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Outlaw Star: un viaggio tra stelle, avventure e spensieratezza

Se c’è una cosa che amo degli anime anni ’90, è quella loro capacità di raccontare storie avventurose senza mai prendersi troppo sul serio. “Outlaw Star” incarna alla perfezione questo spirito: un mix esplosivo di azione, umorismo, fantascienza e un pizzico di romanticismo che rende ogni episodio un viaggio coinvolgente. Ambientato in un futuro in cui il traffico interplanetario è all’ordine del giorno, “Outlaw Star” segue le vicende di Gene Starwind e del suo giovane socio Jim Hawking, due cacciatori di taglie dal talento discutibile e dalle finanze sempre in crisi. Quando vengono ingaggiati per proteggere la misteriosa Hilda, si ritrovano catapultati in un’avventura al di là di ogni immaginazione. Il loro bottino più grande? La leggendaria nave spaziale XGP-15A II, ribattezzata “Outlaw Star”, e la sua enigmatica pilota, Melfina. Da qui inizia un viaggio alla ricerca del mitico “Tesoro della Galassia”, tra battaglie spaziali, criminali intergalattici e una ciurma tanto improbabile quanto irresistibile.

Personaggi: un cast sopra le righe

Una delle forze di “Outlaw Star” è proprio il suo cast. Gene Starwind è un protagonista carismatico, un po’ sbruffone ma dal cuore d’oro. Jim Hawking, pur essendo giovanissimo, è la vera mente del duo, spesso impegnato a risolvere i guai causati da Gene. Melfina, l’androide con un passato misterioso, aggiunge una vena di malinconia alla narrazione. E poi ci sono Aisha Clanclan, guerriera della razza Ctarl-Ctarl con una forza sovrumana e un appetito infinito, e “Twilight” Suzuka, letale assassina dal fascino glaciale. Ognuno di loro ha un ruolo ben definito e una crescita personale che li rende memorabili.

Narrazione e atmosfera: tra leggerezza e mistero

Ciò che distingue “Outlaw Star” da altri anime del genere è il suo equilibrio tra leggerezza e momenti più seri. Non è un’opera che si perde in spiegazioni complesse o filosofie astruse, ma sa come tenere alta la tensione quando serve. La storia cambia più volte direzione, alternando episodi comici ad altri più riflessivi, con un crescendo che culmina in un finale soddisfacente (senza le classiche “supercazzole” tipiche di molti anime dell’epoca).

Un altro elemento che ho particolarmente apprezzato è il modo in cui la serie affronta il tema del denaro. A differenza di molti altri anime di fantascienza, qui i protagonisti devono costantemente fare i conti con la realtà economica: riparare la nave, comprare cibo, pagare i debiti… Un dettaglio che aggiunge un tocco di realismo e rende il tutto più credibile.

Differenze con il manga: un adattamento libero

“Outlaw Star” nasce come adattamento dell’omonimo manga di Takehiko Ito, ma prende fin da subito una direzione autonoma. La differenza più evidente riguarda il personaggio di Hilda: nel manga è una figura fredda e opportunista, pronta a tradire Gene per i suoi scopi, mentre nell’anime il suo ruolo è più eroico e il suo sacrificio segna profondamente il protagonista. Anche il finale differisce, dal momento che il manga non venne mai concluso, lasciando agli autori dell’anime la libertà di sviluppare un epilogo tutto loro.

Animazione e colonna sonora: tra alti e bassi

Realizzato dallo studio Sunrise nel 1998, “Outlaw Star” mostra un’animazione altalenante. Alcuni episodi vantano disegni curati e dettagli mozzafiato nelle astronavi, mentre altri risultano più approssimativi, specialmente nelle puntate filler. Tuttavia, il character design e le sequenze d’azione restano coinvolgenti, grazie anche a un’ottima regia. La colonna sonora è un altro punto a favore: dalle tracce d’azione ai momenti più riflessivi, ogni brano contribuisce a creare l’atmosfera giusta. E l’opening “Through the Night” è una vera chicca, capace di catturare l’energia e lo spirito ribelle della serie.

“Outlaw Star” non è un capolavoro assoluto, ma è un anime che merita di essere visto, soprattutto dagli amanti della fantascienza anni ’90. Con una trama avvincente, personaggi memorabili e un mix di azione e umorismo, regala ore di puro divertimento. Peccato per alcune scelte narrative che semplificano troppo il materiale originale e per qualche episodio meno ispirato, ma nel complesso resta una serie godibile e affascinante.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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