Il 25 aprile torna la saga fantasy più cruda di Sergio Bonelli Editore con un capitolo che promette nebbie, segreti e follia. Una riflessione su “Naufragio” tra passioni, memorie e visioni.
Di solito, quando si parla di “naufragio” nei fumetti, si pensa subito a un evento fisico, a uno schianto tra legno e onde, a un’improvvisa rottura nella narrazione. Ma con “Senzanima. Naufragio”, in uscita il 25 aprile per Sergio Bonelli Editore, c’è molto di più. C’è un naufragio dell’anima, del raziocinio, dell’orientamento morale. E soprattutto, c’è il ritorno di una delle serie più intense e mature dell’universo Dragonero: quella che racconta la giovinezza senza freni e senza scrupoli di Ian Aranill, molto prima che diventasse un eroe. Per chi, come me, è cresciuto sfogliando pagine di avventure bonelliane — da Tex a Dylan Dog — vedere nascere e prosperare un progetto come Senzanima è come assistere all’evoluzione naturale della narrazione a fumetti italiana. È il punto in cui il classico incontra la ferocia contemporanea, dove l’epica fantasy si contamina con il realismo crudo dei conflitti interiori e delle guerre senza gloria.
Un nuovo orrore avvolto nella nebbia
“Naufragio”, scritto da Luca Enoch su soggetto suo e di Stefano Vietti, si apre con un ritorno: i Senzanima, compagnia mercenaria senza morale né padroni, sono sulla via del rientro dai Regni Meridionali. Ma il mare, si sa, è spesso solo una metafora della nostra instabilità interiore. E così, quando una tempesta li travolge e li getta in un banco di nebbia fitto e innaturale, il viaggio fisico si trasforma in un’odissea mentale e simbolica. La nebbia — quasi lovecraftiana nella sua opacità minacciosa — nasconde segreti, paure e forse anche follia. L’incontro con una misteriosa naufraga, unica sopravvissuta a una tragedia che sembra averle prosciugato la lucidità, getta i nostri “eroi” in un dilemma tanto classico quanto inevitabile: ascoltare il monito e tirare dritto o lasciarsi attrarre dall’ignoto? Naturalmente, stiamo parlando dei Senzanima. E l’ignoto, per loro, è pane quotidiano. Curiosità, arroganza o forse solo fame di sangue e ricchezza: qualunque sia la molla, sappiamo già che finiranno per addentrarsi là dove non dovrebbero. Ed è lì che la narrazione si fa più cupa, più carnale, più intensa.
Il fascino visivo di un incubo illustrato
A tradurre tutto questo in immagini ci pensano Giancarlo Olivares ai disegni e Paolo Francescutto ai colori. Il tratto di Olivares è potente, dinamico, perfetto per restituire la brutalità degli scontri e l’inquietudine dei paesaggi oscuri. Le tavole di “Naufragio” sono dense, quasi opprimenti, come se la nebbia del racconto filtrasse direttamente dalla carta. Mario Alberti, invece, firma una copertina iconica, come sempre evocativa e carica di tensione. E per chi — come il sottoscritto — colleziona con orgoglio le versioni più rare, segnalo con piacere che la Variant Edition sarà disponibile esclusivamente nelle librerie del circuito Manicomix, sul Bonelli Store e sull’e-shop di Bonelli, con tanto di stampa esclusiva del disegno di copertina (ma occhio: solo fino a esaurimento scorte).
Una serie che scava a fondo
Non è facile, oggi, trovare un fumetto italiano che osi così tanto. “Senzanima” è un progetto che non fa sconti, né al lettore né ai suoi personaggi. Ogni volume è una discesa nei lati più oscuri dell’animo umano, un’esplorazione spietata di cosa significhi vivere senza principi in un mondo che di morale non ne ha mai avuta. Eppure, paradossalmente, è proprio in questa brutalità che si trova una forma di purezza. Perché non c’è ipocrisia, non c’è retorica. C’è solo la verità nuda e cruda di una giovinezza vissuta nel sangue e nella sabbia, nell’orrore e nell’abbandono. Chi conosce Dragonero saprà apprezzare ogni sfumatura di questa versione “young e ferina” del nostro protagonista. Chi invece si avvicina ora al personaggio, troverà in “Senzanima” un perfetto punto di partenza alternativo, adulto e dannatamente affascinante.
In un mercato del fumetto sempre più affollato da cloni senz’anima (ironia del nome?), “Naufragio” rappresenta una boccata d’aria — o forse dovremmo dire di nebbia — fresca e velenosa. È un capitolo che non solo conferma la qualità della serie, ma la rilancia verso nuove vette narrative. Io l’ho già segnato in agenda. Il 25 aprile sarò in fumetteria. Perché certe storie non si leggono solo. Si vivono. E si sopportano, come una tempesta, con gli occhi spalancati e il cuore in apnea.
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