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Novità per il live action Disney di Hercules?

C’è qualcosa che ribolle negli abissi infuocati degli Inferi… e no, non parlo di un’altra reunion di villain Disney in una fanart su DeviantArt. Sto parlando di una possibile rivoluzione in casa Disney che potrebbe trasformare uno dei remake più attesi — quello di Hercules — in qualcosa di totalmente inaspettato: un film dedicato ad Ade, il dio dell’Oltretomba più ironico e istrionico mai animato dalla casa di TopolinoioIl progetto live-action di Hercules, remake del cult animato del 1997 che ha segnato l’infanzia di una generazione di nerd cresciuti a colpi di Zero to Hero, è in gestazione da tempo. Con i Fratelli Russo (Avengers: Endgame, non esattamente due sconosciuti) come produttori e Guy Ritchie alla regia — già rodato in casa Disney dopo Aladdin — le aspettative erano alte. Ma come spesso accade nel mondo di Hollywood, dietro le quinte le cose non sono mai così scolpite nella pietra… nemmeno quelle antiche quanto il Partenone.

Inizialmente, si parlava di una trasposizione fedele del film animato, con tanto di colonne doriche, Mégara pungente e cori gospel che cantano le gesta del semidio più pop della Grecia mitologica. Ma negli ultimi mesi, alcune indiscrezioni riportate da The DisInsider hanno iniziato a farci sospettare che Disney stia valutando un cambio di rotta davvero epocale: trasformare il film in Hades, spostando il focus narrativo dall’eroe muscoloso al suo avversario demoniaco e carismatico. Una mossa che potrebbe ribaltare completamente il concept del film e aprire la strada a un nuovo modo di raccontare i classici Disney.

Ma facciamo un passo indietro. Perché questa possibile svolta? E perché proprio adesso?

Il successo del live-action di Lilo & Stitch, che sta flirtando con il miliardo di dollari al box office internazionale grazie a una narrazione fedelissima all’originale, ha spinto i piani alti Disney a rivalutare la formula dei remake. Se da un lato pellicole come Mulan hanno subito critiche per essersi distaccate troppo dal materiale animato, dall’altro storie come quella di Stitch dimostrano che il pubblico ama ancora i classici… ma con qualche tocco di freschezza ben calibrata.

Ecco allora che l’idea di spostare il baricentro del film su Ade diventa più di una semplice provocazione. Non sarebbe nemmeno la prima volta che Disney gioca questa carta vincente: basti pensare a Maleficent, che nel 2014 ha raccontato la fiaba della Bella Addormentata dal punto di vista dell’antagonista, incassando oltre 750 milioni di dollari. Poi è arrivata Cruella, che ha trasformato una cacciatrice di cuccioli in una stilista punk con un passato da antieroina. Il successo critico e commerciale di questi film dimostra una cosa: i villain, se scritti bene, sono molto più interessanti degli eroi.

Ed è qui che entra in scena lui, Hades. Un personaggio che nel film del ’97 era molto più di un semplice cattivo: era brillante, cinico, divertente. Una specie di PR dell’oltretomba con la parlantina veloce e la battuta sempre pronta. Portarlo al centro della scena significherebbe esplorare le origini del suo esilio, la sua lotta per il potere, la frustrazione di essere sempre messo da parte dagli dei dell’Olimpo. E magari — perché no — anche trovare un pizzico di umanità tra le fiamme blu della sua chioma.

Certo, non è ancora detto che questa sarà la direzione definitiva. Secondo le ultime voci, lo studio avrebbe tentennato, attraversando una vera e propria crisi creativa. I fratelli Russo stessi hanno confermato a Total Film che la sceneggiatura è ancora in fase di sviluppo, e non si esclude che si torni a un’impostazione più classica. Ma la possibilità di un Hades: Il Film è talmente intrigante da accendere le fantasie di noi fan come una torcia olimpica accesa nel cuore di una convention cosplay.

E a proposito di sceneggiatura: il nome in ballo è quello di Dave Callaham, già penna dietro Shang-Chi e Wonder Woman 1984. E se davvero si decidesse per un cambio di prospettiva, questo vorrebbe dire un cast totalmente diverso, una narrazione più adulta, forse persino un cambio di tono e ambientazione. Si è parlato — udite udite — di attori come Michael B. Jordan o Taron Egerton nei panni di protagonisti, il che aprirebbe anche al tema dell’inclusività e della rappresentazione etnica nei ruoli classici, come già visto con Will Smith nel ruolo del Genio.

Un altro nome che potrebbe tornare a infiammare i cuori nostalgici è quello di Alan Menken. Il compositore premio Oscar, colonna sonora vivente del Rinascimento Disney, ha già messo mano alle musiche dei live-action di La Bella e la Bestia, Aladdin e La Sirenetta. E l’idea di sentire una nuova versione di “A Star is Born” (o magari una ballata interiore di Ade) con la sua firma è sufficiente a far venire i brividi.

Nel caso in cui il progetto diventasse realmente Hades, la sfida narrativa sarà immensa: mantenere il tono ironico e brillante dell’originale, ma senza banalizzare la figura del dio degli Inferi. Non dovrà essere un semplice villain cool, ma una figura sfaccettata, tragica, ambiziosa. Una specie di Loki in salsa greca, con un tocco di tragedia shakespeariana e un’estetica degna di un concept artist di God of War.

Dunque, il remake di Hercules potrebbe davvero diventare qualcosa di più grande, più audace e più maturo. Una narrazione capovolta che dia voce a chi finora è stato solo lo sfondo della gloria altrui. E in fondo, che cos’è la mitologia se non il racconto delle stesse storie, viste da occhi diversi? Il futuro del progetto è ancora incerto, ma se la Disney sceglierà di seguire questa strada, potremmo trovarci all’alba di una nuova era per i remake dei suoi classici. Un’epoca in cui anche i cattivi, finalmente, possono avere il loro momento da protagonisti. Perché, diciamocelo: a volte è molto più interessante scendere negli Inferi che salire sull’Olimpo.

E voi cosa ne pensate? Vorreste davvero vedere un film dedicato ad Ade, o preferite restare fedeli alla storia di Hercules così com’è? Fatecelo sapere nei commenti e condividete l’articolo con i vostri amici nerd sui social! Che l’Olimpo sappia che anche gli inferi hanno qualcosa da dire.

Road House 2: Guy Ritchie prende il volante del sequel (e forse ci salva da un incidente annunciato)

Diciamocelo: il remake di Road House del 2024 non è esattamente entrato nella storia del cinema d’azione con la grazia di una testata ben assestata. Certo, Jake Gyllenhaal ci ha messo il cuore (e il fisico), la fotografia era patinata quanto basta e le risse non mancavano. Ma per chi, come il sottoscritto, ricorda con occhi lucidi la faccia spigolosa di Patrick Swayze e quel mix irresistibile di kitsch e testosterone anni ’80, l’operazione reboot ha lasciato più lividi che emozioni.

E ora? A sorpresa, Amazon MGM Studios non solo rilancia con un sequel, ma ci piazza alla regia nientemeno che Guy Ritchie. Sì, proprio lui. Il regista britannico che ci ha insegnato che i gangster londinesi possono essere più teatrali di Shakespeare e che una scazzottata può essere un balletto coreografato meglio di un musical di Broadway. Dopo The Gentleman, Snatch e gli Sherlock Holmes con Robert Downey Jr., Ritchie torna a casa (o meglio, in streaming) con Road House 2, e lo fa con la promessa non detta ma chiarissima di trasformare ogni pugno in una dichiarazione d’intenti.

A rimettere i guantoni sarà ancora una volta Jake Gyllenhaal nei panni del buttafuori Elwood Dalton, ex lottatore in cerca di redenzione e, a quanto pare, di altri bar da ripulire a suon di botte. Lo avevamo lasciato mentre si allontanava misteriosamente dal locale nelle Florida Keys, forse in cerca di un nuovo caos da domare. Dove andrà ora? Nessuno lo sa ancora. Ma una cosa è certa: se c’è un pub malmesso e una banda di criminali a piede libero, Elwood ci sarà.

Dietro la macchina da presa, però, c’è stato un cambio di rotta significativo. Doug Liman, regista del primo film e autore di alcune dichiarazioni al vetriolo contro la decisione di Amazon di rilasciare Road House solo in streaming, è stato messo da parte. Al suo posto, come detto, entra Ritchie, che nel frattempo continua a collezionare titoli e collaborazioni con le piattaforme. Per Amazon ha già firmato The Covenant (proprio con Gyllenhaal) e l’imminente In the Grey. Per Netflix ha diretto la serie spin-off di The Gentlemen, mentre per AppleTV+ sta preparando Fountain of Youth con John Krasinski. Insomma, se esiste uno streamer, Guy Ritchie ci ha già messo mano.

Al momento, la trama di Road House 2 è avvolta nel mistero, ma possiamo aspettarci un’esplosione di risse eleganti, dialoghi taglienti e quell’umorismo ironico che solo Ritchie sa dosare tra una mascella rotta e l’altra. La sceneggiatura è affidata a Will Beall, già rodato con Bad Boys: Ride or Die e il nuovo Beverly Hills Cop: Axel F, quindi il pedigree per un action che non si prende troppo sul serio è tutto lì.

Sul fronte produttivo, oltre a Gyllenhaal, troviamo Charles Roven e Alex Gartner di Atlas Entertainment, Josh McLaughlin di Nine Stories e Ivan Atkinson, fedele collaboratore di Ritchie. Una squadra che sa bene come si costruisce un film d’azione da streaming, ma stavolta — incrociamo le dita — speriamo anche da sala. Perché sì, va bene il divano, ma un film come Road House 2 merita di essere vissuto in un cinema pieno, con gli spettatori che applaudono a ogni gancio destro ben piazzato.

Il primo Road House, per quanto divisivo, è stato uno dei titoli più visti di sempre su Prime Video, con circa 80 milioni di visualizzazioni nelle prime otto settimane. Un successo numerico che ha zittito perfino i detrattori più acidi (ma non ha convinto quelli più nostalgici, me compreso). Con l’arrivo di Ritchie, però, potrebbe finalmente esserci quella scintilla che mancava: stile, ritmo, e — speriamo — un po’ più di anima.

In fondo, cosa chiediamo a un sequel nerd di un remake nerd di un cult nerd? Solo una cosa: che ci faccia dire “okay, non era il solito reboot inutile”. E se c’è un uomo che può farlo accadere, quello è Guy Ritchie.

Se il bar ha bisogno di essere ripulito di nuovo, stavolta speriamo che lo faccia con classe. Con un colpo solo. E con la cinepresa giusta.

Fountain of Youth: Guy Ritchie porta l’azione e l’avventura su Apple TV+ con un cast stellare

Guy Ritchie, il regista che ha conquistato il pubblico con il suo stile frizzante e la sua abilità nel creare narrazioni avvincenti, è pronto a lanciare un nuovo progetto che mescola azione, avventura e il suo inconfondibile tocco di comicità. Il film si intitola “Fountain of Youth” (La Fontana della Giovinezza) ed è un heist movie che promette di incantare gli spettatori con una caccia al tesoro in giro per il mondo e il mito immortale della leggendaria fonte che dona l’eterna giovinezza. Scritto da James Vanderbilt, il film sarà disponibile su Apple TV+ a partire dal 23 maggio 2025 e si preannuncia come uno degli eventi cinematografici più attesi dell’anno.

La trama di “Fountain of Youth” segue due fratelli, interpretati da John Krasinski e Natalie Portman, che, dopo una lunga separazione, decidono di allearsi per intraprendere una missione epica: trovare la mitica Fontana della Giovinezza. Un viaggio che li porterà a seguire indizi storici e leggendari in un’avventura globale piena di pericoli, misteri e, come da tradizione nei film di Ritchie, anche molti momenti comici. Krasinski, noto per il suo ruolo in “The Office” e nella serie “Jack Ryan”, interpreta Luke Purdue, il fratello maggiore, mentre Portman, che ha affascinato il pubblico con le sue performance in “Black Swan” e nella saga di “Thor”, veste i panni della sorella minore, Charlotte Purdue, un personaggio dal carattere forte e determinato.

Al loro fianco, un cast stellare che aggiunge ulteriore profondità al film: Eiza González, che ha già lavorato con Ritchie in “The Ministry of Ungentlemanly Warfare”, Domhnall Gleeson (famoso per la trilogia sequel di “Star Wars”), Carmen Ejogo, Stanley Tucci e Laz Alonso. Ogni attore porta con sé un carisma unico che si mescola perfettamente con l’energia dinamica e la scrittura frizzante tipiche dei film di Guy Ritchie, che ama inserire dialoghi rapidi e situazioni imprevedibili anche nelle storie più intense.

La ricerca della Fontana della Giovinezza non è solo una semplice caccia al tesoro, ma un viaggio che cambierà la vita dei protagonisti. Come accade spesso nei film di Ritchie, l’avventura non è solo fisica, ma anche emotiva e psicologica. I fratelli Purdue si troveranno a fare i conti con i loro passati, con la loro relazione complicata e, forse, con una verità che preferirebbero non conoscere. Ma cosa accade quando finalmente si trova la Fontana della Giovinezza? E perché c’è chi è disposto a tutto pur di impedire che la leggenda diventi realtà?

Da quello che si può intuire dalle prime immagini del trailer, “Fountain of Youth” promette di essere un mix esplosivo di azione mozzafiato, mistero avvincente e, ovviamente, una buona dose di ironia. Il film, infatti, sembra essere una fusione perfetta tra il classico spirito d’avventura di “Indiana Jones”, la ricerca intrigante di “National Treasure” e l’intelligenza misteriosa dei romanzi di Dan Brown. La combinazione di enigmi storici e un’ambientazione globale ricca di pericoli, segreti e sorprese, incorniciata dallo stile unico di Guy Ritchie, non può che attrarre il pubblico in cerca di un’avventura entusiasmante.

“Fountain of Youth” non è solo una pellicola che promette di conquistare gli appassionati di azione e commedie intelligenti, ma rappresenta anche una delle prime grandi scommesse di Apple TV+. La piattaforma, che ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama dello streaming con titoli come “Ted Lasso” e “The Morning Show”, si prepara a lanciare una nuova era con questo film che, con il suo cast d’eccezione e la regia di un maestro del genere come Guy Ritchie, si preannuncia come un evento da non perdere.

Le riprese di “Fountain of Youth” sono iniziate nel 2024 e si sono svolte in alcune delle location più suggestive del mondo, tra cui Bangkok, Vienna e Liverpool, per garantire una realizzazione su scala globale. Il film si inserisce perfettamente nella strategia di Apple TV+ di offrire contenuti originali di altissima qualità, in grado di soddisfare un pubblico sempre più esigente e affamato di storie coinvolgenti. “Fountain of Youth” promette di essere un’avventura emozionante che saprà conquistare i cuori degli spettatori con il suo mix di storia, azione, mistero e ironia. Guy Ritchie è pronto a portare il pubblico in un viaggio che sfida il tempo, mescolando leggende antiche e temi contemporanei in un film che non mancherà di sorprendere. Con un cast straordinario e una trama che tiene il fiato sospeso, il film si candida a diventare uno dei titoli più discussi del 2025. Non resta che segnare sul calendario: “Fountain of Youth” arriverà su Apple TV+ il 23 maggio 2025, pronto a regalare una nuova, indimenticabile avventura.

MobLand: la nuova serie crime di Guy Ritchie con Tom Hardy e Pierce Brosnan

L’universo delle serie televisive di genere crime si prepara ad accogliere un nuovo, attesissimo titolo: MobLand. Creata da Ronan Bennett e diretta in parte dal celebre regista Guy Ritchie, questa serie si preannuncia come un racconto avvincente di potere, lealtà e violenza ambientato nel mondo della criminalità organizzata londinese. Con un cast stellare guidato da Tom Hardy, Pierce Brosnan ed Helen Mirren, MobLand debutterà su Paramount+ il 30 marzo 2025.

Una storia di potere e vendetta

Al centro della narrazione troviamo la famiglia Harrigan, un clan criminale di Londra che si trova coinvolto in una feroce guerra contro i rivali Stevensons, una faida che potrebbe mettere fine alla loro egemonia. Per proteggere il proprio impero, Conrad Harrigan (interpretato da Pierce Brosnan) e la moglie Maeve (Helen Mirren) chiamano in aiuto il loro fidato fixer, Harry Da Souza, interpretato da Tom Hardy. Spietato ed efficiente, Harry si troverà a dover affrontare nemici interni ed esterni, tra tradimenti, alleanze pericolose e una crescente minaccia alla stabilità della famiglia Harrigan.

Un cast di altissimo livello

La presenza di attori di grande caratura contribuisce a rendere MobLand una delle serie più attese del 2025. Tom Hardy, già noto per i suoi ruoli in Venom e Peaky Blinders, interpreta il protagonista Harry Da Souza, un uomo letale e senza scrupoli. Pierce Brosnan veste i panni di Conrad Harrigan, il capo della famiglia, mentre Helen Mirren dà vita a Maeve Harrigan, una matriarca tanto affascinante quanto pericolosa.

Il cast si arricchisce ulteriormente con Paddy Considine nel ruolo di Kevin Harrigan, il figlio di Conrad, e Joanne Froggatt in quello di Jan Da Souza, moglie di Harry. Lara Pulver interpreta Bella Harrigan, moglie di Kevin, mentre Anson Boon è Eddie Harrigan, il giovane ribelle della famiglia. Mandeep Dhillon, Jasmine Jobson e Alex Fine completano la squadra con ruoli chiave nel mondo del crimine londinese.

Dietro le quinte: la produzione di MobLand

La serie ha avuto un percorso produttivo interessante: inizialmente concepita come The Donovans, uno spin-off della serie Ray Donovan di Showtime, il progetto ha subito una profonda trasformazione, diventando una storia indipendente e originale. La produzione è curata da MTV Entertainment Studios e 101 Studios, con nomi di spicco come David C. Glasser, Ronan Bennett, Guy Ritchie e Tom Hardy tra i produttori esecutivi.

Le riprese sono iniziate nel novembre 2024 a Londra, ma non senza intoppi. Durante la produzione, il set ha subito diversi furti di attrezzature, che hanno portato al licenziamento della squadra di sicurezza. Inoltre, la società responsabile della costruzione delle scenografie, Helix 3D, è andata in bancarotta, causando difficoltà economiche per alcuni membri della troupe. Tom Hardy si è offerto di coprire personalmente gli stipendi, ma alla fine sono state le case di produzione a garantire i pagamenti.

Il primo trailer ufficiale di MobLand ha già acceso l’entusiasmo del pubblico. Il video mostra una serie di sequenze cariche di tensione, tra esplosioni, scontri a fuoco e dialoghi taglienti. Uno dei momenti più memorabili è una frase pronunciata da Pierce Brosnan nel ruolo di Conrad Harrigan: “Il potere è un mostro affamato, e c’è sempre qualche maledetto topo pronto a prendersi ciò che è mio.”

Helen Mirren, dal canto suo, incarna una figura chiave nella gestione dell’impero criminale del marito, con un’intelligenza affilata e un carisma magnetico. “Mia moglie è la mente dietro al fascino. È lei a tenermi insieme. Questo la rende la più pericolosa di tutti”, dichiara Brosnan nel trailer, lasciando intendere che Maeve Harrigan non è affatto una figura marginale.

Perché MobLand sarà imperdibile

Se il nome di Guy Ritchie non fosse già una garanzia, la combinazione di un cast eccezionale e una narrazione avvincente rende MobLand uno dei titoli più attesi della prossima stagione televisiva. La serie promette di unire l’azione esplosiva tipica del cinema di Ritchie con una trama intricata fatta di tradimenti, lealtà e lotte per il potere.

L’uscita è fissata per il 30 marzo 2025 su Paramount+, visibile anche su Sky Glass e Sky Q. L’attesa sta per finire, e gli appassionati del genere crime possono prepararsi a un viaggio mozzafiato nel cuore della criminalità londinese.

Sherlock Holmes 3: cosa sappiamo sul ritorno di Holmes e Watson sul Grande Schermo?

Il ritorno di Sherlock Holmes sul grande schermo sembra finalmente essere una realtà sempre più concreta. Dopo anni di attese, incertezze e voci di corridoio, le probabilità che il tanto atteso Sherlock Holmes 3 veda la luce si sono decisamente incrementate. La saga cinematografica, che ha avuto il suo inizio nel 2009 con il primo film, diretto da Guy Ritchie, e un secondo capitolo nel 2011 con Sherlock Holmes – Gioco di ombre, ha conquistato il pubblico grazie alla chimica unica tra i protagonisti Robert Downey Jr. e Jude Law. Entrambi sono pronti a tornare nei rispettivi ruoli, quello dell’iconico detective Sherlock Holmes e del suo fidato compagno, il dottor Watson.

Secondo le ultime indiscrezioni, Guy Ritchie, il regista delle prime due pellicole, e il produttore Lionel Wigram, che ha anche creato il fumetto da cui la saga è ispirata, sono al lavoro sulla sceneggiatura del terzo capitolo. Wigram ha rivelato che il processo di scrittura sta avanzando, anche se non senza difficoltà. L’obiettivo, infatti, è quello di superare le aspettative del pubblico, cercando di creare una storia che sia all’altezza della precedente trilogia, ma con un tocco di novità e freschezza che riesca a sorprendere gli spettatori. Nonostante la complessità del progetto, sembra che la passione e l’entusiasmo siano palpabili.

La trama del terzo film è ancora avvolta nel mistero, ma è certo che il franchise continuerà a essere basato sul personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, con alcuni elementi tratti dal fumetto ideato dallo stesso Wigram. Ma mentre la sceneggiatura prende forma, i fan hanno già iniziato a sognare di vedere di nuovo Holmes e Watson nelle loro avventure più entusiasmanti e misteriose. L’attesa, dopo ben tredici anni dal secondo film, è stata lunga, eppure la speranza è viva, alimentata anche dalle parole di Jude Law, che recentemente ha aggiornato i suoi fan sullo stato del progetto.

Intervistato da The Playlist, Jude Law ha rassicurato i fan riguardo al terzo capitolo, confermando che il progetto “si è evoluto” e che c’è una forte volontà da parte di tutti di realizzarlo. La sua affermazione ha riacceso l’entusiasmo dei fan, che dopo tanto tempo senza novità concrete, avevano quasi perso la speranza. Una delle forze trainanti dietro la realizzazione del film è sicuramente l’amicizia tra Law e Robert Downey Jr., che non solo ha reso magiche le loro performance sullo schermo, ma ha anche alimentato il desiderio di lavorare insieme ancora una volta. Law ha descritto il rapporto con Downey Jr. come qualcosa di “straordinariamente brillante, divertente, motivante e ispirante”, sottolineando quanto gli manchi far parte di questo progetto, che ha già segnato la carriera di entrambi.

Nonostante non ci siano ancora conferme ufficiali sulla data di uscita o ulteriori dettagli, le dichiarazioni di Law sembrano aprire uno spiraglio di speranza per tutti coloro che aspettano il ritorno di Sherlock Holmes sul grande schermo. La combinazione di un regista come Guy Ritchie, la sceneggiatura di Lionel Wigram, e il ritorno di Downey Jr. e Law nei loro ruoli iconici potrebbe essere la ricetta perfetta per un film che saprà conquistare nuovi e vecchi fan. Se la trama saprà essere all’altezza delle aspettative, Sherlock Holmes 3 avrà sicuramente tutte le carte in regola per essere un altro successo.

Nel frattempo, l’universo di Sherlock Holmes non si ferma: oltre al film, è stato annunciato che Robert Downey Jr. produrrà esecutivamente alcune serie TV su Sherlock Holmes per HBO Max, un ulteriore segno che l’amato detective sta per vivere una nuova e fruttuosa fase della sua carriera cinematografica e televisiva.

Per tutti gli appassionati del detective più famoso di sempre, il futuro del franchise appare più luminoso che mai. L’attesa per Sherlock Holmes 3 è sicuramente destinata a crescere, ma con queste promesse di ritorno, c’è da scommettere che ne varrà decisamente la pena.

Il Ministero della Guerra Sporca: su Prime Video arriva l’action con Henry Cavill

Amanti del cinema d’azione e appassionati di storia, preparatevi: il 25 luglio 2024 è una data da segnare sul vostro calendario, perché “Il Ministero della Guerra Sporca” sbarca su Prime Video con tutte le premesse per diventare un nuovo cult del genere. Questo film, diretto dal maestro del cinema Guy Ritchie, è un autentico tour de force di adrenalina, storia e originalità, che vi terrà incollati allo schermo dalla prima all’ultima scena.

Guy Ritchie, noto per la sua capacità di trasformare storie avvincenti in esperienze visive senza pari, ha deciso di immergersi in un contesto storico e bellico che potrebbe sembrare, a prima vista, distante dal suo stile tipico. Dopo una carriera inizialmente segnata da thriller suburbani e dal geniale mix di umorismo e azione, Ritchie ha intrapreso un cammino ambizioso e talvolta controverso nel genere dei film in costume e storici. Con “Il Ministero della Guerra Sporca”, sembra aver trovato finalmente il giusto equilibrio tra la sua firma inconfondibile e il dramma bellico, creando un’opera che, pur nella sua inventiva e spettacolarizzazione, rende omaggio a eventi storici di rilievo.

“Il Ministero della Guerra Sporca” si basa sul libro di Damien Lewis e narra le gesta di un’unità segreta di combattimento durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa squadra, operante sotto il radar e con metodi decisamente non convenzionali, è incaricata di sabotare i sottomarini nazisti che minacciano di soffocare l’Inghilterra. L’operazione in questione, conosciuta come “Operazione Direttore delle Poste”, rappresenta una delle più audaci operazioni di spionaggio e sabotaggio della guerra, un capitolo poco conosciuto ma cruciale, che Ritchie ha saputo rievocare con il suo inconfondibile stile.

Il film ci introduce a Henry Cavill nei panni di un ufficiale con un passato oscuro, che viene liberato dal carcere per guidare una missione di massima importanza. Al suo fianco, una squadra di soldati dalle personalità varie e vivaci, tra cui spiccano Alan Ritchson e Alex Pettyfer, nonché la carismatica Eiza Gonzalez, che interpreta un’agente segreta con un ruolo cruciale nella trama. La loro missione è chiara: penetrare nel porto nemico e distruggere tutto ciò che potrebbe supportare l’armata tedesca.

Il Marchio di Guy Ritchie

L’approccio di Ritchie al materiale storico è tutto meno che convenzionale. Con un montaggio frenetico e uno stile visivo che fonde l’estetica dei suoi primi lavori con l’opulenza storica, il film si distingue immediatamente. Le sue inquadrature eleganti e il ritmo incalzante riflettono la sua influenza distintiva, che si sposa con la narrazione di guerra. Ritchie riesce a infondere nella trama una tensione palpabile e un umorismo nero che fa da contrappunto alle sequenze di azione, creando un equilibrio che mantiene alta l’attenzione dello spettatore.

In questo film, la violenza e l’azione non sono solo fini a se stessi, ma servono a sottolineare l’intensità e la determinazione dei protagonisti. Ogni scontro, ogni esplosione, è orchestrato con una maestria che esalta non solo l’aspetto spettacolare, ma anche la forza narrativa della pellicola. Se nelle sue precedenti incursioni storiche, come “Sherlock Holmes” e “Operazione U.N.C.L.E.”, Ritchie aveva mescolato elementi di realismo magico e avventura, qui si confronta con la cruda realtà della guerra, pur mantenendo il suo tocco distintivo.

Un Cast Stellare

Henry Cavill, sempre impeccabile nel suo carisma e nella sua presenza scenica, offre una performance che riflette tanto il suo talento quanto la versatilità. Il suo personaggio è un mix di risolutezza e vulnerabilità, un eroe imperfetto che deve confrontarsi con un passato oscuro mentre guida una missione che potrebbe cambiare le sorti della guerra. Accanto a lui, l’alchimia tra i membri del cast è palpabile, contribuendo a creare una squadra di protagonisti che riescono a rendere ogni scena coinvolgente e dinamica.

Eiza Gonzalez, in particolare, si distingue per la sua interpretazione intensa e raffinata. Sebbene il suo ruolo sia parzialmente separato dal resto della squadra, riesce a dare vita a una sottotrama di intrighi e doppi giochi con grande abilità, creando un contrasto affascinante con le sequenze di azione esplosiva.

La Violenza e l’Umorismo Nero

Un aspetto cruciale di “Il Ministero della Guerra Sporca” è la sua rappresentazione della violenza. Ritchie, come sempre, non si tira indietro davanti a scontri cruenti e sanguinosi. Le battaglie sono effervescenti, ma non gratuite: servono a sottolineare il carattere e la determinazione dei protagonisti, nonché la gravità della loro missione. In un certo senso, il film celebra l’eroismo e la brutalità della guerra con un pizzico di esagerazione che rende omaggio al genere senza cadere nella mera glorificazione.

Conclusione

In definitiva, “Il Ministero della Guerra Sporca” è un’opera che unisce la grinta e l’originalità di Guy Ritchie con una narrazione storica avvincente. È un film che si distingue per la sua capacità di mescolare azione e storia, intrattenimento e dramma, senza compromettere l’uno per l’altro. Ritchie, con il suo stile unico, riesce a rendere un capitolo della Seconda Guerra Mondiale non solo coinvolgente, ma anche memorabile. Per chi cerca un’avventura epica con un forte tocco di personalità, questo film è assolutamente imperdibile. Preparati a un’epopea di guerra che ti lascerà senza fiato, ma con un sorriso di soddisfazione.

Aladdin (live Action)

Il film Disney Aladdin è rivisitazione in chiave live action del celebre classico d’animazione Disney del 1992.  Entusiasmante e dinamico adattamento narra la storia dell’omonimo e affascinante ragazzo di strada, della coraggiosa e indipendente principessa Jasmine e del Genio che potrebbe essere la chiave del loro futuro.

Aladdin, un giovane ladruncolo che vive nel regno desertico di Agrabah insieme con la sua scimmia, Abu, aiuta e fa amicizia con l’intraprendente principessa Jasmine: essa mal si adatta alla legge che le impone di sposare un principe non per amore, ma per strategia politica, per essere poi relegata a un ruolo di secondo piano nella guida della città. La ragazza però non gli rivela chi è, preferendo spacciarsi per la sua ancella. Nel frattempo Jafar, il Gran Visir, desideroso di ottenere il potere, cerca, assieme al suo pappagallo Iago, di entrare in possesso di una lampada magica, nascosta all’interno della Caverna delle Meraviglie assieme ad altri inestimabili tesori, per prendere il posto del legittimo Sultano. A entrambi viene detto che solo una persona è degna di entrarvi: “il diamante allo stato grezzo”, che Jafar identifica come Aladdin. Infatti, quando il ragazzo si intrufola nel palazzo reale per restituire a Jasmine il suo braccialetto, le guardie lo imprigionano, per ordine di Jafar, che poi lo libera, raccontandogli che può renderlo abbastanza ricco da impressionare la principessa, a patto che gli porti la lampada magica, che tanto desidera. Il giovane accetta e viene condotto dallo stesso Jafar fino al luogo in cui si trova la Caverna delle Meraviglie, dove apprende anche che lo stesso Gran Visir in passato era stato un ladro di strada. Nella spelonca, Aladdin trova un tappeto volante e la lampada, che riesce a prendere. Trasgredendo alla regola di non toccare nient’altro che l’oggetto per cui sono lì, Abu afferra un rubino e subito dopo la grotta incomincia a crollare. A quel punto, i due, aiutati dal tappeto, fuggono e riescono a raggiungere l’uscita, dove consegnano la lampada a Jafar, che, immediatamente, spinge sia Aladdin sia Abu nelle profondità della terra. Una volta richiusasi la grotta alle sue spalle, il Gran Visir fa per prendere la tanto agognata lampada, che aveva riposto al suo fianco, ma solo in quel momento si accorge che la scimmietta era riuscita a sottrargliela, quando, poco prima, gli era saltata addosso. Intrappolato, Aladdin sfiora la lampada, dalla quale esce il Genio che vive al suo interno e che gli concede di esprimere tre desideri. Per non sprecare il primo, il giovane, con un astuto trabocchetto, riesce a ingannarlo per farli uscire dalla grotta, e, una volta fuori, gli chiede di assumere l’identità di un principe per corteggiare Jasmine, promettendogli di usare l’ultimo desiderio per liberarlo dalla schiavitù. Una volta assunta l’identità di “Principe Alì Ababwa”, Aladdin torna ad Agrabah accompagnato da un grande corteo, ma la principessa non si fa impressionare. Dopo una festa indetta dal Sultano per festeggiare il suo arrivo, Aladdin porta Jasmine a fare un giro sul tappeto magico, mentre il Genio esce con la sua ancella, Dalia. Ma quando la principessa deduce la sua vera identità, il giovane riesce a convincerla che, quando quella volta si erano conosciuti, si era travestito da contadino solo per conoscere la città, che stava per raggiungere in forma ufficiale. Tuttavia, Jafar scopre la sua vera identità, lo cattura e lo minaccia per farsi rivelare dove aveva messo la lampada. Aladdin rifiuta e il Gran Visir lo scaraventa in mare dalla torre. Abu e il tappeto, che avevano visto la scena, arrivano con la lampada, che il giovane riesce a sfregare prima di perdere i sensi sott’acqua, e il Genio lo salva estorcendogli il secondo desiderio (necessario per regolamento). Aladdin, dopo aver parlato con Jasmine, rivela le trame malvagie di Jafar, che viene fatto arrestare dal Sultano. Il sovrano, grato per l’onestà di Aladdin, gli offre la mano della figlia. Il giovane, temendo di perdere Jasmine se la verità venisse a galla, a malincuore rompe la sua promessa e si rifiuta di liberare il Genio, sconvolgendolo. Nel frattempo, Iago ruba le chiavi delle prigioni e libera Jafar, che riesce a sottrarre la lampada ad Aladdin per le strade di Agrabah (mentre torna al suo vecchio rifugio per riflettere) e diventa il nuovo padrone del Genio. A questo punto, usa i suoi primi due desideri per diventare Sultano e lo stregone più potente del mondo, esiliando così Aladdin e Abu in una landa ghiacciata ai confini della terra, e minaccia di uccidere Dalia e il Sultano a meno che Jasmine accetti di sposarlo. Tuttavia, il Genio manda il tappeto a recuperare Aladdin. Mentre procede la cerimonia nuziale tra Jafar e Jasmine, quest’ultima, prima di dire “Si. Lo voglio” al Visir, vede da lontano che Aladdin sta tornando a palazzo, così con l’inganno, riesce a rubare la lampada a Jafar e a scappare sul tappeto magico insieme ad Aladdin, ma il Visir non vuole arrendersi. Dopo un breve inseguimento, Iago, diventato un grosso uccello grazie alla magia di Jafar, ruba ancora una volta la lampada, ma poi la perde quando sopraggiunge il Sultano. Ma Jafar, attraverso un nuovo sortilegio, sconfigge gli eroi, distruggendo il tappeto. Tuttavia, Aladdin, avendo capito che il punto debole del malvagio stregone è la sua smisurata sete di potere, lo schernisce, facendogli capire che, anche se adesso è il Sultano e lo stregone più potente del mondo, è comunque inferiore al Genio, l’essere più potente dell’Universo. A quel punto, accecato dalla cupidigia, Jafar usa il suo ultimo desiderio, chiedendo al Genio di diventare un essere ancor più potente di lui, ignaro che, non avendo specificato quale genere di essere vuole diventare, sarà incatenato per sempre alla sua lampada, trasformato a sua volta in Genio. Resosi conto troppo tardi del tranello, Jafar viene in questo modo sconfitto e viene risucchiato nella sua lampada, assieme a Iago. Con Agrabah tornata alla normalità, il Genio spedisce la lampada di Jafar nella Caverna delle Meraviglie e ripara il tappeto. Egli consiglia ad Aladdin di usare il suo terzo desiderio per riconquistare il suo titolo reale così la legge gli permetterà di stare con Jasmine oppure per cancellare la parte della legge che obbliga una principessa a sposare un principe. Il giovane, invece, decide di mantenere la sua promessa e libera il Genio. Il Sultano dichiara che Jasmine sarà il prossimo sovrano e, per assecondare l’amore dei due giovani, le dice che potrebbe cambiare la legge per permetterle di sposare chi vuole. Il Genio parte per esplorare il mondo come un marinaio assieme a Dalia (con la quale avrà due figli), mentre Jasmine raggiunge Aladdin (che cercava di allontanarsi per non farsi più vedere) e i due si scambiano un bacio. Tempo dopo si sposano e incominciano la loro nuova vita insieme.

Diretto da Guy Ritchie (Sherlock Holmes) e scritto da John August (Dark ShadowsBig Fish – Le Storie di Una Vita Incredibile), il film è interpretato da Will Smith (AlìMen in Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. Mena Massoud (Jack Ryan) è Aladdin, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa Jasmine, interpretata da Naomi Scott (Power Rangers), che vuole scegliere liberamente come vivere la propria vita. Marwan Kenzari (Assassinio sull’Orient Express) è Jafar, un malvagio stregone che escogita un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su Agrabah; mentre Navid Negahban (Homeland: Caccia alla Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla figlia Jasmine.

Il cast di Aladdin include inoltre Nasim Pedrad (Saturday Night Live), Billy Magnussen (Into the Woods) e Numan Acar (Homeland: Caccia alla Spia). 

Il film è prodotto da Dan Lin, mentre il vincitore del Golden Globe Marc Platt (La La Land), Jonathan Eirich (Deathnote) e Kevin De La Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar® Alan Menken (La Bella e la BestiaLa Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dagli autori premiati con l’Oscar® Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori, vincitori dell’Oscar e del Ton Award, Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Gigi Proietti è la voce italiana del Sultano di Agrabah: sovrano dell’immaginaria città portuale in cui era ambientato anche il Classico d’animazione del 1992, il Sultano è un leader saggio e rispettato. Con sua figlia, la Principessa Jasmine, è un padre affettuoso e devoto ma troppo protettivo: il suo obiettivo è trovare per lei un marito adeguato.

“Il mio personaggio in questo film è il caratteristico sultano delle favole… È un uomo buono ma al tempo stesso severo, sa essere autorevole ma anche autoritario, a seconda di ciò che richiedono circostanze.Ha una grande responsabilità: un giorno qualcuno dovrà ereditare il sultanato, ma a quei tempi non poteva essere una donna e lui ha una sola figlia. Alla fine lui troverà una soluzione, che naturalmente non posso rivelare! Quello che posso dire è che oggi c’è molto bisogno di favole e questa è senza dubbio la più classica, traendo ispirazione da ‘Le Mille e una Notte’, arricchita da una tecnologia incredibile”.

 

Sherlock Holmes – Gioco di ombre

Nel film “Sherlock Holmes – Gioco di ombre“,  continua il duellotra il geniale detective e il professor Moriarty, ma questa volta tutto assume un tono più divertente. Mentre Sherlock Holmes si impegna a capire cosa stia tramando Moriarty, il nostro dottor Watson (Jude Law), invece, è un po’ più impegnato nella sua love story con Mary Morstan (Kelly Reilly). Ma, naturalmente, non può semplicemente godersi la vita matrimoniale perché deve sempre tenere un occhio aperto sul suo amico Holmes. Ecco, la formula classica: un matrimonio felice e un amico esasperante, con cui non si sa mai cosa aspettarsi. Certo, Watson, la tua vita era troppo tranquilla, no?

Sherlock Holmes – Gioco di ombre è la seconda avventura cinematografica del famoso detective, diretta da Guy Ritchie, che ci regala ancora una volta una visione originale e unica del personaggio. Il film ha tutte le caratteristiche dei classici investigativi di Holmes, ma con un tocco di umorismo che rende il tutto ancora più divertente. La storia prende spunto dal racconto di Arthur Conan Doyle, “L’ultima avventura” (o come la chiamano anche “Il problema finale”). Qui, Moriarty si rivela essere un avversario all’altezza di Holmes e i due si sfidano in una partita pericolosa e coinvolgente. Preparatevi per inseguimenti mozzafiato, sparatorie frenetiche e indizi nascosti che solo un genio può risolvere. Ma come sempre, Holmes ha un asso nella manica e riesce a sconfiggere Moriarty, dimostrando ancora una volta perché è considerato il più grande detective di tutti i tempi.

Guy Ritchie ha fatto una mossa rischiosa con “Sherlock Holmes – Gioco di ombre”. Il film è così grandioso, lungo e ambizioso che sembra che abbia dimenticato le forbici a casa. È come se avesse messo tutti gli ingredienti di successo del primo film in un frullatore e l’effetto finale non è molto gustoso. Il sequel ha i suoi momenti brillanti, ma spesso sembra di assistere a una versione di “Pirati dei Caraibi” con meno pirati e più detective. L’obiettivo sembra essere quello di ampliare le dinamiche tra i protagonisti, creare spettacolo e mettere in scena intrighi sempre più complessi. Ma purtroppo l’intreccio risulta confuso e le conclusioni poco soddisfacenti.

Le scene d’azione sono divertenti e spettacolari, soprattutto quando Sherlock affronta il nemico durante l’addio al celibato di Watson o si scontra in una sparatoria su un treno. Ma le sequenze finali, anche se visivamente spettacolari, sembrano solo aggiungere rumore alla trama. Il rapporto tra Holmes e Watson va un po’ a zigzag, ma il carisma dei protagonisti regna sovrano. Jude Law sembra divertirsi molto e Robert Downey Jr. è ormai una rockstar del cinema.

Un punto debole del film è il ruolo delle donne. Rachel McAdams viene utilizzata solo nel prologo e Noomi Rapace, nel ruolo della zingara dura, sembra fuori luogo e viene dimenticata quasi alla fine. “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” ha i suoi problemi di ritmo, ma offre anche momenti divertenti. Pur non raggiungendo l’eccellenza del primo film, la scena finale garantisce una sana risata.

Snatch – Lo Strappo: Un viaggio tra malviventi, diamanti e colpi di scena firmato Guy Ritchie

“Snatch – Lo strappo” (2000), diretto dal geniale Guy Ritchie, è uno di quei film che riesce a mescolare in modo perfetto l’ironia, la violenza e l’intreccio di storie parallele, creando un’esperienza cinematografica coinvolgente e unica nel suo genere. Con un cast d’eccezione, composto da Jason Statham, Brad Pitt, Benicio Del Toro e Dennis Farina, la pellicola trasporta lo spettatore nei bassifondi di Londra, dove crimine, inganni e colpi di scena si intrecciano in un vortice di risate amare e situazioni esplosive.

Un diamante rubato e un intreccio di crimini

La trama di Snatch ruota attorno a un gigantesco diamante da 86 carati rubato da un trafficante di diamanti di nome Frankie (Jason Statham), soprannominato “Quattro Dita”. La storia prende piede quando il gioielliere senza scrupoli di New York, Abraham Denovitz, alias “Cugino Avi”, commissiona il furto del diamante da Frankie e la sua banda di russi. Dopo aver sottratto il bottino a un commerciante di diamanti ad Anversa, Frankie si dirige a Londra per rivendere parte delle pietre e consegnare il diamante più grande al suo mandante negli Stati Uniti. Ma il suo piano non va come previsto: l’ex-agente del KGB, Boris Yurinov (Benicio Del Toro), tradisce Frankie e cerca di rubargli il diamante. La storia diventa rapidamente un susseguirsi di inseguimenti, rapine, e scommesse truccate, che coinvolgono un gruppo di personaggi improbabili, come Sol (Dennis Farina), il proprietario di un banco dei pegni, e il cane di Vinny (un personaggio che diventerà determinante per il destino del diamante).

Nel frattempo, due soci di boxe clandestina, Turco (Jason Statham) e Tommy (un giovane attore che compie il suo debutto nel film), cercano di fare affari con Mickey O’Neil (Brad Pitt), un pugile zingaro con una forza fuori dal comune. Quello che sembra un affare facile si trasforma rapidamente in una serie di eventi sfortunati, con l’aggiunta di un incontro di boxe truccato, dove Mickey mette k.o. l’avversario, scatenando la furia di Testarossa (un potente boss della malavita).

La firma di Guy Ritchie

Ciò che rende Snatch un film così avvincente e divertente è la sua narrazione, che mescola elementi tipici del noir e del pulp con un ritmo frenetico e un umorismo tagliente. La sceneggiatura di Guy Ritchie è strutturata con una serie di colpi di scena, i cui dettagli sono distribuiti con abilità e senza risultare mai troppo complicati. Ogni personaggio, che sia un malvivente, un pugile o un gioielliere, ha una personalità unica e ben definita, rendendo il film un perfetto mosaico di caratteri che si scontrano in situazioni assurde e paradossali. Questo approccio narrativo ricorda l’arte dei fratelli Coen e l’intensità di Quentin Tarantino, ma con una cifra stilistica distintiva che appartiene completamente a Ritchie.

Un cast stellare e personaggi indimenticabili

Uno degli aspetti più apprezzati di Snatch è senza dubbio il cast. Brad Pitt, nei panni di Mickey “Lo Zingaro”, è semplicemente strepitoso: con un accento stravagante e un comportamento imprevedibile, crea un personaggio che è tanto affascinante quanto pericoloso. Jason Statham, già noto per i suoi ruoli d’azione, porta sullo schermo la figura di Turco con la giusta dose di cinismo e ironia. Benicio Del Toro, invece, incarna un villain ambiguo e pericoloso, con un’interpretazione che aggiunge un ulteriore strato di intensità alla pellicola.

Non possiamo dimenticare i personaggi di Dennis Farina (Sol) e Alan Ford (Big Chris), che rappresentano un’ulteriore dimensione comica all’interno di un film già ricco di battute esilaranti. Sol e Vinny, infatti, si trovano coinvolti in un rapimento involontario, in cui tentano di recuperare il diamante rubato da Frankie, scatenando una serie di situazioni improbabili che arricchiscono ulteriormente l’intrigo.

Un mix di violenza e umorismo

Uno dei tratti distintivi di Snatch è la sua capacità di mescolare violenza e umorismo in maniera incredibilmente efficace. Le scene d’azione, che vedono inseguimenti, rapine e sparatorie, sono interrotte da momenti di comicità surreale che alleggeriscono l’intensità della trama. Ritchie utilizza un ritmo incalzante e un montaggio frenetico che, sebbene possa sembrare un po’ confusionario in alcune fasi, contribuisce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Le gag all’acido muriatico, il susseguirsi di eventi assurdi e l’ironia cinica dei protagonisti creano un’esperienza che richiama alla mente il tono crudo e irriverente di altri film cult come Trainspotting e Fight Club.

Nonostante Snatch non sia leggendario come altre pellicole dello stesso genere, come Pulp Fiction di Tarantino è senza dubbio un film che ha lasciato il segno nel panorama del cinema noir-pulp. L’intreccio di storie, la scrittura brillante e i personaggi indimenticabili hanno contribuito a costruire una pellicola che continua a essere apprezzata e rilevante ancora oggi.  Snatch – Lo strappo è un film che vale la pena di essere visto, non solo per il suo intricato intreccio di crimini e vendette, ma anche per il suo stile narrativo unico e per la carica di energia che trasmette. Guy Ritchie dimostra, ancora una volta, di essere un maestro nel creare mondi cinematografici che, pur nel caos e nella violenza, riescono a offrire anche una buona dose di divertimento e riflessione. Un mix perfetto di azione, ironia e colpi di scena che continua a conquistare il pubblico, facendo di Snatch un cult della commedia noir moderna.