Archivi tag: community cosplay

Alessia Bergamo: l’Amazzone del Cosplay italiano che ha conquistato tv, palchi e cuori

Nel vasto universo del cosplay italiano, dove ogni costume racconta una storia, ogni interpretazione incarna un sogno e ogni fiera è un piccolo mondo parallelo, c’è un volto che da anni brilla con luce propria. È quello di Alessia Bergamo, performer poliedrica, cosplayer appassionata, fotomodella, personaggio televisivo e spirito creativo senza confini. Una donna che ha trasformato la sua passione in una vera e propria forma d’arte, diventando una delle figure più iconiche e riconoscibili della scena nerd italiana. Originaria della calorosa Sicilia, ma adottata con affetto dalla bergamasca, Alessia è tutto fuorché ordinaria. Il suo percorso è un caleidoscopio di talenti e sfumature che si intrecciano con naturalezza: spettacolo, televisione, creatività, sensualità e – soprattutto – una sfrenata passione per tutto ciò che è cultura pop, geek e nerd.

Il Cosplay come filosofia di vita

Per Alessia, il cosplay non è solo un hobby, né tanto meno una moda passeggera: è un linguaggio. È l’espressione più autentica del suo essere, un modo per dare forma e colore ai sogni alimentati da videogiochi, anime, manga, film fantasy e supereroi. La scintilla, ci racconta, si è accesa tra una partita alla vecchia PlayStation e i pomeriggi passati davanti ai classici Disney. Da lì, il desiderio di diventare – almeno per un giorno – quella guerriera, quella maga, quell’eroina che tanto l’aveva affascinata sullo schermo, è diventato sempre più ardente. Ma non basta “indossare un costume” per fare cosplay. Alessia lo sa bene. Dietro ogni suo abito c’è ore di lavoro manuale, progettazione, cura nei dettagli, una visione personale e una libertà creativa assoluta. Le sue creazioni spaziano dal gotico allo steampunk, dai mondi apocalittici ai personaggi pucciosi, passando per interpretazioni sensuali che non temono il giudizio e che anzi, celebrano il corpo e la femminilità come parte integrante del personaggio.

L’arte della trasformazione

Uno degli aspetti che più colpisce di Alessia è la sua versatilità interpretativa. È capace di passare con disinvoltura da un personaggio aggressivo come Triss Merigold da The Witcher, a uno più dolce e magico come Sailor Jupiter in versione armor, dimostrando non solo talento tecnico nella realizzazione dei costumi, ma anche una profondissima empatia verso i personaggi che sceglie di incarnare. Il cosplay non è solo tessuto, trucco e parrucca. È emozione, presenza scenica, immedesimazione. È teatro allo stato puro. Un esempio perfetto? Il cosplay di Wonder Woman. Non solo Alessia somiglia incredibilmente all’Amazzone DC Comics per tratti fisici, chioma fluente e corporatura statuaria, ma ne incarna anche lo spirito. Determinata, forte, risoluta e coraggiosa, Alessia affronta la vita proprio come una guerriera moderna. E non è un caso che molti dei suoi follower la vedano come una sorta di Diana Prince del cosplay italiano.

Dal palco delle fiere ai riflettori della TV

La notorietà di Alessia non si limita al mondo cosplay. Il suo carisma e la sua presenza scenica l’hanno portata più volte sotto i riflettori della televisione nazionale, partecipando a trasmissioni come Ciao Darwin con Paolo Bonolis, I Fatti Vostri con Giancarlo Magalli, Forum con Barbara Palombelli, Fuori dal Coro di Mario Giordano, Caduta Libera con Jerry Scotti, Guess My Age con Enrico Papi e tante altre. In ogni occasione, Alessia non ha mai mancato di portare con sé un pizzico di quel mondo colorato e meraviglioso che è il cosplay, cercando – spesso tra l’incredulità e l’ignoranza dei media generalisti – di spiegare che cosa realmente significhi questa parola tanto sconosciuta quanto fraintesa. Ma non si tratta solo di comparsate. Alessia ha portato il cosplay anche nei locali e nei teatri dove si esibisce in spettacoli burlesque unici nel loro genere, sostituendo i classici costumi sensuali con cosplay tematici accompagnati da musiche coerenti. È stata la prima – e ancora oggi l’unica – ad aver unito il burlesque al cosplay in Italia, creando un connubio perfetto tra gioco, sensualità e spettacolo. Un format esplosivo, originale e amatissimo dal pubblico.

Creatività senza regole

Uno dei tratti più distintivi di Alessia è il suo rifiuto degli schemi. Nel suo mondo non esistono vincoli rigidi, solo ispirazioni. I suoi cosplay sono spesso personalizzati, reinterpretati, contaminati. Cambia parrucche, modifica modelli, aggiunge accessori di propria invenzione. E se qualcuno storce il naso? Beh, poco importa. “La parola cosplay vuol dire proprio giocare con i costumi”, dice sorridendo, “e in un gioco non ci sono regole se non quella del divertimento”.

Questo spirito libero l’ha portata a confrontarsi spesso con le critiche – a volte feroci – di chi vive il cosplay in modo troppo competitivo. Ma Alessia non si è mai lasciata fermare. Non ha mai cercato la perfezione stilistica fine a se stessa. Per lei il cosplay è libertà, non performance. È condivisione, non sfida. E forse è proprio per questo che tanti la amano e la seguono con affetto: perché è vera, autentica, senza filtri.

Una comunità in crescita (ma non senza ombre)

Se da una parte i social media hanno aiutato enormemente a diffondere la cultura del cosplay in Italia, contribuendo a renderlo un fenomeno conosciuto e sempre più mainstream, dall’altra hanno esacerbato alcune dinamiche tossiche. Competizione spietata, critiche gratuite, invidie, bodyshaming. Alessia ne ha viste tante e non ha paura di parlarne. Denuncia apertamente l’atteggiamento di chi, dietro una tastiera, si permette di giudicare la qualità di un costume, l’aderenza al personaggio, perfino la fisicità della cosplayer. “A volte sembra di stare all’asilo”, dice con amarezza, “ma io continuo a fare quello che amo, per me stessa e per chi mi sostiene”.

La sua filosofia è chiara: vivi e lascia vivere. Ognuno ha il diritto di esprimersi come vuole, di divertirsi, di essere creativo a modo proprio. Il cosplay può anche essere provocazione, sensualità, trasgressione, e non c’è nulla di male in questo. Il problema non sono i costumi sexy, ma semmai la mancanza di rispetto e di educazione da parte di alcuni. Chi indossa un cosplay audace sa bene a cosa va incontro, ma questo non giustifica mai atteggiamenti invasivi o scorretti.

Il futuro? Sempre in costume, con il sorriso

Oggi Alessia è un punto di riferimento per la community cosplay italiana. La sua fanbase cresce ogni giorno, la sua influenza si fa sentire sia online che dal vivo. La sua forza, però, non sta solo nell’estetica. Alessia ha una storia personale fatta di sfide superate, di identità affermata, di lotte interiori e traguardi raggiunti. È una donna che ha imparato a volersi bene, a non avere paura di essere se stessa, a guardare il mondo con fierezza e determinazione.

Ecco perché Alessia Bergamo non è solo una cosplayer: è un simbolo. Di coraggio, di autoaffermazione, di libertà creativa. E anche se il mondo del cosplay cambierà ancora, lei continuerà a sfilare con i suoi costumi spettacolari, a esibirsi con la sua grinta inconfondibile, a ispirare chi, come lei, crede che nella fantasia ci sia spazio per essere finalmente sé stessi.

Se vi ha incuriosito il viaggio nel mondo di Alessia, vi invito a seguirla sui suoi canali social per scoprire i suoi prossimi progetti, i suoi cosplay inediti e – perché no – lasciarvi ispirare da questa straordinaria artista del sogno: Pagina Facebook, Gruppo FacebookInstagram e YouTube.

E ora tocca a voi: che ne pensate del percorso di Alessia? Vi ritrovate nelle sue parole? Avete vissuto esperienze simili nel mondo del cosplay? Raccontatecele nei commenti e condividete l’articolo sui vostri social per far conoscere questa meravigliosa realtà a più persone possibili. Perché il cosplay, alla fine, è una magia che si vive insieme.

IncanTales: la magia del cosplay italiano nell’arte di Jasmine Mattiocco

Ho visto nascere il cosplay in Italia. L’ho visto crescere, tra timidi primi costumi cuciti in casa e i palchi delle prime fiere, dove l’emozione era più forte della tecnica. Ho visto generazioni di ragazzi e ragazze dare forma alla propria passione, costruendo non solo armature o abiti da sogno, ma anche una cultura, una comunità, un’identità. Ed è per questo che oggi, con orgoglio e commozione, vi parlo di IncanTales e della donna straordinaria che ne è l’anima, Jasmine Mattiocco. Quella di IncanTales non è solo una storia. È un viaggio. È un’epopea moderna fatta di stoffe colorate, microfoni, sorrisi, sacrifici e magia. È la storia di come il cosplay sia diventato, in Italia, qualcosa di molto più di un semplice hobby: un linguaggio, una forma d’arte, una casa per chi si sente parte di un mondo più grande.

Jasmine Mattiocco: l’arte di trasformare la passione in missione

Ci sono persone che fanno cosplay. E poi ci sono quelle che il cosplay lo vivono, lo respirano, lo creano ogni giorno come fosse linfa vitale. Jasmine Mattiocco è una di queste. Ma ridurre tutto a una semplice frase non le rende giustizia. Jasmine è un’artista, una sognatrice, ma anche una manager, una comunicatrice, una leader. È una visionaria con i piedi ben piantati nella realtà.

Conosciuta nella community con il nome di @_p_e_r_a, Jasmine comincia la sua avventura nel 2007. Un’epoca in cui il cosplay era ancora una nicchia, lontana anni luce dalla visibilità di oggi. Ma lei aveva già capito tutto. Aveva compreso che quel mondo non era solo travestimento, ma un modo per raccontare se stessi, per creare legami, per emozionare e farsi emozionare.Dopo gli studi in arti visive e comunicazione, si lancia nel circuito delle fiere nerd collaborando con Luca Panzieri e con me. Insieme non si limitano a partecipare agli eventi: li reinventano. Prima con il laboratorio cosplay, poi con l’organizzazione dei contest, portando un’attenzione maniacale ai dettagli e un’energia contagiosa. Nel 2016 nasce Epicos, una delle realtà più solide e amate del panorama cosplay nazionale. Jasmine diventa così una figura di riferimento per la comunità italiana: coordina gli artisti, cura la comunicazione, segue i cosplayer nelle fiere e nei parchi divertimento. Ma soprattutto, continua a credere nei sogni di chi ha il coraggio di salire su un palco con il cuore in mano.

IncanTales: dove ogni storia trova casa

E come ogni narratore che si rispetti, Jasmine ha voluto cambiare pagina creando un luogo dove ogni racconto potesse prendere vita. Così nasce IncanTales, un’associazione culturale che è una vera e propria estensione del suo spirito: inclusiva, colorata, creativa, accogliente. IncanTales non è un semplice collettivo. È una fucina di idee, un laboratorio emotivo, un rifugio per chi sente che la cultura nerd è molto più di una passione. È una community che organizza eventi tematici, workshop, spettacoli, contest e contenuti digitali che raccontano le vite e le emozioni di chi ne fa parte. Ogni progetto è un tassello in più in un mosaico fatto di anime affini e storie incrociate. Il motto dell’associazione — “Every Tale, Everyone” — è la sua promessa: ogni persona, ogni storia, ogni voce ha il diritto di brillare. Ed è proprio questo che rende IncanTales diversa da qualsiasi altra realtà. Qui, il cosplay non è una competizione, ma una narrazione collettiva. Non si vince per l’armatura più grande, ma per il cuore più sincero.

Palchi, canzoni e sogni condivisi

Il fermento creativo che anima  è qualcosa di straordinario. Gli eventi in arrivo, come Japan Days a Roma o PGComix a Perugia, promettono esperienze immersive dove il confine tra realtà e fantasia si fa sempre più sottile. Non mancano neanche i progetti artistici, come la splendida canzone “Ti racconto di me”, prodotta da Daniek Tek, che diventa l’inno emotivo di ogni cosplayer che ha conosciuto la bellezza e la fragilità di un’esibizione vissuta col cuore in gola.

E se c’è una cosa che Jasmine e il suo team sanno fare bene, è costruire ponti. Tra generazioni, tra passioni, tra competenze diverse. Che tu sia un videomaker, un cantante, un ballerino, una sarta, un social media manager o semplicemente una persona con un sogno…  è il posto dove quel sogno può trovare un palco.

Una storia che continua, scritta da tutti noi

Da “papà del cosplay” — come mi chiamano con affetto molti ragazzi e ragazze che ho visto crescere in questo mondo — vi dico che realtà come questa sono un dono raro. Non solo perché promuovono la cultura pop, ma perché lo fanno con etica, rispetto, dedizione e — lasciatemelo dire — una dose di coraggio che oggi è merce preziosa. Jasmine Mattiocco non ha solo cucito costumi. Ha cucito legami. Ha costruito una famiglia che oggi si chiama IncanTales , e che cresce ogni giorno, alimentata dai sogni di chi non ha mai smesso di credere nella bellezza del gioco, dell’arte e della condivisione.

Se vi riconoscete in tutto questo, se avete voglia di far parte di un racconto collettivo che parla di nerd, di emozioni, di storie e di magia… allora unitevi. Partecipate, commentate, condividete. Perché questa favola non è finita. Anzi, è appena iniziata. E potrebbe essere proprio la vostra la prossima storia da raccontare. 🧡 Condividete questo articolo, raccontateci il vostro primo cosplay o il vostro evento nerd indimenticabile nei commenti, e unitevi alla grande famiglia di IncanTales . Perché ogni storia conta. E oggi, più che mai, è tempo di scriverne una insieme.

Lamaland Cosplay and Games 2025: un tripudio nerd nel cuore medievale di Anagni

C’è un momento magico, quando i vicoli antichi e solenni di un borgo come Anagni si riempiono di luci colorate, di costumi sfavillanti e di musica che vibra nell’aria. Un momento in cui la Storia incontra la Fantasia, e il quotidiano si fonde con l’epico. È accaduto di nuovo, e questa volta con una forza travolgente, in occasione della seconda edizione del Lamaland Cosplay and Games, andata in scena l’11 maggio 2025. Un evento che non è stato solo una fiera, ma un vero e proprio viaggio multisensoriale dentro l’universo della cultura pop, del cosplay, del gioco e dell’inclusività sociale. Già dalle prime luci del giorno, il centro storico di Anagni – con le sue splendide Piazza Cavour e Piazza Papa Innocenzo III – si è trasformato in un gigantesco palco a cielo aperto. Migliaia di appassionati hanno varcato le soglie di questo mondo parallelo, pronti a perdersi tra spade laser, bacchette magiche, mech giganti e creature uscite direttamente da un JRPG o da un manga anni ’90.

Dietro questo trionfo di fantasia e partecipazione c’è la passione dell’Associazione Culturale Lama Forevent, che dopo il successo della prima edizione ha saputo alzare ulteriormente l’asticella, regalando al pubblico una manifestazione ancora più ricca, coinvolgente e – diciamolo – emozionante.

Il cuore pulsante della giornata è stato, senza ombra di dubbio, l’area cosplay, che ha attratto cosplayer da tutta Italia. Artisti, sognatori, performer: ognuno con la propria visione del personaggio, con la propria interpretazione, con l’orgoglio di raccontarsi attraverso stoffe, cuciture, accessori e pose studiate nei minimi dettagli. Sfilate, contest e workshop si sono susseguiti in un vortice creativo che ha lasciato tutti a bocca aperta. Non era solo bellezza estetica, ma anche espressione profonda di una cultura che sa unire passione e impegno. “È la prima volta che mi sento davvero me stessa, in mezzo a persone che capiscono quello che provo”, ci ha detto Giulia, 19 anni, cosplayer di una splendida Mikasa versione steampunk.

A rendere ancora più speciale l’atmosfera, ci hanno pensato gli ospiti d’onore, vere e proprie icone del doppiaggio e della creazione di contenuti nerd. Riccardo Suarez, Rossa Caputo, Luisa Varriale, Ale Mori e Romina Cozzolino hanno dialogato con i fan, firmato autografi e condiviso storie di passione e carriera. Presente anche la brillante Chiara Cecilia Santamaria, conosciuta sul web come @machedavvero, che con il suo carisma ha conquistato il pubblico in un talk tutto dedicato al rapporto tra genitorialità, cultura pop e creatività digitale.

Ma Lamaland non si ferma al cosplay. Il mondo dei giochi da tavolo, giochi di carte collezionabili e giochi di ruolo è stato un altro grande protagonista. In particolare, l’area gaming è diventata una vera e propria oasi per tutti gli appassionati di Yu-Gi-Oh!, Dungeons & Dragons, Magic: The Gathering e tante altre perle del panorama ludico. Grandi e piccoli si sono cimentati in tornei serrati, avventure condivise e momenti di pura adrenalina.

In ogni angolo del centro, l’aria era pervasa da suoni e voci. Musica, danze, esibizioni artistiche e concerti hanno scandito il ritmo della giornata, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza immersiva e continua. Dai flashmob ispirati agli anime cult alle esibizioni vocali delle sigle anni ’80 e ’90, ogni performance è stata un omaggio all’immaginario nerd, capace di unire generazioni diverse sotto lo stesso, meraviglioso cielo.

E in tutto questo tripudio sensoriale, non poteva mancare una curata area food, che ha saputo unire gusto e storytelling. I visitatori hanno potuto assaporare hamburger galattici degni del Millennium Falcon, ramen degno di Naruto e bevande ispirate a Evangelion e Sailor Moon. Una festa del gusto che ha trasformato ogni pausa pranzo in un momento di gioco e scoperta.

Ma Lamaland Cosplay and Games non è solo divertimento. È anche impegno sociale, attenzione all’inclusività, lotta al bullismo e al cyberbullismo. L’Associazione Lama Forevent ha portato avanti con determinazione progetti come “Lama School – Un Ponte verso la socialità”, portando il cosplay nelle scuole per promuovere il rispetto e l’inclusione tra i giovani.Non è tutto: i volontari dell’associazione hanno collaborato con enti ospedalieri per portare supereroi e principesse Disney nei reparti pediatrici, regalando sorrisi e abbracci ai più piccoli. E il raduno organizzato al Romics ha dimostrato ancora una volta che il cosplay può essere una forma potente di aggregazione e supporto per chi si sente emarginato o non compreso.Con lo slogan “La tua passione, la nostra attenzione, verso un mondo più inclusivo e sicuro”, Lamaland si è affermato come un faro nella galassia degli eventi nerd, un esempio virtuoso di come l’amore per il fantastico possa tradursi in un cambiamento concreto e positivo nella società.

Quella dell’11 maggio non è stata solo una data da segnare in calendario. È stata una celebrazione della cultura nerd in tutte le sue sfumature, una dichiarazione d’amore collettiva per il cosplay, il gioco, la creatività e l’identità. Lamaland ha dimostrato che anche un piccolo borgo può diventare l’epicentro di qualcosa di grande, universale, straordinariamente umano.

E ora tocca a voi, cari lettori del CorriereNerd.it! Avete partecipato a Lamaland? Avete scattato foto, conosciuto nuovi amici, vissuto momenti indimenticabili? Raccontatecelo nei commenti e condividete questo articolo sui vostri social. Perché il bello della nostra community è proprio questo: vivere insieme le nostre passioni, una fiera nerd alla volta!

Perché fare cosplay? Un viaggio tra passione, creatività e comunità

Il cosplay è molto più di un semplice hobby: è una forma d’arte, un’espressione creativa e, per molti, un vero e proprio stile di vita. Chiunque si avvicini a questo mondo scopre un universo fatto di costumi spettacolari, interpretazioni appassionate e un senso di appartenenza a una comunità accogliente e solidale. Ma quali sono le ragioni che spingono una persona a indossare i panni di un personaggio immaginario? Perché dedicare ore, giorni o persino mesi alla creazione di un costume? Per capirlo, occorre esplorare le diverse motivazioni che rendono il cosplay un’attività così affascinante e coinvolgente.

L’amore per i personaggi e le storie

Uno dei principali motivi che porta una persona a fare cosplay è l’amore incondizionato per i personaggi e le storie che li accompagnano. I cosplayer trovano ispirazione negli eroi degli anime, nei protagonisti dei videogiochi, nei guerrieri dei fumetti o persino nei personaggi dei film e delle serie TV. Indossare il costume di un personaggio significa rendergli omaggio, dargli vita in un contesto reale e, in un certo senso, fonderne l’identità con la propria.

Interpretare un personaggio non è solo una questione estetica: molti cosplayer studiano a fondo le movenze, le espressioni e i tratti caratteristici di chi stanno impersonando. Alcuni si esercitano davanti allo specchio, altri si ispirano ai doppiaggi originali o alle pose iconiche. Questo processo di immedesimazione consente di entrare più a fondo nel mondo dell’opera originale e di sentirsi, anche solo per un giorno, parte di essa.

La creatività senza confini

Il cosplay è una vera e propria sfida artistica. Creare un costume richiede una combinazione di abilità che spaziano dalla sartoria alla scultura, dalla pittura alla lavorazione di materiali come la schiuma EVA, il worbla o il 3D printing. Ogni progetto rappresenta un’opportunità per apprendere nuove tecniche e migliorare le proprie capacità.

Anche chi non realizza i propri costumi da zero può esprimere la propria creatività attraverso il make-up, le acconciature, gli accessori e la personalizzazione dei dettagli. Il cosplay offre una libertà incredibile, permettendo ai partecipanti di reinterpretare i personaggi in chiave personale, come nel caso dei genderbend (variazioni di genere) o delle versioni originali (original design).

L’adrenalina degli eventi e delle competizioni

Partecipare a una fiera del fumetto o a una competizione cosplay è un’esperienza unica. Il momento in cui si entra in un evento vestiti da un personaggio amato e si viene riconosciuti dagli altri fan è indescrivibile. Le fiere offrono l’opportunità di socializzare con persone che condividono la stessa passione, scattare foto, partecipare a parate e performance.

Le gare cosplay, in particolare, aggiungono un livello ulteriore di coinvolgimento. Salire su un palco e interpretare una scena iconica o un’azione epica davanti a una giuria e a un pubblico rappresenta una sfida emozionante. Alcuni cosplayer realizzano veri e propri spettacoli, combinando recitazione, combattimenti coreografati e effetti scenici sorprendenti.

La comunità: un ambiente inclusivo e solidale

Uno degli aspetti più belli del cosplay è la comunità che lo circonda. Il mondo cosplay è noto per la sua accoglienza e inclusività: non esistono barriere legate all’età, al genere, al corpo o al livello di esperienza. Chiunque può partecipare, indipendentemente dalle proprie capacità artistiche o dalla qualità del proprio costume.

La condivisione di consigli e tecniche è una prassi comune tra i cosplayer. Nei gruppi social e nei forum dedicati, è facile trovare aiuto su come cucire un abito, costruire un’armatura o applicare un make-up specifico. L’atmosfera collaborativa e l’entusiasmo collettivo rendono il cosplay una passione che va oltre il semplice travestimento: diventa un legame tra persone che condividono la stessa passione per l’immaginazione e la creatività.

Il cosplay come crescita personale

Oltre all’aspetto artistico e sociale, il cosplay può essere anche un potente strumento di crescita personale. Molti cosplayer raccontano di aver migliorato la propria autostima grazie a questa passione. Indossare un costume può aiutare a superare la timidezza, sviluppare fiducia in sé stessi e acquisire sicurezza nel rapportarsi con gli altri.

Per alcuni, il cosplay è una forma di espressione che permette di esplorare nuove identità o di abbattere insicurezze personali. La soddisfazione di completare un costume e vedere il proprio impegno riconosciuto dagli altri può essere estremamente gratificante, dando la spinta per affrontare nuove sfide anche al di fuori del mondo nerd.

Conclusione: perché iniziare a fare cosplay?

Il cosplay non è solo un gioco o un passatempo: è un’arte, una sfida e una comunità che accoglie con entusiasmo chiunque voglia partecipare. Che si tratti di un semplice costume comprato online o di una creazione artigianale realizzata con mesi di lavoro, ogni cosplay è una celebrazione della passione e della dedizione.

Chiunque può fare cosplay, senza limiti o restrizioni. Basta la voglia di mettersi in gioco, di sperimentare e, soprattutto, di divertirsi. Perché alla fine, l’essenza del cosplay è proprio questa: vivere, anche solo per un momento, la magia di essere qualcun altro, in un mondo dove tutto è possibile.

Cosplay is not consent: Sensibilizzazione Contro le Molestie e la Sessualizzazione

Il cosplay, acronimo di “costume play”, è molto più di una semplice forma di intrattenimento; è un’espressione artistica che fonde passione, creatività e performance, coinvolgendo milioni di appassionati in tutto il mondo. Questa pratica, che vede i partecipanti indossare costumi ispirati a personaggi tratti da anime, manga, fumetti, videogiochi e film, è diventata un fenomeno globale ampiamente riconosciuto. Tuttavia, dietro l’apparente bellezza dei costumi e delle interpretazioni si celano problematiche sociali e culturali che meritano un’attenta riflessione, in particolare riguardo alle dinamiche di parità di genere e al rispetto per l’individuo.

Il Cosplay come Espressione Artistica

Il cosplay non è semplicemente un atto di travestirsi, ma una forma di espressione che consente a chi lo pratica di immergersi in mondi immaginari, dando vita a storie di avventure, speranze e lotte. Quando una persona sceglie di incarnare un personaggio amato, lo fa per esprimere una parte di sé, per celebrare la propria passione e per condividere un pezzo della propria identità. Non si tratta di un gesto volto alla ricerca di attenzioni o di giudizi superficiali, ma di una creazione che si fonda sull’autoconsapevolezza. Tuttavia, questa libertà creativa è spesso ostacolata da pregiudizi sessisti che riducono il cosplay a una mera vetrina estetica, snaturando il suo vero significato culturale.

Le Donne nel Cosplay: Vittime di Molestie e Discriminazione

Le donne nel mondo del cosplay sono frequentemente oggetto di molestie e discriminazioni. Un fenomeno preoccupante come il “slut shaming” emerge soprattutto quando una cosplayer sceglie di interpretare un personaggio con un costume che può essere percepito come provocante. In questi casi, scatta un meccanismo di colpevolizzazione che trasforma la cosplayer in un oggetto di giudizi negativi, accusandola di svilire l’autenticità del cosplay con una presunta sessualizzazione.

Questa visione riduttiva non giustifica in alcun modo un trattamento invadente. Purtroppo, il focus viene spesso posto sulla superficialità del costume, ignorando che ogni dettaglio è frutto di un atto creativo e personale. Le critiche si concentrano sull’aspetto estetico piuttosto che riconoscere il valore culturale e emotivo di ogni scelta. Questo non solo minaccia la libertà di espressione, ma perpetua dinamiche discriminatorie basate su stereotipi sessisti.

Sessualizzazione e Oggettificazione: Una Questione Sociale

La sessualizzazione nel cosplay non è un fenomeno isolato, ma un riflesso di dinamiche culturali più ampie. I personaggi, soprattutto quelli femminili, sono spesso costruiti con un’estetica ipersessualizzata: abiti succinti e pose provocatorie. Sebbene questa estetica faccia parte di molte opere originali, essa porta a una distorsione della percezione del cosplayer, che viene visto come una proiezione del personaggio piuttosto che come un individuo.

La cultura della sessualizzazione ha come effetto diretto l’oggettificazione del cosplayer, riducendolo a un mero oggetto di desiderio, privandolo della sua individualità. Questo fenomeno contribuisce a una comprensione errata del cosplay, non solo come arte, ma come opportunità per giudicare, sessualizzare o aggredire chi lo pratica. Ciò accade tanto nelle fiere fisiche quanto nelle interazioni online, dove il confine tra espressione artistica e violazione del consenso è sempre più labile.

Episodi di Molestie: Un Problema Persistente

Sfortunatamente, le fiere di cosplay non sono immuni da episodi di molestie. Commenti offensivi, fotografie non richieste, palpeggiamenti indesiderati e altre forme di violenza sono pratiche che si verificano con frequenza, danneggiando l’immagine del cosplay e creando un ambiente ostile per molti partecipanti. Eventi come Lucca Comics & Games e Comicon di Napoli hanno fatto emergere questi problemi con episodi che hanno sollevato interrogativi cruciali sul rispetto delle cosplayer.

L’evento Lucca Comics & Games, uno dei festival più importanti d’Italia, ha messo in luce quanto possa essere grave la situazione, quando un uomo, qualche edizione fa, travestito da confezione di croccantini per cani, ha lanciato biscotti alle donne in costume, accusandole di indossare abiti troppo succinti. Questo gesto ha sollevato numerosi interrogativi sul rispetto che viene riservato alle cosplayer e ha dimostrato quanto sia urgente una riflessione culturale sul comportamento verso le donne all’interno di questi eventi.

Un altro caso che ha suscitato indignazione è quello di Maria Muollo, meglio conosciuta come Faenel, che nel 2024 ha denunciato di essere stata ripresa di nascosto da un uomo durante il Comicon di Napoli. Non solo è stata filmata senza il suo consenso, ma l’uomo ha mostrato un atteggiamento minaccioso quando la cosplayer ha chiesto la rimozione del video. Questo episodio ha messo in evidenza le problematiche di sicurezza durante le fiere, un tema che richiede una discussione urgente. L’organizzazione del Comicon ha prontamente avviato un’indagine interna per accertare i fatti e prendere provvedimenti. Questo è solo uno degli innumerevoli esempi che evidenziano la necessità di garantire eventi sicuri e rispettosi per tutti i partecipanti.

La sicurezza, purtroppo, continua a essere una questione irrisolta in molti eventi cosplay. Durante il festival Cartoon Club di Rimini 2024, un altro episodio di molestie ha coinvolto una cosplayer, palpeggiata da un uomo mentre si trovava vicino a uno stand. Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, l’uomo è stato identificato e rilasciato, mentre la vittima non ha ancora formalizzato la denuncia. Questo caso conferma che le fiere, purtroppo, non sono esenti da episodi di violenza e molestie, ribadendo l’importanza di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere i partecipanti durante eventi affollati.

Oggi, il cosplay non si limita più ai contesti fisici, ma si estende anche al mondo digitale, attraverso piattaforme come Patreon e OnlyFans. Queste realtà permettono ai cosplayer di monetizzare il proprio lavoro e di creare contenuti anche sensuali, ma la sensualizzazione dei costumi è spesso criticata da una parte della comunità, che la considera un elemento che svilisce l’essenza del cosplay. È fondamentale ricordare che ogni cosplayer ha il diritto di scegliere come esprimersi, e nessun tipo di abbigliamento dovrebbe essere correlato al rischio di molestie o aggressioni. Le aggressioni, infatti, avvengono a prescindere da quanto una persona possa essere vestita.

Recentemente, purtroppo, diverse testimonianze hanno denunciato episodi di abusi fisici e psicologici all’interno della community cosplay italiana. Alcune ragazze, tra cui Alessia Boccola, Arianna Gaspardo (@reddieblack), Martina Bubi (@bubi.cosplay), Poison Demi ed Elisa Merchiori (@elisamerch), hanno condiviso pubblicamente le loro esperienze, rivelando comportamenti inaccettabili attribuiti a tre individui noti nella comunità. Le loro dichiarazioni, disponibili sui social nei loro rispettivi profili, hanno acceso i riflettori su una realtà preoccupante, alla quale si sono aggiunte ulteriori voci di chi ha vissuto situazioni simili o ne è stato testimone. È emerso inoltre che alcuni episodi erano già noti, ma il silenzio ha spesso prevalso. Questa vicenda sottolinea la necessità di denunciare, sostenere le vittime e promuovere una maggiore consapevolezza. Durante eventi e fiere, è fondamentale segnalare eventuali episodi di molestia alla sicurezza, agli organizzatori o, se necessario, alle forze dell’ordine. La community cosplay deve rimanere uno spazio sicuro e inclusivo, basato sul rispetto e sul supporto reciproco.

Cosplay Is not consent

Per contrastare questo fenomeno e sensibilizzare il pubblico sul tema del consenso e del rispetto, è nato il movimento “Cosplay is not consent”, ovvero “Cosplay non significa consenso”. Si tratta di una campagna di informazione e prevenzione che si propone di diffondere il messaggio che il fatto di indossare un costume non implica l’accettazione di qualsiasi tipo di contatto o interazione da parte degli altri, e che i cosplayer hanno il diritto di decidere chi, come e quando può avvicinarsi a loro, parlare con loro o fotografarli.

Il movimento “Cosplay is not consent” è emerso intorno al 2012, grazie alla testimonianza e alla mobilitazione di molti cosplayer che hanno denunciato le molestie subite nelle varie convention in cui hanno partecipato. Attraverso i social network, i blog e i siti web dedicati al cosplay, hanno condiviso le loro esperienze, le loro emozioni e le loro richieste di cambiamento, creando una rete di solidarietà e di supporto tra di loro. Inoltre, hanno realizzato dei cartelli, dei volantini e dei badge con lo slogan “Cosplay is not consent”, che hanno esposto e distribuito nelle manifestazioni, per rendere visibile il problema e coinvolgere anche gli altri partecipanti.

Il movimento ha avuto un impatto positivo sulla cultura e sull’organizzazione delle convention, che hanno iniziato a prestare maggiore attenzione alla sicurezza e al benessere dei cosplayer. Alcune manifestazioni, come il New York Comic Con, hanno adottato una politica di tolleranza zero verso le molestie, e hanno esposto dei cartelli con il messaggio “Cosplay is not consent” all’ingresso e nei vari punti del centro espositivo¹. Altre, come il RuPaul’s DragCon, hanno esteso il concetto anche al drag, con il motto “Drag is not consent”. Inoltre, sono stati creati dei gruppi e delle associazioni, come il Cosplayer Survivor Support Network, che offrono risorse e assistenza ai cosplayer che hanno subito abusi, e che valutano le procedure di sicurezza delle varie convention, per informare i fan su come le molestie vengono gestite.

Il movimento “Cosplay is not consent” ha contribuito a creare una maggiore consapevolezza e una maggiore responsabilità tra i partecipanti alle manifestazioni nerd, ma non ha ancora eliminato completamente il problema delle molestie ai cosplayer. Molti di loro, infatti, continuano a subire episodi di violenza e di umiliazione, e a dover adottare delle strategie di auto-difesa, come evitare di indossare costumi troppo rivelatori, andare sempre in gruppo o portare con sé degli spray al peperoncino³. Per questo, è necessario che il movimento continui a crescere e a diffondersi, coinvolgendo non solo i cosplayer, ma anche gli organizzatori, i media, le istituzioni e la società civile, per garantire il rispetto e la dignità di chi pratica il cosplay, e di chiunque esprima la propria identità e la propria creatività in modo libero e autentico.

Analisi e Cultura del Rispetto

Il cosplay rappresenta una forma di espressione artistica che ha la capacità di abbattere le barriere culturali, unendo persone di diverse origini, storie e passioni attraverso l’amore condiviso per i personaggi e gli universi immaginari. Sebbene il fenomeno del cosplay sia cresciuto notevolmente negli ultimi decenni, diventando una pratica riconosciuta e celebrata a livello globale, sono ancora presenti problematiche significative che ne minano il pieno sviluppo come forma inclusiva e rispettosa. Tra queste problematiche, le molestie nei confronti dei cosplayer   continuano a essere un fenomeno preoccupante, sia durante eventi dal vivo che sulle piattaforme digitali. Da una prospettiva sociologica, le molestie nel cosplay possono essere analizzate alla luce delle dinamiche di potere e controllo sociale. Il corpo del cosplayer diventa, così, un territorio conteso, dove la libertà di espressione individuale si scontra con le aspettative sociali e i pregiudizi. La percezione errata che un costume rivelatore sia un invito a interazioni non richieste riflette una cultura ancora radicata in dinamiche di dominio e oggettificazione. Questo fenomeno non riguarda solo la sfera privata del cosplayer, ma contribuisce a plasmare la percezione sociale di questa arte, riducendo l’interpretazione di un personaggio a un’azione che può essere vista come un’opportunità per giudicare, sessualizzare o aggredire.

La risposta della comunità cosplay a tali problematiche si è tradotta in numerose iniziative. Le campagne di sensibilizzazione come “Cosplay is Not Consent” (“Il cosplay non è consenso”) sono state fondamentali nel sensibilizzare il pubblico e promuovere un rispetto reciproco. Parallelamente, alcune fiere e piattaforme online hanno rafforzato le loro politiche interne, adottando regolamenti chiari contro le molestie e creando spazi di supporto per le vittime di abusi. Questi sforzi, sebbene importanti, non sono sufficienti da soli a risolvere la questione, e richiedono un continuo impegno per garantire che ogni individuo possa vivere il cosplay in modo sicuro e rispettoso.

Per affrontare efficacemente il problema della sessualizzazione e delle molestie nel cosplay, è necessario adottare un approccio multidisciplinare che coinvolga diverse aree di intervento. In primo luogo, è essenziale promuovere una cultura del rispetto attraverso campagne educative mirate e workshop durante le convention. Inoltre, le fiere e gli eventi dovrebbero dotarsi di codici di condotta più rigorosi, con sanzioni chiare per chi non rispetta le regole, creando anche punti di supporto immediato per le vittime di molestie. Le piattaforme digitali, dal canto loro, devono rafforzare gli strumenti di moderazione per prevenire abusi online, implementando funzioni di segnalazione e rimozione di contenuti inappropriati. Infine, è fondamentale offrire supporto psicologico alle vittime di molestie, creando spazi sicuri dove queste possano ricevere assistenza e sostegno emotivo.

Il cosplay, infatti, è molto più di una semplice esibizione estetica: è una forma di espressione personale e creativa che merita di essere rispettata nella sua integrità. Le esperienze negative legate alla sessualizzazione e alle molestie non devono offuscare il valore profondo di questa arte, ma piuttosto fungere da stimolo per una maggiore consapevolezza sociale e culturale. Solo attraverso il rispetto reciproco, la comprensione e il sostegno collettivo il cosplay potrà continuare a crescere come una vera e propria forma d’arte, in grado di celebrare la diversità, la passione e la creatività di ogni individuo.

Un’analisi psicologica e sociologica della sessualizzazione nel cosplay evidenzia come le rappresentazioni mediatiche di alcuni personaggi, soprattutto quelli femminili, contribuiscano a rinforzare la percezione errata che i cosplayer che li impersonano siano oggetti di desiderio, piuttosto che artisti che esprimono affetto o ammirazione per il personaggio stesso. L’influenza dell’industria dell’intrattenimento e dei media alimenta stereotipi che si riflettono anche nel cosplay, dove le donne, in particolare, sono spesso costrette a confrontarsi con una percezione esterna che enfatizza la sensualità piuttosto che il talento interpretativo. Le molestie sono, dunque, il risultato di una cultura che non riesce a superare le sue radici patriarcali e che continua a oggettivizzare il corpo femminile, riducendo la libertà di espressione delle donne.

Per contrastare questo fenomeno, è fondamentale un impegno costante. Campagne educative, normative più severe, moderazione online e supporto psicologico sono misure indispensabili per tutelare i cosplayer e garantire che fiere e piattaforme digitali diventino spazi sicuri, in cui ogni partecipante possa esprimere liberamente la propria passione senza temere molestie o aggressioni. Solo attraverso una maggiore sensibilizzazione e un impegno collettivo, il cosplay potrà tornare ad essere quello che dovrebbe essere: un rifugio creativo, un luogo dove ogni individuo può essere libero di esprimersi senza paura di essere giudicato, molestato o sessualizzato.

Manifesto Programmatico: Inclusione e Diversità nel Cosplay

Il cosplay non è solo un hobby, ma una forma d’arte che permette di esprimere la propria identità, superare barriere sociali e creare una comunità inclusiva e accogliente. Per garantire che questa pratica rimanga un’esperienza positiva e aperta a tutti, è essenziale adottare principi di inclusione e rispetto, valorizzando la diversità come un elemento fondamentale.

1. Il Cosplay è per Tutti
Indipendentemente dall’età, dal genere, dall’etnia, dall’orientamento sessuale o dalle capacità fisiche, ogni individuo ha il diritto di esprimersi attraverso il cosplay. La rappresentazione dei personaggi non deve essere vincolata da stereotipi o canoni estetici imposti, ma deve celebrare la libertà individuale e la creatività.

2. Superare gli Stereotipi
Il cosplay non deve essere visto come un’attività infantile o superficiale, ma come un potente mezzo di espressione artistica e personale. È importante combattere i pregiudizi che riducono questa pratica a una semplice esibizione o a una forma di esibizionismo, riconoscendo il valore culturale e sociale che porta con sé.

3. Accoglienza e Rispetto nella Comunità
La comunità cosplay deve essere un ambiente sicuro e accogliente per tutti. Il rispetto reciproco è essenziale: ogni cosplayer deve sentirsi libero di interpretare il personaggio che preferisce senza paura di giudizi negativi o discriminazioni.

4. Il Consenso è Fondamentale
Partecipare al cosplay non significa accettare qualsiasi tipo di interazione o contatto non richiesto. La campagna “Cosplay is not Consent” deve essere un principio cardine di ogni evento: chiunque desideri scattare foto o interagire con un cosplayer deve prima chiedere e ottenere il suo consenso.

5. Combattere il Body Shaming
Nessuno dovrebbe sentirsi escluso dal cosplay a causa del proprio aspetto fisico. Ogni corpo è adatto al cosplay, e il body shaming è un comportamento inaccettabile che deve essere contrastato con fermezza all’interno della comunità.

6. Valorizzare le Diverse Identità di Genere
Il cosplay offre un’opportunità unica per esplorare l’identità di genere in modo libero e senza restrizioni. Il crossplay e il gender-bending devono essere celebrati come forme di espressione autentiche e legittime, senza che nessuno venga discriminato per le proprie scelte.

7. Supporto ai Cosplayer con Disabilità
Gli eventi cosplay devono garantire accessibilità e inclusività per tutti i partecipanti. La presenza di strutture adeguate e l’adozione di misure di supporto sono fondamentali per permettere a chiunque di vivere appieno l’esperienza del cosplay senza barriere.

8. Prevenzione delle Molestie e delle Discriminazioni
Le fiere e le convention devono adottare politiche chiare contro le molestie e la discriminazione. Devono essere istituiti punti di ascolto e supporto per chi subisce abusi o comportamenti inappropriati, e gli organizzatori devono impegnarsi attivamente per garantire un ambiente sicuro.

9. Educazione e Sensibilizzazione
L’inclusione e la diversità nel cosplay devono essere promosse attraverso campagne di sensibilizzazione, workshop e iniziative educative. La comunità deve essere informata sui temi della rappresentazione, del rispetto e dell’integrazione, favorendo una crescita culturale collettiva.

10. Il Cosplay Come Strumento di Empowerment
Il cosplay non è solo divertimento, ma può avere un impatto positivo sul benessere psicologico di chi lo pratica. Può aiutare a sviluppare autostima, fiducia in se stessi e capacità di socializzazione. Ogni persona che si avvicina al cosplay deve sentirsi incoraggiata a esprimere il proprio potenziale senza timori o limitazioni.

Questi dieci principi rappresentano una base per costruire un ambiente cosplay più inclusivo, rispettoso e aperto a tutti. Il cosplay è un’arte che si crea e si vive insieme, e solo attraverso il rispetto reciproco e la valorizzazione della diversità possiamo garantire che questa meravigliosa forma di espressione rimanga un luogo sicuro e accogliente per tutti.

Buone pratiche da adottare immediatamente!

La comunità cosplay italiana è cresciuta nel tempo, diventando un ambiente vivace e ricco di creatività, dove la passione per i costumi e i personaggi prende vita. Per mantenere un clima sereno e inclusivo, è importante adottare alcune buone pratiche che rendano l’esperienza piacevole per tutti.

Il rispetto reciproco è essenziale: ogni cosplayer dovrebbe sentirsi libero di interpretare il personaggio che ama, senza temere giudizi o critiche. Commenti negativi sull’aspetto fisico, sul genere o sulla fedeltà del costume possono minare la fiducia e il divertimento di chi partecipa. Un altro principio fondamentale è il consenso. Prima di scattare una foto o interagire con un cosplayer, è sempre bene chiedere il permesso. Il movimento “Cosplay is not Consent” ricorda che indossare un costume non significa accettare attenzioni indesiderate, e gli organizzatori degli eventi dovrebbero garantire un ambiente sicuro per tutti.

L’inclusione gioca un ruolo chiave nella comunità. Ogni appassionato, indipendentemente dall’identità di genere, dall’orientamento sessuale, dall’etnia o dalle capacità fisiche, dovrebbe sentirsi accolto e rispettato. Rendere gli eventi accessibili e adottare misure contro ogni forma di discriminazione aiuta a creare un ambiente più aperto e sereno.

Un altro aspetto importante è la sensibilizzazione. Workshop, dibattiti e momenti di confronto possono aiutare a diffondere la cultura del rispetto e a integrare meglio chi si avvicina per la prima volta al mondo del cosplay. Infine, il supporto reciproco è ciò che rende speciale questa comunità. Scambiarsi consigli, aiutarsi nella realizzazione dei costumi e condividere la propria esperienza contribuisce a creare legami e a far sentire tutti parte di qualcosa di più grande.

Seguire queste semplici regole aiuta la comunità cosplay italiana a restare un ambiente positivo e stimolante, dove ciascuno può esprimersi senza paura di giudizi. Il cosplay è prima di tutto un’arte e un momento di divertimento collettivo, e solo con il rispetto e la valorizzazione della diversità potrà continuare a crescere.

 

#WBHappyParty: Vinci un’esperienza di doppiaggio e tanti premi con il cosplay Warner Bros.

Sei un appassionato dei personaggi Warner Bros. e sogni di vivere un’esperienza unica legata al mondo del cosplay? Allora non puoi perderti l’occasione di partecipare al concorso che ti offre la possibilità di vincere incredibili premi, tra cui un’esperienza di doppiaggio in una sala di registrazione professionale a Roma e ben 50 carnet cinema validi per la visione dei film Warner Bros.Il cosplay dei personaggi Warner Bros., come quelli della saga di Harry Potter o dei supereroi DC Comics, è una delle attività più amate dai fan della cultura pop. Ma cosa rende così speciale il cosplay di questi personaggi iconici? Ecco alcuni motivi per cui questa passione può trasformarsi in un’esperienza davvero gratificante.

Innanzitutto, c’è una forte connessione emotiva con i personaggi. I protagonisti di universi come quello di Harry Potter, Batman, Superman e Wonder Woman sono stati parte integrante della vita di milioni di fan in tutto il mondo. Che si tratti di libri, film, fumetti o videogiochi, questi personaggi hanno avuto un impatto significativo sulla crescita e sui valori di molti. Il cosplay permette di esprimere questa connessione in modo tangibile, trasformando una semplice passione in una vera e propria forma di espressione personale.

Un altro vantaggio del cosplay dei personaggi Warner Bros. è la loro iconografia. Questi personaggi sono tra i più riconoscibili al mondo. Indossare un costume da Harry Potter o da Wonder Woman, per esempio, è un biglietto diretto per entrare in contatto con altri appassionati, che riconosceranno immediatamente il personaggio e lo apprezzeranno. Ogni cosplay diventa quindi un’opportunità per connettersi con la cultura pop e con una comunità di fan che condivide la stessa passione.

La varietà di stili e design è un altro elemento che rende il cosplay dei personaggi Warner Bros. davvero affascinante. Dall’iconico mantello di Harry Potter alla corazza di Batman, i personaggi offrono una vasta gamma di opzioni per creare costumi. Ogni cosplayer ha la possibilità di esplorare diverse tecniche sartoriali, dalla creazione di accessori artigianali alla scelta dei tessuti, permettendo di realizzare interpretazioni uniche e personalizzate. Il cosplay diventa quindi una vera e propria forma d’arte. Un altro aspetto che rende il cosplay di Warner Bros. così coinvolgente è il senso di comunità che si crea. Partecipare a convention, eventi di cosplay e contest permette ai fan di unire le proprie forze e di socializzare con persone che condividono la stessa passione. È un’opportunità per fare nuove amicizie, scambiarsi idee e, naturalmente, mostrare i propri costumi. La cultura del cosplay è infatti un potente collante che unisce i fan in un’esperienza collettiva di celebrazione.Inoltre, i cosplayer amano spesso esplorare interpretazioni creative dei personaggi. Non è raro vedere versioni alternative o reinterpretate di Harry Potter, come ad esempio una versione steampunk, o di Batman, magari in una versione più dark o futuristica. Queste reinterpretazioni offrono la possibilità di esprimere la propria visione personale del personaggio, dando spazio alla creatività e all’immaginazione. Infine, il cosplay dei personaggi Warner Bros. offre un forte senso di appartenenza. Quando si indossa il costume di un personaggio che ha segnato la propria infanzia o adolescenza, si entra in un mondo che va oltre la semplice fruizione di un contenuto. Il cosplay diventa un modo per far parte di un universo che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, creando un legame profondo con altre persone che condividono la stessa passione.

Partecipare al concorso Warner Bros. è un’opportunità unica per vivere tutte queste emozioni. Per partecipare, basta acquistare i costumi e gli accessori ufficiali ispirati ai personaggi Warner Bros., seguire la pagina Warner Bros. Pictures e condividere il proprio look taggando @warnerbrositalia o usando l’hashtag #WBHappyParty. Le foto o i video del tuo cosplay possono essere inviati tramite DM seguendo le indicazioni fornite. Non perdere l’occasione di vincere fantastici premi, tra cui un’esperienza di doppiaggio in una sala di incisione a Roma e carnet cinema per guardare i film Warner Bros. fino all’08 marzo 2025!

Quindi, se sei un fan dei personaggi Warner Bros. e desideri esprimere la tua passione attraverso il cosplay, questa è la tua occasione per entrare a far parte di una comunità globale di appassionati e vivere un’esperienza che ti farà sentire come un vero protagonista di un film.

Astrasthetic: la nuova stella del cosplay tra passione, creatività e community

Nel panorama sempre più variegato del cosplay, una nuova voce si è fatta strada per affermarsi con determinazione e talento: Astrasthetic, conosciuta semplicemente come Astra. Questa giovane cosplayer italo-polacca è emersa sui social all’inizio del 2024, ma la sua passione per il cosplay affonda le radici nel 2020, un anno che ha segnato per lei l’inizio di un percorso di scoperta e crescita artistica. Il viaggio di Astra nel mondo del cosplay inizia con un’esperienza che molti appassionati conoscono bene: la prima fiera. Nel 2020, entrando per la prima volta in quel magico universo fatto di costumi, colori e persone accomunate dalla stessa passione, Astra ha capito di aver trovato un luogo a cui appartenere. La pandemia, però, ha interrotto bruscamente gli eventi dal vivo, spingendola a trasformare il suo entusiasmo in azione: la creazione del suo primo costume. La scelta non poteva che cadere su Misa Amane, la protagonista dark e magnetica di Death Note, il suo anime preferito. Quel progetto, nato quasi per caso, è diventato il simbolo della sua intraprendenza, ponendo le basi per il futuro di Astrasthetic nel mondo del cosplay.

Il 2022 segna una svolta: Astra partecipa per la prima volta a una fiera in cosplay, riscuotendo un successo immediato. Complimenti, foto e il calore della community le hanno fatto capire che il cosplay non sarebbe rimasto solo un passatempo, ma una parte fondamentale della sua vita. Nel 2024, la decisione di aprire il suo account Instagram, @astrasthetic, rappresenta un nuovo capitolo. Il nome scelto è ricco di significati: “Astra” è un omaggio al manga Astra: Lost in Space, una delle sue opere preferite, mentre “aesthetic” riflette il suo desiderio di rendere il profilo un luogo dedicato alla bellezza e all’arte del cosplay.

Personaggi che parlano di lei: dal manga ai videogiochi

Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Astra è la cura con cui sceglie i personaggi da interpretare. Ogni cosplay è una finestra su ciò che lei stessa è, rispecchiando la sua personalità e il suo stile. Tra i suoi lavori più iconici spiccano Marin di My Dress-Up Darling, Emma di The Promised Neverland e Toga di My Hero Academia. Ma è Pardofelis, dal videogioco Honkai Impact 3rd, il personaggio che più di tutti incarna la sua passione. Questo cosplay è diventato un vero e proprio simbolo del suo account, grazie anche a set fotografici straordinari come quello realizzato con @billy_cash allo Space Dreamers.

La forza della community e l’importanza dell’ispirazione

Nel mondo del cosplay, Astra non è sola. La sua ispirazione principale è MochiChuu, una cosplayer di fama per la cura nei dettagli dei suoi set fotografici, ma Astra trova motivazione anche nella rete di amici e collaboratori che ha costruito nel tempo. Fotografi come @nick._.pics e @aikophotozz sono stati fondamentali non solo per i suoi progetti, ma anche per farla sentire parte di una community inclusiva e accogliente.

Uno degli elementi distintivi di Astra è la sua capacità di dare vita a cosplay autentici e originali senza ricorrere a budget esorbitanti. Molti dei suoi costumi sono closet cosplay o acquistati di seconda mano, mentre accessori e dettagli vengono realizzati a mano, spesso con l’aiuto del padre, un esperto modellista. Carta, legno e persino uncinetto diventano strumenti per creare, dimostrando che la vera arte sta nella creatività e nell’impegno, non nella spesa.

Il cosplay come passione e sfida

Come ogni cosplayer, Astra ha affrontato anche momenti difficili. Racconta di quanto possa essere complicato scattare set in esterni, dove l’arte del cosplay è talvolta fraintesa o giudicata. Nonostante queste esperienze, Astra resta fedele alla sua visione: il cosplay è una forma d’espressione, un modo per divertirsi e celebrare le proprie passioni.

Un messaggio per il futuro: il cosplay è per tutti

Guardando al futuro, Astra spera di poter continuare a crescere e a esplorare questo mondo per molti anni. Il suo messaggio a chi si avvicina al cosplay è chiaro: “Non importa quanto spendi o quanto il tuo costume sia fedele all’originale. Il cosplay è creatività, passione e, soprattutto, divertimento. Siate voi stessi!”

Seguire il profilo Instagram di Astrasthetic significa entrare in un universo fatto di dedizione, talento e voglia di condividere. Il viaggio di Astra è una celebrazione del cosplay come arte capace di unire, ispirare e creare bellezza.

“Anatomy of a Cosplayer”: un viaggio dietro le quinte del cosplay con James Hannon

Cosplay. Solo pronunciare questa parola può scatenare una valanga di immagini e reazioni: supereroi in fiera, parate spettacolari, anteprime di film e persino eventi di beneficenza. È un mondo fatto di maschere, costumi e personaggi di ogni genere, dai fumetti ai videogiochi, fino ai meme più improbabili. Ma dietro queste armature scintillanti e costumi elaborati ci sono persone comuni: medici, poliziotti, avvocati, informatici… in poche parole, gente come noi. E chi meglio di James Hannon, cosplayer di lunga data, poteva raccontare questo universo? Con il suo libro “Anatomy of a Cosplayer: Tales From Behind the Mask”, ci porta dentro le vite e le storie di chi ha trasformato una passione in una forma d’arte.

Cos’è il cosplay (e perché ci affascina così tanto)

Il libro non si limita a spiegare che cos’è il cosplay (se ancora non lo sapete, si tratta di creare e indossare costumi che rappresentano personaggi della cultura pop). Hannon va oltre, esplorando perché le persone si immergono in questo mondo. Racconta di come è nato tutto, con i primi fan di Star Trek e Star Wars, e ci accompagna fino al cosplay moderno, una comunità globale dove chiunque può essere un eroe (o un villain, perché no?).

La parte più bella del libro? Le storie. Hannon ha raccolto le esperienze di oltre 70 cosplayer, persone che condividono le loro gioie, sfide e, sì, anche i momenti imbarazzanti. Scoprirete come costruiscono i costumi, come affrontano le difficoltà di questo hobby – e persino come sopravvivono al caos di una convention.

Ma non aspettatevi solo un manuale tecnico. Anatomy of a Cosplayer è anche una celebrazione dell’umanità dietro i costumi: persone che, grazie al cosplay, hanno trovato un modo per esprimersi, divertirsi e connettersi con gli altri.

L’autore: un nerd in prima linea

James Hannon non è uno che guarda il cosplay da lontano. È uno di quelli che ci mette la faccia (e il costume). Da Stormtrooper a Cylon, passando per supercattivi e wrestler, Hannon ha visto il cosplay crescere da una nicchia di appassionati a un fenomeno globale. E il bello è che non ha mai perso il senso dell’umorismo.

Cresciuto nel Bronx negli anni ’70, probabilmente non immaginava che un giorno avrebbe passato anni della sua vita a indossare spandex e armature di plastica. Eppure, eccolo qui: un cosplayer con un amore smisurato per la cultura nerd e una capacità unica di raccontarne i retroscena.

Perché leggere questo libro?

Se siete curiosi di sapere perché il cosplay è più di “giocare a travestirsi”, questo libro fa per voi. È divertente, emozionante e pieno di informazioni. Imparerete a conoscere i cosplayer, le loro avventure e i loro sacrifici. Scoprirete le grandi organizzazioni che uniscono i fan di tutto il mondo e capirete come il cosplay sia diventato una parte fondamentale della cultura nerd. E la cosa migliore? È scritto da qualcuno che ci è dentro fino al collo. Hannon sa di cosa parla, e il suo entusiasmo è contagioso. Insomma, che siate veterani del cosplay o semplicemente curiosi, “Anatomy of a Cosplayer” è una lettura che vale il vostro tempo. Preparatavi a ridere, emozionarvi e, magari, a trovare l’ispirazione per il vostro prossimo costume!

Divertimento Senza Età – Cosplay e Fiere del Fumetto

Amici nerd e appassionati di cosplay, oggi voglio parlarvi di un libro che merita davvero la vostra attenzione. Si tratta di “Divertimento senza età – Cosplay e fiere del fumetto, un’opera unica nel suo genere scritta da Luigi Falanga, un autore che ha saputo unire passione, competenza e una buona dose di esperienza personale per raccontare il mondo del cosplay in modo coinvolgente e autentico.

Il libro si divide in due parti ben distinte ma ugualmente interessanti. La prima sezione è più tecnica e offre una guida pratica dedicata a chi vuole scoprire o migliorare le proprie abilità nel cosplay. È un’immersione dietro le quinte di questa fantastica arte, con dettagli utili per la realizzazione dei costumi e un’analisi del fenomeno delle fiere del fumetto. La seconda parte, invece, è molto più personale: Luigi ci porta con sé in un viaggio attraverso le sue esperienze in fiera, raccontando aneddoti e incontri che hanno segnato il suo percorso. In questa sezione ci sono anche omaggi dedicati ai cosplayer che lo hanno ispirato, rendendo il racconto ancora più intimo e ricco di emozione.

Un elemento che spicca nel libro è l’attenzione ai valori. Luigi non si limita a descrivere il cosplay, ma riflette anche su temi importanti come il riciclo e il riuso, proponendo un approccio sostenibile a un hobby che spesso richiede tanta creatività anche nel gestire le risorse. Inoltre, affronta un tema caldo nella community: i flame e le polemiche. Con toni equilibrati e saggi, invita i lettori a privilegiare il rispetto e la collaborazione, per costruire una comunità più unita e accogliente.

Tra i momenti più emozionanti del libro ci sono i tributi che Luigi dedica a due figure speciali. Il primo è Alessandro Mazza, che lui definisce “l’amico dei cosplayer”. Alessandro ha avuto un ruolo fondamentale nel far conoscere a Luigi molte persone che hanno influenzato la sua esperienza, tra cui Gaia Giselle, una delle sue fonti di ispirazione. Il secondo tributo è per Giada Robin, un omaggio che mescola passione per il cosplay e amore per la musica, mostrando quanto l’autore sia stato ispirato dal suo percorso dal 2017 in poi.

Ma chi è Luigi Falanga? Nato a Pesaro nel 1984, Luigi ha sempre avuto una grande passione per la lettura e la scrittura, come dimostra una foto della sua infanzia che lo ritrae con un libro in mano. Oltre a essere uno scrittore prolifico, con la sua prima opera pubblicata nel 2010-2011, Luigi ha un background accademico solido, con due lauree in materie giuridiche. È stato anche presidente dell’Associazione Culturale “8Muse”, con cui ha promosso eventi artistici e culturali fino al 2022.

“Divertimento senza età” non è solo un libro sul cosplay, ma un invito a scoprire un mondo fatto di creatività, amicizia e divertimento senza limiti. È una lettura perfetta per chi vuole avvicinarsi a questa realtà o per chi la vive già e vuole riscoprirla attraverso gli occhi di un appassionato. Se cercate un libro che sappia emozionarvi e al tempo stesso farvi riflettere, questo è quello che fa per voi. Non ve ne pentirete!

Cosplay: quando la passione diventa sexy! : Evoluzione o deriva di un’Arte?

Negli ultimi anni, il mondo del cosplay sta vivendo una trasformazione che definire “dirompente” è quasi riduttivo. Da innocente passatempo per appassionati di anime, manga, videogiochi, fumetti e cinema fantasy, il cosplay si è evoluto – o forse sarebbe più corretto dire “mutato” – in un universo dove la spettacolarizzazione del corpo e la sessualizzazione dei personaggi sembrano diventati elementi centrali. Non è raro, oggi, imbattersi in costumi decisamente provocanti, in cosplay che puntano dritti sull’estetica sexy, se non esplicitamente erotica. Ma a quale prezzo? E soprattutto: è ancora corretto chiamarlo cosplay, oppure stiamo parlando di qualcos’altro?

Quando mi sono avvicinato per la prima volta al cosplay, ormai più di vent’anni fa, era pura magia. Ricordo le prime edizioni di Lucca Comics, i primi raduni improvvisati davanti ai fumetterie, i costumi cuciti a mano con pazienza certosina e il tremolio d’emozione nello sfoggiare per la prima volta l’armatura del proprio personaggio preferito. Era tutto passione, dedizione, amore per un universo immaginario che si voleva rendere reale almeno per un giorno. Oggi, invece, il cosplay è anche – e in certi casi soprattutto – uno strumento di visibilità, monetizzazione e, per alcuni, una vera e propria carriera.

Con l’avvento dei social media e la diffusione di piattaforme come Patreon e OnlyFans, il confine tra arte del travestimento e contenuto per adulti si è fatto sempre più sfumato. Certo, da sempre nei fumetti (americani, giapponesi o italiani che siano) le figure femminili sono rappresentate con costumi attillati, scollature vertiginose e pose da pin-up. Stessa cosa, sebbene per motivi diversi, accade anche per i personaggi maschili, spesso idealizzati come superuomini muscolosi e iper-performanti. Ma interpretare un personaggio non significa necessariamente accentuarne solo l’aspetto fisico. Eppure, sembra che oggi, per avere successo nel mondo del cosplay, sia quello l’elemento su cui puntare.

È diventata una prassi quasi scontata: una cosplayer crea un account Instagram o TikTok, posta contenuti sensuali, apre un canale su Patreon o OnlyFans, e inizia a monetizzare. Non sto dicendo che ci sia qualcosa di sbagliato nel guadagnare con il proprio talento – anzi, è una cosa meravigliosa che una passione possa diventare un lavoro – ma mi chiedo dove finisca la passione e dove inizi il marketing del corpo. Siamo ancora nel regno del cosplay o ci siamo spostati in quello della soft-erotica?

La verità, forse, sta nel mezzo. Perché è innegabile che dietro ogni foto, ogni video, ogni post accattivante ci sia comunque un lavoro enorme. Realizzare un costume, anche se sexy, richiede studio, abilità manuale, conoscenze sartoriali, make-up, fotografia e spesso anche montaggio video. Non basta essere belli o in forma: ci vuole dedizione. Quindi sì, molti cosplayer sono diventati veri e propri professionisti e meritano di essere trattati come tali. Ma questo non cancella la sensazione che qualcosa sia cambiato in modo irreversibile.

OnlyFans, ad esempio, è un terreno scivoloso. Nato per offrire un contatto diretto tra creatori e fan, si è ben presto trasformato in una piattaforma dominata da contenuti per adulti. Cosplayer che inizialmente lo usavano per condividere tutorial, set fotografici o making-of dei costumi, si sono trovati nella posizione di dover “alzare la posta” per mantenere l’interesse degli abbonati. Molti hanno scelto consapevolmente di puntare su contenuti sempre più spinti, altri lo hanno fatto per sopravvivere nell’algoritmo della visibilità. Il risultato è un ecosistema in cui la sessualizzazione è diventata quasi una moneta di scambio.

Il problema non sta tanto nel mostrare il proprio corpo – ognuno è libero di esprimersi come vuole – quanto nel rischio di ridurre l’arte del cosplay a una vetrina sensuale. Quando il focus si sposta interamente sull’apparenza sexy, si perde il cuore del cosplay: l’interpretazione, l’empatia con il personaggio, la narrazione visiva. Non dovrebbe trattarsi solo di “chi ha il costume più scollato”, ma di “chi ha saputo incarnare meglio quell’eroe o quell’eroina che ci ha fatto sognare”.

E poi c’è l’effetto collaterale più subdolo: le critiche sessiste. Le cosplayer che scelgono di mostrarsi vengono spesso bersagliate da commenti volgari, insulti o insinuazioni. Una mentalità retrograda e maschilista che, purtroppo, continua a infestare anche la nostra nerd community. Come se una donna che interpreta un personaggio sexy debba per forza “meritarsi” l’oggettificazione. Non è così. Non lo è mai stato. E come redattori, fan, appassionati e membri della community, dobbiamo essere i primi a dirlo.

Alla fine, il cosplay resta un atto d’amore. Che si scelga di farlo per gioco, per arte o per lavoro, poco importa. L’importante è non perdere di vista ciò che ci ha fatto innamorare di questa forma di espressione: la possibilità di vivere, anche solo per un momento, in un altro mondo. Di diventare il nostro personaggio preferito. Di raccontare una storia senza bisogno di parole.

E ora tocca a voi, compagni di nerdaggine: cosa ne pensate di questa evoluzione del cosplay? È una naturale espansione creativa o una deriva commerciale? Avete mai sentito la pressione di dover “apparire” più che “interpretare”? Condividete questo articolo sui vostri social e fatemi sapere la vostra opinione: il dibattito è aperto, e il CorriereNerd.it è il posto giusto per farlo esplodere!

Cinderys: la Regina del Cosplay Internazionale tra Arte, Passione e Successi Globali

Nel vasto universo del cosplay, dove la creatività si fonde con la passione, emergono figure che riescono a distinguersi come vere e proprie leggende viventi. Tra queste, spicca senza dubbio Cinderys, la celebre cosplayer francese che ha saputo trasformare il suo amore per i “badass characters” in una carriera internazionale. Con una meticolosità quasi maniacale e una padronanza tecnica fuori dal comune, Cinderys è oggi un’icona globale, capace di portare i personaggi di videogiochi e fumetti a un livello di realismo mai visto prima.

Dai Sogni di Parigi ai Riflettori Internazionali

La storia di Cinderys ha inizio nel 2014 a Parigi, quando la sua passione per i personaggi forti e iconici la spinge a esplorare il mondo del cosplay. L’obiettivo è chiaro fin da subito: non limitarsi a “interpretare” un personaggio, ma incarnarlo completamente, curando ogni singolo dettaglio. La sua visione non si ferma ai confini del cosplay tradizionale. Con competenze che spaziano dalla scultura digitale alla stampa 3D, Cinderys progetta e realizza i suoi costumi con precisione artistica, portando le sue creazioni a un livello ineguagliabile. Questa combinazione di talento e dedizione le ha permesso di affermarsi rapidamente nel panorama internazionale, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della community globale.

Il talento di Cinderys non poteva passare inosservato agli occhi dei giganti dell’industria videoludica. Blizzard, Bungie, Activision e Larian Studios sono solo alcune delle aziende che hanno deciso di collaborare con lei, affidandole ruoli di cosplayer ufficiale, testimonial e creator di contenuti promozionali. Le sue collaborazioni con Blizzard sono probabilmente le più celebri. Ha dato vita a personaggi iconici tratti da titoli come Warcraft, Diablo, Overwatch e Heroes of the Storm, lasciando il segno in modo indelebile. Le sue interpretazioni di Leah da Diablo e Alexstrasza, la Regina dei Draghi di World of Warcraft, sono diventate vere e proprie leggende nel mondo del cosplay. Ma non finisce qui. Anche aziende come Bungie e Logitech hanno scelto di lavorare con lei, coinvolgendola in eventi promozionali e live streaming. Con il suo stile inconfondibile e la sua presenza scenica, Cinderys è diventata uno dei volti più riconoscibili del mondo geek, partecipando a campagne pubblicitarie e lanci promozionali.

Vittorie Epiche nei Concorsi Internazionali

Il palmarès di Cinderys è degno di una vera campionessa. Ha partecipato ai più importanti concorsi di cosplay al mondo, collezionando premi di assoluto prestigio. Tra le sue conquiste spiccano:

  • Grand Prize al BlizzCon 2019, dove ha incantato la giuria con una creazione magistrale.
  • Fan Favorite al TwitchCon 2020, dimostrando il grande affetto della community.
  • Fan Favorite alla French Cosplay Cup ALL STARS 2022, dove la sua presenza scenica ha lasciato il segno.
  • Vittoria all’International Cosplay Contest di Hearthstone 2018, con un costume che ha lasciato a bocca aperta i giudici.
  • 1° posto alla French Cosplay Cup al Paris Manga 2017, uno dei momenti chiave della sua carriera.

Ma Cinderys non si limita a vincere. Il suo ruolo di giudice internazionale in concorsi di rilievo testimonia l’autorevolezza e il rispetto che ha conquistato nella scena mondiale del cosplay.

Stile Unico e Cura Manicale per i Dettagli

Se c’è una cosa che distingue Cinderys dagli altri cosplayer, è la sua attenzione ossessiva ai dettagli. Ogni costume che realizza è frutto di un lavoro certosino, fatto di progettazione digitale, scultura 3D e sperimentazione con materiali avanzati. Utilizza resine, Worbla e tecniche di verniciatura avanzate per conferire ai suoi costumi un realismo impressionante. Le sue armature, come quella della Alexstrasza di World of Warcraft, sembrano letteralmente uscite dallo schermo di gioco. Le texture, le finiture metalliche e gli effetti di luci e ombre sono così accurati da sembrare reali. Questo livello di precisione non è solo una questione di abilità tecnica, ma anche di empatia con il personaggio. Quando Cinderys veste i panni di un’eroina o di un antagonista, ne trasmette la forza, la potenza e il carisma.

Oltre a essere una star del cosplay, Cinderys è anche una guida per la community geek. Grazie a Twitch e ai suoi workshop dal vivo, condivide con i fan le tecniche di costruzione dei costumi e i segreti del mestiere. I suoi tutorial e le sessioni di “dietro le quinte” permettono a tanti aspiranti cosplayer di imparare direttamente da una delle migliori al mondo. Il rapporto con la community è uno degli aspetti più importanti della sua carriera. La sua umiltà e disponibilità l’hanno resa una figura amata e rispettata. Ogni nuova creazione diventa un evento atteso con ansia, e i suoi seguaci non vedono l’ora di scoprire quale personaggio deciderà di portare in vita.

Cinderys non è solo una cosplayer, è un simbolo. La sua storia è un esempio lampante di come il talento, la passione e la dedizione possano trasformare un sogno in una carriera straordinaria. Da Parigi ai palchi internazionali, il suo nome è sinonimo di eccellenza nel mondo del cosplay.Ogni nuova creazione è un’opera d’arte vivente, ogni costume racconta una storia. La sua abilità nel portare in vita i personaggi più iconici dei videogiochi e dei fumetti è un dono che continua a sorprendere e ispirare. Per chi vuole scoprire il mondo del cosplay, Cinderys è un faro di ispirazione. E per chi già ne fa parte, è una leggenda vivente. Con nuovi progetti e sfide all’orizzonte, non c’è dubbio che il suo nome continuerà a brillare nel firmamento geek. Restate sintonizzati, perché il prossimo personaggio che porterà in vita potrebbe essere il vostro preferito.

Marishka Laduchessa: dal rifiuto al palcoscenico nerd, la metamorfosi di una cosplay artist

C’è sempre una storia affascinante dietro a chi calca per la prima volta il coloratissimo mondo del cosplay, ma quella di Marishka Laduchessa  è una di quelle che merita davvero di essere raccontata. Non per il classico cliché del “colpo di fulmine”, bensì per l’ironia con cui tutto ha avuto inizio e la sorprendente evoluzione che ne è seguita. Marishka, oggi conosciuta e apprezzata nella community nerd italiana, ha varcato la soglia della sua prima fiera cosplay quasi per caso, spinta più dalla voglia di fare un favore a un’amica che da un vero interesse personale. Era il 2012, e il personaggio che scelse per il suo “battesimo del fuoco” fu Misa Amane di Death Note, realizzato con abiti pescati direttamente dal proprio armadio, in pieno stile DIY dell’ultimo minuto.

La reazione a quella prima esperienza? Un categorico “Non mi farò mai più coinvolgere in una cosa del genere!” pronunciato con il fervore di chi ha appena superato un’esperienza aliena. Eppure, come spesso accade nel mondo nerd, la curiosità è una forza più potente del pregiudizio. Due anni dopo, complice quella vocina interiore che ogni geek conosce bene, Marishka è tornata sulla scena con un cosplay completamente diverso: una Harley Quinn in chiave cyberpunk, completamente ideata e realizzata da lei. Da quel momento non si è più voltata indietro.

La cosa che colpisce subito, seguendo il suo percorso, è la totale dedizione artigianale che mette in ogni costume. Marishka non è solo una cosplayer, è una vera e propria artigiana della creatività. Ogni nuovo personaggio rappresenta una sfida, un laboratorio di idee, una palestra per affinare le sue abilità sartoriali. E non si accontenta mai: ogni dettaglio viene studiato, ogni materiale selezionato con cura, ogni cucitura è parte di un progetto più grande. Non esiste, nei suoi lavori, nulla che sia lasciato al caso.

Nel corso degli anni ha dato vita a versioni personali e suggestive di personaggi tratti dal vasto universo DC, ha esplorato il mondo incantato di Harry Potter, ha trasposto sul suo corpo i pixel di celebri videogame e ha reso omaggio alla mitologia epica creata da Tolkien. Ogni costume è una dichiarazione d’amore verso quell’universo nerd da cui attinge ispirazione, e ogni fiera è un’occasione per incarnare una nuova identità, un nuovo sogno, una nuova interpretazione.

Ma Marishka non si limita alla sartoria. Il suo background artistico è ricco e sfaccettato: ama il teatro, il cinema, la letteratura e il disegno. Queste passioni si fondono armoniosamente con il cosplay, dando vita anche a personaggi completamente originali, frutto del suo immaginario personale. Li presenta alle fiere con lo stesso entusiasmo con cui interpreta i grandi classici della cultura pop, senza però inseguire premi o medaglie. La sua filosofia è chiara: il cosplay deve essere prima di tutto divertimento, interazione, emozione condivisa. Marishka preferisce passeggiare tra gli stand, dialogare con chi la riconosce, scambiare sorrisi e fotografie, piuttosto che competere su un palco.

C’è qualcosa di estremamente autentico nel suo modo di vivere il cosplay. Una purezza d’intenti che la distingue in un mondo dove spesso l’apparenza rischia di oscurare la passione. Marishka ci ricorda che dietro ogni costume c’è una storia, un percorso, un lavoro intenso, ma soprattutto una persona che ha scelto di raccontare se stessa attraverso i personaggi che ama.

Se volete scoprire da vicino le sue creazioni, lasciarvi ispirare dal suo stile unico o semplicemente farvi trasportare dal suo entusiasmo contagioso, non potete perdervi i suoi profili ufficiali su Instagram e Facebook. Ogni post è un frammento del suo viaggio nel multiverso nerd, un invito a esplorare nuove forme di espressione e, perché no, a trovare anche il coraggio di creare il proprio primo cosplay, anche se — inizialmente — solo con quello che avete nell’armadio. E voi, avete mai avuto una “prima volta” cosplay imprevista o improvvisata come quella di Marishka? Raccontatecelo nei commenti, oppure condividete questo articolo sui vostri social per far conoscere la sua storia a tutta la community nerd!

Sweet Angel: il viaggio di Gloria nel mondo del cosplay tra sogni, anime e passione nerd

Nella scena cosplay italiana, c’è una ragazza di diciannove anni che sta imparando a lasciare il segno, un sorriso alla volta, dietro il nome di Sweet Angel. Il suo vero nome è Gloria, ma ormai, per chi frequenta forum, fiere e social a tema nerd, lei è semplicemente Sweet. Ed è proprio dietro questo nickname che si cela un universo fatto di stoffe colorate, parrucche vaporose, ore passate a cucire e a incollare dettagli, sogni cuciti addosso e la voglia di sentirsi, anche solo per un giorno, qualcun altro.

Gloria non viene da un background artistico classico. Non sa disegnare bene, non suona uno strumento, non ha una formazione accademica nelle arti visive. Ma ciò che ha – e che trasmette in ogni cosplay – è un’energia travolgente, un entusiasmo genuino e quella scintilla negli occhi che riconosci subito quando incontri qualcuno che ha trovato la propria passione. Da poco più di un anno ha scoperto il mondo del cosplay e da allora non ha più smesso. Tutto è iniziato quasi per caso, alla sua prima fiera a Treviso, la sua città. Quell’esperienza è stata un colpo di fulmine: camminare tra stand strabordanti di merchandise, guardare sfilare i cosplayer più esperti, riconoscere i personaggi preferiti e, soprattutto, vivere quell’atmosfera elettrica, fatta di condivisione e di pura gioia nerd.

Dietro il cosplay di Gloria c’è, prima di tutto, un amore sconfinato per i cartoni animati. Fin da bambina, infatti, passava ore davanti alla televisione, ipnotizzata da Sailor Moon, Pokémon, Batman. Non si poneva limiti di genere: il magico, l’avventuroso, il dark, il comico – tutto la affascinava. Crescendo, però, la tv ha iniziato a starle stretta. Gloria si è spostata online, dove ha scoperto serie che qui in Italia non erano ancora arrivate, o che semplicemente non trovavano spazio nei palinsesti. Il pc è diventato la sua finestra sul Giappone, e tra le ultime serie che l’hanno conquistata ci sono piccoli capolavori come Gurren Lagann e Shakugan no Shana.

Quello che la intriga degli anime, e in generale dei cartoni, è proprio la possibilità di oltrepassare i limiti del reale. Nei mondi animati tutto è possibile: volare, evocare magie, combattere contro mostri giganteschi, vivere storie d’amore epiche. È una realtà dove fisica e natura si piegano alla fantasia, e forse è proprio questo il segreto del suo fascino. Gloria si descrive come una romanticona, sì, ma anche come una combattente. E nei suoi anime preferiti cerca proprio questo equilibrio: l’azione e il cuore, la battaglia e il sentimento. Non è difficile intuire come questa filosofia si rifletta anche nei personaggi che sceglie di interpretare, spesso eroine forti ma anche piene di umanità.

Pur essendo ancora una studentessa universitaria a tempo pieno – lo studio è la sua occupazione principale, e sa bene che senza basi solide i castelli crollano – Gloria trova il tempo di coltivare la sua passione anche online. Non ha un sito personale, ma è admin di Tanagura, un forum dedicato al mondo del cosplay, ma anche a cinema, musica, manga, anime, videogiochi. Un punto d’incontro virtuale dove nerd e appassionati possono confrontarsi, scambiarsi consigli, mostrarsi progressi, condividere progetti e, soprattutto, sentirsi parte di una comunità.

Dolcezza e determinazione si intrecciano in Gloria in un modo che lascia il segno. Nonostante la giovane età, ha già ben chiaro un principio fondamentale: non serve correre, serve costruire. Prima si fanno bene le basi, poi si può puntare più in alto. E intanto, tra un esame e una fiera, un nuovo costume e un thread sul forum, Sweet Angel continua a crescere, non solo come cosplayer, ma anche come persona.

Il suo saluto, rivolto a chi legge ma anche a chi le ha dato spazio per raccontarsi, è semplice e spontaneo: un bacio e un “ciau” carico di quella leggerezza che solo chi vive davvero di passioni sa regalare. Ed è proprio questo il bello di storie come la sua: ci ricordano che dietro ogni maschera, dietro ogni armatura fatta di foam e brillantini, c’è sempre un cuore che batte, una persona che sogna e un mondo di emozioni autentiche.

E voi? Conoscete storie simili, o magari vi siete riconosciuti in quella di Gloria? Raccontatecelo nei commenti o condividete l’articolo sui vostri social: il mondo nerd è bello perché è fatto di legami, e ogni storia in più lo rende ancora più speciale!