“Io sbaglio di continuo, è questo che mi rende umano! La speranza Lex è che tu un giorno lo capisca!”
A seguito della prima visione per la Stampa questa frase pensiamo possa essere presa come elemento maggiormente riassuntivo di Superman di James Gunn. Ma andiamo con ordine.
Dopo anni di incertezze, reboot confusi e universi narrativi che non riuscivano a trovare una vera direzione, l’attesa per il ritorno di Superman sul grande schermo è finita. Oggi, 9 luglio 2025, l’Uomo d’Acciaio è tornato a volare nei cieli cinematografici mondiali, aprendo ufficialmente le porte del nuovo DC Universe con il film “Superman”, diretto e sceneggiato da James Gunn, il visionario regista già dietro al successo della trilogia dei Guardiani della Galassia.
Ma attenzione: questo non è un semplice reboot. È il primo tassello di un mosaico narrativo ambiziosissimo, che porta il nome di “Chapter One: Gods and Monsters”, il primo capitolo della rinascita firmata DC Studios, ora guidati dallo stesso Gunn e da Peter Safran. L’obiettivo? Riscrivere da zero l’universo cinematografico DC, puntando su una narrazione coerente, emozionante e fortemente radicata nello spirito dei personaggi iconici della casa editrice.
Siamo sicuri di una cosa: “Chapter One: Gods and Monsters” dividerà il fandom tra coloro che non accettano versioni alternative a quella definita “preferita” e coloro consapevoli che nell’universo narrativo dell’uomo d’acciaio non si è nuovi a grandi rivisitazioni, come già accaduto nel 1985 con i fumetti della serie “Crisi sulle Terre infinite”. L’operazione di Gunn per dare il via ad una nuova epoca d’oro DC ha del grande potenziale.
Già il primo trailer ufficiale del nuovo Superman non aveva tardato a far parlare di sé. Tre minuti densi di emozioni, azione e suggestioni visive che ci mostrano un Clark Kent giovane, riflessivo, ma profondamente umano, animato da una compassione disarmante e da una fiducia incrollabile nella bontà dell’umanità. Non è il Superman arrogante o cinico che spesso abbiamo visto negli ultimi anni: è il simbolo della speranza, proprio come dovrebbe essere. E forse come non lo vedevamo dai tempi di Christopher Reeve.
Se da un lato infatti il film nelle sale riprende dal passato molteplici elementi tipici dei fumetti, dall’altro rompe con il passato cinematografico saltando completamente il classico incipit: la storia di Kal-El in fasce lanciato, dai propri genitori, in direzione della Terra a bordo di una navetta durante il collasso del suo pianeta natale Krypton è ormai nota al pubblico. Gunn ci ha salvati dal vedere qualcosa di già visto così che il film inizia nel bel mezzo dell’azione… con la prima sconfitta di Superman!
A vestire il mantello rosso sarà David Corenswet, già visto in Hollywood e nel prossimo Twisters. Il suo look e la sua presenza scenica richiamano in modo quasi commovente l’indimenticabile Reeve, restituendo al pubblico un Superman solare e possente, ma mai distaccato. Al suo fianco ci sarà Rachel Brosnahan nei panni di Lois Lane, la brillante giornalista del Daily Planet, carismatica e determinata. A far tremare Metropolis ci penserà invece un inedito Lex Luthor, interpretato da Nicholas Hoult: il suo villain, a detta di chi ha visto le prime proiezioni test, è sopra le righe e potenzialmente divisivo, ma sicuramente memorabile. Per chi non ha, fino ad oggi, avuto esperienza con il mondo fumettistico di Superman il personaggio di Lex infatti potrebbe non convincere completamente. Gunn infatti come già detto si è ispirato al mondo comics ed agli elementi più classici. Luthor è un genio, è strategico e analitico, odia e prova invidia per Superman. Nel suo piano diabolico crea tecnologie di guerra, mutazioni, portali dimensionali e un universo tasca sfruttando tutto ciò al contempo all’interno di una strategia basata sul diffondere dubbio e paura. È Lex Luthor a tutti gli effetti.
Siamo di fronte ad un prodotto onesto con il pubblico, il film è un cine-comic in piena regola e non aspira ad essere altro. Non confonde. Non mancano ovviamente allusioni a tutte le epoche storiche dello sviluppo del personaggio, anche televisive e cinematografiche: primo elemento degno di nota è la ripresa del tema musicale che ci fa sognare ancor oggi e sviluppato quasi 50 anni fa da John Williams; la ripresa di uno dei leit motiv di Luthor “Il cervello batte i muscoli”; la ormai nota presenza del cane Krypto, ideato nel 1955 e da alcuni trovato “fuori luogo”; Kara Zor-El, cugina di Kal-El e qui interpretata in un cameo da Milly Alcock (Rhaenyra Targaryen nella serie televisiva HBO House of the Dragon), è un personaggio conosciuto dal 1959.
La pellicola presenta inoltre un cast da capogiro: Nathan Fillion è il lanterna verde Guy Gardner, Isabela Merced interpreta Hawkgirl, Anthony Carrigan è Metamorpho, e Edi Gathegi da il volto ad un eccezionale Mister Terrific. Tra i tanti comprimari spiccano anche Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell.
L’estetica del film pesca a piene mani da alcune delle run più amate di Superman, in particolare dall’epica “All-Star Superman” di Grant Morrison e Frank Quitely, da cui eredita il tono lirico e la profonda introspezione del personaggio. Ma c’è anche un omaggio visivo evidente al “Kingdom Come” di Alex Ross, soprattutto nel nuovo simbolo del costume, che richiama quel senso di nobiltà e responsabilità che è alla base del mito di Kal-El nonché omaggiando l’albo di Waid e Ross con una scena apertamente ispirata alla copertina.
Il cuore della narrazione non è fatto solo di pugni e raggi laser. Al centro c’è il conflitto interiore di Superman, diviso tra la sua eredità kryptoniana e l’amore per la Terra. Si percepisce in Kal-El il peso della sua eredità ma anche il desiderio di vivere come un uomo normale, accanto a Lois. Il senso di dover essere qualcosa di più si scontra con le “conseguenze delle sue azioni” in chiave di una politica internazionale che trova nel suo intervento l’origine di squilibrio e danno, ma per altri resta un faro per l’umanità. Un dilemma eterno, che James Gunn promette di esplorare con sensibilità e profondità, offrendo finalmente una visione complessa e matura dell’eroe più iconico di tutti senza tralasciare un linguaggio moderno figlio dell’arrowverse: “Fa piacere che i metaumani non ti preoccupano, sono loro a dettare le regole ora.”
Le prime proiezioni test avevano acceso anche qualche campanello d’allarme. Se la trama ha convinto il pubblico generalista, gli effetti visivi sono ancora acerbi in alcune sequenze, in particolare quelle ambientate nella Fortezza della Solitudine che si riduce ad essere costituita da uno spazio molto limitato seppur polifunzionale, e il design del villain principale che è stato definito “comico” da alcuni spettatori. Ma la post-produzione ha fatto un buon lavoro e certi “effetti” sono probabilmente voluti per non confondere il pubblico. Le prime impressioni potrebbero quindi cambiare radicalmente durante la prima settimana di uscita.
Come se non bastassero le sfide artistiche e narrative, c’è anche una grana legale in corso. Mark Peary, nipote di Joe Shuster, co-creatore di Superman, ha avviato un’azione legale che potrebbe complicare la distribuzione del film in paesi come Regno Unito, Canada, Australia e Irlanda. Un ostacolo non da poco, che aggiunge ulteriore tensione a un progetto già carico di aspettative.
Eppure, nonostante tutto, c’è una sensazione nuova nell’aria. Una sensazione di rinascita, di ottimismo, di promessa. James Gunn sembra avere una visione chiara e rispettosa, e “Superman” potrebbe davvero essere la scintilla che riaccende l’amore del pubblico per l’universo DC, traghettandolo verso una nuova epoca d’oro. Difatti il discorso finale di Superman a Luthor sconfitto mette in luce tutte le possibili caratteristiche umane dell’uomo d’acciaio. Ricorda che seppur geneticamente è alieno “le sue scelte, le sue azioni, fanno di lui ciò che è!” e come da citazione iniziale, Superman fa errori di continuo, ci si deve confrontare, prendersene la responsabilità e rimediare come un uomo illuminato è giusto che faccia. E nonostante lui veda il marcio che c’è ha scelto di vivere nella speranza che ogni uomo possa comprendere e vedere le proprie potenzialità, persino Lex!
Il 9 luglio 2025 non sarà ricordata solo come la data di uscita di un nuovo film. Sarà, potenzialmente, il giorno in cui il mito di Superman tornerà a splendere come non mai, pronto a ispirare una nuova generazione di spettatori. Che ne pensate voi? Questa nuova incarnazione del figlio di Krypton vi ha già conquistati o restate ancora scettici? Parliamone nei commenti o condividete l’articolo con i vostri amici nerd sui social!
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Il film è diretto e sceneggiato da James Gunn presentato da DC studios in collaborazione con DOMAIN ENTERTAINMENT e produzione TROLL COURT ENTERTAINMENT / THE SAFRAN COMPANY. La pellicola è distribuita da Warner Bros. Pictures.
Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther.
Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”). Superman è un personaggio DC ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster.