto una nuova vita grazie alla serie La Casa di Carta. Tra gli altri brani originali, ricordiamo “Aurora”, “Your Sky” e “Voglia di…tè”.

La storia dei Lionfield è un mix di amicizia, passione per la musica e la cucina, e un pizzico di follia. Nel 2015, entrambi si trasferiscono negli Stati Uniti per frequentare il Berklee College of Music, dove si laureano nel 2019 in Music Performance. È proprio durante il lockdown a Seattle, lontani dalle esibizioni dal vivo, che decidono di aprire un profilo TikTok per condividere la loro musica. E da lì è iniziato il loro viaggio digitale, che li ha portati a lavorare a tempo pieno come autori, musicisti e content creators. Oggi vivono in Italia e continuano a farci ridere con i loro video, ma anche a emozionarci con la loro musica.

Quindi, se li seguite, preparatevi a ridere e a scoprire il lato più ironico e autentico della cucina italiana. E mentre di notte si dedicano alla musica, di giorno Matteo ed Emiliano sono pronti a difendere il buon nome della pasta e della pizza, smascherando chiunque osi travisare le nostre tradizioni culinarie.