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Queen – A Night at The Opera

Iniziamo dalla copertina disegnata da Freddie che si ispira ai segni zodiacali dei componenti del gruppo e crea il simbolo per antonomasia dei Queen: la Q sovrastata da un granchio (Brian) ed una corona, due leoni ai lati (Roger e John), un cigno alle spalle e due fatine (una delle quali rappresenta lo stesso Freddie che era della vergine)  in basso. Tale simbolo leggermente modificato apparirà ovunque, dalla batteria di Roger ai gadgets del gruppo, alla copertine del secondo Greatest Hits. Non per niente il buon Fred era laureto in Design…Per quanto riguarda il titolo è preso in prestito (come il successivo album) da un film dei Fratelli Marx.

E la musica ? Rock al veleno in Death on Two Legs dedicata al precedente manager cui non si lesinano insulti, altrettanto dure sono I’m in Love With My Car ( Fred ai cori e canta Roger come di consueto per le canzoni scritte dal batterista) e Sweet Lady; mentre John Deacon finalmente partecipe delle sorti del gruppo scrive la prima canzone ( You’re My Best friend). Molto vicine al gusto retrò di alcune canzoni dei Beatles ( vedi Honey Pie o alcune parti di Sgt. Pepper’s…) sono Lazing on a Sunday Afternoon, Seaside Rendezvous e Good Company. In chiusura di album May decide di proporre la sua personale versione dell’inno inglese che poi diverrà la chiusura ufficiale di tutti i live.

Capitolo a parte per Bohemian Rhapsody: partorita dalla mente vulcanica di Freddie, registrata in 3 settimane di lavoro in studio, fra cui una settimana solo per la parte operistica e due giorni solo per il mixaggio finale. Arriva in radio clandestinamente: in via amichevole un dj di Capitol Radio ottiene un nastro di una versione provvisoria del brano con la promessa di non trasmetterlo… In un week end la canzone viene mandata a ripetizione ed il successivo lunedì un esercito di fans assedia i negozi di musica, tanto che la EMI si vede costretta a modificare i piani di pubblicazione e a realizzare immediatamente il singolo, precedentemente scartato perché troppo lungo. Altro record da registrare è la nascita del primo video promozionale della storia della musica, in Bohemian Rhapsody il gruppo dà vita alla copertina del secondo album e le fa cantare tutta la parte operistica, memorabili i Galileoh di Roger e la faccia di John che finge spudoratamente di cantare ( secondo me non sapeva neanche le parole…), fino all’esplosione rock del finale in cui si ritorna in studio. Nel 1991, alla morte del Leggendario, Bohemian Rhapsody viene ripubblicata su cd come singolo con These Are The Days of Our Lives con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca sull’a.i.d.s..

Giovanni Caloro

Giovanni Caloro

Giovanni Caloro, inventore del detto ‘non è un paese per Giovan(n)i’, nasce a Roma nel 1981. Regista, avant-gardener fonda Amarena Pictures insieme ad Alessandro Merletti De Palo. Vj e musicista durante il periodo universitario (tesi in storia del teatro, su ‘La Raffigurazione dell’Inferno nel Teatro Medievale’), affascinato dall’interazione fra musica e immagini, si accosta alla regia girando videoclip, videodanza, videoarte. Ascolta, con pochissime eccezioni, solo musica prodotta fino 1995, ama le serie tv, David Lynch, David Fincher e Stanley Kubrick. In casa ha solo 2 dvd, autografati dai rispettivi registi: Velluto Blu e Matrix.

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