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La prima serie di Squid Game: hype di troppo?

Squid Game, o per dirla alla spagnola: il gioco del calamaro, la nuova serie tv Netflix che ha già raccolto in poco tempo migliaia di visual diventando il prodotto più visto in assoluto della piattaforma, dopo l’acclamato film Parasite.  La serie tv sudcoreana con la sua trama avvincente, i suoi personaggi memorabili e le sue scene di violenza estrema, è stata creata da Hwang Dong-hyuk che attraverso nove episodi racconta di un gruppo eterogeneo di persone ai margini della società Koreana.

Hwang ha scritto la sceneggiatura della serie per la prima volta nel 2008, ma ha avuto difficoltà a trovare dei produttori interessati al suo progetto. Solo nel 2019, Netflix ha acquisito i diritti della serie e ha permesso a Hwang di realizzare il suo sogno. Hwang si è ispirato alle sue esperienze personali di povertà e di difficoltà economiche, oltre che alle disuguaglianze sociali presenti nella Corea del Sud. Hwang ha anche diretto tutti i nove episodi della serie, che sono stati girati tra il 2020 e il 2021.  Non si sa esattamente quanto Hwang abbia guadagnato dalla serie, ma si stima che il budget per ogni episodio sia stato di circa 21 milioni di dollari, per un totale di circa 189 milioni di dollari.  Considerando che Squid Game è stata la serie più vista di sempre su Netflix, con oltre 142 milioni di spettatori in tutto il mondo, si può immaginare che Hwang abbia ricevuto una buona parte dei profitti generati dalla serie.

La trama è ormai arcinota: racconta la storia di 456 persone in gravi difficoltà economiche che accettano di partecipare a un misterioso gioco di sopravvivenza in cui devono affrontare delle sfide ispirate ai giochi tradizionali per bambini, ma con la posta in gioco della vita o della morte. Il vincitore si aggiudicherà un premio di 45,6 miliardi di won, circa 34 milioni di euro.

La serie ha ottenuto un enorme successo di critica e di pubblico, diventando la serie più vista di sempre su Netflix in diversi paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, India e Stati Uniti. La serie ha anche generato un forte impatto sulla cultura popolare, dando vita a numerosi meme, cosplay, parodie, fan art e discussioni sui social media. Alcuni dei simboli più riconoscibili della serie sono la bambola gigante che controlla il primo gioco, le maschere geometriche degli organizzatori, i tute verdi dei partecipanti e il gioco del calamaro che dà il titolo alla serie.

Ma tutto questo hype…non è immotivato?

Analizzando la serie, riscontriamo che non riporta realmente nulla di innovativo, non ha una narrazione così affascinante e non è nemmeno fonte di grandi spunti di riflessione. Tutto si basa su avidità e violenza, mix tipico per il pubblico che ha amore per il genere gore o splatter. E forse i più che lo hanno seguito dimenticano che ci sono libri e film con storie e trame molto simili o addirittura migliori in anni passati, senza contare che i “colpi di scena” della serie sono letteralmente telefonati per chi ha una cultura del cinema più espansa di Peppa Pig.

D’altro canto Squid Game è una serie che denuncia le ingiustizie e le disuguaglianze della società contemporanea, in cui il denaro domina e schiavizza le persone, e in cui i poveri sono costretti a competere tra loro per la sopravvivenza, mentre i ricchi si divertono a scommettere sulle loro vite. La serie mette in luce le conseguenze della povertà, del debito, della corruzione, della violenza, dell’egoismo e della disperazione, ma anche i valori dell’amicizia, della solidarietà, della lealtà e della speranza. La serie, pur essendo ambientata in Corea del Sud, ha un messaggio universale che può essere condiviso e compreso da chiunque, indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua o dalla cultura.

Quindi cosa in effetti mette hype di questa sequenza di episodi?

La sola violenza sullo schermo immotivata basta a tenere alto il livello di interesse? In parte si, ma sarebbe riduttivo, esattamente come sarebbe oltremodo esagerato dire che questa serie è bella. La verità a volte non sta nemmeno nel mezzo, ma nel contesto. Credo che lo spettatore, ammaliato da un ottima recitazione e attirato da violenze che non comprende, riesca a percepire senza capirle, quelle che sono le note in sottofondo delle serie di denuncia ad una società (quella Koreana) che non ci appartiene, ma che in qualche modo comunica con noi ugualmente mediante le situazioni in scena.

Ed è proprio questo a rendere Squid Game una serie famosa, il suo intento non di essere bella, ma essere in grado di parlare in modo autocritico di tante situazioni presenti nella cultura e nel vivere di un paese in ascesa che abbraccia troppe contraddizioni e letteralmente gioca per arricchirsi.

 

Bianchin Dino

Bianchin Dino

Bianchin Dino, in arte il BoSs, fondatore del gruppo "La tana del Nerd Official", nasce in quel di Vicenza nello scorso millennio. Appassionato da sempre di cinema e del mondo nerd (videogiochi, libri e cosplay) ha affilato la sua penna per realizzare le recensioni più critiche ed ironiche del web senza preferenza su quale pellicola dissacrare. Con un occhio attento tipico della sua formazione da grafico e fotografo, ed il piglio da critico d'arte, i film sono diventati dei piacevoli duelli mentali tra lui ed il regista di turno. E non è sempre detto che il secondo ne esca illeso.

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