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Il Cavaliere dei Sette Regni: tutto sullo spin-off di Game of Thrones in arrivo nel 2026

Westeros. Un nome che vibra come un incantesimo antico, capace di evocare in un solo battito di ciglia le cime innevate di Grande Inverno, le sabbie dorate di Dorne e l’eco metallico del Trono di Spade. Da anni non è più solo un mondo immaginario, ma un frammento del nostro immaginario collettivo, una ferita e una nostalgia insieme. Abbiamo imparato che nei banchetti si nascondono tragedie, che la lealtà è una moneta fragile e che i draghi, quando tornano, non chiedono permesso. Eppure, dopo tanta furia e tanto sangue, HBO ha deciso di mostrarci un’altra sfumatura del mito. Il Cavaliere dei Sette Regni — titolo originale A Knight of the Seven Kingdoms — ci riporta tra le Terre dei Sette Regni con un passo diverso, più umano, quasi fiabesco, ma non per questo meno epico. Un viaggio che precede tutto ciò che conosciamo, ambientato un secolo prima di Daenerys, prima che i nomi Stark e Lannister diventassero sinonimi di potere e dolore.


Dunk ed Egg: il cuore di un’epopea minore

Un secolo prima della rinascita dei draghi, un cavaliere errante e un ragazzo dal sangue regale attraversavano le strade polverose del reame. Non erano nobili, non erano profeti: erano due viandanti in cerca di onore e destino. La storia li ricorda come Dunk ed Egg, ma per i lettori di George R.R. Martin sono molto più di due nomi: sono l’anima segreta di Westeros, quella che pulsa lontano dai troni e dai complotti di corte.

Peter Claffey — imponente e spontaneo come un eroe di un racconto arturiano — dà vita a Ser Duncan l’Alto, un cavaliere errante più coraggioso che prudente, mosso da un senso di giustizia che pare anacronistico persino in un mondo di cavalieri. Al suo fianco, Dexter Sol Ansell interpreta Egg, il giovane scudiero destinato a diventare Aegon V Targaryen, futuro Re dei Sette Regni. Tra loro si instaura un legame che è più di una semplice alleanza: è la scintilla di un’epica intima, fatta di crescita, idealismo e sacrificio.


Un mondo in pace apparente: la quiete prima della tempesta

La serie ci trasporta in un’epoca di pace instabile. I Targaryen siedono ancora sul Trono di Spade, ma il fuoco dei draghi è solo un ricordo e le cicatrici della ribellione dei Blackfyre non si sono mai rimarginate. È un tempo sospeso, dove gli eroi si confondono tra il popolo e il confine tra virtù e follia si fa sempre più sottile.

I racconti di Dunk & Egg, nati dalla penna di Martin tra gli anni ’90 e 2010, catturano questo equilibrio fragile meglio di qualsiasi altra saga del maestro. E non a caso Il Cavaliere dei Sette Regni si ispira direttamente alla prima novella, The Hedge Knight, che Martin stesso ha definito “l’adattamento più fedele che un autore possa desiderare”.

Nel trailer mostrato al New York Comic Con — dove George R.R. Martin è apparso insieme al cast e allo showrunner Ira Parker — l’atmosfera è quella che i fan sognavano: duelli sotto il sole, tornei cavallereschi, segreti di sangue e presagi di rovina. Un ritorno alle radici, ma con la consapevolezza del mito.


Un’altra Westeros: più piccola, più grande

Se Game of Thrones raccontava la fine di un’era e House of the Dragon la sua decadenza, A Knight of the Seven Kingdoms rappresenta il mito delle origini. Qui non ci sono eserciti né capitali da conquistare, ma viaggi, incontri e prove di carattere. È un racconto di formazione, una ballata cavalleresca scritta col linguaggio crudo e poetico che solo Westeros sa parlare.

Lo stesso Martin ha precisato che la serie avrà un tono “meno cupo e più intimo” rispetto ai precedenti spin-off: una scelta che mira a riscoprire la magia semplice dell’avventura. Ma attenzione: non mancheranno i complotti e i pericoli. In un mondo governato da Targaryen, anche la purezza può essere un’arma a doppio taglio.

Nel cast, oltre a Claffey e Ansell, troveremo Finn Bennett (Aerion Targaryen), Bertie Carvel (Baelor Targaryen), Sam Spruell (Maekar Targaryen) e Henry Ashton (Daeron Targaryen) — un pantheon di sangue reale che promette di intrecciare il destino di Dunk ed Egg con quello della dinastia più temuta dei Sette Regni.


L’eredità nascosta: il legame con la saga madre

Un dettaglio ha mandato i fan in visibilio: secondo alcune teorie, Ser Duncan l’Alto sarebbe un antenato diretto di Brienne di Tarth, l’eroina dalla spada e dal cuore puro di Game of Thrones. Sarebbe una connessione meravigliosa, una sorta di eco attraverso i secoli di quel codice d’onore che sembra sempre soccombere ma non morire mai.

E poi c’è Egg, fratello minore del Maestro Aemon della Barriera e nipote di Brynden Rivers, il futuro Corvo a Tre Occhi. Ogni passo di questa nuova serie non solo costruisce un passato, ma rafforza un destino. È la rete invisibile che unisce tutti i fili dell’universo di Martin, un arazzo di sangue, sogni e memoria.


Tra passato e futuro: il 2026 come nuova era del mito

La serie, diretta nei primi episodi da Owen Harris (Black Mirror), debutterà su HBO e Max nel gennaio 2026. La prima stagione conterà solo sei episodi, una scelta pensata per rispettare la struttura delle novelle, dense ma concentrate come gemme. E HBO sembra avere piani ambiziosi: ogni stagione potrebbe adattare una delle tre storie di Dunk & Egg, aprendo così un nuovo ciclo narrativo parallelo a quello di House of the Dragon.

Il progetto vede coinvolti George R.R. Martin, Ira Parker e Ryan Condal (già al timone di House of the Dragon), garanzia che il fuoco sacro di Westeros continuerà a bruciare sotto il segno della qualità.


L’attesa come rito di appartenenza

Il 2026 può sembrare lontano, ma per chi vive di mondi immaginari, l’attesa è parte del viaggio. È il tempo delle teorie, delle riletture, dei rewatch di Game of Thrones e House of the Dragon. È il respiro sospeso della hype generation, quella che trasforma ogni trailer in un rito collettivo.

E forse è proprio questo il segreto di Westeros: non finire mai davvero. Ogni nuova storia è una fiamma che ravviva la cenere del mito, un nuovo capitolo di una leggenda che continua a scriversi da sola.

Quando Il Cavaliere dei Sette Regni arriverà finalmente sugli schermi, saremo pronti. Pronti a seguire un cavaliere errante e il suo giovane scudiero verso l’ignoto, a riscoprire la nobiltà dimenticata e a ricordarci che, in fondo, ogni viaggio a Westeros è un ritorno a casa.


💬 E tu, sei pronto a tornare tra le spade e i draghi dei Sette Regni? Raccontaci nei commenti cosa ti aspetti da Il Cavaliere dei Sette Regni e condividi questo articolo con la tua compagnia di ventura!

Dai Salotti Anni ’50 a Teleparty: Storia, Evoluzione e Futuro Analogico dei Watch Party

Quando pensiamo al futuro dell’intrattenimento, la mente corre subito a visori VR, esperienze immersive in mondi digitali e avatar pronti a sostituire il nostro corpo in realtà alternative. Ma a ben vedere, l’elemento che davvero ha sempre mosso la voglia di accendere uno schermo non è la tecnologia in sé: è la condivisione. L’articolo del Sole 24 Ore sulla storia dei Watch Party lo sottolinea con forza, ricordandoci che guardare insieme è un impulso culturale, quasi antropologico, che attraversa decenni e piattaforme.

E noi nerd lo sappiamo bene: il piacere di discutere all’uscita dal cinema dopo un film Marvel, l’attesa collettiva per l’ultimo episodio di una serie anime, le live reaction su Twitch o i thread infiniti su Reddit non sono che evoluzioni moderne di un rito antico. Il Watch Party, in fondo, è l’antenato di ogni fandom digitale, la matrice primordiale di ogni “commento in tempo reale” che oggi viviamo online.

La TV come fuoco sacro del vicinato

Negli anni ’50, possedere una televisione era come avere in casa una PlayStation 5 al day one… ma con il moltiplicatore sociale di un intero quartiere. Gli show come I Love Lucy o l’incoronazione della Regina Elisabetta II trasformavano i salotti in piccoli templi del villaggio moderno. Era un fenomeno tecnologico e sociale allo stesso tempo: pochi schermi, molta gente, e tutti a vivere lo stesso momento insieme.

Ci sono stati eventi che hanno trascinato milioni di persone nello stesso istante emotivo: il funerale di JFK nel 1963, lo sbarco sulla Luna nel 1969, i Super Bowl che da rituale sportivo diventavano celebrazione collettiva. E ancora, il finale di MASH* nel 1983 con 106 milioni di spettatori, o quello di Seinfeld nel 1998. Quella TV era la nostra Justice League, il nostro MCU ante litteram: pochi titoli capaci di definire la cultura pop di un’intera generazione.

Game of Thrones e l’ultimo drago della monocultura

Con l’arrivo del nuovo millennio lo scenario è cambiato: la frammentazione dei contenuti ha rotto la monocultura televisiva, ma non la voglia di ritrovarsi. Se c’è un’erede spirituale di quei raduni da salotto, questa è stata senza dubbio Game of Thrones (2011-2019).

Bar e pub stipati di fan in cosplay, forum incandescenti dopo il “Red Wedding”, meme che nascevano all’istante sui social: GoT ha rappresentato l’ultimo vero fuoco globale acceso da una serie TV. È stata l’arena in cui si è consumato il passaggio dall’analogico al digitale: HBO trasmetteva, ma era Twitter, Reddit e Tumblr a trasformare ogni episodio in un fenomeno virale. Una dimostrazione schiacciante che, anche nell’era dello streaming on demand, la pulsione a guardare insieme e commentare subito non è mai morta.

Lockdown: il trionfo digitale di Teleparty

Poi è arrivato il 2020 e con lui i lockdown. L’isolamento forzato sembrava aver spento ogni possibilità di condivisione fisica. Ma la tecnologia ha risposto con l’arma definitiva: i Watch Party digitali.

Estensioni come Teleparty (ex Netflix Party) o le funzioni integrate di RaiPlay e Disney+ hanno riportato quella scintilla. Guardare Tiger King o L’amica geniale in contemporanea con gli amici, magari commentando su chat parallele, è stato un modo creativo e “nerd” per resistere alla distanza. Non è un caso se Google ha registrato un aumento del 300% nelle ricerche di “watch party”: il bisogno di sincronizzarsi non si ferma davanti a una pandemia.

Moda, red carpet e il ritorno all’offline

Ma il fenomeno non si è limitato a film e serie. Anche il mondo della moda ha scoperto i Watch Party come strumento di comunità. Dal Met Gala alle sfilate digitali guidate da influencer come Susie Lau su Zoom, i red carpet sono diventati i nostri Oscar pop, trasformando il commento sugli outfit in un evento corale.

Ed è qui che il cerchio si chiude: i Watch Party, analogici o digitali, sono sempre stati un antidoto alla frammentazione. In un’epoca in cui viviamo bombardati da contenuti, scegliere di guardare qualcosa insieme è un atto di resistenza culturale. Significa dire: “tra mille stimoli, questo lo viviamo in comune”.

Il Sole 24 Ore mette questo fenomeno dentro un contesto più ampio, quello della “fuga dall’abisso di Internet” che sta portando la Gen Z a ricercare esperienze offline: club di lettura, soft clubbing, eventi dal vivo. Il Watch Party si rivela così il ponte perfetto tra due mondi: la scusa digitale per incontrarsi di persona, o quella analogica per far esplodere online la voce del fandom.

E domani?

La domanda, a questo punto, è inevitabile: quale sarà il prossimo evento culturale capace di costringerci, ancora una volta, a sincronizzarci? Un nuovo fenomeno alla Stranger Things? Un concerto in realtà aumentata? O forse il ritorno alle piazze per un evento collettivo che ci farà staccare dai device e ritrovare il contatto diretto?

Qualunque sia la risposta, una cosa è certa: la storia dei Watch Party ci insegna che l’intrattenimento non è mai stato soltanto ciò che guardiamo, ma come e con chi lo guardiamo. E voi, amici nerd, siete pronti al prossimo “fuoco sacro”?

House of the Dragon: tutto sulla terza stagione – Intrighi, nuovi volti e il destino della Casa Targaryen

Il 2026 si annuncia come un anno infuocato per i fan di George R. R. Martin. Mentre HBO prepara il debutto dello spin-off A Knight of the Seven Kingdoms, i riflettori sono già puntati su Westeros: la terza stagione di House of the Dragon arriverà tra giugno e luglio, subito dopo la finestra degli Emmy. Un ritorno attesissimo che segna l’inizio del rettilineo finale della saga targaryen, destinata a concludersi con la quarta e ultima stagione nel 2028.

La conferma era arrivata il 13 giugno 2024, con l’annuncio ufficiale del rinnovo che aveva riacceso i cuori dei fan. Poche settimane dopo, Ryan Condal, showrunner e “architetto” della serie insieme allo stesso Martin, aveva svelato che le riprese sarebbero iniziate nei primi mesi del 2025, aprendo la strada a una fase produttiva cruciale. La promessa? Una stagione “più maestosa e feroce”, come anticipato da Olivia Cooke, interprete di Alicent Hightower, che ha definito i primi due episodi un vero “colpo di scena”: originariamente pensati come conclusione della seconda stagione, diventeranno ora il trampolino di lancio perfetto per alzare la posta in gioco.

Westeros sul punto di esplodere

Chi ha seguito la seconda stagione sa bene che le tensioni hanno raggiunto un punto di non ritorno. Alicent, con una mossa disperata, ha consegnato suo figlio Aegon a Rhaenyra, aprendo la strada a una fuga rocambolesca e a nuove alleanze oscure con Larys Strong. Intanto, il destino di Otto Hightower resta avvolto nel mistero: imprigionato in un luogo sconosciuto, la sua sorte diventa una delle micce narrative più esplosive.

La Danza dei Draghi, la leggendaria guerra civile dei Targaryen raccontata in Fire & Blood, sta finalmente prendendo corpo in tutta la sua brutalità. Tradimenti, sangue e fuoco si preparano a ridisegnare il destino di Westeros. E questa volta, i draghi torneranno a bruciare i cieli senza risparmiare nessuno.

Le nuove pedine sulla scacchiera

Tra le novità più intriganti spicca l’arrivo di Lady Alyssane Blackwood, meglio conosciuta dai lettori come “Aly la Nera”. Guerriera, arciera leggendaria e figura dalla carica mitica, rappresenta uno dei personaggi più misteriosi della genealogia targaryen. Sarà interpretata da Annie Shapero, attrice anglo-australiana già apprezzata in Red Skies. Secondo Deadline, comparirà in otto episodi su cinque — un dettaglio che ha già acceso le speculazioni dei fan: errore di comunicato o indizio di flashback e visioni che allargheranno i confini del racconto?

Non va dimenticata nemmeno Casa Blackwood, antica stirpe legata agli Dei Antichi e agli arcani poteri dei boschi sacri. Già intravista nelle prime stagioni attraverso Willem Blackwood, la famiglia sembra ora destinata a giocare un ruolo di primo piano, riportando in scena l’eterna rivalità con i Bracken.

Accanto a lei, farà il suo ingresso James Norton nei panni di Ormund Hightower, signore di Oldtown e tassello politico fondamentale nella scacchiera della serie. Una scelta di casting che promette scintille, considerando la sua abilità nel dare spessore a figure complesse e ambigue.

Il cast storico e la mano di Martin

Il cuore della serie resta intatto: Emma D’Arcy, Matt Smith, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell e naturalmente Olivia Cooke tornano a incarnare i protagonisti di questa guerra familiare dove nessuno è davvero innocente. Ogni decisione pesa come un macigno e ogni drago può diventare giudice e carnefice.

Sul fronte creativo, George R. R. Martin rimane coinvolto come co-creatore ed executive producer, nonostante alcune divergenze con la produzione. La sua impronta continua a vibrare sotto la superficie della narrazione, assicurando che lo spirito dei romanzi non venga mai del tutto smarrito.

Una tempesta di fuoco all’orizzonte

La pre-produzione è fissata per l’autunno 2024, mentre i ciak ufficiali scatteranno a marzo 2025. Con l’uscita prevista tra giugno e luglio 2026, l’attesa sarà lunga, ma tutto lascia presagire una stagione che non farà sconti. Dopo una seconda stagione che ha diviso i fan per l’assenza di alcune battaglie cruciali, la terza promette di colmare ogni lacuna con una sinfonia di caos, sangue e scelte impossibili.

Se la seconda è stata un preludio, la terza sarà l’apocalisse targaryen. Le armate si muovono, le alleanze crollano, e i draghi tornano padroni dei cieli. E se pensate di sapere già come finirà… ricordatevi: siete nel mondo di Martin. L’unica certezza è che nessuno è al sicuro.


🔥 E tu? Quali personaggi attendi di più nella terza stagione di House of the Dragon? Pensi che Lady Alyssane ruberà la scena o che i draghi saranno i veri protagonisti? Scrivilo nei commenti e condividi questo articolo con i tuoi compagni di binge-watching: Westeros non aspetta nessuno, e la danza è appena iniziata.

“The Winds of Winter”: il lungo inverno creativo di George R.R. Martin

Ci sono libri che si attendono con ansia, altri con rassegnazione. E poi c’è The Winds of Winter, il sesto e (si spera) penultimo capitolo della monumentale saga fantasy Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. Una saga che ha cambiato per sempre il modo in cui il fantasy viene percepito, sdoganandolo come genere capace di parlare al cuore e alla mente anche del lettore più scettico. Ma oggi, mentre scrivo queste parole col cuore diviso tra amore e frustrazione, mi chiedo: dove sono finiti i venti dell’inverno? E soprattutto… arriveranno mai?

La risposta, ahimè, è più complicata di un albero genealogico Targaryen.

Chi ha letto Una danza con i draghi ricorderà la sensazione agrodolce di una storia che prometteva fuoco e fiamme, ma che si è fermata proprio sul più bello. Le trame lasciate in sospeso, le battaglie solo annunciate, i personaggi divisi su scacchiere lontanissime. Martin stesso ha ammesso che il quinto volume non è riuscito a coprire tutto ciò che avrebbe voluto. Ci ha lasciati sull’orlo della Battaglia del Nord e con Meereen sotto assedio, con Daenerys perduta oltre le sabbie e Tyrion… beh, Tyrion sempre più cinico, ma anche sorprendentemente lucido. E così, come una promessa, The Winds of Winter avrebbe dovuto aprirsi col fragore di queste due grandi battaglie. Un inizio col botto, di quelli che fanno tremare i vetri e gelare il sangue. Ma questo botto, per ora, resta solo sussurrato tra le righe dei capitoli pubblicati online, come quello di Arianne Martell e del possente Victarion Greyjoy, che suona le sue corna di guerra nella Baia degli Schiavisti.

Siamo onesti: sono tredici lunghissimi inverni editoriali che aspettiamo questo libro. E più passa il tempo, più il tono delle interviste di Martin si fa mesto. Nell’ultima chiacchierata con il Time, l’autore non solo ha ribadito che ci sta ancora lavorando, ma ha ammesso con una sincerità disarmante che altri progetti (dai mille spin-off targati HBO a nuovi impegni editoriali) stanno rubando tempo e concentrazione. Una frase che mi ha colpita, e ferita un po’, è quella in cui definisce la scrittura del libro come “la maledizione della mia vita”. Parole amare, che suonano come un addio a quel fuoco sacro che aveva acceso le prime pagine di Westeros.

Eppure, qualcosa si muove. O almeno, così sembra.

Martin ha rivelato che in questo libro ci sarà un grande colpo di scena che coinvolgerà due personaggi. Uno di loro, udite udite, è morto nella serie TV ma vivo nei libri. E qui il fandom è impazzito in mille teorie: chi? Jon Snow prima della resurrezione? Stannis? Lady Stoneheart? Una Melisandre più stratega di quanto immaginiamo? Le ipotesi si rincorrono come corvi sulla Barriera, ma la verità resta imprigionata nella testa di Martin… e nel suo vecchio PC.

Quel che sappiamo per certo è che con The Winds of Winter andremo molto più a Nord. Oltre la Barriera, dove gli Estranei stanno preparando il loro sinistro ritorno. Quel gelo, quella minaccia antica che la serie TV ha liquidato in poche puntate, nei romanzi di Martin pulsa ancora viva e terrificante. Il re degli Estranei, i misteri della lunga notte, le vere origini della profezia del principe promesso: tutti elementi che, si spera, troveranno il loro spazio e la loro grandezza in questo sesto volume. Martin ha anche detto che, a differenza di quanto accaduto in Il banchetto dei corvi e Una danza con i draghi, non separerà più le linee narrative geograficamente. Questo significa che torneremo a vedere Westeros come un unico, intricato, splendido caos. Le trame torneranno a intrecciarsi, le alleanze a sgretolarsi, e i tradimenti (più numerosi che mai) a sorprenderci. Anche i matrimoni, ha promesso Martin, non mancheranno… e sappiamo tutti quanto possano essere sanguinosi i matrimoni nei suoi libri.

Come lettrice, come fan, come donna che ha amato visceralmente i personaggi di questa saga – dalle regine spietate ai bastardi dagli occhi malinconici – non riesco a rinunciare alla speranza. Anche se l’attesa è diventata quasi un dolore cronico, continuo a credere che The Winds of Winter vedrà la luce. Magari non presto, magari non come lo avevamo immaginato, ma arriverà. Perché Martin è un narratore vero, uno di quelli che conoscono il peso della parola e il potere della fine. Certo, il mondo è cambiato da quando abbiamo letto per la prima volta i nomi di Arya, Sansa, Jon e Daenerys. Ma quella fiamma – quella piccola luce nel buio – non si è mai spenta davvero. Vive nelle teorie, nei re-read, nelle fanfiction, nei giochi di ruolo, nei cosplay, nelle chiacchierate fino a notte fonda tra amici nerd. Vive in noi.E voi, cari lettori e care lettrici: siete ancora in attesa? Avete perso la speranza? Credete che Martin ci sorprenderà o pensate che l’inverno, questa volta, non arriverà mai?

Fatemi sapere cosa ne pensate, commentate qui sotto o condividete l’articolo sui vostri social! E come sempre… che gli Antichi Dei vi proteggano.

La Resurrezione dei Meta-Lupi: La Scienza Riporta in Vita una Specie Estinta, Realità o Fantasia?

Immagina un mondo in cui il mammut lanoso e il dodo, creature che si pensavano perdute per sempre, tornano a camminare sulla Terra. Non è una scena tratta da un film di fantascienza, ma un ambizioso progetto che sta prendendo forma grazie a Colossal Biosciences, una startup americana fondata nel 2021. Proprio in questi giorni, il mondo ha assistito a un evento senza precedenti, qualcosa che sembrava relegato a un universo parallelo: i meta-lupi, le leggendarie creature dei romanzi di George R.R. Martin, sono tornati in vita. E non stiamo parlando di una CGI di alta qualità, ma di esseri viventi in carne, ossa e pelliccia, che si muovono su questa Terra, come creature realmente esistite.

A compiere questa straordinaria impresa è Colossal Biosciences, una biotech americana che ha fatto della de-estinzione il proprio scopo, spingendo la scienza oltre i confini dell’immaginazione. Recentemente, l’azienda ha annunciato, con un comunicato che ha suscitato il plauso di testate come The Hollywood Reporter, di aver creato i primi cuccioli di meta-lupo. Questa notizia, che ha preso alla sprovvista non solo gli appassionati di biotecnologia, ma anche i più nostalgici fan delle opere fantasy, segna un punto di svolta nella storia della biologia. Per la prima volta nella storia moderna, un animale estinto da oltre 12.000 anni, un canide simile al lupo preistorico, è stato riportato in vita grazie alla tecnologia di editing genetico CRISPR.

Colossal Biosciences ha come obiettivo quello di ripristinare alla vita non solo il meta-lupo, ma anche altre specie estinte da tempo, come il mammut lanoso, il dodo e il tilacino. Tra i progetti più ambiziosi della startup c’è la creazione, entro il 2028, di un cucciolo ibrido tra un mammut e un elefante asiatico, destinato ad abitare i territori artici. Tuttavia, questo programma di de-estinzione non è solo un’impresa scientifica, ma anche una sfida ecologica. Colossal punta a ricostruire ecosistemi perduti e a promuovere la biodiversità, con l’intento di creare modelli di business sostenibili, come i crediti di biodiversità, che possano essere utilizzati per finanziare la conservazione delle specie viventi. Eppure, se da un lato queste realizzazioni suscitano entusiasmo, dall’altro sollevano interrogativi etici, scientifici e ambientali, specialmente riguardo l’adattamento di queste nuove specie e la loro reale utilità per l’ecosistema.

Ben Lamm, CEO e cofondatore di Colossal, ha definito l’annuncio come una “pietra miliare monumentale” nel campo della biotecnologia. Con grande orgoglio, Lamm ha rivelato che il team ha utilizzato il DNA prelevato da un dente risalente a 13.000 anni e da un cranio di 72.000 anni per dare vita ai tre cuccioli di meta-lupo. La dichiarazione di Lamm suona quasi come una riflessione sulla meraviglia della tecnologia moderna: “Una volta si disse che qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia. Oggi, il nostro team ha svelato un po’ di quella magia e il suo potenziale impatto sulla conservazione del pianeta.” E a ben vedere, l’accostamento alla magia non è del tutto fuori luogo, specialmente per i più appassionati di mondi fantastici come quello creato da George R.R. Martin.

Infatti, i meta-lupi sono diventati un simbolo nella cultura pop grazie alla saga de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, dove queste creature affiancano i membri della Casa Stark, come se fossero compagni inseparabili in un mondo intriso di magia e mistero. Nel primo capitolo della serie, i fratelli Stark trovano una cucciolata di meta-lupi abbandonati nella neve, un momento che ha conquistato i lettori e gli spettatori di Game of Thrones. Ed è proprio qui che la scienza ha superato la fantasia: mentre Martin continua ad affannarsi nella scrittura del suo attesissimo The Winds of Winter, la biotecnologia ha fatto un passo concreto verso la realtà, materializzando in carne e ossa ciò che fino a ieri esisteva solo nella mente degli appassionati di fantasy.

Per rendere ancora più affascinante questo evento, Colossal Biosciences ha voluto omaggiare l’universo narrativo di Martin, scegliendo nomi iconici per i cuccioli di meta-lupo. La femmina è stata battezzata Khaleesi, in onore della celebre Daenerys Targaryen, un omaggio alla regina dei draghi che ha conquistato i cuori di milioni di fan. I due maschi, invece, portano i nomi di Romolo e Remo, i leggendari gemelli fondatori di Roma, allevati da una lupa, come a chiudere un cerchio mitologico che unisce la scienza contemporanea con le antiche leggende.

Ma non si tratta di semplici esperimenti da laboratorio o di mostri da esibire in vetrine: questi meta-lupi vivono e prosperano in una riserva ecologica di oltre 2.000 acri, uno spazio sicuro e certificato dalla American Humane Society e registrato presso l’USDA. Questo ambiente protetto consente agli animali di crescere liberi, al riparo dai pericoli e con la certezza di ricevere il giusto benessere. Non sono copie artificiali, ma esseri viventi a tutti gli effetti, creature che camminano, giocano e, chissà, forse ululano alla luna come i loro antenati.

Questa impresa rappresenta un punto di svolta non solo per la biotecnologia, ma per tutta l’umanità. Non parliamo solo del ritorno di una figura simbolica della cultura pop, ma di un cambiamento profondo nella nostra capacità di comprendere, manipolare e addirittura “riparare” la storia della vita sulla Terra. Siamo di fronte a un passo concreto verso la de-estinzione consapevole, una prospettiva che potrebbe aprire la strada a nuovi modelli di conservazione attiva e sollevare importanti riflessioni sul nostro ruolo di custodi del pianeta.

Game of Thrones Kingsroad: Il Nuovo Action RPG con Jon Snow per Mobile

Nel vasto universo dei giochi per dispositivi mobili, c’è sempre una nuova avventura pronta a catturare l’immaginazione degli appassionati, e questa volta il protagonista è Game of Thrones: Kingsroad, un action RPG che promette di diventare un must per tutti i fan della celebre saga. Se siete tra coloro che hanno seguito le gesta di Jon Snow, Daenerys e degli altri protagonisti di Westeros, preparatevi, perché questo gioco potrebbe essere esattamente ciò che stavate cercando.

https://youtu.be/srKdu6ee3Rk

Annunciato di recente, Game of Thrones: Kingsroad ha subito attirato l’attenzione grazie alla presenza di alcuni dei personaggi più iconici della serie televisiva. In primo piano troviamo Jon Snow, interpretato dall’attore Kit Harington, che porterà la sua epica storia direttamente nei vostri dispositivi mobili. Il gioco si sviluppa lungo la celebre Kingsroad, la pericolosa strada che collega la Barriera a Approdo del Re, un luogo che, per chi ha seguito la serie, è carico di significato e legato a eventi cruciali della trama.

Nel gioco, gli utenti possono vivere l’avventura in modo immersivo grazie alla visuale in terza persona, esplorando la Kingsroad e affrontando le sue numerose insidie. Dalle minacce naturali, come le bestie selvagge, a nemici temibili che potrebbero nascondersi nell’ombra, l’esperienza di gioco si preannuncia intensa e ricca di pericoli. Come ci si aspetta da un titolo legato a Game of Thrones, non mancheranno anche momenti drammatici e intrighi che renderanno l’esperienza ancora più coinvolgente, facendo sentire il giocatore parte integrante del mondo creato da George R. R. Martin.

Uno degli aspetti più affascinanti di Kingsroad è la presenza di filmati d’intermezzo che arricchiscono la narrazione. Questi non solo contribuiranno a sviluppare la trama, ma permetteranno di vivere l’avventura come se fosse una serie TV interattiva. Se siete amanti di storie ben raccontate, con colpi di scena e momenti emozionanti, questo gioco potrebbe davvero fare la differenza. La possibilità di vestire i panni di Jon Snow, o di scoprire come evolveranno le vicende dei vostri eroi preferiti, è sicuramente una delle attrazioni principali.

Tuttavia, Kingsroad potrebbe arrivare in un momento in cui la saga ha già vissuto una seconda vita, grazie al successo di House of the Dragon, il prequel televisivo che racconta una storia ambientata secoli prima degli eventi di Game of Thrones. Sebbene il franchise sia ancora molto amato, il gioco potrebbe rischiare di non trovare più lo stesso fervore di un tempo, e la sua uscita esclusivamente su piattaforme mobili, come iOS e Android, suscita qualche perplessità. Sarebbe stato interessante vederlo su console, per poter esplorare Westeros in modo ancora più ampio e profondo.

La trama del gioco si colloca subito dopo le devastanti Nozze Rosse, un evento che ha segnato in modo indelebile la guerra per il Trono di Spade. In questo contesto, il nostro protagonista è un giovane bastardo della casata Tyre, un nuovo ceppo inventato appositamente per il gioco. Orfano dei figli legittimi di Marrok Tyre, uccisi durante le Nozze Rosse, il nostro alter ego dovrà guadagnarsi la fiducia delle casate di Westeros e unirle contro una minaccia ancora più grande: gli Estranei.

Ciò che rende interessante Kingsroad è la possibilità di esplorare Westeros in lungo e in largo, percorrendo la Kingsroad mentre cerchiamo alleati per fermare la marcia dei morti. Naturalmente, l’inserimento di personaggi iconici come Jon Snow, Lord Varys e Jaime Lannister, tutti doppiati dagli attori originali, renderà l’esperienza ancora più coinvolgente per i fan della serie TV. Inoltre, il gioco promette una varietà di scenari, dalle fredde terre del Nord alle calde regioni del Sud, passando per città e villaggi che nascondono segreti e misteri.

Dal punto di vista del gameplay, il gioco offre un sistema di combattimento dinamico e fluido, ispirato al sistema freeflow. I giocatori potranno scegliere tra tre classi: il Cavaliere, che eccelle nel combattimento corpo a corpo con la spada lunga, il Mercenario, un brutale combattente armato di ascia, e l’Assassino, che impugna due spade corte e sferra attacchi rapidi e devastanti. Inoltre, sarà possibile equipaggiare un arco per attacchi a distanza, aggiungendo un ulteriore livello di strategia al combattimento.

Sebbene Game of Thrones: Kingsroad si presenti come un titolo solido, le limitazioni delle piattaforme mobili potrebbero compromettere la portata dell’esperienza. Inoltre, la trama, pur coinvolgente, è già ben nota ai fan, e la previsione di alcuni eventi potrebbe ridurre la suspense per chi è già familiare con la saga. Nonostante ciò, Kingsroad potrebbe essere un ottimo modo per rivisitare Westeros o per scoprire questo affascinante mondo per la prima volta, specialmente per chi cerca un’avventura mobile immersiva, ricca di azione e colpi di scena.

“King & Conqueror”: la nuova epica storica tra intrighi, battaglie e ambizioni che riscrissero l’Inghilterra

C’è un momento preciso, inciso a fuoco nella storia d’Europa, in cui il destino dell’Inghilterra cambiò per sempre: l’anno 1066, la battaglia di Hastings, il duello tra due uomini che aspiravano alla stessa corona. King & Conqueror, la nuova serie TV prodotta da BBC Studios in collaborazione con CBS, non è solo un dramma storico: è una ricostruzione epica, densa di tensione politica, passioni feroci e guerre fratricide, che promette di far rivivere l’età medievale con un taglio moderno e coinvolgente, senza rinunciare alla cura maniacale per il contesto storico.

Con un cast di altissimo livello, che schiera Nikolaj Coster-Waldau – l’indimenticato Jaime Lannister di Game of Thrones – nei panni di Guglielmo il Conquistatore, e James Norton – protagonista di Happy Valley e volto sempre più in ascesa nel panorama televisivo britannico – nel ruolo di Harold Godwinson, ultimo re sassone d’Inghilterra, King & Conqueror si candida a essere una delle produzioni più attese e discusse del 2025.

La guerra per la corona: intrighi, alleanze e sangue reale

Ambientata nella turbolenta Inghilterra dell’XI secolo, King & Conqueror racconta le vicende che portarono al drammatico scontro tra Harold, conte di Wessex e re d’Inghilterra per diritto di successione, e Guglielmo, duca di Normandia, che reclamava il trono per una promessa mai onorata. La tensione è palpabile fin dalle prime battute: alleanze fragili, famiglie divise, giuramenti violati. In un mondo in cui il potere si guadagna con la spada e si difende con l’inganno, ogni parola sussurrata a corte può scatenare una guerra.

La serie non si limita alla cronaca della battaglia di Hastings – pur centrale e spettacolare – ma esplora anche le radici profonde dello scontro: le rivalità dinastiche, l’influenza della Chiesa, il ruolo delle donne nei giochi politici, e persino le visioni mistiche che guidavano i sovrani del tempo. Una narrazione corale, ricca di sfumature e personaggi, che intreccia le vicende personali con gli eventi epocali.

Un cast stellare e un’ambientazione autentica

Al fianco dei due protagonisti brillano nomi noti del panorama europeo: Clémence Poésy (Harry Potter, The Tunnel) interpreta Matilda, moglie di Guglielmo e figura chiave nell’ascesa del duca normanno. Emily Beecham (Into the Badlands, Cruella) sarà Edith, la compagna di Harold, una donna forte e determinata in un mondo dominato da uomini.

E ancora: Eddie Marsan sarà Re Edoardo il Confessore, sovrano enigmatico e spirituale; Juliet Stevenson vestirà i panni di Lady Emma, matriarca carismatica e influente; Jean-Marc Barr interpreterà Enrico I di Francia, spettatore e manipolatore degli eventi. Un ensemble imponente che arricchisce la serie di sfaccettature drammatiche, politiche e culturali.

Le riprese, iniziate nel marzo 2024 e concluse a luglio dello stesso anno, si sono svolte in Islanda, sfruttando paesaggi naturali mozzafiato attorno a Reykjavík e nella riserva di Heiðmörk. La scelta non è casuale: le distese vulcaniche, i ghiacciai e le scogliere scure restituiscono un’ambientazione cruda e realistica, perfetta per evocare l’Europa medievale con autenticità visiva. Il tutto sotto la direzione di Baltasar Kormákur (Everest, Trapped), regista islandese maestro della tensione narrativa e della spettacolarità paesaggistica.

Dietro le quinte: un progetto ambizioso e travagliato

La genesi di King & Conqueror è affascinante quanto la storia che racconta. Ideata da Michael Robert Johnson, già noto per Sherlock Holmes di Guy Ritchie, la serie ha attirato fin dall’inizio l’interesse di BBC e CBS, che hanno deciso di co-produrla per raggiungere sia il pubblico europeo che quello americano.

James Norton, coinvolto anche come produttore esecutivo con la sua compagnia Rabbit Track Pictures, avrebbe inizialmente desiderato interpretare Guglielmo. Tuttavia, a causa di vincoli contrattuali con HBO per la serie The Nevers, gli è stato concesso solo un ruolo “destinato a morire”. E così, con ironico destino, ha vestito i panni di Harold, il re la cui caduta segna la fine della dinastia anglosassone e l’inizio della dominazione normanna.

Tra i registi degli episodi figurano anche Erik Leijonborg e Bálint Szentgyörgyi, a conferma di una visione internazionale e variegata, che miscela sensibilità nordiche, tensione anglosassone e respiro cinematografico.

Una nuova “Game of Thrones”? Non proprio, ma…

Il paragone è inevitabile. E in parte voluto. Le atmosfere di King & Conqueror strizzano l’occhio a chi ha amato Il Trono di Spade, soprattutto nei momenti più realistici e meno fantasy della saga di Westeros. I costumi ricercati, le scenografie elaborate, le corti piene di sospetti e tradimenti, e ovviamente, il desiderio di potere che brucia nei cuori dei protagonisti, rendono questa serie un’erede spirituale del celebre show HBO. Ma c’è di più: c’è la Storia vera, quella che ha forgiato un continente. E c’è il coraggio di mostrarla con profondità, senza edulcorazioni.

Un debutto molto atteso

King & Conqueror andrà in onda nel 2025 su BBC One e sarà disponibile in streaming su BBC iPlayer. La distribuzione internazionale sarà curata da Paramount Global Content Distribution, e tutto fa pensare che vedremo presto la serie anche sulle principali piattaforme europee, se non su Paramount+ stessa.

Nel frattempo, l’attesa cresce tra gli appassionati di serie storiche, fan di The Last Kingdom, Vikings e Game of Thrones, ma anche tra gli amanti della storia britannica, affascinati da una delle transizioni di potere più drammatiche mai documentate.


La lotta per la corona è iniziata, e questa volta nessun drago potrà salvare i contendenti. Solo il coraggio, la strategia e la volontà di scrivere il proprio nome nella storia decideranno chi sarà Re e chi sarà solo un ricordo.

Hai già scelto da che parte stare? Sei con Harold, il sovrano legittimo, o con Guglielmo, il conquistatore determinato a cambiare il mondo?

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Un Nuovo Film di Game of Thrones: Il Futuro del Franchise di HBO sarà su Jon Snow?

Il mondo di Westeros si prepara a espandersi ulteriormente con l’annuncio di un nuovo film di “Game of Thrones”, in fase di sviluppo presso Warner Bros. Questa notizia ha scatenato l’entusiasmo tra i fan della saga, che sperano di rivedere i loro personaggi preferiti e di esplorare nuove storie nell’universo creato da George R.R. Martin.

Sebbene Warner Bros. abbia rifiutato di commentare, l’indiscrezione è stata lanciata in esclusiva da The Hollywood Reporter ed è stata rapidamente ripresa da testate autorevoli come Variety e Deadline. Attualmente, sono in corso molte discussioni preliminari riguardo al film, ma i dettagli specifici sulla trama, sul cast e sulla timeline rimangono avvolti nel mistero. Ci si chiede se questo progetto rappresenti il tanto atteso sequel su Jon Snow, un remake della serie originale o una storia completamente nuova che possa arricchire l’universo narrativo di “Game of Thrones”.

Questa notizia arriva a cinque anni dalla conclusione della serie televisiva, un evento che ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop. “Game of Thrones”, creata da David Benioff e D.B. Weiss, ha attratto milioni di spettatori, guadagnandosi la bellezza di 59 Emmy Awards e consolidando il suo status come uno dei fenomeni televisivi più importanti della storia.

L’interesse per un film che estenda il franchise è palpabile. La serie ha lasciato molte domande senza risposta e la possibilità di approfondire ulteriormente la complessità dei personaggi e le intricate trame politiche di Westeros è un’opportunità che non può essere ignorata. Con Jon Snow, uno dei personaggi più amati della saga, al centro di molte speculazioni, i fan sperano che questo progetto possa dare una nuova vita a storie in sospeso e regalare ai personaggi il finale che meritano.

La questione centrale rimane: cosa possiamo aspettarci da questo nuovo film? Potrebbe essere l’occasione per esplorare il passato di Jon Snow e le sue origini Targaryen, un tema già accennato nella serie originale, o forse ci porterà a esplorare nuovi orizzonti narrativi al di fuori della trama già nota. Con l’universo di Martin che offre un’abbondanza di materiale originale, le possibilità sono praticamente infinite.

In attesa di ulteriori dettagli e sviluppi, i fan di “Game of Thrones” possono solo rimanere sintonizzati e sperare che questo nuovo progetto possa onorare l’eredità della serie e offrire un’esperienza cinematografica memorabile. La storia di Westeros continua, e con essa l’attesa per nuove avventure, colpi di scena e, ovviamente, intrighi politici che hanno reso “Game of Thrones” un classico intramontabile della televisione.

Tabernas: il deserto spagnolo che ha creato il mito degli Spaghetti Western

Se sei un amante del cinema western, preparati a scoprire un luogo che sembra uscito direttamente dal grande schermo: il deserto di Tabernas, nel cuore dell’Andalusia. Questo paesaggio polveroso e affascinante non è solo uno dei pochi deserti veri d’Europa, ma anche il set naturale di alcune delle pellicole più iconiche della storia del cinema. Soprannominato “la Hollywood europea”, Tabernas ha ospitato leggende del cinema come la “Trilogia del Dollaro” di Sergio Leone, trasportandoci nel Far West senza bisogno di attraversare l’oceano.

Negli anni ’60 e ’70, registi come Leone rimasero incantati da questo angolo remoto di Spagna, utilizzandolo per girare capolavori come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Non solo western, però: oltre 300 film hanno trovato casa tra queste rocce e canyon, da Lawrence d’Arabia a Cleopatra, passando per produzioni moderne come Game of Thrones, Terminator: Destino Oscuro e persino Assassin’s Creed. Non è un caso se Quentin Tarantino ha espresso il desiderio di girare qui il suo prossimo western: l’atmosfera di Tabernas è unica, autentica, capace di evocare emozioni che vanno oltre il tempo.

Di Colin C Wheeler – Opera propria, CC BY-SA 3.0 es

Ma non è solo il cinema a rendere speciale questo luogo. Tabernas è diventato una vera e propria mecca per gli appassionati, grazie ai parchi tematici che permettono di immergersi nella magia del Far West. Il più famoso è Mini Hollywood – Oasys, una cittadina western perfettamente conservata dove puoi vivere da protagonista duelli, rapine in banca e spettacoli a tema. Tra saloon, chiese diroccate e uffici dello sceriffo, puoi quasi sentire le note delle colonne sonore di Ennio Morricone accompagnarti durante la visita. E se hai voglia di un po’ di relax, il parco offre anche un’area zoologica con oltre 800 animali e un parco acquatico immerso tra cactus e panorami desertici.

Non da meno è Fort Bravo – Texas Hollywood, celebre per le sue spettacolari rievocazioni quotidiane. Qui, attori in costume riportano in vita l’epoca d’oro dei western, con sparatorie e inseguimenti a cavallo che sembrano usciti da un film. E poi c’è il Western Leone, dove puoi visitare i set originali di Sergio Leone, ancora oggi carichi di un fascino nostalgico che fa battere il cuore a ogni cinefilo.

Il deserto di Tabernas, però, non è solo un luogo per appassionati di cinema: è una destinazione che offre anche un’esperienza naturalistica straordinaria. Con il suo clima secco e paesaggi brulli, ricorda le lande del sud-ovest americano, ma è comodamente raggiungibile dall’Europa. Puoi esplorare i suoi percorsi a piedi o a cavallo, magari sfidando il caldo torrido dell’estate per vivere sulla tua pelle le stesse condizioni affrontate dalle troupe cinematografiche.

E per i più avventurosi? Non c’è niente di meglio che indossare un costume da cowboy, impugnare una pistola giocattolo e posare per una foto ricordo sul set di un western. Tra canyon, villaggi abbandonati e il silenzio del deserto, Tabernas ti regala l’emozione unica di essere il protagonista della tua storia.

Che tu sia cresciuto con i film di Clint Eastwood o ti sia lasciato conquistare dai draghi di Game of Thrones, Tabernas è un viaggio nel tempo, un mix perfetto di cinema, avventura e paesaggi mozzafiato. Qui il passato e il presente si fondono in un’esperienza indimenticabile, dove ogni angolo racconta una storia e ogni passo ti avvicina alla magia del grande schermo.

foto di copertina di Gordito1869 – Opera propria, CC BY 3.0

Il Trono di Spade ci aiuta a capire perché non riconosciamo i volti

Hai mai incontrato qualcuno e fatto fatica a ricordare il suo nome o a capire se l’avevi già visto? Potresti soffrire di prosopagnosia, una condizione che rende difficile riconoscere i volti. Ma come funziona esattamente questa “cecità ai volti”?

Un mistero svelato grazie a Il Trono di Spade

Per rispondere a questa domanda, un gruppo di ricercatori ha deciso di mettere alla prova i nostri cervelli. Hanno mostrato delle scene della famosa serie TV Il Trono di Spade a due gruppi di persone: uno con prosopagnosia e l’altro senza.

Cosa è successo nel cervello?

Quando una persona “normale” vede un volto familiare, il suo cervello si illumina in diverse zone. Non solo si attiva la parte che si occupa della vista, ma anche quelle legate alla memoria, alle emozioni e alle conoscenze che abbiamo su quella persona. È come se il nostro cervello creasse una sorta di “profilo” completo di ogni individuo.

E nel cervello di chi ha la prosopagnosia?

In questo caso, il quadro è completamente diverso. Le connessioni tra le diverse aree del cervello sono più deboli, e l’attività cerebrale è meno intensa. Questo significa che le persone con prosopagnosia fanno più fatica a collegare un volto a tutte le informazioni che hanno su quella persona.

Perché Il Trono di Spade?

La scelta di utilizzare una serie TV così popolare e ricca di personaggi è stata fondamentale. Le scene complesse e i volti familiari hanno permesso ai ricercatori di creare un ambiente più realistico e di osservare come il cervello reagisce a stimoli visivi complessi.

Cosa significa tutto questo?

Questa scoperta ci aiuta a capire meglio come funziona il nostro cervello e perché alcune persone hanno difficoltà a riconoscere i volti. Ma non solo: apre nuove strade per la ricerca e lo sviluppo di trattamenti per la prosopagnosia.

In conclusione

La prosopagnosia non è solo un problema di vista, ma coinvolge diverse aree del cervello. Grazie a studi come questo, stiamo facendo passi da gigante verso una comprensione più profonda di questa condizione e verso lo sviluppo di strumenti per aiutare le persone che ne sono affette.

Khaleesi: Un nome da regina, una battaglia burocratica!

In un reame dove le passioni ardono come draghi, i fan di “Il Trono di Spade” hanno spesso cercato di portare un pezzo di Westeros nella loro vita. Tatuaggi ispirati a spade valiriane, gioielli a forma di ferrotrono, e persino nomi di personaggi sono diventati simboli di devozione per gli appassionati della saga.

Lucy, una madre devota, sognò di regalare alla sua piccola un nome che evocasse forza e regalità, proprio come Daenerys Targaryen, la Madre dei Draghi. E così, la sua bambina fu chiamata Khaleesi, un nome che risuonava come un incantesimo.

Ma la gioia di questa scelta si trasformò ben presto in una battaglia burocratica.

Quando Lucy tentò di far rilasciare il passaporto a sua figlia, si scontrò con un ostacolo inaspettato: la Warner Bros., detentrice del marchio registrato “Il Trono di Spade”, avrebbe dovuto autorizzare l’uso del nome Khaleesi.

“Era come se mi avessero strappato il cuore”, confida Lucy alla BBC. “Khaleesi non era solo un nome, era un legame con un mondo che amavo profondamente.”

Fortunatamente, un avvocato intervenne a chiarire la situazione, spiegando che il marchio registrato non si estendeva ai nomi propri. Lucy, sollevata ma ancora sconcertata, si domandò come fosse possibile che un simile equivoco potesse sorgere, soprattutto considerando che il nome era già stato registrato all’anagrafe.

Dopo una lunga e faticosa battaglia, la giustizia trionfò e Lucy ottenne finalmente il passaporto per sua figlia. L’Ufficio passaporti, riconoscendo l’errore, inviò una lettera di scuse alla famiglia.

La seconda stagione di House of the Dragon in homevideo

Nel regno incantato delle serie televisive, dove i draghi danzano e i troni ardono, House of the Dragon si erge come un pilastro maestoso, sfidando il confronto con la sua illustre progenitrice, Il Trono di Spade. Come un’opera d’arte intessuta di politica, potere e destino, questa serie prequel si è districata con destrezza nelle intricate trame dei Targaryen, portando i suoi spettatori in un viaggio senza tempo attraverso il glorioso passato dei Sette Regni.

Ambientata in un’era dove le fiamme dei draghi solcavano i cieli, House of the Dragon esplora gli eventi che precedettero la devastante “Danza dei Draghi”. A spingere la narrativa è una moltitudine di personaggi complessi, tra cui spiccano Daemon Targaryen, interpretato magistralmente da Matt Smith, e Rhaenyra Targaryen, incarnata con fervore da Emma D’Arcy. Questi non sono solo protagonisti, ma vette scintillanti di un cast che si erge come fulcro dell’epica drammatica.

Dopo il successo senza precedenti della prima stagione, che ha conquistato i cuori e l’immaginazione di tutto il mondo, quest’ultima saga promette ancora più dramma, intrighi… e draghi! L’uscita include tutti gli otto episodi della seconda stagione del fenomeno della HBO, con più di 1 ora di contenuti bonus, tra cui due featurette inedite ed  esclusive, oltre alle versioni extended “Dentro l’episodio” di ciascuno degli 8 episodi della seconda stagione. House of the Dragon: La seconda stagione completa sarà acquistabile in 4K Ultra HD™ Standard Edition, Blu-ray™ e DVD a partire dal 21 novembre 2024, online e in store, presso i principali rivenditori. ‘HOUSE OF THE DRAGON: La seconda stagione completa’ è già disponibile in pre-order su tutti i principali store digitali.

Basata sulla saga “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin, la serie, ambientata 200 anni prima degli eventi de Il Trono di Spade, racconta la storia della Casa Targaryen. Dopo l’incoronazione di Re Aegon II e la morte del figlio della Regina Rhaenyra, la Casa è divisa in due. Nel King’s Landing, Aegon II governa dal Trono di Ferro, sostenuto da Alicent e dal Consiglio Verde, sotto la protezione del più grande drago di Westeros. Dal suo esilio a Roccia del Drago, la regina Rhaenyra e il suo Consiglio Nero valutano la loro prossima mossa. La guerra civile incombe, mentre entrambe le fazioni cercano il sostegno delle grandi casate del Continente Occidentale, ammassando eserciti e draghi.

La seconda stagione di House of the Dragon è stata acclamata dalla critica per la sua “trama emozionante e avvincente” (TheWrap) che “è davvero un ritorno all’epoca d’oro di Thrones” (GQ). Esquire ha giudicato la seconda stagione “il più grande show dell’estate”, mentre TV Guide ha salutato la serie come “la più grande TV disponibile”, mentre Collider l’ha celebrata come “il miglior show televisivo fantasy del decennio”. House of the Dragon,  attualmente la serie HBO #1, è stata rinnovata per la terza stagione.

Nella seconda stagione il cast è composto da Matt Smith, Emma D’Arcy, Olivia Cooke, Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Fabien Frankel, Matthew Needham, Sonoya Mizuno, Tom Glynn-Carney, Ewan Mitchell, Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban e Jefferson Hall.  Nel cast troviamo anche Abubakar Salim, Gayle Rankin, Freddie Fox, Simon Russell Beale, Clinton Liberty, Jamie Kenna, Kieran Bew, Tom Bennett, Tom Taylor e Vincent Regan. Il Co-Creator/produttore esecutivo è George R.R. Martin; il Co-Creator/Showrunner/ produttore esecutivo è Ryan Condal; i produttori esecutivi sono Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere e Vince Gerardis. Basato su “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin.

I CONTENUTI SPECIALI INCLUDONO 2 FEATURETTE INEDITE:

 

  • Family Tree(TRT 05:12) I legami familiari di Westerosi possono creare confusione. Questo aiuterà gli spettatori a tenere traccia dei complessi e vasti rami di Casa Targaryen.
  • Divided Kingdoms (TRT 09:05) Unisciti al co-creator, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal, al cast e alla troupe mentre ci regalano una panoramica della Seconda Stagione e un’anticipazione della prossima guerra.

La 18° edizione della Festa dell’Unicorno dal 26 al 28 luglio 2024

Dopo lo strepitoso successo della XVII edizione della Festa dell’Unicorno, la magica città di Vinci si prepara ad accogliere la 18a Festa dell’Unicorno, un evento unico e imperdibile che trasformerà le strade e le piazze della città in un vero e proprio regno di fantasia, dal 26 al 28 luglio. Con un programma ricco di spettacoli, concerti e attività per tutte le età, la Festa dell’Unicorno si conferma come uno degli eventi più attesi dell’estate italiana. I visitatori potranno vivere un sogno ad occhi aperti con oltre 400 spettacoli ed intrattenimenti di ogni genere. La più grande novità di questa edizione, sarà sicuramente il ritorno dei grandi ospiti e di sensazionali concerti.

Come ogni anno, il contest fotografico F.U.O.Co.  ha decretato il cosplayer/larper che sarà ufficialmente il testimonial della Festa dell’Unicorno. In questa edizione, ad aggiundicarsi l’agognato 1° posto è stato  Alessio Micheletti, immortalato con il suo splendido outfit del Nano di Erebor dalla fotografa Maria Chiara Bertagni.  Anche quest’anno il F.U.O.Co. ha visto partecipare più di 90 costumi, tra cui è stato difficile scegliere chi fosse più adatto a rispecchiare l’anima della Festa dell’Unicorno.



Festa dell’Unicorno – Ospiti e Musica

La festa si arricchisce infatti di una straordinaria presenza internazionale: Liam Cunningham, celebre attore noto per il suo ruolo nelle serie TV di successo mondiale Il Trono di Spade e Il Problema dei 3 Corpi, sarà l’ospite d’onore, atteso per il Sabato. La sua partecipazione aggiunge un tocco di prestigio e attrattiva all’evento, offrendo ai visitatori un’opportunità unica di incontrare una delle star più amate del piccolo e grande schermo. Rimanendo in territorio nazionale invece, altri ospiti di rilievo saranno Adrian Fartade e Pietro Ubaldi, che con le loro eccezionali carriere hanno conquistato il pubblico italiano. Adrian Fartade, noto divulgatore scientifico e youtuber, incanterà il pubblico dal palco centrale con le sue affascinanti narrazioni sullo spazio e l’astronomia Venerdì. Pietro Ubaldi, voce storica del doppiaggio italiano, noto per aver dato vita a personaggi iconici dei cartoni animati e dei film, arricchirà la manifestazione con la sua presenza carismatica Domenica. Per quanto riguarda la musica e l’intrattenimento, invece, il palco principale della Festa dell’Unicorno vedrà esibirsi band di grande calibro. Venerdì, l’area “Anfiteatro del Bardo” sarà illuminata dalla voce inconfondibile di Cristina D’Avena, la regina delle sigle dei cartoni animati, che regalerà al pubblico una serata di pura nostalgia e divertimento. Sabato invece, sarà la volta dei leggendari Rhapsody of Fire, pronti a infiammare il palco con il loro power metal epico. Infine Domenica i Meganoidi porteranno il loro “Brucia Ancora Tour” in occasione del 20° anniversario del brano “Zeta Reticoli”, con le esibizioni di supporto dei gruppi “Fattore Rurale” e “Mondocane!”.

Mercato Artigianale

Una delle tante attrazioni della Festa dell’Unicorno è il mercato artigianale, che vanta centinaia di stand a tema. Gli espositori, provenienti da tutta Italia e dall’estero, offriranno una vasta gamma di prodotti unici, dall’artigianato locale alle creazioni fantasy. I visitatori potranno trovare gadget, abbigliamento, accessori, fumetti, oggetti da collezione e molto altro, tutti ispirati ai vari mondi della fantasia e dell’immaginazione. Un’opportunità perfetta per acquistare pezzi unici e originali, arricchendo l’esperienza della festa con momenti di shopping esclusivo.

Esperienza Unica per i Visitatori

I visitatori della Festa dell’Unicorno potranno immergersi in un mondo incantato, tra spettacoli di magia, laboratori creativi, artigianato locale e prelibatezze culinarie. La componente food sarà particolarmente curata, con proposte tematiche delle varie aree e un’attenzione speciale per le opzioni vegane e senza glutine, garantendo che tutti possano godere delle delizie culinarie offerte.Con la sua vasta gamma di attività e attrazioni, l’evento promette di offrire tre giorni di puro divertimento e magia per tutta la famiglia.

Epicos torna alla Festa dell’Unicorno con una promessa di straordinario spettacolo, pronto a conquistare tutti i presenti con la sua celebre Epicos Cosplay Area. In un’atmosfera di entusiasmo e creatività, gli appassionati di cosplay si preparano a vivere un’esperienza senza pari tra Meet&Greet, Sos Cosplay, Photo set e due avvincenti contest dove il cosplay sarà il protagonista assoluto. Questa edizione della Festa dell’Unicorno segna una svolta significativa, entrando ufficialmente nel circuito della COSPLAY ITALIAN CUP, l’unico campionato nazionale che incorona il miglior cosplayer italiano. Gli appassionati sono invitati a preparare i loro migliori costumi, poiché dal 26 al 28 luglio il borgo medievale si trasformerà in un palcoscenico epico.

Nel fine settimana, sia sabato che domenica, i partecipanti avranno l’opportunità di esibirsi negli EPIC COSPLAY CONTEST, aperti a tutte le categorie di cosplayer. Gli iscritti saranno giudicati da una giuria composta da illustri esperti del settore, associazioni e professionisti, valutando somiglianza globale al personaggio, qualità e difficoltà del costume, interpretazione dei tratti caratteristici del personaggio, originalità e valore artistico della performance.

Il sabato 27 luglio sarà dedicato al Cosplay Contest, con premi in palio per il Miglior Cosplay Sartoriale, Miglior Cosplay Crafting, Miglior Cosplay Group, Miglior Cosplay Modeling, Miglior Interpretazione e Miglior Cosplay Fantasy. Le iscrizioni si apriranno dalle 10:00 alle 15:00 presso il desk Epicos vicino al palco, con il prejudging previsto per le 16:00 e l’inizio delle esibizioni alle 17:00.

La domenica 28 luglio, la scena sarà animata dal Gran Cosplay Contest e dalla Selezione CIC, dove verranno assegnati gli stessi premi del giorno precedente. Al termine delle premiazioni, tra il miglior sartoriale e il miglior crafting sarà selezionato il finalista che rappresenterà la fiera alla finale della COSPLAY ITALIAN CUP, il primo torneo nazionale creato da Epicos. Le iscrizioni si svolgeranno dalle 10:00 alle 15:00, con prejudging alle 16:00 e inizio delle esibizioni alle 17:00. Per partecipare agli EPIC COSPLAY CONTEST, i concorrenti dovranno compilare la liberatoria disponibile online, salvo che non l’abbiano già fatto per gare precedenti. Il regolamento generale, incluse le tempistiche delle scene e le modalità di iscrizione, è consultabile sul sito di Epicos. Le esibizioni avranno una durata massima di 1,30 minuti per i singoli, 2 minuti per le coppie, 3 minuti per gruppi fino a 3 persone, 4 minuti per gruppi da 4 a 10 persone e 5 minuti per gruppi oltre 10 persone. La Festa dell’Unicorno è pronta ad accogliere migliaia di cosplayer e appassionati, promettendo un weekend di pura magia e creatività, dove ogni costume racconta una storia e ogni performance fa sognare.

Informazioni Logistiche

Per agevolare l’afflusso dei visitatori, saranno disponibili parcheggi gratuiti con un efficiente servizio di navette che collegheranno i parcheggi alle aree principali della festa. Questo permetterà un comodo accesso all’evento, garantendo al contempo una gestione ordinata del traffico e un’esperienza piacevole per tutti i partecipanti. Anche dalla stazione di Empoli (FI) sarà organizzata una navetta gratuita con partenze ogni mezz’ora.

Inaugurazione alla presenza delle istituzioni

Venerdì 26 luglio, l’Armata dell’Unicorno aprirà ufficialmente la manifestazione. Una parata da record con oltre 300 cosplayer, che percorreranno le strade di Vinci fino ad arrivare sotto al castello dei Conti Guidi. Il discorso di apertura sarà tenuto dal Sindaco di Vinci Daniele Vanni e dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Per ulteriori informazioni sull’evento, l’acquisto dei biglietti e il programma completo, visitate il sito ufficiale festaunicorno.com. Non perdete l’occasione di vivere un’esperienza indimenticabile nel cuore di Vinci!

Le 5 migliori serie TV fantasy da non perdere: Viaggio tra draghi, spade e magie!

Amanti dei mondi fantastici, preparate i vostri mantelli e impugnate le vostre spade virtuali! Oggi vi guideremo in un’avventura tra draghi maestosi, streghe potenti e battaglie epiche, alla scoperta delle 5 migliori serie TV fantasy che hanno conquistato il pubblico negli ultimi anni.

1. Il Trono di Spade (Game of Thrones)

Un classico intramontabile, questa serie HBO ha fatto sognare e inorridire milioni di spettatori con la sua trama intricata, i suoi personaggi complessi e le sue scene mozzafiato. Ambientata in un continente immaginario diviso in sette regni, la storia segue le lotte di potere tra diverse famiglie nobili per conquistare il Trono di Spade. Tra intrighi politici, guerre sanguinose e creature magiche, Il Trono di Spade vi terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine.

2. The Witcher

Tratta dall’omonima saga letteraria di Andrzej Sapkowski, The Witcher è una serie Netflix che narra le vicende di Geralt di Rivia, un cacciatore di mostri solitario e tormentato. In un mondo brutale e pieno di creature fantastiche, Geralt si ritrova coinvolto in una profezia che potrebbe cambiare il destino del continente. Tra azione, avventura e un pizzico di umorismo nero, The Witcher vi conquisterà con la sua atmosfera cupa e i suoi personaggi affascinanti.

3. La Ruota del Tempo (The Wheel of Time)

Basata sull’opera letteraria di Robert Jordan, La Ruota del Tempo è una serie Amazon Prime Video che ci immerge in un mondo dove la magia è stata bandita e il destino dell’umanità è legato a un ciclo infinito chiamato “La Ruota del Tempo”. Una giovane tessitrice di nome Moiraine Damodred si ritrova a guidare un gruppo di ragazzi che potrebbero essere la chiave per salvare il mondo dall’oscurità. Tra profezie antiche, creature leggendarie e battaglie epiche, La Ruota del Tempo vi trasporterà in un’avventura mozzafiato.

4. His Dark Materials

Tratta dalla trilogia letteraria di Philip Pullman, His Dark Materials è una serie BBC/HBO che ci porta in un mondo parallelo dove ogni persona è accompagnata da un daimon, una manifestazione fisica della sua anima. Lyra Belacqua, una ragazzina curiosa e coraggiosa, si ritrova coinvolta in una cospirazione che minaccia l’esistenza del suo mondo e di altri. Tra misteri teologici, viaggi interdimensionali e creature fantastiche, His Dark Materials vi farà riflettere sul senso della vita e sul potere dell’immaginazione.

5. Locke & Key

Basata sull’omonima serie di fumetti di Joe Hill e Gabriel Rodriguez, Locke & Key è una serie Netflix che segue le vicende della famiglia Locke dopo il loro trasferimento in una misteriosa casa chiamata Keyhouse. Presto i tre fratelli Locke scopriranno che la casa nasconde delle chiavi magiche che conferiscono poteri straordinari. Tra avventure emozionanti, creature soprannaturali e un pizzico di horror, Locke & Key vi conquisterà con la sua atmosfera fiabesca e i suoi personaggi irresistibili.

Bonus: Outlander

Se amate i viaggi nel tempo e le storie d’amore epiche, non potete perdervi Outlander. Questa serie Starz racconta la storia di Claire Randall, un’infermiera della Seconda Guerra Mondiale che viene catapultata nella Scozia del 1743. Lì si innamora di Jamie Fraser, un affascinante guerriero highlander, e si ritrova coinvolta in una lotta per la sopravvivenza e la libertà. Tra paesaggi mozzafiato, battaglie storiche e una storia d’amore travolgente, Outlander vi farà sognare e vi conquisterà con la sua autenticità.

Queste sono solo alcune delle tante serie TV fantasy che meritano la vostra attenzione. Preparate i popcorn, scegliete la vostra preferita e preparatevi a vivere avventure indimenticabili!

Ten Thousand Ships: un nuovo prequel de Il Trono di Spade si prepara a salpare!

Nel vasto firmamento delle serie televisive, una nuova costellazione si prepara a brillare nel magico universo de Il Trono di Spade. Dopo il successo di House of the Dragon, che ci ha raccontato le antiche gesta dei Targaryen, un altro spin-off è pronto a incantare gli appassionati di Westeros. Ten Thousand Ships, il cui nome evoca il tumulto dei mari e il destino incerto delle migrazioni epiche, ci porterà mille anni prima dei conflitti narrati nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

Secondo le leggende tramandate nei racconti più remoti, diecimila navi solcarono i mari, portando con sé i sopravvissuti Rhoynar fuggiti da Essos dopo la drammatica disfatta contro la Fortezza di Valyria nella Seconda Guerra delle Spezie. Questo esodo epico precedette di secoli i giochi di potere e le lotte che hanno caratterizzato il regno di Westeros. È durante questo grande esodo che la principessa Nymeria, figura leggendaria che ha ispirato anche il destino di Arya Stark nel presente, guidò il suo popolo fino a Dorne, trovando rifugio e fondando un regno che avrebbe sfidato il tempo.

Ten Thousand Ships narrerà dunque le gesta coraggiose di Nymeria e dei Rhoynar, mentre sfuggono alle ombre minacciose dei draghi di Valyria, cercando una nuova terra e una nuova vita tra le rovine dell’antico mondo. La loro alleanza con la casa Martell durante la Guerra di Nymeria segnò l’inizio di una dinastia che avrebbe influito profondamente sulle sorti di Dorne e di Westeros nel suo insieme. Da Nymeria, antenata di una delle figure più affascinanti della serie principale, Oberyn Martell, a cui l’acclamato attore Pedro Pascal ha dato volto e voce, il filo che lega il passato glorioso al presente è indissolubile.

Questo nuovo capitolo epico nell’universo di George R. R. Martin non promette meno di rivelarsi un’opera maestosa e travolgente, ricca di tensioni politiche, passioni ardenti e tradimenti spietati. Mentre i fan del Trono di Spade si preparano per il ritorno di House of the Dragon con impazienza, altre storie e altre leggende si stagliano all’orizzonte, promettendo di arricchire ancora di più il vasto mosaico narrativo creato dal maestro Martin. George R. R. Martin stesso ha condiviso l’entusiasmo per questo nuovo progetto, congratulandosi con la talentuosa Eboni Booth, autrice e produttrice, premiata con un Pulitzer, per il suo contributo alla storia dei Rhoynar e di Nymeria. Nonostante le incertezze e le difficoltà logistiche che accompagnano la produzione di una serie così ambiziosa, l’autore e la sua squadra sono determinati a portare sullo schermo una saga che non sarà facilmente dimenticata.

Così, mentre il sole tramonta sul regno di Westeros, i venti del cambiamento soffiano ancora una volta tra i continenti, portando con sé nuove storie di eroismo, sacrificio e destino, incisi nei cuori dei protagonisti che osano sfidare il tempo e la memoria.