C’è qualcosa che ci colpisce dritto allo stomaco nell’idea di ricominciare da capo. Non parlo solo di un semplice “nuovo inizio”, ma di quell’istante vertiginoso in cui tutto si sgretola, in cui perdiamo ogni appiglio e ci ritroviamo soli, nudi, vulnerabili. È un momento che conosciamo tutti, anche se lo rimuoviamo in fretta. E forse è proprio per questo che Spider-Man continua a risuonare così profondamente dentro di noi, da oltre sessant’anni. Perché Peter Parker, con tutti i suoi drammi, le sue cadute e le sue rinascite, non è un dio né un playboy miliardario in armatura. È uno di noi. E proprio in virtù di questa sua umanità cruda, il nuovo capitolo cinematografico che lo vedrà protagonista, Spider-Man: Brand New Day, in arrivo il 31 luglio 2026, si preannuncia come qualcosa di più di un semplice blockbuster Marvel: sembra voler essere un momento di riflessione collettiva, una seduta di autocoscienza pop. E anche una possibile svolta nel Marvel Cinematic Universe.
Dopo il devastante No Way Home, dove Peter ha fatto l’estremo sacrificio di farsi dimenticare da tutti pur di salvare chi ama, ci siamo ritrovati in un silenzio narrativo carico di promesse. Il mondo, per Peter, è diventato vuoto, anonimo. E in quello spazio rarefatto, in quell’assenza dolorosa, nasce Brand New Day. Non un semplice titolo, ma un manifesto. Un invito a guardarci dentro, a chiederci: chi siamo, davvero, quando nessuno si ricorda più di noi? Quando l’identità, il passato e i legami vengono cancellati?
Il film, diretto da Destin Daniel Cretton (che già ci ha stupiti con Shang-Chi), promette un ritorno all’essenziale. Basta con le esplosioni multiversali, con varianti e guerre cosmiche: ora si torna a respirare, a vivere i marciapiedi di New York. Quelli dove l’Uomo Ragno è nato. Quelli in cui Peter Parker dovrà ricostruirsi, da zero. Non si tratta più di salvare l’universo: si tratta di salvare sé stesso. E forse, proprio per questo, il rischio — e l’emozione — sono più grandi che mai.
Questa scelta narrativa si ispira liberamente all’omonima e controversa saga fumettistica del 2008, Brand New Day, dove Peter, a causa di un patto col diavolo (sì, proprio Mephisto), perde il suo matrimonio con MJ e si ritrova in un mondo in cui nessuno ricorda più chi sia. Nonostante il film non sarà una trasposizione fedele — e meno male, dirà qualcuno — le suggestioni emotive di quella storyline sono palpabili. Peter è solo. Peter è invisibile. Eppure deve andare avanti.
Tom Holland tornerà a indossare il costume, ma lo farà con uno sguardo diverso. Le sue parole nei recenti panel pubblici parlano di un Peter più adulto, più consapevole del dolore, forse anche più arrabbiato. Zendaya e Jacob Batalon saranno ancora accanto a lui, nei ruoli di MJ e Ned, ma senza sapere chi lui sia davvero. È una condizione narrativa potentissima: come si può riconquistare l’amore quando chi ami non ti ha mai incontrato? Come si può riavere un amico che ha perso ogni ricordo condiviso? Domande che, da sole, bastano a promettere una montagna russa di emozioni.
Ma non finisce qui. Perché la pellicola si arricchisce di una new entry d’impatto: Jon Bernthal, che riprende il ruolo del tormentato Frank Castle, alias il Punitore. Il suo ingresso nel film è una bomba emotiva e narrativa: Bernthal è riuscito a incarnare il dolore puro in forma umana, e la sua interazione con Peter potrebbe aprire a confronti morali devastanti. Che tipo di giustizia è giusta? Cosa significa davvero essere un eroe? Peter e Frank, due facce della stessa moneta, costretti a confrontarsi.
E c’è di più. Sadie Sink, la stella rivelazione di Stranger Things, è stata ingaggiata in un ruolo ancora segreto. Ma le teorie non si sono fatte attendere: c’è chi la immagina nei panni di Firestar, chi azzarda addirittura Jean Grey, aprendo scenari che farebbero da ponte con l’universo mutante degli X-Men. E se così fosse, Brand New Day potrebbe rivelarsi non solo un film su Peter Parker, ma un crocevia fondamentale per tutto il futuro del MCU.
Sul fronte villain, le voci più insistenti indicano Mr. Negative, alias Martin Li, come antagonista principale. Chi ha giocato al videogioco Marvel’s Spider-Man sa bene di chi stiamo parlando: un personaggio enigmatico, diviso tra filantropia e distruzione, luce e oscurità. Un villain che riflette perfettamente lo stato emotivo del protagonista. Il nome più quotato per interpretarlo è quello di Daniel Wu, volto magnetico e già abituato a ruoli complessi.
E come dimenticare quel piccolo frammento nero lasciato sulla Terra alla fine di No Way Home? Il simbionte, o meglio ciò che ne resta, è ancora lì. L’ombra di Venom incombe. Potremo davvero vedere Tom Holland con il costume nero? E cosa significherebbe, per un Peter già così provato, entrare in simbiosi con la propria oscurità? Sarebbe un viaggio all’inferno e ritorno. Ed è proprio quel tipo di storia che Spider-Man sa raccontare meglio di chiunque altro.
Alcuni fan sperano ancora di rivedere Tobey Maguire e Andrew Garfield, ma è improbabile che le varianti dell’Uomo Ragno tornino proprio in Brand New Day. Tuttavia, le voci sul loro coinvolgimento in Avengers: Secret Wars restano vive. Il film si posiziona infatti in un momento strategico: tra Avengers: Doomsday e, appunto, Secret Wars. Anche se il multiverso viene per ora messo in pausa, è chiaro che tornerà. Ma per adesso, lasciamo che Peter affronti il proprio dolore senza maschere. Senza specchi.
Perché in fondo, Brand New Day sembra volerci ricordare che l’eroismo vero nasce nel silenzio. Non nei clamori delle battaglie spaziali, ma nei momenti in cui scegliamo di rialzarci. Quando ricominciamo a vivere, anche se il mondo non ci vede più. Quando costruiamo, da zero, un’identità che non ha bisogno di essere confermata da nessuno.
E io, da nerd cresciuta con la voce di zio Ben a risuonare nei pensieri (“da grandi poteri derivano grandi responsabilità”), non posso fare a meno di emozionarmi. Questo film sarà, per noi spettatori, ciò che è per Peter: un giorno nuovo, fatto di rimpianti, sì, ma anche di infinite possibilità. Una pagina bianca. Un salto nel vuoto.
Spider-Man: Brand New Day arriverà nei cinema il 31 luglio 2026. Non sarà solo un film. Sarà una rinascita. Una meditazione sull’identità, sul ricordo e sulla speranza. E io non vedo l’ora di tuffarmi in questa nuova avventura dell’Arrampicamuri.
E voi? Che ne pensate di questa svolta più intima, malinconica e personale dell’Uomo Ragno? Vi entusiasma il ritorno di Frank Castle? E chi potrebbe essere davvero il personaggio di Sadie Sink? Fatemi sapere nei commenti qui sotto. E se vi è piaciuto questo viaggio nel futuro del MCU, condividete l’articolo con i vostri amici nerd: perché, come ci insegna Spider-Man, le ragnatele migliori si intrecciano insieme.