C’è un istante, nel viaggio di ogni squadra, in cui le storie smettono di essere promesse e diventano dichiarazioni. Per i DNSTY quel momento ha il nome di Ascension e l’indirizzo di Berlino: un palcoscenico che non perdona titubanze e che premia solo chi sa trasformare talento, nervi e idee in round concreti. Sabato 18 ottobre alle 20:00 l’organizzazione italiana debutta nella rassegna che quest’anno alza la posta come mai prima d’ora: non uno, ma due slot diretti nella VCT EMEA 2026, la corsia preferenziale verso l’élite internazionale di VALORANT. L’esordio sarà contro gli Enterprise Esports, formazione che unisce Repubblica Ceca e Slovacchia, e potremo viverlo in costreaming sul canale Twitch di Marco “SparkeR” Forte, una compagnia perfetta per chi ama abbinare tecnica e chiacchiera da pub in salsa nerd.
Arrivarci, per DNSTY, non è stato un colpo di fortuna. È il risultato di una stagione passata a macinare fiducia e sinergie, con tappe che hanno messo timbri pesanti sul passaporto competitivo del team. Prima la vittoria nelle Finals del circuito VALORANT Challengers 2025 Spain: Rising, un trionfo cristallizzato nella finalissima del 20 agosto contro i KOI Fénix, la notte in cui la sigla italiana ha suonato più forte di un’arena iberica. Poi la conferma in ambito europeo nello Stage 3 EMEA Challengers, chiuso con un secondo posto che profuma di maturità e con la qualificazione diretta all’Ascension. Percorso lineare, crescita visibile, obiettivo lucidissimo.
Sul palco berlinese, a rappresentare il tricolore, sale un roster che mescola caratteri e provenienze, incastrando pezzi diversi in un puzzle dall’identità chiara. Alessandro “Tag” Voci porta l’orgoglio italiano e quell’attitudine da coltellino svizzero che ogni partita lunga pretende; Wadir “waddle” Taraki e Theo “Ticey” Cranshaw aggiungono il pragmatismo britannico, fatto di letture rapide e disciplina nei mid-round; Philippe “Creamydreamy” Ek mette sul tavolo la freddezza scandinava, l’arte di fare la cosa giusta quando la minimappa è un campo minato; Ramses “Famsii” Koivukangas completa il quadro con il ghiaccio finlandese nelle vene e un timing che spesso sembra una premonizione. In panchina, ma solo per modo di dire, c’è la bussola del coach spagnolo José Antonio “Bromas” Ramos González e l’ordine operativo del manager italiano Nicolò Mureddu. È un gruppo dal passaporto multiplo e dal lessico comune, quello delle decisioni veloci e del lavoro meno instagrammabile che però vince le serie.
“Questi sono i palcoscenici che ci esaltano, le arene dove ci sentiamo vivi. Non siamo qui solo per partecipare, ma per urlare all’Europa che l’Italia esports è ancora viva – più forte che mai.” Non è una caption sparata nel vuoto: è la promessa di Andrea “Cibe” Cibelli, Gaming and Entertainment Director, che suona come un manifesto. Parole che ti aspetti di leggere su un poster attaccato negli spogliatoi, prima che le cuffie isolino il mondo. Perché l’Ascension è soprattutto questo: un test di identità. E DNSTY arriva con un’identità da vendere.
Il contesto è di quelli che fanno salire la pressione come un post-plant a 1v2. Otto squadre, due gironi da quattro, formato a doppia eliminazione con serie al meglio delle tre fino alle finali, che si trasformano in un Bo5 da far tremare i polsi. Due vittorie nel gruppo aprono la corsia per il match decisivo dell’Ascension, due sconfitte risucchiano nel buco nero dell’eliminazione. Si gioca inizialmente nelle High Performance Room della Riot Games Arena di Berlino, l’anticamera silenziosa dove la teoria diventa pratica e ogni team affila set-play e retake come se fossero strumenti chirurgici; poi, quando i conti si fanno davvero seri, si sale sul palco principale davanti al pubblico, lì dove i click pesano il doppio perché li sente anche il diaframma. Tutto questo su Patch 11.07, con una rotazione mappe che promette mind games fini come origami: Abyss, Ascent, Bind, Corrode, Haven, Lotus e Sunset. È un pool che premia chi sa alternare esecuzioni chirurgiche e caos controllato, chi sa tracciare linee pulite su Ascent e poi sporcarsi le mani sulle verticalità di Lotus, chi legge gli spazi scivolosi di Abyss e sa domare i choke di Bind. Preparazione, nervi, adattamento continuo: VALORANT nella sua forma più esigente.
Il cast dell’evento è internazionale e variegato, qualcosa che assomiglia a una lobby custom dei nostri sogni. Dalla Turchia arrivano i BBL PCIFIC, Arabia Saudita schiera i Twisted Minds, la Francia si affida ai Mandatory, l’Egitto porta la fame dei Team RA’AD, la Germania si gioca il fattore casa con FOKUS, i turchi ULF Esports completano un quadro in cui un singolo timing sbagliato può cambiare il bracket come un colpo di vento sposta una freccia. Nel mezzo, il nostro scontro d’apertura con gli Enterprise Esports: una partita che è subito termometro, perché le squadre dell’Est sanno portarti in territori scomodi, sporcare il ritmo, costringerti a vincere i dettagli. Perfetto, perché i dettagli sono esattamente il posto dove i DNSTY hanno imparato a vivere.
Dal punto di vista del meta, l’Ascension promette un equilibrio sottile tra comfort pick e sorprese da playoff. Le abilità degli agenti – lo sappiamo – non uccidono da sole: incorniciano il duello a fuoco, lo preparano, lo spingono nella direzione giusta. Ma quando la posta è l’ingresso nella VCT EMEA 2026, ogni muro, ogni smoke, ogni granata diventa un capitolo di una storia più grande. È qui che coaching e staff diventano moltiplicatori. È qui che capisci perché settimane passate nelle practice room, a ripetere la stessa entry su Haven finché non diventa memoria muscolare, non sono ossessione ma progetto.
Mentre la community si scalda, l’Italia intera ha un invito semplice: ritrovare il gusto di tifare competitivo con la stessa passione che mettiamo nei day-one, nelle release di patch e nelle notti insonni su ranked. Accendiamo il costream di Marco “SparkeR” Forte, trasformiamolo in un salotto rumoroso ma competente, facciamo sì che ogni clutch di “Tag”, ogni entry di “waddle” e “Ticey”, ogni lettura di “Creamydreamy”, ogni anchor di “Famsii” diventi materiale di discussione e gioia condivisa. Perché l’Ascension, al netto del formato e del regolamento, è soprattutto una faccenda di appartenenza.
Berlino, sabato 18 ottobre, ore 20:00. DNSTY contro Enterprise Esports è il primo capitolo di un racconto che può portarci dove abbiamo sempre sognato: nella vetrina stabile della VCT EMEA 2026, contro i giganti del continente. La direttissima c’è. Il biglietto non si compra: si conquista, round dopo round. E quando il tabellone si illuminerà di verde o di rosso, comunque vada avremo una certezza in più su chi siamo. Il resto lo scriveremo insieme, a colpi di util, di wide peek coraggiosi e di quell’ostinazione tutta italiana che ci fa credere che la prossima sia sempre la volta buona. Ci vediamo in chat: chi porta i popcorn, chi le coperture, chi l’eco call. So say we all—pardon, ci siamo capiti. Questa volta, tocca a noi.











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