Ci sono libri che non si leggono soltanto, si abitano. Ti entrano dentro piano, con quella strana miscela di curiosità e inquietudine, e ti lasciano lì, sospeso tra la realtà e qualcosa di molto più sottile, oscuro, impalpabile. Norra Latin, romanzo young adult della scrittrice svedese Sara Bergmark Elfgren, è esattamente questo tipo di libro. Pubblicato in Italia da Fandango Libri, è una storia che unisce il mistero al dramma adolescenziale, il soprannaturale alla quotidianità, la finzione al vissuto emotivo più autentico.
E se già conoscete Elfgren per la sua trilogia di Engelsfors, sapete cosa aspettarvi: mondi paralleli, atmosfere magnetiche e personaggi che sembrano usciti da uno specchio deformante della nostra realtà.
Una scuola, due ragazze, un segreto
Siamo a Stoccolma, nel prestigioso liceo artistico Norra Latin. Un edificio imponente, ricco di storia e suggestioni, oggi trasformato in un luogo per giovani talenti del teatro e dello spettacolo. Ma sotto le apparenze patinate e le ambizioni scolastiche, si cela qualcosa di più cupo. È qui che si incrociano i destini di Tamar, una ragazza di provincia con il sogno (e la paura) di diventare attrice, e Clea, già immersa nel mondo dello showbiz, carismatica, enigmatica e profondamente fragile.
Il loro incontro, forzato da un progetto scolastico, è solo la scintilla. Le due iniziano a scoprire che Norra Latin non è solo una scuola: è un crocevia di memorie, visioni, presenze. Qualcosa è accaduto anni prima, qualcosa che ha lasciato tracce nei muri, nei sogni, nei sussurri che si sentono quando cala il silenzio. E mentre Tamar si trova sempre più coinvolta in questa rete di misteri e illusioni, Clea combatte con segreti che ha sempre tenuto chiusi in sé, troppo a lungo.
L’adolescenza come labirinto emotivo e paranormale
La cosa che più colpisce di Norra Latin è la sua capacità di trattare l’adolescenza non come una fase da raccontare, ma come una condizione dell’anima. Elfgren, con grande sensibilità, ci mostra quanto possa essere difficile trovare il proprio posto, soprattutto in un ambiente competitivo e carico di aspettative. Tamar è l’outsider, quella che si sente sempre un passo indietro, che vorrebbe essere “giusta” senza sapere bene cosa significhi davvero. Clea, al contrario, è l’idolo con le crepe, la ragazza perfetta solo in apparenza, tormentata da un’identità che non riesce a gestire.
Il bello è che Norra Latin non spinge mai sull’acceleratore del paranormale a scapito del vissuto umano. I fantasmi – reali o metaforici – non oscurano mai le vere paure, i traumi, i desideri dei personaggi. Semmai li amplificano. La scuola stessa diventa quasi un’entità viva, opprimente, magnetica, come un enorme palco che ti costringe a recitare una parte, che tu lo voglia o no.
Uno stile fluido, due voci che dialogano
La narrazione alternata tra i punti di vista di Clea e Tamar è una scelta vincente. Permette di entrare davvero nella testa delle protagoniste, di sentire il contrasto tra ciò che mostrano e ciò che provano. Non ci sono cliché, non c’è la solita dinamica “popolare vs. emarginata”: ci sono solo due anime imperfette che cercano di capire chi sono. E tra incubi, progetti scolastici e sguardi che nascondono più di quanto rivelino, ci ritroviamo a guardare dentro di noi, nei ricordi di quell’età in cui tutto è fragile, tutto è assoluto.
La scrittura di Elfgren – qui ottimamente tradotta – è scorrevole, evocativa, sa creare tensione senza mai diventare artificiosa. I dialoghi suonano veri, i momenti introspettivi colpiscono per sincerità. È uno di quei romanzi che ti fanno sottolineare le frasi, che ti lasciano qualcosa anche quando lo chiudi.
Un libro che lascia il segno, tra luci e ombre
Certo, non tutto è perfetto. L’inizio è lento, quasi riluttante a svelare il suo lato più oscuro. Ma forse è proprio questo il suo segreto: ci seduce con la promessa di un dramma scolastico per poi trascinarci in un incubo fatto di sogni, incantesimi e verità taciute. Alcuni nodi restano volutamente irrisolti, lasciandoci sospesi in un finale aperto che spingerà i lettori a riflettere, forse anche a discutere.
Ma è proprio questa ambiguità a renderlo unico. In un panorama letterario spesso fin troppo schematico, Norra Latin osa. E, nel farlo, riesce a parlare ai ragazzi, ma anche agli adulti che non hanno dimenticato cosa significa sentirsi soli, fuori posto, diversi.
Perché leggere Norra Latin?
Perché è una storia di formazione travestita da thriller. Perché è gotico e realistico insieme. Perché ci ricorda che crescere è come entrare in un edificio antico pieno di stanze chiuse a chiave: a volte si aprono da sole, a volte bisogna avere il coraggio di forzarle.
Hai già letto Norra Latin? Ti sei perso nei corridoi del liceo con Tamar e Clea? Oppure sei rimasto incantato da quella strana aura che il libro emana pagina dopo pagina? Raccontamelo nei commenti o condividi l’articolo con chi ama le storie che sanno inquietare e commuovere allo stesso tempo.
Perché, alla fine, ogni scuola ha i suoi fantasmi. E ogni adolescente ne porta almeno uno dentro di sé.
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