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Sara Colaone. Storia e storie del ’900 a fumetti in mostra a Palazzo Blu

C’è un momento, mentre sfogli le tavole di In Italia sono tutti maschi, in cui senti lo stridore della Storia dentro la pelle. Non è solo il disegno – essenziale, misurato, ma capace di vibrare – a raccontarti la violenza sottile e pervasiva del confino fascista per gli omosessuali. È lo sguardo. Quello delle persone disegnate, certo. Ma anche quello di chi disegna. Sara Colaone, illustratrice e fumettista tra le più significative del panorama contemporaneo, non si limita a narrare: interpreta, riscrive, scava. E ci invita, senza urlare, a guardare dove spesso si evita di posare lo sguardo. Dal 31 maggio al 9 novembre 2025, Palazzo Blu a Pisa – luogo già noto per aver ospitato artisti come Gipi e Manuel Fior – apre le sue sale alla mostra Sara Colaone. Storia e storie del ’900 a fumetti, a cura di Giorgio Bacci. È un’occasione preziosa per immergersi nel lavoro di un’autrice che ha fatto del graphic novel uno strumento di memoria, di indagine sociale e, soprattutto, di umanità.

Un Novecento raccontato a figure (e anime)

Il percorso espositivo si snoda attraverso cinque opere chiave della produzione di Colaone, ognuna delle quali affronta una sfaccettatura diversa del Novecento italiano ed europeo. E lo fa, sempre, da una posizione laterale, mai neutra: quella delle donne, degli emarginati, dei dimenticati. Chi resta fuori dai libri di storia, nei fumetti di Sara Colaone trova finalmente voce.

L’esposizione si apre con Evase dall’Harem (2020), racconto avvincente e visivamente incantevole della fuga di due giovani donne, figlie di un dignitario ottomano, da Costantinopoli verso Parigi. È il 1906, l’Impero vacilla, ma ciò che Colaone mette a fuoco è il desiderio femminile di libertà. Una libertà che è fuga, ma anche progetto, sogno, corpo che prende spazio. È la parabola di una rottura, di un attraversamento, che trova nel fumetto un linguaggio perfetto per restituirne l’intimità e la potenza.

A seguire, Leda. Che solo amore e luce ha per confine (2016) è forse il lavoro più lirico e complesso dell’autrice. Dedicato a Leda Rafanelli – anarchica, musulmana, femminista ante litteram – è un’opera che intreccia biografia e sogno politico, storia e ideologia, corpo e parola. Rafanelli fu tutto ciò che non si voleva che una donna fosse: libera, colta, straniera anche in patria. E Sara la ritrae con dolcezza e orgoglio, come si fa con le eroine dimenticate che invece bisognerebbe studiare a scuola.

Poi c’è il già citato In Italia sono tutti maschi (2008), realizzato con Luca de Santis: uno dei primi graphic novel italiani a raccontare la repressione dell’omosessualità durante il fascismo. Una narrazione che non si limita alla denuncia, ma restituisce la dignità ai protagonisti, alle loro relazioni, alla loro resistenza.

Ciao ciao bambina (2010), invece, parte da una storia personale per raccontare una condizione collettiva: l’emigrazione italiana negli anni Cinquanta e Sessanta. È un fumetto che sa di nostalgia, ma anche di resilienza. È il ricordo di due ragazzi – i genitori di Colaone – che si incontrano in Svizzera, in una terra di mezzo tra l’Italia che lasci e quella che non sai se ritroverai. Anche qui, la memoria privata si intreccia a quella collettiva, in un equilibrio delicatissimo che solo chi ha un forte senso dell’etica narrativa riesce a maneggiare.

Chiude il percorso Ariston (2018), dove la protagonista è Renata, tenace proprietaria di un albergo sulla riviera adriatica nel dopoguerra. Una donna che rifiuta il destino scritto per lei, e lo riscrive, pezzo per pezzo, scegliendo se stessa. Qui, Colaone celebra una femminilità concreta, fatta di scelte difficili, e di una libertà che non è solo desiderata, ma conquistata con determinazione quotidiana.

Tra le tavole, un mondo che ci riguarda

Visitare questa mostra è come attraversare un album di famiglia, solo che la famiglia è quella umana, quella fatta di storie che non si possono più ignorare. La bellezza delle tavole originali esposte – pulite, poetiche, mai retoriche – rende evidente quanto il segno di Colaone sia, prima di tutto, empatico. Disegna con la testa, sì. Ma soprattutto con il cuore.

Non è un caso che abbia vinto il Gran Guinigi come Miglior Disegnatrice a Lucca Comics & Games nel 2017. Né che sia stata scelta per realizzare l’illustrazione ufficiale del manifesto del Salone Internazionale del Libro di Torino 2024. Il suo sguardo è politico nel senso più alto del termine: non ideologico, ma profondamente attento all’umano. Oggi insegna Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e cura la sezione Fumetto della storica rivista Nuovi Argomenti: un ponte tra la cultura visiva e quella letteraria che riflette appieno la sua formazione e sensibilità.

Info pratiche (ma importanti!)

La mostra “Sara Colaone. Storia e storie del ’900 a fumetti” resterà aperta dal 31 maggio al 9 novembre 2025, offrendo la possibilità di una visita durante tutta l’estate e l’inizio dell’autunno. Il biglietto d’ingresso ha un prezzo simbolico: 5 euro. Previsti sconti e riduzioni per diverse categorie (info complete sul sito ufficiale di Palazzo Blu). Perché Sara Colaone, con la sua arte, ci racconta che la Storia – quella con la S maiuscola – non è fatta solo di battaglie, presidenti e trattati. Ma anche, e soprattutto, di voci fragili, di memorie intime, di piccoli grandi gesti che hanno cambiato il mondo. E che, grazie ai suoi fumetti, possiamo finalmente ascoltare.

Redazione

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