CorriereNerd.it

Il fantasma della Pimpaccia e i segreti oscuri di Ponte Sisto: tra storia, leggende e misteri di Roma

C’è un ponte, nel cuore pulsante della Città Eterna, che non unisce solo due sponde del Tevere, ma due mondi: quello reale e quello delle ombre, dei misteri, dei sussurri notturni che Roma non ha mai smesso di raccontare. Stiamo parlando di Ponte Sisto, un monumento che più che una semplice via di passaggio, è un crocevia di storia, leggende e fantasmi. Sì, avete letto bene. Fantasmi. E non uno qualunque, ma quello della famigerata Pimpaccia, al secolo Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj. Ma andiamo con ordine, perché la storia che sto per raccontarvi è degna di un romanzo gotico ambientato in un’Italia barocca e decadente.

Ponte Sisto nasce letteralmente dalle ceneri del passato. Il suo predecessore fu il pons Aurelius, costruito nel lontano 215 d.C. sotto l’imperatore Marco Aurelio Severo Antonino. Era un ponte che serviva a collegare la sponda sinistra del Tevere al quartiere di Trastevere, un’arteria fondamentale per l’antica Roma. Non a caso, fu anche chiamato pons Janicularis, per la vicinanza al Gianicolo. Ma questo antico ponte portava con sé anche un carico di dolore: si racconta che proprio da lì venissero gettati nel fiume i primi martiri cristiani. Una scena che evoca immagini da epica martirologica, in perfetto stile dark fantasy, con il Tevere a fare da testimone muto.

Nel corso dei secoli, il ponte subì numerosi restauri, il primo dei quali avvenne tra il 366 e il 367, grazie all’imperatore Valentiniano, che ne abbellì l’imboccatura con un arco trionfale sormontato da statue bronzee. Le rovine di quell’opera furono riscoperte solo molto più tardi, nel 1878 e nel 1892, e oggi riposano nel Museo Nazionale Romano. Ma la sorte del ponte fu tutt’altro che clemente: nel 792 una piena del Tevere lo fece crollare, e da allora fu abbandonato. I romani, mai a corto di soprannomi pittoreschi, iniziarono a chiamarlo Ruptus, Tremulus o Fractus, nomi che sembrano usciti da un grimorio medievale più che da un registro topografico.

Fu solo nel 1475, in vista del Giubileo, che Papa Sisto IV decise di dare nuova vita a quel passaggio ormai dimenticato. Affidò l’incarico di ricostruire il ponte a Baccio Pontelli, e da quel momento in poi, il ponte prese il nome che ancora oggi porta con fierezza: Ponte Sisto. Da allora, il ponte è diventato un’icona della Roma rinascimentale e moderna, amato tanto dai turisti quanto dai romani. È un ponte pedonale che collega il centro storico a Trastevere, ed è spesso popolato da musicisti di strada, artisti, innamorati che si baciano al tramonto e fotografi in cerca dello scatto perfetto.

Ma non fatevi ingannare dall’atmosfera romantica e bohémien: Ponte Sisto ha un’anima oscura. È teatro di una delle leggende più inquietanti della città, quella della Pimpaccia, un fantasma che ancora oggi, secondo la tradizione, percorre il ponte nelle notti di gennaio, a cavallo di una carrozza infuocata. La sua figura emerge dal folclore romano come un personaggio che sembra uscito da un horror storico, tanto è pervaso da ambiguità, potere e vendetta.

Donna Olimpia Pamphilj, detta appunto la Pimpaccia, è stata una figura storica realmente esistita e assolutamente fuori dal comune. Cognata (e secondo le voci, anche amante) di papa Innocenzo X, esercitava su di lui un’influenza enorme, tanto che era opinione comune che nulla accadesse in Vaticano senza il suo benestare. I romani non la sopportavano, e forse per questo Pasquino – la celebre statua parlante di Roma – la bersagliava senza pietà con le sue pasquinate. I versi satirici la dipingevano come una donna spietata, manipolatrice e avida, una sorta di villain ante litteram che avrebbe fatto impallidire persino Cersei Lannister.  Ironia velenosa che colpisce nel cuore della figura femminile di potere, all’epoca vista con sospetto, soprattutto se mostrava un’ambizione simile a quella degli uomini.

Una delle leggende più piccanti legate alla Pimpaccia riguarda un certo Fiume, suo maestro di camera e – si dice – uno dei suoi tanti amanti. Pasquino non perse occasione per ridicolizzare la liaison in modo a dir poco esplicito: fece affiggere un disegno con una donna nuda, inequivocabilmente somigliante a Donna Olimpia, e una mano che indicava con l’indice il suo sesso, accompagnata dalla scritta: “Fin qui arrivò Fiume”. Satira medievale o meme ante litteram?

Ma torniamo al fantasma. La leggenda vuole che, ogni 7 gennaio, anniversario della morte di Innocenzo X, la Pimpaccia esca dal suo palazzo a Piazza Navona su una carrozza infuocata, attraversi Ponte Sisto e si getti nel Tevere, portando terrore tra i passanti nottambuli. Alcuni giurano di averla vista, o almeno di aver percepito un’ombra fugace, un suono di zoccoli sul selciato, un odore di zolfo nell’aria. E c’è di più: fuori porta San Pancrazio, nei pressi di Villa Pamphili, esisteva fino al 1914 una via chiamata Via Tiradiavoli, proprio perché si diceva che lì i demoni avessero aperto una voragine per trascinare all’inferno la carrozza della Pimpaccia. Altro che Ghost Rider, qui siamo dalle parti dell’Inferno dantesco versione barocca.

Se vi capita di passeggiare di notte sul Ponte Sisto, magari dopo una serata a Trastevere, guardatevi attorno. Il Tevere riflette le luci della città, ma anche le sue ombre. Forse, se siete abbastanza fortunati – o sfortunati – potreste scorgere un bagliore rosso fuoco nella notte, sentire il rumore di ruote che graffiano il basolato antico. E allora, non dite che non vi avevo avvisati.

E voi, avete mai sentito parlare della leggenda della Pimpaccia? Vi è mai capitato di avvertire qualcosa di strano su Ponte Sisto? Condividete questo articolo sui vostri social e raccontateci le vostre esperienze più inquietanti nella Roma delle ombre… chissà, magari anche Donna Olimpia vi sta leggendo.

Immagine di copertina di Livioandronico2013 – Opera propria, CC BY-SA 4.0

Dai nostri utenti

Dai nostri utenti

Appassionati di cultura nerd, videoludica e cinematografica, i nostri utenti contribuiscono con articoli approfonditi e recensioni coinvolgenti. Spaziando tra narrativa, fumetti, musica e tecnologia, offrono analisi su temi che vanno dal cinema alla letteratura, passando per il mondo del cosplay e le innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Con competenza e curiosità, i loro articoli arricchiscono il panorama nerd e pop con uno stile appassionato e divulgativo, dando voce alle molte sfaccettature di queste passioni. Questi preziosi contributi, a volte, sono stati performati a livello testuali, in modalità "editor", da ChatGPT o Google Gemini.

Aggiungi commento

Seguici sui social