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Riot Games e il misterioso “Project T”: l’MMO-FPS che potrebbe sfidare Destiny 2

Quando si parla di Riot Games, non si parla mai soltanto di videogiochi: si parla di ecosistemi narrativi, di mondi condivisi, di esperienze che plasmano intere community globali. Dall’universo competitivo di League of Legends al fenomeno culturale di Valorant, la software house californiana è diventata negli anni un laboratorio d’avanguardia nel costruire universi che respirano insieme ai loro giocatori.
E proprio da questo laboratorio potrebbe ora uscire un nuovo esperimento capace di ridefinire i confini del multiplayer moderno: Project T, il presunto MMO-FPS ambientato nell’universo di Valorant.

Un leak che infiamma la rete

Tutto è partito da un’immagine sfuggita al controllo — una singola schermata circolata su X (l’ex Twitter) pubblicata da un noto leaker, SargeOP_ e rilanciata da PlayerIGN, nome già ben noto agli appassionati per i suoi scoop accurati.
Lo screenshot, apparentemente proveniente da una build interna, mostrava un personaggio stilizzato, un fucile d’assalto futuristico e un’interfaccia che strizzava l’occhio a Destiny 2 e The Division: barre di salute e scudo, indicatori di distanza, e quell’inconfondibile impronta visiva “valorantiana”, con colori saturi e un’estetica pulita e geometrica.

Da lì, internet ha fatto il resto: forum in fiamme, thread chilometrici, ipotesi, speculazioni e — naturalmente — meme. Il nome in codice “Project T” è stato subito collegato a un progetto top secret di Riot già citato in alcuni annunci di lavoro, descritti come “uno sparatutto altamente riconoscibile, con componenti MMO e progressione stagionale”.

In altre parole: un gioco che potrebbe fondere l’accessibilità di Valorant con la profondità persistente di un mondo online condiviso.

Un MMO, un extraction shooter o qualcosa di nuovo?

Le informazioni restano frammentarie, ma gli indizi portano tutti verso un nuovo ibrido di generi: un FPS con elementi da extraction shooter — come Escape from Tarkov o The Finals — ma arricchito da dinamiche di progressione e social hub in stile MMO.
Nel leak si fa riferimento a una feature chiamata “personal quarters progression”, che lascerebbe intendere la possibilità di avere uno spazio personale persistente, forse una base o una stanza personalizzabile, dove gestire equipaggiamento e missioni.

Un’idea che rimanda ai “quartieri” di Destiny 2 o alle astronavi di Starfield, ma con la lucidità competitiva tipica di Riot: più gameplay, meno fronzoli.
Altri rumor parlano di stagioni, un modello ormai standard ma che, nelle mani di Riot, potrebbe evolvere in un sistema narrativo corale, dove ogni aggiornamento cambia non solo il bilanciamento, ma il mondo stesso.

Dall’arena al mondo aperto

Valorant è nato come antitesi a Counter-Strike: un competitivo serrato, tattico, costruito sulla leggibilità e sullo “style” dei suoi agenti.
Ma “Project T” promette un passo in direzione opposta. Non più round chiusi e match da venti minuti, ma mappe aperte, forse dinamiche, con eventi, missioni cooperative e zone di estrazione.
Potremmo trovarci davanti al tentativo più ambizioso di Riot di entrare nel territorio dominato da Bungie, con l’obiettivo di proporre il primo MMO-FPS “hero-based”: un mondo persistente popolato da agenti riconoscibili, con abilità e personalità, ma anche con la libertà di un universo vivo.

Non sarebbe la prima volta che Riot prova a espandere i propri IP oltre i confini del genere originale. Basti pensare a Legends of Runeterra (il card game narrativo), Ruined King (l’RPG single-player ambientato nel mondo di LoL) e al futuro MMORPG di Runeterra, di cui si parla da anni ma che sembra aver subito una profonda revisione interna.
“Project T”, quindi, potrebbe essere l’altro volto di questo piano d’espansione: quello più legato al linguaggio moderno del multiplayer, fatto di matchmaking, progressione, stagioni e community.

Una nuova filosofia Riot

Chi conosce Riot sa che ogni suo progetto segue una logica precisa: partire da un genere consolidato e reinventarlo secondo le regole della propria community. League of Legends ha ridefinito il MOBA, Teamfight Tactics ha reso accessibile l’autobattler, Valorant ha dato personalità al tattico competitivo.
“Project T”, se confermato, potrebbe rappresentare il naturale punto d’arrivo di questa filosofia: un FPS in grado di offrire spettacolarità, immersione narrativa e competizione in un’unica cornice.

C’è un dato che non sfugge agli osservatori: mentre Destiny 2 sta vivendo un periodo di declino e Overwatch 2 fatica a riconquistare i giocatori, il pubblico sembra desiderare un nuovo “pianeta” digitale in cui stabilirsi. E Riot, con il suo talento nel gestire community globali, potrebbe essere la candidata ideale per riaccendere quella scintilla.

Tra sogni e realtà: quanto è concreto Project T?

Per ora, Riot non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
Eppure, i segnali ci sono. Gli annunci di lavoro, i test chiusi di gameplay riportati da alcuni insider, e la crescente convergenza fra i suoi team interni dedicati a Valorant e a nuovi FPS.
È plausibile che il titolo esista già in una fase prototipale o di pre-produzione avanzata — il che significa che potremmo non vederlo prima del 2026.

Come sempre con Riot, la gestazione è lunga ma metodica: la filosofia “release when ready” è ormai un marchio di fabbrica, e ogni leak diventa parte della narrativa che alimenta l’hype.

E noi, fan e osservatori, non possiamo fare a meno di restare sospesi tra la curiosità e la speranza: che Project T non sia solo un esperimento, ma la prossima frontiera dell’universo Valorant.


Conclusione: la prossima rivoluzione Riot?

Che sia un MMO, un extraction shooter o un esperimento ibrido, Project T rappresenta già ora una promessa di evoluzione.
Un tassello potenzialmente fondamentale nel mosaico di Riot, che da anni punta a costruire un vero “multiverso videoludico”, dove i suoi mondi — da Runeterra a Valorant — si intrecciano in modi sempre più complessi.

E se il leak di “Project T” fosse solo l’inizio? Forse, tra qualche anno, guarderemo indietro a questo rumor come al primo sussurro di una rivoluzione.

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1 commento

  • Si prevede che il gioco venga distribuito nei paesi di lingua inglese, ma sarà giocabile in tutto il mondo, giusto? Solo senza supporto in altre lingue? Ho capito bene? Gioco ad altri giochi di carte in inglese, come Hearthstone e Legends of Elysium, quindi per me non sarebbe un problema.

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