C’è qualcosa che ti osserva. Non lo vedi, ma lo senti. È lì, silenzioso, in un angolo della stanza. E no, non stiamo parlando del tuo coinquilino nottambulo o del gatto che fissa il vuoto con aria inquietante. Stiamo parlando di Presence, il nuovo, attesissimo film di Steven Soderbergh che dal 24 luglio arriverà nei cinema italiani grazie a Lucky Red. E fidati: è un film che farà parlare di sé, non solo tra gli amanti dell’horror ma anche tra i cinefili più esigenti.
Soderbergh, che da sempre ama reinventarsi e sperimentare con i generi (basta pensare alla sua carriera che va dalla Palma d’Oro con Sesso, bugie e videotape ai blockbuster come Ocean’s Eleven e Erin Brockovich), torna ora con una ghost story che promette di riscrivere le regole del thriller soprannaturale. Alla sceneggiatura troviamo David Koepp, un nome che già da solo basta a far salire l’hype alle stelle: parliamo del genio dietro le penne di Jurassic Park, Panic Room e Mission: Impossible. E come se non bastasse, nel cast spiccano volti noti e nuove promesse come Lucy Liu, Chris Sullivan, Callina Liang, Eddy Maday, West Mulholland e Julia Fox.
Ma cos’è esattamente Presence? Proviamo a raccontarlo come se stessimo chiacchierando tra nerd davanti a una birra (o una bibita al gusto cola radioattiva): Presence è un horror psicologico girato interamente in un’unica location, un esperimento tanto audace quanto affascinante. La trama ruota attorno alla famiglia Payne, apparentemente perfetta, che decide di trasferirsi in una villetta suburbana per lasciarsi alle spalle un lutto devastante: Chloe, la figlia minore, è stata segnata dalla tragica morte della sua migliore amica, vittima di un’overdose.
Il fratello Tyler, invece, è un giovane campione di nuoto in rampa di lancio. I genitori, Rebecca e Chris, sperano che il nuovo ambiente possa offrire una seconda possibilità a tutti. Ma si sa, nei film horror, le villette in periferia raramente sono quello che sembrano. E infatti Chloe inizia presto ad avvertire qualcosa di strano nella sua stanza: oggetti che si spostano da soli, emozioni che non le appartengono, e quella sensazione persistente di essere osservata da qualcuno — o qualcosa — che non è visibile.
Inizialmente nessuno le crede, come da tradizione. Ma quando le manifestazioni diventano sempre più intense, inquietanti e tangibili, la famiglia Payne non può più ignorare la verità. C’è una presenza in quella casa, ed è molto più vicina di quanto immaginassero.
Uno degli elementi più affascinanti del film è il punto di vista narrativo. Soderbergh non racconta la storia attraverso gli occhi dei protagonisti, ma attraverso quelli dell’entità invisibile. Un’intuizione che trasforma radicalmente l’esperienza dello spettatore: non siamo più semplici osservatori esterni, ma diventiamo noi stessi quella presenza. È un’idea potentissima, quasi disturbante, che mette in discussione la percezione del tempo e dello spazio. La macchina da presa si muove con una lentezza ipnotica, quasi fluttuante, amplificando la tensione scena dopo scena. E la scelta di utilizzare un obiettivo da 14 mm deforma l’immagine quanto basta per rendere ogni angolo della casa una trappola visiva, un labirinto dell’inquietudine.
L’intero film è costruito come un crescendo emotivo. Non ci sono jump scare gratuiti, ma un senso costante di disagio che cresce, si insinua sotto pelle e non ti lascia fino ai titoli di coda. La regia asciutta di Soderbergh si sposa perfettamente con l’atmosfera claustrofobica della sceneggiatura di Koepp, dando vita a un horror raffinato, cerebrale, che si nutre di silenzi, ombre e sguardi.
La performance degli attori è altrettanto convincente. Lucy Liu, che molti ricordano per i suoi ruoli action ma anche per la brillante interpretazione in Elementary, qui dimostra una sensibilità drammatica intensa e credibile. Chris Sullivan, noto per il suo ruolo in This Is Us, porta sullo schermo un padre ambivalente, combattuto tra scetticismo e preoccupazione. E Callina Liang, nei panni di Chloe, è una vera rivelazione: la sua interpretazione è il cuore pulsante del film, un mix di fragilità e coraggio che rende il suo personaggio tragicamente umano. Julia Fox, invece, aggiunge quel tocco magnetico che non guasta mai, in un ruolo che oscilla tra la provocazione e il mistero.
Presence ha già fatto parlare di sé nei circuiti dei festival: dopo il debutto al Noir in Festival 2024 e il passaggio al Sundance Film Festival 2025, il film è stato proiettato in anteprima italiana al Comicon di Napoli, dove ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte del pubblico nerd e non solo. E ora si prepara a conquistare le sale con anteprime speciali il 23, 24 e 27 giugno, introdotte da ospiti d’eccezione.
Girato nel 2023 a Cranford, nel New Jersey, il film sfrutta l’ambientazione suburbana per amplificare il senso di isolamento e pericolo latente. Ogni dettaglio, dalla fotografia agli effetti sonori, è calibrato per costruire una tensione che non esplode mai del tutto, ma che si avverte con la forza di un pugno nello stomaco.
Non aspettatevi quindi il classico horror con demoni urlanti e porte che sbattono a caso. Presence è qualcosa di diverso. È uno studio sull’invisibile, sull’incomprensibile, su quella linea sottile che separa la realtà dalla percezione. È un film che parla di lutto, di connessioni spezzate, e del bisogno umano di dare un senso a ciò che non si riesce a spiegare.
Se amate il cinema che osa, che inquieta con eleganza e lascia il segno, Presence è un appuntamento irrinunciabile. Dal 24 luglio al cinema, con Lucky Red. E se anche voi, uscendo dalla sala, avrete la strana sensazione che qualcosa vi stia seguendo… beh, sappiate che è perfettamente normale.
E ora tocca a voi: che ne pensate del ritorno di Soderbergh al genere horror? Vi ispira questa ghost story dai toni psicologici? Avete già visto il trailer italiano? Se no, eccolo qui: Guarda il trailer su YouTube. Fatecelo sapere nei commenti, condividete l’articolo sui vostri social e… occhio a chi vi osserva alle spalle.
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