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Madoka Magica: Walpurgisnacht Rising — Il Ritorno Oscuro che Tutti i Fan Aspettavano

Quando nel 2011 Madoka Kaname fece capolino sugli schermi degli appassionati di anime, nessuno – e dico nessuno – era davvero pronto a ciò che stava per succedere. Sembrava la solita storia di maghette in gonnella, glitter e bacchette magiche, una di quelle produzioni carine che finiscono presto nel dimenticatoio. E invece no. Puella Magi Madoka Magica ha fatto l’effetto di una supernova: ha illuminato a giorno un intero genere, lo ha smontato pezzo per pezzo, ci ha mostrato cosa si nascondeva dietro le quinte di quei sorrisi e delle trasformazioni luccicanti, e ci ha fatto piangere. Ma non le lacrime leggere di chi guarda un finale tenero: lacrime vere, dolorose, catartiche. E ora, più di dieci anni dopo, ci troviamo di nuovo davanti a un evento che ci fa tremare le mani dall’emozione: l’arrivo di Puella Magi Madoka Magica the Movie: Walpurgisnacht: Rising, previsto per febbraio 2026.

Sì, lo so, avremmo dovuto vederlo prima. Il 2024 era il debutto previsto, ma Aniplex ha deciso di rimandare tutto all’inverno 2025 per il Giappone e, da lì, febbraio 2026 in Italia, grazie all’immancabile Dynit, che anche questa volta si occuperà della distribuzione. Qualcuno l’ha vissuta come una doccia fredda? Sicuramente. Ma diciamocelo: se c’è un franchise che merita di essere rifinito fino all’ultimo dettaglio, è proprio questo. Viviamo in un’epoca dove spesso si corre troppo, si butta fuori un prodotto non ancora pronto solo per cavalcare l’hype. Qui invece no, qui si respira amore artigianale per l’animazione e rispetto per i fan. E noi nerd lo sentiamo, lo percepiamo a pelle.

Il trailer rilasciato di recente ha mandato la community in tilt: quelle immagini, quella colonna sonora struggente firmata ancora una volta da Yuki Kajiura (colei che ci ha già fatto vibrare l’anima con Demon Slayer, Sword Art Online, Fate/Zero), quelle atmosfere oniriche e spietate… insomma, tutto ci dice che ci stiamo per tuffare di nuovo in quel mare oscuro e bellissimo che solo Madoka Magica sa evocare. E non finisce qui. Alla regia ritroviamo Yukihiro Miyamoto, supervisionato dal genio visionario Akiyuki Shinbo, con Gen Urobuchi alla sceneggiatura – il padre oscuro della saga, quello che ci ha insegnato che dietro ogni desiderio si nasconde un prezzo. E se già fremete al pensiero di rivedere Madoka, Homura, Sayaka, Mami, Kyoko e Nagisa, sappiate che torneranno le doppiatrici originali, da Aoi Yūki a Chiwa Saitō, in un abbraccio vocale che promette brividi lungo la schiena.

Ma perché tutto questo fermento per un sequel? Perché Madoka Magica non è mai stato solo un anime. È un’esperienza. Un trauma collettivo condiviso tra chi ama la pop culture giapponese e ha imparato a leggerla oltre la superficie. È la storia che ha preso il genere delle “maghette”, lo ha trascinato nell’abisso e lo ha fatto rinascere, togliendogli l’innocenza e donandogli profondità. In molti hanno detto che Madoka Magica ha fatto alle maghette ciò che Neon Genesis Evangelion ha fatto ai mecha: li ha decostruiti, li ha messi a nudo, li ha resi umani, troppo umani.

Chi ha visto “La storia della ribellione” sa bene che ci siamo lasciati con un mondo sconvolto, dove le regole stesse della realtà erano state riscritte da Homura in uno slancio disperato e dolente. Walpurgisnacht: Rising ripartirà proprio da lì. E se già il titolo non vi mette addosso una certa ansia cosmica, vi basti sapere che Walpurgisnacht è la notte delle streghe, l’apice del caos magico, il momento in cui tutto può succedere. È facile immaginare che ci troveremo davanti a un’escalation emotiva e narrativa che ci spingerà ancora più a fondo in quel vortice di amore, sacrificio, perdita e forse – chissà – redenzione.

La storia del franchise è costellata di successi e di momenti memorabili: dall’anime originale del 2011 ai due film compilation del 2012, fino al terzo film “Rebellion” del 2013, senza dimenticare lo spin-off Magia Record (uscito tra il 2020 e il 2022 e disponibile su Crunchyroll). E nel frattempo, Madoka Magica ha conquistato il pubblico italiano grazie a Dynit, che ha saputo portarlo su Popcorn TV, su Rai 4, in home video, con un doppiaggio che ha mantenuto intatta l’anima della serie.

A livello globale, i numeri parlano chiaro: oltre 25 milioni di dollari incassati con i film precedenti, un fandom fedele e appassionato, e una reputazione critica che non ha fatto che crescere. Perché sì, Madoka non è per tutti. È un’opera esigente, che non fa sconti, che ti chiede di metterti in gioco, di farti domande scomode, di accettare che il bene e il male non sono mai facili da distinguere.

Personalmente, confesso di avere il cuore che batte a mille all’idea di rivedere quelle immagini sul grande schermo. Non è solo la nostalgia a muovermi, ma la consapevolezza che ogni nuova aggiunta a questo universo narrativo è un pezzo di un mosaico più grande, un tassello che continua a interrogare cosa significhi davvero essere umani, desiderare, amare, perdere. E mentre aspettiamo febbraio 2026, c’è solo una cosa da fare: riguardare la serie originale, prepararsi psicologicamente, armarsi di fazzoletti e stringersi alla community che, come noi, non vede l’ora di rituffarsi in questo sogno inquieto.

E voi? Siete pronti a tornare nel mondo di Madoka e Homura? Avete già iniziato il rewatch, o preferite arrivare vergini al dolore? Fatemelo sapere nei commenti, raccontatemi le vostre teorie, le vostre paure, le vostre speranze. E soprattutto, condividete questo articolo sui vostri social: più siamo, più sarà bello vivere insieme l’incubo della Notte di Valpurga. Perché in fondo, lo sappiamo bene: in Madoka Magica, anche la magia più luminosa è sempre, sempre tinta di ombre.

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