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Dragonero. Schiavitù e vendetta! – L’Antologia Imperdibile che Esplora l’Oscurità della Vendetta e la Lotta contro la Schiavitù

Il 24 gennaio arriva in libreria e fumetteria un’opera imperdibile per tutti gli appassionati del mondo di Dragonero: “Dragonero. Schiavitù e vendetta!”, un’antologia che promette di incollare i lettori alle pagine con storie intense, ricche di emozioni forti e personaggi che non possono fare a meno di lottare contro l’orrore della schiavitù e il potere distruttivo della vendetta. Il volume si inserisce perfettamente nell’affascinante universo fantasy creato da Bonelli, portando i lettori a vivere nuove, drammatiche avventure al fianco di Ian Aranill, il celebre eroe di Dragonero.

In questo nuovo capitolo, le tematiche di schiavitù e vendetta si intrecciano indissolubilmente. Le storie presentano giovani ragazze rapite da criminali spietati, costrette in schiavitù e vendute nei bassifondi di città come Vetwadàrt o Lashure. Questi luoghi, dominati dalla corruzione e dalla disperazione, sono il palcoscenico ideale per le vicende di Ian Aranill, un eroe che non può ignorare il dolore e l’ingiustizia che si cela dietro ogni grido d’aiuto. La sua missione è chiara: se non può salvare le vittime, farà in modo che chi ha causato loro tanta sofferenza paghi con la propria vita. Eppure, come spesso accade nelle storie più cupe, la vendetta può essere tanto potente quanto pericolosa. Quella che inizia come una spinta verso la giustizia può trasformarsi in una fiamma che consuma ogni altro sentimento, ossessionando chi la persegue fino a minacciare la propria umanità.

L’autore di Dragonero, Stefano Vietti, insieme a Luca Enoch e Luca Barbieri, costruisce un racconto che è sia un atto di denuncia che un’esplorazione della natura umana. La vendetta non è mai semplice in Dragonero: è un tema complesso, che viene esplorato nei suoi aspetti più dolorosi e inesorabili, attraverso un mix di azione, dramma e introspezione. Questo volume rappresenta un viaggio nell’animo dei personaggi e nella crudezza di un mondo che, sebbene fantasy, riflette realtà che non possiamo ignorare.

A completare il lavoro, una schiera di disegnatori di talento come Francesco Rizzato, Ivan Calcaterra, Antonio Sarchione, Manolo Morrone, Gianluca Pagliarani, Alessandro Bignamini e Fabrizio Galliccia, ognuno dei quali aggiunge la propria interpretazione visiva a queste storie. Ogni pagina di “Dragonero. Schiavitù e vendetta!” è un capolavoro che cattura l’attenzione, con disegni che esprimono al meglio l’intensità delle emozioni e l’azione adrenalinica che caratterizza le avventure di Ian Aranill.

Luca Barbieri, inoltre, offre un’introduzione dal titolo “Corpi in catene”, che prepara il lettore a immergersi nell’atmosfera di queste storie, che sono tanto un grido contro l’ingiustizia quanto un’esplorazione delle sfumature più oscure della vendetta. La copertina, realizzata da Giuseppe Matteoni, fa da ottimo preludio visivo a quanto troveremo all’interno del volume, con un’immagine che ben sintetizza il conflitto e il dramma che pervade ogni racconto.

“Dragonero. Schiavitù e vendetta!” non è solo un’aggiunta alla saga di Dragonero, ma un’opera che esplora temi universali attraverso il filtro di un mondo fantastico, pieno di magia, mistero e pericolo. Per chi ama il fantasy, le storie di vendetta e la complessità dei personaggi, questa antologia è sicuramente un must. Non perderla il 24 gennaio sugli scaffali delle librerie e fumetterie, un appuntamento da segnare sul calendario per ogni fan del buon fumetto e delle avventure epiche.

Con una narrazione che non lascia spazio a compromessi e un’arte che trasmette potenza e intensità, “Dragonero. Schiavitù e vendetta!” si conferma come una lettura fondamentale per chi ha seguito le avventure di Ian Aranill e per chi desidera tuffarsi in un mondo dove l’onore e la giustizia sono spesso a un passo dalla follia.

“Gli accoliti di Cthulhu”: una raccolta dell’universo lovecraftiano con 28 racconti straordinari

Il mondo della letteratura horror ha sempre trovato una delle sue vette più alte nel pensiero e nelle opere di Howard Phillips Lovecraft. Solitario e controverso, l’autore di Providence ha dato vita al cosiddetto weird fiction, una fusione innovativa di fantasy, horror e fantascienza, che ha catturato l’immaginazione di lettori, cineasti, musicisti e creatori di ogni tipo. Il suo universo mitologico, intriso di orrori cosmici e antiche divinità, ha ispirato una quantità infinita di opere, dando vita a un vero e proprio culto di accoliti sparsi per il mondo. Oggi, la sua influenza è più viva che mai, e il volume “Gli accoliti di Cthulhu” si presenta come una raccolta imperdibile di racconti che tributano omaggio al suo genio.

Edito da Edizioni NPE, “Gli accoliti di Cthulhu” è un’antologia che raccoglie ventotto racconti ispirati all’universo lovecraftiano, scritti da autori che, in un modo o nell’altro, hanno subito il fascino dell’opera di Lovecraft e hanno contribuito ad espandere il suo mito. Questo libro, che sarà disponibile in libreria dal prossimo 10 gennaio, rappresenta un’autentica rarità per gli appassionati di horror e weird fiction, un viaggio dentro le ombre di Cthulhu, degli Antichi e degli orrori che si nascondono nell’oscurità.

Curata dall’acclamato studioso e editore Robert M. Price, una delle figure di riferimento per la critica lovecraftiana, l’antologia raccoglie una selezione di racconti che spaziano dagli anni Trenta ai Novanta, creando una trama affascinante che si snoda lungo un secolo di influenze. Price ha scelto racconti rari, alcuni dei quali sono stati ri-tradotti o tradotti per la prima volta in italiano per questa edizione, donando così ai lettori una preziosa occasione per esplorare dimensioni narrative a lungo inaccessibili. Con oltre quattrocento pagine di puro incanto lovecraftiano, “Gli accoliti di Cthulhu” è una lettura obbligata per ogni appassionato del genere.

Tra i nomi che spiccano in questa straordinaria raccolta ci sono alcuni tra i più grandi scrittori del XX secolo. È impossibile non notare la presenza di Jorge Luis Borges, il maestro argentino che, con la sua mente prodigiosa, ha esplorato il tema dell’infinito, dei mondi paralleli e dei labirinti, elementi che risuonano fortemente con le opere di Lovecraft. Al fianco di Borges, troviamo Neil Gaiman, autore celebre per le sue opere che mescolano il fantasy con l’horror, che ha sempre ammirato la capacità di Lovecraft di rendere l’ignoto la vera fonte di terrore.

La lista degli autori che hanno contribuito a “Gli accoliti di Cthulhu” è impressionante, con una combinazione di scrittori di grande prestigio, come Gustav Meyrink, l’autore de Il Golem, e Duane Rimel, che fu uno degli accoliti più fedeli durante la vita di Lovecraft. Oltre a loro, troviamo Richard J. Searight, Dirk W. Mosig e Peter H. Cannon, scrittori che, pur meno conosciuti, hanno dato un contributo fondamentale all’espansione dell’universo lovecraftiano. Questo straordinario mix di autori, con esperienze e stili diversi, rende “Gli accoliti di Cthulhu” un’opera unica nel suo genere, un mosaico che celebra la grandezza di Lovecraft mentre alimenta il culto dei suoi seguaci.

L’opera di Lovecraft ha sempre avuto una qualità che ha attratto non solo lettori, ma anche studiosi e appassionati, diventando una vera e propria religione laica. I Miti di Cthulhu, che sono la colonna vertebrale di tutta la sua produzione, continuano a ispirare e a sollevare interrogativi su temi eterni come la fragilità dell’umanità, la nostra lotta contro forze superiori e la paura dell’infinito. Con “Gli accoliti di Cthulhu”, questa tradizione di esplorazione dei confini dell’ignoto e della follia prende nuova vita, presentando racconti che, pur distaccandosi dall’originale, ne conservano lo spirito inquietante.

Per i lettori italiani, questa edizione rappresenta una vera e propria rarità. Le traduzioni, accurate e minuziose, permettono di apprezzare appieno la potenza evocativa delle parole di autori come Meyrink, Gaiman e Borges, il cui talento nel costruire mondi e atmosfere si sposa perfettamente con l’eredità di Lovecraft. L’aspetto di pregio dell’edizione, con il suo formato elegante e la qualità della stampa, ne fa anche un oggetto da collezione.

In un’epoca in cui l’horror sembra aver preso direzioni sempre più legate a film e videogiochi, “Gli accoliti di Cthulhu” ci riporta alle origini di quel terrore profondo che solo la letteratura è in grado di suscitare, facendo appello alla nostra immaginazione per creare scenari che non si esauriscono mai, ma che restano per sempre nella nostra mente.

Se siete appassionati del genere, se amate Lovecraft o anche solo se siete curiosi di esplorare mondi strani e inquietanti, non lasciatevi scappare questo volume. “Gli accoliti di Cthulhu” non è solo una raccolta di racconti; è una finestra su un universo senza tempo che continua a affascinare e spaventare generazioni di lettori.

Secret Level – Un viaggio tra i mondi dei videogiochi, ma senza troppa magia

“Secret Level”, la serie antologica creata da Tim Miller e prodotta da Blur Studio in collaborazione con Amazon MGM Studios, è un atto d’amore per il mondo dei videogiochi. Ma, ahimè, nonostante le premesse entusiaste e la qualità tecnica straordinaria, il risultato finale lascia un retrogusto di delusione. Lanciata il 10 dicembre 2024 su Prime Video, la serie si propone come una celebrazione dei giochi iconici e delle loro storie, ma fatica a trovare il giusto equilibrio tra estetica e narrazione. E sebbene il cast stellare e la brillantezza dei mondi digitali siano senza dubbio degni di nota, la serie non riesce mai a trascendere il suo status di “trailer prolungato”.

Ogni episodio di Secret Level esplora un videogioco diverso, passando da classici leggendari come Pac-Man e God of War a titoli più recenti e sconosciuti, come Concord e Exodus. Questo mix di titoli cerca di abbracciare tanto la nostalgia dei veterani del gaming quanto l’interesse dei più giovani. Tuttavia, la selezione dei giochi spesso sembra essere più una strategia di marketing che un tributo autentico. Giocatori più esperti potrebbero restare delusi dalla predominanza di giochi recenti o inediti, piuttosto che da quelli che hanno segnato la storia del medium.

Alcuni episodi riescono a brillare, come quello dedicato a Warhammer 40.000, che ci regala una battaglia epica e visivamente potente, o quello su Pac-Man, che reinterpreta il celebre gioco arcade in chiave emotiva e nostalgica. Questi momenti sono brillanti, ma raramente la serie riesce a mantenere lo stesso livello di qualità narrativa e visiva, con altri episodi che sembrano più pensati per vendere i giochi piuttosto che per raccontare storie realmente coinvolgenti.

In un’intervista con Collider, il creatore di Secret Level, Tim Miller, e il produttore esecutivo Dave Wilson hanno condiviso alcuni retroscena sulla serie animata antologica, rivelando un’importante proposta rifiutata da Microsoft.Wilson ha spiegato che, durante lo sviluppo della serie, sono stati contattati da Hollywood per esplorare diverse IP di grande rilievo, ma alcune opportunità non si sono concretizzate. Tra i franchise inizialmente considerati per Secret Level ci sono Fallout, The Last of Us, Sonic e, naturalmente, Halo, quest’ultimo però escluso da Microsoft.Miller e Wilson avevano in mente un episodio crossover tra Master Chief e Doom Slayer, ma il progetto è stato rifiutato dalla compagnia. Wilson ha raccontato di aver scritto una lettera appassionata per proporre l’idea, ma la risposta di Microsoft è stata negativa: “No.”Nonostante il rifiuto di alcune delle loro scelte preferite, Miller e Wilson si dicono soddisfatti dei giochi inclusi nella serie. Miller ha sottolineato che non sempre è stato possibile ottenere tutte le IP desiderate, ma sono comunque felici del risultato finale. Un altro titolo per cui Miller ha fatto pressing è stato Half-Life, ma anche Valve ha rifiutato la proposta. Tuttavia, pare che Valve stia finalmente lavorando su un possibile Half-Life 3.

Effetti Visivi Sbalorditivi, Ma Storie Che Fanno Fatica a Decollare

Dal punto di vista tecnico, Secret Level è una meraviglia. La CGI è impeccabile e i mondi digitali sono incredibilmente dettagliati, frutto del lavoro di registi e animatori che hanno contribuito a Love, Death + Robots. Ma qui sorge il primo grande problema: nonostante la qualità visiva, troppo spesso gli episodi sembrano rimanere bloccati in una sorta di “trailer prolungato” per il videogioco di turno. La narrazione tende a passare in secondo piano, sacrificata a favore di un’esplosione di effetti speciali che non aggiungono sostanza.

Prendiamo ad esempio Sifu: It Takes a Life, che dura appena sei minuti e non riesce ad andare oltre la superficie del gioco. In altri casi, come nell’episodio su New World, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a una vetrina di marketing più che a una narrazione completa e appagante. È un peccato, perché quando la serie si distacca dal voler promuovere i giochi e si concentra sulla storia, riesce a regalare momenti di grande intensità.

Un’Occasione Persa?

La serie tenta di emulare il successo di Love, Death + Robots, mescolando sperimentazione visiva e sci-fi con il mondo videoludico, ma il risultato è un compromesso che non riesce a decollare. I corti sono tecnicamente impeccabili, ma narrativamente non riescono a evolversi in modo soddisfacente. La struttura episodica di Secret Level sembra non fare giustizia ai giochi che celebra, riducendosi a un esercizio stilistico che non riesce mai ad andare oltre la superficie.

Eppure, Secret Level non è una serie da bocciare completamente. I fan dei videogiochi troveranno qualcosa da apprezzare, soprattutto nei momenti più nostalgici e nei mondi visivamente affascinanti. Ma, per chi cerca qualcosa di più profondo o una vera rivoluzione nel modo in cui i giochi vengono raccontati, la serie potrebbe risultare deludente.

In definitiva, Secret Level è un’opera con tanto potenziale, ma che non riesce a sfruttarlo appieno. Rimane un prodotto che, pur con i suoi pregi, sembra intrappolato tra l’esigenza di promuovere nuovi titoli e la difficoltà di raccontare storie che facciano davvero la differenza. Un’occasione persa, forse, ma che potrebbe ancora evolversi in futuro. Per ora, Secret Level è una vetrina visiva interessante, ma non la rivoluzione che molti speravano.

Marvel Age 1000: Un’ode al passato e al futuro della Marvel

Un volume antologico per celebrare i 1000 anni di meraviglie Marvel!

Dopo il successo di Marvel Comics 1000, 1001 e Amazing Fantasy 1000, la Casa delle Idee torna a celebrare i suoi iconici personaggi con un nuovo volume antologico: Marvel Age 1000. Un omaggio al passato e uno sguardo al futuro, attraverso otto storie inedite realizzate da alcuni dei più talentuosi artisti del panorama fumettistico.

Un viaggio attraverso le epoche Marvel

Marvel Age 1000 ci porta in un viaggio attraverso le epoche della Marvel, dalla Golden Age alla Modern Age. Ritroviamo la Torcia Umana originale del 1939, il primo Capitan Marvel e un giovane Stan Lee alle prese con la creazione dei suoi fantastici universi. Ma non solo: il volume esplora anche temi attuali come la guerra, la distruzione e il dolore, attraverso la lente di personaggi come Silver Surfer e Thor.

Un team creativo d’eccezione

Lo storico editor Tom Brevoort ha riunito un team creativo d’eccezione per questo volume: Mark Waid, Ryan Stegman, Steve McNiven, Rainbow Rowell, Dan Slott, Michael e Laura Allred, Armando Iannucci, Adam Kubert, Jason Aaron, Pepe Larraz, J. Michael Straczynski e Kaare Andrews. Ogni autore e disegnatore porta il proprio stile unico alle storie, creando un caleidoscopio di emozioni e atmosfere.

Un’esperienza di lettura coinvolgente

Marvel Age 1000 non è solo un volume da collezione, ma un’esperienza di lettura coinvolgente e ricca di spunti di riflessione. Le storie sono brevi ma intense, e i disegni sono curati in ogni dettaglio. Un regalo perfetto per gli appassionati di lunga data e per i nuovi lettori che vogliono scoprire la magia dell’universo Marvel.

Star Wars: Visions Volume 2 – Un Viaggio Visivo Straordinario nell’Universo di Star Wars

Nel 2021, Star Wars: Visions ha rappresentato una delle sfide più affascinanti e coraggiose nell’ambito dell’universo di Guerre Stellari, offrendo una nuova prospettiva sul franchise attraverso l’arte dell’animazione giapponese. Il primo volume ha scatenato un’onda di entusiasmo grazie alla sua audacia creativa, mescolando tradizione e innovazione in una miscela che ha rapito gli appassionati di Star Wars e i nuovi spettatori. Nel maggio del 2023, Visions è tornato con il “Volume 2”, che ha ampliato l’orizzonte della serie, coinvolgendo studi di animazione provenienti da tutto il mondo. Questo nuovo capitolo non solo ha mantenuto, ma ha anche superato le aspettative, dimostrando che la forza di Star Wars non risiede solo nelle sue saghe epiche, ma anche nelle sue capacità di reinventarsi attraverso il prisma di culture e stili differenti.

La Magia della Diversità Visiva e Culturale

Una delle caratteristiche più straordinarie di Visions Volume 2 è la sua capacità di esplorare l’universo di Star Wars con una varietà stilistica che sfida ogni convenzione. Con la partecipazione di studi internazionali, tra cui nomi noti come Aardman (Regno Unito), Studio Mir (Corea del Sud), e Cartoon Saloon (Irlanda), insieme a realtà più giovani ma altrettanto interessanti come Punkrobot (Cile) e El Guiri (Spagna), la serie si presenta come un caleidoscopio di espressioni visive. Ogni cortometraggio è un mondo a sé, non solo per la sua estetica, ma anche per i temi e le emozioni che esplora, permettendo a ciascun creatore di infondere nella storia di Star Wars una propria voce distintiva.

Ad esempio, In the Stars della cilena Punkrobot affronta con delicatezza e forza i temi del colonialismo e della solidarietà familiare, raccontando la lotta di due sorelle indigene contro l’Impero. Il corto si distingue per il suo stile visivo che attinge alla tradizione tribale, mescolato con la sensibilità che ricorda i lavori di Hayao Miyazaki. Questo episodio non è solo un’aggiunta visivamente impressionante, ma anche una riflessione potente su come la galassia lontana lontana possa essere il palcoscenico di storie universali.

L’Approccio Unico di Ogni Studio: Un Viaggio Emozionante

Ogni studio ha portato con sé un linguaggio visivo che va oltre le tradizionali rappresentazioni dei Jedi e dei Sith. Aardman, celebre per la sua maestria nell’animazione in stop-motion, offre un’esperienza completamente diversa con I Am Your Mother. Questo corto gioca con una vena più leggera e comica, raccontando la rivalità tra madre e figlia in un duello spaziale che, pur non aggiungendo nulla di epico, riesce a conquistare per la sua energia frizzante e il suo umorismo genuino. Aardman riesce a mescolare il tipico spirito della sua animazione con un’immersione nel mondo di Star Wars, creando un’esperienza che diverte e sorprende allo stesso tempo.

Altri cortometraggi, come Sith di El Guiri e Screecher’s Reach di Cartoon Saloon, non solo brillano per la loro qualità tecnica ma anche per la profondità emotiva che riescono a trasmettere. Sith in particolare, con la sua atmosfera cupa e il suo sviluppo psicologico, riesce a evocare quella tensione tra luce e oscurità che è il cuore pulsante di Star Wars, ma lo fa con un tocco narrativo che si distingue dalla tradizione. La profondità dei personaggi e il loro legame con il lato oscuro fanno di questo episodio uno dei più emozionanti e riflessivi dell’intera serie.

Alcuni Passi Falsi nella Galassia Lontana Lontana

Nonostante la qualità globale, non tutti i cortometraggi riescono a mantenere lo stesso livello di coesione tra estetica e narrazione. The Bandits of Golak, prodotto da 88 Pictures in India, cerca di integrare elementi della mitologia indiana nel contesto di Star Wars, ma finisce per risultare scollegato. Sebbene l’animazione e la ricerca visiva siano interessanti, la trama fatica a inserirsi nell’universo più ampio di Star Wars, perdendo quella connessione emotiva che rende la saga tanto affascinante.

Alcuni altri episodi, come The Pit e The Spy Dancer, pur rimanendo affascinanti dal punto di vista visivo, non riescono a risvegliare la stessa intensità emotiva che permea i corti più riusciti. In particolare, The Pit si sviluppa in modo un po’ troppo convenzionale, mancando di quella scintilla che rende gli altri episodi memorabili.

Un Tributo all’Arte dell’Animazione Globale

Ciò che emerge da Visions Volume 2 è un tributo all’arte dell’animazione globale e alla possibilità di dare vita a storie che, pur rimanendo saldamente ancorate ai valori di Star Wars, esplorano l’universo in modo fresco e inaspettato. Il produttore esecutivo James Waugh ha sottolineato come Visions rappresenti uno spazio di espressione per i creatori di tutto il mondo, e la varietà di stili e storie conferma che questa serie è diventata un laboratorio di sperimentazione visiva e narrativa. Le storie raccontate attraverso diverse lenti culturali arricchiscono il franchise con nuove prospettive, facendo sì che ogni episodio diventi un’esperienza unica.

Di seguito i dettagli su ciascun cortometraggio e regista:

Titolo: “Sith”
Studio: El Guiri
Sceneggiatore-regista: Rodrigo Blaas

Rodrigo Blaas è un regista vincitore di un Emmy Award® che ha trascorso più di 20 anni nell’animazione. Dopo aver co-fondato la Stromboli Animation nel 1997, Blaas è entrato nei Blue Sky Studios nel 2000, lavorando al lungometraggio L’era glaciale, prima di passare ai Pixar Animation Studios. Qui ha lavorato a progetti come Alla ricerca di Nemo (2003), Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi (2004), Ratatouille (2007) e Wall-E (2008) e al cortometraggio candidato all’Oscar® La Luna (2011). Più recentemente, Blaas ha collaborato con Guillermo del Toro per sviluppare la pluripremiata serie Trollhunters, è stato direttore creativo di Mikros Animation Paris e, nel 2021, ha creato El Guiri Studios a Madrid con la sua compagna, Cecile Hokes. Ha anche scritto e diretto il pluripremiato cortometraggio Alma del 2009.

Titolo: “Screecher’s Reach”
Studio: Cartoon Saloon
Regista: Paul Young

Paul Young è cofondatore di Cartoon Saloon, vincitore dell’IFTA e candidato agli Oscar®, Emmy® e BAFTA. Ha prodotto i lungometraggi animati Il drago di mio padre, WolfWalkers, The Secret of Kells, La canzone del mare e I racconti di Parvana – The Breadwinner, oltre a serie televisive pluripremiate come Puffin Rock, Dorg Van Dango e Viking Skool.

Titolo: “In the Stars”
Studio: Punkrobot
Sceneggiatore-regista: Gabriel Osorio

Gabriel Osorio si è laureato in Belle Arti all’Università del Cile, specializzandosi poi in animazione 3D. Dopo aver lavorato in spot pubblicitari, film e serie televisive, ha fondato Punkrobot Studio. Dal 2008 ha diretto progetti per la televisione per bambini, tra cui Flipos, Muelin y Perlita, Soccer Girls e spot televisivi. Nel 2016, il suo cortometraggio Bear Story è stato il primo progetto latinoamericano a vincere un Oscar® nella categoria dei cortometraggi animati.

Titolo: “I Am Your Mother”
Studio: Aardman
Regista: Magdalena Osinska

Magdalena Osinska è una regista pluripremiata che lavora con lo studio Aardman da otto anni. Ha diretto spot pubblicitari in stop-motion, CGI, 2D e live action, tra cui “The Great Sofa Caper” e “Share the Orange” di Wallace & Gromit. Osinska ha diretto lo sviluppo della serie per bambini Joyets, oltre a film come Spirits of the Piano e Zbigniev’s Cupboard. Diplomata alla National Film and Television School di Beaconsfield, nel Regno Unito, nonché alla Polish Film School di Lodz e all’Art College di Varsavia, Osinska sta attualmente sviluppando il lungometraggio Jasia, basato sui ricordi della nonna sulla Polonia della Seconda Guerra Mondiale.

Titolo: “Journey to the Dark Head”
Studio: Studio Mir
Regista: Hyeong Geun Park

L’astro nascente Hyeong Geun Park si era già fatto un nome quando è entrato nell’industria dell’animazione coreana nel 2017, grazie alla sua forte sensibilità nel disegno e nell’animazione. Ha diretto l’animazione di decine di trailer di giochi cinematografici e da allora il suo impegno si è esteso alle serie animate, lavorando a progetti come Dota: Dragonì’s Blood: Book 3 (2022) e Lookism (2022). “Journey to the Dark Head” è il primo titolo che ha prodotto a livello esecutivo dall’inizio alla fine.

Titolo: “The Spy Dancer”
Studio: Studio La Cachette
Sceneggiatore-regista: Julien Chheng

Julien Chheng è CEO dello Studio La Cachette, uno studio di animazione francese vincitore di un Emmy Award® che ha co-fondato nel 2014 insieme agli ex allievi della scuola Gobelins Oussama Bouacheria e Ulysse Malassagne. Chheng ha seguito una formazione in sviluppo visivo presso Disney e ha lavorato come animatore di personaggi negli acclamati lungometraggi d’animazione 2D Le Chat du rabbin, Mune – Il guardiano della luna e Ernest & Celestine, nominato agli Oscar®. Nel 2021 ha vinto un Emmy Award® come produttore esecutivo dell’animazione di Primal di Genndy Tartakovsky, per il quale è stato anche supervisore dell’animazione. Nel 2022, Chheng ha diretto con Jean-Christophe Roger il lungometraggio candidato ai Cesar Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note.

Titolo: “The Bandits of Golak”
Studio: 88 Pictures
Regista: Ishan Shukla

Ishan Shukla ha iniziato la sua carriera come artista di computer grafica a Singapore. Per oltre un decennio ha diretto progetti che vanno dagli spot televisivi alle serie e ai video musicali. Il suo cortometraggio animato del 2016, Schirkoa, è stato inserito nella lista degli Academy Awards® dopo aver ricevuto decine di premi e partecipato a 120 festival internazionali, tra cui il SIGGRAPH Asia dove è stato nominato “Best in Show”. In seguito ha creato il suo studio d’animazione per lavorare su lungometraggi animati per adulti, tra cui una versione lungometraggio di Schirkoa, che arriverà nei festival nell’estate del 2023.

Titolo: “The Pit”
Studios: D’art Shtajio e Lucasfilm Ltd.
Sceneggiatore, regista ed executive producer: LeAndre Thomas
Co-Regista: Justin Ridge

LeAndre Thomas è un pluripremiato scrittore e regista di Oakland, California, il cui ultimo film ha vinto il premio per la miglior regia al Pasadena International Film Festival. Oltre ai suoi film indipendenti, Thomas fa parte del team dello studio franchise di Lucasfilm Ltd., dove ha lavorato per più di 11 anni e dove è stato accreditato per titoli recenti come Light & Magic, The Mandalorian, Obi-Wan Kenobi, Star Wars: Tales of the Jedi e molti altri. Justin Ridge è l’executive producer della serie nominata agli Emmy® Star Wars Resistance. Tra i suoi lavori figurano anche Star Wars Rebels, Cicogne in missione, The Cleveland Show, Star Wars: The Clone Wars e Avatar – La leggenda di Aang.

Titolo: “Aau’s Song”
Studio: Triggerfish
Sceneggiatori e registi: Nadia Darries e Daniel Clarke

Nadia Darries è regista, animatrice e cofondatrice di Goon Valley Animation, con un’inclinazione per la scrittura di canzoni. Nata a Cape Flats in Sudafrica, dal 2015 lavora a film d’animazione e motion design di alto livello come animatrice, project manager, direttore creativo e regista. La sua esperienza comprende l’animazione presso i Triggerfish Animation Studios per i premiati film della BBC Stick Man, Revolting Rhymes e Highway Rat. Daniel Clarke è un regista e artista di Città del Capo che lavora nel campo dell’animazione, del cinema e dell’illustrazione. Ha iniziato la sua carriera nell’animazione nel 2008 presso i Triggerfish Animation Studios, dove ha ricoperto il ruolo di production designer, art director e regista in progetti come il lungometraggio Khumba, Stick Man della BBC e The Snail and the Whale. Nel 2018, insieme a James Clarke e Daniel Snaddon, ha completato la graphic novel Kariba.

Dungeons & Dragons: Quests from the Infinite Staircase

Per celebrare i cinquant’anni di Dungeons & Dragons, Wizards of the Coast  stimola l’appetito dei giocatori con l’imminente uscita di “Quests from the Infinite Staircase”, una raccolta di storiche avventure aggiornate alla quinta edizione del gioco di ruolo, in attesa delle nuove regole base che arriveranno entro la fine del 2024. La Wizards ha deciso di cogliere l’opportunità non solo per aggiornare alcune vecchie avventure alla quinta edizione del gioco, ma anche per riportarle tutte insieme in questa antologia intitolata.

La Scalinata Infinita è un luogo misterioso che contiene porte che conducono a regni fantastici. È il dominio del genio Nafas, un nobile essere che ascolta i desideri provenienti da tutto il multiverso e recluta eroi per realizzarli. Questo concetto affascinante apre le porte a possibilità infinite e permette ai giocatori di vivere avventure che si svolgono in qualsiasi momento della storia di D&D, dai primi anni fino ad oggi.

Sebbene non sia ancora stato rivelato quali sono esattamente le sei avventure che compongono questa antologia, è possibile formulare delle ipotesi basate sui titoli delle edizioni passate. Potremmo trovarci di fronte a avventure iconiche come la classica “Tomba degli Orrori”, che ha terrorizzato e sfidato i giocatori per anni, o “Spedizione alle Rovine di Greyhawk”, soprattutto considerando che torneremo lì anche in “Vecna: Eve Of Ruin”. Inoltre, potremmo ricordare alcune delle avventure della quarta edizione del gioco, come “Keep on the Shadowfell” o “Assault on Nightwyrm’s Fortress”.

È importante sottolineare che questa pubblicazione è un’antologia di avventure, quindi non ci si può aspettare una grande trama che leghi tutte le avventure tra loro. È più probabile che si tratti di avventure più brevi o segmenti ridotti in modo da poterle adattare al numero di pagine del libro. Tuttavia, avendo solo sei avventure, ogni storia avrà più spazio per svilupparsi rispetto alle precedenti antologie.

Quests from the Infinite Staircase sembra essere un’opportunità perfetta per i giocatori di D&D di immergersi in avventure classiche dei decenni passati, ora aggiornate alla quinta edizione. Con il suo concetto affascinante e la possibilità di esplorare qualsiasi momento della storia di D&D, questa antologia promette di offrire ore di divertimento e avventura per i giocatori di tutti i livelli. Non vediamo l’ora di scoprire quali saranno le avventure che ci aspettano!

“Cabinet of Curiosities”: L’Antologia Horror di Guillermo del Toro tra Eleganza e Terrore

Quando Guillermo del Toro decide di aprire il suo “Cabinet of Curiosities”, lo fa con la maestria e la passione che lo contraddistinguono, dando vita a un’antologia horror che si muove tra l’eleganza e il macabro, tra la raffinatezza del gotico e il grottesco del Grand Guignol. La serie, disponibile su Netflix, offre otto racconti autoconclusivi, ciascuno firmato da un regista diverso, ma accomunati dall’inconfondibile impronta del cineasta messicano. La struttura della serie richiama da vicino quella di classici come “Night Gallery” di Rod Serling. Del Toro, con il suo carisma inquietante e il tono solenne, introduce ogni episodio accanto a un sontuoso armadio di legno, il “cabinet” del titolo, che custodisce segreti e orrori pronti a essere rivelati. Ogni storia è un oggetto di questa collezione del terrore, e ogni regista chiamato a dirigere gli episodi porta con sé una visione personale che, pur diversificata, rientra perfettamente nell’estetica dell’universo di Del Toro.

La serie si apre con “Lot 36”, diretto da Guillermo Navarro, storico collaboratore di Del Toro. Il protagonista, un reduce di guerra intrappolato in ideologie di estrema destra, si ritrova a esplorare un deposito abbandonato contenente segreti inconfessabili. Il parallelismo tra il suo declino morale e il crescente senso di minaccia sovrannaturale è gestito con grande abilità, grazie anche alla magistrale interpretazione di Tim Blake Nelson.Segue “Graveyard Rats” di Vincenzo Natali, un viaggio soffocante e claustrofobico nelle viscere della terra, dove un ladro di tombe si scontra con orrori ben peggiori della miseria umana. L’episodio è un perfetto mix tra avventura e body horror, con una tensione crescente che culmina in un finale memorabile.”The Autopsy”, diretto da David Prior, si distingue per la sua narrazione cupa e metodica. Un medico legale si trova a esaminare un cadavere che nasconde molto più di una semplice causa di morte. L’episodio si sviluppa come un giallo sovrannaturale, ma esplode in una sequenza finale che lascia il segno.

Un capitolo particolarmente interessante è “The Outside” di Ana Lily Amirpour, che usa il body horror per una riflessione pungente sulla bellezza e la conformità sociale. La protagonista, interpretata da Kate Micucci, viene sedotta da una crema miracolosa che promette di trasformarla in una donna perfetta. Ma il prezzo da pagare è altissimo. Amirpour gioca con il grottesco e il surreale, creando un episodio disturbante e affascinante. “Pickman’s Model” e “Dreams in the Witch House”, entrambi ispirati ai racconti di H.P. Lovecraft, sono forse gli episodi più attesi dagli amanti del weird fiction. Il primo, diretto da Keith Thomas, esplora il concetto dell’arte come veicolo della follia, con un Crispin Glover inquietante nei panni dell’artista maledetto Pickman. Il secondo, firmato da Catherine Hardwicke, rielabora con libertà un classico di Lovecraft, con risultati più altalenanti: se da un lato il fascino visivo è innegabile, dall’altro la narrazione risulta meno incisiva rispetto alle atmosfere del racconto originale.

“The Viewing” di Panos Cosmatos è l’episodio più stilizzato della serie, un trip audiovisivo che parte da una cena esclusiva e si trasforma in un incubo lisergico. Il regista di “Mandy” crea un’atmosfera sospesa e ipnotica, con un’estetica anni ’80 e un crescendo di terrore psichedelico. L’ultimo episodio, “The Murmuring”, diretto da Jennifer Kent, cambia completamente registro. Dopo il terrore viscerale e il grottesco degli episodi precedenti, questo racconto offre un horror delicato e malinconico, dove il sovrannaturale si intreccia con il dramma umano. Essie Davis regala un’interpretazione toccante in una storia che richiama le atmosfere de “The Babadook”.

Un’antologia imperdibile

“Cabinet of Curiosities” è un regalo prezioso per gli amanti dell’horror. Ogni episodio è un tassello di un mosaico più grande, che celebra il genere nelle sue diverse sfumature. Se alcuni racconti funzionano meglio di altri, la qualità complessiva resta altissima, con una cura maniacale per il dettaglio visivo e una varietà di stili e tematiche che rendono la serie un’esperienza avvincente. Del Toro si conferma non solo un maestro del cinema, ma anche un eccezionale curatore del terrore, capace di dare spazio a voci nuove senza mai tradire la sua poetica visionaria.

Altan in libreria con “Ada e altre giungle”

Dopo Uomini ma straordinari arriva il secondo volume della collana integrale dei romanzi a fumetti di Altan, campione d’ironia nel racconto dell’Italia passata e presente, uno degli autori più radicati nel nostro immaginario collettivo.

Dopo Pazienza, Buzzelli, Mattioli, Scòzzari, Coconino Press arricchisce il suo catalogo con un altro maestro italiano, proseguendo nella riproposta a lettori vecchi e nuovi dei classici più corrosivi, taglienti e “non allineati” del fumetto internazionale, in nuove e curatissime edizioni ricche di bonus e inediti.

 

Un’elegante e definitiva edizione cartonata raccoglie le esotiche avventure della bella Ada, Macao, Sandokan, Zago Oliva e rarità come Ada cerca un produttore (inedito in Italia) e la storia a colori Viva Las Vegas. Introduzione di Ratigher.

Coconino Press continua la pubblicazione integrale delle opere a fumetti di Altan in una collana di pregevoli volumi cartonati. Popolarissimo per le avventure della Pimpa, che da decenni conquista la fantasia di piccoli e grandi lettori, e per le sue fulminanti vignette di satira politica e di costume, Altan è ben noto anche per la sua ampia produzione di graphic novel e racconti: biografie dissacranti, parodie e parabole morali che a partire dagli anni ’70 hanno composto un universo divertente, grottesco, capace come nessun altro di raccontare vizi, corruzione, fragilità dell’Italia passata e presente e, più in generale, dell’umanità.

 

Con il secondo volume Ada e altre giungle entra in scena Ada Frowz, bella e sensuale eroina britannica che, a partire da un’eredità e dalla ricerca di un lontano cugino, ci introduce in un mondo di avventure esotiche all’alba della Seconda guerra mondiale. Un feuilleton irriverente e rocambolesco in tredici puntate, tra viaggi nella selvaggia Africa, spie, fanatici nazisti e intrighi internazionali, banane, scimmie, filodendri e tanti soldi. Altan fa il verso ai grandi classici letterari e cinematografici dell’Avventura, con un romanzo che si diverte a riempire delle sue densissime vignette e a definire di volta in volta “moralistico”, “rassicurante” e “amaro”. Con Ada, come scrive Ratigher nella prefazione, “scopriamo che l’intero mondo è un groviglio di pulsioni, di rapporti di potere… in pratica una giungla crudele e rigogliosa”. Gli altri racconti di questo libro ci portano poi nel corrotto Oriente, a Mompracem, nelle valli di Comacchio e fino a Las Vegas… Ritroviamo l’eroina di Altan anche nella successiva storia Macao, e poi nel racconto Ada cerca un produttore, pubblicato solo sulla rivista francese Á Suivre in occasione del film che il regista Gérard Zingg trasse dalle avventure di Ada (1988). Seguono poi la rivisitazione del salgariano Sandokan e due rarità come la storia Zago Oliva, realizzata per i quotidiani Il Resto del Carlino e La Nazione (1981), e Viva Las Vegas, racconto pubblicato nel 2000 sul supplemento I Viaggi de La Repubblica.

 

 

“Altan ha la ferocia di Beckett, la grazia di Buster Keaton, l’imprevedibilità di Totò”.

Stefano Benni

 

“In Altan la messa a nudo dei personaggi unisce sempre all’irrisione e al dileggio la dimensione profondamente umana, restituendoli al lettore credibili e familiari, vicini, conosciuti da sempre nel bene e nel male”.

America Oggi

 

“Un uomo (Altan) che conosce i tempi comici più di chiunque altro. Senz’altro capace di scrivere il romanzo dell’Italia”.

La Repubblica

 

 

NOVITÀ

Fumetti Coconino Press-Fandango

Altan

Ada e altre giungle

Pagine: 240, b/n e a colori, formato 21,5 x 29 cm, cartonato

Prezzo: 25 euro

Uscita: Maggio 2021

ISBN: 9788876185694

 

L’AUTORE

Francesco Tullio Altan è nato a Treviso nel 1942. Nel 1975 si stabilisce prima a Milano e poi ad Aquileia, dove vive tuttora. Sempre nel 1975 realizza per il Corriere dei Piccoli il suo personaggio di maggior successo, La Pimpa, cagnolina a pois entrata nei cuori dei bambini di tutta Italia. Tale è stata la popolarità delle sue storie che Pimpa, dal 1987, conta un omonimo mensile tutto suo, pubblicato anche in Argentina e Turchia, e una serie animata ancora in programmazione sui canali Rai. Altan è celebre anche per i suoi romanzi a fumetti, realizzati a partire dagli anni ’70 per un pubblico più adulto, comparsi per la prima volta a puntate sulla rivista Linus diretta da Oreste del Buono. Dalle parodie di biografie storiche come Colombo e Franz alle ironiche rivisitazioni dell’avventura (Ada nella jungla, Macao, Sandokan), fino ad amare parabole contemporanee come Friz Melone e Cuori pazzi. Terzo e notissimo aspetto della sua produzione è la satira: le sue vignette sono state pubblicate su Panorama, Tango, Cuore e Smemoranda, e continua una pluriennale collaborazione con L’Espresso e La Repubblica.

Western sex rock and horror

Un’antologia di racconti dell’autore Stefano Jacurti, vera icona del west del nostro paese, che descrive storie crude in cui sono protagonisti gente spietata, pronta a tutto. Tra colpi di scena e ricordi, questa raccolta passa dall’eros fino all’horror, dagli scontri con gli indiani conditi con una visione moderna “on the road”. Pagine che danno emozioni, commuovono, inorridiscono e tengono calde le suggestioni nei lettori fino all’ultima pagina!

Lingue di fuoco scaturiscono da un fucile negli spazi sconfinati dove un bambino è l’unico sopravvissuto di una carovana massacrata. Mentre si susseguono battaglie nella neve, lupi all’attacco e cavalleggeri che spariscono nel nulla, ecco sopraggiungere storie di disertori, di corpi che si uniscono in amplessi selvaggi e di altri maciullati dalle pallottole. La raccolta è un western che cavalca le rughe di una vecchia malata; un western nel quale, tra i conflitti a fuoco e quelli dell’anima, uomini e donne seguono una pista ad ovest di tutto. Le visioni orrorifiche della civil war e un pistolero nel buio, galoppano a fianco del sogno americano fallito, spolpato, ucciso: ma non per chi si arma per l’ultima ballata, per chi sgassa con una Harley Davidson e per chi, sulle note delle country music, ingaggia l’ultimo rodeo. Western Sex Rock and Horror è una pista costellata di conti da saldare, da una squaw bellissima, da una forca che attende. Sono storie classiche, contaminate, sanguinarie, consumate come le cicche nel posacenere di un motel del sesso on the road.

Stefano Jacurti, romano, è uno dei pilastri della cultura western in Italia, alla cui conservazione e diffusione ha contribuito sia come regista-attore dei film “Inferno bianco” e “Se il mondo intorno crepa” – autoprodotti e girati soprattutto in Italia – che come scrittore, con l’antologia di racconti “Il baule nella prateria”, il romanzo “Bastardi per stirpe” e la raccolta di pensieri “Avrei voluto essere ucciso da Clint Eastwood”. Un’artista tutto tondo dunque, Regista, attore e scrittore, di cui questa antologia, “Western Sex Rock and Horror”, è la sua quarta opera!

https://www.ibs.it/western-sex-rock-and-horror-libro-stefano-jacurti/e/9788866801702

Trofeo RiLL XXI – Scadenza 24 Aprile 2015

Le iscrizioni al XXI Trofeo RiLL resteranno aperte sino al 24 aprile. Molte autrici e molti autori ci hanno chiesto una proroga, e quindi abbiamo deciso di dare ancora un po’ di tempo a chi vuole inviarci racconti: fantasy, horror, di fantascienza o “semplicemente” al di là del reale.
In palio, per i racconti migliori, la pubblicazione (gratuita) nella prossima antologia Mondi Incantati (ed. Wild Boar), in uscita a Lucca Comics & Games 2015. Inoltre, il racconto primo classificato sarà pubblicato in Irlanda (sulla rivista Albedo One) e in Spagna (su Visiones, l’antologia dell’AEFCFT – Associación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror).

I racconti ricevuti sono già più di 100, e per questo ne inizieremo a breve la lettura (rigorosamente in forma anonima). Con l’edizione 2015 il Trofeo RiLL entra nel suo terzo decennio di vita, e questo accresce il nostro impegno per un concorso sempre migliore, capace di riscuotere l’apprezzamento degli appassionati.

Per ulteriori informazioni rimandiamo alla sezione Trofeo RiLL, che contiene moltissime informazioni, fra cui il bando(aggiornato con la nuova scadenza), le FAQ, una pagina sulla giuria e tutti i testi premiati dal 1994 al 2006. In una pagina ad hoc, invece, abbiamo voluto darvi alcuni utili chiarimenti sudue temi oggetto di molte vostre domande: la spedizione del materiale e la busta chiusa con le generalità degli autori.

Come già fatto su queste pagine,invitiamo tutte le autrici e tutti gli autori a registrarsi come partecipanti al Trofeo RiLL e a caricare, sempre da questo sito, i file dei racconti che ci invieranno: due operazioni che richiedono pochi minuti, ma che sono molto utili per noi.

Tutti i partecipanti al XXI Trofeo RiLL riceveranno una copia omaggio della nostra più recente antologia: La Maledizione e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati), che contiene i racconti premiati del XX Trofeo RiLL e di SFIDA 2014, e i racconti vincitori di quattro premi letterari europei dedicati al fantastico (premio Nova, Finlandia; premio Domingo Santos, Spagna; James White Award, Inghilterra; Aeon Award Contest, Irlanda).

Infine, ricordiamo che tutte le antologie della collana Mondi Incantati sono disponibili al prezzo speciale di 8 euro a volume (spese postali incluse).
Disponibili anche i poster con le copertine, tutti opera dell’illustratriceValeria De Caterini.