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Tenebrosa: Un Viaggio Nell’Oscurità e Nella Redenzione

Immaginate di dover intraprendere una guerra privata, armati di spada, ma senza l’illusione di salvare principesse o di diventare eroi leggendari. Questo è il mondo di Tenebrosa, un fumetto che, pur nell’apparenza di un’avventura fantasy, si fa portatore di riflessioni più profonde, esplorando il peso del passato, il retaggio familiare e la lotta contro i propri mostri interiori. Pubblicato in Italia da Sergio Bonelli Editore, Tenebrosa non è la solita storia di cavalieri e draghi, ma una narrazione che sfida le convenzioni del genere, restituendo una visione originale e potente, in grado di catturare anche i lettori più scettici. La trama di Tenebrosa ruota attorno a due protagonisti tutt’altro che tradizionali: Arzhur, un cavaliere errante disilluso e tormentato dal suo passato, e Islen, una principessa dalle capacità straordinarie, costretta a portare il peso delle colpe di sua madre e del suo regno. Se vi aspettate la classica fiaba medievale, con la principessa da salvare e il cavaliere senza macchia, preparatevi a una sorpresa. Hubert, lo sceneggiatore, intreccia una storia che, pur mantenendo le sembianze di un’avventura fantasy, affronta temi ben più complessi, dove la ricerca della redenzione, l’autosacrificio e la consapevolezza del proprio passato si mescolano in un affresco emotivamente ricco.

Arzhur, il cavaliere cinico e disilluso, non è il classico eroe che si lancia in battaglia per salvare il mondo. La sua spada non serve a una causa nobile, ma piuttosto a proteggere se stesso, a tentare di ricostruire la propria esistenza dopo aver subito troppe sconfitte. Tuttavia, Hubert ci mostra che c’è molto di più sotto la superficie di questo personaggio. La vera forza di Arzhur non risiede nella spada che impugna, ma nel lato umano e vulnerabile che emerge lentamente durante le sue vicissitudini. Le sue azioni, pur spesso segnate dalla paura o dall’incertezza, sono la testimonianza di un uomo che, nonostante tutto, cerca la sua strada verso la redenzione.Islen, dal canto suo, non è certo la tipica principessa che aspetta passivamente il proprio salvatore. La sua figura è complessa, sfaccettata, e porta con sé un potere che la rende ben più di una semplice erede di un regno. Figlia di una madre dai poteri oscuri, Islen ha ereditato non solo la corona, ma anche le maledizioni che essa comporta. Rifiutando un matrimonio combinato e ribellandosi al padre, si ritrova ad affrontare un destino che non ha scelto, ma che è costretta a portare. Ma ciò che la rende davvero unica non è solo il suo ruolo di principessa in pericolo, ma il suo incredibile potere, che la trasforma in un personaggio ben più complesso di quanto ci si aspetterebbe da una fiaba.

La storia di Tenebrosa si dipana con un ritmo che alterna momenti di tensione ad altri di profonda introspezione. Lungi dall’essere una narrazione lineare, l’avventura prende forme diverse, guidando il lettore attraverso un viaggio che è tanto fisico quanto emotivo. Arzhur e Islen, inseguiti dal re e costretti a fuggire attraverso terre selvagge e pericolose, sono più che semplici fuggitivi: sono portatori di segreti dolorosi, legati indissolubilmente al loro passato e al peso delle loro famiglie. In questo contesto, Tenebrosa diventa una riflessione intima e personale sui mostri che ognuno di noi porta dentro di sé, e sulle scelte che ci definiscono, per il bene o per il male.

L’aspetto visivo di Tenebrosa è magistralmente curato da Vincent Mallié, il cui tratto rende perfettamente l’atmosfera cupa e opprimente della storia. Le sue illustrazioni, ricche di ombre e luci, non solo catturano l’essenza del mondo in cui i protagonisti si muovono, ma contribuiscono a enfatizzare le emozioni e i conflitti interni che li tormentano. Ogni pagina è un capolavoro visivo, dove l’espressione dei volti, il gioco di luci e ombre, e la composizione delle scene creano un impatto emotivo forte, coinvolgendo il lettore in un’esperienza visiva che va oltre la mera lettura.

Il tema centrale della saga, il retaggio familiare, è affrontato con grande sensibilità. Arzhur e Islen, due reietti che sfuggono alle loro origini, si trovano a dover fare i conti con un passato che non possono cambiare, ma che è destinato a seguirli. Le loro storie personali, così diverse eppure intrecciate dal destino, sono un racconto di lotta e di tentativi di liberarsi dalle catene della loro eredità. La domanda che Hubert pone al lettore è chiara: quanto siamo disposti a fare per redimerci e per liberare noi stessi dai mostri che ci portiamo dentro?

In questo contesto, Tenebrosa non è solo una storia di cavalieri, principesse e battaglie. È un racconto di crescita, di consapevolezza e di confronto con se stessi. Ogni passo che Arzhur e Islen compiono, ogni pericolo che affrontano, li porta non solo verso la salvezza fisica, ma verso una comprensione più profonda della loro natura e delle loro scelte. Non c’è una risposta facile, non c’è un lieto fine che appiana tutte le difficoltà. Al contrario, la fine della storia è un momento di riflessione dolorosa, ma anche di emancipazione, che lascia il lettore con una sensazione di crescita e trasformazione.

Tenebrosa è quindi una lettura imperdibile per tutti gli appassionati di fumetti che cercano qualcosa di più di un semplice racconto di avventura. Con la sceneggiatura di Hubert e le illustrazioni di Vincent Mallié, l’opera si distingue per la sua originalità, per la sua capacità di mescolare il fantasy con un’introspezione psicologica rara nel genere. Non aspettatevi una storia scontata: Tenebrosa è un’esperienza che va vissuta, che esplora i lati più oscuri dell’animo umano, e che, con maestria, ci porta a riflettere su chi siamo e su ciò che siamo disposti a fare per cambiare.

In conclusione, Tenebrosa non è solo un fumetto fantasy, ma un’opera che parla di scelte, di redenzione e di mostri interiori. Un racconto che, sotto le spoglie di una fiaba oscura, si fa riflessione sulle nostre paure e sul nostro destino. Un viaggio che, seppur doloroso, porta con sé una speranza di crescita, di comprensione e di emancipazione. Se cercate un fumetto che sappia andare oltre la superficie, Tenebrosa è la lettura che fa per voi.

Al via la seconda edizione del festival di:segni dal 28 novembre al 1° dicembre 2024

Il festival di:segni, giunto alla sua seconda edizione, promette di essere un’esperienza unica che trasporterà Alghero in un vortice di creatività e talento, dal 28 novembre al 1° dicembre (con due date aggiuntive “off”). Questo evento straordinario, che unisce il mondo del fumetto e le sue molteplici intersezioni con altri linguaggi espressivi come la letteratura, il teatro, la musica e l’illustrazione, è organizzato dall’associazione Alghero Fumetto, fondata da tre appassionati librai e organizzatori di eventi: Emiliano Longobardi, Maria Luisa Perazzona ed Elia Cossu. Grazie al sostegno della Regione Sardegna, della Camera di commercio di Sassari, del Comune di Alghero e della Fondazione Alghero, il festival promette di essere un appuntamento imperdibile per gli amanti della nona arte e non solo.

Dopo un’anteprima che ha visto protagonista Silvia Ziche, una delle fumettiste italiane più amate, il festival entra nel vivo con un programma ricco di eventi, tutti a ingresso gratuito, che spazieranno tra presentazioni di graphic novel, spettacoli teatrali, proiezioni e reading musicali. Gli eventi si svolgeranno in luoghi suggestivi come Lo Quarter, la Biblioteca del Mediterraneo e il Teatro Civico, dove il pubblico potrà immergersi in un’atmosfera di scoperta e passione per il fumetto. Ma ciò che rende davvero speciale di:segni sono gli ospiti d’eccezione che arriveranno ad Alghero, pronti a condividere la loro arte e a incontrare il pubblico.

Tra gli ospiti più attesi ci sono due leggende del fumetto mondiale: José Muñoz, il maestro argentino che, insieme a Carlos Sampayo, ha creato la celebre serie noir Alack Sinner, e Lorenzo Mattotti, uno degli illustratori più importanti a livello internazionale, conosciuto non solo per le sue opere a fumetti ma anche per il suo lavoro da sceneggiatore e regista, come nel caso del film d’animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia, liberamente tratto dal romanzo di Dino Buzzati. Il festival offrirà al pubblico la possibilità di conoscere meglio queste figure iconiche attraverso incontri e dialoghi approfonditi con gli autori.

Non mancheranno momenti di fusione tra diverse forme artistiche. Un esempio è l’evento dedicato al capolavoro di Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari, che vedrà la presentazione del graphic novel ispirato al romanzo, realizzato da Michele Medda e Pasquale Frisenda per Sergio Bonelli Editore, insieme a un reading musicale che porterà sul palco la voce di Gigio Alberti e il pianoforte di Raimondo Dore, unendo letteratura, fumetto e musica in un’esperienza emozionante e originale. Allo stesso modo, lo spettacolo teatrale L’amica geniale a fumetti, ispirato al bestseller di Elena Ferrante, proporrà una rivisitazione a fumetti del celebre romanzo, con i disegni di Mara Cerri, per un incontro tra teatro e fumetto che saprà conquistare anche i non addetti ai lavori.

Il programma di di:segni non si limita agli ospiti internazionali, ma mette in luce anche il talento sardo, con autori come Daniele Serra, che presenterà il suo ultimo lavoro, o Sara Pilloni, Mariangela Valentini, Martina Mura e Ivan Canu, che porteranno al festival opere che spaziano dal folklore giapponese al k-pop coreano, creando connessioni artistiche tra diverse culture e generi. In apertura del festival, Manuelle Mureddu presenterà il volume Cada Contu, un omaggio agli autori di origine sarda che hanno raggiunto il successo anche al di fuori dell’isola.

Gli eventi non si fermeranno al centro storico di Alghero, ma si estenderanno alle biblioteche del sistema “Coros Figulinas” e alle scuole algheresi, con laboratori per giovani e meno giovani, curati da artisti locali come Daniele Mocci, Andrea Pau e Sara Pilloni. Questo aspetto del festival testimonia la volontà di coinvolgere attivamente la comunità e di stimolare la creatività anche al di fuori dei tradizionali spazi espositivi.

Il festival proseguirà con un programma dettagliato di incontri e presentazioni, tra cui la presentazione del libro Canti del ferro (Editoriale Cosmo) di Francesca Tassini e Daniele Serra, o il dialogo con l’autore Lorenzo Mattotti, che presenterà il suo percorso artistico con un “segno lungo una vita”. Ma anche il pubblico più giovane troverà momenti pensati per loro, come il laboratorio con Diego Cajelli, che presenterà il suo libro La maledizione della miniera di lacrime, un’avventura per ragazzi da non perdere. di:segni non è solo un festival di fumetto, ma un vero e proprio viaggio nella cultura, un luogo dove diverse forme artistiche si mescolano in un unico flusso creativo, capace di coinvolgere un pubblico di ogni età e interesse. Grazie alla varietà del programma e alla qualità degli ospiti, questo evento rappresenta una straordinaria occasione di crescita culturale, divertimento e scoperta. Se siete appassionati di fumetto, illustrazione, letteratura e arte, non potete assolutamente mancare a questa edizione di:segni.

L’arte del tatuaggio incontra l’intelligenza artificiale: una rivoluzione per idee e creatività

Nel mondo dei tatuaggi, la tecnologia AI sta aprendo nuove frontiere, offrendo strumenti rivoluzionari per artisti e appassionati. Dimenticate i limiti: immaginate di trasformare qualsiasi idea in un disegno unico e personalizzato, in pochi secondi e con un semplice click.

Ma quali sono i migliori generatori di immagini AI per tatuaggi?

In questa guida completa, vi presentiamo una selezione accurata, analizzando le potenzialità e le caratteristiche di ogni piattaforma:

1. BlackInk AI: il tatuatore virtuale

  • Focus: Creazione di tatuaggi da zero
  • Funzionalità: Generazione di immagini AI su richiesta, con ampia scelta di stili e temi
  • Vantaggi: Ideale per chi cerca ispirazione o desidera bozzetti preliminari
  • Svantaggi: Impossibilità di caricare disegni personali
  • Consigliato a: Tatuatori, appassionati che cercano idee

2. TattoosAI: tatuaggi in un lampo

  • Focus: Rapidità e semplicità
  • Funzionalità: Generazione di tatuaggi su richiesta tramite testo
  • Vantaggi: Velocità estrema, perfetto per chi ha le idee chiare
  • Svantaggi: Minore personalizzazione rispetto ad altri strumenti
  • Consigliato a: Tatuatori, chi cerca idee veloci e concrete

3. Fotor: AI al servizio dell’artista

  • Focus: Versatilità e personalizzazione
  • Funzionalità: Generazione di immagini AI da testo o da immagini esistenti
  • Vantaggi: Perfetto per tatuatori che vogliono partire da un proprio schizzo o modificare un disegno
  • Svantaggi: Curva di apprendimento leggermente superiore
  • Consigliato a: Tatuatori professionisti, appassionati esperti

4. Photoleap: AI ovunque tu sia

  • Focus: Accessibilità e mobilità
  • Funzionalità: Generazione di tatuaggi su richiesta, disponibile su web e app
  • Vantaggi: Comodo e versatile, utilizzabile ovunque con smartphone o tablet
  • Svantaggi: Funzionalità AI leggermente meno avanzate rispetto ad altri strumenti
  • Consigliato a: Tatuatori, appassionati che vogliono creare tatuaggi ovunque

5. NightCaffè: l’ispirazione a portata di click

  • Focus: Ispirazione e community
  • Funzionalità: Generazione di immagini AI su richiesta, ampia galleria di opere create da altri utenti
  • Vantaggi: Perfetto per trovare idee e spunti, utile per la community di tatuatori
  • Svantaggi: Minore personalizzazione rispetto ad altri strumenti
  • Consigliato a: Tatuatori, appassionati che cercano ispirazione e condivisione

Scegli il generatore AI perfetto per te!

Ogni strumento offre punti di forza e caratteristiche uniche. Esplorate le diverse piattaforme, sperimentate le loro funzionalità e liberate la vostra creatività.

Ricordate: l’AI è un potente alleato, ma il tocco umano resta fondamentale. Usate questi strumenti come ispirazione, lavorate sui dettagli e date vita a tatuaggi unici e indimenticabili.

E voi, quale generatore AI preferite? Condividete le vostre esperienze e consigli nei commenti!

Centuria: un nuovo astro oscuro nel firmamento del dark fantasy?

Dalle tenebre emerge un nuovo eroe, un’opera che riecheggia gli echi di Berserk.

Dopo il successo di Chainsaw Man, il mangaka Tatsuki Fujimoto ha svelato al mondo un altro talento nascosto tra le pieghe del suo staff: Tohru Kuramori. Un artista che, con il suo manga “Centuria”, ha conquistato il web e acceso i cuori degli amanti del dark fantasy.

Un tratto grafico che evoca l’oscurità di Berserk

Kuramori ha saputo catturare l’attenzione dei lettori con il suo stile unico, in particolare nel sesto capitolo, dove ha dato vita a una splash page mozzafiato. Un’immagine inquietante che raffigura una gigantesca mostruosità, metà lupo e metà umana, disegnata con maestria e precisione.

Paragoni inevitabili con il capolavoro di Kentaro Miura

Inevitabilmente, i fan di Berserk hanno subito accostato Centuria al capolavoro di Kentaro Miura, soprattutto per quanto riguarda le illustrazioni. Un paragone che risuona come un’eredità da raccogliere, un testimone da portare avanti nel segno del dark fantasy.

Un’opera in continua crescita, un’attesa che alimenta la speranza

Il capitolo 6 di Centuria ha già superato le 255 mila visite su MangaPlus, un numero che lascia presagire un futuro radioso per quest’opera. I fan attendono con trepidazione l’uscita del capitolo 377 di Berserk, ma nel frattempo possono immergersi nell’universo narrativo di Kuramori, sperando che la qualità dei disegni rimanga sempre altissima.

Un’opera da non perdere per gli amanti del dark fantasy

Centuria è un’opera che si candida a diventare un nuovo punto di riferimento per gli amanti del dark fantasy. Un manga che, con il suo tratto grafico evocativo e la sua trama ricca di mistero, saprà conquistare i cuori di chi ama le storie cupe e avvincenti.

Bartolomeo Salazar: Il silenzio della peste – Un viaggio a fumetti nella Venezia del 1500 tra epidemia, coraggio e speranza

Un tuffo nella storia con la graphic novel di Stefano Obino

Avete mai sentito parlare di Camena? Si tratta di una piccola ma preziosa casa editrice sarda che, con il suo nome che omaggia la musa latina, si sta facendo conoscere per la pubblicazione di opere di alta qualità. Tra queste, spicca la graphic novel “Bartolomeo Salazar. Il silenzio della peste”, seconda puntata della saga dedicata al medico vissuto nell’Ottocento durante l’epidemia di colera a Cagliari, già protagonista del primo volume “Bartolomeo Salazar. L’ultimo medico della peste” (2022).

Tra passato e presente: la peste a Venezia e il Covid-19

In questa nuova avventura, Bartolomeo si trasforma in narratore, raccontando alla sua esuberante nipotina Camilla la storia del suo antenato Joaquin Salazar. Ci ritroviamo così nella Venezia del XVI secolo, dilaniata dalla peste e dalla sconfitta di Lepanto, mentre l’ombra del dominio ottomano si allunga sempre più minacciosa.

Un connubio di arte e storia: i disegni di Stefano Obino

Le tavole, realizzate con una magistrale tecnica ad acquerello, ci trasportano in un’atmosfera densa di tensione, dove ombre e scuri si contrappongono a sprazzi di luce e colori vivaci. Obino padroneggia magistralmente gli spazi, i movimenti e le prospettive, dando vita a scorci urbani dettagliati, velieri antichi, capricci meteorologici e costumi d’epoca con una precisione impeccabile.

Un simbolo che unisce passato e presente: la maschera a becco

La maschera a becco, utilizzata dai medici per proteggersi dal contagio, diventa un ponte tra passato e presente, un simbolo che ci riporta alla mente la pandemia di Covid-19 che abbiamo vissuto recentemente. Un monito sulla fragilità della vita e sulla necessità di difendere l’umanità dalle minacce invisibili.

Un dilemma morale al centro della narrazione

Joaquin si troverà di fronte a una scelta difficile, una di quelle che ti segnano per sempre. In un mondo sconvolto dalla peste, dovrà decidere cosa fare, consapevole che le sue azioni avranno conseguenze irreparabili.

La speranza che non muore mai

Nonostante la tragedia e la desolazione, la speranza non muore mai. Ce lo ricorda Bartolomeo con le sue parole: “Sai, Camilla, quando tutto attorno a noi regna la confusione, gli uomini perdono la speranza e l’amore per il prossimo”. E proprio la speranza illumina le tavole di questa graphic novel, come un rosso vivido di un tramonto o di un vestito, o nelle scene di vita quotidiana come quella di una mamma che rincorre la sua bambina.

Un’opera che invita alla riflessione

“Bartolomeo Salazar. Il silenzio della peste” è un’opera che ci invita a riflettere sulla storia, sulla fragilità della vita, sul coraggio e sulla speranza. Un viaggio a fumetti emozionante e coinvolgente, che ci trasporta in un’epoca lontana ma che ci parla di temi ancora attuali.

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Marvel Mangaverse – l’Inizio

In questi ultimi anni si stanno trovando negli scaffali delle varie fumetterie e librerie dei manga che parlano delle avventure degli eroi americani sia della DC Comics che della Marvel, infatti vi sono storie più o meno brevi che parlano delle avventure degli Avengers, della Justice League di Spiderman e del Joker.Però non molti si ricordano che decenni fa, alcuni autori americani, si cimentarono nel riscrivere alcune trame e ridisegnare alcuni dei vari personaggi di vari supereroi in chiave manga.

Fu la Marvel che fece uno dei primi esperimenti di questo genere e così nacque il Mangaverse.

Oltre a cambiare totalmente i disegni, per renderli più in stile nipponico, anche la maggior parte delle trame ebbero un ridimensionamento, anche per evitare che venissero effettuati paragoni tra i due stili, creando un universo ex-novo, utilizzando vecchie strie e personaggi, prendendo da varie fonti mescolando le carte. Infatti troveremo un cambiamento radicale per tutto l’universo Marvel con molte citazioni dei cavalli di battaglia delle serie Made in Japan, come i Kaiju, gli Anime stile Dragon Ball, citazioni da serie robotiche come Evangelion, Gundam e Daitarn III, con anche moltissime citazioni di serie Sentai.

In Italia vennero pubblicati all’inizio degli anni 2000 due di questi volumi per la Panini Comics, chiamati rispettivamente “Mangaverse l’Inizio” e “Mangaverse Fantastici Quattro”, entrambi autoconclusivi.

Pur stravolgendo completamente il panorama dei super eroi, la serie dava una ventata di novità, pur mantenendo tutti i tratti classici e tipici dei due mondi, quello dei comics e quello dei manga, ma fondendoli in un’unica opera creando un universo che poteva espandersi creando nuove storie e nuovi universi.

Marvel Mangaverse l’Inizio

Al largo della baia di New York, sorge Stark Island un enorme isola con strutture e laboratori ultimo ritrovato della tecnologia più moderna fondata da Tony Stark inventore e ricco magnate nel campo della realizzazioni di macchine da guerra dell’ultima generazione, al comando di tale “isola industria” vi è Antoinette Stark sorella minore di Tony che dopo la scomparsa di lui durante la tragedia chiamata “il Grande Black Out” prese le redini della società e anche le risorse della tecnologia Iron-man facendo sua sia l’azienda di famiglia che l’armatura Iron-man, ribattezzandosi Iron-Girl.

All’interno di quest’Isola oltre alle varie operazioni di assemblaggio e di realizzazioni di macchine da battaglia modello Iron-man, vi sono anche aree dedicate alla sperimentazione scientifica; infatti a far parte di uno di questi progetti Top Secret vi è il Dottor Bruce Banner uno scienziato specializzato nella tecnologia delle radiazioni gamma, sta realizzando all’interno di uno dei laboratori Stark quello che viene definito “Pozzo di Energia”, una sorta di generatore in grado di produrre energia presso che illimitata.

Mentre il tutto procede senza intoppi, in una zona imprecisata dei fondali marini al largo della costa dello stato di New York il Barone Strucker comandante delle forze militari dell’Hydra, un organizzazione creata per sovvertire gli ordini politici mondiali per i loro loschi scopi personali; si incontra segretamente con il Principe Namor sovrano della città sottomarina di Atlantide, i due si alleano per organizzare un assalto contro la Strak Island ed impadronirsi del Pozzo di Energia.

Pian piano il diabolico piano di conquista si sta delineando e i vari pezzi vengono messi nella scacchiera, per prima cosa vengono introdotti all’interno di Stark Island due agenti dell’Hydra la “Vedova Nera” e “l’Esecutore” con il preciso compito di rapire il dottor Banner, nonostante scatti il sistema di emergenza, il rapimento di Banner avviene come previsto dal piano della duplice alleanza ed è il segnale per scatenare l’attacco a Stark Island.

Mentre le forze combinate di Namor e del Hydra attaccano Stark Island, a bordo del sottomarino dove si trova Banner avviene qualcosa di inaspettato, infatti mentre Bruce Banner è tenuto in stato di totale incoscienza, avviene una specie di trasformazione totale del suo essere, infatti egli essendo stato in passato contaminato da una dose massiccia di radiazioni gamma egli aveva subito una qualche forma di mutamento del suo essere a livello sia fisico che inconscio. E trovando in questo stato di “morte apparente” e grazie ai residui di radiazioni gamma all’interno del suo corpo dal corpo del dottor Banner si stacca una creatura che comincia a crescere a dismisura diventando gigantesca come un palazzo di molti piani e ruggendo di rabbia si dirige verso Stark Island passando per la città di New York.

Ora sia le forze di Stark Island e di Iron-Girl e le forze dello S.H.I.E.L.D. Devono vedersela con due minacce ben distinte, da una parte le forze combinate di Strucker e di Namor, dall’altra la furia gigantesca di Hulk, a dar loro man forte giungono gli Avengers a bordo della loro nuova macchina da Guerra lascito di Tony Stark, l’Ultimate Iron-Man un gigantesco robot da battaglia giungono a New York per fermare la minaccia di Hulk, anche se con coraggio e audacia gli Avengers non riescono a fermare il possente Hulk che continua la sua corsa verso Stark Island.

Intanto sull’isola le forze di Namor e dell’Hydra vengono pian piano debellate non solo dalle forze di Stark e dello S.H.I.E.L.D. Ma anche dall’intervento dei Fantastici Quattro e degli X-Men che insieme hanno sconfitto il nemico, ma mentre il tutto sembra andare per il meglio, dall’interno del generatore del Pozzo di Energia come mosso da una qualche forza vitale esce dal suo nucleo chiamato “Zona Negativa” un gigantesco essere dalle fattezze diaboliche, egli è Dormammu uno degli antichi Dei Oscuri imprigionato dall’alba dei tempi, ora risorto per distruggere l’umanità e conquistare il mondo, ecco il vero piano del Barone Strucker uno dei custodi di tale segreto che sperava proprio in questo tentativo per far risorgere il suo antico signore, ma egli gioisce poco per la riuscita del suo folle piano in quanto viene sconfitto dal Dr Strange il mago supremo a guardia della Terra.

La situazione è disperata in quanto Hulk si è alleato con Dormammu e insieme i due sono inarrestabili nella loro marcia di distruzione, sembra che non vi sia alcun tipo di soluzione e che l’umanità sia destinata a soccombere; quando il Dr Strange ha un idea, con un ultimo barlume di speranza egli evoca l’aiuto degli antichi Dei e dal Pantheon delle Divinità a guardia dell’umanità discende il Mitico Thor il Dio del Tuono e il più potente tra tutti gli Dei, la lotta si fa furibonda ma grazie alla fede e alla speranza degli uomini il mitico Thor riesce a sconfiggere le due creature del male, il mondo e l’umanità è salva Thor ritorna nella dimora degli Dei e le anime dei coraggiosi che si sono sacrificati per la giustizia raggiungono il Walhalla il paradiso degli Eroi.

Questa è la trama del primo volume, Mangaverse l’Inizio, purtroppo ho perduto la mia copia del secondo volume Mangaverse Fantastici Quattro e non sono riuscito a trovare una copia per poterla recensire in questo articolo, spero però di recuperarla e così da farvi una recensione.

Per quanto riguarda cosa penso di tale serie, nonostante sia affezionato ai vecchi personaggi Marvel come Iron Man, Hulk, Thor e gli Avengers, come anche a Godzilla, Gundam, Megaloman et simila, questa mescolanza a parer mio è venuta veramente bene, tanto che quando leggevo il volume sopracitato, non lo vedevo cime una specie di plagio e brutta copia in stile manga, ma come una bella opera nuova con molti spunti e molte trame che avrebbero potuto svilupparsi in mille e altre storie affiancando le avventure già scritte sia dei super eroi Made in USA e delle opere Made in Japan.

2700: una dimensione del fantasy tutta Italiana

Verso gli inizi degli anni novanta, un gruppo di disegnatori e di sceneggiatori indipendenti, decise di creare un nuovo tipo di fumetto, con un tipo di storia che andava a discostarsi in maniera evidente messa a confronto con le pubblicazioni Italiane dell’epoca. Infatti in quel periodo, era il decennio d’oro di varie serie fumettistiche di genere di fantascienza e horror come Dylan Dog e Natan Never.

Questa serie si distingueva già dal titolo, che invece di avere nomi antisonanti recava solo un numero, che voleva dire tutto come nulla, tale titolo era 2700. Questo singolare titolo era una specie di ambiguo enigma, infatti non si riusciva a capire se questo numero era riferito all’anno di questo ipotetico mondo, oppure se era l’anno di un eventuale futuro del nostro pianeta oppure una specie di numero sacro.

Questa serie si può definire a metà tra il fantasy e la fantascienza classica, dove mescola il  romanticismo e i duelli di cappa e spada la pronuncia di incantesimi tipici delle saghe fantasy con la presenza di robottoni giganti armature potenziate veicoli tecnologici e tecniche mediche cibernetiche tipiche delle avventure di fantascienza.

Quello che colpisce in primo piano questa serie sono i robot, che oltre ad essere considerati una sorta di divinità meccaniche pilotati solo da una certa classe elitarià con particolari abilità ed affinità con la macchina, la cosa che più rislata è il design, infatti essi sono rappresentati come una sorta di enormi palazzi signorili, molti di essi infatti sono così decorati da essere delle vere e proprie opere d’arte degne di Michelangelo il “maestro della Pietra” del rinascimento. Una tale tipo di design nei mech era stato adottato sono in Giappone e più precisamente nella serie Fantasy/Fantascienza di Five Star Stories.

Anche la trama è molto intrigante, perchè nonostante venga descritto come un mondo ove regna una pace duratura grazie alla presenza dei “Golem” esso cela anche una parte abbastanza oscura, infatti i nostri eroi protagonisti, sono fuggiaschi inseguiti da una sorta di Inquisizione creata per evitare di sovvertire lo status quo.

La Storia

Epoca e pianeta non ben definiti; in un numero si fa quasi l’idea che esso sia la Terra in un futuro molto remoto sorto dalle ceneri di un enorme conflitto nucleare globale; gli stati presenti, sono una sorta di regni feudali, tutti sotto il comando di un regno centrale guidato da due organizzazioni una e denominata “chiesa Universale delle Made” e l’altra e la “Santa Inquisizione”, infatti anche se i vari regni hanno totale autonomia per quanto riguarda le tasse, le leggi e il governo, essi devono sempre dare parte dei loro appannaggi alla “Chiesa” e cosa ancora più importante devono sottostare ai principoi sacri della “Chiesa Univerale” ovviamente la pena per tale incuria, specialmente la seconda, è passibile della rimozione a capo del governo del regno, ed in certi casi (molto spesso a dire il vero), punibile con la moprte del reo.

Le Made in parole povere non sono altro che delle suore che oltre a ricevere l’indottrinamento della Chiesa, alcune di loro hanno il potere di far funzionare il cristallo di controllo dei Golem.

I Golem sono una delle tante testimonianze lasciate da quello che viene chiamato periodo oscuro, sono una sorta di enormi Robot che vengono pilotati da due persone una la Made che si occuopa di far funzionare il cristallo di controllo, mentre il “pilota” che è sempre un nobile della casata al quale appartiene il Golem si occupa del movimento, infatti e grazie a queste enormi macchine da battaglia che sia i sovrani dei vari regni che il potere centrale dominano sulle masse.

Ma come scherzo del destino, andando avanti con l’evoluzione, sono venutisi a creare quello che per la chiesa sono definiti delle “abberrazioni”, infatti da alcuni decenni cominciano ad apparire quelli che vengono definiti “Fanti” ossia degli essere umani androgini, ne’ uomo e ne’ donna, con un potere uguale se non superiore alle “Made”, infatti essi oltre ad aver il potere di risvegliare i Golem i Fanti sono anche in grado di poterli pilotare nello stesso momento, come una sorta di fusione perfetta tra uomo-macchina.

Per questo che i Fanti vengono visti dalla chiesa come esseri demoniaci, in quanto il loro potere è innato e non controllabile come le stesse Made, la chiesa ha ritenuto tali esseri un pericolo non solo per i loro sacri insegnamenti, ma addirittura per il loro stesso potere che essi hanno sulle popolazioni, per questo motivo la “Santa Inquisizione” grazie ai suoi “Dieci Grandi Inquisitori” si adopera per scovare ed eliminare la minaccia dei Fanti.

È in questo scenario che i nostri protagonisti si muovono, essi sono Abel un musico e poeta girovago che nasconde un grave segreto, egli è uno dei Fanti ricercati presso l’inquisizione ed è per tale motivo che egli viaggia per le lande del pianeta senza fissa dimora, i suoi compagni di  viaggio sono, Behemot un grosso guerriero dalla pelle scura e con alle spalle un terribile passato ed una sete di vendetta tale da renderlo una furia inarrestabile in battaglia, duro come la roccia, ma leale verso Abel di cui ha un debito di riconoscenza nei suoi confronti, il terzo componente del gruppo e un ragazzo che hanno salvato dalle mani dell’inquisizione e della chiesa in quanto sospettato di eresia, altro crimine punibile con la tortura e infine la morte, anche se fisicamente è stato completamente curato da Abel la sua mente per colpa delle torture ne è uscita totalmente sconvolta, infatti è stato obbligato a stare nella stessa cella del fratello morto, però molto spesso a degli sprazi di lucidità che consentono a lui ed ai suoi compagni di viaggio di uscire dalle situazioni più difficili; ma oltre a ciò egli ha la stessa abilità uguale o molto superiore a quella di un saltimbanco e grazie ai suoi coltelli da lancio lo rende un avversario letale contro chiunque gli si pari davanti o voglia far del male ai suoi nuovi amici.

In questo scenario il nostro trio di eroi cerca di sopravvire giorno per giorno, e molto spesso anche se a volte fanno i cinici dicendo che essi non sono eroi ma semplici fuggiaschi, cercano sempre di riparare i torti che sia la chiesa che i signori dei vari regni fanno verso le persone deboli ed indifese; ma oltre a ciò essi devono anche difendersi da chi vuole sfruttare a loro vantaggio il segreto che Abel cerca di nascondere.

In mezzo a tali avventure i nostri eroi si fanno largo giorno per giorno senza mai perdere la speranza.

Curiosità

Come detto prima tale serie è stata creata nei primi anni novanta come mensile e per un certo periodo è uscita regolarmente, poi per qualche tipo di motivo, ne è stata sospesa la pubblicazione. Delle motivazioni di tale chiusura ne sono state fatte tante di ipotesi tra i fan, ma alla fine quello che più contava era che tale serie ormai non esiste più, ed esso è un vero peccato in quanto in un panorama fumettistico italiano 2700 era una delle poche pubblicazioni indipendenti che avevano portato una ventata di vera novità.

Road to Armageddon

Quando vado in giro per fumetterie, eventi, fiere del comics o mercatini del fumetto usato, oltre a cercare di chiudere i vari buchi nelle mie collezioni, spero anche di imbattermi in opere indipendenti autoprodotte, senza nulla togliere alle grandi case editrici e ad artisti già famosi, ma perché ritengo che, molto spesso, tra vari albi realizzati da autori indipendenti e misconosciuti, ci si può imbattere in opere di gran pregio, come in altre occasioni mi è già capitato di trovare, ad esempio nell’edizione invernale di Torino Comics del 15 e 16 dicembre denominata Torino Xmas Comics, speravo di trovare una perla rara, infatti, anche questa volta il mio istinto aveva ragione.

Così, mentre vagavo per i vari stand nella mia solita ricerca, mi sono poi diretto nella zona dedicata agli autori e case editrici indipendenti, sperando di trovare qualcosa di interessante, infatti mentre visionavo, libri, fumetti, artbook, artwork e graphic novel varie, il mio “senso di appassionato” è entrato in funzione e lo sguardo si posò sulla copertina di un fumetto dal titolo intrigante “Road to Armageddon”.

Se devo essere sincero, quello che mi aveva attratto in Road to Armageddon, non era soltanto il nome dell’opera o la copertina, realizzata in altissima qualità, ma il disegno, infatti, il mech che vi era disegnato sopra, mi ricordava qualcosa che avevo già visto: i bellissimi robot di una serie di cui vi avevo già visto anni prima “2700”.

Il design è simile a quell’antica opera, in quanto a realizzare la parte grafica di questo fumetto abbiamo Ugo Verdi, il “papà grafico” di “2700”, per questo mi aveva colpito e il disegno mi era immediatamente piaciuto. Mentre il suo collega e decennale amico Paolo Buscaglino Strambio soprannominato “Pabus” ha realizzato la sceneggiatura della trama. Così, finalmente, dopo non poche difficoltà, hanno potuto dare alla luce il loro antico progetto “Road to Armageddon”.

Ambientazione

La storia si svolge in un mondo, che potrebbe essere un futuro remoto della Terra, come anche un mondo completamente differente e situato su un altro sistema stellare, o ancora un universo alternativo, però questa collocazione è ininfluente per la trama, la cosa che più colpisce è il fatto che non si tratta della classica ambientazione tecnologicamente avanzata sul piano hi-tech, oppure il filone largamente sfruttato del cyberpunk o dello steampunk, ma qui viene utilizzato un genere sfruttato molto poco, il TecnoBarocco, ovvero l’utilizzo di tecnologia avanzata sfruttando non il vapore o l’energia atomica, bensì l’utilizzo di meccanismi e ingranaggi e il largo uso di materiali alchemici, il tutto condito con un design che ricorda il periodo francese all’epoca di Maria Antonietta. Troviamo infatti robot enormi, qui chiamati “Titani” e pilotati da una ristretta cerchia di “eletti”, carrozze mosse da cavalli meccanici, tutti decorati come i lussuosi palazzi di Versailles, mentre per quanto riguarda le persone , sembrano uscite dalle illustrazioni francesi del Settecento. La trama  è degna degli spettacolari disegni, infatti partendo da un punto iniziale la storia si ramifica prendendo varie direzioni seguendo vari intrecci e varie trame.

Trama

La storia inizia con la morte di un personaggio chiave per mantenere l’equilibrio nella fragile pace tra le due grandi fazioni che rappresentano questo mondo, il Patriarcato e l’Impero; per cercare di mantenere lo status quo ed evitare una guerra che potrebbe coinvolgere non solo queste due fazioni ma anche i vari stati loro alleati e neutrali, si cerca una soluzione e qui entrano in gioco in Duca Filiel e, suo malgrado, sua sorella Lilia Alma, entrambi coreggenti del Ducato di Eridania, nazione che con il suo appoggio potrebbe mantenere le parti in equilibrio, sperando che la guerra totale non arrivi mai. Andando avanti con la storia, il tutto si arricchisce con inganni, sotterfugi, tradimenti e alleanze degni delle migliori storie di corte alla “Lady Oscar”.

Gli autori hanno previsto che la storia completa si svilupperà per un totale di 6 volumi. Questa scelta di fare una miniserie è, non solo per poter poi sviluppare altri progetti, ma anche come scelta pratica, infatti per riuscire a mantenere l’alta qualità della pubblicazione, la copertina rigida è di ottima fattura, l’alta qualità del disegno ricco di dettagli, retini, chiari scuri e tonalità di grigio con il mantenimento di una trama lineare ricco di colpi di scena, come infatti avviene alla fine del primo volume, senza mai cadere sul banale come può succede su opere di lunga uscita, hanno optato per questa soluzione. Per vedere l’uscita dei prossimi numeri dovremmo aspettare alcuni mesi, però, se ci pensate bene, se mettete in forno una torta che per cuocere bene ci vogliono due ore, la togliereste dal forno dopo mezz’ora? Non credo, anche perché sarebbe immangiabile, quindi per avere un prodotto di qualità a volte è un bene aspettare.

 

Biografie

Paolo Buscaglino Strambio 

Torinese, classe 1966, totalmente autodidatta, si forma nel mondo delle fanzine degli anni 90’, collaborando con l’ATIF/Multidea di Riccardo Migliorie con la “Torino Comics” di Vittorio Pavesio, Terzo al concorso internazionale dell’Accademia Pictor del 2000, dal 2014 collabora con la Cagliostro E-Press, per cui scrive episodi di opere collettive e progetta “Giganti d’Acciaio”.

“Estremamente pignolo, cura ogni dettaglio della sceneggiatura, dalla griglia alla regia, alle pose ed espressioni dei personaggi, amando mescolare generi diversi e nascondere citazioni, anzitutto di musica classica”

Ugo Verdi

Torinese, classe 1971, diplomato al Liceo Artistico “Vittorio Veneto” ma per il resto anch’egli autodidatta, raggiunge la fama a metà degli anni 90’ grazie alla serei “2700 A.D.”, di cui è creatore grafico. Tra il 1996 e il 2003 realizza cinque speciali di “Legs Weaver” per la bonelli, per poi uscire di scena fino ad oggi

“Suoi marchi di fabbrica sono la presenza di robot giganti in contesti ucronici, la pulizia del tratto, la cura maniacale dei dettagli e la figura ricorrente del Leone, presente anche nella firma. Abituato a realizzare le ombre con tratteggio a china, questa è la prima volta che si cimenta nell’uso dei retini.

 

 

Addio Steve Ditko! Addio grande amico!

E’ ufficiale, a dare l’annuncio è stata la polizia di New York che ha ritrovato il corpo senza vita di Steve Ditko, disegnatore e creatore insieme a Stan “the Man” Lee del supereroe Spiderman. Steve Ditko si è spento all’età di 90 anni di cui, la maggior parte, li ha dedicati alla creazione di storie a fumetti fin dal dopoguerra, disegnando storie e personaggi che sono entrati ormai nell’immaginario di tutti gli appassionati di fumetti. Nel 1990 egli venne inserito con merito e onore nella Jack Kirby Hall of Fame, in ricordo dei suoi lavori passati. Ma egli va ricordato non solo per essere il papà di Peter Parker/Spiderman, poiché non ha lavorato solo per la Marvel, ma anche per altre teste di serie di altre case editrici come: Amazing Adventures, Amazing Spiderman, Strange Tales, Hawk and Dove, Blue Beetle, Captain Atom … per citarne alcuni

Ricordiamo Steve Ditko anche per aver creato personaggi come: Hawk, Dove, Electro, Kraven il cacciatore, Dormammu, Eternità e, sopratutto il Dr Strange. Addio Steve Ditko, grazie per averci regalato tanti amici di carta con cui sognare per sempre! Vorrei approfondire molto di più sulle opere e sulla vita del grande Ditko, ma ho ancora il cuore a pezzi e le lacrime scendono copiose, ma presto dedicheremo uno special dedicato interamente alle sue opere!

Giada Zema, colori e creatività in evoluzione

Giada Zema, classe 1986, romana, una giovane e promettente illustratrice di cui vi vorremmo raccontare un po’ la storia. Professionista dal 2008 ha collaborato come colorista con importanti case editrici, quali la Rainbow di Iginio Straffi per le Winx, Giochi Preziosi e il brand Giocheria. Giada si occupa di disegni su commissione spaziando dai ritratti alle locandine, da artbook personalizzati a loghi aziendali utilizzando in maniera divertente stile e colorazioni diverse.

La giovane illustratrice si è formata alla Scuola Romana di Fumetti, vera istituzione per giovani creativi in questa arte: è stata la stessa scuola ad istradarla verso le aziende sopra indicate. Disegnare fa parte integrante del Dna di Giada, la sua fantasia non conosce limiti di tempo (materiale) ma la porta ad una creazione continua che si sfoga con l’utilizzo di tecniche e stili in continua sperimentazione. A Giada piace molto lo stile manga e ha iniziato a disegnare a 9 anni proprio riproducendo le immagini dei suoi fumetti preferiti per poi evolvere in uno stile personale che strizza l’occhio, scusate il gioco di parole, agli occhi a mandorla.

Una delle sue passioni creative si identifica nel ritratto di ragazze pin-up estremamente sexy, spesso anche con l’utilizzo di software digitale per donare alle sue creazioni volume e tridimensionalità. Il suo tratto è semplice, pulito ma estremamente espressivo, come potete vedere delle opere a corredo di questo articolo.

Il suo obiettivo è non lasciare mai la strada della sua creatività, con la speranza di crescere professionalmente senza dimenticare il suo motto “Creare e riportare sul foglio quello che la mia mente immagina”.

Per vedere i lavori di Giadahttp://giada-zema.blogspot.it/

La pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Giada-Zema/173472171160

   

Fabio Paciulli, creatore di mondi

Oggi vi vogliamo parlare di un’artista in cui ci siamo imbattuti per caso sul web, rimanendo affascinati dal suo stile davvero speciale. Stiamo parlando di Fabio Paciulli artista di Taranto trapiantato nella capitale.

Fabio disegna sin da piccolo, “è nato per disegnare”: ha iniziato, come la maggior parte di noi, nel copiare i personaggi dei manga e Disney. I suoi “idoli” made in Japan erano Tetsuo Hara (Kenshiro per intenderci) e i Cavalieri dello zodiaco. Da questo ha cominciato ha creare uno stile dedicato al ritratto (persone ed animali). Successivamente gli artisti che ha preso come riferimento sono stati Gerald Brom e Rk Post (uno dei migliori illustratori di Magic insieme a Rebecca Guay). Proprio gli illustratori sulle carte di Magic The Gathering hanno avuto una grossa influenza sul suo modo di vedere e concepire l’arte. Ma la sua formazione e il suo stile è stato anche influenzato dai “grandi” del passato, quali Caravaggio, il Botticelli e Leonardo, da cui ha appreso un sapiente utilizzo dei colori, dei chiaroscuro e dell’economia spaziale dell’immagine.

Fabio per tanto tempo non ha mai pensato di tramutare la sua passione in un vero e proprio lavoro,poi, dopo il Liceo Scientifico, il richiamo dell’arte si è fatto più forte e lo ha portato a Roma per frequentare il corso di illustrazione allo IED. Nonostante i 3 anni di studio, si autodefinisce ancora un autodidatta … almeno “in grossissima percentuale”. Dalle tecniche classiche si è dunque spostato al digitale, molto più economico e veloce a livello produttivo, scelta che gli ha consentito di raggiungere più rapidamente determinati risultati e di sperimentare maggiormente.

Fabio ha avuto diverse esperienze lavorative che andavano dall’illustrazione per bambini su contenuti multimediali a piccoli progetti cinematografici per i quali era necessario “matte painting”, collaborando spesso anche con lo studio di Iginio Straffi, la Rainbow, di Roma. In questo periodo ha maturato anche una grande esperienza come colorista per fumetti, cosa lo ha aiutato .

Il suo obiettivo attuale è quello di sperimentare la sua creatività verso lo sci-fi e il fantasy cercando di coniugare il suo lavoro da freelance, per tornare al reale motivo e spinta per la quale ha iniziato a dipingere e disegnare: creare immagini con le quali raccontare incubi e sogni. Lavorare di fantasia e creare ciò che solo nell’immaginazione si può trovare ha sempre molto affascinato Fabio ed ora punta a lavorare esclusiavamente in settori dove poter fare questo. La speranza di Fabio è quella di riuscire a lavorare nel mercato dei videogiochi e a diventare illustratore per Magic The Gathering.

  

Per maggiori info
https://www.facebook.com/fabiopaciulliart?ref=aymt_homepage_panel
http://fabio-paciulli.deviantart.com/
https://www.artstation.com/artist/fabio

oppure via mail: fabiopaciulli@gmail.com