Otomachi Record – Il suono perduto dei ricordi tra vinili, manga e sogni sospesi

digitale. È quella che si sprigiona quando sollevi la puntina di un giradischi e lasci che il vinile racconti la sua storia. È fatta di fruscii, piccoli salti, nostalgie in sottofondo. E se questa melodia potesse trasformarsi in un manga? Se le note dimenticate di un vecchio LP diventassero l’anima di una narrazione surreale e poetica? È esattamente questo l’universo che Ryōichirō Kezuka ci regala con Otomachi Record – Storie imprevedibili & Dischi introvabili, pubblicato in Italia da Planet Manga in due volumi speciali, Side A e Side B, che sembrano usciti direttamente da una collezione da collezionista di lunga data.

Impossibile non notare la loro forma insolita sugli scaffali delle fumetterie dal 10 aprile 2025: più che manga, sembrano due LP rilegati. E già solo questo basta a evocare tutta la magia dell’opera, pensata e disegnata per chi sa che un disco non è solo musica, ma un viaggio, un’evocazione, un frammento di vita. Kezuka, con il suo tratto semplice ma evocativo, ci invita a entrare nel piccolo mondo di Minori, una giovane commessa in un negozio di dischi che si barcamena tra scuola, lavoro e un’autentica devozione per la musica. Ma non aspettatevi una commedia adolescenziale o una storia d’amore banale: Otomachi Record è un affresco delicato della vita e del tempo, in cui ogni racconto custodisce un frammento d’anima.

Nel primo volume, lo stile narrativo si muove lieve tra slice of life e tocchi di realismo magico, conducendoci lungo le giornate di Minori e della sua amica Reiko, tra cacce a dischi introvabili e riflessioni su ciò che la musica davvero rappresenta: memoria, emozione, contatto. I negozi di dischi che frequentano non sono solo luoghi fisici, ma portali verso altre epoche, altre storie, altre vite. Basta soffermarsi su una copertina impolverata, annusare l’odore della carta vecchia o scorrere le dita sui solchi per evocare sensazioni che sfuggono alla logica, ma non al cuore.

Ed è proprio questo il segreto della scrittura di Kezuka: non afferra mai il lettore con forza, ma lo accompagna, come una traccia di sottofondo, lasciando che le emozioni emergano naturalmente. I dialoghi sono essenziali, quasi sussurrati, mentre le tavole privilegiano i silenzi e gli sguardi, i gesti e i dettagli, come se ogni vignetta fosse una nota di una partitura più grande. L’autore non ha fretta, non rincorre la trama a tutti i costi, ma ci invita a fermarci, ad ascoltare davvero.

Nel secondo volume, il ritmo cambia leggermente. Le storie si fanno meno frammentate e più profonde, concentrandosi su pochi episodi ma sviluppati con maggiore respiro. C’è più spazio per l’introspezione, per lo stupore, per quel senso di mistero che trasforma il ritrovamento di un disco in un evento quasi soprannaturale. Qui, Otomachi Record si avvicina ancora di più a quel tipo di letteratura che sfiora il fantastico, in cui gli oggetti sembrano dotati di volontà propria e ogni LP è un messaggero del passato. Una domanda serpeggia lungo le pagine: che ne sarà di questa musica, una volta che noi non ci saremo più? E chi la custodirà, quando i negozi chiuderanno, quando le puntine si spezzeranno, quando il silenzio inghiottirà le ultime note?

La bellezza di Otomachi Record non sta solo nelle sue storie, ma anche nella confezione che le racchiude. L’edizione di Planet Manga è un piccolo gioiello. I volumi quadrati (18,2 x 18,2 cm), con copertina pergamenata, pagine a colori, inserti in bicromia e due mini poster per volume, non sono solo da leggere ma da collezionare, da sfogliare e risfogliare come un vecchio album fotografico. Certo, il prezzo (12,90€ a volume) potrebbe far storcere il naso a qualcuno, soprattutto ai lettori più giovani o casuali. Ma per chi ama davvero la musica, il manga e la carta stampata, ogni dettaglio di questa edizione parla con la voce calda e sincera di un autore che non ha paura di dichiarare la propria nostalgia per il tempo che fu.

Kezuka, attraverso Minori, ci lascia qualcosa di più di una semplice raccolta di racconti. Ci offre una riflessione sul valore delle passioni, sulla memoria e sul bisogno di non dimenticare ciò che ci ha fatto sentire vivi, anche solo per un attimo. E lo fa con un’eleganza che raramente si incontra, unendo manga, musica e malinconia in un’opera che sa emozionare senza mai risultare stucchevole.

Otomachi Record – Storie imprevedibili & Dischi introvabili è quindi un viaggio. Un viaggio per chi sa ancora emozionarsi davanti a una copertina rovinata, per chi crede che un disco possa cambiare la giornata, per chi sa che tra le note si nascondono mondi. Un manga da leggere con calma, magari mentre in sottofondo gira un vecchio vinile. Perché le storie migliori, come le canzoni più belle, non hanno bisogno di gridare per essere ricordate.

E tu? Hai mai trovato un disco che ti ha cambiato la vita? Qual è il tuo vinile del cuore, quello che non presteresti mai a nessuno? Raccontacelo nei commenti e condividi questo articolo con altri appassionati come te! Facciamoci travolgere dalla nostalgia e dalla magia di Otomachi Record: il manga che suona al ritmo dei nostri ricordi.

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