Esistono romanzi che sfidano ogni classificazione, opere letterarie che si muovono sinuose tra i generi come un’ombra tra le pieghe della realtà, senza mai rivelarsi del tutto. “Corvi”, l’ultima fatica di Emmanuele Rossi, è una di queste creature rare, affascinanti, elusive. Non è un thriller. Non è un romanzo storico. Non è nemmeno una cronaca vera. Eppure, è un po’ tutte queste cose insieme. È, soprattutto, una finta storia vera. E proprio in questa definizione paradossale risiede il cuore pulsante del libro.
Già dalla prima pagina si avverte che ci troviamo davanti a un’opera che non vuole compiacere.
Non ci sono eroi romantici o risoluzioni catartiche, nessuna mano tesa per accompagnarci fuori dal tunnel. “Corvi” è un’esperienza narrativa che lascia il lettore in bilico tra smarrimento e lucidità, costringendolo a guardare dentro il buio – non per spaventarlo, ma per mostrargli quello che c’è.
La storia prende forma attorno a figure comuni ma profondamente caratterizzate: un chimico, un becchino, tre operai. E un attentato. O, meglio, le sue conseguenze. In una società che ha smarrito il senso critico, le loro vite si intrecciano tra passato e presente, tra colpa e redenzione, mentre intorno a loro si agita un mondo che assomiglia fin troppo al nostro. Non è necessario ambientare il romanzo in un luogo o un’epoca precisa: i vicoli bui delle città industriali evocati da Rossi sono ovunque, sono qui, sono adesso.
L’introduzione firmata da Paolo Di Orazio – autore e creatore visionario, tra i pionieri dell’horror italiano underground – è una frustata intellettuale. Ci parla della decadenza sociale contemporanea, della nostra resa silenziosa al caos, della fine del pensiero critico come atto rivoluzionario. È la cornice perfetta per ciò che seguirà: un romanzo che rifiuta ogni sentimentalismo e ci colpisce con una sincerità brutale e necessaria.
Emanuele Rossi scrive con una maestria che non grida, ma sussurra nel cervello. Le sue descrizioni psicologiche sono chirurgiche, scava nelle anime dei suoi personaggi con una delicatezza che non rinuncia alla profondità. Ogni punto di vista è costruito con una cura tale che la narrazione scorre come un flusso multiforme e coerente, in cui ogni personaggio ha una voce distinta, viva, autentica.
Quello che colpisce, e che rende “Corvi” un libro che “penserete più volte”, è proprio questa capacità di insinuarsi sotto pelle. È come se l’autore ci obbligasse a specchiarci nei suoi protagonisti, nelle loro contraddizioni, nelle loro paure. E quando chiudiamo il libro, non è finita: continua a ronzarci in testa, come i corvi del titolo, presagi e testimoni insieme.
Anche l’aspetto grafico ha il suo perché. La scelta dell’interlinea ampia non è solo una questione estetica, ma un atto di rispetto per il lettore. La lettura diventa piacevole, fluida, nonostante la complessità emotiva della storia. Un piccolo dettaglio, certo, ma in un’epoca di libri usa e getta, anche questi particolari fanno la differenza.
E poi c’è il finale. Non si può, ovviamente, rivelarne nulla. Ma diciamo solo che è uno di quei finali che non chiudono, ma aprono. Una ferita che resta aperta, una domanda che non ha bisogno di risposta perché è già essa stessa una presa di coscienza.
Dietro “Corvi” c’è un autore con una storia editoriale ricca e variegata. Nato a Bormio, Emmanuele Rossi vive e lavora a Roma, con la moglie Pamela. Laureato in Storia delle Religioni, ha attraversato la narrativa italiana con opere spesso fuori dal mainstream ma sempre coerenti con una voce personale fortissima. Dal romanzo breve “L’uomo solo dal profumo di tabacco” – vincitore del premio Gabrinus – fino alla recente raccolta “88, per la liberazione del numero”, passando per le sue sperimentazioni tra audiolibri interattivi e concerti-teatrali, Rossi ha costruito un percorso autoriale che unisce narrazione, musica, performance e tecnologia. Un autore trasversale e coraggioso, capace di trasformare ogni opera in un’esperienza.
Con “Corvi”, pubblicato nel 2024 da Galaxia Prime Productions, ci consegna una narrazione che è specchio e critica, racconto e atto politico, emozione e razionalità. Non è solo un romanzo, è un invito a guardare meglio, a leggere tra le righe della realtà. Una sfida, per chi ha il coraggio di accettarla.
E voi, nerd e lettrici e lettori geek che vivete di storie, vi sentite pronti a tuffarvi in una finta storia vera che potrebbe parlare proprio di voi?
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