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Wicked: For Good – Il Gran Finale del Musical al Cinema Arriva a Novembre 2025

Manca meno di un anno all’uscita nelle sale del tanto atteso seguito di Wicked, il fenomeno che ha conquistato il pubblico mondiale. Wicked: For Good, in uscita il 21 novembre 2025 negli Stati Uniti e il 20 novembre in Italia, segnerà la conclusione dell’adattamento cinematografico del celebre musical di Broadway. Diretto ancora una volta da Jon M. Chu, il film arriva dopo il successo travolgente della prima parte, che ha debuttato lo scorso novembre e ha ottenuto numerosi record, sia dal punto di vista del pubblico che della critica. Non solo ha fatto il botto al botteghino, ma ha anche superato altri colossi del genere, come Les Misérables, diventando il musical tratto da Broadway con il miglior debutto mondiale.

Inizialmente intitolato Wicked: Parte 2, il sequel ha visto un cambiamento di nome significativo: Wicked: For Good. Un titolo che non è solo un gioco di parole, ma un indizio cruciale sulla direzione che la trama prenderà. Il termine “For Good”, che può essere tradotto sia come “per il bene” che come “per il meglio”, evoca una riflessione profonda sulla redenzione e il sacrificio. In questo secondo capitolo, il confine tra bene e male sarà messo in discussione, portando sul grande schermo una visione ancora più sfumata dei personaggi che già conosciamo, come Elphaba e Glinda, ma anche del misterioso Mago di Oz.

Il successo della prima parte non è solo un trionfo numerico, ma anche un riconoscimento per le straordinarie performance delle sue protagoniste, Ariana Grande e Cynthia Erivo. Le due artiste hanno portato in vita Elphaba e Glinda in modo magistrale, conquistando il cuore del pubblico e segnando il miglior debutto per un film con una popstar protagonista, superando anche il record di A Star Is Born con Lady Gaga. A rendere ancora più clamoroso il trionfo, c’è anche il fatto che Wicked ha segnato il maggiore incasso nella carriera del regista Jon M. Chu, superando i suoi precedenti successi come G.I. Joe: La vendetta e Crazy & Rich.

Il secondo capitolo si concentrerà sul cambiamento e sull’evoluzione dei personaggi. Con il titolo For Good, non è difficile immaginare che la storia tratterà temi di crescita personale, sacrificio e inevitabili addii, in un finale che, pur essendo già noto grazie alla trama originale del musical, promette di essere emozionante e sorprendente. L’intensificazione delle relazioni tra Elphaba e Glinda, e la continua lotta di Elphaba per liberarsi dall’etichetta di “strega cattiva” da parte del Mago, sono temi che arricchiranno la trama, mettendo in luce il lato più umano e complesso di ciascun personaggio.

La pellicola vedrà il ritorno di Cynthia Erivo nei panni di Elphaba, Ariana Grande in quelli di Glinda e Jeff Goldblum come il Mago di Oz. Ma non sarà solo una questione di conferme: si uniscono anche volti nuovi come Michelle Yeoh e Jonathan Bailey, i cui ruoli sono ancora avvolti nel mistero. Questa aggiunta di nuovi talenti non fa che aumentare l’entusiasmo per il film, che già ha sorpassato i 524 milioni di dollari a livello mondiale, consolidando il suo posto come uno dei maggiori successi di sempre per un adattamento di un musical. È il secondo miglior incasso dopo Mamma Mia!, che ha raggiunto i 611 milioni, un risultato che, considerando l’anno ricco di sequel, è ancora più impressionante.

Questa prima parte ha già stabilito un nuovo standard per i film musicali, e le aspettative per Wicked: For Good sono altissime. Se la parte iniziale ha già portato il genere a nuovi vertici, è lecito aspettarsi che il capitolo conclusivo possa essere ancora più ambizioso, sia dal punto di vista visivo che narrativo. La qualità della produzione, insieme alle performances straordinarie degli attori e la sceneggiatura scritta da Winnie Holzman e Dana Fox, sono elementi che lasciano presagire una conclusione memorabile per questa saga.

Non è un segreto che i film musicali abbiano vissuto alti e bassi negli ultimi anni, con pellicole come Dear Evan Hansen e Cats che non sono riuscite a replicare il successo delle produzioni precedenti. Wicked, però, ha dimostrato che il genere è ancora vivo e vegeto, capace di conquistare il pubblico moderno, tanto da avere la possibilità di rilanciare il musical al cinema. Le aspettative sono tali che Wicked: For Good potrebbe anche ambire a importanti riconoscimenti, come gli Oscar, consolidando ulteriormente la sua posizione nel panorama cinematografico mondiale.

Le riprese delle due pellicole sono state realizzate simultaneamente, permettendo di mantenere intatta la visione originale senza sacrificare scene cruciali. L’adattamento cinematografico del musical di Stephen Schwartz e Winnie Holzman, che si ispira liberamente al romanzo di Gregory Maguire, è pensato per offrire una nuova interpretazione della storia del Mago di Oz, adatta per una generazione contemporanea. Con il successo già consolidato della prima parte, l’attesa per Wicked: For Good è palpabile, e non vediamo l’ora di scoprire come Jon M. Chu riuscirà a concludere questa epica avventura.

Wicked – La Magia del Musical di Broadway sul Grande Schermo

Recensire un film, quando fai parte del fandom del materiale di origine (che si tratti di fumetti Marvel, romanzi di Stephen King, della saga letteraria di Potter o di un musical teatrale, in questo caso) non è facile. Si rischia sempre di perdere imparzialità, di essere troppo pignoli nel voler ritrovare intatto ogni piccolo particolare, di storcere il naso davanti ad ogni scelta registica o cambiamento apportato dalla sceneggiatura. Nel caso di Wicked (parte prima – o primo atto, se vogliamo – la seconda è prevista per il novembre 2025) il problema non si pone: adattamento dell’omonimo successo di Broadway, il film di Jon M. Chu – che aveva già dato prova di saperci fare con Sognando a New York – In the Heights adattamento dell’acclamato musical omonimo di Lin Manuel Miranda – è un prodotto assolutamente impeccabile che non deluderà gli appassionati. Forse il miglior musical cinematografico da molti anni in qua, sicuramente il più fedele in assoluto alla propria controparte teatrale (Bubble Gown di Glinda a parte: è stato ripreso l’abito rosa tratto dal film del 1939 lasciando da parte quello azzurro iconico di Broadway).

Visivamente spettacolare (ma con poca CGI: tutte le scenografie sono state appositamente costruite, dal villaggio di Munchkinland all’università di Shiz, fino alla città di Smeraldo ed alla residenza del Mago. Sono stati piantati migliaia di bulbi di tulipano e persino il treno è stato modificato ‘fisicamente’ e non digitalmente, uno sforzo produttivo notevole) e con coreografie mozzafiato; il film si basa principalmente sulla potenza canora e sulla straordinaria bravura delle due protagoniste Cynthia Erivo ed Ariana Grande. E se la prima era già una certezza tanto quanto cantante che come attrice (non per niente è ad un passo dal diventare la più giovane EGOT della storia), la seconda ha stupito tutti con un talento comico fuori dal comune: una Glinda meravigliosa!

Accanto a loro Jonathan Bailey, ottimo Fiyero da cui mi aspetto grandi cose nel secondo atto; Peter Dinklage nel ruolo (lui sì in CGI) del Professor Dillamond; Marissa Bode ed Ethan Slater rispettivamente Nessarose e Boq; Jeff Goldblum nel ruolo del ‘Grande e Potente’ Mago di Oz e Michelle Yeoh in quelli di Madame Morrible (entrambi vocalmente un po’ più scarsi del resto del cast ma li perdoniamo, suppliscono alla grande con la perfezione con la quale incarnano i rispettivi personaggi). Una piccola novità: il personaggio della Morrible si è sdoppiato: lei rimane la regale e carismatica insegnante di magia, ma la direttrice della scuola è Miss Coddle, con il volto di Keala Settle la Lettie Lutz di The Greatest Showman. E parlando di sorprese…senza fare spoiler vi dirò, se siete fan del musical teatrale, che troverete una chicca da applausi a scena aperta nel bel mezzo di One Short Day. State ben aggrappati ai braccioli della poltroncina!

Come era già stato fatto con Les Miserables, tutte le canzoni sono state registrate dal vivo sul set e non in studio, operazione che aggiunge senz’altro pathos e profondità interpretativa. Se volete godere (nel senso più letterale del termine) delle voci dei protagonisti, ricordatevi di andare a vedere il film in lingua originale: nella versione italiana sono state infatti doppiate anche le canzoni.

Scritto da Stephen Schwartz e Winnie Holzman, Wicked ha debuttato a Broadway nel 2003 (facendo incetta di premi) ed è tutt’ora in scena, quarto titolo più longevo dopo The Phantom of the Opera, Chicago, and The Lion King. Nel west End londinese è in scena ininterrottamente dal 2006. La storia la conosciamo bene tutti: si svolge prima dell’arrivo di Dorothy dal Kansas e racconta la storia di Elphaba, la futura Strega ‘Cattiva’ dell’Ovest (ma ricordiamoci che il termine ‘Wicked’, in modo informale, può essere tradotto anche come ‘fantastico, meraviglioso’) e di Glinda, la Strega ‘Buona’ del Nord. La ragazza nerd bullizzata che troverà la propria rivincita e la cheerleader bionda e svampita, come le ha giustamente definite qualcuno, nemiche-amiche nel mondo di Oz in tumulto.

Se amate il genere musical correte al cinema, lo adorerete! (e portate i fazzoletti). Se invece siete fra quelli che “ah, ma cantano ancora?” state pure a casa, non è il film che fa per voi.

Wicked – è polemica social sul poster del film editato da un fan

Molti criticano Cynthia Erivo per essersi dichiarata profondamente offesa. L’attrice ha ricevuto di recente svariati commenti ‘goliardici’, fra gli altri c’è chi le domanda se sia verde anche nelle parti intime.

Immagina di essere un probabile futuro EGOT, ovvero uno di quei rarissimi artisti (attualmente ce ne sono solo 19, contando dagli anni ’60 ad oggi) che sono riusciti a conquistare tutti e quattro i principali prestigiosi premi statunitensi dedicati all’intrattenimento: Emmy, Grammy, Oscar e Tony Award. Del resto hai già in tasca l’Emmy, il Grammy ed il Tony, nonché un Drama Desk Award, un Outher Critics Circle Award, oltre a svariate nominations ai Golden Globes ed agli Oscar sia come interprete che per miglior canzone. Mica per nulla nel 2020 sei anche stata chiamata a far parte della Giuria Internazionale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Immagina poi di venire scelta per il ruolo di protagonista nella trasposizione cinematografica dell’amatissimo (all’estero quantomeno, ma c’è una buona fan base anche in Italia) Wicked, a sua volta (molto liberamente) tratto dal romanzo dallo stesso titolo di Gregory Maguire.

E nonostante tutto, la gente ti sta additando in questi giorni sui social come “troppo suscettibile” perché hai osato giudicare offensivo il fatto che ti abbiano praticamente cancellato la faccia in una locandina modificata con l’AI da un fan(dove però il viso della tua co-protagonista è stato lasciato intatto). Incazzati Cynthia, nell’opinione di chi scrive fai benissimo a farlo!

Ma andiamo con ordine, senza farci trascinare dai toni ormai surriscaldati del dibattito. Fra poco più di un mese, il 22 novembre in Patria e il 24 novembre da noi, approderà sugli schermi (dopo quasi vent’anni di attesa) la storia delle streghe del Regno di Oz. L’ultimo poster rilasciato da casa Universal è un chiaro omaggio alla locandina dello spettacolo teatrale e vede Glinda la ‘buona’ strega del Nord sussurrare qualcosa all’orecchio di Elphaba, la ‘malvagia’ sera dell’Ovest. Un fan ha modificato il poster, nascondendo buona parte del viso di Cynthia Erivo sotto la tesa del cappello e disegnandole delle vistose labbra rosso fuoco, nel nome ‘dell’aderenza’ all’originale. Il gesto ha fatto infuriare l’attrice, che ha commentato

“The original poster is an ILLUSTRATION. I am a real life human being, who chose to look right down the barrel of the camera to you, the viewer… because, without words we communicate with our eyes. Our poster is an homage not an imitation, to edit my face and hide my eyes is to erase me. And that is just deeply hurtful.”

“Il poster originale è un’illustrazione. Io sono un essere umano reale, che ha scelto di guardare dritto in camera, dritto verso di voi… perché, senza parole comunichiamo con gli occhi. Il nostro poster è un omaggio, non un’imitazione, editare la mia faccia nascondendo i miei occhi equivale a cancellarmi. E questo mi ha fatto profondamente male”.

C’è chi difende l’autore del poster modificato, sostenendo che la rappresentazione di Elphaba con il cappello a coprirle gli occhi aveva un senso narrativo specifico, simboleggiava infatti il pettegolezzo, il paria, il capro espiatorio di cui non vedi il volto. Personalmente però, ritengo che la scelta di guardare fieramente negli occhi lo spettatore, con tutto l’orgoglio e la voglia di rivalsa che la strega tira fuori nella seconda parte del film (mi riferisco a No Good Deed, per quanti conoscono l’opera) sia una scelta vincente. Voi cosa ne pensate?

Diviso in due capitoli (il secondo sarà in sala a novembre 2025), Wicked vede nel cast Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jonathan Bailey, Jeff Goldblum, Ethan Slater, Peter Dinklage, Michelle Yeoh, Bowen Yang e Keala Settle. La regia è di Jon M. Chu

Pinocchio di Zemeckis: una rilettura live-action Disney tra magia e ombre

C’è qualcosa di magico, quasi sacrale, nel ritorno di un grande classico come Pinocchio. Disney lo sa bene, e per il live-action diretto da Robert Zemeckis si è fatta carico di una sfida: reinterpretare una delle storie più amate al mondo, nonché uno dei suoi capolavori animati del 1940, portandolo nel panorama contemporaneo. Ma questo viaggio dal legno alla carne – o meglio, dalla marionetta alla pellicola – ha funzionato davvero?

Visivamente, Pinocchio è una festa per gli occhi. La maestria di Zemeckis nel creare mondi fantastici si percepisce in ogni dettaglio, dalla bottega di Geppetto, calda e intrisa di malinconia, ai vividi colori del Paese dei Balocchi. Tuttavia, questa estetica impeccabile soffre di una freddezza emotiva che lascia lo spettatore distaccato.

Il design di Pinocchio, pur fedele al modello originale animato, sembra incapace di trasmettere quella scintilla vitale che rende il burattino un personaggio amato. C’è una cura ossessiva per i dettagli visivi, ma questa stessa attenzione finisce per soffocare l’emozione, rendendo il film una vetrina lucida ma priva di anima.

Tom Hanks e il peso della nostalgia

Tom Hanks, nei panni di Geppetto, offre un’interpretazione affettuosa e nostalgica, incarnando il dolore di un padre che cerca conforto in un sostituto per la perdita del figlio. Eppure, la sua performance, per quanto sentita, risulta appesantita da un ritmo narrativo che non gli permette di esplorare a fondo la complessità emotiva del personaggio.

Il resto del cast fatica a emergere: Cynthia Erivo, nella breve apparizione come Fata Turchina, è magnetica ma sottoutilizzata, mentre Luke Evans nei panni del Postiglione regala una performance energica, ma relegata a una caratterizzazione fin troppo caricaturale. La gabbiana Sofia, nuovo personaggio inserito nella trama, appare come un’aggiunta fuori luogo, quasi un segnale di smarrimento creativo.

Una trama dal respiro corto

La narrazione è forse il punto più debole del film. La sceneggiatura di Zemeckis e Chris Weitz cerca di condensare temi e momenti iconici del racconto originale, ma il risultato è frammentario e privo di coesione. I comprimari, come il Gatto e la Volpe, sono ridotti a mere comparse; persino il viaggio di Pinocchio, che dovrebbe rappresentare un percorso di crescita e scoperta, sembra più un insieme di episodi scollegati che una trasformazione autentica.

La decisione di concentrarsi sul tema dell’essere figli – e sul dolore di Geppetto per la perdita del figlio – è interessante ma non sufficientemente sviluppata. Questo focus, pur nobile, finisce per appesantire il film, che perde la vivacità e il senso di avventura del classico animato.

Il peso del messaggio

In linea con le riletture moderne, il Pinocchio di Zemeckis tenta di veicolare un messaggio sulla tolleranza e l’accettazione, ma lo fa in modo troppo didascalico. Il film sembra più interessato a spiegare che a far sentire, e questa impostazione finisce per rendere l’esperienza emotivamente piatta. Pinocchio stesso, con il suo desiderio di diventare un bambino vero, appare più come un simbolo che un personaggio autentico.

In definitiva, il Pinocchio di Zemeckis è un esperimento ambizioso che non riesce a mantenere le sue promesse. Sebbene visivamente affascinante e arricchito da un cast di talento, il film soffre di una narrazione debole e di una mancanza di calore emotivo. Per chi è cresciuto con il classico Disney, questa versione live-action potrebbe rappresentare un’occasione mancata di rivivere la magia. Per i nuovi spettatori, invece, rischia di essere un’esperienza dimenticabile.

In un’epoca in cui la Disney sembra impegnata a rielaborare ogni suo classico, forse il vero messaggio che questo Pinocchio ci lascia è che non sempre un’operazione di restauro riesce a restituire la stessa anima dell’originale. Come dice il Grillo Parlante nel finale del film: “La cosa più importante non è diventare un bambino vero, ma imparare a esserlo.” E forse questa lezione, stavolta, vale anche per i cineasti.

Disney+ presenta Genius: Aretha

Disney+ ha annunciato che l’attesissima e pluripremiata serie antologica Genius: Aretha che vede Cynthia Erivo (HarrietIl colore viola) nel ruolo di Aretha Franklin, debutterà in Italia venerdì 4 giugno sulla piattaforma streaming. Genius è l’acclamata serie antologica di National Geographic che porta sullo schermo le affascinanti storie dei più brillanti innovatori del mondo, i loro straordinari successi con le loro volubili, appassionate e complesse relazioni personali. Dopo Albert Einstein e Pablo Picasso, questa terza stagione esplora il genio musicale e l’incomparabile carriera di Aretha Franklin, così come l’enorme influenza che ha avuto sulla musica e sulla cultura di tutto il mondo. Aretha Franklin è stata un prodigio del gospel, una schietta sostenitrice dei diritti civili ed è considerata la più grande cantante degli ultimi 50 anni,  con innumerevoli premi ricevuti durante la sua carriera. Genius: Aretha è  la prima e unica serie autorizzata sulla vita dell’universalmente acclamata Regina del Soul.

Senza saper leggere la musica, Aretha Franklin impara da sola a suonare il pianoforte; alla giovane età di 12 anni, inizia a registrare canzoni e a cantare nei tour gospel con suo padre. A 18 anni firma il suo primo contratto discografico con la Columbia Records. Nel 1966, si sposta all’Atlantic Records, dove registra molte delle sue canzoni più iconiche. Nel 1979, inizia un’amicizia e una collaborazione di 40 anni con Clive Davis, che produce una serie di canzoni di successo, tra cui l’hit più venduta della sua carriera, “I Knew You Were Waiting (For Me)”, in duetto con George Michael. Con più di 75 milioni di dischi venduti nel corso della sua carriera, la leggendaria cantante è uno degli artisti musicali più apprezzati di tutti i tempi. La sua voce è stata riconosciuta come una “risorsa naturale” dal suo stato natale, il Michigan.

Il cast comprende la vincitrice dei Tony, Emmy e GRAMMY Award Cynthia Erivo nel ruolo di Aretha Franklin, che esegue molte delle canzoni del ricco catalogo della cantante; il vincitore di un Emmy Courtney B Vance (American Crime Story) nel ruolo del padre di Aretha, CL Franklin; Malcolm Barrett (Timeless: The MoviePreacher) in quello di Ted White, primo marito e manager di Aretha Franklin. David Cross (Mr. ShowArrested Development – Ti presento i miei) è il leggendario produttore musicale Jerry Wexler, che guida la cantante nella sua crescita professionale; Patrice Covington (Il colore violaAin’t Misbehavin) e Rebecca Naomi Jones (Oklahoma!The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no) interpretano rispettivamente Erma e Carolyn Franklin, le sorelle di Aretha e coriste abituali; Steven Norfleet (WatchmenDynasty) veste i panni del fratello maggiore Cecil Franklin, manager di Aretha dopo il divorzio da Ted White; Pauletta Washington (BelovedShe’s Gotta Have It) è Rachel, l’amorevole nonna paterna che ha cresciuto Aretha; Omar J. Dorsey (Queen Sugar) è James Cleveland; Marque Richardson (Dear White People) veste i panni di King Curtis, mentre Kimberly Hébert Gregory (Vice Principals) è Ruth Bowen; infine,  Shaian Jordan interpreta la giovane Aretha Franklin, detta Little Re.

GLI EPISODI:

  • La Regina del Soul: Alla disperata ricerca di un successo, nel 1967 Aretha registra negli studi Muscle Shoals il suo primo album con l’Atlantic Records. Dopo anni difficili, Little Re affronta il suo primo assolo nel 1953, nella chiesa di suo padre, CL Franklin.
  • Verso la libertà: Alla ricerca del proprio sound, nel 1966 Aretha cattura l’attenzione di Jerry Wexler all’Atlantic Records. Nel frattempo, nel 1954 Little Re affronta la sua prima tournée nel Circuito Gospel con CL Franklin e incontra il suo idolo, Clara Ward.
  • Fa la cosa giusta, donna: Tra il 1967 e il 1968, Aretha si destreggia tra la sua carriera musicale e l’impegno nel movimento per i diritti civili, guidato da Martin Luther King Jr. Nel frattempo, nel 1955 Little Re lascia suo figlio appena nato per tornare al Circuito Gospel, incontrando le leggende della musica James Cleveland e Little Sammie Bryant.
  • Un uomo miserabile: Nel 1968, Aretha appare sulla copertina del Time Magazine, ma è devastata quando l’articolo si concentra sui dettagli scandalosi della sua vita privata. Nel 1941, Barbara Franklin e il giovane CL Franklin lottano per affermarsi a Memphis, prima della nascita di Little Re.
  • Il potere della riscossa: Nel 1970, Aretha, ispirata da Angela Davis e dai Soledad Brothers, registra il suo album di protesta “Young, Gifted and Black”. Nonostante l’incertezza di Jerry Wexler, l’album è un successo. Nel 1951, Barbara Franklin prende una decisione che ha un effetto devastante su Little Re.
  • Ritorno alle origini: Nel 1972 Aretha registra alla New Temple Missionary Baptist Church “Amazing Grace”, il suo album gospel dal vivo più venduto, ignorando le suppliche dei suoi fratelli di inciderlo invece alla New Bethel con il padre, CL Franklin. Nel 1956, la piccola Re scopre di essere incinta del suo secondo figlio, cosa che la costringe a lasciare la scuola. Mentre è incinta, registra il suo primo album alla New Bethel.
  • Gli anni della disco music: Nell’era della disco, Aretha farà di tutto per rimanere sulla cresta dell’onda, compreso rubare un’opportunità a sua sorella Carolyn. Riceve una nomination ai GRAMMY ma alla fine viene snobbata dal premio. Durante la cerimonia, incontra il fondatore dell’Arista, Clive Davis. Nel frattempo, Jerry Wexler lascia l’Atlantic Records e lui e Aretha si separano.
  • Nessun dorma: Nonostante le sofferenze per il secondo divorzio e la morte del padre nel 1984, Aretha continua la sua ascesa artistica. Inizia una carriera di successo presso l’Arista, con l’aiuto di Clive Davis, e in un’indimenticabile performance ai GRAMMY del 1998, consolida il suo eterno regno come Regina del Soul.

Nella serie sono presenti molte dei più grandi successi di Aretha Franklin dal catalogo completo di Warner Music, tra cui “I Never Loved a Man (The Way I Love You)”, “Chain of Fools”, “Don’t Play That Song” e “Save Me”. La serie contiene anche le performance di Aretha Franklin di “I Knew You Were Waiting for Me”, “Freeway of Love” e “Sisters Are Doin’ It for Themselves”. Inoltre, la serie include nomi noti che hanno incrociato la vita di Aretha Franklin, tra cui Dinah Washington, King Curtis, Clara Ward, Art Tatum, il reverendo James Cleveland, Sydney Pollack, Angela Davis, Martin Luther King Jr, Curtis Mayfield e George Michael.

La serie è prodotta da 20th Television e Imagine Entertainment. Imagine ha collaborato con Warner Music Entertainment per questa terza stagione, che ancora una volta è prodotta da Brian Grazer e Ron Howard. Suzan-Lori Parks (Topdog/Underdog), vincitrice del Premio Pulitzer, del MacArthur “Genius” e del Tony Award, è showrunner, executive producer e sceneggiatrice principale. Il vincitore di Emmy, Golden Globe e BAFTA TV Award, Anthony Hemingway (American Crime Story) è executive producer e regista. Il famoso produttore discografico Clive Davis, e il Presidente e CEO di Atlantic Records, Craig Kallman, sono executive producer. Anna Culp della Imagine è executive producer e Peter Afterman è produttore. Francie Calfo (Genius: Einstein, Genius: Picasso, Empire), Ken Biller (Genius: Einstein, Genius: Picasso), Gigi Pritzker e Rachel Shane (MWM Studios), e Sam Sokolow (EUE/Sokolow) tornano come executive producer.