CorriereNerd.it

Ubisoft ci riprova con i Battle Royale: Scout è la risposta francese ad Apex Legends

Lo ammetto: quando ho letto per la prima volta del progetto Scout, il nuovo Battle Royale in cantiere da Ubisoft, ho avuto un déjà-vu potentissimo. Sarà perché il nome “Scout” sa tanto di nome in codice buttato lì durante una riunione marketing col caffè freddo e la disperazione negli occhi, oppure perché ormai ci siamo abituati a vedere gli studi tentare di scimmiottare i grandi nomi del genere sperando in un colpo di fortuna. Ma questa volta, la faccenda è un po’ più seria… e anche un po’ più sfacciata.

Secondo un report firmato dal sempre puntuale Tom Henderson per Insider Gaming, Ubisoft starebbe lavorando da oltre due anni a un nuovo gioco online multiplayer, fortemente (ma davvero fortemente) ispirato ad Apex Legends. Il progetto, attualmente noto col nome in codice Scout, sembra voler cogliere la palla al balzo sfruttando il declino – o quantomeno la frenata – dell’eroico sparatutto di Respawn e Electronic Arts. Sì, proprio lui: Apex, quello che ha fatto urlare “Mozzafiato!” a milioni di giocatori nel 2019, ora sta affrontando il peso degli anni (e dei bug).

L’ombra lunga di Apex Legends

Il paragone con Apex Legends non è solo stilistico: secondo le fonti, Scout includerà personaggi che ricordano moltissimo i protagonisti della leggenda di Respawn. Versioni alternative – o diciamolo pure: cloni rivisitati – di Pathfinder, Wraith, Lifeline e compagnia bella sarebbero già in fase avanzata di sviluppo. Insomma, non si tratta solo di ispirazione… è quasi una cover band del battle royale.

Ubisoft, secondo Henderson, punta a intercettare quella fetta di giocatori che ha smesso di loggare su Apex, sperando che ci sia ancora fame di eroi e arene frenetiche a squadre. L’idea sembra chiara: se Apex perde colpi, perché non offrire una copia più fresca e potenzialmente più “trendy”? Peccato che il pubblico di oggi sia un po’ più scafato di un tempo. Non bastano più jetpack e abilità fighe per catturare l’attenzione: serve carisma, worldbuilding, e soprattutto una community in grado di reggersi anche nei momenti di magra.

La memoria (corta?) di Ubisoft

E qui viene il bello, o il brutto, dipende dai punti di vista. Ubisoft ha già tentato la via dei battle royale. Ricordate HyperScape? No? Appunto. Un progetto ambizioso, pieno di luci al neon e promesse mai mantenute, lanciato nel 2020 e chiuso nel 2022 nel silenzio più assoluto. E non è stato l’unico tentativo abortito: pare che la casa francese abbia cancellato una dozzina di battle royale negli ultimi anni, ognuno fermato a diverse fasi dello sviluppo. Un vero cimitero digitale di buone intenzioni.

Eppure, eccoli di nuovo qui. Pronti a lanciarsi nel genere che hanno più volte provato e fallito di conquistare. Perché? Forse perché non sanno rinunciare all’idea di mettere le mani su un pubblico fedele e monetizzabile come quello di Fortnite o Warzone. Forse perché vogliono disperatamente un’altra hit come Rainbow Six Siege, ma con skin, emote e pass battaglia da vendere ogni mese. O forse, più semplicemente, perché sperano che Scout sia il cavallo giusto su cui puntare ora che Apex mostra la corda.

Il tempismo è tutto… o forse no

C’è però una discrepanza interessante: mentre i vertici di Ubisoft sembrano credere ancora nel potenziale dei battle royale, il loro stesso dipartimento di ricerca di mercato pare meno convinto. In un recente sondaggio interno, si è infatti fatto esplicito riferimento al declino di interesse verso il genere. Una frattura evidente tra chi guarda i numeri e chi prende le decisioni creative. E questo, in un’industria competitiva e velocissima come quella del gaming online, può essere fatale. Nel frattempo, anche EA e Respawn stanno correndo ai ripari. Il CEO di EA, Andrew Wilson, ha ammesso che Apex non genera più gli stessi incassi di un tempo. E ha promesso un aggiornamento monumentale, una sorta di “Apex 2.0”, che possa rimettere in moto la macchina. La concorrenza è viva e vegeta, insomma, e non starà certo a guardare mentre Ubisoft tenta di prenderne il posto.

Cosa aspettarsi da Scout?

Purtroppo, al momento i dettagli su Scout sono ancora avvolti nel mistero. Sappiamo che sarà un free-to-play, che punterà su eroi distinti con abilità uniche e presumibilmente su un gameplay a squadre veloce, verticale e adrenalinico. Ma è abbastanza per farci alzare le sopracciglia?

Personalmente, da fan di lunga data dei battle royale, non posso che guardare questo progetto con un misto di curiosità e scetticismo. Curiosità, perché Ubisoft – quando ci si mette davvero – sa anche fare giochi splendidi e innovativi. Ma scetticismo, perché troppe volte abbiamo visto tentativi nati già vecchi, incapaci di portare qualcosa di realmente nuovo. Copiare Apex Legends potrebbe far vendere qualche skin al lancio, ma senza una vera anima, Scout rischia di finire nel dimenticatoio ancora prima di trovare il suo pubblico.

Dai nostri utenti

Dai nostri utenti

Appassionati di cultura nerd, videoludica e cinematografica, i nostri utenti contribuiscono con articoli approfonditi e recensioni coinvolgenti. Spaziando tra narrativa, fumetti, musica e tecnologia, offrono analisi su temi che vanno dal cinema alla letteratura, passando per il mondo del cosplay e le innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Con competenza e curiosità, i loro articoli arricchiscono il panorama nerd e pop con uno stile appassionato e divulgativo, dando voce alle molte sfaccettature di queste passioni. Questi preziosi contributi, a volte, sono stati performati a livello testuali, in modalità "editor", da ChatGPT o Google Gemini.

Aggiungi commento

Iscriviti alla Newsletter Nerd