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La Fine dei Programmi DEI: quali sono i rischi per il rispetto diversità, equità e inclusione?

Nel mondo del web, una galassia in continua espansione dove milioni di persone si connettono ogni giorno, il concetto di diversità, equità e inclusione (DEI) rappresenta una necessità fondamentale. Le grandi major e le principali piattaforme hanno la responsabilità di creare ambienti sicuri, dove ogni utente si senta accolto, rispettato e protetto da bullismo e discriminazioni. Senza politiche inclusive, il rischio è che questi spazi virtuali si trasformino in palcoscenici di tossicità, favorendo la proliferazione di odio e intolleranza. In questo contesto, i programmi DEI non sono solo strumenti etici, ma pilastri indispensabili per il benessere collettivo.

L’importanza dei programmi DEI sui social media

I programmi di diversità, equità e inclusione agiscono su più fronti, affrontando sfide complesse con strategie mirate. Attraverso la moderazione dei contenuti, l’educazione degli utenti e la promozione di un dialogo interculturale, queste iniziative contribuiscono a ridurre razzismo, violenza verbale e discriminazioni di ogni genere. Considerando l’enorme impatto che i social media esercitano sulla comunicazione globale, garantire un linguaggio inclusivo è essenziale per plasmare una società più equa.

Tuttavia, l’inclusività non si limita alla creazione di spazi sicuri. Si estende anche alla rappresentazione autentica e bilanciata di tutte le voci. I social media hanno il potere di influenzare la percezione della realtà, ma se non prestano attenzione rischiano di perpetuare stereotipi dannosi. Dare spazio alle esperienze delle minoranze etniche, di genere o sessuali non è solo un imperativo etico, ma anche un passaggio fondamentale per superare le ingiustizie del passato e costruire una narrazione più completa e giusta del mondo.

La diversità è una fonte inesauribile di creatività e innovazione. Sui social media, il confronto tra esperienze diverse genera contenuti originali e coinvolgenti. Una piattaforma che abbraccia questi valori non solo soddisfa meglio le esigenze di una comunità globale, ma si dimostra più agile nel rispondere con soluzioni innovative alle sfide di un pubblico sempre più eterogeneo. Inoltre, le politiche DEI rafforzano la responsabilità sociale delle aziende, migliorandone l’immagine e consolidando la fiducia degli utenti.

La battuta d’arresto: Meta e Amazon

Nonostante l’importanza cruciale dei programmi DEI, alcune aziende sembrano fare marcia indietro. Meta, colosso che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha recentemente deciso di interrompere i suoi programmi di diversità, equità e inclusione, sollevando preoccupazioni significative. Questa scelta rappresenta un cambiamento di rotta dopo anni di progressi, come il raddoppio dei dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti. Tuttavia, il futuro di Meta in un mondo sempre più attento alle tematiche sociali resta incerto.

Anche Amazon ha annunciato una revisione delle sue politiche DEI, eliminando programmi considerati “obsoleti” per concentrarsi su iniziative con “risultati comprovati”. La dirigente senior delle risorse umane, Candi Castleberry, ha sottolineato che l’azienda intende promuovere una cultura più inclusiva, ma con un approccio diverso. Tuttavia, la rimozione di riferimenti specifici ai diritti LGBTQ+ e alle politiche per l’equità razziale ha alimentato dubbi sulle reali intenzioni di Amazon.

In controtendenza, Apple ha invece respinto una proposta degli azionisti conservatori di eliminare i suoi programmi di diversità, equità e inclusione (DEI), sostenendo che non fosse necessaria. La proposta, avanzata dal National Center for Public Policy Research, affermava che i programmi DEI potessero indebolire l’azienda, facendo riferimento a una sentenza della Corte Suprema americana del 2023 che aveva messo in discussione pratiche di discriminazione positiva nelle ammissioni universitarie. In risposta, il consiglio di Apple ha sottolineato che la società ha già un programma di conformità consolidato e un impegno verso una cultura inclusiva che favorisca la partecipazione di tutti i dipendenti.

Questa posizione arriva in un contesto in cui altre grandi aziende stanno dedcidendo di chiudere i loro programmi DEI, spaventate dalle possibili cause legali di gruppi conservatori. In un panorama in cui l’elezione di Trump ha influito sulle politiche aziendali, la Silicon Valley sta vivendo un cambiamento radicale riguardo ai temi della diversità e inclusione, diventando sempre più sensibile alle preoccupazioni legali e politiche sollevate dai critici di questi programmi. Abbandonare o ridimensionare i programmi DEI potrebbe però rivelarsi una scelta rischiosa, sia in termini di immagine che di coinvolgimento degli utenti. Le major che ignorano la diversità rischiano di alienare una parte significativa della loro clientela e di perdere terreno in un mercato altamente competitivo.

La diversità, l’equità e l’inclusione non sono solo valori etici, ma elementi chiave per il successo e la rilevanza dei social media. Le piattaforme che abbracciano questi principi non solo migliorano l’esperienza dell’utente, ma si pongono come leader di un cambiamento sociale positivo. Se Meta e Amazon decideranno di abbandonare definitivamente queste politiche, potrebbero trovarsi ad affrontare sfide significative in un mondo che non tollera più l’esclusione. Alla fine, investire nella diversità non è solo una questione di giustizia sociale, ma una strategia vincente per costruire una comunità globale più solida e prospera.

Avelion – Reborn – Il Figlio del Fuoco di Alex L. Mainardi

Nel vasto e affascinante universo fantasy, poche opere riescono a combinare avventura, mitologia e temi sociali come fa “Avelion” di Alex L. Mainardi. Con la nuova edizione “Reborn”, la saga ritorna in grande stile, riproponendo i tre capitoli originali — “La Figlia dell’Acqua”, “Il Figlio del Fuoco” e “Il Sigillo dell’Equilibrio” — in una versione aggiornata e arricchita.

La storia de “Il Figlio del Fuoco” si svolge nella leggendaria terra di Avelion, precisamente nel ducato di Pharmes, dove la giovane Riel lotta per trovare il suo posto in un mondo regolato dai cinque elementi: Acqua, Aria, Terra, Fuoco e Metallo. Ma Riel è diversa. Mentre gli altri esseri sono una combinazione di più elementi, lei è solo Acqua. Questa peculiarità, che la rende fragile sulla terraferma, si trasforma in un potere straordinario quando si trova nell’acqua. La sua forza cresce, il suo coraggio si rafforza. In questo mondo di maghi, creature fantastiche e avidi guerrieri, Riel deve lottare per ristabilire l’Equilibrio degli elementi e dare voce a chi è considerato diverso ed emarginato.

L’avventura prende una piega ancora più epica con l’introduzione delle Armi Leggendarie, potenti strumenti in grado di dominare i cinque elementi. Ma la lotta non è solo tra forze del bene e del male. Anche Dreman, il figlio di Drevanna, è alla ricerca di queste armi, spinto dall’ambizione di conquistare il regno di Bamur. La vera minaccia, però, si annida nel cuore stesso del palazzo reale del Regno del Fuoco, dove una forza oscura trama nell’ombra. Solo l’unione tra popoli e razze diverse può garantire la speranza di una vittoria, poiché la comprensione del diverso è l’unica via per riportare l’Equilibrio in Avelion.

Un Viaggio di Crescita e Riscatto

Avelion non è solo una storia di battaglie e magia. È un viaggio interiore per i suoi protagonisti, un’odissea che li porta a confrontarsi con le proprie paure e pregiudizi. L’antica profezia delle cinque Armi Leggendarie lega i Portatori a una missione comune, ma è il loro percorso personale a rendere la storia universale. Ogni battaglia non è solo contro nemici esterni, ma contro i demoni interiori che ognuno di noi deve affrontare.

Questa lotta, insieme ai paesaggi che richiamano le bellezze dell’Italia, rende l’ambientazione viva e pulsante. I temi di discriminazione, bullismo e relazioni tossiche emergono con forza, offrendo una riflessione potente e attuale. Alex L. Mainardi mostra come l’odio e la vendetta possano nascere da sentimenti quotidiani e come, per superare questi ostacoli, siano necessari il coraggio e la comprensione.

Alex L. Mainardi: Oltre la Scrittrice, l’Artista del Cosplay

Dietro il successo di Avelion c’è una storia di coraggio e determinazione. Alex L. Mainardi, conosciuta nel mondo del cosplay come Alex Lokinson, è una figura di riferimento non solo per la letteratura fantasy, ma anche per la cultura del cosplay. La sua vita ha subito un cambiamento radicale nel 2003, quando le è stata diagnosticata l’Atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa che compromette il movimento e l’equilibrio. Ma invece di arrendersi, Alex ha trovato nel cosplay una forma d’arte e di espressione personale.

Da questa esperienza nasce il concetto di “Cosplability”, un termine che unisce “cosplay” e “ability” (abilità), un messaggio chiaro: le differenze non sono limiti, ma opportunità per esprimere talenti unici. Alex ha trasformato la carrozzina, da simbolo di difficoltà a strumento di empowerment, realizzando costumi incredibili e portando in scena personaggi potenti e ispiratori.

Rinascita e Rivoluzione: La Versione Reborn

Dopo 15 anni, la saga di Avelion ritorna con la versione “REBORN”, che non è solo una riedizione dei tre libri originali, ma una vera e propria evoluzione dell’universo narrativo. Mainardi non si è limitata a rivedere la trama: ha approfondito i personaggi, arricchito i temi e reso l’intero mondo di Avelion ancora più complesso e stratificato.

La nuova edizione offre ai lettori una narrazione più matura e consapevole, capace di catturare un pubblico più ampio e di trasmettere un messaggio di inclusione e forza interiore. L’opera si presenta non solo come un fantasy d’avventura, ma come un manifesto di lotta contro i pregiudizi. I lettori si troveranno immersi in una storia che li porterà a riflettere sul valore dell’accettazione e sulla necessità di costruire ponti tra le differenze.

Un Messaggio di Inclusione e Coraggio

Il cuore di Avelion è la lotta per l’Equilibrio, ma questo equilibrio non è solo tra gli elementi della natura. È un simbolo della lotta quotidiana contro le paure, i pregiudizi e la disuguaglianza. Così come Riel trova la sua forza nell’Acqua, Alex L. Mainardi ha trovato la sua forza nel cosplay e nella scrittura.

Le difficoltà e le sfide reali affrontate da Alex sono riflesse nei suoi personaggi e nelle loro storie. La discriminazione, la paura dell’altro e il pregiudizio sono affrontati con un’onestà disarmante, rendendo la lettura di Avelion un’esperienza intensa e coinvolgente. La sua filosofia si traduce in azione concreta attraverso il concetto di  “Cosplability, che si pone l’obiettivo di abbattere le barriere fisiche e sociali. La sua attività di cosplayer, insieme alla rinascita di Avelion, è un simbolo di speranza per chiunque si senta “diverso” o “emarginato”.

Perché rileggere la saga Avelion in versione Reborn

Avelion è più di un fantasy. È una finestra sulla realtà, un invito a guardare oltre le apparenze e a scoprire la forza nascosta in ogni essere umano. Con la nuova edizione “Reborn”, Alex L. Mainardi non solo rievoca la magia della sua saga, ma la rende ancora più viva e attuale. Se cerchi un’avventura epica che ti faccia riflettere sulla società, sul coraggio e sull’accettazione del diverso, Avelion è la saga che fa per te. Una storia di eroi del quotidiano, di piccole scelte che cambiano il mondo. Esattamente come nella vita reale.

Donne e AI: il futuro delle carriere STEM a Torino, capitale dell’Intelligenza Artificiale

Arriva a Torino, neoeletta capitale dell’Intelligenza Artificiale, l’appuntamento per riflettere sul potenziale dell’AI nelle carriere STEM femminili. Dopo i 5 giorni di festival appena trascorsi, l’11 novembre alle ore 17.30  nella sede di Ultraspazio in via San Francesco da Paola continua il percorso di Women and the city, la manifestazione promossa e ideata dall’associazione Torino Città per le Donne con l’obiettivo di favorire le prospettive di genere e rendere gli spazi e le pratiche cittadine accessibili, inclusive ed eque. Un festival curato e coordinato dalla giornalista Elisa Forte, ideato da Antonella Parigi, presidente dell’associazione Torino Città per le Donne, assessora alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Moncalieri, manager culturale, ex assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, fondatrice del Circolo dei Lettori, della Scuola Holden (con Alessandro Baricco) e della stessa TOxD.

Si terrà proprio nella neoeletta capitale dell’Intelligenza Artificiale, che rappresenta sul territorio l’eccellenza dell’AI, l’incontro off del festival organizzato insieme all’associazione STEM by Women, dal titolo Come l’AI sta cambiando il mondo, le tecnologie, il lavoro, le persone e le organizzazioni: riflessioni ed esperienze. Al centro del dibattito ci saranno le varie trasformazioni che già si stanno vivendo, il cambiamento epocale che non è una rivoluzione solo industriale ma una rivoluzione che riguarda tutte le persone, per la quale occorre prepararsi con il giusto approccio. L’AI è una nuova e grande opportunità che coinvolge tutte e tutti, ma molte paure e bias portano spesso a immaginare scenari apocalittici. Quali rischi corriamo davvero? Cambierà il nostro modo di lavorare? Cambierà il nostro modo di vivere? Trovare risposte a queste domande è una sfida alla quale STEM by Women non può sottrarsi, proprio per la sua mission che la vuole impegnata a educare, informare e sensibilizzare quante più persone possibili – e in particolare le donne – su questi temi. Un incontro che  vuole far luce sulle sfide e le opportunità per le donne nelle carriere tecnologiche e sulla parità nell’AI

“Come STEM by Women siamo da sempre impegnate nel promuovere studi e carriere STEM e vediamo l’AI come terreno molto fertile e ricco di attrattività anche per le donne, che possono meglio declinare i vari concept di AI in coerenza con i principi di etica, equità, pari opportunità e inclusione. Occorre però lavorare ancora molto per sensibilizzare, informare, educare rispetto alla grande portata che ha l’AI, lasciando fuori qualsiasi pregiudizio e avvicinandosi a questa grande rivoluzione con interesse, curiosità e proiezione al futuro”.

Licia Devalle – Vice Presidente Associazione STEM by Women

Durante il workshop verranno portate alla luce le esperienze che Politecnico e Università di Torino stanno facendo sul campo, i risultati della ricerca applicata e le collaborazioni tra istituzioni e sistema privatistico e l’esperienza del master HumanAize sull’intelligenza Artificiale che costituisce un osservatorio molto interessante su come la cultura umanistica integrata alla cultura tecnologica sia di fondamentale importanza per uno sviluppo “human centric” dell’Intelligenza Artificiale e sul ruolo che le donne possono avere in questo nuovo spazio professionale. Verrà inoltre presentato il nuovo quadro giuridico sviluppato sulla base del nuovo regolamento comunitario. Il tema della sostenibilità sarà al centro, come pure quello della comunicazione con particolare riferimento alle questioni di genere, e si discuterà di quali competenze e quali nuove figure professionali si stanno creando grazie all’AI, con un focus sulla cultura dell’inclusione e sulla nuova imprenditoria al femminile.

Modererà il workshop la giornalista Filomena Greco del Sole 24 ore, interverranno Elena Baralis, prorettrice del Politecnico di Torino; ‍Alessandra Colombelli, del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Torino;  Marina Della Giusta, del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università degli Studi di Torino;  ‍Eva Desana, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Con loro anche ‍Marina Geymonat, head AI laboratory di @Leonardo Labs e membro del Comitato Scientifico Master HumanAIze; ‍‍Emanuela Girardi, fondatrice di Pop.AI;  ‍Laura Li Puma, head of applied research & innovation Hub e head office AI Lab; ‍Simone Natale, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino e membro del Comitato Scientifico Master HumanAIze; ‍Tatiana Tommasi, del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino; insieme anche ai giovani filosofi Giulia Boccaccio e Mario Mascena.

L’evento è libero e con accesso gratuito. Maggiori informazioni su torinocittaperledonne.org o sulle pagine social Instagram  instagram.com/torinocittaperledonne e Facebook facebook.com/Torinoperledonne

Lucca Comics & Games 2024: Un’edizione di Movimento tra arte, cultura e innovazione

Movimento: è questa la parola chiave dell’edizione 2024 di Lucca Comics & Games appena conclusasi. Movimento come le parti costitutive di un’opera di Puccini il cui lavoro, a distanza di un secolo dalla sua scomparsa, ha ispirato l’arte del Maestro Yoshitaka Amano, che ha creato tre poster diversi, tanti quanti i momenti di avvicinamento a LC&G 2024: Atto I, Ouverture; Atto II, Crescendo; Atto III, Fantastico. Movimento come apertura, scambio e dialogo, tra linguaggi e culture differenti, generato dalla presenza nello stesso luogo di tantissimi artisti e artiste che hanno potuto interagire tra loro e con il pubblico. Movimento come azione di coraggio nel mostrare al mondo il proprio essere più autentico, sostenuti dalla certezza di essere a casa, a Lucca. Movimento come spostamento, da tutte le parti d’Italia e del mondo verso Lucca, e attraverso le strade di Lucca, reti neurali che rendono comunicanti le 53 location del festival. Movimento dal passato al presente, verso il futuro, attraverso la celebrazione di tanti anniversari, due su tutti il 50° di Dungeons & Dragons e i cinquant’anni di vita di Les Humanoïdes Associés, editore di Métal Hurlant. Movimento, infine, come desiderio di vivere all’insegna dei cinque valori fondanti di Lucca Comics & Games: community, inclusion, respect, discovery, gratitude.

I biglietti venduti sono stati oltre 275.000, ai quali va a sommarsi il gruppo di tutti i professionisti che a vario titolo si sono accreditati per rendere unica questa manifestazione, oltre 16.000. Molte di più le presenze totali, incalcolabili a oggi (il numero delle presenze sarà disponibile solo a fine novembre), considerando anche le vaste aree gratuite di LC&G 2024: il Family Palace presso il Real Collegio di Lucca; la Self Area, dedicata alle realtà indipendenti; l’Area Pro, che favorisce l’incontro tra gli aspiranti fumettisti e gli editori alla ricerca di nuovi talenti; il padiglione San Romano, dedicato all’esposizione delle tavole originali; la passeggiata delle mura urbane; IMT Library – Game Science, con due aree didattico-scientifiche; il Giardino degli Osservanti, con il Community Village e l’area Cosplay; tutte le mostre prodotte e organizzate da Lucca Comics & Games, ben 14 accessibili liberamente ai visitatori per tutto il periodo del festival.

Oltre 900 ospiti hanno reso possibili ben 1.585 appuntamenti tra incontri, dibattiti, laboratori, workshop, sessioni di gioco, showcase e il ricco programma di anteprime ed eventi tra cinema e serie TV dell’Area Movie a cura di QMI; 13 i Paesi e le aree geografiche di provenienza dei corrispondenti esteri che hanno coperto l’evento: Francia, Svizzera, Polonia, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Brasile, Spagna, Russia, Canada, Balcani e Medio Oriente; 660 gli espositori che hanno strutturato e animato con la loro offerta editoriale questa edizione; più di 400.000 visualizzazioni e oltre 150.000 gli spettatori unici che hanno partecipato a Lucca Comics & Games da remoto attraverso le dirette del Live Show su Twitch.

“Lucca Comics & Games cambia l’immagine della Toscana, invasi da un milione di appassionati” dichiara Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

“Il battito d’ali di Lucca Comics & Games risveglia il rinascimento della nostra città” ribatte Mario Pardini, sindaco di Lucca.

“Un’edizione straordinaria, una delle più grandi di sempre, con un picco di contenuti, di arte, di vendite ma soprattutto di partecipazione” sostiene Emanuele Vietina, direttore di Lucca Comics & Games.

Chiude il presidente di Lucca Crea, Nicola Lucchesi, ringraziando tutto lo staff: “Un lavoro fantastico”.

Così come le idee restano sempre in movimento, anche Lucca Comics & Games non si ferma mai. Tra dieci giorni esatti, alla Fabbrica del Vapore di Milano, Amano Corpus Animae, la più grande esposizione mai realizzata in Europa per celebrare l’arte del visionario Maestro Yoshitaka Amano, con oltre 130 opere originali provenienti dai suoi studi di Tokyo per raccontare la storia dell’animazione e dell’intrattenimento mondiale, da Tatsunoko a Final Fantasy, passando per Vogue; un percorso fatto di pura arte visiva e narrativa che porta generazioni diverse in un unico luogo, dal 13 novembre 2024 al 1° marzo 2025

L’IA apre un mondo di possibilità per i non vedenti: un futuro più accessibile e indipendente

Immagina di non poter vedere il mondo che ti circonda. Sembra impossibile, eppure per milioni di persone è la realtà quotidiana. Ma grazie ai progressi tecnologici, e in particolare all’intelligenza artificiale, la vita dei non vedenti sta cambiando radicalmente. Applicazioni innovative e dispositivi intelligenti stanno aprendo nuove porte, offrendo un’autonomia e un’indipendenza mai viste prima.

Un’intelligenza al servizio dell’inclusione

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il modo in cui le persone con disabilità visiva interagiscono con il mondo. Grazie a algoritmi sofisticati e potenti, l’IA è in grado di:

  • Descrivere immagini: Trasformare una semplice foto in una descrizione dettagliata, consentendo ai non vedenti di “vedere” il mondo circostante.
  • Riconoscere oggetti: Identificare prodotti, banconote, colori e molto altro, semplicemente inquadrando l’oggetto con la fotocamera dello smartphone.
  • Leggere testi: Convertire testi scritti in audio, rendendo accessibili libri, documenti e articoli.
  • Navigare: Fornire indicazioni stradali dettagliate e aiutare a orientarsi in ambienti sconosciuti.

Le testimonianze di chi ce l’ha fatta

Salvatore Vaccaro, un esperto di comunicazione non vedente dalla nascita, racconta come l’IA abbia trasformato la sua vita: “Grazie all’intelligenza artificiale, posso scrivere testi, rispondere a email e navigare sul web in modo indipendente. È come avere una finestra sul mondo.”

Simone Dal Maso, esperto di accessibilità informatica, sottolinea l’importanza di app come Be My Eyes e Seeing AI: “Queste app sono vere e proprie rivoluzioni. Immaginate poter riconoscere un’etichetta di un prodotto al supermercato o capire cosa c’è scritto su un menu senza chiedere aiuto. È un’autonomia che fino a poco tempo fa sembrava impensabile.”

Il futuro è accessibile

Le potenzialità dell’IA sono immense e il futuro si preannuncia ancora più promettente. Grazie al continuo sviluppo tecnologico, possiamo aspettarci:

  • Assistenti virtuali sempre più sofisticati: Capaci di comprendere comandi complessi e di svolgere compiti sempre più personalizzati.
  • Dispositivi indossabili intelligenti: Occhiali smart in grado di fornire informazioni in tempo reale sull’ambiente circostante.
  • Case intelligenti: Ambienti domestici completamente accessibili e personalizzabili.

Sfide e opportunità

Nonostante i grandi progressi, ci sono ancora sfide da affrontare. L’accuratezza delle descrizioni generate dall’IA, la privacy dei dati e la necessità di una formazione adeguata sono solo alcune delle questioni aperte. Tuttavia, gli esperti sono ottimisti. Con il continuo sviluppo della tecnologia e la collaborazione tra aziende, istituzioni e associazioni, possiamo creare un futuro sempre più inclusivo e accessibile per tutti.

Conclusione

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la vita delle persone con disabilità visiva, aprendo nuove possibilità e offrendo un futuro più luminoso. Grazie alle tecnologie assistive, i non vedenti possono vivere una vita più autonoma e indipendente. È un percorso che deve ancora essere completato, ma i risultati finora ottenuti sono incoraggianti e ci fanno ben sperare per il futuro.

Le Torte che Protestano: L’Attivismo Dolce delle “Ugly Cakes”

Chi avrebbe mai pensato che un dolce potesse essere uno strumento di protesta? Eppure, le “ugly cakes” – torte decorate in modo irregolare e colorato, spesso con messaggi forti – stanno conquistando il mondo, unendo la passione per la pasticceria con un impegno per le cause sociali più urgenti.

Il fenomeno delle “ugly cakes” affonda le sue radici nella storia degli Stati Uniti, dove le torte venivano preparate per celebrare il diritto di voto e per sostenere le battaglie femministe. Oggi, queste torte non sono solo un richiamo alla ribellione, ma si adattano alle tematiche del nostro tempo, spaziando dalla lotta contro il razzismo all’uguaglianza di genere, fino ai diritti LGBTQ+ e alla salvaguardia dell’ambiente.

Ma perché le torte funzionano come strumento di attivismo? Innanzitutto, sono un formidabile mezzo di comunicazione visiva. Le immagini delle torte, spesso condivise sui social, hanno un impatto emotivo immediato, diffondendosi rapidamente e suscitando riflessioni. Acquistando una “ugly cake”, non solo si supporta una causa, ma si ha anche la possibilità di gustare un prodotto artigianale, spesso unico nel suo genere. Ma non finisce qui: queste torte sono anche un modo per costruire comunità, creando momenti di partecipazione attiva intorno a tematiche importanti.

Un esempio lampante di come il cibo possa diventare veicolo di cambiamento è la fondazione Bakers Against Racism, nata nel 2020. L’associazione ha raccolto milioni di dollari per cause di uguaglianza sociale, vendendo dolci creati per sensibilizzare sul tema del razzismo. E non sono solo le associazioni a usare le torte per fare la differenza: la pasticceria Vanilla Beans and Daydreams crea vere e proprie opere d’arte in pasta di zucchero, affrontando con i suoi dolci temi come il razzismo e l’omotransfobia. In molte aree degli Stati Uniti, le pasticcere hanno inoltre unito le forze per difendere il diritto all’aborto, creando torte come simbolo di lotta per la salute riproduttiva.

Anche in Italia il fenomeno sta cominciando a farsi sentire. Sebbene il nostro Paese sia noto per la sua tradizione dolciaria, le “ugly cakes” stanno emergendo come una novità interessante, che unisce creatività e impegno sociale in un mix tutto da scoprire.

Le “ugly cakes” ci insegnano che il cibo può essere molto più di un semplice piacere per il palato. Sono un potente strumento di comunicazione, un modo per esprimere le proprie idee e contribuire a un mondo più giusto. E forse, in un mondo dove il cambiamento sembra sempre più urgente, una torta può fare davvero la differenza.

Bebe Vio Academy: anche a Roma arriva il progetto inclusivo per promuovere lo sport paralimpico

La Bebe Vio Academy, un faro di inclusione e speranza per il mondo dello sport paralimpico, sta per iniziare un emozionante capitolo della sua storia con l’apertura di una nuova sede a Roma, presso il prestigioso Centro Sportivo SapienzaSport. Questo passo segna un’espansione significativa per l’accademia, che fino ad oggi ha operato con successo a Milano. Fondata nel 2021 dalla campionessa paralimpica Bebe Vio, la Bebe Vio Academy ha come missione principale rendere lo sport accessibile a tutti, superando le barriere fisiche e sociali. Dopo aver conquistato due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016 e Tokyo 2020 e aver affrontato le difficoltà del mondo dello sport paralimpico, Bebe Vio ha deciso di realizzare un sogno che ha condiviso con una responsabile di Nike durante la pandemia: creare uno spazio dove bambini e ragazzi, con o senza disabilità, potessero praticare sport insieme.

Il nuovo centro romano si affianca al già affermato programma milanese, che ha visto una partecipazione entusiasta di oltre 40 ragazzi, di cui metà con disabilità e metà senza. A Milano, la Bebe Vio Academy ha offerto corsi gratuiti di scherma in carrozzina, basket in carrozzina, sitting volley, atletica e calcio. Ora, con l’apertura della nuova sede a Roma, il progetto si arricchisce e si espande ulteriormente, portando con sé lo stesso spirito di inclusione e passione per lo sport.

Il Centro Sportivo SapienzaSport, ubicato in via Fornaci di Tor di Quinto 64, diventa la nuova casa della Bebe Vio Academy, grazie alla collaborazione tra l’Associazione art4sport ONLUS, Nike e Sapienza Università di Roma. Questo accordo sottolinea l’impegno congiunto verso l’accessibilità e l’inclusività nello sport, confermato anche dal sostegno di Roma Capitale.

La stagione 2024/2025 della Bebe Vio Academy a Roma prenderà il via tra fine ottobre e inizio novembre 2024 e si protrarrà fino a maggio 2025. I corsi, che includeranno le stesse discipline paralimpiche offerte a Milano, saranno gratuiti e aperti a ragazzi dai 6 ai 18 anni, sia con che senza disabilità. Ogni attività sarà supportata dall’Associazione art4sport ONLUS, che si impegna a fornire tutte le attrezzature necessarie per garantire un’esperienza sportiva completa e inclusiva.

Il progetto della Bebe Vio Academy non è solo un’iniziativa sportiva, ma un vero e proprio movimento culturale. Come sottolineato dalla stessa Bebe Vio, l’obiettivo è far crescere una nuova generazione di atleti che, giocando e praticando sport insieme, possano superare barriere e pregiudizi. La sua visione si è dimostrata efficace, e ora si espande in altre città italiane, offrendo a molti giovani l’opportunità di scoprire e vivere lo sport in una forma nuova e stimolante.

L’apertura della sede romana arriva al termine di un’annata di grande successo per la campionessa paralimpica, reduce da una brillante performance ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, dove ha conquistato medaglie di bronzo sia nel fioretto individuale che nella gara a squadre. Questo successo, insieme a quello degli atleti dell’Academy, testimonia l’efficacia del progetto e il suo impatto positivo sui partecipanti.

Il sostegno delle istituzioni, come dimostrato dalle dichiarazioni di Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, e Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma, è fondamentale per il successo dell’iniziativa. Entrambi hanno evidenziato l’importanza di promuovere lo sport come un diritto universale e hanno accolto con entusiasmo l’apertura della nuova sede, che rappresenta un passo significativo verso una città più inclusiva e solidale.

In conclusione, la Bebe Vio Academy non è solo un centro sportivo, ma un simbolo di inclusione e speranza. Attraverso la pratica dello sport paralimpico, offre a tutti i partecipanti la possibilità di superare limiti e costruire legami duraturi. Con la sua nuova sede a Roma, l’Academy è pronta a continuare la sua missione, ispirando e motivando una nuova generazione di atleti a sognare e raggiungere nuovi traguardi. Per chi desidera unirsi a questa avventura, per ulteriori informazioni, visitare il sito bebevio.com/academy o contattare direttamente l’Academy all’indirizzo email: bebevioacademy@art4sport.org.

“Willy – Different is Good”: il Cortometraggio Animato che Celebra la Memoria di Willy Monteiro Duarte

Il 6 settembre 2020, Willy Monteiro Duarte, un giovane di 21 anni originario di Capo Verde, veniva brutalmente ucciso a Colleferro, Roma, mentre cercava di difendere un amico aggredito dai bulli. La sua morte, avvenuta a causa di un pestaggio razzista, ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, tanto che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito alla memoria di Willy la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Questa tragedia, che ha messo in luce il tema della violenza e del razzismo, ha ispirato la realizzazione di un cortometraggio d’animazione 3D dal titolo “Willy – Different is good”. Il film, che sarà presentato in anteprima assoluta il prossimo 31 agosto, alle 19, nella Sala Tropicana dell’Hotel Excelsior di Venezia, si inserisce nel programma “fuori concorso” del Festival del Cinema di Venezia. L’evento vedrà la partecipazione di studenti della Side Academy, della quale fanno parte anche esperti del settore come Sarah Arduini, vincitrice di un Oscar per gli effetti speciali de Il libro della giungla, e professionisti di fama mondiale nel campo del cinema e dei videogame. Tra gli ospiti attesi ci sarà anche Milena Monteiro, la sorella di Willy, che presenzierà alla serata.

Il corto, della durata di cinque minuti e mezzo, è stato realizzato grazie all’impegno di circa settanta studenti e alla direzione artistica di Stefano Siganakis, CEO di Side Academy. Per la realizzazione sono state necessarie ben centomila ore di lavoro distribuite su tre anni. Il progetto ha impiegato il software “Unreal Engine” di Epic Games, un potente “game engine” noto per la sua applicazione nei videogiochi, tra cui titoli famosi come Fortnite e Cyberpunk 2077. In questo cortometraggio, la storia di Willy viene reinterpretata attraverso le avventure di un piccolo alieno, che si trova ad affrontare bulli intenzionati a umiliarlo e filmare il pestaggio per diffonderlo sui social. L’approccio narrativo mira a sensibilizzare il pubblico, utilizzando la fantasia per rappresentare un messaggio positivo: le differenze non devono creare conflitti, ma sono un’opportunità per far evolvere la società.

Il progetto è nato nel 2021 e, già durante la fase di realizzazione, ha attirato l’attenzione mediatica per i suoi valori culturali, estetici e tecnologici. Stefano Siganakis, CEO della Side Academy, ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa che non solo celebra il talento creativo, ma trasmette anche valori di inclusione e solidarietà, che spera possano raggiungere un pubblico globale.

Side Academy, che continua a crescere e ad espandere la sua offerta formativa, ha recentemente ottenuto un prestigioso riconoscimento internazionale, classificandosi tra le prime cinque accademie mondiali nel settore dell’animazione 3D. Questo risultato è il frutto dell’impegno continuo nel formare professionisti altamente qualificati per un settore in continua evoluzione, come quello della computer grafica e dei videogame. Durante l’evento, saranno anche consegnati i Draghi d’Oro, premi destinati ai migliori studenti della Side Academy, un’opportunità che molti dei premiati vedono come un trampolino di lancio verso una carriera di successo nel mondo dell’animazione e dei videogame.

La serata sarà anche un’occasione unica per celebrare il talento emergente e per riflettere sull’importanza della formazione in un settore che, da Verona, sta contribuendo a portare l’Italia tra i leader mondiali nel campo dell’animazione e degli effetti speciali. La Side Academy, infatti, sta diventando un punto di riferimento per giovani creativi desiderosi di lavorare in un ambiente stimolante e all’avanguardia.

Concludendo, il corto “Willy – Different is good” è non solo un omaggio alla memoria di un giovane che ha perso la vita per un gesto coraggioso, ma anche un segnale forte di come la tecnologia e la creatività possano essere strumenti potenti per veicolare messaggi di pace, rispetto e cambiamento.

Bebe Vio incontra SpongeBob e Patrick Stella

Super!, il brand di intrattenimento di Paramount dedicato a bambini e ragazzi, è orgoglioso di annunciare un’iniziativa straordinaria di inclusione realizzata con Bebe Vio Academy, l’accademia multisportiva, in collaborazione con art4sport Onlus e Nike. Un programma inclusivo che ha come obiettivo la promozione dello sport paralimpico e che è incentrato sulla visione di Bebe: rendere lo sport accessibile per tutti.

SpongeBob e Patrick Stella hanno, infatti, provato insieme a Bebe Vio, schermitrice e campionessa paralimpica, le 5 diverse discipline sportive paralimpiche presenti alla Bebe Vio Academy. Un incontro divertente e giocoso per promuovere i valori dell’amicizia, dell’inclusione, del diritto di tutti al gioco e allo sport, che si è tradotto in 6 clip televisive. La prima sarà svelata il 14 luglio all’interno della maratona dedicata al 25° compleanno di SpongeBob, che su Super! – canale 47 del dtt e di tivùsat e sul 625 di Sky – andrà in onda dalle 16:15 alle 20:00. Le altre clip saranno inserite in palinsesto in rotazione dal 26 agosto al 15 settembre.

Le discipline paralimpiche protagoniste delle clip saranno il sitting volley, il basket in carrozzina, la scherma in carrozzina, l’atletica paralimpica e il calcio integrato.

Bebe Vio ha commentato:

Facendo sport si fa integrazione… la Bebe Vio Academy è un luogo dove i bambini dai 6 ai 18 anni possono venire e fare sport insieme. È nata dal sogno di trovare un luogo perfetto dove la disabilità diventa normalità e dove i bambini possono giocare insieme. È stato bello portare qui due amici come SpongeBob e Patrick Stella!”

Questa iniziativa nasce dalla volontà di Super! e della Bebe Vio Academy di promuovere un mondo in cui ogni bambino, indipendentemente dalle proprie abilità, possa sentirsi parte di una grande famiglia. Le clip saranno esempi tangibili di come lo sport possa abbattere ogni barriera e promuovere l’inclusione.

Il progetto, e il coinvolgimento dell’amata spugna gialla, si inserisce nell’anno delle celebrazioni per il 25° Anniversario di SpongeBob che partiranno il 13 luglio in America, un anno importante in cui in tutto il mondo ci saranno attività e celebrazioni dedicate all’iconico personaggio giallo amato da grandi e piccini.

Bebe Vio Academy vuole dare l’opportunità a bambini con e senza disabilità fisiche di conoscersi e sperimentare cinque diverse discipline sportive paralimpiche: scherma, basket in carrozzina, sitting volley, atletica e calcio. La BVA riapre a settembre con due appuntamenti a settimana. Per maggiori informazioni, visitate https://www.bebevio.com

Dungeons & Dragons: Inclusività ed etica tra innovazione e marketing?

Nel corso degli ultimi anni, Dungeons & Dragons (D&D) ha compiuto un’evoluzione sorprendente, passando da gioco di nicchia a fenomeno culturale globale. Nato nel 1974, D&D ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei nerd, ma le modifiche recenti introdotte dalla Wizards of the Coast, l’editore del gioco, hanno acceso un acceso dibattito tra i fan. In particolare, le modifiche incentrate sull’inclusività e l’accessibilità hanno suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni applaudono questi cambiamenti come un passo necessario verso una maggiore apertura, altri li vedono come una mossa di marketing, una forma di “ethics washing” finalizzata più a guadagnare nuovi giocatori che a un reale impegno nel cambiamento sociale.

Storicamente, Dungeons & Dragons ha costruito il suo immaginario su un’idea di fantasy eurocentrico, con razze e creature che spesso riflettevano stereotipi di razza e cultura. Razze come gli orchi e i drow, ad esempio, erano descritte come “intrinsecamente malvagie”, perpetuando narrative che allineavano i tratti di alcune razze a pregiudizi sociali. Tuttavia, con l’arrivo della quinta edizione (D&D 5e), Wizards of the Coast ha intrapreso un percorso di trasformazione per rendere il gioco più inclusivo, cercando di smantellare questi stereotipi e offrire un’esperienza di gioco più rappresentativa e accogliente.

Uno degli aggiornamenti più significativi riguarda la rimozione del concetto di “malvagità intrinseca”. In passato, alcune razze erano definite in base alla loro affiliazione morale, ma ora ogni personaggio può essere personalizzato indipendentemente dalla sua razza o specie. Il termine “razza” è stato sostituito con “specie”, cercando di ridurre le connotazioni discriminatorie legate alla biologia e alla divisione tra gli esseri viventi. Questo cambiamento ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, alcuni giocatori temono che il gioco stia perdendo parte della sua essenza, trasformando il fantasy in un “revisionismo” forzato, mentre dall’altro, molti lo accolgono positivamente, soprattutto coloro che si sentivano emarginati dalle rappresentazioni tradizionali.

La Reazione della Community: Inclusività o Strategia di Marketing?

Se da un lato le modifiche introdotte da Wizards of the Coast sono state accolte come un progresso, dall’altro hanno scatenato accuse di “ethics washing”. Questo termine si riferisce a quelle pratiche aziendali in cui vengono adottate politiche etiche e inclusive più per migliorare l’immagine pubblica che per un autentico impegno al cambiamento. Alcuni critici sostengono che queste modifiche non siano altro che una strategia per attrarre un pubblico più ampio, piuttosto che una reale riflessione sui temi sociali.

Un punto controverso riguarda la monetizzazione dell’inclusività. Espansioni e manuali che mettono l’accento su temi culturali inclusivi sono spesso venduti come prodotti premium, alimentando il sospetto che Wizards stia cercando di capitalizzare sul desiderio di un cambiamento sociale piuttosto che fare un effettivo lavoro di rinnovamento. Inoltre, le controversie relative al trattamento dei lavoratori, comprese le accuse di sfruttamento dei freelance e la gestione dei diritti d’autore, hanno sollevato dubbi sull’autenticità di queste modifiche. Alcuni appassionati temono che queste modifiche siano simboliche, piuttosto che affrontare in profondità le vere problematiche legate alla diversità e alla rappresentazione.

L’Equilibrio Delicato tra Tradizione e Innovazione

Un altro aspetto che ha sollevato preoccupazioni è l’introduzione di linee guida per la gestione dei temi sensibili nelle campagne. Wizards of the Coast ora incoraggia i Dungeon Master a concordare con i giocatori dei limiti tematici, utilizzando strumenti come “hard” e “soft” limits e segnali visivi per comunicare disagio durante il gioco. Sebbene l’intento sia quello di creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, alcuni temono che questa nuova dinamica possa compromettere l’essenza del gioco, trasformandolo in una continua negoziazione piuttosto che in un’esperienza spontanea e condivisa.

I Dungeon Master, che un tempo erano liberi di narrare storie senza vincoli, si trovano ora a dover bilanciare la propria creatività con le esigenze e i limiti dei giocatori. Questo approccio potrebbe sembrare una forzatura delle tradizioni del gioco, dove l’improvvisazione e la libertà narrativa erano sempre stati al centro dell’esperienza.

Il Futuro di D&D: Autenticità o Semplice Moda?

La domanda centrale che si pone è se questi cambiamenti siano davvero un passo autentico verso l’inclusività e la giustizia sociale o se siano solo una risposta alle pressioni di mercato. Con un pubblico sempre più diversificato e l’ascesa di nuovi giochi di ruolo che abbracciano tematiche di inclusività, è comprensibile che Wizards of the Coast voglia evolversi per non restare indietro. Tuttavia, alcuni veterani del gioco temono che queste modifiche possano minare l’autenticità di D&D, sacrificando la tradizione per rispondere a mode passeggere.

La sfida per Wizards of the Coast è quella di mantenere un delicato equilibrio tra innovazione e rispetto per le radici storiche del gioco. In un’epoca in cui la diversità e l’inclusività sono sempre più al centro del dibattito sociale, è fondamentale che D&D rimanga fedele alla sua natura di narrazione collettiva e creativa. Il rischio, però, è che la ricerca di un pubblico più ampio possa alienare coloro che hanno sempre amato D&D per la sua capacità di trasportarli in mondi fantastici, dove moralità, razza e specie sono puramente elementi di fantasia e non specchi della realtà.

D&D tra Innovazione e Tradizione

Dungeons & Dragons, simbolo da sempre di creatività e immaginazione, sta cercando di adattarsi a un mondo più consapevole e inclusivo. Ma il dibattito che divide la comunità solleva interrogativi importanti: sono queste modifiche un vero passo verso l’inclusività e la giustizia sociale, o sono solo una mossa di marketing per mantenere la sua rilevanza in un mercato in continua evoluzione?

Mentre il futuro di D&D rimane incerto, è chiaro che il gioco continuerà a essere un punto di riferimento per unire le persone attraverso storie e avventure condivise. Per Wizards of the Coast, la vera sfida sarà dimostrare che l’inclusività non è solo una strategia di facciata, ma una parte fondamentale della visione del gioco per i decenni a venire.

Boy Scout verso l’inclusione: nuovo nome e porte aperte alle ragazze!

Finalmente un cambiamento storico per i Boy Scout americani!

Dall’8 febbraio 2025, in occasione del 115esimo anniversario, l’organizzazione abbandonerà il nome “Boy Scouts of America” per diventare “Scouting America”.

Un rebranding inclusivo che sottolinea l’impegno dell’associazione nell’accogliere tutti i giovani americani, ragazze comprese.

Niente paura per i valori scout!

Nonostante il cambio di nome, la missione rimane la stessa: preparare i giovani a fare scelte etiche e morali basandosi sui principi scout.

Come sottolinea il presidente e amministratore delegato Roger A. Krone: “Si tratta di un’evoluzione naturale per garantire che tutti i giovani americani si sentano accolti e riconosciuti. I valori dell’America sono valori di scouting”.

Un passo avanti per il futuro

Questa decisione segna un passo importante verso un’organizzazione più inclusiva e rappresentativa della società americana di oggi.

Cosa ne pensi?

Scrivi un commento qui sotto e condividi la tua opinione su questo cambiamento storico!

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Il Cosplay come Manifesto di Inclusione e Diversità: Celebrare la variegata bellezza della comunità Cosplayer

Il cosplay, come forma di espressione artistica e culturale, ha acquisito negli anni un ruolo sempre più rilevante, non solo nel panorama dell’intrattenimento, ma anche come potente strumento di inclusione e accettazione delle diversità. In un’epoca in cui la rappresentazione e la pluralità sono temi centrali nel dibattito sociale, il cosplay emerge come una pratica che riesce a mescolare creatività, passione e un messaggio forte di inclusività. Non si tratta solo di un gioco di travestimenti, ma di un atto simbolico che riflette le molteplici sfaccettature della società.

Una delle caratteristiche più straordinarie del cosplay è la sua capacità di abbattere le barriere tradizionali. Cosplayers di tutte le età, generi, etnie e corporature possono interpretare qualsiasi personaggio, da quelli più noti della cultura popolare a figure meno convenzionali. La flessibilità che questa pratica offre permette di sfidare i limiti imposti dagli stereotipi e dalle aspettative della società, regalando a chiunque la possibilità di dare vita a un personaggio che rispecchi la propria identità. Nel contesto del cosplay, l’apparenza fisica e le convenzioni sociali non sono un ostacolo, ma un elemento da celebrare.

Questa dimensione di libertà e di possibilità creative va ben oltre l’aspetto estetico. Il cosplay permette a ciascun individuo di esplorare e affermare la propria diversità, sia essa legata a scelte estetiche personali, all’orientamento sessuale o a peculiarità fisiche. È un universo dove non esistono limiti alle interpretazioni, dove le disabilità non sono un impedimento ma possono trasformarsi in spunti per creare costumi innovativi e unici. È un campo in cui l’inclusione non è un semplice concetto teorico, ma una realtà vissuta, in cui la diversità non è solo tollerata, ma abbracciata e valorizzata.

La comunità cosplay, nel suo insieme, gioca un ruolo fondamentale nel promuovere questa visione. Oltre a condividere la passione per personaggi e universi fantastici, i cosplayer sono soliti scambiarsi conoscenze e risorse per creare costumi che rispondano a necessità specifiche. Non è raro che ci siano gruppi e forum in cui i cosplayer si scambiano suggerimenti su come realizzare abiti adattati a diverse corporature, o su come affrontare sfide particolari legate alle abilità fisiche. Questo spirito di condivisione e collaborazione è essenziale per costruire una comunità più inclusiva, in cui ogni membro possa esprimersi liberamente e senza paura di essere giudicato.

Un altro aspetto che contribuisce alla crescita di un ambiente accogliente e solidale è la capacità del cosplay di offrire un rifugio per coloro che, nella vita quotidiana, possono sentirsi emarginati o discriminati. La passione per il cosplay crea legami autentici tra persone di diversa estrazione, e spesso queste connessioni vanno oltre il semplice scambio di costumi. Sono veri e propri rapporti di amicizia che si alimentano della passione comune per l’arte, la cultura pop e l’inclusione. In questo spazio, la diversità diventa una risorsa, un valore che arricchisce le esperienze di tutti i partecipanti.

Con l’avvento dei social media, il mondo del cosplay ha trovato nuovi canali per diffondere il proprio messaggio di inclusione. Oggi, le piattaforme online sono il cuore pulsante di una comunità globale che non si limita più agli eventi fisici come le convention, ma si estende virtualmente a chiunque, indipendentemente da dove si trovi nel mondo. I cosplayer possono interagire, condividere le proprie creazioni e ricevere supporto da una rete di persone che, pur essendo lontane fisicamente, si riconoscono nei valori di inclusività e rispetto che il cosplay incarna. Il  cosplay non è dunque solo una forma di intrattenimento, ma un manifesto di inclusione e celebrazione della diversità. È un mondo in cui ogni differenza, piuttosto che rappresentare una barriera, diventa un’opportunità per esprimere se stessi in maniera unica. La creatività e la passione che permeano questa pratica, unite al senso di comunità che la anima, dimostrano che il cosplay non solo accoglie chiunque, ma celebra tutte le forme di bellezza e unicità.

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