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Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Disney+ conferma la terza stagione della serie evento, e sarà pura mitologia nerd

Semidei, tenetevi forte. La saga di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo è lontana dall’essere conclusa, e ora possiamo dirlo con certezza: ci sarà una terza stagione. L’annuncio ufficiale è arrivato direttamente da Disney Branded Television e 20th Television, che hanno confermato il rinnovo della serie ancora prima del debutto della seconda stagione, previsto per dicembre 2025 su Disney+. Una mossa audace, certo, ma anche un segno inequivocabile della fiducia che il colosso dell’intrattenimento nutre in questa produzione. E, diciamolo, dell’amore viscerale che i fan hanno dimostrato fin dal primo episodio.

Il nuovo capitolo della serie sarà basato su La Maledizione del Titano, terzo volume della celebre saga letteraria creata da Rick Riordan e pubblicata in Italia da Mondadori. Chi conosce il romanzo sa bene che si tratta di una delle tappe più epiche del viaggio di Percy, con l’ingresso in scena di personaggi indimenticabili come Nico di Angelo e le Cacciatrici di Artemide, vere e proprie icone per chi ha divorato i libri in adolescenza (o anche molto dopo, senza vergogna). L’attesa è già alle stelle e, sinceramente, come biasimare i fan?

A dare ulteriore peso all’annuncio ci ha pensato Ayo Davis, presidente di Disney Branded Television, che ha dichiarato con entusiasmo quanto la serie abbia saputo conquistare il cuore di spettatori di ogni età fin dal debutto nel dicembre 2023. Davis ha lodato il cast, la produzione e soprattutto il team creativo che sta dando nuova vita al mondo fantastico ideato da Riordan. Un mondo che, diciamocelo, mancava parecchio al panorama fantasy televisivo, troppo spesso dominato da formule ripetitive e prive di vera magia mitologica.

Rick Riordan stesso, penna e anima della saga, ha espresso tutta la sua gratitudine verso la piattaforma e i fan. Le sue parole trasudano passione e soddisfazione: “Siamo così grati di poter continuare la storia di Percy su Disney+. Questa terza stagione esplorerà territori inediti per la serie, portando sullo schermo personaggi attesissimi dai fan. È un segnale fortissimo di impegno da parte di Disney e dimostra quanto affetto la serie abbia ricevuto dal pubblico. Grazie a tutti i semidei sparsi per il mondo!”

Ed è proprio il pubblico ad aver fatto la differenza. La prima stagione ha registrato numeri da capogiro: è stata una delle cinque serie originali più viste su tutte le piattaforme streaming secondo Nielsen. Sui social, l’hashtag #percyjackson ha infranto il muro del miliardo di visualizzazioni su TikTok nel solo primo mese, mentre i canali ufficiali della serie hanno superato i 4,6 milioni di follower. E non dimentichiamo i riconoscimenti: ben 16 nomination ai Children’s and Family Emmy Awards, il Kids Choice Award per Miglior Serie per Ragazzi, e premi per gli interpreti principali, in primis Walker Scobell e Leah Sava Jeffries.

Parlando proprio del cast, la seconda stagione, già completata e pronta a sbarcare su Disney+ a dicembre, porterà con sé nuove facce e nuovi dei. Tra i volti più attesi ci sono Andra Day nei panni di Atena, la madre di Annabeth e dea della saggezza, e Courtney B. Vance che vestirà i fulmini di Zeus. Daniel Diemer sarà il Ciclope Tyson, fratellastro di Percy, mentre Tamara Smart interpreterà Thalia Grace, la potente figlia di Zeus. Completano il pantheon Sandra Bernhard, Kristen Schaal e Margaret Cho nel ruolo delle inquietanti e sagaci Sorelle Gray.

E la trama? Senza fare troppi spoiler, vi basti sapere che Percy e i suoi compagni affronteranno un viaggio ancora più pericoloso. Dopo il ritorno al Campo Mezzosangue, Percy dovrà affrontare la scomparsa di Grover, i misteri legati al fratellastro Tyson, e la minaccia crescente del titano Kronos. Il loro cammino li porterà nel leggendario Mare dei Mostri, un luogo dove l’eroismo viene messo alla prova e dove il destino di Percy si intreccia sempre più con il fato degli dèi.

Creata da Rick Riordan e Jonathan E. Steinberg, la serie vanta una produzione stellare: tra gli executive producer troviamo Steinberg, Dan Shotz, Rick e Rebecca Riordan, Craig Silverstein, Ellen Goldsmith-Vein del Gotham Group e tanti altri nomi di peso del panorama televisivo. La loro dedizione si percepisce in ogni scena, ogni effetto speciale, ogni battuta recitata con convinzione dai giovani protagonisti.

Con il rinnovo per una terza stagione, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo si conferma non solo come uno dei franchise fantasy più solidi del momento, ma anche come un punto di riferimento per una nuova generazione di nerd e geek cresciuti tra miti greci, spade incantate e profezie epiche. Disney+ ha puntato alto e ha colpito nel segno, dimostrando che quando una storia è raccontata con cuore e rispetto per il materiale originale, il pubblico risponde con entusiasmo travolgente.

Allora, cari semidei, è tempo di affilare le spade, rispolverare le copie dei libri e prepararsi a nuove avventure. Percy Jackson è tornato, e il suo viaggio tra gli dei dell’Olimpo è appena cominciato. Che ne pensate? Siete pronti a tuffarvi nella terza stagione o avete ancora il cuore sospeso per le rivelazioni della seconda? Condividete l’articolo sui vostri social e raccontateci le vostre teorie, i personaggi che non vedete l’ora di vedere e le vostre scene preferite!

Cyclades Edizione Leggendaria – Un’avventura tra Divinità, Eroi e Mostri Mitologici

Nel mondo dei giochi da tavolo, pochi sono in grado di trasportare i giocatori in un’epoca ricca di mitologia, strategia e battaglie epiche come Cyclades Edizione Leggendaria. Questa nuova edizione del celebre gioco da tavolo, ideato per 2-6 giocatori, immerge i partecipanti nell’affascinante universo dell’Antica Grecia, dove le divinità, gli eroi e i mostri mitologici non solo popolano le terre, ma diventano i veri protagonisti di una guerra per il dominio delle isole Cicladi. Con una durata media di 60-90 minuti, Cyclades è un gioco che spinge i giocatori a un confronto strategico profondo, in cui ogni mossa può cambiare le sorti della partita. Ma la Legendary Edition porta tutto a un livello superiore, combinando il gioco originale con tutte le sue espansioni in una nuova esperienza di gioco più coinvolgente e dinamica.

Una delle principali novità di questa edizione è la possibilità di scegliere tra tre diverse modalità di gioco, ciascuna pensata per adattarsi al numero di partecipanti e al tipo di esperienza desiderata. La modalità “Classica” permette di giocare con 3-5 giocatori, dove ogni partecipante difende i propri interessi e mira a costruire le proprie metropoli. La modalità “Teamplay” introduce il gioco a squadre, con 4 o 6 giocatori divisi in gruppi di due, che devono cooperare tra loro mentre affrontano gli avversari. Infine, per i duelli uno contro uno, è stata migliorata la modalità “2-players”, che offre una sfida ancora più equilibrata e intensa.

Un altro grande cambiamento riguarda la mappa, che ora è modulare. Grazie a tessere paesaggio che vengono assemblate dai giocatori all’inizio di ogni partita, la mappa cambia ad ogni sessione, rendendo ogni partita unica e offrendo innumerevoli opportunità strategiche. Inoltre, i giocatori ora hanno accesso a sei potenti divinità invece delle cinque originali, aumentando la varietà di azioni e possibilità a disposizione durante il gioco. Le divinità, tra cui Atena, Zeus, Poseidone, Ares, Era e Apollo, offrono poteri unici che influenzano in modo significativo le dinamiche della partita.

Cyclades Edizione Leggendaria introduce anche nuove creature mitologiche e eroi, che si uniscono alla battaglia per il controllo delle isole. Tra queste, la nuova unità mercenari, associata alla dea Era, è particolarmente interessante: i mercenari possono rafforzare le proprie truppe durante le battaglie, offrendo un ulteriore vantaggio tattico. Con l’aggiunta di nuove creature e dei suoi eroi, il gioco si arricchisce di nuove opportunità strategiche, che permettono ai giocatori di esplorare diverse vie per costruire metropoli e ottenere vantaggi decisivi sui campi di battaglia.

Un’altra novità significativa riguarda il sistema delle aste. Nella Legendary Edition, le fasi di asta sono più brevi e dinamiche grazie a una nuova scala di offerte esponenziale. Ogni giocatore deve fare offerte per guadagnare il favore delle divinità, ma solo uno può prevalere per ciascuna divinità per turno. Le decisioni durante le aste diventano quindi ancora più cruciali, e la velocità con cui i giocatori devono adattarsi alle situazioni rende ogni partita più emozionante.

Cyclades Edizione Leggendaria non è solo un miglioramento delle meccaniche di gioco: anche l’aspetto visivo ha ricevuto una cura particolare. Il celebre illustratore Miguel Coimbra, già noto per il suo lavoro su 7 Wonders e Small World, ha ridisegnato tutti gli elementi di gioco, portando una nuova bellezza estetica e una profondità visiva che arricchisce ulteriormente l’esperienza. Con colori vivaci e dettagli accurati, l’atmosfera del gioco immerge i partecipanti in un mondo mitologico che sembra prendere vita ad ogni mossa.

Nel cuore di Cyclades c’è la lotta per costruire due metropoli, un’impresa che richiede abilità, sacrificio e il favore delle divinità. Ogni giocatore deve guadagnarsi la fiducia delle divinità, senza mai trascurare nessuna di esse. Ares consente il movimento delle armate e la costruzione di fortezze, Poseidone governa la marina e consente la costruzione di porti, Zeus permette di ingaggiare sacerdoti e costruire templi, Atena fornisce filosofi e università, e Apollo aumenta il reddito dei suoi seguaci. Solo chi saprà bilanciare le proprie risorse, costruire alleanze strategiche e navigare le insidie delle divinità potrà reclamare la vittoria.

Il gioco non è solo una sfida per la supremazia delle isole, ma anche un’opportunità per esplorare un mondo mitologico ricco di leggende, battaglie e opportunità strategiche. Cyclades Edizione Leggendaria è quindi un titolo imperdibile per chi ama i giochi di strategia, la mitologia e, naturalmente, le sfide epiche.

Un Gioco da Tavolo Che Rimarrà nel Cuore dei Giocatori

La nuova edizione di Cyclades non è solo un remake, ma un’evoluzione che amplia e migliora ogni aspetto del gioco originale. Con la sua combinazione di meccaniche avvincenti, nuove modalità di gioco e una grafica mozzafiato, Cyclades Edizione Leggendaria si presenta come uno dei giochi più promettenti per gli appassionati di giochi da tavolo e per chi cerca un’esperienza coinvolgente, piena di strategia e leggende mitologiche. Che tu sia un veterano della versione originale o un nuovo arrivato nell’arcipelago delle Cicladi, questa edizione è pronta a regalarti innumerevoli ore di gioco e divertimento.

L’Odissea di Christopher Nolan: Un Adattamento Cinematografico da Non Perdere

L’Odissea, una delle opere più iconiche della letteratura mondiale, sta per vivere una nuova vita sul grande schermo, grazie all’intreccio di mitologia, avventura e tecnologia all’avanguardia. Il regista Christopher Nolan, celebre per la sua abilità nel giocare con il tempo e la realtà, ha deciso di affrontare l’epica storia di Ulisse, portando questa leggendaria epopea di Omero nella modernità con una visione cinematografica che promette di restituire la grandiosità e l’intensità del mito.

Un Progetto Ambizioso per il Cinema del Futuro

L’annuncio ufficiale dell’adattamento di L’Odissea è stato dato da Universal Pictures, che ha confermato che il film sarà una vera e propria epica mitologica e action, girata in location mozzafiato in tutto il mondo e supportata dalla tecnologia Imax. La scelta di utilizzare il formato Imax non è casuale: questa tecnologia, nota per la sua capacità di immergere lo spettatore nelle immagini, sembra perfetta per raccontare il viaggio leggendario di Ulisse. La data di uscita del film è fissata per il 17 luglio 2026, con le riprese che inizieranno nel 2025, creando così un’attesa crescente tra i fan di Nolan e della mitologia classica.

Dopo il successo straordinario di Oppenheimer, che ha fruttato a Nolan l’Oscar per il miglior film nel 2024, il regista è pronto a portare una nuova visione di L’Odissea sul grande schermo. L’incontro tra la sua sensibilità cinematografica e la magnificenza di una delle storie più affascinanti della letteratura mondiale è una promessa che non può passare inosservata. Il pubblico può aspettarsi un’esperienza sensoriale senza precedenti, che unisce la narrazione viscerale di Nolan con la potenza emotiva del mito.

Un Cast Stellare per un Viaggio Epico

Accanto alla direzione di Nolan, un altro elemento che sta accendendo l’entusiasmo intorno al progetto è il cast impressionante che accompagnerà questa avventura mitologica. Attori di fama mondiale come Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson e Charlize Theron sono già stati confermati, ognuno pronto a portare sul grande schermo un personaggio mitologico leggendario. Il ruolo di Ulisse è uno dei più discussi, con Matt Damon dato per favorito, anche se non mancano voci che suggeriscono l’eventuale scelta di un attore più giovane come Tom Holland.

La presenza di attori del calibro di Damon e Holland ha suscitato una grande curiosità, alimentando l’attesa per il film. Holland, pur non conoscendo ancora tutti i dettagli del suo ruolo, ha paragonato il progetto all’emozione che provò quando ricevette la chiamata per Spider-Man. Questo entusiasmo, e l’eccitazione per l’incontro tra Nolan e un cast così variegato, contribuiscono a rendere l’attesa per il film un evento globale.

La Magia del Mito e la Visione di Nolan

Una delle scelte più affascinanti di Nolan è la sua intenzione di rimanere fedele agli elementi fantastici e mitologici che rendono unica L’Odissea. Se alcuni adattamenti cinematografici hanno tentato di minimizzare l’aspetto soprannaturale del poema, Nolan ha deciso di abbracciare completamente gli aspetti fantastici della storia, come i ciclopi, le sirene e le divinità. Questo approccio non sorprende, visto il suo stile cinematografico, sempre pronto a sfidare la realtà e a esplorare la dimensione onirica, come già visto in Inception e Interstellar.

In questo film, la componente fantastica non è solo un pretesto visivo, ma diventa un motore narrativo per esplorare temi universali come il destino, la lotta interiore e la ricerca di sé. L’Odissea non si limiterà a essere una storia di avventure, ma si trasformerà in una riflessione profonda sul viaggio stesso, sia fisico che metafisico. Questo mix tra realismo e fantasy offre a Nolan l’opportunità di creare un mondo visivamente spettacolare e, allo stesso tempo, di approfondire la psicologia di Ulisse e il suo epico ritorno a casa.

Il Mito di Ulisse: Un Viaggio Senza Tempo

L’Odissea è stata già raccontata molte volte, con adattamenti che spaziano dal cinema muto del 1911 al film del 1954 con Kirk Douglas, fino ai più recenti tentativi di reinterpretazione, come Fratello, dove sei? dei fratelli Coen. Tuttavia, l’approccio di Nolan sembra destinato a essere unico. La sfida per il regista è quella di fare giustizia a una storia che è già stata raccontata in mille modi, senza rinunciare alla grandezza del mito e portando qualcosa di nuovo.

Con la sua maestria tecnica, Nolan sembra essere pronto a restituire a L’Odissea una visione moderna, ma assolutamente fedele alle sue radici. Il film promette di non solo intrattenere, ma anche di sollecitare riflessioni profonde sulla condizione umana, sulla lotta contro il destino e sulla ricerca della casa, simbolo di pace e di ritorno a sé stessi.

Un’Attesa che Cresce

Il 17 luglio 2026 è la data che tutti gli appassionati di cinema e mitologia stanno segnando sul calendario. Con l’utilizzo della tecnologia Imax, un cast stellare e una narrazione che promette di esplorare la dimensione umana e mitologica, L’Odissea di Christopher Nolan è destinato a diventare uno dei film più amati e discussi del prossimo decennio. La collaborazione tra Nolan e alcuni dei migliori attori della sua generazione, insieme all’intenzione di rimanere fedele alla magia del mito, promette un’esperienza cinematografica che non mancherà di lasciare il segno.

Per chi ama la mitologia, il fantasy e il cinema di qualità, L’Odissea non è solo un film da non perdere, ma un evento che farà riflettere, emozionare e, soprattutto, sognare.

Hercules: The Legendary Journeys compie 30 anni – Un cult intramontabile degli anni ’90

«Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende: gli antichi Dei erano crudeli e meschini. Soltanto un uomo osò sfidare la loro potenza: Hercules. Hercules era in possesso di una forza sconosciuta sulla Terra, una forza superata solo dal suo coraggio, ma dovunque andasse era perseguitato dalla matrigna, Giunone, la potentissima regina degli Dei. L’eterna ossessione di Giunone era quella di annientare Hercules: lui era la testimonianza  vivente dell’infedeltà di Giove. Finché degli esseri umani avessero invocato aiuto, c’era un uomo sempre pronto a correre in loro soccorso incurante delle difficoltà: Hercules».

Compie 30 anni la leggendaria serie “Hercules: The Legendary Journeys”, prodotta dal 1995 al 1999 e vagamente ispirata ai racconti dell’eroe culturale Hercules. In sei stagioni, questo show epico ha conquistato il cuore di milioni di spettatori, diventando uno dei programmi più seguiti nella storia della televisione americana. Preceduta da una serie di film TV nel 1994 — tra cui “Hercules and the Amazon Women”, “Hercules and the Lost Kingdom”, “Hercules and the Circle of Fire”, “Hercules in the Underworld” e “Hercules in the Maze of the Minotaur” — la serie ha gettato le basi per un’avventura televisiva senza precedenti.

Ambientata in una fantastica versione della Grecia antica, lo show vede Kevin Sorbo nei panni del possente Hercules e Michael Hurst in quelli del suo fedele amico Iolao. Insieme, i due affrontano mostri mitologici, divinità capricciose e sfide sovrumane, il tutto condito da un tono avventuroso e spesso ironico. Nei primi episodi, la principale nemica di Hercules è Era (Giunone), la matrigna divina che cerca di distruggerlo servendosi di creature mostruose. Successivamente, il ruolo di antagonista viene assunto dal dio della guerra Marte, per poi passare al male assoluto rappresentato dal dio Dahak nella quinta stagione. La trama, pur discostandosi dalla mitologia classica, crea un universo narrativo unico che mescola elementi fantastici e tematiche universali come il coraggio, l’amicizia e la redenzione.

Prodotta da Sam Raimi, maestro del cinema e creatore della trilogia di “Spider-Man” e “La Casa”, la serie unisce azione, humor e un pizzico di autoironia, elementi che la rendono un cult degli anni ’90. Raimi ha saputo imprimere il suo stile visionario anche nelle scene più spettacolari e nei momenti surreali che spesso sfiorano la parodia. Memorabile è l’episodio ispirato a “Terminator 2”, in cui un elementale d’acqua ricorda il celebre T-1000, dimostrando la capacità dello show di reinventarsi e sorprendere il pubblico.

Un elemento chiave del successo della serie è il carisma del cast. Kevin Sorbo dona a Hercules un equilibrio perfetto tra forza eroica e vulnerabilità umana, mentre Michael Hurst offre un’interpretazione brillante e dinamica nei panni di Iolao. Accanto a loro, personaggi ricorrenti come Autolico (Bruce Campbell), Marte (Kevin Tod Smith), Venere (Alexandra Tydings) e Salmoneo (Robert Trebor) arricchiscono il mondo della serie con performance memorabili.

“Hercules: The Legendary Journeys” ha dato vita a uno spin-off di enorme successo, “Xena: Warrior Princess”, che ha consacrato Lucy Lawless come una delle figure femminili più iconiche della TV. Entrambi gli show, pur essendo prodotti in Nuova Zelanda con un budget modesto, hanno raggiunto una fama mondiale grazie al loro approccio innovativo e alla loro capacità di intrattenere. Inoltre, la serie ha ispirato una versione giovanile del personaggio, interpretata da un allora sconosciuto Ryan Gosling, che ha trovato un suo pubblico e aggiunto un ulteriore tassello al mito di Hercules.

Nonostante il passare degli anni, la serie resta un simbolo di un’epoca televisiva più semplice e diretta, capace di unire spettatori di tutte le età. A trent’anni dal suo debutto, “Hercules: The Legendary Journeys” continua a rappresentare un viaggio nel tempo, un mondo di avventure fantastiche dove ogni sfida era un’opportunità per riscoprire il valore dell’eroismo e della solidarietà. Una celebrazione di leggerezza e immaginazione che, ancora oggi, fa sorridere e intrattiene con la stessa freschezza di allora.

Hades II: un Nuovo Capitolo Magico e Avvincente nel Mondo Sotterraneo

Supergiant Games, lo studio dietro capolavori come Bastion, Transistor e il celebre Hades, sta portando avanti con passione il suo attesissimo sequel. Dopo un lancio in early access previsto per la primavera del 2024, Hades 2 promette di espandere e approfondire l’universo che ha conquistato milioni di giocatori. Mentre l’anno si conclude con una valanga di titoli importanti, il team di Supergiant continua a lavorare a ritmo serrato, offrendo aggiornamenti regolari e facendo trapelare segnali di ottimismo: il futuro di Hades II appare più brillante che mai.

La storia si sposta nell’universo già conosciuto di Hades, ma con un nuovo protagonista. Se nel primo capitolo avevamo seguito le disavventure di Zagreus, ora è il turno di Melinoë, la Principessa dell’Oltretomba. Melinoë non è solo la sorella di Zagreus, ma una figura enigmatica intrinsecamente legata alle forze oscure della mitologia greca. Il suo obiettivo è fermare Chronos, il Titanide del Tempo, tornato con vendetta per punire coloro che lo hanno ostacolato in passato, imprigionando la sua stessa famiglia in un angolo oscuro. Con l’aiuto degli dèi olimpici, Melinoë si addentra in un’avventura che porterà i giocatori a esplorare nuovi regni, svelare armi leggendarie e tessere alleanze divine in un mondo sempre più complesso. Mentre Hades presentava un percorso relativamente lineare, Hades II introduce una varietà di percorsi alternativi, offrendo esperienze di gioco sempre nuove. Ogni run diventa un’esperienza unica, con diverse strade e approcci da scegliere per affrontare la missione.

Ma una delle novità più entusiasmanti è l’introduzione della magia. Sebbene nel primo gioco il focus fosse principalmente sulle armi e sul combattimento fisico, Hades II porta una ventata di freschezza con la magia greca. Melinoë non solo potenzia le sue armi attraverso i poteri degli dèi olimpici, ma può anche incanalare incantesimi e sortilegi che infondono abilità speciali nelle leggendarie Armi della Notte. Il sistema di combattimento diventa così ancora più dinamico, con il giocatore che ha l’opportunità di costruire la propria forza in modi unici e creativi.

Un’altra interessante innovazione è la “Magick Bar”, una risorsa che si ricarica durante il combattimento, permettendo ai giocatori di scatenare potenti mosse magiche. Questo sistema aggiunge una dimensione strategica al gioco, facendo in modo che ogni mossa venga pianificata con attenzione e precisione.

Nonostante tutte le novità, Hades 2 non perde il suo cuore narrativo, che ha caratterizzato il primo capitolo. La trama si svela progressivamente, con alleanze divine, colpi di scena e relazioni familiari complesse che si intrecciano man mano che il giocatore avanza. Ogni successo e ogni fallimento contribuiscono a rendere l’esperienza ancora più coinvolgente.

Nel corso del 2024, Hades II ha ricevuto un importante aggiornamento: l’“Aggiornamento Olimpico”. Questo ha introdotto una nuova regione da esplorare, armi inedite e dialoghi che hanno approfondito ulteriormente la storia. Ma le novità non finiscono qui: nel 2025, è previsto un altro aggiornamento che introdurrà lo “scontro finale” di uno dei percorsi alternativi di gioco, promettendo ulteriori sfide e sorprese. E sebbene la versione definitiva del gioco, la 1.0, non abbia ancora una data precisa, le voci parlano di un lancio ufficiale nel 2026. Fino ad allora, Supergiant continuerà ad affinare il gioco, mantenendo lo stesso livello di cura e passione che ha fatto di Hades un classico.

Per chi non ha ancora avuto la possibilità di entrare nel mondo di Hades II, il gioco è disponibile in early access su Steam e Epic Games Store. Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, il titolo offre già una quantità considerevole di contenuti, garantendo ore di intrattenimento. Questo approccio, già adottato dal team con il primo Hades, ha sempre permesso di affinare il gioco nel tempo, raccogliendo feedback dalla community per migliorare l’esperienza. E la fanbase di Hades 2 continua a crescere, con ogni nuovo aggiornamento che suscita sempre maggiore interesse.

Hades II si prepara a essere un sequel che non solo espande gli aspetti migliori del gioco originale, ma li eleva, introducendo nuove meccaniche, personaggi affascinanti e una trama sempre più intricata. I giocatori sono pronti a intraprendere una nuova, indimenticabile avventura nell’Oltretomba greco. Con ogni nuovo aggiornamento, ci si avvicina sempre di più a quello che si prospetta come un vero e proprio capolavoro nel panorama dei roguelike d’azione.

Quando la Pop Culture diventa Mito: l’Archeologia del Futuro e la Religione del Passato

Immaginiamo uno scenario affascinante e paradossale: siamo nel 6024 e un gruppo di archeologi del futuro dissotterra un’enorme biblioteca sommersa, sopravvissuta ai millenni grazie a condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Tra i reperti, spuntano copie integre de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, fumetti Marvel e registrazioni olografiche della saga di Star Wars. Accanto a questi, una moltitudine di oggetti “rituali”: action figure di Iron Man, spade laser, anelli d’oro incisi con parole misteriose e un’infinità di gadget con l’effigie di Topolino.

Sarebbe inevitabile, per questi archeologi, attribuire un valore religioso a tali ritrovamenti. Proprio come noi oggi interpretiamo i miti del passato, potrebbero ipotizzare che i personaggi di queste narrazioni fossero figure divine o semidivine, oggetto di culto. Se noi vediamo Zeus, Poseidone ed Ercole come divinità, perché i futuri studiosi non dovrebbero pensare lo stesso di Gandalf, Luke Skywalker e Spider-Man?

Dall’Epica Nerd al Mito Sacro

Gli archeologi del futuro potrebbero notare subito una struttura ricorrente in queste storie. Il Signore degli Anelli, ad esempio, è il classico viaggio dell’eroe con il piccolo Frodo, debole ma determinato, che affronta prove sovrumane per distruggere un oggetto maledetto (il “Sacro Anello”) con l’aiuto di saggi, guerrieri e creature magiche. I parallelismi con le epopee classiche (come l’Odissea o l’Eneide) sarebbero innegabili. Anche la Marvel potrebbe essere interpretata in chiave religiosa. Gli eroi come Thor (che già deriva da un’antica divinità nordica) o Doctor Strange potrebbero essere visti come figure mistiche dotate di poteri divini. La presenza del Multiverso, poi, somiglia ai concetti di realtà parallele presenti in alcune teologie esoteriche. I ritrovamenti di migliaia di “idoli” (action figure) raffiguranti questi personaggi porterebbero inevitabilmente a considerarli oggetti di venerazione. E che dire di Star Wars? Con il suo linguaggio spirituale sulla “Forza” (potere invisibile che unisce tutte le cose), il dualismo Luce/Oscurità e la presenza di “sacerdoti guerrieri” (i Jedi), non è forse un prototipo di religione? Le spade laser, poi, potrebbero essere viste come reliquie rituali, esattamente come i bastoni cerimoniali trovati nelle tombe di re e sciamani antichi.

Un Tempio per il Topo Divino

Un’altra scoperta eclatante potrebbe essere il ritrovamento dei resti di Disneyland. Gli archeologi del futuro, dissotterrando queste strutture, troverebbero torri gotiche (il castello della Bella Addormentata), statue di figure umanoidi (Topolino, Paperino e Pippo) e labirinti simbolici (le attrazioni), tutte caratteristiche associate ai luoghi di culto. La scoperta di innumerevoli oggetti con l’immagine di un “topo con le orecchie tonde” porterebbe a una sola conclusione logica per i ricercatori del 6024: l’umanità adorava una divinità a forma di topo. Non sarebbe assurdo pensare che, per gli archeologi del futuro, Topolino e Paperino siano visti come entità zoomorfe adorate dai “popoli dell’Antico Occidente”.

E se fosse già successo?

Ma se tutto questo fosse già avvenuto nel nostro passato? Forse le divinità che oggi consideriamo tali non fossero altro che protagonisti di narrazioni mitologiche (le “saghe nerd” dell’epoca) diventate “religione” con il passare dei secoli. A questo proposito, prendiamo l’esempio dell’Iliade e dell’Odissea, i celebri poemi attribuiti a Omero. Il primo racconta l’ira di Achille e le vicende dell’ultimo anno della guerra di Troia, mentre il secondo segue i viaggi di Odisseo e il suo ritorno a Itaca. Tuttavia, queste due opere non erano affatto le uniche a trattare la guerra di Troia. Esisteva un “ciclo troiano” — una sorta di “universo condiviso” — composto da vari poemi epici che narravano eventi precedenti e successivi all’Iliade e all’Odissea.

Pensate al Ciclo Troiano come a un Marvel Cinematic Universe dell’antichità. Ogni poema era un tassello narrativo autonomo ma interconnesso con gli altri, esattamente come accade nei film Marvel. Esistevano prequel, sequel e spin-off. Tra questi, i Canti di Cipro fungevano da prologo all’Iliade, raccontando il matrimonio di Peleo e Teti, la contesa tra Era, Afrodite e Atena (la famosa “mela della discordia”) e il rapimento di Elena. Dopo l’Iliade, la storia proseguiva con l’Etiopide, che introduceva personaggi “ospiti” come Pentesilea, regina delle Amazzoni, e Memnone, re d’Etiopia, per poi narrare la morte di Achille. Da lì si passava alla Piccola Iliade, un’opera che raccontava l’inganno del Cavallo di Troia e le tragiche morti che ne seguirono. Molti di questi poemi sono andati perduti, e tutto ciò che rimane di loro sono pochi versi e un riassunto scritto dal grammatico Eutichio Proclo nel II secolo d.C. Senza questo riassunto, il nostro sapere sul Ciclo Troiano sarebbe andato completamente perduto. Pensateci: se oggi perdessimo il 90% dei film Marvel e rimanessero solo Avengers: Endgame e una manciata di trailer, come interpreterebbero il nostro “ciclo narrativo” gli archeologi del futuro? Forse concluderebbero che Thanos fosse una divinità malvagia e Iron Man un eroe salvifico adorato dal popolo. Le analogie non finiscono qui. Come nel Marvel Cinematic Universe, anche gli eroi del Ciclo Troiano hanno le loro “origini” e le loro “saghe personali”. Achille, il più famoso di tutti, ha la sua “trilogia” personale che include i Canti di Cipro (dove viene narrata la sua infanzia e la partenza per Troia), l’Iliade (la sua lotta con Ettore) e l’Etiopide (la sua morte per mano di Paride). Anche Odisseo ha la sua “saga personale” con l’Odissea e il sequel perduto noto come Telegonia, dove suo figlio Telegono, nato dall’unione con la maga Circe, finisce per ucciderlo per errore. Questi archetipi narrativi non sono molto diversi da quelli dei moderni supereroi.

Ma ecco il punto cruciale: ciò che per noi oggi è intrattenimento (film, serie, romanzi) potrebbe essere interpretato in futuro come mitologia o religione. E viceversa, ciò che noi oggi chiamiamo “mitologia greca” potrebbe essere stato, in origine, puro intrattenimento. I Greci dell’epoca arcaica ascoltavano i racconti su Zeus, Eracle e Odisseo come noi oggi seguiamo le avventure di Spider-Man o le imprese dei Jedi. Col tempo, però, queste storie sono state rielaborate e caricate di significati simbolici, venendo interpretate come “verità sacre”. E se accadesse lo stesso ai nostri miti moderni?

Oggi, le saghe di Star Wars, Marvel e Il Signore degli Anelli sono seguite con una devozione quasi religiosa. I fan si riuniscono nei “templi” (cinema, fiere del fumetto e parchi tematici come Disneyland) per partecipare a “riti collettivi” (proiezioni, cosplay, eventi di fandom). Alcuni simboli come la spada laser, lo scudo di Capitan America o l’Anello del Potere sono oggetti “sacri” per i fan, proprio come l’egida di Atena o il tridente di Poseidone erano simboli di potere per gli antichi. Se immaginiamo un archeologo del futuro, è facile vedere come egli potrebbe scambiare tutto questo per una religione. D’altronde, noi oggi facciamo lo stesso con gli antichi miti. Non ci sono prove certe che gli antichi greci venerassero Achille come una divinità, eppure abbiamo accettato l’idea che fosse un “eroe mitologico”. Ma se, 4000 anni fa, Achille fosse stato l’equivalente di un moderno protagonista di una “saga epica” trasmessa oralmente, una sorta di Game of Thrones del mondo greco? Forse stiamo leggendo come “religione” quello che era, in realtà, puro intrattenimento.

In fondo, non è poi così assurdo. Forse, nei secoli a venire, i nostri discendenti troveranno i resti di un parco a tema Disney e lo interpreteranno come un tempio dedicato a un “dio topo”. Forse penseranno che Mickey Mouse fosse una divinità universale, simbolo di gioia e spensieratezza, e che il suo “clero” — i lavoratori del parco con le orecchie da topo — fossero i sacerdoti di un culto globale.Se questa prospettiva vi sembra bizzarra, provate a immaginare di spiegare a un antico greco che Spider-Man e Thor fanno parte dello stesso universo narrativo e che migliaia di persone pagano per guardare le loro “imprese eroiche” in sale buie. Probabilmente vi guarderebbe con la stessa perplessità con cui noi oggi guardiamo chi adorava Zeus, Atena e Afrodite. Forse, in fondo, l’essere umano non ha mai smesso di raccontare storie e costruire mondi epici. Solo che oggi, anziché sedere intorno a un fuoco, ci sediamo in una sala cinematografica o navighiamo su piattaforme di streaming. Ma il desiderio di creare miti — e di trasformarli in verità sacre — è rimasto lo stesso.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: la seconda stagione su Disney+ promette avventure epiche

La magia, l’avventura e la mitologia greca continuano a conquistare il pubblico di tutto il mondo. Con oltre 110 milioni di ore trasmesse in streaming, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo su Disney+ ha registrato un successo clamoroso, tanto da essere già rinnovata per una seconda stagione. L’annuncio è arrivato direttamente da Bob Iger, CEO di The Walt Disney Company, durante la presentazione degli utili del primo trimestre dell’anno fiscale 2024. Un segno tangibile del successo che la serie ha ottenuto e dell’entusiasmo che il pubblico ha riservato a questo adattamento.

La seconda stagione si preannuncia ancora più avvincente, portando i fan in un nuovo capitolo della saga ispirato a Il mare dei mostri, il secondo libro di Rick Riordan. In questa nuova avventura, Percy Jackson (interpretato da Walker Scobell) e i suoi compagni Annabeth Chase (Leah Sava Jeffries) e Grover Underwood (Aryan Simhadri) saranno chiamati a una missione pericolosa nel leggendario Mare dei Mostri. Tra mostri mitologici e inganni degli dei, i nostri eroi affronteranno sfide ancora più gravi. Un viaggio che arricchirà ulteriormente l’universo creato da Riordan, donandogli una nuova vita grazie alla sua trasposizione televisiva.

Rick Riordan, co-creatore della saga, ha espresso il suo entusiasmo per il ritorno della serie con un messaggio che promette ancora più emozioni: “Tutti in coperta, semidei! Ci stiamo dirigendo verso il Mare dei Mostri!” Un invito che non lascia dubbi, l’avventura si fa più epica che mai.

In questa seconda stagione, oltre ai volti familiari dei protagonisti, troveremo nuovi talenti. Andra Day, l’attrice candidata all’Oscar per il suo ruolo in The United States vs. Billie Holiday, interpreterà Atena, la dea della saggezza e madre di Annabeth, un ruolo che promette di aggiungere un ulteriore strato di profondità alla trama. Al suo fianco ci saranno Tamara Smart nel ruolo di Thalia Grace, la figlia di Zeus, e Daniel Diemer, che vestirà i panni di Tyson, il fratellastro di Percy. Questi nuovi personaggi arricchiranno l’universo già popolato da protagonisti conosciuti come Charlie Bushnell e Dior Goodjohn, rendendo la seconda stagione ancora più coinvolgente.

La serie, che ha già dovuto fare i conti con una perdita dolorosa, saluterà anche il cambio di interprete di Zeus, ruolo che inizialmente era stato affidato a Lance Reddick, venuto a mancare nel 2023. A sostituirlo ci sarà il talentuoso Courtney B. Vance, scelto per rendere omaggio sia ai libri che all’eredità di Reddick. Il produttore esecutivo Dan Shotz ha dichiarato che la ricerca di un sostituto per questo ruolo è stata difficile, ma quando Vance ha accettato, il team ha sentito che “gli dei stavano ascoltando”. Non vediamo l’ora di vedere come Vance interpreterà questo ruolo iconico.

La produzione della seconda stagione è attualmente in corso a Vancouver, e l’uscita su Disney+ è prevista per il 2025. Durante l’ultima D23 Expo, Rick Riordan insieme agli attori principali ha presentato il primo teaser trailer, suscitando grande entusiasmo tra i fan. Non è difficile immaginare che l’attesa per il ritorno di Percy, Annabeth e Grover sarà lunga, ma sicuramente ne varrà la pena. La qualità della produzione, che ha già impressionato nella prima stagione, sarà mantenuta alta anche nella seconda, con una trama ricca di sorprese e momenti mozzafiato.

Creata da Rick Riordan e Jonathan E. Steinberg, la serie è frutto del lavoro di un team di produttori esecutivi che, dalla prima stagione, ha saputo mescolare passione e competenza per realizzare un adattamento che ha soddisfatto i fan. La seconda stagione promette di continuare su questa scia di successo, mantenendo intatta l’essenza dei libri e arricchendola con nuove emozioni.

Con la prima stagione già disponibile su Disney+, l’attesa per la seconda è palpabile. I fan non vedono l’ora di vedere come verranno affrontate le avventure nel Mare dei Mostri, e con il cast stellare e la qualità della produzione, non c’è dubbio che questa stagione sarà una delle più attese del 2025. Se siete già fan o se vi siete appena avvicinati al mondo di Percy Jackson, preparatevi a un viaggio indimenticabile. Non perdetevi il primo teaser trailer e restate aggiornati per tutte le novità che Disney+ ha in serbo!

Penelope di Sparta: Da Arcane a un’Odissea fantascientifica!

Fortiche Production, lo studio dietro al successo della serie animata Arcane su Netflix, si lancia in una nuova avventura con Penelope di Sparta, un film d’animazione di fantascienza ambientato in un mondo ispirato alla mitologia greca.

Un salto nel futuro con la mitologia greca

Penelope di Sparta rappresenta il primo lungometraggio originale dello studio e segna un’evoluzione emozionante rispetto al loro stile già consolidato. Il film, diretto da Jérôme Combe (co-fondatore dello studio e produttore di Arcane) e Silvia Martelossi (animatrice di Pets 2 e Il Grinch), mescola sapientemente il 2D con la grafica dipinta in 3D, creando un’estetica unica e coinvolgente.

Una storia familiare con una nuova prospettiva

Scritto da Amanda Overton (story editor di Arcane), Penelope di Sparta reinterpreta la storia di Penelope, l’eroina dell’Odissea di Omero. Ambientato in un liceo d’élite popolato da personaggi leggendari come Achille, Elena, Circe, Agamennone e Ulisse, il film esplora la giovinezza di Penelope e la sua missione segreta per liberare Sparta dal dominio di Atene.

Un’eroina complessa in un mondo competitivo

In contrasto con l’atmosfera competitiva del liceo, Penelope si distingue per la sua determinazione e il suo impegno nella missione affidatale dal padre. La sua storia è un viaggio di crescita personale e di scoperta di sé, che la porterà ad affrontare sfide e a prendere decisioni cruciali per il futuro di Sparta.

Un film per tutti gli amanti dell’animazione e della mitologia

Penelope di Sparta si rivolge a un pubblico dai 13 anni in su, offrendo un’avventura ricca di azione, emozioni e riflessioni. La rivisitazione fantascientifica della mitologia greca, unita allo stile inconfondibile di Fortiche, rende questo film un’opera imperdibile per gli amanti dell’animazione e per tutti coloro che desiderano immergersi in una storia epica e indimenticabile.

Preparatevi a salpare per un’avventura indimenticabile con Penelope di Sparta!

I Grandi Miti Greci: I Coatti Supereroi Ellenici di Marcello Mariano

Nell’ambito della letteratura contemporanea, “I Grandi Miti Greci: I Coatti Supereroi Ellenici” di Marcello Mariano, pubblicato da Edizioni Efesto, si impone come un’opera che ridefinisce il genere della divulgazione mitologica. Con uno stile narrativo vivace e intriso di ironia, il libro si propone di demistificare la mitologia greca e romana, rendendola accessibile e piacevole per un pubblico vasto, attraverso un equilibrio perfetto tra conoscenza e umorismo.

Mariano ci guida attraverso le avventure degli dei e degli eroi dell’antichità con una scrittura brillante e pungente, che trasforma i miti in racconti moderni e accattivanti.

Le figure mitologiche, da Apollo a Prometeo, vengono raffigurate con una verve ironica, trasformandole in icone quasi pop, simili ai personaggi di serie TV di successo, e rendendo la mitologia un fenomeno culturale attuale.

Il libro va oltre la semplice raccolta di narrazioni mitologiche; è un atto di sfida alle convenzioni narrative, impregnato di satira. Mariano adotta un linguaggio contemporaneo e spregiudicato, che trasforma le vicende mitologiche in un’esperienza educativa e al contempo esilarante. Le descrizioni vivide e le illustrazioni arricchiscono l’esperienza di lettura, proponendo un approccio innovativo all’esplorazione del mito.

“I Grandi Miti Greci: I Coatti Supereroi Ellenici” si distingue per l’armoniosa fusione di riferimenti alla cultura popolare e ai miti antichi.

Mariano crea un dialogo tra passato e presente, collegando la mitologia classica a elementi della cultura contemporanea, come cinema e fumetti. Questa commistione non solo rende la lettura stimolante, ma avvicina anche i giovani lettori ai temi mitologici, offrendo spunti di riflessione su questioni sociali rilevanti. Ogni racconto si conclude con una morale che, con sottile ironia, stimola la riflessione sulle vicende narrate. Queste conclusioni aggiungono valore a un’opera che bilancia leggerezza e critica sociale. Mariano, attraverso il suo profilo Instagram @marcello_mars_mariano, riesce a offrire una prospettiva fresca e provocatoria sulle storie mitologiche, invitando alla riflessione e al dibattito.

“I Grandi Miti Greci: I Coatti Supereroi Ellenici” emerge come un’opera essenziale e dinamica, che si distingue per l’originalità interpretativa e la capacità di trattare argomenti complessi con una leggerezza che non sacrifica l’umorismo. Il libro invita a una rilettura della mitologia classica, offrendo una chiave di lettura inedita e stimolante, capace di coinvolgere e far pensare il lettore contemporaneo.

La prima stagione di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo

La serie televisiva Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo è finalmente approdata su Disney+ nel dicembre 2023, portando con sé una ventata di freschezza e una fedele reinterpretazione della celebre saga letteraria di Rick Riordan. Per molti fan della prima ora, l’attesa è stata lunga e carica di aspettative, ma la serie non solo ha risposto alle esigenze di chi amava i libri, ma ha anche dato vita a una nuova narrazione visiva, più matura e profonda rispetto ai film precedenti. La regia di James Bobin, Anders Engström e Jet Wilkinson ha saputo rendere giustizia a una trama ricca di mitologia, umorismo e azione, che si sviluppa in maniera avvincente episodio dopo episodio.

La trama ruota attorno a Percy Jackson (interpretato da Walker Scobell), un ragazzo dislessico che scopre di essere un semidio, figlio di Posidone. La sua vita cambierà per sempre quando una folgore appartenente a Zeus viene rubata, e Percy, insieme ai suoi compagni di viaggio, Annabeth (Leah Jeffries) e Grover (Aryan Simhadri), intraprende un epico viaggio attraverso gli Stati Uniti per recuperarla e prevenire una guerra tra gli dei dell’Olimpo. Lungo la strada, i tre ragazzi dovranno affrontare mostri mitologici, prove di coraggio e astuzia, ma anche confrontarsi con la propria identità e trovare il loro posto in un mondo che sembra non averli mai veramente accettati.

Uno degli aspetti che ha reso la serie così riuscita è proprio la fedeltà ai libri di Riordan, un aspetto che, finalmente, si allontana dai deludenti adattamenti cinematografici. Il fatto che l’autore stesso sia stato coinvolto nella supervisione dell’adattamento ha sicuramente avuto un peso fondamentale, garantendo che lo spirito della saga non venisse sacrificato in nome del grande schermo. A differenza dei film, che per forza di cose dovevano comprimere l’intero arco narrativo in un paio d’ore, il formato seriale consente di esplorare più in profondità le relazioni tra i personaggi e le sfumature della mitologia greca, dando spazio a quei dettagli che avevano fatto la fortuna dei romanzi.

Il cast è uno dei punti di forza della serie. Walker Scobell, che interpreta Percy Jackson, riesce a portare sullo schermo il ragazzo insicuro e scanzonato, ma anche l’eroe che cresce, affrontando le sue paure e scoprendo il proprio valore. La chimica con i suoi compagni, Annabeth e Grover, è palpabile e aiuta a rendere la loro avventura credibile e coinvolgente. Leah Jeffries e Aryan Simhadri sono altrettanto convincenti nei loro ruoli, regalando una performance che si distacca dalla semplice “squadra di supporto” per diventare parte integrante del cuore pulsante della serie.

Non meno importanti sono i membri del cast di supporto, che danno vita ad alcuni personaggi iconici della saga. Megan Mullally e Jason Mantzoukas, in particolare, arricchiscono il mondo mitologico con interpretazioni colorite che non mancano di sfumature. La serie non si limita a raccontare la storia di Percy e dei suoi amici, ma arricchisce la mitologia greca con nuovi personaggi e trame, creando un universo narrativo più vasto e complesso che invoglia lo spettatore a voler scoprire di più. Ogni episodio diventa così una porta verso un mondo che non ha mai smesso di affascinare e incuriosire.

Dal punto di vista tematico, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo non è solo un’avventura epica, ma anche una riflessione sulla scoperta di sé, l’amicizia e l’identità. Il tema della dislessia di Percy, pur trattato in modo più superficiale rispetto ai libri, non viene mai dimenticato, e la serie riesce comunque a dare risalto alla difficoltà del protagonista di adattarsi in un mondo che lo esclude, pur avendo doni straordinari. Questa componente, pur non approfondita come nelle pagine del romanzo, rappresenta un punto di raccordo tra i temi universali della saga e il pubblico giovane a cui è principalmente rivolta.

Tecnicamente, la serie riesce a colpire per la qualità degli effetti speciali, che pur non essendo al livello delle grandi produzioni hollywoodiane, riescono a creare l’atmosfera giusta per il tipo di avventura narrata. Le scene di combattimento sono ben coreografate e dinamiche, e riescono a mantenere un buon equilibrio tra l’azione e i momenti di riflessione, che non distraggono mai dall’intensità emotiva della storia. La serie è anche dotata di un ritmo ben strutturato, con ogni episodio che arricchisce e sviluppa la trama principale, preparando il terreno per le sfide future. La possibilità di costruire la storia con calma, episodio dopo episodio, permette una crescita più organica dei personaggi e dei loro archi narrativi.

Una delle notizie più entusiasmanti per i fan della saga è che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione già a febbraio 2024, a meno di due mesi dalla sua uscita. Questo è un segnale di fiducia da parte di Disney+, che ha creduto sin da subito nel progetto, e di un futuro promettente per questa nuova versione televisiva di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo.

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo si rivela un adattamento che soddisfa sia i fan storici della saga che i nuovi spettatori. Con una sceneggiatura curata da Rick Riordan stesso, un cast giovanile che riesce a trasmettere emozioni autentiche, e un’aderenza alla mitologia greca che non manca mai di affascinare, la serie rappresenta un degno erede della saga letteraria. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio, e questa nuova versione televisiva promette di conquistare nuove generazioni di fan, regalando a chi ha amato i libri un’avventura che non smette mai di emozionare.

Alastor: dal mito Greco ad Hazbin Hotel

In “Hazbin Hotel“, l’acclamata serie di Amazon Prime Video, abbiamo conosciuto e adorato Alastor. Un ex speaker radiofonico di New Orleans, in Louisiana, negli anni ’20 e ’30, Alastor nascondava una vita segreta da assassino e cannibale. La sua misteriosa scomparsa nel 1933 per mano di alcuni cani, che ha alimentato il suo odio per queste creature fino ad oggi, lo ha catapultato direttamente all’Inferno. Qui si è trasformato in un demone dalla forma di un cervo e ha iniziato a eliminare i demoni che per secoli dominavano con il suo innegabile potere, nonostante le sue origini umane. La sua fama da “Demone della radio” è stata guadagnata grazie alla sua presenza sulle frequenze radiofoniche, dove diffondeva le sue stragi, facendosi così spazio fra i temuti Signori dell’Inferno.

Il suo stile vocale, unico nel suo genere, ricorda quello di una radio d’epoca degli anni ’20, completo di rumori di sottofondo, risate registrate e una colonna sonora suggestiva. Ma è il suo sorriso costante, che emana autorità e potere, a rendere Alastor immediatamente riconoscibile.

Nonostante le sue tendenze malvagie, Alastor offre il suo aiuto a Charlie per la realizzazione dell’hotel, ma solo per il piacere sadico di vedere i demoni fallire nel tentativo di redimersi. Charlie, nonostante sia a conoscenza della sua fama spietata, accoglie Alastor a braccia aperte, concedendogli di restare all’hotel a condizione che non comprometta le loro aspirazioni. È un accordo rischioso, considerando la reputazione di Alastor, ma Charlie sembra disposta a correre il rischio.

Forse non tutti sanno che la storia di Alastor, tuttavia, ha radici ben più antiche.

Il suo nome risale alla mitologia greca, dove Alastor era associato alla vendetta e alle lotte familiari. Era considerato un genio o, secondo la mitologia romana, uno spirito della casata. La sua storia affascinante narra di un figlio di Neleo, re di Pilo, che dopo essere stato ucciso insieme ai suoi fratelli da Eracle, è stato trasformato in un demone minore. Una combinazione di tragico destino e desiderio di vendetta che l’autrice di Hazbin Hotel, Vivienne Medrano, ha riscritto in maniera perfetta e coerente dimostrando il suo talento ma anche la sua cultura.

La figura di Alastor ha anche fatto la sua comparsa nella cultura popolare in modi diversi. Ad esempio, il celebre cavallo di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, portava lo stesso nome. Il cavallo era conosciuto per la sua bellezza, la sua indomabilità e la sua velocità, richiamando lo spirito temuto della mitologia classica.

La demonologia cristiana ha trasformato Alastor, descrivendolo come il capo esecutore del re dell’Inferno, e trova una menzione nel celebre “Dizionario infernale” di Jacques Collin de Plancy. Il suo nome è stato utilizzato anche in opere letterarie come “Alastor: lo spirito della solitudine”, scritto dal romantico inglese Percy Shelley nel 1816. Questo poema esplora temi come la desolazione, la solitudine e la speranza.

In tempi più moderni, oltre che in Hazbin Hotel, Alastor è presente in altri media. È uno dei personaggi principali della light novel giapponese “Shakugan no Shana“, che ha avuto adattamenti manga, anime e videogiochi. Non solo, Alastor è anche il nome di uno dei boss principali nel videogioco “Painkiller” e di una delle prime armi ottenute da Dante nel primo capitolo della serie videoludica “Devil May Cry”.

In definitiva, che si tratti di mito, di religione, di letteratura o di cartoni animati,  la sua figura affascinante e temuta continua a sfidare il tempo, rendendolo un personaggio cult che non possiamo fare a meno di adorare.

Dizionario Mitologico dell’Antica Grecia

I miti greci vengono descritti in modo semplice e facilmente consultabile, attraverso un piccolo prontuario, un vero e proprio dizionario Mitologico dell’Antica Grecia, dove vengono trattati, in ordine alfabetico, i vari protagonisti dei miti greci. Nel dizionario mitologico sono presenti anche il pantheon classico e le divinità minori. Sono descritti luoghi geografici di primaria importanza, assieme alle più conosciute creature dei miti greci, assieme  alle storie degli eroi che le hanno combattute. Per una lettura piu agevole è consigliabile consultare l’articolo in modalità Pdf, oppure utilizzare il comando” trova” del vostro browser, accessibile con il comando Ctrl+ F.

Acheronte

Il primo dei quattro fiumi infernali. Il suo nome è quello di uno dei figli di Elios (il sole) e Gea (la terra). Costui fu trasformato in fiume da Zeus perché, nella lotta tra Dei e Titani, diede dell’acqua a questi ultimi. E’ un fiume enorme e freddo e può essere attraversato solo con la barca di Caronte. Sulle sue rive si affollano le anime che devono attraversarlo, consce che non torneranno mai più indietro, mentre, isolati, gli ignavi, coloro che in vita non fecero né bene né male, soffrono e si lamentano.

Ade

L’oltretomba, il regno nero ed oscuro dominato da Ades. Qui precipitano le anime dopo la morte e, in base alle loro colpe, sono giudicate e punite. Si immaginava che fosse sottoterra oppure oltre l’immenso oceano, accessibile tramite le più profonde caverne. Era diviso in un antinferno, dove si trovavano, sotto la giurisdizione di Minosse, le anime né buone né cattive, il Tartaro, la parte più buia e profonda dove si trovavano i colpevoli di vari delitti, e l’Elisio, dove vanno le anime dei pii. Il tutto era delimitato da cinque fiumi: l’Acheronte, il Lete, lo Stige, il Cocito ed il Flegetonte. In seguito fu rappresentato in modo diverso.

Ades

Fratello di Zeus e Nettuno, è il sovrano dell’aldilà. Quando infatti lui ed i fratelli si spartirono la terra, a lui toccò in sorte quel luogo oscuro. Vive solitamente nell’aldilà, ma se vuole può uscirne liberamente. Possiede un elmo nero, dono dei Ciclopi, che lo può rendere invisibile. E’ spesso definito come il più odiato dagli Dei, il suo nome in greco significa “invisibile”. Nell’aldilà il suo potere è pressoché assoluto, ma compare poco nei miti e non appare neppure nell’Iliade di Omero. Sua sposa è Proserpina, che egli un giorno rapì, e che vive sei mesi con lui e sei mesi con la madre Demetra.

Afrodite

La Dea dell’amore, della bellezza e della fertilità. Nacque fra le onde del mare, avvolta nella schiuma. E’ moglie di Efesto ma ebbe anche altri mariti e moltissimi figli, tra cui Enea e Cupido. Le erano sacre le colombe e le rose. Afrodite (Venere per i romani) era all’inizio una divinità terribile e violenta, come violento e passionale è l’amore che ella suscita negli uomini, poi, col tempo, la sua figura si mitigò.

Apollo

Il Dio del sole, forse il più potente, insieme ad Atena, fra i figli di Zeus. Era il Dio del sole, fratello di Artemide, Dea della luna, ma era anche il Dio della poesia e della musica, che egli stesso creò, ed infatti era lui a guidare le Muse sul monte Elicona. Apollo puniva i superbi e coloro che osavano sfidare gli Dei, abbattendoli con le sue frecce. Per due volte fu obbligato a vivere temporaneamente come umano, essendo stato punito da Zeus per il suo comportamento (per vendetta uccise i ciclopi, che per Zeus forgiavano i fulmini). Era spesso di aiuto agli uomini, ascoltando le loro suppliche e svelando, seppur in modo velato ed enigmatico, il loro destino tramite l’oracolo che gli era sacro nella città di Delfi. Nell’Iliade scatena un epidemia contro i Greci per punire il comportamento di Agamennone nei confronti del sacerdote Crise. Nella sua vita affrontò ed uccise molti mostri ed ebbe quasi altrettanti amori, fra Dee, ninfe e donne umane. Fra esse Dafne che, per sfuggirgli, si tramutò in un albero, o Cassandra, che ottenne il dono del vaticinio, ma poi lo respinse e fu punita in modo tale che nessuno le avrebbe mai creduto. Apollo però non è solo il Dio del sole, della poesia e della musica, ma anche, in maniera minore, dei pastori, delle greggi, che difendeva dai lupi, delle messi, della medicina, dei navigatori. Ebbe templi ed oracoli in molte città, sia greche che asiatiche. Fra gli animali gli era sacro il delfino.

Aracne

Aracne era una fanciulla, tessitrice abilissima, al punto che osò sfidare la Dea Atena, i cui avvertimenti si rifiutò di ascoltare. Le due gareggiarono in una gara ed entrambe tessero una tela meravigliosa. Quella di Aracne era però più bella di quella di Atena, e quando la fanciulla si vantò della vittoria, Atena, furiosa, strappò il tessuto e la trasformò in un ragno, condannandola a tessere per il resto della sua esistenza.

Ares

Il Dio della guerra (Marte per i latini), ma della guerra violenta, e per questo spesso in contrapposizione con Atena, dea della guerra astuta. In battaglia era armato di lancia e scudo, vestito con corazza ed elmo, ed era circondato da quattro personaggi: Deimos (terrore), Fobos, (spavento), Enio (urlo furioso) e talvolta anche da Eris (Discordia). Era molto potente ma ciononostante risultava spesso sconfitto. Nell’Iliade è persino ferito da un umano, Diomede.

Arpie

Dee della bufera travolgente e distruttrice. Erano immaginate come esseri mostruosi, con grandi ali, viso di donna, corpo di uccello e zampe artigliate.

Artemide

La Dea (Diana nel mondo romano) era la sorella di Apollo e rappresentava la luna. Era bellissima ma devota alla castità, e coloro che insidiavano lei o le ninfe del suo seguito erano puniti con una morte orribile. Appare sempre armata di arco, intenta a cacciare ma anche a punire i malvagi. Le sue frecce, come quelle del fratello Apollo, possono scatenare epidemie. E’ protettrice dei parti, signora degli animali selvatici, specie degli orsi, e talvolta anche dei mostri.

Asclepio

Divinità minore, figlio di Apollo e Dio della medicina e della guarigione. Secondo Esiodo fu fulminato da Zeus per aver riportato in vita un defunto.

Atlas

Atlas (o Atlante) era un gigante che, nella lotta fra Dei e Titani, parteggiò per questi ultimi. Per questo motivo Zeus lo punì obbligandolo a sorreggere per l’eternità l’intera massa celeste sulle sue spalle.

Berenice

Moglie di Tolomeo, fu fatta uccidere dal figlio nel 221 a.C. Si racconta che quando il marito partì per la guerra di Siria, la donna consacrò la sua chioma ad Afrodite perché lui tornasse sano e salvo. Il ricciolo offerto sparì dal tempio e l’astronomo Conone immaginò che fosse stato trasformato in stella, e così chiamò “chioma di Berenice” la costellazione da lui appena scoperta.

Bellerofonte

Eroe di Corinto, considerato figlio di Poseidone (Nettuno). Dovette superare imprese durissime come uccidere la Chimera, un mostro sputafuoco con testa di leone, corpo di capra e coda di drago, o affrontare le Amazzoni, le celebri donne guerriere. Racconta Omero che venne in odio agli Dei perché cavalcando il cavallo alato Pegaso, datogli in dono da Atena, cercò di salire fino al cielo. Zeus lo punì facendo imbizzarrire il cavallo, che disarcionò Bellerofonte, il quale precipitò nel vuoto.

Caronte

“Caron dimonio, dagli occhi di brace” come lo descrive Dante nella Divina Commedia appare nella mitologia come il vecchio traghettatore, figlio dell’Erebo e della Notte, che traghettava le anime attraverso il fiume Acheronte. Le anime dovevano però pagare per farsi trasportare, altrimenti sarebbero rimaste in eterno sulle rive del fiume, e per questo i parenti mettevano vicino ai cadaveri una moneta. Caronte rifiutava di far salire anche i vivi o coloro che non erano stati sepolti. Appare descritto come un vecchio dalla lunghissima barba bianca, vestito da nocchiero e con in mano un lungo remo. La sua origine risale al popolo etrusco.

Castalia

Fonte del monte Parnaso, sacra alle muse. In origine era una fanciulla che, per sottrarsi alla corte insistente di Apollo, si annegò nella fonte che in seguito prese il suo nome.

Cerbero

Cane mostruoso, figlio di Tifone ed Echidna, con tre teste, una coda di drago e vari serpenti sulla schiena. Era il custode dell’aldilà e le anime lo placavano offrendogli del miele che i parenti mettevano nelle loro tombe insieme alla moneta per Caronte. Cerbero attaccava ed uccideva i vivi che cercavano di entrare nell’aldilà. Fu placato sia da Enea che da Orfeo, la cui musica lo ammaliò, mentre Ercole riuscì a sconfiggerlo a mani nude.

Ciclopi

Esseri giganteschi con un occhio solo, popolavano la Sicilia ed erano immaginati come divoratori di uomini. Vivevano di solito vicino ai vulcani, nei quali talvolta lavoravano al fianco di Efesto. Forgiavano i fulmini per Zeus.

Cocito

Uno dei quattro fiumi infernali, descritto a volte come affluente dell’Acheronte, altre come braccio dello Stige, un altro dei quattro fiumi. Esso forma, sul fondo dell’Inferno, l’omonima distesa ghiacciata, nella quale, immersi nel ghiaccio, scontano la loro pena i traditori divini.

Crisaore

Figlio di Poseidone e Medusa, nacque insieme a Pegaso dalla testa mozzata della Gorgone. In seguitò generò Echidna ed il gigante con tre busti, Gerione.

Crono

Padre di Zeus, Poseidone ed Ades, Crono era un Titano, figlio di Urano (il cielo) e Gea (la terra). Seppe da una profezia che uno dei suoi figli lo avrebbe ucciso e per questo li ingoiava alla nascita. Sua moglie Rea però salvò Zeus, sostituendolo con una pietra, e quando il Dio crebbe, sconfisse il padre e liberò i fratelli e le sorelle.

Dedalo ed Icaro

Il costruttore del famoso labirinto della città di Minosse. Su ordine del sovrano, edificò la costruzione, nella quale venne rinchiuso il mostruoso Minotauro. In seguito aiutò Teseo e per questo venne rinchiuso egli stesso nel labirinto insieme al figlio Icaro. I due cercarono di fuggire quando l’anziano inventore creò delle ali con penne e cera. Volando con queste ali i due uscirono dal labirinto, ma, come tristemente noto, Icaro non ascoltò le parole del padre, il quale gli consigliava di non avvicinarsi troppo al sole. Così, quando Icaro salì troppo in alto, il calore del sole sciolse la cera ed il ragazzo precipitò mortalmente in mare. Dedalo invece si salvò e, terminato il volo, atterrò a Cuma, dove edificò un tempio ad Apollo.

Demetra

Demetra (Cerere nel mondo romano) era figlia di Crono e Dea dell’agricoltura, che ella stessa creò, come segno dell’incivilimento degli uomini rispetto a quando erano cacciatori. Era una dea molto potente e venerata, ma il mito più importante che la riguarda è quello del rapimento della figlia Persefone (Proserpina nel mondo romano) da parte di Ades. In preda al dolore, la Dea vagò per il mondo, fermandosi anche nell’Attica, ad Eleusi, presso Atene. La Dea non si rassegnava alla perdita della figlia, la quale aveva mangiato del cibo dell’aldilà e quindi, seppur viva, non poteva più tornare sulla terra. Demetra fece allora calare sul mondo un inverno perenne, i campi si seccavano, gli animali e gli uomini morivano, al punto che Zeus decise di risolvere personalmente la faccenda ed ordinò che Persefone stesse per sei mesi con l’amato Ades e per sei mesi con la madre. Così, i sei mesi in cui Persefone è con Ades sono i mesi invernali ed autunnali, in cui Demetra mostra il suo dolore, mentre i sei mesi in cui la figlia e la madre sono quelli estivi e primaverili. In seguito si svilupparono in onore della Dea i culti Eleusini (i cosiddetti misteri Eleusini), inizialmente di carattere agrario, ma in seguito in essi si vide il tema del morire e del rinascere e, successivamente, il tema dell’immortalità della specie e dell’individuo.

Deucalione

Deucalione fu, insieme alla moglie Pirra, l’unico uomo che si salvò dal terribile diluvio che Zeus scatenò sulla terra. Quando infatti il Dio decise di distruggere l’umanità, ritenuta malvagia e corrotta, Deucalione e Pirra furono gli unici due ad essere trovati giusti e meritevoli della salvezza. Per questo, su consiglio di Prometeo, costruirono un’immensa arca, che galleggiò per nove giorni sulle acque, mentre l’umanità periva. Alla fine del diluvio i due approdarono alla vetta del monte Parnaso. Dopo poco tempo, i due, spinti dal desiderio di ripopolare la terra, consultarono l’oracolo di Delfi e seppero che, per ottenere il loro scopo, dovevano gettare dietro di loro le “ossa della grande madre”, ovvero le pietre (la grande madre è la terra). Così le pietre gettate da Deucalione diventarono uomini, quelle gettate da Pirra, donne, ed in breve la terra si ripopolò.

Dioniso

Dioniso, il Bacco romano, era anche lui una divinità del mondo agricolo, specie delle viti e quindi del vino. Egli rappresenta l’ebbrezza tipica della gioventù, l’irrazionale comportamento che essa comporta. Fra i miti che lo riguardano, ve ne è uno in cui si racconta che fosse in viaggio alla ricerca di un giovane quando fu rapito da alcuni pirati ed imprigionato. I pirati volevano venderlo come schiavo, ma, ad un cenno del Dio, la nave pirata si riempì di viti e tralicci, dai quali colava il vino, mentre sul ponte apparvero leoni e pantere. I pirati si tuffarono in mare, e si tramutarono in delfini. Ad Atene si festeggiavano delle feste in suo onore, le Dionisie, e, ogni quattro anni, le Grandi Dionisie. Appare di solito raffigurato come un giovane barbuto e robusto, vestito da pampini di uva e circondato da un seguito di satiri.

Ecate

Divinità lunare, infernale e marina, con tre teste e tre corpi. Quale Dea marina proteggeva i marinai, come divinità infernale inviava i terrori notturni, i fantasmi e gli spettri. I latini la identificarono con Trivia e posero la sua immagine negli incroci. E’ raffigurata come una donna con lunghi capelli con in mano una fiaccola.

Efesto

Fratello di Ares e figlio di Zeus ed Era, Efesto (Vulcano per i romani) era il Dio del fuoco e di qualsiasi arte della lavorazione dei metalli. Era un fabbro abilissimo, secondo a nessuno, capace di lavorare parimenti bene con entrambe le mani, ed aiutò il padre nella lotta contro il mostruoso Tifeo. Era zoppo e deforme, secondo alcuni perché Zeus, adirato con lui, lo aveva gettato giù dall’Olimpo, secondo altri invece fin dalla nascita. Omero narra che fu Era a gettarlo dall’Olimpo, proprio perché era zoppo. Di fatto visse per nove anni nelle profondità della terra, era infatti padrone anche del fuoco vulcanico, ed aveva la sua sede nell’Etna, dove dirigeva i Ciclopi. Fu Era stessa, vista la sua abilità, a richiamarlo sull’Olimpo. Efesto forgiò il tridente di Poseidone, lo scudo di Ercole, le armi di Achille, le stesse case degli Dei e persino la prima donna, Pandora. Era sposato con la bellissima Afrodite, che però lo tradiva di frequente.

Elisio

Luogo di felicità riservato a coloro che gli Dei sottrassero alla morte, agli eroi ed agli uomini particolarmente giusti. Era attraversato dal Lete, il fiume infernale dell’oblio, ma viene rappresentato in luoghi diversi dai diversi poeti. Secondo Omero ed Esiodo era ai confini della terra, secondo Platone al di là delle Canarie, le “isole fortunate”, da Virgilio al centro degli inferi, da altri filosofi nel circolo solare o lunare.

Eolo

Il Dio di tutti i venti, dalle deboli brezze ai terribili uragani. Secondo Omero viveva su un’isola (Eolia), nelle profondità di una caverna, dalla quale esercitava il suo potere.

Era

Sorella e moglie di Zeus, Era (Giunone) è la divinità femminile più importante, tanto da essere definita “la regina degli Dei”. Gelosissima del marito, non sopportava la sua infedeltà ed abbatteva terribili punizioni sulle sue occasionali amanti. Viene quindi raffigurata come sospettosa, maligna e vendicativa, ma raramente sfida l’autorità del marito, immensamente più potente di lei, che nell’Iliade minaccia di appenderla al cielo a testa in giù. Era comunque protettrice delle matrone e del vincolo coniugale. Le sono sacri, fra gli altri animali, il pavone ed il cuculo. Tra i frutti il melograno.

Eracle

Forse il più famoso fra gli eroi Greci, Eracle (Ercole) era figlio di Zeus e della mortale Alcmena, moglie di Anfitrione. Zeus prese l’aspetto del marito e la ingannò, concependo così Eracle. Era (la Dea) adirata col marito, inviò due serpenti ad uccidere il neonato. Eracle però mostrò subito la sua forza strangolando i serpenti. Già in gioventù compì eroiche imprese, benché costantemente perseguitato dalla matrigna Era, che fece di tutto per ucciderlo. Compì molte imprese e sposò Megara, ma Era lo fece impazzire e così egli stesso uccise la moglie ed i figli. Fra le imprese, le famose dodici fatiche: 1) uccise il leone di Nemea, soffocandolo con le mani, 2) uccise l’Idra di Lerna, un drago le cui teste ricrescevano e si moltiplicavano dopo essere stata tagliate, sigillando i colli mozzati con il fuoco, 3) cacciò il cinghiale di Erimanto. 4) catturò la cerva di Menalo, dotata di corna d’oro e zoccoli di rame. La inseguì per un anno intero, non volendo ucciderla perché era sacra ad Artemide, ed infine la ferì con una freccia. 5) uccise gli uccelli del lago Stinfalo, che avevano artigli, piume e becco di bronzo. 6)conquistò la cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, e per farlo affrontò le amazzoni stesse ed uccise la regina. 7) pulì le immense stalle del re Augia deviando il corso di un fiume. 8) catturò il toro di Creta. 9) catturò i buoi di Gerione, gigante con tre teste, tre busti e sei braccia, ed uccise il gigante stesso. 10) catturò le cavalle di Diomede, animali feroci che divoravano le persone. 11) conquistò i pomi d’oro del giardino delle Esperidi, dopo aver ingannato Atlante. 12) Catturò Cerbero dopo essere entrato nell’Ade ed aver liberato Teseo. In seguito riportò il mostro nell’aldilà, come ordinato da Ades. Vagò per il mondo ed uccise mostri, briganti e tiranni. Prese parte alla spedizione degli Argonauti e compì molte altre imprese. Infine sposò Deianira, ma tempo dopo si innamorò della principessa Iole. Deianira, venuta a conoscenza di ciò, gli inviò una tunica, donatole dal centauro Nisso, che avrebbe dovuto contenere un filtro d’amore che riportasse Eracle da lei. Deianira era però stata ingannata e la tunica conteneva un veleno, così quando Eracle la indossò, fu sopraffatto da un terribile dolore e, fatto costruire un rogo, vi si gettò dentro. Gli Dei però vollero premiarlo per le sue azioni gloriose e lo resero uno di loro. Eracle è raffigurato come un uomo barbuto e muscoloso, armato solitamente di clava.

Erinni

Le Erinni (o Furie) erano tre Dee vendicatrici e terribili. Punivano i delitti di sangue, specie quelli compiuti da familiari. Erano rappresentate come esseri dallo sguardo minaccioso e crudele, con grandi ali, con in una mano una frusta e nell’altra una fiaccola. Attorno alle braccia ed i capelli avevano dei serpenti, che poi lasciavano contro la vittima per bloccarla. I loro nomi erano Megera, Aletto e Tisifone. In seguito divennero più benevole e furono chiamate Eumenidi.

Eris

La Dea della Discordia, figlia della Notte e madre della Carestia, del Dolore e di altri flagelli. Sorella e moglie di Ares, lo seguiva in battaglia. La sua invidia causò indirettamente lo scoppio della guerra di Troia poiché, non essendo stata invitata alle nozze fra Teti e Peleo, gettò vicino ad Atena, Era ed Afrodite una mela d’oro, su cui era inciso “alla più bella”. Come noto le tre Dee litigarono per stabilire chi di loro fosse la più bella, ed alla fine Zeus decise che dovesse essere il pastore Paride, in realtà figlio del re di Troia, Priamo, a decidere chi fosse la più bella fra le tre. Paride scelse Afrodite ed in cambio ottenne Elena, moglie di Diomede, ed il rapimento della donna causò la guerra.

Ermes

Ermes, il latino Mercurio, a volte chiamato Ermete, è un Dio furbo ed astuto. Protettore dei viandanti, degli eroi, custode delle strade, che liberava dagli spiriti maligni, intermediario tra gli uomini e gli Dei, accompagna le anime dei defunti in Ade. E’ patrono delle attività culturali, letterarie e, talvolta, anche di quelle ladresche. Inventò la lira usando un guscio di tartaruga. Di solito appare raffigurato come un giovane, con indosso una tunica ed ai piedi dei calzari alati, che gli permettevano di muoversi ad altissima velocità.

Estia

Identificata con la romana Vesta, è la divinità del focolare, inteso come centro della vita familiare. Non prendeva mai parte a guerre o dispute ed anzi cercava di mantenere la pace tra le varie divinità olimpiche. Sorella di Zeus, propiziava la pace all’interno della casa e della città.

Gea

La Terra, primogenita del Caos, madre di Urano (il cielo) e Ponto (il mare). Indignata per la prigionia dei titani, si unì col Tartaro e generò il mostruoso Tifeo, contro il quale Zeus dovette combattere.

ganimede

 Coppiere degli dei ed amante di Zeus.

Giasone

Capo degli Argonauti, partì con molti eroi alla ricerca del vello d’oro. Nonostante le moltissime peripezie, lui ed i compagni riuscirono nell’impresa, anche grazie all’aiuto della maga Medea, innamoratasi di Giasone.

Gorgoni

Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa. Quest’ultima, a causa della maledizione di Atena, poteva pietrificare chiunque la guardasse in viso.

Hypnos

Il Sonno, fratello di Thanatos, la morte, e figlio della Notte. Hypnos era il padre dei sogni, dei quali era Dio Morfeo. Ovidio, nelle Metamorfosi, descrive la sua reggia come un luogo in cui non c’è alcun suono o voce, nella quale tutti sono immersi in un profondissimo sonno. Nell’Iliade Era invoca Hypnos per far addormentare Zeus e poter intervenire nella guerra fra Greci e Troiani.

Ida

Celebre monte frigio.

Iride

La Dea dell’arcobaleno, messaggera degli Dei come Mercurio. Aveva ali dorate ed un mantello spendente dei mille colori.

Lemuri

Nome generico delle anime defunte, sia di quelle buone che di quelle maligne, conosciute come spettri e fantasmi.

Medusa

La più nota delle Gorgoni e l’unica delle tre ad essere mortale. Si unì a Poseidone e generò una prole di mostri ed esseri malefici. In seguito fu trasformata da Atena in una creatura con serpenti al posto dei capelli, in grado di pietrificare chiunque la guardasse. Sulle ragioni del maleficio vi sono varie versioni, secondo una di esse Medusa fu punita per essersi vantata della sua bellezza, secondo altre fu punita per l’unione con Poseidone, avvenuta proprio in un tempio di Atena. Sta di fatto comunque che dopo il maleficio Medusa iniziò a pietrificare ed uccidere decine di persone, cosicché Atena stessa ordinò a Perseo di ucciderla. Per farlo gli donò uno scudo, in modo che Perseo potesse utilizzare il riflesso per affrontare il nemico senza guardarlo direttamente. Perseo decapitò Medusa, secondo alcuni in battaglia secondo altri mentre la Gorgone dormiva. Dal collo reciso della gorgone nacquero Pegaso e Crisaore. La testa di Medusa fu poi messa sull’Egida, lo scudo di Atena, allo scopo di spaventare i nemici.

Mida

Mitico re della Frigia, regione dell’Asia Minore, che da Dionisio ottenne il potere di trasformare in oro qualsiasi cosa toccasse. Ben presto rischiò di morire di fame a causa del suo dono poiché anche il cibo che toccava si mutava in oro. Chiese perdono a Dionisio che lo liberò. In seguito si trovò ad assistere ad una gara fra Pan ed Apollo, elogiando il primo. Per questo Apollo gli fece crescere delle orecchie come quelle di un asino.

Minosse

Figlio illegittimo di Zeus e re di Creta. Ebbe vari figli e si diceva che avesse colloqui segreti con Zeus stesso. Fece costruire all’architetto Dedalo un labirinto in cui rinchiudere il mostruoso Minotauro. Fu in vita un famoso ed onesto legislatore, ruolo che continuò a mantenere anche nell’Aldilà dal momento che divenne giudice dei defunti con il fratello Rhadamantis ed il re Aiace di Egina.

Minotauro

Mostro con corpo umano e testa di toro che, per varie vicende, giunse neonato a Creta. Minosse lo fece rinchiudere nel labirinto fatto costruire appositamente da Dedalo, ma siccome il mostro si nutriva solo di carne umana, ogni anno gli venivano inviati dei ragazzi e delle ragazze da Atene, come tributo espiatorio. I giovani venivano chiusi nel labirinto e divorati finché l’eroe Teseo uccise il mostro. Egli riuscì poi ad uscire dal labirinto servendosi del filo donatogli da Arianna, figlia di Minosse.

Moira

E’ la Dea della sventura e della morte. In seguito con questo nome chiamate le tre Moire (o Parche), sorelle delle Erinni. Erano figlie della Notte e simbolo del destino. Come detto erano in tre, Cloto, che filava il filo della vita di ogni essere vivente, Lachesi, che decideva le vicende della vita e la sua fine, ed infine Atropo, quella che tagliava il filo e poneva fine all’esistenza di qualsiasi essere. Le Parche rappresentano il Fato, al quale neppure gli onnipotenti Dei possono opporsi, sono rappresentate come tre donne intente a filare la lana o la seta. Secondo alcune rappresentazioni avevano un occhio solo che si scambiavano spesso fra loro.

Muse

Le nove divinità solo le protettrici delle arti, ma anche della scienza. Esse sono Clio, che personifica l’epica e la storia, Melpomene per la tragedia, Talia per la commedia e la satira, Euterpe per la musica aulica (solenne), Tersicore per la lirica corale e la danza, Erato per la poesia d’amore, Polimnia per la lirica (in particolare gli inni) e l’eloquenza, Urania per la didascalia e l’astronomia, e Calliope per la poesia generale ed in particolare la poesia epica. Erano venerate presso alcune fonti, come la fonte Castalia o la fonte Ippocrene, e su alcuni monti, in particolare l’Elicona ed il Parnaso. Non sono molti i miti che le riguardano, eccetto quello in cui giudicarono la gara di canto tra Apollo e Marsia. Proprio in compagnia del Dio del sole furono spesso rappresentate.

Nemesi

Figlia della notte come le Moire, Eris, Hypnos e Thanatos. Era la terribile Dea della vendetta.

Nike

Nike, o Niche, (Victoria in latino) era la Dea della vittoria, compagna di Zeus nella lotta contro i Titani e di Atena nel corso di tante battaglie. La Dea rappresentava la vittoria sia in senso militare che in campo sportivo ed era raffigurata come una ragazza con ali angeliche, la rappresentazione più nota, benché incompleta, è la Nike di Samotracia. Non ci sono miti che la riguardano singolarmente, ma come detto appare spesso in compagnia degli altri Dei.

Notte

Una delle primogenite del Caos, madre delle Parche e di altre divinità. Era temuta persino da Zeus.

Oceano

Il grande fiume che circonda la terra, immaginata piatta, padre di tutti i fiumi. Era un Titano, che nella lotta fra i suoi simili e Zeus parteggiò per quest’ultimo, e sposò la ninfa Teti. Da Oceano derivavano tutte le acque terrestri, inclusi i fiumi, i laghi e le cascate, e persino le acque infernali. Oltre Oceano vi era l’oscurità eterna, e dentro di essa le porte per l’aldilà.

Olimpo

La catena montuosa della Tessaglia, il cui monte più alto raggiunge i 2918 metri. Sulla cima del monte Olimpo vivevano gli Dei. Era descritto come un luogo fantastico, in cui né i venti né le piogge possono giungere, così alto che quando Efesto ne fu scacciato, “precipitò per un giorno intero prima di toccare il suolo”.

Orfeo

Poeta della Tracia, figlio di Apollo e della musa Calliope. Era un suonatore di lira secondo a nessuno, la sua musica incantava non solo gli uomini e gli animali ma persino le pietre e gli altri esseri inanimati. Fece parte della spedizione degli Argonauti e con la sua musica sconfisse le sirene, poi sposò la bella Euridice e fisse felice per un po’ di tempo, finché la ragazza, morsa da un serpente, morì. Non rassegnatosi a perderla, scese nell’aldilà, ammaliò Cerbero e con la sua musica commosse persino Ades e Persefona. I due permisero ad Orfeo di riportare sulla terra Euridice, a patto che non si voltasse mai a guardarla finché non fossero usciti dall’Ade. Orfeo però non seppe resistere alle parole della ragazza, che lo supplicava di girarsi, e così la perse per sempre. Tornato da solo sulla terra fu ucciso dalle donne di Tracia, che non accettavano il suo atteggiamento di distacco nei loro confronti. La sua testa fu gettata in mare e giunse fino all’isola di Lesbo, patria della poesia.

Orione

Gigantesco e bellissimo cacciatore, figlio di Poseidone. Fu accecato per aver sedotto Merope e fuggì in Oriente. Recuperò la vista guardando il sole nascente. Fu trasformato in costellazione dopo la morte, su cui esistono varie varianti. Secondo una fu ucciso per errore da Artemide, secondo un’altra fu punto da uno scorpione inviato dalla Terra, irritata con lui perché si era vantato di voler uccidere tutti gli animali della terra.

Pandora

Uno dei miti più antichi, ambientato all’origine dei tempi, quando l’uomo era da poco sulla terra. Irritato con Prometeo, che agli uomini aveva donato il fuoco ed aveva reso molto più facile la loro vita, Zeus cercò un modo per punire l’umanità con mali fino a quel momento ignoti. Egli fece così forgiare da Efesto con terra ed acqua una donna, bella come le Dee. Tutte le divinità femminili infusero in essa una caratteristica, ma Ermes infuse “mente di cagna ed animo di frode” come narrato da Esiodo. Quando alla fine fu pronta ed ebbe anche il dono della parola, Zeus la chiamò Pandora, perché tutti gli Dei avevano contribuito alla sua creazione (Pan in greco significa “tutto”), e poi la donò al fratello di Prometeo, Epimeteo, il quale la fece sua sposa. Per le nozze, Zeus donò alla donna un vaso di creta, ma le disse di non aprirlo mai, ben consapevole che la donna non avrebbe resistito a lungo alla tentazione. Nel vaso erano infatti rinchiusi tutti i mali, e quando Pandora lo aprì, essi si sparsero fra gli uomini, portando dolori e sofferenze. Pandora cercò di chiudere il vaso al più presto, ma invano. Solo la speranza rimase chiusa nel vaso.

Persefone

(Proserpina per i romani)Figlia di Zeus e Demetra. Un giorno, mentre coglieva i fiori con le ninfe, fu rapita da Ades, alla guida del cocchio infernale, e portata con lui nel regno delle ombre, l’Ade, per diventare la sua sposa. Persefone mangiò del cibo nell’aldilà, e chiunque mangia del cibo nel regno dei morti non può più tornare nel regno dei vivi. La fanciulla inoltre si era innamorata di Ades e desiderava restare con lui. Demetra allora rese sterile la terra e fece calare un inverno perenne, finché Zeus non stabilì che Persefone sarebbe stata per sei mesi con la madre e per sei mesi con l’amato Ades (o secondo alcune varianti per 2/3 dell’anno con la madre e per 1/3 con Ades). Comunque, il periodo in cui Persefone è con Ades, il pianeta subisce i rigori invernali, mentre quando la ragazza è con la madre, i fiori e le messi ricoprono la terra.

Perseo

Figlio di Zeus e Danae. Quando il re Polidette cercò di rendere Danae sua moglie ed ella si rifiutò, il re la rese sua schiava e cercò di uccidere il giovane ordinandogli di uccidere la terribile Medusa, che mutava in pietra chiunque la guardasse in volto. Perseo ebbe però aiuti divini nella missione, Ermes gli donò un falcetto ed Atena uno scudo così brillante da essere simile ad uno specchio. Così, guardando Medusa solo tramite il riflesso dello scudo, Perseo evitò di essere pietrificato e le tagliò la testa col falcetto. Con la testa di Medusa pietrificò poi il malvagio Polidette, ed in seguito la donò ad Atena, la quale la pose sul suo scudo, l’Egida. In seguito Perseo salvò la principessa Andromeda dal mostro inviato da Poseidone e la sposò.

Prometeo

Una delle figure più importanti della Teogonia, Prometeo, secondo quanto narra Esiodo, rubò il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini. Per questo fu punito da Zeus, il quale lo legò ad una rupe mentre un avvoltoio ogni giorno gli rodeva il fegato. Siccome il fegato di Prometeo si rigenerava da solo ogni giorno, il pasto dell’avvoltoio e la sofferenza del prigioniero erano eterni. In seguito però Zeus decise di salvare il nemico di un tempo e così permise ad Eracle di liberarlo. L’eroe abbatté l’avvoltoio con una freccia e spezzò le catene che legavano Prometeo. Un altro mito che riguarda Prometeo, di epoca posteriore al precedente, racconta che l’eroe disse al fratello Epimeteo di distribuire le attitudini e le qualità tra i vari animali. Epimeteo però le diede via tutte e così, non essendo rimasto nulla per l’uomo, Prometeo dovette togliere agli animali parti di queste facoltà per poterle dare agli esseri umani.

Proteo

Divinità marina, figlio o servo di Poseidone, aveva doti profetiche, ma lo si poteva obbligare a fare rivelazioni solo sorprendendolo nel sonno e legandolo. Aveva anche il potere di mutare forma in qualsiasi cosa volesse. Dal suo nome proviene l’aggettivo proteiforme, che intende una cosa dai molteplici aspetti.

Rhadamantis

Fratello di Minosse, figlio di Zeus ed Europa, Rhadamantis (o Rhadamanto) fu assegnato insieme ad Aiace ed al fratello stesso al giudizio delle anime nell’aldilà.

Rea

Rea (o Cibele) era la moglie di Crono e madre di Zeus, Poseidone, Ade, Era, Demetra. Riuscì a salvare Zeus dal marito, il quale ingoiava tutti i figli alla nascita, sostituendolo con una pietra ed nascondendolo nell’isola di Creta, dove il Dio crebbe e divenne più forte del padre. Le erano sacri i leone, che infatti trascinavano il suo carro, ed aveva in testa una corona fatta di torri.

Scilla

Un tempo bellissima fanciulla, Scilla respinse l’amore del Dio minore Glauco, il quale si recò da Circe per avere un filtro d’amore. Circe però amava Glauco e, gelosa di Scilla, preparò un filtro terribile e, recatasi a Reggio, sulla costa dello stretto di Messina, lo versò nella grotta in cui la ragazza soleva andare per ripararsi dal sole o dalla burrasca. Così quando Scilla si recò nella grotta, si trovò circondata da cani feroci, che divennero parte del suo corpo. Su questo punto ci sono varie versioni, secondo alcune le creature erano serpenti e non cani, secondo altre si trattava di sei bestie differenti, ma comunque tutti i miti concordano che la ragazza si stabilì sullo stretto e, quando passavano le navi, le bestie uccidevano i marinai e se ne nutrivano. Siccome sull’altro lato dello stretto vi era la minaccia di Cariddi, il passaggio era molto pericoloso da attraversare.

Sirene

Fanciulle bellissime, erano immaginate, ai tempi di Omero, con corpo ed artigli di uccelli ma volto di bellissime donne. Pare che in origine fossero le ninfe che erano in compagnie di Persefone quando Ades la rapì, e che subirono questa punizione da parte di Demetra perché non avevano difeso la fanciulla. Simboleggiano la superficie calma ed ingannevole del mare, ma anche gli allettamenti ingannevoli che la vita offre. Il loro canto splendido ammalia i naviganti, le cui navi si frantumano sugli scogli causando la morte di tutto l’equipaggio. Pochi riuscirono a superarle, Orfeo le ammaliò con la sua musica durante la spedizione degli argonauti mentre Ulisse tappò le orecchie degli uomini del suo equipaggio con della cera (ma non le sue. Volendo sentire il canto, si fece legare all’albero maestro ordinando ai suoi uomini di non slegarlo assolutamente). Pare che, avendo fallito contro di lui, le sirene si gettarono in male e si suicidarono.

Stige

Uno dei fiumi infernali. Secondo Esiodo era una Dea che viveva negli inferi con Ades e Persefone. Sempre Esiodo la definisce “tremenda Dea, che i Numi evitano” ed infatti il suo potere era temuto da tutti. Il giuramento fatto dagli Dei in nome di Stige è solennissimo, nessuno può infrangerlo o sarà punito restando senza respiro per un anno e non potendo mangiare nettare ed ambrosia. Oltre a ciò sarebbe anche dovuto restare nove anni lontano dal concilio degli Dei.

Thanatos

La morte, fratello di Hypnos e figlio della notte. Pericolosa e temuta dagli uomini è rappresentata come un bambino alato che stringe in mano una fiaccola spenta, segno di lutto, o che ha in braccio un eroe caduto.

Teseo

Eroe greco, già a sedici anni compì grandi imprese mentre era in viaggio verso Atene per farsi riconoscere dal padre Egeo. Uccise numerosi nemici, tra cui Perifete, che uccideva i viandanti a colpi di mazza di ferro, e Pitiocampe, che invece legava i viandanti a due pini vicini, uniti da una fune, poi tagliava questa corda cosicché i pini tornavano diritti ed il viandante era smembrato in due. In seguito Teseo raggiunse il padre e lo liberò dalla maga Medea. Poco tempo dopo compì la sua più famosa impresa uccidendo il Minotauro con l’aiuto della bella Arianna. Abbandonata la fanciulla, tornò ad Atene e causò involontariamente la morte del padre. I due prima della partenza del ragazzo avevano infatti concordato che, se avesse vinto, avrebbe alzato sulla sua nave delle vele bianche, se fosse morto l’equipaggio avrebbe lasciato le vele nere con cui l’imbarcazione era partita. Per errore furono lasciate le vele nere ed Egeo, convinto che il figlio fosse morto, si uccise. Teseo divenne re di Atene e compì molte altre imprese, alcune in compagnia dell’amico Eracle, col quale partecipò al viaggio degli Argonauti ed affrontò le Amazzoni. Fu in seguito espulso da Atene e morì ospite dal re di Sciro. Il suo corpo fu riportato ad Atene, dove gli fu eretto un tempio.

Venti

Divinità minori, vivevano nella grotta di Eolo e servivano il loro padrone. I principali erano Borea, spirante dal Nord, Austro (Scirocco) vento del sud, Zefiro, vento di ovest, ed Euro, vento dell’est.

Zeus

Il più potente fra tutte le divinità Olimpiche, padre della maggior parte degli Dei, tra cui Atena ed Apollo. Zeus (Giove per i romani) era figlio di Crono, lo sconfisse e ne prese il posto, salvando i fratelli e le sorelle che Crono aveva inghiottito. L’unico essere superiore a Zeus era il fato, e degli ordini del fato Zeus era solo un esecutore, senza potercisi opporre. Signore delle forze atmosferiche, Zeus domina le piogge, le nubi ed i fulmini, che, forgiati dai Ciclopi, sono la sua arma più usata. Zeus dispensa nel mondo i beni ed i mali, è testimone dei giuramenti e padrone dell’ospitalità. Insieme ad Apollo è una delle poche divinità capace di leggere il futuro, che poi trasmette agli uomini, in maniera velata, con i suoi oracoli. Testimonianza della sua forza è la sfida che, nel canto VIII dell’Iliade, lancia agli altri Dei nel caso si fossero opposti alla sua volontà “Una catena d’oro sospendete dal cielo e tutti ad essa attaccatevi insieme, sia Dei che Dee ; Pur non riuscireste a trarre giù dal cielo sopra la terra il sommo duce Zeus, anche se molto e a lungo vi sforzaste ! Se invece anch’io, quando ne avessi voglia, tirar volessi, io su vi tirerei con tutta la terra e tutto il mare ed intorno ad una vetta dell’Olimpo legherei la catena, e tutto allora così sospeso resterebbe. Così tanto io sovrasto i Numi !” Zeus era sensibilissimo alla passione amorosa, centinaia furono le sue compagne, sia donne umane, sia ninfe, sia Dee, e per questo era costante la gelosia della moglie e sorella Era, la quale poi si vendicava sulle fanciulle che il marito amava. Fra le sue compagne vi furono Demetra, che poi generò Persefone, Latona, da cui nacquero Apollo e Diana, Maia, da cui nacque Ermes, Semele, che gli generò Dionisio, Alcmena, da cui nacque Ercole. Fra gli animali gli era sacra l’aquila, fra le piante la quercia.

Assassin’s Creed Odyssey: un viaggio epico nell’Antica Grecia

Assassin’s Creed: Odyssey rappresenta uno dei capitoli più ambiziosi e rivoluzionari della saga targata Ubisoft, trasportando i giocatori nell’Antica Grecia durante il turbolento periodo della Guerra del Peloponneso. A differenza dei precedenti titoli della serie, questo capitolo si discosta dalle classiche meccaniche stealth che hanno reso celebre il franchise per abbracciare una dimensione ruolistica più marcata, con una narrazione ramificata e la libertà di scelta nei dialoghi.

La trama segue le vicende di un guerriero spartano esiliato, Alexios o Kassandra a seconda della scelta del giocatore, discendente del leggendario re Leonida I. L’intreccio narrativo si snoda tra intrighi politici, battaglie epiche e la ricerca della propria famiglia, intrecciandosi con le misteriose vicende degli Isu, la civiltà ancestrale alla base della mitologia della saga. Odyssey si configura come un prequel di Assassin’s Creed: Origins, ambientato circa 400 anni prima degli eventi che portarono alla nascita della Confraternita degli Assassini. Questo significa che le dinamiche legate alla setta non sono ancora presenti, mentre il focus è posto sugli artefatti degli Isu, in particolare sulla Lancia di Leonida, che sostituisce la classica Lama Celata.

Il mondo di gioco si estende attraverso una vasta mappa open world che riproduce fedelmente la macchia mediterranea con colori vibranti e paesaggi mozzafiato. I giocatori possono esplorare liberamente a piedi, a cavallo o in barca, attraversando le città-stato più iconiche della Grecia classica come Atene, Sparta e Delfi. Le battaglie navali, già apprezzate in titoli precedenti come Black Flag, fanno il loro ritorno in una versione aggiornata, permettendo di reclutare tenenti per migliorare le capacità della propria nave. Un’altra innovazione significativa è l’introduzione delle battaglie di conquista, in cui il giocatore deve guidare il proprio esercito per ottenere il controllo di una regione.

Dal punto di vista del gameplay, Odyssey mantiene le solide fondamenta introdotte da Origins, migliorando ulteriormente il sistema di combattimento. Le meccaniche di parata e schivata restano centrali, ma l’aggiunta di nuove abilità speciali rende gli scontri più dinamici e spettacolari. Le opzioni di personalizzazione del personaggio si espandono grazie a un profondo sistema di crafting e progressione, che consente di adattare il proprio stile di gioco alle diverse situazioni.

Una delle innovazioni più rilevanti riguarda il comparto narrativo. Odyssey è il primo capitolo della saga a introdurre dialoghi a scelta multipla, che influenzano direttamente il corso degli eventi e le relazioni con i personaggi non giocanti. Questo sistema permette una maggiore immersione e personalizzazione dell’esperienza, rendendo ogni partita unica. Tra le opzioni di dialogo figurano anche scelte romantiche, che permettono di intraprendere relazioni con alcuni personaggi del gioco, indipendentemente dal genere del protagonista selezionato.

Tuttavia, questa svolta verso una componente ruolistica più marcata ha diviso la fanbase. Mentre alcuni giocatori hanno apprezzato la maggiore libertà d’azione e il senso di progressione, altri hanno criticato l’allontanamento dalle radici della saga, accusando il titolo di aver sacrificato l’essenza stealth e investigativa in favore di un gameplay più action-oriented. Anche la dimensione della mappa ha suscitato opinioni contrastanti: se da un lato offre un’immersione senza precedenti nell’Antica Grecia, dall’altro risulta dispersiva, con un eccesso di attività secondarie che talvolta rischiano di appesantire il ritmo del gioco.

Un aspetto controverso riguarda le microtransazioni. Ubisoft ha introdotto pacchetti “Time Saver” che permettono di ottenere potenziamenti e risorse con valuta reale, sollevando dubbi sulla bilanciatura del gioco. Sebbene non siano strettamente necessarie per completare l’avventura, la loro presenza ha alimentato il dibattito sull’impatto delle monetizzazioni nei giochi single-player.

Nonostante le critiche, Assassin’s Creed: Odyssey si conferma un titolo di grande spessore, capace di offrire un’esperienza avvincente e coinvolgente. La sua ambientazione ricca di dettagli storici, il comparto tecnico impressionante e la profondità delle scelte narrative lo rendono uno dei capitoli più ambiziosi della serie. Con il suo mix di esplorazione, combattimento e narrazione interattiva, Odyssey rappresenta un punto di svolta per il franchise, proiettandolo in una nuova era all’insegna del gioco di ruolo e dell’open world.

Xena: Principessa Guerriera – L’epica leggenda che ha conquistato i cuori nerd

« Al tempo degli Dei dell’Olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la libertà. Finalmente arrivò Xena, l’invincibile principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie. La lotta per il potere, le sfrenate passioni, gli intrighi, i tradimenti furono affrontati con indomito coraggio da colei che, sola, poteva cambiare il mondo »

Ci sono serie tv che non si limitano a intrattenere: ti entrano nel cuore, si intrecciano con la tua crescita e, col tempo, diventano parte della tua identità nerd. Una di queste, senza alcun dubbio, è Xena: Principessa Guerriera. Tra il 1995 e il 2001, questo incredibile fenomeno fantasy-mitologico ha saputo scolpire il suo nome nella storia della televisione, conquistando una legione di fan in tutto il mondo.

Nata come spin-off dell’altrettanto popolare Hercules: The Legendary Journeys, Xena prendeva vita su schermo come un’antagonista carismatica, una signora della guerra dal passato oscuro, interpretata dall’indimenticabile Lucy Lawless. Ma il pubblico non tardò a innamorarsi di lei. Così, da nemica di Hercules, Xena divenne protagonista della sua epica personale: un viaggio di redenzione attraverso l’antica Grecia (e oltre), accompagnata dalla giovane e brillante Olympia, portata sullo schermo da Renée O’Connor. Tra le due nasce un legame fortissimo, un’amicizia che sarebbe diventata uno dei pilastri emotivi della serie e che, per molti fan, ha assunto sfumature romantiche, rendendo lo show un’icona ancora più potente all’interno della comunità LGBTQ+.

Girata in Nuova Zelanda, molto prima che diventasse famosa grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli, Xena ha saputo creare un mondo visivamente affascinante e vibrante, giocando liberamente con le epoche, le mitologie e la storia reale. Il risultato? Un affascinante pastiche dove Omero ancora giovane riceve incoraggiamenti da Olympia, la caduta di Troia viene rivisitata con la presenza delle nostre eroine e Xena stessa diventa il capo dei pirati che cattura nientemeno che Giulio Cesare. Questo meraviglioso e volutamente anacronistico intreccio di eventi reali e leggende immortali ha dato alla serie un’identità unica e inconfondibile, consacrandola a cult assoluto degli anni Novanta.Ma non è solo la cornice mitologica a rendere Xena un gioiello senza tempo. Il vero cuore pulsante della serie è la sua capacità di spaziare tra toni e generi con una naturalezza sorprendente. Un episodio poteva essere un’intensa tragedia greca, quello successivo una farsa esilarante degna di una commedia slapstick. Tematiche profonde come la redenzione, il valore della vita umana, il sacrificio personale e la libertà individuale si intrecciavano con momenti di puro intrattenimento, dando vita a una narrazione mai prevedibile e sempre appassionante.

A rendere ancora più indimenticabile questa epopea c’era lo stile visivo: costumi iconici, scenografie mozzafiato e il tema musicale epico firmato da Joseph LoDuca, che ancora oggi basta a far venire i brividi a chiunque abbia amato la serie. Nonostante un budget che oggi definiremmo modesto, Xena sprizzava inventiva da tutti i pori. Le coreografie dei combattimenti erano spettacolari, gli effetti visivi riuscivano ad essere creativi e funzionali, e alcuni episodi, come l’ambizioso musical “The Bitter Suite” o il controverso finale “A Friend in Need”, rappresentano tuttora esempi di televisione sperimentale capace di osare come poche altre produzioni.

L’universo di Xena non sarebbe stato così ricco senza il variegato cast di personaggi secondari che lo popolava. Avversari formidabili come Marte, interpretato da Kevin Tod Smith, o la spietata e affascinante Callisto, impersonata da Hudson Leick, aggiungevano livelli ulteriori di conflitto e dramma. Allo stesso modo, amici fidati come Autolico, il re dei ladri con il volto di Bruce Campbell, e Corilo, il dolce e buffo fratello di Ares interpretato da Ted Raimi, portavano leggerezza e simpatia nei momenti più oscuri della narrazione.

Con il passare degli anni, Xena: Principessa Guerriera ha continuato a vivere nel cuore dei fan, diventando un simbolo di forza, libertà e resilienza. Non era solo una storia di spade e mostri: era una celebrazione della possibilità di cambiare, di lottare per il bene anche dopo aver conosciuto il male, e soprattutto di trovare nella connessione umana — amicizia, amore, lealtà — il motore che spinge ogni eroe a combattere.

Se anche voi, come me, sentite ancora il richiamo di quella inconfondibile sigla di apertura e delle urla di battaglia di Xena, vi invito a condividere questo articolo sui vostri social e raccontare: qual è il vostro episodio preferito? Quale momento di Xena vi ha fatto battere il cuore più forte? Dai, risvegliamo insieme la leggenda della Principessa Guerriera!