Nel vasto e intricato universo narrativo di Spartacus, fatto di sangue, sabbia, tradimenti e onore, pochi personaggi hanno lasciato un’impronta tanto controversa e affascinante quanto Ashur. Subdolo, manipolatore, intelligente come un serpente e ambizioso fino al midollo, Ashur – interpretato con magnetico carisma da Nick E. Tarabay – è stato una delle presenze più indimenticabili della serie originale targata Starz. E ora, più di dieci anni dopo l’ultimo scontro all’ombra del Vesuvio, Starz riporta in vita proprio lui, l’uomo che tutti amavano odiare, in Spartacus: House of Ashur. Questa nuova serie, in arrivo nell’autunno del 2025 sulla piattaforma Starz, è più di un semplice sequel: è una vera e propria sliding door, un universo alternativo che si diverte a riscrivere il destino. Cosa sarebbe accaduto se Ashur non fosse morto durante il massacro sul Vesuvio? E se, invece di finire con la gola tagliata da Naevia, fosse stato premiato dai Romani per la sua lealtà (sempre molto… relativa) con un dono tanto ambito quanto pericoloso: la scuola di gladiatori di Batiato? Questo è il punto di partenza di House of Ashur, una narrazione che conserva lo stile brutale e viscerale della serie originale, ma che allo stesso tempo ne espande i confini con nuove dinamiche e personaggi.
Steven S. DeKnight, mente creativa dietro l’intera saga, torna al timone come showrunner, promettendo fedeltà all’anima del franchise, ma con un tocco inedito. DeKnight ha chiarito subito un punto fondamentale: non ci troviamo davanti a una resurrezione collettiva. I personaggi morti nella serie madre – tra cui l’amato Spartacus di Liam McIntyre e i ribelli Crixus e Agron – restano saldamente nel regno dei defunti. L’unica variabile modificata in questa realtà alternativa è proprio Ashur, vivo, vegeto e più assetato di potere che mai.
La storia si apre sei mesi dopo la fine della terza stagione di Spartacus, in un mondo romano che ha appena sedato l’insurrezione degli schiavi. Ashur, ora proprietario di un Ludus, cerca disperatamente di farsi accettare dall’alta società romana, ma il suo passato ingombrante lo segue come un’ombra. La toga che ora indossa non riesce a coprire le macchie del tradimento, e ben pochi sono disposti a fidarsi di lui. Ma Ashur è Ashur: non si redime, non cambia, continua a tessere trame, a sussurrare parole avvelenate e a manovrare il potere come un burattinaio dell’Antica Roma.
A guidare i gladiatori nella nuova scuola troviamo Korris, un personaggio inedito interpretato da un volto ormai iconico della serialità fantasy: Graham McTavish. DeKnight ha scritto il ruolo su misura per lui, pur rischiando di perderlo a causa degli impegni con The Witcher e House of the Dragon. Korris è un veterano del sangue, duro, implacabile, incaricato di addestrare la nuova generazione di combattenti in questa arena di sudore e acciaio.
Accanto a Tarabay e McTavish troviamo un cast fresco e variegato che include Jordi Webber, Tenika Davis, Jamaica Vaughan, Ivana Baquero, Dan Hamill, Claudia Black, India Shaw-Smith, Leigh Gill e Andrew McFarlane. Particolarmente interessante è il personaggio di Achillia, interpretata da Tenika Davis, la prima gladiatrice ufficiale dell’universo di Spartacus. Una scelta che, pur rappresentando una piccola forzatura storica, si inserisce perfettamente nella logica di una realtà alternativa. Le donne guerriere esistettero davvero, ma in epoche successive: qui, la Storia si piega alla storia, e il risultato promette scintille.
E per i nostalgici, c’è un piccolo regalo: Lucy Lawless, la mitica Lucretia, farà un cameo nella prima puntata. Un omaggio a un’era passata, ma ancora viva nei cuori degli spettatori.
Come ci si può aspettare da una serie che porta il marchio Spartacus, House of Ashur non lesinerà su ciò che l’ha resa celebre: battaglie coreografate come danze di morte, una fotografia sporca e vibrante, dosi massicce di violenza e sensualità, e una narrazione che non ha paura di spingersi oltre i limiti. Il teaser diffuso recentemente, con Tarabay che pronuncia un solo, emblematico comando – “Begin” – ai suoi gladiatori, è bastato a far salire alle stelle l’hype tra i fan di vecchia data e i nuovi curiosi.
La produzione è affidata a DeKnight Productions, Lionsgate Television e Starz Originals, garanzia di continuità con la qualità tecnica e visiva della saga madre. I dieci episodi previsti seguiranno l’impronta classica della serie, ma con un respiro narrativo rinnovato e potenzialmente più politico. Ashur non è un ribelle, non è un liberatore: è un opportunista, un sopravvissuto. E vederlo muoversi tra i salotti romani, tentando di affermarsi in un mondo che lo disprezza, sarà tanto affascinante quanto perversamente soddisfacente. Spartacus: House of Ashur si prepara a essere molto più di un semplice spin-off. È un esperimento narrativo ambizioso, un what if che osa immaginare cosa accade quando il villain non solo sopravvive, ma vince. Per i fan della prima ora, è un tuffo adrenalinico in un mondo che pensavano di aver lasciato per sempre. Per i nuovi spettatori, un’occasione imperdibile per scoprire un universo narrativo che ha rivoluzionato il modo di raccontare l’antichità in TV.
E voi? Siete pronti a tornare nell’arena? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto e condividete l’articolo sui vostri social per continuare a spargere il verbo di Spartacus. La guerra è finita, ma la lotta per il potere… è appena cominciata.
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