Nel vasto e scintillante firmamento dell’Universo Marvel, tra divinità cosmiche, araldi interstellari e conflitti che scuotono le fondamenta dell’esistenza, esiste una figura silenziosa eppure determinante, spesso relegata ai margini del caos ma portatrice di una potenza narrativa struggente e poetica. Il suo nome è Shalla-Bal, e se il suo volto non vi è familiare quanto quello di un Tony Stark o di un Peter Parker, non commettete l’errore di sottovalutarne la rilevanza. Perché Shalla-Bal è molto più di un semplice interesse amoroso: è l’anima stessa della tragedia di Silver Surfer, il simbolo della perdita e della bellezza che il potere non può preservare.
Creata da Stan Lee e John Buscema nel 1968, Shalla-Bal fa il suo ingresso nell’universo Marvel attraverso le pagine dedicate al Silver Surfer, l’alter ego di Norrin Radd. Ma non è solo la regale compagna di un supereroe alieno: è l’imperatrice di Zenn-La, un pianeta utopico situato nel sistema Deneb, un mondo dove la pace e l’equilibrio sembrano aver trovato casa. È proprio per amore suo — e del suo mondo — che Norrin compie il sacrificio supremo: diventare l’araldo del divoratore di mondi, Galactus. In cambio della salvezza di Zenn-La, Norrin rinuncia alla sua umanità, trasformandosi nel lucente Silver Surfer e condannandosi a un’esistenza di eterna separazione da lei.
Ma il destino nell’universo Marvel è raramente clemente. La ribellione del Surfer a Galactus, il suo esilio sulla Terra, e le macchinazioni infernali di Mefisto – che usa l’amore tra Shalla-Bal e Norrin come leva per corrompere l’anima del Surfer – danno vita a una delle saghe più tragiche mai raccontate nel fumetto supereroistico. Mefisto, subdolo e implacabile, cancella la memoria di Shalla-Bal e la trasforma in Helena, cittadina ignara del suo passato, promessa sposa in un finto matrimonio orchestrato dal Dottor Destino per mettere il Surfer contro i Fantastici Quattro.
Quando finalmente Silver Surfer riesce a liberarsi dal suo esilio terrestre e torna su Zenn-La, trova il suo mondo ridotto a un guscio privo di vita: Galactus ha risparmiato gli abitanti, ma non la vitalità del pianeta. In uno slancio di disperazione e amore, Norrin trasmette una parte del suo potere cosmico a Shalla-Bal, permettendole di rigenerare l’ecosfera morente di Zenn-La. Con questo atto, Shalla-Bal diventa la salvezza del suo popolo e viene riconosciuta come Imperatrice, ma questa nuova responsabilità pone un macigno sulla loro relazione. Quando Silver Surfer riesce infine a liberarsi dal giogo terrestre per sempre, la loro reunion è tutt’altro che gioiosa: Shalla-Bal, devota al suo ruolo e alla sua gente, rifiuta l’amore che l’ha spinta al centro dell’universo narrativo. Il loro legame, eterno eppure mai concretizzabile, si dissolve tra le stelle.
Eppure, le vicende di Shalla-Bal non finiscono qui. La ritroviamo coinvolta nei conflitti galattici tra gli imperi Kree e Skrull, collaborando con S’byll per smascherare Nenora, una Skrull sotto mentite spoglie. Viene catturata, salvata, usata come ostaggio, rapita da schiavisti e perfino imprigionata in un universo tascabile creato dal Grande Uno. Ma ovunque vada, qualunque minaccia debba affrontare, il filo rosso che la lega a Norrin Radd non si spezza mai completamente.
Nel suo passato, scopriamo anche momenti di dolore umano, come la tragedia del suicidio del padre, e flashback commoventi della sua infanzia con Norrin, quando tutto era più semplice, prima dell’arrivo del potere cosmico, prima del destino. In un bizzarro sviluppo successivo, intrattiene persino una relazione con Fennan Radd, un uomo che sostiene di essere il fratellastro del Silver Surfer, a conferma del fatto che la vita su Zenn-La sa essere altrettanto intricata di quella sulla Terra.
Le versioni alternative della sua esistenza non sono meno intense. In “Terra X”, viene trasformata direttamente in Silver Surfer da Franklin Richards prima di cadere in battaglia contro i Celestiali, solo per ritrovare finalmente Norrin nell’aldilà. In “What If?”, come spesso accade, vengono esplorate possibilità e derive che ci mostrano altre versioni della sua identità, ma il tema ricorrente è sempre lo stesso: Shalla-Bal è e rimane l’ancora emotiva del Surfer.
Nonostante il suo ruolo sia spesso in secondo piano rispetto ai grandi eventi cosmici, Shalla-Bal incarna con rara potenza narrativa la figura del sacrificio e della dignità. Non ha bisogno di combattere guerre intergalattiche con i pugni, perché il suo potere risiede nella compassione, nel dovere, e nella resilienza. Persino il potere cosmico, ricevuto da Norrin stesso, diventa per lei uno strumento di rinascita, e non di distruzione: ovunque cammini, la vita si rigenera.
Sul piccolo schermo, è apparsa nella serie animata Silver Surfer, doppiata in italiano da Anna Maria Tulli. Ma è nel cinema che sta finalmente per ottenere la ribalta che merita. Nonostante una menzione sfuggente nel film I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007), sarà il 2025 a segnare la sua vera entrata nel Marvel Cinematic Universe. Nel trentasettesimo film del franchise, I Fantastici Quattro – Gli inizi, sarà Julia Garner a darle volto e voce, e – secondo indiscrezioni – potremmo vedere un’interpretazione innovativa del personaggio, forse persino fusa con il ruolo stesso di Silver Surfer. Un passo audace che promette di restituirle il peso drammatico e narrativo che ha sempre avuto nei fumetti.
Shalla-Bal è il cuore infranto dell’Universo Marvel, la regina silenziosa la cui voce echeggia nel vuoto cosmico che separa ciò che siamo da ciò che avremmo potuto essere. E in quella distanza, nell’eco del suo nome, si cela tutta la struggente bellezza di una storia che non ha bisogno di vincere per essere eterna.
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