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September 5 – La diretta che cambiò la storia: Un’indagine sul potere dei media durante il massacro di Monaco

September 5 – La diretta che cambiò la storia è un film diretto da Tim Fehlbaum che offre una prospettiva unica su uno degli eventi più tragici delle Olimpiadi moderne. Ambientato il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, il film ripercorre il massacro di Monaco di Baviera, ma lo fa attraverso gli occhi di una troupe di giornalisti sportivi della ABC, mettendo in evidenza come la tragedia sia stata raccontata in diretta attraverso le telecamere e come i media abbiano avuto un ruolo decisivo nell’intensificare l’emozione e la spettacolarizzazione dell’evento.

Il film prende le mosse da un momento di apparente routine: la vittoria di Mark Spitz nei 100 metri farfalla. Tuttavia, la tensione cresce quando, nella notte, la polizia sente dei colpi di arma da fuoco provenire dal villaggio olimpico. Presto si scopre che un commando palestinese del gruppo Black September ha preso in ostaggio nove atleti israeliani, uccidendone due e chiedendo la liberazione di prigionieri palestinesi. La situazione si trasforma rapidamente in una crisi internazionale, e i giornalisti della ABC, tra cui Geoffrey Mason (interpretato da John Magaro), sono pronti a sfruttare la notizia per una copertura esclusiva.

Fehlbaum si concentra sulla reazione della troupe giornalistica che, pur di ottenere la notizia, si immerge completamente nell’operazione, intensificando la concorrenza con altre emittenti e mettendo in secondo piano la tragica realtà delle vite in gioco. Mentre la polizia tedesca è sopraffatta, i giornalisti diventano i protagonisti, lanciandosi in un racconto senza freni, dove ogni dettaglio può essere strumentalizzato per attrarre spettatori. L’escalation della crisi, con i terroristi che monitorano la trasmissione e la crescente disorganizzazione della polizia, è resa con una tensione palpabile, mostrando come i mezzi di comunicazione possano diventare una lama a doppio taglio: potere e pericolo.

Al cuore del film c’è una riflessione sul rapporto tra media e realtà. La sceneggiatura, scritta da Moritz Binder, Alex David e lo stesso Fehlbaum, esplora come le notizie possano essere manipolate, non solo per creare suspence e coinvolgere il pubblico, ma anche per soddisfare l’urgente desiderio di “essere i primi” a raccontare la storia. La narrazione si sviluppa in un gioco di specchi tra verità e rappresentazione, facendo riflettere lo spettatore sul ruolo fondamentale dei media nel plasmare la percezione della realtà, e soprattutto come le immagini possano diventare tanto importanti quanto la stessa cronaca degli eventi.

Il film non risparmia critiche alla disorganizzazione delle forze dell’ordine tedesche, la cui incapacità di gestire la crisi ha accelerato la spirale di violenza. In un momento chiave del film, Geoffrey Mason, nel bel mezzo di una marea di informazioni contraddittorie, dirige la squadra come un comandante militare, consapevole che ogni sua mossa potrebbe cambiare il corso degli eventi. La telecamera diventa il vero strumento di potere, in grado di cambiare le sorti di una tragedia, ma anche di alimentarla.

Con un cast che include Peter Sarsgaard nei panni del presidente della ABC Roone Arledge, Ben Chaplin come Marvin Bader, e Leonie Benesch nel ruolo della traduttrice Marianne, September 5 si distingue per una performance forte e convincente, che rende la tensione e la confusione di quei giorni palpabili. Il film offre un’interpretazione affilata della guerra tra informazione e realtà, dove ogni notizia è un’arma in più nel conflitto globale, ma anche una costante fonte di disillusione.

Il regista esplora il lato oscuro della televisione e della comunicazione, mettendo in luce come la spettacolarizzazione degli eventi tragici possa compromettere il rispetto per la vita umana e, allo stesso tempo, offrire una lezione su come la realtà e la percezione possano essere manipolate al servizio del “buon giornalismo”. In un mondo sempre più dominato dall’immagine, September 5 è un film che invita a riflettere su quanto siamo disposti a sacrificare in nome di una storia ben raccontata.

La pellicola, presentata fuori concorso all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, non solo ripercorre una tragedia storica, ma ci pone anche una domanda cruciale: in un mondo in cui tutto è visibile, come possiamo ancora distinguere la verità dalla fiction? In questo senso, September 5 non è solo un racconto di un evento storico, ma una riflessione sulla manipolazione dei media e sul nostro rapporto con la verità.

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