CorriereNerd.it

La trilogia di Rian Johnson è (quasi) un ricordo: cosa resta del suo Star Wars dimenticato

Oh, ma davvero… com’è possibile? A volte mi sembra di vivere in un’illusione, un sogno a occhi aperti che si dissolve appena cerco di afferrarlo. Eppure era tutto lì, davanti ai nostri occhi, stampato a fuoco nella memoria dei fan: era il 2017 quando Lucasfilm, con un entusiasmo che sembrava quasi irrefrenabile, annunciava a gran voce che Rian Johnson avrebbe avuto carta bianca per realizzare una nuova trilogia di Star Wars. Una nuova trilogia! Non uno spin-off, non un sequel stanco e riciclato: qualcosa di completamente inedito, una nuova epopea galattica, slegata dagli Skywalker, dalle solite dinamiche, dai soliti volti. Era come se ci avessero promesso una nuova frontiera, un universo narrativo tutto da esplorare. E noi ci abbiamo creduto. Oh, se ci abbiamo creduto.

Per me, che ho sempre vissuto Star Wars come un’epopea mitica capace di rinnovarsi e spiazzare, quell’annuncio fu qualcosa di clamoroso. Una scossa nella Forza. Johnson, reduce dall’avventura titanica (e divisiva) de Gli Ultimi Jedi, era l’uomo giusto per osare. Aveva messo in discussione i dogmi, decostruito l’eroe, frantumato certezze. Lo aveva fatto con coraggio, incoscienza forse, ma anche con una voce potente e personale. Gli si dava ora la libertà di creare un suo angolo di galassia. Un sogno? Forse. Ma che sogno meraviglioso.

E invece… eccoci qui. A quasi dieci anni di distanza da quella promessa epocale, ci troviamo davanti a un brusco risveglio. In un’intervista a The Independent, Johnson stesso ha lasciato cadere, con dolcezza ma inesorabilità, la frase che nessuno voleva davvero sentire: “Mi sto concentrando su altre cose.” Ed eccolo lì, l’addio non detto. L’arrivederci che puzza tanto di mai più. E io, che avevo ancora un barlume di speranza, mi trovo a fissare le parole del regista come si guarda l’ultimo tramonto su Tatooine: con nostalgia e un senso profondo di perdita.

Sì, lo so. Non è colpa di nessuno. Johnson oggi è immerso fino al collo in un altro universo narrativo, fatto di misteri, investigazioni e colpi di scena eleganti. Da Knives Out a Glass Onion, fino alla serie Poker Face, ha trovato una sua voce precisa, un suo linguaggio, un suo pubblico. E va bene così. Ma non posso fare a meno di pensare a quello che avrebbe potuto essere. A quei nuovi pianeti, quelle nuove razze, quelle storie mai raccontate. A un Star Wars finalmente libero dalle catene della nostalgia, pronto a rinascere come una fenice di stelle.

E intanto, nel frattempo, Lucasfilm ha virato verso altri lidi. Ha ristrutturato la casa, ha cambiato arredamento, ha cercato nuovi architetti. Ha puntato forte sulle serie TV — e alcune, come Andor, sono state vere e proprie gemme — e ha rilanciato con nuovi progetti, nuovi nomi, nuovi volti. Non è certo rimasta ferma. Ma quella promessa fatta a Johnson? Quella visione alternativa? Dimenticata in un cassetto.

E qui, lo ammetto, fa male. Fa male perché Rian Johnson aveva il potenziale per essere il grande autore di una nuova era di Star Wars. Con lui avremmo potuto avere storie scomode, sorprendenti, profonde. Una galassia dove la Forza non è solo bianco o nero, dove i personaggi non rispondono agli archetipi classici, dove il mito si piega, si spezza, e rinasce più ricco di significato. Invece, tutto questo è rimasto sulla carta. Nelle intenzioni. E il tempo, come spesso accade in questa saga, ha agito da Signore dei Sith, mettendo tutto in pausa. O peggio: in archivio.

Eppure… eppure. Nonostante tutto, un piccolo punto luminoso continua a brillare, là, in un angolo remoto del cuore nerd. Perché se Star Wars ci ha insegnato qualcosa, è che nessuna storia è davvero finita finché c’è qualcuno pronto a raccontarla. Che ogni ritorno è possibile, che ogni scommessa può essere rilanciata. Magari non oggi. Magari non domani. Ma un giorno, quando le orbite si riallineeranno, chissà… potremmo vedere di nuovo il nome di Rian Johnson nei titoli d’apertura. E quella galassia lontana lontana potrebbe finalmente aprirsi su un nuovo, stupefacente orizzonte.

E voi? Ci credete ancora? Vi sarebbe piaciuto vedere questa trilogia prendere vita, o pensate che la saga abbia fatto bene a seguire altre rotte? Raccontatemelo nei commenti, e se anche voi sentite questo rimpianto vibrare come un’eco nella Forza, condividete l’articolo sui vostri social. La galassia di CorriereNerd.it è sempre pronta ad accogliere nuove speranze.

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

Aggiungi commento

Seguici sui social