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“Rent-A-Girlfriend”: L’amore a noleggio che fa battere il cuore (anche al quarto round)

C’è chi dice che l’amore non si compra. Ma in Giappone, e soprattutto nell’universo di Kanojo, Okarishimasu – che noi conosciamo come Rent-A-Girlfriend – questa affermazione diventa subito molto più sfumata. La serie, nata dalla penna e dalla fantasia di Reiji Miyajima, è riuscita a conquistare il cuore di migliaia di spettatori in tutto il mondo, me compresa. E con l’annuncio dell’attesissima quarta stagione, pronta a debuttare il 4 luglio 2025 nel blocco Animeism, il mio cuoricino da otaku innamorata delle commedie romantiche ha fatto un bel salto.

Partiamo da un dato: questa stagione adatterà l’“Hawaiians Arc” e sarà divisa in due parti. Un dettaglio non trascurabile che lascia intendere la volontà di dare più respiro a un arco narrativo importante, probabilmente carico di svolte, emozioni e – speriamo – un pizzico di evoluzione per il nostro eternamente impacciato Kazuya. Dopo tutto, dopo tre stagioni di tira e molla, equivoci imbarazzanti, bugie (spesso pietose), e tensioni romantiche, una crescita del protagonista è non solo auspicabile, ma doverosa.

Personalmente, ho avuto con Rent-A-Girlfriend un rapporto altalenante. La prima stagione, lo ammetto, non mi ha convinta del tutto. Troppo derivativa, troppo stereotipata in certi momenti. Ma poi è arrivata la seconda stagione, che ha cominciato ad affondare un po’ di più le mani nelle emozioni dei personaggi, ed è stato allora che ho capito che la storia stava iniziando a ingranare davvero. La terza stagione per me ha rappresentato il punto di svolta: più maturità, più dinamiche emotive, e soprattutto più spazio per quelle “altre ragazze” che, fino a quel momento, erano rimaste ai margini del palcoscenico.

Ed eccoci alla quarta stagione, in arrivo in piena estate, con la dolcezza (e la follia) dei suoi protagonisti pronta a farci compagnia nelle notti afose. A rendere il tutto ancora più emozionante ci pensa il ritorno alla regia di Kazuomi Koga, già dietro la macchina da presa nelle prime due stagioni, che prende di nuovo il timone dopo la parentesi con Shin’ya Une. Una scelta che, secondo me, punta a ritrovare l’equilibrio iniziale, quell’atmosfera che ci aveva fatti affezionare alla serie nonostante i suoi difetti.

Il comparto musicale sarà, come sempre, una ciliegina sulla torta: all’opening ci saranno le ClariS (sì, proprio loro, diventate da poco un trio!) con il brano “Umitsuki”, mentre l’ending sarà firmata da Regal Lily con “Boku no Vega”. Due nomi che mi fanno ben sperare, soprattutto per chi – come me – ama lasciarsi trasportare dalle sigle ancor prima che l’episodio inizi davvero.

Ma parliamo di lui: Kazuya Kinoshita. Confesso che raramente ho provato tanta frustrazione per un protagonista maschile in un anime. È impulsivo, insicuro, impacciato fino all’inverosimile, ed emotivamente autolesionista. Eppure, malgrado i suoi innumerevoli difetti, riesce a trasmettere una certa autenticità: rappresenta l’insicurezza di chi non sa amare davvero, ma che ci prova con tutto il cuore. Forse è proprio per questo che, stagione dopo stagione, siamo ancora qui a seguirlo.

E lei, la splendida Chizuru Mizuhara. Ogni volta che appare in scena, con quel mix di distacco professionale e gentilezza che nasconde a malapena le sue emozioni reali, è impossibile non restarne incantati. È la quintessenza della ragazza ideale, ma non è perfetta. È una donna forte, ma anche fragile. La sua maschera di freddezza nasconde il dolore della perdita, il peso di una carriera da inseguire, e sentimenti sempre più ingombranti che cerca disperatamente di tenere a bada.

E poi c’è Ruka, che personalmente mi ha sempre spezzato un po’ il cuore. È determinata, sincera, eppure intrappolata in un ruolo che sa non potrà mai portarla dove spera. Anche lei è, a modo suo, una figura tragica, che aggiunge profondità alla narrazione. Le altre ragazze – Mini, Sumi e persino la tanto odiata quanto affascinante Mami – hanno avuto i loro momenti, ma non abbastanza. Speriamo che questa quarta stagione riesca finalmente a dare loro lo spazio che meritano.

Dal punto di vista tecnico, l’anime non è mai stato una bomba visiva, ma ha sempre mantenuto uno stile pulito, con un character design efficace e un buon uso dei colori per enfatizzare i momenti chiave. L’audio, le musiche e il doppiaggio – con un cast riconfermato anche questa volta – fanno il loro dovere, senza troppi fronzoli ma con la giusta passione.

Insomma, Rent-A-Girlfriend non è certo l’anime che riscrive le regole del romanticismo animato, ma riesce comunque a proporre un intrattenimento solido, a tratti commovente, spesso esilarante, e sempre capace di farci riflettere su quel complicato, assurdo, meraviglioso casino che sono i sentimenti umani.

Ora non ci resta che aspettare luglio per scoprire se Kazuya riuscirà finalmente a dare una direzione chiara al suo cuore, se Chizuru abbasserà le difese, e se tutte quelle promesse – implicite e non – troveranno compimento. Io sarò lì, incollata allo schermo, pronta a ridere, sospirare e forse anche piangere un po’. E voi?

Se anche voi non vedete l’ora di tornare a vivere le follie sentimentali di Kanokari, fatemelo sapere nei commenti oppure condividete questo articolo con gli amici: l’amore a noleggio… è meglio se si guarda in compagnia!

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