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GOAT: il film d’animazione sportivo di Sony Pictures che rivoluziona lo sport con una capretta da leggenda

Preparatevi a ruggire, saltare, e fare un bel tifo con le zampette: nel 2026 arriva GOAT, un film d’animazione che promette di mescolare il ritmo serrato delle competizioni sportive alla fantasia sfrenata di un mondo interamente popolato da animali. A firmarlo sono nientemeno che Columbia Pictures e Sony Pictures Animation, in collaborazione con Unanimous Media (la casa fondata dalla stella NBA Stephen Curry) e Modern Magic, lo studio dietro a successi dallo stile visivo accattivante. L’uscita nelle sale americane e britanniche è fissata per il 13 febbraio 2026, proprio durante il weekend dell’NBA All-Star Game: un tempismo che non è affatto casuale.

Dietro la macchina da presa troviamo Tyree Dillihay, già apprezzato per il suo lavoro in Bob’s Burgers, qui al suo debutto alla regia di un lungometraggio animato. Al suo fianco il co-regista Adam Rosette, già noto per il toccante Orion e il Buio. La sceneggiatura, carica di ritmo e battute, è stata affidata ad Aaron Buchsbaum e Teddy Riley, le menti dietro alla serie Fairfax, che sanno benissimo come mescolare ironia, cultura pop e cuore.

Ma di cosa parla GOAT?

Al centro della vicenda c’è Will Harris, una giovane capra con un cuore grande quanto il suo sogno: diventare la più grande giocatrice di roarball di tutti i tempi. Cos’è il roarball, vi chiederete? Una versione immaginaria e decisamente animalesca di uno sport ad altissima intensità: un mix di basket, football e forse un pizzico di quidditch, ambientato in un mondo dove ogni giocatore è… un animale. Si tratta di uno sport co-ed, a contatto fisico pieno e dominato dalle creature più veloci, feroci e prestanti del regno animale. E in tutto questo, una capretta determinata decide che è il suo momento.

Il messaggio del film è chiaro fin dal claim ufficiale: “Smalls can ball!”, ovvero “anche i piccoli possono giocare”. Una dichiarazione d’intenti potente e commovente, soprattutto per chi è cresciuto sentendosi fuori posto. Will non ha i muscoli di un rinoceronte o la potenza di un leopardo, ma ha cuore, tenacia e un talento tutto suo che non aspetta altro che esplodere.

Il cast vocale scelto per dare vita a questo zoo di personaggi è semplicemente stellare. Caleb McLaughlin, il Lucas di Stranger Things, dà voce al protagonista Will, portando freschezza e carisma. Gabrielle Union sarà Jett Fillmore, una leopardessa nera super carismatica, vera star della squadra dei Thorns. Nick Kroll interpreterà il letale (e letteralmente infuocato) Modo Olachenko, un drago di komodo che sputa fuoco. Nicola Coughlan, che molti conoscono per Bridgerton, sarà la veloce e brillante Olivia Burke, un’ostrica dal passo deciso. David Harbour (il nostro amato Hopper) sarà Archie Everhardt, un rinoceronte con una grinta devastante. E attenzione: Stephen Curry, che oltre ad essere produttore del film, doppierà anche Lenny Williamson, una giraffa altissima… non solo in altezza ma anche nei valori sportivi. Completano il cast Jenifer Lewis nel ruolo dell’esuberante proprietaria della squadra, Florence Everson, e Patton Oswalt come il coach Dennis, probabilmente una figura più saggia e un po’ burbera, ma fondamentale per la crescita del nostro Will.

Il mondo di GOAT è costruito nei minimi dettagli, con una combinazione stilistica che richiama l’energia elettrizzante di Spider-Man: Into the Spider-Verse (non a caso alcuni dei produttori, come Rodney Rothman e Michelle Raimo Kouyate, hanno lavorato proprio su quel capolavoro), ma con un tocco sportivo alla Space Jam, rinnovato e più inclusivo. L’approccio visivo è pensato per far brillare ogni animale, ogni campo di roarball e ogni momento d’azione come se fosse una vera e propria partita epica, da vivere con gli occhi incollati allo schermo.

E non dimentichiamoci la distribuzione futura: grazie agli accordi stretti da Sony con Netflix e Disney, dopo il passaggio cinematografico, GOAT sarà visibile in streaming rispettivamente su Netflix per la prima finestra di distribuzione, e successivamente anche su Disney+ e Hulu. Una doppia possibilità per gustarsi questo gioiello animato, sia per chi ama il grande schermo sia per chi preferisce il comfort del divano con controller o popcorn in mano.

GOAT non è solo un film per bambini o per sportivi, ma un titolo destinato a tutti quelli che amano le storie di riscatto, le ambientazioni creative e, ovviamente, gli animali antropomorfi. È una di quelle pellicole che potrebbero diventare un cult nel mondo nerd, mescolando riferimenti sportivi, cultura pop e una dose massiccia di cuore e sudore (animalesco).

Insomma, segnatevi la data: febbraio 2026. Preparate la vostra squadra, scegliete il vostro animale totem e fate il tifo per Will, perché questa capretta potrebbe diventare il vostro nuovo eroe animato preferito.

E voi? Quale animale vorreste essere in una squadra di roarball? Condividete le vostre risposte nei commenti o sui social taggando CorriereNerd.it! E ricordate: anche i piccoli possono sognare in grande!

“Buffalo Kids”: Un’avventura d’animazione che incanta grandi e piccoli

Ci sono film d’animazione che riescono a parlare a un pubblico trasversale, unendo il linguaggio visivo immediato e colorato tipico del genere con una narrazione capace di coinvolgere anche gli spettatori più adulti. “Buffalo Kids”, diretto da Juan Jesús García Galocha e Pedro Solís García, è uno di questi. Prodotto dagli stessi creatori di “Taddeo l’Esploratore” e “Mummie”, il film si distingue per la sua capacità di combinare avventura, emozione e riflessione su tematiche universali come l’amicizia, l’inclusione e il rispetto per le diversità.

Dopo la sua presentazione in concorso alla 54ª edizione del Giffoni Film Festival, dove ha conquistato il premio EASY JET SPECIAL AWARD, “Buffalo Kids” è arrivato nelle sale italiane il 31 ottobre 2024, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Ora, il film è disponibile in DVD e Blu-Ray®, con una speciale edizione arricchita da un esclusivo making of che offre uno sguardo dietro le quinte della sua realizzazione.

Una storia di crescita e avventura nel cuore dell’America di fine Ottocento

La vicenda si svolge nel 1886 e segue il viaggio di Mary e Tom, due fratelli irlandesi orfani che, alla ricerca di una nuova vita, arrivano a New York. Ma la città che promette sogni e opportunità è solo l’inizio di un’avventura ben più grande. Saliti a bordo dell’Orphan Train, un treno che attraversa gli Stati Uniti portando i bambini orfani in cerca di nuove famiglie, i protagonisti si trovano catapultati in un’epopea ricca di incontri, pericoli e scoperte. Il loro viaggio li porterà a conoscere amici inaspettati e antagonisti spietati, mentre imparano a navigare un mondo pieno di insidie ma anche di straordinarie possibilità.

Lungo il percorso, Mary e Tom stringono un legame speciale con Nick, un bambino costretto su una sedia a rotelle, la cui presenza rappresenta un potente messaggio di inclusione. Il film riesce a trattare la disabilità con una naturalezza rara, evitando facili pietismi e mostrando come le differenze possano diventare punti di forza. Il rapporto tra Mary e Nick, in particolare, si distingue per autenticità e profondità emotiva.

Un’animazione curata e una colonna sonora evocativa

Dal punto di vista estetico, “Buffalo Kids” è un’opera che non lascia nulla al caso. L’animazione 3D, seppur influenzata da scelte stilistiche vicine ai classici Pixar, si distingue per una resa visiva pulita e dettagliata. Le ambientazioni, dalle praterie sconfinate al Grand Canyon, contribuiscono a creare un’epopea visiva immersiva e affascinante.

La colonna sonora, firmata da Fernando Velázquez, è un altro punto di forza del film. I suoi brani richiamano le atmosfere del western classico, conferendo alla narrazione una dimensione cinematografica epica senza risultare invadenti. La musica diventa così un elemento narrativo a tutti gli effetti, accompagnando con discrezione ed efficacia le vicende dei protagonisti.

Un film d’animazione che fa riflettere senza perdere la leggerezza

Nonostante sia pensato per un pubblico giovane, “Buffalo Kids” riesce a mantenere un equilibrio perfetto tra intrattenimento e profondità. Il film non si limita a offrire un’avventura dinamica e ricca di colpi di scena, ma invita anche a una riflessione su tematiche attuali come l’integrazione, il coraggio e la solidarietà. La sceneggiatura di Jordi Gasull e Javier Barreira, basata su un soggetto di Pedro Solís García, riesce a evitare i classici cliché del genere e a costruire una narrazione capace di emozionare senza risultare eccessivamente didascalica.

“Buffalo Kids” si inserisce così in quel filone di film d’animazione che riescono a lasciare un segno, dimostrando che l’animazione non è solo spettacolo visivo, ma può essere anche un mezzo potente per raccontare storie di crescita e scoperta. Un film che vale la pena vedere, indipendentemente dall’età dello spettatore.

Gli Elfkins tornano al cinema con “Elfkins – Missione Gadget”: magia e tecnologia si scontrano in un’avventura imperdibile

Gli Elfkins stanno per tornare sul grande schermo! Dopo il successo di “Elfkins – Missione Best Bakery”, la regista Ute von Münchow-Pohl riporta in vita le avventure di questi piccoli aiutanti magici con “Elfkins – Missione Gadget”, in uscita nei cinema italiani il 13 marzo 2025. Questa volta, la protagonista Elfie dovrà affrontare un’avventura senza precedenti, che la porterà a scoprire un clan di gnomi super tecnologici e a mettere in discussione tutto ciò in cui crede.La leggenda degli Elfkins affonda le sue radici nella tradizione popolare tedesca: noti anche come Heinzelmännchen, questi esseri magici vivono nascostamente tra gli umani, aiutandoli nelle faccende quotidiane a patto di non essere mai scoperti. Già nel primo film, Elfie aveva dimostrato un animo ribelle e il desiderio di trovare un nuovo scopo per la sua esistenza. In “Elfkins – Missione Gadget”, la sua sete di avventura la porterà ben oltre i confini della tradizione.

Elfie vive con il suo clan nella mansarda di una pasticceria a Colonia, uscendo solo di notte per aiutare segretamente gli umani. Tuttavia, la monotonia della vita tra le mura del laboratorio le sta stretta, e il destino le offre ben presto un’opportunità inaspettata. Durante una delle sue esplorazioni notturne, si imbatte in Bo, un Elfkin proveniente da un altro clan, che utilizza sofisticati gadget tecnologici per compiere audaci furti. Bo appartiene a una banda di Elfkins High Tech di Vienna, che hanno abbandonato l’antica tradizione dell’assistenza agli umani per dedicarsi a un’esistenza all’insegna del divertimento e delle marachelle.

Affascinata dal mondo di Bo e dei suoi amici, Elfie decide di unirsi a loro, ma il suo ingresso nel gruppo scatena tensioni tra i due clan, che non si parlano da più di 250 anni. Nel frattempo, la determinata poliziotta Lansky e il suo astuto gatto Polipette si mettono sulle tracce degli Elfkins, pronti a rivelare la loro esistenza al mondo intero. Elfie e Bo dovranno unire le forze per sfuggire alla polizia e, soprattutto, per cercare di ricucire il legame spezzato tra i loro popoli, trovando un equilibrio tra tradizione e innovazione.

“Elfkins – Missione Gadget” è un film che gioca abilmente con il contrasto tra magia e tecnologia, offrendo una storia coinvolgente che riesce a intrattenere e far riflettere. Ute von Münchow-Pohl dimostra ancora una volta la sua capacità di creare un universo colorato e dinamico, arricchito da un ritmo serrato e da personaggi irresistibili. Il film bilancia momenti d’azione spettacolari con situazioni comiche esilaranti, ma non manca di affrontare tematiche importanti come il cambiamento, l’amicizia e la necessità di superare i conflitti del passato.

Il cast di doppiaggio originale è ricco di talento, con voci che danno vita a personaggi indimenticabili. Tra i nomi di spicco troviamo Hilde Dalik, Dave Davis, Siham El-Maimouni, Annette Frier, Jella Haase, Lina Philine Haase, Sophia Heinzmann, Michaela Kametz, Inga Sibylle Kuhne, Paul Pizzera, Michael Ostrowski, Cesar Sampson, Leon Seidel e Julia von Tettenborn. Le loro interpretazioni aggiungono profondità e carisma ai protagonisti, garantendo un’esperienza cinematografica ancora più coinvolgente.

“Elfkins – Missione Gadget” si preannuncia come una delle pellicole d’animazione più divertenti e avvincenti della stagione. Con una grafica curata nei minimi dettagli, una narrazione ricca di colpi di scena e un messaggio universale sulla convivenza tra diverse visioni del mondo, il film saprà conquistare spettatori di tutte le età. Se siete alla ricerca di un’avventura magica, emozionante e dal tocco high-tech, segnatevi la data: il 13 marzo 2025 gli Elfkins torneranno al cinema, pronti a sorprendere ancora una volta con la loro irresistibile energia!

Ricardito lo squalo?: Il primo film d’animazione di Ahora! Film con un cast d’eccezione

Il 2025 si prospetta un anno interessante per il cinema d’animazione italiano, grazie all’arrivo di un film che promette di emozionare tanto i più piccoli quanto gli adulti. Parliamo di Ricardito lo squalo?, il primo lungometraggio d’animazione prodotto dalla società veneta Ahora! Film. Il film, diretto da Alessia Camoirano, è tratto dal libro per bambini scritto da Evelyn Bruges, edito da Santelli Editore. Recentemente, è stato rilasciato il primo trailer ufficiale che ha subito catturato l’attenzione del pubblico, grazie anche alla presenza di un cast vocale d’eccezione, composto da Marcello Fonte, Marco Leonardi e Pino Ammendola. Il film, che sarà distribuito nelle sale cinematografiche a partire dal 23 gennaio 2025, è frutto di tre anni di intenso lavoro, con la partecipazione di giovani disegnatori, animatori e doppiatori provenienti da Verona.

Ricardito lo squalo? è una storia che si sviluppa intorno a un pesciolino pappagallo con una caratteristica un po’ particolare: una pinna dorsale morbida e fluttuante, che assomiglia, a tutti gli effetti, a quella di uno squalo. Fin da piccolo, Ricardito vive un’esistenza un po’ diversa da quella dei suoi compagni di barriera corallina. A differenza dei suoi ventidue fratelli, che si nutrono di toast ripieni di alghe verdognole, lui si ritrova con una strana “passione” per gli squali, e sogna di assomigliare a loro. Questa sua peculiarità lo porta a essere emarginato: è deriso a scuola, a casa e persino nelle grotte della barriera corallina. La sua sofferenza culmina nel momento in cui, dopo l’ennesimo atto di bullismo, decide di abbandonare la sua casa e partire per un viaggio negli abissi. Qui, incontra una famiglia di squalette, Rosetta e Aly, che lo aiuteranno a riscoprire l’importanza della sua specie e a combattere contro l’inquinamento marino.

Oltre a essere un racconto che stimola la riflessione su tematiche cruciali, come la salvaguardia dei mari, la diversità e il bullismo, Ricardito lo squalo? è anche un vero e proprio viaggio nell’animazione, in cui la passione per il disegno e la creatività si fondono con valori universali. Evelyn Bruges, autrice del libro da cui il film è tratto, ha dichiarato che la storia è un insegnamento per tutte le famiglie: «La diversità è un punto di forza e non una debolezza», un messaggio che ricorre in tutto il film, insieme alla lotta contro l’inquinamento dei mari, uno degli argomenti più urgenti del nostro tempo.

Il trailer, che ha stuzzicato la curiosità degli appassionati di animazione, presenta un’ambientazione colorata e un’atmosfera che, pur mantenendo il suo tono leggero, non manca di profondità. La pellicola si inserisce in un panorama cinematografico che da tempo sta cercando di raccontare storie d’inclusione e di crescita, senza però dimenticare l’importanza del divertimento. Il protagonista, Ricardito, con la sua curiosità e il suo spirito di avventura, rappresenta un personaggio che saprà conquistare il cuore di tutti, ma che, al contempo, offrirà spunti di riflessione su come affrontare la solitudine, la discriminazione e il desiderio di appartenere.

Il cast vocale è un altro degli aspetti che rendono Ricardito lo squalo? un progetto ambizioso. Oltre alla voce del protagonista, Gabriele Piancatelli (già noto per la sua partecipazione a Pinocchio di Robert Zemeckis), il film vanta la partecipazione di attori di grande talento. Marco Leonardi, celebre per il suo ruolo in Nuovo Cinema Paradiso, dà voce a uno dei personaggi secondari, mentre Marcello Fonte, vincitore di numerosi premi, e Pino Ammendola, attore iconico della cinematografia italiana, arricchiscono ulteriormente il cast con la loro esperienza e versatilità. A completare il gruppo, troviamo Tommaso Toffolutti, noto animatore italiano, la cosplayer Giorgia Vecchini, Gaia Carmagnani e Susanna Brunelli, che arricchiscono il film con una serie di interpretazioni variegate e coinvolgenti.

La realizzazione del film, curata dallo studio Ahora! Film, è frutto di un grande lavoro collettivo che ha visto il coinvolgimento di giovani animatori e doppiatori veronesi. Il team di lavoro ha avuto la grande sfida di trasporre in animazione una storia che, seppur rivolta ai bambini, tocca temi universali e di grande attualità. L’approccio di Ahora! Film si distingue per la volontà di raccontare storie di valore con un linguaggio fresco e innovativo, che sappia coinvolgere anche i più giovani senza rinunciare alla profondità dei temi trattati.

Con Ricardito lo squalo?, il cinema d’animazione italiano si arricchisce di una nuova perla, capace di sensibilizzare il pubblico sui temi ecologici, ma anche di regalare emozioni e riflessioni che dureranno ben oltre la fine del film. Il trailer, già disponibile su YouTube, offre un primo assaggio di ciò che ci aspetta, suscitando grande entusiasmo tra gli appassionati del genere.

Se sei un amante del cinema d’animazione, non perdere l’opportunità di scoprire la storia di Ricardito. Un film che, con i suoi messaggi importanti, farà riflettere e sorridere grandi e piccini. Il 23 gennaio 2025 è la data da segnare sul calendario!

Paddington in Perù: l’Avventura dell’Orsetto britannica ha già conquistato il Cuore del Pubblico

“Paddington in Perù”, il terzo capitolo della saga cinematografica dedicata all’adorato orsetto creato dallo scrittore Michael Bond, sta già conquistando i cuori di grandi e piccini. Diretto da Dougal Wilson e scritto da Mark Burton, Jon Foster e James Lamont, questo nuovo episodio prosegue la tradizione che ha reso i precedenti film un successo straordinario, mescolando umorismo, emozioni e quella dolcezza che da sempre contraddistingue il piccolo orsetto proveniente dal Perù.

La trama di “Paddington in Perù” porta il nostro eroe in un’avventura esotica e avvincente. Paddington, insieme alla famiglia Brown, intraprende un viaggio per fare visita alla sua amata zia Lucy, che ora vive nella “Casa per orsi in pensione”, situata nel cuore della giungla amazzonica. Lungo il cammino, attraverseranno la foresta peruviana e scaleranno le montagne più alte, affrontando sfide inaspettate e, come sempre, dimostrando che l’unione familiare e la gentilezza sono le armi più potenti contro le difficoltà.

Nel cast del film troviamo una carrellata di talenti internazionali che impreziosiscono ulteriormente questa nuova avventura. Accanto al candidato all’Oscar Antonio Banderas e alla vincitrice del premio Oscar Olivia Colman, ci sono Hugh Bonneville (famoso per il suo ruolo in Downton Abbey), Emily Mortimer (protagonista in Il ritorno di Mary Poppins), Julie Walters (che tutti ricordano per il suo ruolo in Mamma Mia! Ci risiamo), e Jim Broadbent (uno degli attori di punta della saga di Harry Potter). Non mancano neppure i ritorni di Madeleine Harris e Samuel Joslin, che avevano già interpretato i figli dei Brown in Paddington 2, e nuovi volti come Carla Tous, apparsa in 30 Coins – Trenta denari, e la leggendaria Imelda Staunton. La voce italiana di Paddington è quella di Francesco Mandelli, che aggiunge una marcia in più a questa già impressionante squadra di doppiatori.

L’aspetto visivo del film è, come sempre, uno dei suoi punti di forza. La foresta amazzonica, con la sua lussureggiante vegetazione, e le vette maestose delle montagne peruviane offrono paesaggi mozzafiato che arricchiscono l’esperienza cinematografica, trasportando il pubblico in un’avventura visivamente straordinaria. La colonna sonora, poi, promette di essere altrettanto coinvolgente, completando l’opera con una componente emotiva che non mancherà di toccare le corde più sensibili.

Dal punto di vista degli incassi, “Paddington in Perù” ha già scritto una pagina importante della sua storia. Il film ha debuttato nel Regno Unito e in Irlanda con risultati da record, incassando 9.65 milioni di sterline (circa 11.6 milioni di euro) nel weekend di apertura, il miglior esordio dal 2021 per una pellicola prodotta nel Regno Unito, e il terzo miglior debutto della storia recente del cinema britannico, dietro solo a titoli come Deadpool & Wolverine e Inside Out 2. Questo dato è ancora più significativo se si considera che il primo Paddington aveva incassato 5.1 milioni di sterline nel 2014, mentre il secondo capitolo aveva guadagnato 8.2 milioni nel 2017. In questo modo, la saga continua a consolidarsi come un vero e proprio fenomeno globale, con numeri che si avvicinano sempre di più a quelli dei blockbuster hollywoodiani.

La storia di “Paddington in Perù” ruota attorno a un mistero che spinge il nostro orsetto a partire alla ricerca della zia Lucy, la quale è scomparsa dal rifugio nella giungla. Un avvenimento che lo spinge ad affrontare una nuova sfida, che lo vedrà impegnato in un’avventura epica piena di azione, suspense e risate, ma anche momenti emozionanti che non mancheranno di commuovere gli spettatori. La sua visione del mondo, sempre positiva e piena di speranza, è il cuore pulsante di questa nuova pellicola, che si arricchisce con le classiche tematiche di amicizia, coraggio e generosità.

Il film ha già conquistato il pubblico internazionale e promette di farlo anche in Italia, dove arriverà nelle sale il 16 gennaio 2025, distribuito da Eagle Pictures. Con l’uscita americana prevista per il 17 gennaio, Paddington in Perù si prepara a raggiungere i cineasti di tutto il mondo, confermando ancora una volta la forza di questo personaggio che, nonostante sia ormai un’icona del cinema per famiglie, riesce sempre a rinnovarsi e a catturare l’immaginazione di ogni generazione. “Paddington in Perù” non è solo l’ennesimo capitolo di una saga che ha già emozionato milioni di spettatori, ma è anche un film che riesce a guardare al futuro, mantenendo viva quella magia che ha sempre reso il nostro orsetto preferito un vero e proprio simbolo di bontà e speranza. Un’avventura imperdibile per chi ama il cinema capace di raccontare storie di valore universale con il cuore e un sorriso.

Alla Scoperta Di Blue Beetle: Un Nuovo Capitolo Per I Supereroi DC

“Blue Beetle”, il nuovo film della DC Comics diretto da Angel Manuel Soto, segna il debutto di un supereroe latinoamericano nel panorama cinematografico del franchise. Protagonista è Xolo Maridueña, nel ruolo di Jaime Reyes, un giovane neolaureato che si ritrova a fronteggiare un destino straordinario dopo aver scoperto una misteriosa reliquia aliena, lo Scarabeo, che gli conferisce poteri straordinari grazie a un’armatura tecnologica. Il film è una storia di formazione, un racconto che si concentra sulle difficoltà di un ragazzo che cerca di trovare la sua strada in un mondo che sembra non avere posto per lui. Con il suo mix di azione, commedia e temi familiari, Blue Beetle si presenta come un’opera dai toni leggeri, ma con una riflessione più profonda sulla crescita, l’identità e l’integrazione.

Il film inizia in modo classico, seguendo la struttura di un’origin story. Jaime, che torna a casa carico di sogni e aspirazioni per il futuro, scopre che la sua vita cambierà radicalmente quando entrerà in contatto con l’antica reliquia aliena. Questo incontro casuale lo porterà a diventare il supereroe Blue Beetle, dotato di una potente armatura in grado di creare armi incredibili, il tutto guidato da un’intelligenza artificiale che risponde ai suoi comandi. La trama, purtroppo, non presenta grandi novità rispetto ad altre storie di supereroi, con elementi che ricordano molto da vicino le avventure di Green Lantern e Iron Man, ma il suo fascino risiede nel modo in cui la storia esplora le emozioni e le difficoltà di un giovane eroe alle prime armi.

Con il cast che vede la partecipazione di nomi noti come Susan Sarandon nel ruolo di Victoria Kord, George Lopez nel ruolo dello zio Rudy, e Adriana Barraza nel ruolo della nonna di Jaime, il film offre una galleria di personaggi che arricchiscono la narrazione, contribuendo a dipingere un quadro vivido della comunità di Palmera City. La famiglia di Jaime è una parte fondamentale della trama, rappresentando il vero “superpotere” del protagonista. Nonostante le difficoltà, è proprio il supporto della famiglia che consente a Jaime di affrontare le sue sfide, un tema che risuona fortemente in un contesto che celebra le radici culturali e l’identità messicana, al contempo esplorando le problematiche universali della gioventù.

“Blue Beetle” si distacca dall’approccio più cupo e introspettivo di altre produzioni DC, come quelle dirette da Zack Snyder, optando invece per un tono più leggero e spensierato, adatto a tutta la famiglia. Tuttavia, questo approccio più “classico” e “familiare” non è privo di qualche difetto. Nonostante la simpatia di Jaime e l’energia che Xolo Maridueña porta nel ruolo, l’armatura di Blue Beetle risulta spesso troppo predominante, con il protagonista che sembra più un passeggero che un vero eroe. Il suo viaggio da ragazzo normale a supereroe è più che altro un percorso di consapevolezza, ma la crescita del personaggio si fa spesso oscurare dalla potenza visiva e dalle capacità straordinarie dell’armatura stessa, che assume un ruolo quasi dominante.

La pellicola affronta anche temi sociali e culturali, riflettendo sulla lotta contro gli stereotipi e le disuguaglianze, ma lo fa in modo non troppo invasivo, preferendo un approccio più disinvolto e accessibile, senza mai forzare il messaggio. Il parallelo con altri eroi della DC, come Spider-Man, è evidente: Jaime è un ragazzo che, come Peter Parker, deve fare i conti con una vita che non sembra volerlo premiare, ma che, grazie all’intervento di un destino fuori dal comune, si trasforma in un’opportunità di riscatto.

“Blue Beetle” non è quindi un film rivoluzionario, ma certamente un’aggiunta interessante al repertorio DC. È un racconto che, pur mantenendo la tradizione delle storie di supereroi, introduce un protagonista giovane e fresco, rappresentante di una generazione che lotta per trovare il proprio posto in un mondo in evoluzione. La sua leggerezza, mescolata con il calore della famiglia e le sfide tipiche di un racconto di formazione, offre una ventata di freschezza e colore, perfetta per chi cerca un film di supereroi più accessibile e meno gravato dalle ombre del passato. Sebbene non esente da difetti, Blue Beetle si dimostra essere un divertente racconto che, pur non rivoluzionando il genere, intrattiene con cuore e determinazione.

“Black Beauty” e la forza del legame: quando un cavallo racconta il mondo meglio di noi

Nel cuore pulsante della narrazione popolare esiste un filone delicato ma potentissimo, quello degli animali parlanti che osservano, soffrono, amano e insegnano all’essere umano lezioni profonde. È un registro che appartiene più alla sensibilità che alla ragione, più alla poesia che alla cronaca. E se c’è un’opera che ha incarnato per quasi 150 anni questa poetica con una grazia sorprendente, è proprio Black Beauty, il romanzo di Anna Sewell pubblicato nel 1877 e assurto a classico immortale della letteratura anglosassone.

Oggi, quel racconto ritorna a parlare al nostro tempo in una nuova veste cinematografica firmata da Ashley Avis, regista e sceneggiatrice che ha scelto di attualizzare Black Beauty ambientandolo nell’America contemporanea e affidandogli una voce femminile, quella di una mustang selvaggia che non solo osserva il mondo umano, ma lo attraversa, lo subisce e – soprattutto – lo cura.

Una nuova voce, una nuova Beauty

Dimenticate l’Inghilterra vittoriana dei cocchieri e delle strade acciottolate. In questa versione prodotta da Constantin Film e JB Pictures per Disney+, Black Beauty nasce libera tra le praterie del selvaggio West americano. La sua esistenza, scandita dal vento tra le criniere e dalla libertà ancestrale della mandria, viene spezzata dalla cattura. Una scena potente, quasi una violazione sacra, che segna l’inizio di un viaggio fatto di incontri, separazioni e rinascite.

È qui che entra in scena Jo Green, diciassettenne interpretata dalla talentuosa Mackenzie Foy (Interstellar), anche lei orfana, anche lei in fuga dal dolore. Tra cavalla e ragazza nasce un’intesa lenta, silenziosa, ma profonda. Una sorellanza interspecie che ci ricorda quanto empatia e compassione siano forse le ultime forme autentiche di connessione in un mondo che ha dimenticato come ascoltare.

Dalla carta allo schermo: l’anima di un classico

Ci sono adattamenti cinematografici che si limitano a riprodurre una storia. E poi ce ne sono altri che cercano di reinterpretarla, di renderla attuale senza tradirne il cuore. Ashley Avis ha optato per la seconda strada. In un’epoca in cui il cinema per ragazzi rischia spesso di scivolare nell’effetto speciale facile o nella morale didascalica, Black Beauty colpisce per il suo tono misurato, realistico, quasi contemplativo.

La voce narrante della protagonista – nell’originale, prestata dalla Premio Oscar Kate Winslet, e in italiano da Nicoletta Romanoff – restituisce una bellezza intensa e pacata, fatta più di sospiri che di urla, di sguardi che di discorsi. Il genderswap del cavallo, da maschio a femmina, lungi dall’essere una semplice operazione cosmetica, aggiunge nuove sfumature al racconto, rendendolo ancora più rilevante in un’epoca attenta alle rappresentazioni e ai ruoli.

La forza del film sta proprio nella sua scelta di non puntare sull’avventura rocambolesca o sul pathos forzato, ma sull’autenticità emotiva. I momenti di dolore – la perdita della madre, la separazione da Jo, la morte di Ginger – sono trattati con rispetto, quasi con pudore, e per questo lasciano il segno. Non ci si limita a mostrare la sofferenza: si cerca di comprenderla.

Un cast solido per un racconto universale

A fare da cornice a questa storia intensa e intimista, troviamo un cast ben calibrato. Mackenzie Foy regala a Jo una delicatezza energica, perfetta per incarnare una giovane donna in cerca di una nuova direzione. Iain Glen (Game of Thrones) è il solido e affettuoso John Manly, figura paterna reticente ma sincera. Claire Forlani (Vi presento Joe Black) e Calam Lynch arricchiscono il quadro di personaggi secondari che non scadono mai nella macchietta.

Ma è, ovviamente, Black Beauty la vera protagonista. Non tanto l’animale in sé – splendidamente filmato, va detto – quanto la sua voce interiore. Quel continuo riflettere sull’umanità, sui sentimenti, sulla natura del dolore, trasforma il film in una vera e propria autobiografia dell’anima, più che di un cavallo.

Una fiaba moderna che parla di rispetto

È impossibile non notare la cura con cui Avis affronta il tema del rispetto verso gli animali. Il film, come il libro da cui è tratto, è una denuncia garbata ma potente contro la crudeltà e l’indifferenza umana. Non servono scene violente o messaggi urlati: basta lo sguardo smarrito di Beauty in una stalla fredda, o la sua resistenza dignitosa contro l’arroganza di chi la vuole piegare.

In un mondo dove i cavalli sono ancora troppo spesso considerati strumenti, Black Beauty ci ricorda che ogni creatura ha una voce. Sta a noi decidere se ascoltarla.

Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre: un sequel esplosivo tra risate, alleanze improbabili e ghiaccio bollente

Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre, diretto da Thurop Van Orman e John Rice, si presenta come il sequel di Angry Birds – Il film del 2016, portando con sé una carica di umorismo esplosivo, gag visive e un pizzico di cuore. Basato sull’omonima serie di videogiochi di Rovio Entertainment, il film si inserisce nel filone delle commedie animate per famiglie, ma con una marcia in più: riesce a bilanciare il caos tipico di un film per bambini con un’intelligenza narrativa che coinvolge anche il pubblico adulto.

La trama di Angry Birds 2 si sviluppa tre anni dopo gli eventi del primo capitolo. Red, l’uccello protagonista, ormai acclamatissimo come eroe dell’Isola degli Uccellini, si ritrova in una situazione di stallo. La sua isola è in guerra con l’Isola dei Maialini, e la pace sembra lontana. Ma quando Leonard, il leader dei maiali, propone una tregua, la situazione si complica: se la pace venisse accettata, Red perderebbe il suo status di eroe, e il suo ego è tutt’altro che pronto a una simile umiliazione. Per cercare di farlo rilassare, i suoi amici Chuck e Bomb lo portano a un evento di speed dating, ma le cose non vanno come previsto. Qui, Red incontra Silver, una falchetta brillante, ma estremamente precisa, che subito diventa una fonte di frustrazione per lui. La trama prende una svolta quando Leonard, arrivato alla porta di Red, rivela che le palle di ghiaccio che minacciano le isole provengono da una terza isola, l’Isola delle Aquile, dominata dalla temibile Zeta. Con l’ego di Red che cerca in ogni modo di rimanere al centro dell’attenzione, l’uccello accetta la tregua e mette insieme una squadra improbabile per affrontare il nuovo nemico. Insieme a Leonard, alla sua assistente Courtney, a Chuck, Bomb, Grande Aquila e, su consiglio di Chuck, la sua sorella Silver, Red intraprende un viaggio nel tentativo di salvare le isole da una minaccia imminente.Ma l’arrivo all’Isola delle Aquile rivela una verità dolorosa per Grande Aquila, il quale, per un passato amoroso non risolto, si rifiuta di affrontare Zeta, la sua ex fidanzata. Il gruppo, quindi, decide di infiltrarsi nel covo della nemica travestendosi da aquile, ma il piano di Red non va come sperato, creando inevitabili malintesi e conflitti interni, in particolare con Silver, la cui intelligenza si rivela essere la chiave per sbloccare la situazione.

L’umorismo, che è sempre il cuore pulsante di questo film, si nutre delle dinamiche tra i personaggi. La tensione tra Red e Silver – due personalità che non potrebbero essere più diverse – è esplorata in maniera esilarante, con momenti di crescita personale per entrambi. La rivalità tra i due raggiunge il suo culmine nel momento in cui entrambi vengono intrappolati e confrontati con Zeta, la cui vendetta non è dettata solo dal risentimento per essere stata abbandonata all’altare, ma da un desiderio più profondo di vivere in un clima più accogliente. La trasformazione del villain, da semplice antagonista vendicativo a personaggio con motivazioni più sfumate, è una delle sorprese positive del film.

L’azione si intensifica quando Zeta, minacciando di distruggere le isole con bombe di lava, si trova a dover fare i conti con la sua ex relazione e con il passato che non riesce a dimenticare. Grande Aquila, nel tentativo di redimersi, chiede scusa a Zeta e, alla fine, riesce a evitare la distruzione, salvando così l’isola e conquistando il perdono della sua ex. Il film culmina in un matrimonio che, oltre a chiudere il cerchio narrativo, offre un momento di riflessione sulla possibilità di risolvere conflitti e incomprensioni, anche le più dolorose.

Il film non pretende di essere una profonda riflessione morale o una storia dalle sfumature complesse. Non è questo il suo scopo, e se lo fosse stato, sarebbe stato probabilmente un fallimento. Al contrario, Angry Birds 2 trova il suo vero valore nell’intrattenimento puro. La commedia slapstick, la leggerezza della trama e la velocità del montaggio sono perfettamente calibrate per mantenere l’attenzione senza annoiare. E sebbene non si tratti di una pellicola profondamente emotiva, i suoi temi – come l’ego, il valore della squadra e la possibilità di riscatto – sono trattati con una semplicità che funziona, soprattutto per un pubblico familiare.

Dal punto di vista tecnico, Angry Birds 2 è un piacere per gli occhi. L’animazione è brillante, con colori vivaci e scenari che variano dal gelido paesaggio delle Aquile a paesaggi tropicali più caldi e accoglienti. Le sequenze d’azione sono ben orchestrate, e la dinamica dei movimenti dei personaggi, accompagnata da una colonna sonora spensierata e ritmata, crea un flusso che non lascia mai spazio alla noia.

La vera sorpresa di questo sequel, tuttavia, risiede nei suoi personaggi. Se nel primo film Red era il classico eroe reticente, qui diventa un personaggio più sfaccettato, che impara a mettere da parte l’orgoglio per il bene del gruppo. La sua interazione con Silver, che all’inizio sembra una semplice rivalità, diventa uno dei punti di forza del film, con il loro legame che si sviluppa in modo naturale e divertente. Al di là delle battute e delle gag, Angry Birds 2 sa dare il giusto spazio a ciascun personaggio, senza mai farlo sembrare troppo forzato o stereotipato.