Il regista Jon Bolerjack sta lavorando su un progetto che si preannuncia tanto emozionante quanto doloroso: un documentario sugli ultimi anni di vita di Stan Lee, intitolato Stan Lee: The Final Chapter. Con un carico di centinaia di ore di riprese, Bolerjack ha seguito Lee durante gli ultimi periodi della sua vita, un periodo segnato da sfide personali e abusi, lontano dai riflettori che avevano accompagnato la sua figura leggendaria di creatore dell’universo Marvel. Questo documentario si concentra non solo sulla figura iconica che Stan Lee è stata, ma anche sulle difficoltà e le sofferenze che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, quando la sua vita, più che da eroe, sembrava essere segnata dalla solitudine e dal tradimento.
Stan Lee, il geniale co-creatore di personaggi iconici come Spider-Man, gli X-Men, e gli Avengers, è stato una delle figure più amate e rispettate del mondo dei fumetti e del cinema. Alla sua morte, nel 2018, a 95 anni, milioni di fan hanno celebrato il suo lascito. Tuttavia, molti non conoscevano la realtà tragica che circondava i suoi ultimi anni, un periodo in cui, nonostante l’immenso successo delle sue creazioni, Lee è stato vittima di sfruttamento e negligenza. Stan Lee: The Final Chapter esplora queste accuse inedite, rivelando attraverso filmati mai visti prima, che il leggendario fumettista ha vissuto una realtà ben diversa da quella che il pubblico conosceva.
Il documentario di Bolerjack non si limita a raccontare la straordinaria carriera di Lee, ma getta una luce cruda e inedita sui suoi ultimi giorni. Il regista, infatti, ha filmato Lee in numerose occasioni, tra convention, anteprime cinematografiche e momenti intimi nella sua casa di Hollywood Hills. Sebbene queste riprese catturino momenti affettuosi e sincero affetto tra Lee e i suoi fan, mostrano anche comportamenti poco lodevoli da parte di coloro che lo circondavano. Bolerjack, infatti, afferma di aver documentato, attraverso filmati esclusivi, episodi di sfruttamento e abuso da parte delle persone più vicine al fumettista. L’intervista di Bolerjack alla Hollywood Reporter rivela che le condizioni di Lee erano ben peggiori di quanto si fosse pensato inizialmente: non solo Lee era vittima di abusi emotivi e fisici, ma si trovava anche in rovina finanziaria nonostante il successo planetario dei film Marvel e delle vendite di merchandising.
Questa rivelazione è scioccante, soprattutto considerando che Marvel ha incassato più di 30 miliardi di dollari con i suoi film, senza contare i miliardi derivanti dalla vendita di giocattoli e altri prodotti. Come può una figura così influente e amata essere finita in una condizione tanto disperata? La risposta sembra risiedere in una rete di persone che cercavano di sfruttare la sua fama fino all’ultimo respiro, ignorando le sue necessità fisiche e psicologiche.
Nel documentario, Bolerjack documenta con dolore come Stan Lee fosse costretto a partecipare a eventi pubblici, firmare autografi e scattare foto per ore, nonostante la sua età avanzata e la stanchezza evidente. Una situazione che, secondo il regista, rispecchiava una mancanza di rispetto per la sua salute e dignità. Nonostante le sue difficoltà, Lee sembrava non opporsi a questa vita di sovraccarico, ma Bolerjack ci racconta che Lee, purtroppo, era consapevole della situazione e forse anche rassegnato a essa. La sua figura pubblica, quella di eterno ottimista e pitchman, nascondeva un uomo che, alla fine, si trovava a vivere nell’ombra di sé stesso, un aspetto che il documentario intende esplorare senza veli.
Il regista, che aveva conosciuto Lee anni prima per proporre un reality show, ammette di essersi affezionato al fumettista, arrivando a considerarlo quasi un membro della famiglia. Questo legame ha reso ancora più difficile per lui documentare le difficoltà che Stan Lee stava vivendo. “Ho cercato di fare del mio meglio per aiutarlo”, racconta Bolerjack, “ho cercato di ridurre il suo carico di lavoro e di incoraggiare più pause”. Nonostante i suoi sforzi, Bolerjack è consapevole di aver infranto una delle regole principali del documentarista: quella di mantenere una distanza professionale dal soggetto. Eppure, il suo affetto per Lee lo ha spinto a voler far emergere la verità su quanto accadeva dietro le quinte.
Il documentario non solo vuole rendere omaggio al grande contributo di Lee alla cultura popolare, ma intende anche denunciare una triste verità: un uomo che ha creato eroi per generazioni di fan non ha avuto alcun eroe che lo salvasse nel momento del bisogno. Come spesso accade con i giganti della cultura pop, la fine di Stan Lee è stata segnata dal tradimento da parte di chi avrebbe dovuto proteggerlo.
Stan Lee: The Final Chapter è un documentario che ha richiesto un impegno significativo da parte di Bolerjack, che ha investito una grande somma di denaro per portare a termine il progetto. Per completarlo, ha lanciato una campagna Kickstarter che, oltre a raccogliere fondi, ha suscitato un notevole interesse tra i fan e gli appassionati di fumetti. Questo documentario potrebbe rappresentare una delle ultime opportunità per conoscere la realtà delle difficoltà che Stan Lee ha dovuto affrontare, un capitolo finale che non solo onora la sua figura, ma anche fa luce sulle ingiustizie che ha subito.
La visione di Stan Lee: The Final Chapter sarà un viaggio emozionante, eppure doloroso, attraverso le ultime settimane di una leggenda dei fumetti che ha segnato la nostra infanzia e che merita di essere ricordato non solo per i suoi successi, ma anche per la sua tragica fine.
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