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Quando la scienza ispira la fantascienza: “Tecnologie del Futuro”, l’antologia italiana che immagina il domani

Quando la scienza incontra la fantascienza, può nascere un cortocircuito creativo capace di illuminare i futuri più inattesi. È esattamente ciò che accade in Tecnologie del Futuro, l’antologia curata da Marco Passarello per Urania, che non si limita a raccogliere racconti di fantascienza, ma mette in scena un vero e proprio dialogo tra scienziati e scrittori, tra ricerca e immaginazione, tra laboratorio e pagina scritta.

Passarello, giornalista, scrittore e traduttore con una solida esperienza nel mondo della divulgazione scientifica e culturale, ha avuto un’intuizione semplice e al tempo stesso geniale: e se gli autori italiani di fantascienza si confrontassero direttamente con i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), uno dei poli scientifici più avanzati d’Europa? Da questa domanda è nato un progetto che ha dell’unico nel panorama editoriale italiano.

Tredici scrittori, tredici scienziati, tredici conversazioni che diventano tredici racconti. Un caleidoscopio narrativo che ci trasporta in futuri abitati da esoscheletri intelligenti, intelligenze artificiali bio-organiche, nanotecnologie mediche, città che camminano, robotica collaborativa e persino elettronica commestibile. Ma attenzione: qui non si tratta di un banale esercizio di stile. Non siamo davanti all’ennesima raccolta di fantascienza, ma a un esperimento di contaminazione attiva, dove la letteratura diventa lente critica per osservare le promesse (e le ombre) della scienza contemporanea.

Passarello, del resto, è chiaro nella sua visione. La fantascienza non deve rassicurare né indicare strade da percorrere: deve interrogare, provocare, sollevare domande scomode. Non è un caso che prenda le distanze dall’ottimismo programmatico del Progetto Hieroglyph, lanciato da Neal Stephenson nel 2011 per stimolare racconti di innovazione scientifica positiva. Per Passarello, il nostro presente – segnato da crisi climatiche, tensioni geopolitiche, derive autoritarie – richiede una fantascienza più inquieta, meno utopica, capace di riflettere criticamente sul rapporto tra tecnologia e società.

Scorrendo le pagine di Tecnologie del Futuro, ci si imbatte in titoli che già da soli fanno viaggiare l’immaginazione. C’è No Internet Caffè di Paolo Aresi, che esplora le implicazioni della robotica collaborativa. WanderCity di Lukha B. Kremo ci trascina in metropoli deambulanti, tra suggestioni steampunk e inquietudini post-umane. Fabio Aloisio firma Il mare al di là del cielo, un racconto che intreccia bioingegneria e poesia, mentre Dario De Marco gioca con il classico dickiano in Ma gli androidi mangiano pecore elettriche?, un titolo che è già un programma: omaggio, riflessione e provocazione sull’umanità artificiale.

Ma la chicca per i fan più appassionati arriva alla fine: un’intervista esclusiva a Franco Brambilla, il leggendario illustratore che da venticinque anni disegna copertine per Urania, traducendo in immagini i sogni e gli incubi della fantascienza italiana. È un dialogo prezioso, che chiude il volume ricordandoci come dietro ogni racconto ci siano mani e occhi, sensibilità e visioni, un’intera comunità di creativi che lavora per dare forma al nostro immaginario.

Il progetto editoriale ha trovato casa grazie a Franco Forte, direttore di Urania, che ha voluto scommettere su un numero speciale affidato per la prima volta a un curatore esterno. È stata una decisione coraggiosa, maturata quasi per caso, quando Passarello – dopo anni di tentativi a vuoto – ha inviato una mail a Forte durante lo Stranimondi 2023. Quella che sembrava una mossa disperata si è trasformata in un’occasione unica: Forte ha visto il potenziale del progetto e ha deciso di farne lo speciale estivo di Urania, trasformandolo in un evento editoriale e culturale.

Ciò che colpisce, leggendo l’antologia, è la sua capacità di mettere in tensione meraviglia e inquietudine. Non c’è solo l’entusiasmo per le possibilità della scienza, ma anche il dubbio su cosa significhi essere umani in un mondo dove le macchine pensano, dove i corpi sono potenziati, dove il confine tra naturale e artificiale si fa sempre più sottile. La fantascienza, ci ricorda Passarello, non è solo un gioco di predizioni, ma uno specchio del presente e una lente sul possibile.

E allora mettetevi comodi, cari lettori e lettrici nerd. Entrate in questo laboratorio narrativo dove le idee si fanno racconto, dove la scienza diventa storia e la storia diventa domanda. Tecnologie del Futuro è un viaggio che vi porterà lontano – ma che, come ogni grande opera di fantascienza, parlerà sempre e comunque di voi, di noi, dell’adesso.

Se vi è piaciuto questo articolo, non tenetevelo per voi! Condividetelo sui vostri social, taggate gli amici amanti della fantascienza, raccontateci nei commenti quale racconto vi ha colpito di più o quale tecnologia vi fa sognare (o tremare) di più. Il futuro è un’avventura collettiva, e qui su CorriereNerd.it non vediamo l’ora di esplorarlo insieme a voi!

Alter-Ego, il robot umanoide dell’IIT, conquista l’Acquario di Genova: intelligenza artificiale e cetacei insieme per la tutela ambientale

Cari lettori di CorriereNerd.it, preparatevi a segnare una data importante sulle vostre agende da geek: il 10 giugno 2025, l’Acquario di Genova – già spettacolare di per sé – ospiterà un evento straordinario che unisce robotica, intelligenza artificiale, divulgazione scientifica e tutela ambientale. Protagonista assoluto? Alter-Ego, il robot umanoide nato nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che farà il suo debutto pubblico in una delle location più suggestive d’Italia, interagendo direttamente con i visitatori nel cuore del mondo marino.

Ma andiamo con ordine, perché questa non è solo una semplice “esibizione robotica”, bensì un vero e proprio esperimento di interazione uomo-macchina, immerso in un contesto divulgativo e culturale d’eccellenza. Dalle 9:30 alle 18:00, i visitatori dell’Acquario potranno non solo osservare Alter-Ego in azione, ma interagire con lui, in un’esperienza immersiva che unisce il fascino della tecnologia più avanzata alla missione educativa e ambientale dell’Acquario.

Alter-Ego: un robot con l’anima geek (e un cuore da divulgatore)

Chi è Alter-Ego? Alto circa 140 centimetri, Alter-Ego è un robot umanoide che si muove agilmente su ruote e vanta mani poli-articolate capaci di compiere operazioni complesse come afferrare oggetti o aprire porte. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua intelligenza artificiale e la capacità di comunicare. Questo robot non è solo un corpo meccanico: è un avatar robotico in grado di operare sia in modalità telecomandata (tramite visore e joystick), sia – ed è questo il fiore all’occhiello dell’evento – in modalità autonoma.

Durante la giornata genovese sarà infatti proprio quest’ultima modalità ad andare in scena. Alter-Ego si muoverà e risponderà al pubblico in autonomia, grazie a un sofisticato sistema sviluppato dall’unità COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies dell’IIT, guidata dalla scienziata Alessandra Sciutti. Una tecnologia che non si limita alla mera esecuzione di comandi, ma che mira a stabilire una vera relazione dialogica tra robot e essere umano.

Il suo “palcoscenico”? Il Padiglione Cetacei, un’area dell’Acquario dedicata alla ricerca e alla conservazione, dove Alter-Ego accompagnerà i visitatori in un viaggio affascinante nel mondo dei tursiopi, i delfini residenti dell’Acquario, e dei progetti di tutela ambientale come Delfini Metropolitani e Promed.

Un progetto che unisce scienza, educazione e innovazione

L’evento rientra nel più ampio progetto Raise, un ambizioso ecosistema di ricerca finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Lo Spoke 4 di Raise – quello legato alla comunicazione scientifica e all’educazione ambientale – è proprio il cuore pulsante di questa iniziativa che coinvolge, oltre all’IIT, anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università di Genova.

E proprio il CNR, con il gruppo di ricerca guidato da Giampaolo Vitali dell’Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile (Ircres), sarà presente per monitorare l’impatto socio-economico dell’esperimento. Parallelamente, l’Università di Genova continuerà a testare il proprio sistema di conversazione adattiva “consapevole delle diversità”, progettato per adattarsi all’interlocutore in base a età e background culturale. Un sistema che ha già dato ottimi risultati in contesti eterogenei, come le stazioni marittime e persino in reparti ospedalieri come quello di geriatria dell’Ospedale San Martino.

Dal palcoscenico alla vasca: il lato pop (e artistico) di Alter-Ego

Ma Alter-Ego non è certo nuovo ai riflettori. Realizzato dal gruppo Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation, coordinato da Antonio Bicchi, questo robot ha già saputo conquistare pubblico e critica apparendo in programmi come Italia’s Got Talent, recitando nello spettacolo teatrale “Io Robot” e partecipando con grande successo alla finale della competizione internazionale Ana Avatar Xprize.

Non finisce qui: Alter-Ego ha anche una vena artistica! Il robot è stato “customizzato” dall’artista genovese Melkio, che ha trasformato la sua scocca in una vera e propria opera d’arte. E proprio in questa versione scenografica e unica sarà visibile al pubblico durante l’evento all’Acquario.

Verso un futuro di musei intelligenti?

L’arrivo di Alter-Ego all’Acquario di Genova apre una finestra su quello che potrebbe diventare il futuro della comunicazione scientifica e museale. In un’epoca in cui catturare l’attenzione del pubblico – soprattutto dei più giovani – è sempre più difficile, la possibilità di dialogare con un’intelligenza artificiale immersi in un contesto emozionale come quello marino rappresenta un’opportunità senza precedenti.

Non si tratta solo di stupire: si tratta di educare, coinvolgere e far riflettere, utilizzando linguaggi e strumenti che parlano direttamente alla sensibilità contemporanea. Alter-Ego non è soltanto un robot: è un ponte tra il futuro e il presente, tra il sapere scientifico e l’esperienza sensoriale, tra l’uomo e la macchina.

E voi, geek del cuore pulsante?

Allora, amici nerd e appassionati di AI, robotica e avventure futuristiche… siete pronti a vivere questa esperienza ai confini della fantascienza, passeggiando tra le vasche dell’Acquario con un robot che vi racconta la storia dei delfini e dell’ambiente marino?

Fatecelo sapere! Vi piacerebbe vedere Alter-Ego (e altri robot come lui) integrati stabilmente nei nostri musei, acquari e spazi culturali? Pensate che la tecnologia possa rendere la divulgazione scientifica più coinvolgente ed efficace?

Scriveteci nei commenti, raccontateci le vostre opinioni e – ovviamente – condividete questo articolo sui vostri social per far scoprire anche ai vostri amici la magia di Alter-Ego. Il futuro è già qui, e ci aspetta… sotto il mare!