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S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl arriva su PS5 – Tutto sul ritorno nella Zona

Quando si parla di videogiochi capaci di scolpire un solco profondo nell’immaginario nerd e geek, la saga di S.T.A.L.K.E.R. merita un posto d’onore. Non è solo una serie di sparatutto in prima persona: è un’esperienza, un viaggio attraverso un mondo crudele e affascinante, dove ogni angolo cela un segreto, una minaccia o un mistero. E finalmente, dopo quindici anni di attesa, S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl è tornato, segnando non solo un nuovo capitolo della serie ma anche un momento storico: l’approdo su PlayStation 5, dopo la lunga esclusiva temporale Microsoft.

Sì, avete capito bene: GSC Game World ha ufficializzato l’uscita del gioco sulla console di casa Sony entro la fine del 2025. L’annuncio è arrivato con un nuovo trailer che ha mandato in visibilio i fan, mostrando sequenze inedite e confermando il supporto per le funzionalità del DualSense, come feedback aptico e grilletti adattivi. Immaginate cosa significherà esplorare la Zona sentendo sotto le dita le vibrazioni di un Geiger impazzito o la tensione dei grilletti quando si affronta un mutante nell’oscurità più profonda. Sarà un’esperienza immersiva come mai prima d’ora.

Heart of Chornobyl non è solo un videogioco: è un ritorno a un universo narrativo che da sempre gioca con le regole del survival horror, della fantascienza e dell’horror psicologico. È ambientato nel cuore della Zona, quella regione maledetta attorno alla centrale di Chernobyl, dove la realtà sembra piegarsi su sé stessa. Qui vestiamo i panni di Skif, un uomo qualunque che perde tutto quando un misterioso artefatto distrugge la sua casa. Aiutato dal dottor Hermann, volto noto ai fan di Call of Pripyat, Skif si ritrova invischiato in un intreccio di vendette, cospirazioni e lotte tra fazioni, fino al tradimento dello stesso Hermann, che lo venderà a una corporazione senza scrupoli. Da lì inizia una discesa negli inferi, fatta di sopravvivenza e ricerca di vendetta.

Quello che rende unico S.T.A.L.K.E.R. 2 è la sua struttura narrativa frammentata, fatta di mille storie che si intrecciano, si accavallano, si risolvono e si riaprono. Non c’è un’unica trama lineare: c’è un mondo vivo che pulsa, un sistema di eventi generati dall’intelligenza artificiale, il leggendario A-Life, che crea incontri e situazioni fuori dal controllo del giocatore. Puoi pianificare tutto, ma bastano un branco di cani mutanti o un posto di blocco militare per mandare tutto all’aria. Ed è proprio lì, in quel caos imprevedibile, che S.T.A.L.K.E.R. 2 trova la sua anima.

La mappa è immensa e mozzafiato, un mix di luoghi iconici visti nei capitoli precedenti e nuove aree modellate con l’Unreal Engine 5. Le rovine, i boschi, le fabbriche abbandonate, i villaggi spettrali: tutto ha un livello di dettaglio maniacale, e muoversi attraverso la Zona è un’esperienza a sé. L’esplorazione non è mai banale, ogni passo va calcolato, ogni deviazione può significare la scoperta di un artefatto raro o la morte violenta. Non aspettatevi di saltare da una quest all’altra a cuor leggero: il fast travel esiste, ma richiede di contrattare con autisti a pagamento, aggiungendo un ulteriore strato di realismo e fatica.

La progressione narrativa è un’altra delle caratteristiche che divide i giocatori. Sembra sempre di essere vicini alla fine, e invece no: c’è sempre un altro capitolo, un’altra storia, un altro segreto da svelare. È come ascoltare una vecchia audiocassetta e girarla continuamente, lato A, lato B, avanti e indietro. E per quanto possa risultare stancante per chi cerca una trama dritta e ordinata, è proprio questa struttura a tenere alta la tensione.

Uno degli aspetti più affascinanti è il modo in cui il gioco lascia emergere le storie secondarie. Gli NPC hanno nomi improbabili e memorabili, come Gena Badass o Max Sleepy, e non sono solo comparse: vivono, si scontrano, si aiutano, muoiono, senza che il giocatore possa sempre intervenire. Una volta mi sono trovato bloccata a un checkpoint militare, cercando disperatamente di evitare un conflitto a fuoco. Alla fine non sono stata io a risolvere la situazione, ma un branco di cani mutanti che ha spazzato via tutto e tutti in un vortice di urla, spari e sangue. Questi momenti non sono scriptati, sono figli del caos dinamico del gioco, e regalano emozioni irripetibili.

Ovviamente non mancano i difetti. S.T.A.L.K.E.R. 2 porta con sé la storica “jank” della serie: bug, problemi con le fazioni, missioni bloccate, NPC impazziti. Alcuni problemi sono stati risolti con patch post-lancio, ma non aspettatevi un gioco perfetto. Tuttavia, chi conosce e ama questa saga sa che queste imperfezioni fanno parte del pacchetto. È come un vecchio vinile graffiato: nonostante il fruscio, o forse proprio per quello, ha un’anima che altri giochi più levigati non riescono a trasmettere.

La storia di sviluppo di Heart of Chornobyl è, a sua volta, degna di un romanzo. Annunciato inizialmente dopo Call of Pripyat, doveva uscire nel 2012, ma fu cancellato. Solo nel 2018 il progetto è rinato, con una nuova spinta grazie all’Unreal Engine 5. Ma poi è arrivata la tragedia dell’invasione russa in Ucraina, che ha bloccato tutto. Nonostante le difficoltà, lo studio ucraino ha stretto i denti e, dopo vari ritardi, il gioco era finalmente uscito il 20 novembre 2024. L’arrivo su PlayStation 5, previsto per la fine del 2025, chiude idealmente un cerchio. Non è solo l’espansione di un mercato: è un segnale di resistenza e rinascita per GSC Game World, che ha saputo superare ostacoli immensi per portare la sua visione su un pubblico ancora più ampio. E, onestamente, non vedo l’ora di stringere il DualSense tra le mani e immergermi di nuovo in quella terra di nessuno, ascoltando il crepitio del contatore Geiger e scrutando l’orizzonte in cerca di minacce e meraviglie.

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl non è per tutti. È un’esperienza brutale, imperfetta, a volte frustrante. Ma per chi ama la sfida, per chi cerca mondi vivi e imprevedibili, per chi ha nostalgia di un certo tipo di game design dove il giocatore deve guadagnarsi ogni passo, è un ritorno trionfale. E adesso, con l’arrivo su PS5, non ci sono più scuse: è il momento di entrare nella Zona.

E voi? Avete già giocato a Heart of Chornobyl? Lo aspetterete su PlayStation 5? Raccontatemi le vostre avventure nella Zona, i vostri momenti più folli e i bug più assurdi! E se vi è piaciuto questo articolo, condividetelo sui vostri social e fate girare la voce: la Zona vi aspetta!

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