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Ferie Permettendo alla scoperta delle location di Guerre Stellari in Tunisia: il vero Tatooine e le meraviglie del deserto

Nel cuore di un’epopea spaziale che ha segnato intere generazioni, l’universo di Star Wars è riuscito a fondere in modo sublime la fantascienza con l’avventura, dando vita a una serie di pianeti iconici che hanno catturato l’immaginario collettivo. Tra questi, uno dei più noti e amati è Tatooine, il pianeta desertico dove la saga ha avuto inizio e che ha visto la nascita di alcune delle figure più leggendarie dell’universo di Star Wars, come Anakin e Luke Skywalker. Ma mentre milioni di fan sognano viaggi intergalattici, i veri esploratori del mondo dei nerd come Giulia “Juppina” e Paolo (Ferie Permettendo) si sono imbarcati in una rotta iperspaziale che li ha portati proprio lì: non in una galassia lontana lontana, ma in Tunisia. E sì, la Tunisia è il luogo che ha dato vita a Tatooine, seppur non in un contesto sci-fi, ma in un angolo affascinante del nostro pianeta, dove il deserto e le formazioni rocciose hanno fatto da sfondo a alcune delle scene più celebri della saga.

Tatooine, come molti sanno, è un pianeta dominato da sabbia e roccia, un luogo arido e inospitale, ma che ha visto crescere eroi destinati a cambiare il corso della galassia. La sua iconica posizione nel cuore della trilogia originale di Star Wars lo ha reso un simbolo stesso della saga. E mentre nella finzione, Tatooine è stato a lungo sotto il controllo degli Hutt, della Repubblica, dell’Impero, e infine dei Ribelli, nel mondo reale il suo nome è stato ispirato dalla città tunisina di Tataouine. Questo affascinante legame tra realtà e finzione è un richiamo irresistibile per ogni appassionato, che non può fare a meno di scoprire i luoghi reali che hanno dato vita a questo pianeta leggendario.

La Tunisia, infatti, è la patria di diverse location che hanno fatto da sfondo a Star Wars. Da Tataouine, che ha ispirato il nome del pianeta, a Matmata, il villaggio dove le case troglodite sono state trasformate nella casa di Owen Lars, il padre adottivo di Luke Skywalker. Non solo, Ksar Hadada, Medenine, e Ksar Ommarsia sono altre località dove sono state girate scene che hanno segnato la storia del cinema. Ogni angolo della Tunisia sembra raccontare una parte di Star Wars, come se George Lucas, quando ha girato il primo film della saga, avesse scelto quest’area per evocare l’atmosfera unica di Tatooine, con la sua aridità, le formazioni rocciose e l’atmosfera desolata.

Un luogo imperdibile per chiunque voglia rivivere le scene più iconiche della saga è l’hotel Sidi Driss, a Matmata. Qui, infatti, è stata realizzata la scena della casa di Luke, che in Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza vediamo nel deserto di Tatooine. Oggi, l’hotel ospita i visitatori in un ambiente che, pur ristrutturato, mantiene il fascino di un luogo che ha visto il passaggio dei più grandi eroi di Star Wars. Sebbene l’esterno della casa di Luke sia stato girato in un’altra location, l’interno è divenuto uno dei punti di pellegrinaggio per ogni fan della saga. Un po’ più lontano, tra i villaggi di Ksar Hadada e Ksar Ommarsia, è possibile vedere i luoghi che hanno ospitato la casa di Anakin Skywalker, mentre Medenine ha fatto da sfondo agli esterni del quartiere degli schiavi di Mos Espa, la città natale di Anakin.

Il fascino delle location tunisine non si limita solo alla loro funzione da set cinematografico, ma abbraccia anche la cultura e la storia della regione. La Tunisia, infatti, è stata il cuore di altre pellicole iconiche, tra cui Il Paziente Inglese, Predatori dell’Arca Perduta e Il Principe del Deserto. Le antiche strutture tunisine, come gli ksar (antichi granai fortificati) e le grotte di Matmata, sono diventate famose nel mondo intero per la loro bellezza e per il legame con un’epoca lontana, sia storicamente che cinematograficamente. Questi edifici, in una simbiosi perfetta con l’ambiente circostante, sembrano essere stati creati appositamente per ospitare le vicende di Star Wars.

La visita di queste location, con la loro forte impronta storica e cinematografica, è un viaggio che ogni appassionato di Star Wars dovrebbe intraprendere almeno una volta nella vita. Non solo per la bellezza paesaggistica, ma anche per l’emozione di essere immersi in un mondo che ha fatto sognare milioni di persone. Per gli appassionati italiani, l’esplorazione dei luoghi di Star Wars non si limita alla Tunisia: anche nel nostro paese sono state girate scene indimenticabili. Ad esempio, la Reggia di Caserta, che nel film diventa il Palazzo Reale di Naboo, o il Monte Etna, dove si è svolta la battaglia tra Anakin e Obi-Wan in Episodio III – La vendetta dei Sith.

Ma tornando a Tatooine, chiunque visiti queste terre si troverà di fronte a una geografia che, pur essendo reale, sembra provenire direttamente da una galassia lontana. E, se anche non si può fare un viaggio iperspaziale fino a Tatooine, la Tunisia offre la possibilità di immergersi completamente in questo universo parallelo, dove la fantascienza si fonde con la realtà, creando un’esperienza indimenticabile per ogni nerd che si rispetti.

Tabernas: il deserto spagnolo che ha creato il mito degli Spaghetti Western

Se sei un amante del cinema western, preparati a scoprire un luogo che sembra uscito direttamente dal grande schermo: il deserto di Tabernas, nel cuore dell’Andalusia. Questo paesaggio polveroso e affascinante non è solo uno dei pochi deserti veri d’Europa, ma anche il set naturale di alcune delle pellicole più iconiche della storia del cinema. Soprannominato “la Hollywood europea”, Tabernas ha ospitato leggende del cinema come la “Trilogia del Dollaro” di Sergio Leone, trasportandoci nel Far West senza bisogno di attraversare l’oceano.

Negli anni ’60 e ’70, registi come Leone rimasero incantati da questo angolo remoto di Spagna, utilizzandolo per girare capolavori come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Non solo western, però: oltre 300 film hanno trovato casa tra queste rocce e canyon, da Lawrence d’Arabia a Cleopatra, passando per produzioni moderne come Game of Thrones, Terminator: Destino Oscuro e persino Assassin’s Creed. Non è un caso se Quentin Tarantino ha espresso il desiderio di girare qui il suo prossimo western: l’atmosfera di Tabernas è unica, autentica, capace di evocare emozioni che vanno oltre il tempo.

Di Colin C Wheeler – Opera propria, CC BY-SA 3.0 es

Ma non è solo il cinema a rendere speciale questo luogo. Tabernas è diventato una vera e propria mecca per gli appassionati, grazie ai parchi tematici che permettono di immergersi nella magia del Far West. Il più famoso è Mini Hollywood – Oasys, una cittadina western perfettamente conservata dove puoi vivere da protagonista duelli, rapine in banca e spettacoli a tema. Tra saloon, chiese diroccate e uffici dello sceriffo, puoi quasi sentire le note delle colonne sonore di Ennio Morricone accompagnarti durante la visita. E se hai voglia di un po’ di relax, il parco offre anche un’area zoologica con oltre 800 animali e un parco acquatico immerso tra cactus e panorami desertici.

Non da meno è Fort Bravo – Texas Hollywood, celebre per le sue spettacolari rievocazioni quotidiane. Qui, attori in costume riportano in vita l’epoca d’oro dei western, con sparatorie e inseguimenti a cavallo che sembrano usciti da un film. E poi c’è il Western Leone, dove puoi visitare i set originali di Sergio Leone, ancora oggi carichi di un fascino nostalgico che fa battere il cuore a ogni cinefilo.

Il deserto di Tabernas, però, non è solo un luogo per appassionati di cinema: è una destinazione che offre anche un’esperienza naturalistica straordinaria. Con il suo clima secco e paesaggi brulli, ricorda le lande del sud-ovest americano, ma è comodamente raggiungibile dall’Europa. Puoi esplorare i suoi percorsi a piedi o a cavallo, magari sfidando il caldo torrido dell’estate per vivere sulla tua pelle le stesse condizioni affrontate dalle troupe cinematografiche.

E per i più avventurosi? Non c’è niente di meglio che indossare un costume da cowboy, impugnare una pistola giocattolo e posare per una foto ricordo sul set di un western. Tra canyon, villaggi abbandonati e il silenzio del deserto, Tabernas ti regala l’emozione unica di essere il protagonista della tua storia.

Che tu sia cresciuto con i film di Clint Eastwood o ti sia lasciato conquistare dai draghi di Game of Thrones, Tabernas è un viaggio nel tempo, un mix perfetto di cinema, avventura e paesaggi mozzafiato. Qui il passato e il presente si fondono in un’esperienza indimenticabile, dove ogni angolo racconta una storia e ogni passo ti avvicina alla magia del grande schermo.

foto di copertina di Gordito1869 – Opera propria, CC BY 3.0

Il Castello di Fénis: quando la pietra racconta leggende e la storia sussurra tra le mura

Ci sono luoghi che non si visitano, ma si attraversano come sogni. Luoghi che non si spiegano, ma si sentono – nel silenzio delle pietre, nel respiro dei corridoi, nel profilo delle torri che si stagliano contro il cielo alpino. Il Castello di Fénis, nel cuore della Valle d’Aosta, è uno di questi. Non è solo un maniero medievale ben conservato. È un portale. Un portale verso un altrove fatto di simboli antichi, storie familiari dai toni epici, fantasmi sussurrati e magia. Sarà che ho un debole per le leggende, che sono cresciuta a pane e romanzi cavallereschi, ma a Fénis mi sono sentita a casa. Non la casa quotidiana del caos moderno, ma quella più profonda e arcaica, dove la memoria si fa eco e ogni scalino sembra riportarti in un’epoca in cui bastava una stella a otto punte per proteggere un’intera casata.

A colpirmi per prima è stata la posizione. Fénis non si arrocca sulla cima di uno sperone roccioso per respingere assedi, non urla al mondo il suo bisogno di difendersi. No. Fénis è lì, su un poggio morbido, come se volesse solo essere visto. Ammirato. Compreso. Una dichiarazione d’intenti già in epoca medievale: il castello come status symbol, come immagine scolpita nel paesaggio per raccontare il prestigio e il potere della famiglia Challant. E questo è ciò che affascina: il Castello di Fénis non è solo architettura difensiva, è narrazione visiva. Le doppie mura merlate, le torri compatte, le decorazioni interne e soprattutto il celebre cortile affrescato non servono a combattere, ma a comunicare. È un castello che parla.

La saga dei Challant: nobiltà, ambizione e cadute

A differenza di tante roccaforti abbandonate a un destino di rovine, Fénis ha avuto la fortuna – e la sfortuna – di passare attraverso le mani di uomini che l’hanno amato e dimenticato, restaurato e lasciato decadere. Dal 1242, quando entra per la prima volta nei documenti, ai fasti del XIV e XV secolo sotto Aimone e Bonifacio di Challant, fino all’oblio seguito alla vendita a un conte piemontese: il destino di Fénis è una parabola perfetta da romanzo storico.

E se non fosse stato per Alfredo d’Andrade, architetto e visionario, oggi parleremmo di un rudere. Invece lui lo ha guardato con occhi da innamorato del passato, lo ha ricostruito rispettando il suo spirito originario e lo ha restituito all’Italia come dono. Un gesto romantico, ma anche profondamente civile. Perché i castelli, come le leggende, non devono sparire. Devono continuare a raccontare.

Salire i secoli, una sala dopo l’altra

Visitare Fénis è come leggere un manoscritto miniato, pagina dopo pagina. Entrando si attraversa una torre quadrata, si percorrono sale d’armi e refettori, si immaginano soldati che dividono il pane e focolari che accolgono racconti notturni. Poi si sale, e si entra nel cuore nobile del castello: la cappella, la stanza del signore, le sale di rappresentanza. Ogni spazio vibra di vita vissuta, ma anche di domande: chi sedeva qui? Chi ha pronunciato l’ultima sentenza in quella sala di giustizia? Chi ha posato gli occhi sull’affresco di San Giorgio, vedendo in quel drago un nemico simbolico?

E sopra tutto, su quelle balconate in legno, i profeti ci guardano. Con i loro motti in francese antico, sembrano ammonirci e confortarci insieme. A me hanno sussurrato di non dimenticare. Di ascoltare. Di cercare.

Simboli, magie e presenze che non passano mai

La parte più potente di Fénis, per me, è quella invisibile. I segni lasciati tra le righe della pietra, i simboli che sembrano casuali e invece custodiscono mondi. Il numero sette dello scalone, la stella a otto punte – il nastro dell’eternità –, gli affreschi che celano significati iniziatici… ogni elemento è lì per chi sa guardare oltre la superficie.

E poi c’è la leggenda del fantasma: una donna spietata, un bambino sacrificato per avidità, e un’anima che ancora si aggira, leggera e malinconica. Lo so, sono storie, si dirà. Ma in luoghi come questo, le storie hanno un peso reale. E io, in certe stanze, ho davvero sentito qualcosa muoversi. Non paura, ma nostalgia. Come se qualcuno – o qualcosa – stesse ancora aspettando di essere ascoltato.

Dalla leggenda al cinema: Fracchia e la Transilvania valdostana

Chi, come me, ama i legami tra storia e finzione, troverà delizioso sapere che Fénis è stato anche il castello di Dracula. Almeno nella parodia con Paolo Villaggio, Fracchia contro Dracula. Perché il cinema, come le leggende, ha bisogno di scenari che sappiano parlare anche senza effetti speciali. E Fénis, in questo, è perfetto: gotico, maestoso, evocativo.

Fénis: il luogo dove le leggende si fanno pietra

Alla fine, il Castello di Fénis non è solo un luogo da visitare. È un compagno di viaggio. È un narratore silenzioso, un libro scolpito nella roccia. Ci racconta la storia dei suoi signori, ma anche la nostra sete di meraviglia. Ci mostra quanto l’umanità abbia bisogno di costruire simboli, protezioni, segni d’eternità. In un’epoca in cui l’immaginario si è spostato sul digitale – dove ci trasformiamo in figure stile Ghibli, in action figure nel nostro blister personalizzato, o in santi medievali ironici con ChatGPT – c’è qualcosa di potentemente rassicurante nel toccare con mano una storia vera. Vera, ma non meno magica. E forse è proprio questo il senso più profondo di Fénis: ricordarci che prima dei prompt e degli avatar, c’erano castelli che parlavano. E che, se ci fermiamo ad ascoltarli, parlano ancora.

E se vi va, raccontatemi la vostra esperienza. Avete già visitato Fénis? Cosa vi ha colpito di più? Avete sentito anche voi una presenza tra le stanze? Scrivetelo nei commenti o condividete questo articolo sui vostri social, magari insieme a qualche foto! I castelli non sono solo pietre antiche… sono storie vive, e meritano di essere raccontate.