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Physint di Hideo Kojima: il ritorno allo spionaggio tra videogioco e cinema, ma solo su PlayStation 6

Quando si parla di Hideo Kojima, non si parla semplicemente di videogiochi. Si parla di visioni, di rivoluzioni creative, di opere che sfumano i confini tra medium. E il suo nuovo progetto, intitolato Physint, sembra incarnare proprio questo spirito: un’opera ambiziosa, sperimentale e profondamente personale che però… ci farà aspettare parecchio. Già, perché Physint non arriverà sulla PlayStation 5, ma direttamente sulla futura generazione di console, quella mitica e ancora non ufficialmente svelata PlayStation 6. Un orizzonte temporale che colloca l’uscita del titolo intorno al 2030-2031.

Una prospettiva lunga, certo. Ma con Kojima, si sa, l’attesa è sempre parte dell’esperienza.

Un nuovo Action-Espionage, ma non solo

Annunciato ufficialmente durante lo State of Play del 31 gennaio 2024, Physint si è subito presentato come un progetto avvolto nel mistero, con una semplice dichiarazione d’intenti: sarà un “nuovo action-espionage game”, realizzato con il supporto diretto di Sony. Eppure, a distanza di oltre un anno dall’annuncio, non abbiamo ancora visto né trailer, né concept art, né un solo fotogramma del gioco. Solo parole, suggestioni, visioni.

Ma sono parole che pesano. In un video pubblicato sul canale YouTube ufficiale di Kojima Productions, il creatore di Metal Gear Solid ha svelato alcuni dettagli fondamentali. Prima di tutto, ha chiarito che Physint sarà qualcosa di mai visto prima: un’opera che si muove tra videogioco e cinema, tanto da poter ingannare anche un occhio non esperto. “Se vostra madre entra in stanza mentre giocate”, ha detto scherzando, “penserà che state guardando un film”.

Questa idea di ibridazione tra game e cinema non è certo nuova per Kojima, ma qui sembra spingersi ancora oltre, fino a rendere il confine impercettibile. Il gioco sarà sì un videogioco, ma vivrà e si muoverà con i ritmi, le inquadrature e le atmosfere di un’opera cinematografica. Non a caso, l’annuncio di Physint è avvenuto proprio presso Sony Pictures.

La genesi di un’opera personale

C’è un elemento profondamente intimo alla base di Physint. Kojima ha raccontato che l’idea di tornare al genere dello spionaggio non nasce da un mero calcolo commerciale, ma da un bisogno umano, esistenziale quasi. Durante la pandemia del 2020, il game designer si è ammalato gravemente, tanto da dover affrontare un’operazione chirurgica e un lungo isolamento. In quel periodo oscuro, ha scritto persino un testamento.

“Pensavo che non avrei più potuto sviluppare videogiochi,” ha confessato. Ma quella condizione di vulnerabilità lo ha portato a riflettere su ciò che veramente conta, anche nel suo lavoro. “I fan mi chiedevano ogni giorno di creare un nuovo Metal Gear o qualcosa di simile. Così ho capito che, se avessi dovuto lasciare qualcosa, sarebbe dovuto essere un ritorno a quel mondo, ma con uno sguardo nuovo.”

Kojima ha già dimostrato il suo desiderio di sperimentare con Death Stranding e il suo sequel, ma Physint rappresenta un ritorno a un genere che ha contribuito a definire. Un action-espionage non come revival, ma come reinvenzione.

Cinema e videogioco: il confine si fa sottile

Una delle rivelazioni più interessanti riguarda la sua ambizione cinematografica, mai nascosta ma sempre rimandata. Kojima ha dichiarato di aver ricevuto numerose offerte da Hollywood per dirigere veri e propri film, ma di averle sempre rifiutate. Il motivo? La responsabilità verso la sua compagnia, Kojima Productions. “Non posso lasciare la mia azienda per due anni per girare un film, la società crollerebbe”, ha spiegato.

È stato il suo amico Guillermo del Toro a fargli capire che forse non ne ha bisogno. “Quello che stai già facendo è un film”, gli ha detto il regista. Un incoraggiamento che sembra aver segnato profondamente Kojima, spingendolo ad abbracciare pienamente questa visione ibrida per Physint.

E così nasce un progetto che non vuole semplicemente essere un gioco, ma un’esperienza cinematografica interattiva, con un cast internazionale e tecnologie d’avanguardia. Siamo davanti a qualcosa che punta a ridefinire il concetto stesso di storytelling nel videogioco.

Un’eredità spirituale di Metal Gear?

I fan, ovviamente, si interrogano: sarà Physint l’erede spirituale di Metal Gear Solid? Kojima, con la sua solita abilità nel mantenere alta la tensione, non ha confermato né smentito. Ma ha lasciato intendere che il DNA del progetto non potrà prescindere da quello stile narrativo, strategico e visionario che ha reso Metal Gear una pietra miliare.

Certo, i diritti del franchise sono saldamente nelle mani di Konami, e questo gioco non sarà un MGS in senso stretto. Ma se pensiamo a Physint come una sintesi di tutto ciò che ha reso celebre Kojima — il gusto per l’intrigo, le trame multilivello, il commento sociale, la cura maniacale per l’immagine e il suono — allora sì, potremmo essere davanti a qualcosa che, pur nuovo, suona familiare. Un Metal Gear dell’anima, forse.

Quando uscirà davvero?

Kojima ha parlato apertamente dei tempi di sviluppo: ci vorranno ancora “cinque o sei anni”. Questo collocherebbe il lancio tra il 2030 e il 2031, periodo in cui ci si aspetta che la PlayStation 6 sia già saldamente nel suo ciclo di vita. Un segnale chiaro che Physint non è pensato per l’hardware attuale, ma per qualcosa di ancora più potente, capace di supportare la visione cinematografica che il creatore ha in mente.

E allora non ci resta che aspettare. Lunga sarà l’attesa, ma se la storia di Kojima ci ha insegnato qualcosa, è che ne vale sempre la pena.

E voi cosa ne pensate? Vi entusiasma l’idea di un videogioco che sembra un film, firmato da uno dei più visionari autori del panorama videoludico? Avete già iniziato a fantasticare su cosa potrebbe essere Physint? Fatecelo sapere nei commenti e condividete questo articolo sui vostri social: il confronto tra appassionati è il sale della nostra comunità nerd!

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